Limiti della cultura umanistica?

Aperto da Claudia K, 01 Aprile 2023, 23:57:08 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

daniele22

Ho come l'impressione che si stia andando fuor di limite. Intanto mi guarderei ben dall'attingere dalla filosofia degli scienziati, specialmente i fisici che posano la loro sapienza lasciando inascoltata la preoccupazione di Majorana, altro fisico tra l'altro forse più filosofo che altri. In senso niciano comunque non attingerei proprio dagli altri pensatori per formare il mio pensiero se non per qualche breve sorso. Direi quindi che per quel che riguarda la scienza non è che ad un filosofo serva chissà che cosa per essere un filosofo: ovvio che ci piacerebbe che da aspiranti filosofi ci dessero un green pass per i vari laboratori ... ma di cosa stiamo parlando? Mi sembra che la cultura liceale sia più che sufficiente, sia la scientifica che la classica. E poi, c'è forse una scuola per fare i filosofi? Ma fatemi il piacere. E sarebbe quindi Gentile la causa dei nostri guai? Beh, non conoscendo Gentile, che tra l'altro frequentava con suo figlio proprio Ettore Majorana, sono andato su Wp e ho trovato un uomo sicuramente fascista, ma a parte la ovvia discriminazione in ordine di selezione meritocratica riporto questo stralcio sulla riforma scolastica:
"La riforma si ispira, fra l'altro, al principio pedagogico gentiliano secondo cui non esiste un metodo nell'insegnamento; ogni argomento è metodo a sé stesso, cioè non è una nozione astratta da memorizzare ma atto di ricerca attiva e creativa.[86] L'insegnante può adoperare delle indicazioni di metodo per preparare le fasi che precedono l'insegnamento.[86] Le scienze naturali e la matematica furono messe in secondo piano, poiché secondo Gentile erano materie prive di valore universale, che avevano la loro importanza solo a livello professionale. Questa svalutazione, tuttavia, non avvenne nelle Università,[88] in quanto luoghi delle formazioni specialistiche; difatti Giovanni Gentile, a differenza di Croce che sosteneva l'assoluta preponderanza sociale delle materie classiche sulla scienza[89], pur criticando gli eccessi del positivismo e considerando anch'egli le materie letterarie come superiori, intrattenne anche rapporti, improntati al dialogo, con matematici e fisici italiani (come Ettore Majorana, collaboratore di Enrico Fermi nel gruppo dei "ragazzi di via Panisperna", che divenne anche amico del figlio Giovanni jr., coetaneo del Majorana) e cercò di instaurare un confronto costruttivo con la cultura scientifica."
Beh, io non frequento le scuole e ricevo solo notizie da qualche insegnante, ma per me la riforma gentiliana possiede un'impronta per certo datata, fascista, ma non penso che i guai della nostra cultura possano derivare da Gentile ... Nel senso che imputerei a qualche altra causa lo sfacelo della nostra scuola; il fatto è che si beve troppo e si critica poco. Ai miei tempi comunque non c'era la selezione meritocratica che invece oggi sembra tornata in auge senza ben sapere quali siano i criteri con cui si attribuiscono i meriti. Del resto mi sembra pure facile immaginare come ciò sia potuto accadere anche se posso sbagliarmi

Pio

La cultura umanistica ha però la capacità di bucare il tempo. Leggiamo, studiamo e amiamo ancora Omero, mentre è sicuramente meno interessante, se non per studi storici specialistici, andarsi a leggere qualche trattato di medicina medievale, per esempio.  La scuola italiana cerca di "indirizzare" gli studenti verso quelle materie a cui, a giudizio degli insegnanti, sono portati. Peccato che a 14 anni non si è né capra né cavoli, prendendo così decisioni delle quali cii si pente. Non credo che sia importante la quantità di ore di insegnamento di una certa materia, quanto la qualità dell'insegnamento fata dalla preparazione e dal talento personale dell'insegnante. I ragazzi che escono dal classico sono mediamente più preparati perché la qualità del corpo docente del classico è mediamente più elevata che non in altri indirizzi. Almeno fino a poco tempo fa e sempre con le dovute eccezioni. Adesso il livello della scuola italiana, in generale, sta girando verso il basso sempre di più. È quasi un disastro: demotivati è il termine corretto.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

daniele22

Citazione di: Pio il 14 Aprile 2023, 20:13:07 PMLa cultura umanistica ha però la capacità di bucare il tempo. Leggiamo, studiamo e amiamo ancora Omero, mentre è sicuramente meno interessante, se non per studi storici specialistici, andarsi a leggere qualche trattato di medicina medievale, per esempio.  La scuola italiana cerca di "indirizzare" gli studenti verso quelle materie a cui, a giudizio degli insegnanti, sono portati. Peccato che a 14 anni non si è né capra né cavoli, prendendo così decisioni delle quali cii si pente. Non credo che sia importante la quantità di ore di insegnamento di una certa materia, quanto la qualità dell'insegnamento fata dalla preparazione e dal talento personale dell'insegnante. I ragazzi che escono dal classico sono mediamente più preparati perché la qualità del corpo docente del classico è mediamente più elevata che non in altri indirizzi. Almeno fino a poco tempo fa e sempre con le dovute eccezioni. Adesso il livello della scuola italiana, in generale, sta girando verso il basso sempre di più. È quasi un disastro: demotivati è il termine corretto.
Ciao Pio, ho pensato pure io che a quattordici anni in una società abbastanza agiata un ragazzo non sappia neanche di essere al mondo. Tendo anch'io a dar peso alla qualità piuttosto che alla quantità ed è lecito chiedersi come tu sostieni che manchi la motivazione. Per quel poco che ne so esistono dei test di valutazione articolati con molte domande a crocetta. Penso che per uno studente che non abbia una particolare predisposizione allo studio, tale tipologia di esame valutativo corrisponderebbe ad uno strumento simile ai quiz per la patente, un luogo dove anche con l'immaginazione è possibile un po' frodare, nel senso che lo studente tende a guardare più l'obiettivo patente/diploma che l'utilità dello studiare. Poi non so se si freghi con le sue mani, ma la cosa certa, ed è quella che potrebbe esser causa della demotivazione di cui parli, sarebbe che senza un diploma sei fuori da qualsiasi gioco. Un saluto

Claudia K

Citazione di: daniele22 il 14 Aprile 2023, 19:12:21 PMc'è forse una scuola per fare i filosofi?
Mi piace  da morire questa domanda. Giuro.

E la mia risposta è un categorico NO.

La Filosofia è elasticità di mente nutrita più possibile dal Sapere acquisito, che si interroga SECONDO LOGICA sulle ipotesi dell'acquisibile, e che fa tesoro del Dubbio (che nulla ha a vedere con la trista diffidenza cosmica verso il prossimo).

Dove la storia della Filosofia è un viatico essenziale e necessario (quanto meno per non uscirsene nel terzo millennio credendosi innovatori per aver elucubrato le stesse ipotesi di un pre-socratico).
Ma non è sufficiente (la storia della Filosofia, anche maniacalmente inseguita e perseguita) a fare di uno storico della Filosofia un Filosofo (vero).

Mi sento anche un po' scemina nel dire queste ovvietà : è proprio come dire che anche il più maniacale degli storici della letteratura ...non sarà mai sol per questo un Poeta o un Narratore degno di nota...

Claudia K

Citazione di: Pio il 14 Aprile 2023, 20:13:07 PMLa cultura umanistica ha però la capacità di bucare il tempo. Leggiamo, studiamo e amiamo ancora Omero, mentre è sicuramente meno interessante, se non per studi storici specialistici, andarsi a leggere qualche trattato di medicina medievale, per esempio. 
:-\ A parte che non so quanti italiani <studiati>...amino...Omero (anche tra le vecchie generazioni), ma se vogliamo parlare di "bucare il tempo"...e che dovremmo dire, allora, del fatto che degli studi matematici di Euclide e di Pitagora viviamo a tutt'oggi (amandoli o meno) ?

Sul parallelo tra l'attrattiva dei poemi omerici e quella dei trattati di medicina medievali...in totale cordialità e rispettando i gusti di tutti...probabilmente è questione di gusti. In breve: a titolo personale (e da non medico) , ti assicuro, passerei leggiadramente notti insonni su un trattato di medicina medievale piuttosto che sull'Odisssea (che sarebbe inconciliabile con le notti insonni perchè sarebbe un magnifico sonnifero), tanto quanto mi è accaduto di provare emozione vera vera vera nello scovare all'Archivio di Stato gli atti originali di un processo per "stregoneria" risalente all'inquisizione e svoltosi nel territorio in cui vivo. 
(Ammetto però di essere effettivamente allergica a fantascienza e fantasy)

Citazione di: Pio il 14 Aprile 2023, 20:13:07 PMLa scuola italiana cerca di "indirizzare" gli studenti verso quelle materie a cui, a giudizio degli insegnanti, sono portati.
Scusa Pio, ma...dove e quando sarebbe accaduto o accadrebbe questo? 
Prendo la mia esperienza personale come parametro di milioni di altre, che furono e sono. 
Io ero brava alle medie, tanto nelle materie letterarie che in quelle scientifiche, e poi avevo la mia stra-passione che era l'arte, attenzione : perfettamente riconosciuta dal docente di Educazione Artistica. 
Uscii con il classico "ottimo", e indicazione per "qualunque tipo di ulteriore percorso formativo". 
Ma a casa mia la scelta era ridotta all'osso : O classico O scientifico, e tertium non datur. 
Sarebbe stato così anche se avessi avuto un QI da acefala! E l'ho visto accadere in non sai quanti casi di miei coetanei!
Tanto quanto ho visto persone dotatissime che sono finite nelle scuole "dove si impara un mestiere" per indolenza menefreghistica degli insegnati, perfidamente combinata con scarsi mezzi sia culturali che finanziari dei genitori? 

Citazione di: Pio il 14 Aprile 2023, 20:13:07 PMPeccato che a 14 anni non si è né capra né cavoli, prendendo così decisioni delle quali cii si pente.
Infatti. 
Le "decisioni" potrebbero comunque essere sbagliate, ma è abbastanza normale che vengano molto aiutate all'errore da insegnanti e famiglie... con l'eccesso di chi iscrive a classico il figlio zucca,  con la motivazione inamovibile "non s'è mai visto nella nostra famiglia qualcuno che non abbia seguito questo percorso",   e chi manda alle professionali il figlio iperdotato e di bella intelligenza...per la paura che si ritrovi senza un mestiere! 

Citazione di: Pio il 14 Aprile 2023, 20:13:07 PMNon credo che sia importante la quantità di ore di insegnamento di una certa materia, quanto la qualità dell'insegnamento fata dalla preparazione e dal talento personale dell'insegnante.
Io non facevo questione do "ore di insegnamento" . 
Constatavo che nei programmi ministeriali del classico...il mondo matematico fisico e anche la lingua straniera (vivente) subiscono il solo refresh delle medie inferiori e poi SCOMPAIONO. 

Citazione di: Pio il 14 Aprile 2023, 20:13:07 PMI ragazzi che escono dal classico sono mediamente più preparati perché la qualità del corpo docente del classico è mediamente più elevata che non in altri indirizzi. Almeno fino a poco tempo fa e sempre con le dovute eccezioni.
Apprezzo molto la frase che ho messo io in neretto. 
Il turn over del corpo docente era già attivissimo ai tempi del mio liceo...e pensa cosa possa essere oggi, col precariato istituzionalizzato!
(In ogni caso consideravo il turn over una ricchezza già da allora: non hai per tot anni l'unica voce del trombone in delirio di onniscienza che ti catechizza anche non volendo alla sua sola visione. Ottimo, direi.) 

Pio

In terza media fanno un test a crocette agli alunni che viene valutato dagli insegnanti. Poi c'è il colloquio con i/il genitore dove, sulla base del test e del rendimento scolastico, consigliano quale scuola superiore sia più adatta al ragazzo: licei, ist.tecnici , ist.professionali, altro (tipo Irigem). Così funzionava fino a pochi anni fa, verificato personalmente, adesso non so. La cultura umanistica addestra maggiormente allo spirito critico , di cui tantissimi ragazzi difettano, anche per carenze familiari in questo senso, che non la cultura scientifica.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Claudia K

#156
Citazione di: Pio il 15 Aprile 2023, 13:53:27 PMLa cultura umanistica addestra maggiormente allo spirito critico , di cui tantissimi ragazzi difettano, anche per carenze familiari in questo senso, che non la cultura scientifica.
Nessun dubbio su questo aspetto, e non è mai stato mio intento quello di istituire un qualche balzano <braccio di ferro> tra ramo umanistico e ramo scientifico della Conoscenza, che sempre UNA resta.

Ciò che mi interessava discutere era in primo luogo la artificiosità della settorializzazione della Conoscenza (visto che UNA è e resta); e in secondo luogo era analizzare come e fino a che punto l'ordinamento scolastico italiano continui a dormire su questa artificiosa settorializzazione...sfornando col classico, e da decenni e decenni, ragazzi che - dati i programmi ministeriali - potranno essere ottimi storici ed esegeti in ambito filosofico... fino alla storia della filosofia del diciannovesimo secolo.
Dopodichè...guarda caso...possono diventare Filosofi veri se e solo se proseguono il percorso formativo a livello uni-e-oltre in ambito matematico-fisico, così  colmando e addirittura surclassando il vuoto insanabile ministerialmente coltivato, nel percorso della Conoscenza, dal non avere i più basici strumenti di orientamento in ambito scientifico.

Ma non è che "lo dico io"!
Lo dice la storia della filosofia, che dalle origini vede i più grandi filosofi essere anche i più grandi matematici!
E lo dice anche il nostro tempo, nel FATTO di produrre eccellenze in ambito scientifico anche provenienti dal classico (libere poi di  esprimersi o meno sul piano filosofico)...mentre a Filosofia, da italiani, siamo a zero e porto zero e non da ora!

E' la scissione artificiosa della Conoscenza che è gia FILOSOFICAMENTE assurda, per me.
E che, già oggi  e peggio (o meglio, dipende dai punti di vista) sarà per ogni istante che passa, e che porta Iano e me e tanti a dire "di Filosofia mi beo quando ci si addentra l'uomo di scienza!" .
La storia della Filosofia NON è Filosofia, e non può formare Filosofi veri , se le menti sono deprivate sul nascere di un mondo e mezzo di Conoscenza (e pure illudendoli di essere "superiori" in questa mutilazione!) . Tanto quanto la storia della Letteratura, anche maniacalmente perseguita e coltivata, non forma Narratori e Poeti.

P.s. : personalmente non credo nelle virtù taumaturgiche di questo o quel ramo (artificioso) del Sapere. Anche il nazismo ha avuto i suoi teorici e scienziati...
Solo per dire che il corso di studi è immensamente importante, ma non "crea" l'indole, l'intelligenza, la sensibilità.
Può allenarle e svilupparle SE ci sono, ma certamente NON crearle dove natura non le pose...


Pio

Ci sono ormai pochi filosofi in senso globale, direi. Questo perché, in una società tecnoscientifica/scientista come la nostra, la filosofia viene considerata, dalla stragrande maggioranza come ormai obsoleta, inutile, soprattutto non produttiva di business, che è il motore di tutto.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Ipazia

La storia della filosofia è propedeutica al ragionare filosofico che è necessario per produrre filosofia. Anche la storia della scienza è importante per non mettersi a scoprire cose già scoperte mille anni fa. Ed è un povero artista chi non sia sia cimentato con la storia dell'arte. 

La conoscenza dei maestri del passato è importante in qualsiasi disciplina e le rinascite culturali si sono sempre ispirate a tale principio.

La cancel culture è una stupidaggine da persone ignoranti.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Claudia K

#159
Citazione di: Pio il 15 Aprile 2023, 15:43:33 PMCi sono ormai pochi filosofi in senso globale, direi. Questo perché, in una società tecnoscientifica/scientista come la nostra, la filosofia viene considerata, dalla stragrande maggioranza come ormai obsoleta, inutile, soprattutto non produttiva di business, che è il motore di tutto.
Partendo dallo "ormai"...tutto si gioca probabilmente sulla differenza tra Filosofo e...libero fantasista che si sente filosofo.
(Pensa che giorni fa ho sentito definire "vero filosofo", da qualche conduttore TV piuttosto qualificato, anche Franco Califano e Vasco Rossi... Li amo molto entrambi e non esito a definirli poeti, ma...mbè...proprio di filosofi non parlerei).

Per cui : i Filosofi veri sono le Menti Belle che NON nascono ogni giorno e che con i loro studi e scritti producono echi tali da poter significativamente ampliare o forgiare o sovvertire  la  visione di aspetti fondanti della  realtà (al pari dei veri Scienziati in ambito fisico).

Non trovo vero che il settore non produca business (solo pensando alla produzione di saggistica...ci sono testi che restano immortali nel mondo intero, e poi seminari, e scuole, ecc). E magari è proprio questa "idoneità al business"  a generare la pletora ingravescente di liberi fantasisti che si atteggiano a "filosofi".

Claudia K

Citazione di: Ipazia il 15 Aprile 2023, 16:10:39 PMLa storia della filosofia è propedeutica al ragionare filosofico che è necessario per produrre filosofia. Anche la storia della scienza è importante per non mettersi a scoprire cose già scoperte mille anni fa. Ed è un povero artista chi non sia sia cimentato con la storia dell'arte. 


E' quanto dicevo molto convintamente un po' sopra, al mio post n. 153. E che trovo lapalissiano. 

Citazione di: Ipazia il 15 Aprile 2023, 16:10:39 PMLa conoscenza dei maestri del passato è importante in qualsiasi disciplina e le rinascite culturali si sono sempre ispirate a tale principio.

Su quanto in neretto, invece, ho le più ampie riserve.
Non solo perchè mi risulta molto più concreto parlare di evoluzione della Conoscenza (in qualunque ambito) piuttosto che di sue "rinascite", ma anche e soprattutto perchè il mio concetto di fondo resta che anche la più perfetta conoscenza della storia di qualunque materia possa essere sufficiente a creare lo storico di quella materia, ma non affatto sufficiente a creare un Protagonista della materia studiata. 
Prendiamo l'esempio pop e da chiunque visualizzabile in un nanosecondo : a Vittorio Sgarbi si può contestare forse tutto, ma non di non essere un perfetto conoscitore della Storia dell'Arte. Ciò non ne fa assolutamente un Artista. 
 

Ipazia

La condizione è (quasi)necessaria, ma non sufficiente. Padroneggiare la storia della propria disciplina dovrebbe essere un piacere per chiunque. In filosofia è senz'altro così. Nessun filosofo si improvvisa senza una approfondita conoscenza storica della riflessione filosofica. Per questo la cultura umanistica è tanto importante. Perchè, a differenza della tecnoscienza, il livello di civiltà delle società umane regredisce con una facilità incredibile e la rinascita non è scontata. Non solo: la tecnoscienza produce giganti dalla testa di bambini. Dagli inconvenienti di tale sviluppo ci può salvare solo la cultura umanistica di cui la riflessione filosofica è il fulcro etico e motivazionale.

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Claudia K

#162
Citazione di: Ipazia il 15 Aprile 2023, 18:54:17 PMLa condizione è (quasi)necessaria, ma non sufficiente. Padroneggiare la storia della propria disciplina dovrebbe essere un piacere per chiunque. In filosofia è senz'altro così. Nessun filosofo si improvvisa senza una approfondita conoscenza storica della riflessione filosofica. Per questo la cultura umanistica è tanto importante. Perchè, a differenza della tecnoscienza, il livello di civiltà delle società umane regredisce con una facilità incredibile e la rinascita non è scontata. Non solo: la tecnoscienza produce giganti dalla testa di bambini. Dagli inconvenienti di tale sviluppo ci può salvare solo la cultura umanistica di cui la riflessione filosofica è il fulcro etico e motivazionale.
Pacifico.

Infatti (non so più in quale lingua dirlo, ma allo scientifico non ho studiato il greco antico, e non ne soffro affatto) lo scopo di questa discussione, in me che l'ho aperta, non è mai stato quello di istituire primati di sorta tra una branca del Sapere e l'altra.
 
Do per scontatissimo che la Conoscenza sia UNA dinanzi ad UNA <realtà assoluta>, e che le settorializzazioni possano essere tanto  funzionali quanto potenzialmente  fuorvianti.

E  infatti (mia opinione) fuorvianti si rivelano, generando miraggi potenzialmente tossici sed etiam frustranti, quando - come da ordinamento formativo italiano - da un lato illudono l'aspirante <umanista> del classico di avere "un passo in più" (dove sempre mi scatta in automatico il "de che?") mentre lo privano di ogni bussola circa quel comparto che potrebbe renderlo Filosofo vero  del terzo millennio, e che infatti recupera solo quando E SE prosegue la formazione accademica in facoltà <tecnoscientifiche> (e qui oblìamo generosamente il fatto che nove decimi degli iscritti al liceo classico erano e sono quelli che, come me, in famiglia avevano il range di scelta tra solo classico e scientifico, optando per il classico quando il feeling con matematica e scienze era già risultato assai problematico alle medie inferiori) , e dall'altro lato aprono porte e portoni degli istituti professionali a 14enni di mente elastica e fertile...solo "colpevoli" di avere una famiglia non abbiente e/o candidamente ignorante.

Semplice semplice, volendo : la storia del Sapere (che UNO è e resta) è essenziale SEMPRE.
Ma è un ossimoro assoluto, a mio vedere, che possa illudersi del famigerato "passo in più" (de che?, sempre) l'aspirante filosofo che ignori praticamente TUTTO (da programma ministeriale) di un mondo intero del Sapere!

Ancora più semplice: se lo studente del classico aspirasse a fare il "dantista", o lo storico della letteratura e anche della filosofia fino al XIX secolo...farebbe senza dubbio la scelta giusta, iscrivendosi al classico.
Se , invece, vuol fare il Filosofo (vero)...gli manca purtroppo tanto e troppo, nel terzo millennio.
Quel tanto e troppo che recupera alla grandissima quando prosegue la formazione in ambito tecnoscientifico, e che non recupererà mai facendo fantasy e ideologie spacciate per <verità superiori> e solo dispotico-irrazionali che...già dalla supponenza del tono dichiarano  tutti i limiti delle pure astrazioni, e attestano la anti-Filosoficità essenziale del supponente che se ne fa latore (persino apparentemente fiero).

P.s. circa le condizioni necessarie ma non sufficienti : sarà da precisare anche un'altra   ovvietà totale, e cioè che ...il Filosofo, come l'Artista, come il Poeta, come lo Scienziato (veri)...abbiano come condicio sine qua non una Bella Mente, che NON è da tutti e di tutti, malgrado titoli e "studi matti e disperatissimi" ?

Ipazia

#163
Non so che liceo scientifico tu abbia fatto, ma avendo studiato filosofia, come mio primo impatto sistematico, nel manuale "marxista" del Geymonat per licei scientifici, la storia della scienza era ben presente e andava di pari passo, intrecciandosi con la riflessione filosofica. (Non credo che il corrispettivo manuale per licei classici fosse molto diverso nei contenuti, forse solo un po' di greco e latino in lingua originale in più). Quel modello pedagogico e formativo resta insuperato anche oggi. E' il vaccino umanistico contro il transumanesimo, omologante verso l'automa, delle attuali madrase ultraliberiste con crocette invalsi.





pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

daniele22

Buongiorno, da buon ignorante sedicente filosofo e pure copernicano inoltro questa mia lettera ai tolemaici di questo forum ... in effetti non so quanti di voi lo siano. Disse a suo tempo Kobayashi: L'oracolo di Delfi nella sua versione estesa dice "Conosci te stesso e conoscerai te stesso e Dio". Eutidemo disse in quel frangente che pure sant'Agostino riprese il concetto formulandolo con: "Noli foras ire, in te ipsum redi; in interiore homine habitat veritas!". Se però uno ricerca nella rete trova spesso questo enunciato dimezzato nel semplice "Conosci te stesso" e trova spesso come interpretazione un monito a considerare la propria limitatezza rispetto agli Dei. Vi dirò quindi che a mio avviso ci sarebbe senza dubbio una contraddizione, madre quest'ultima di qualsiasi buona ricerca, e origine infine, in senso esteso, del Polemos di memoria eraclitea. E' senz'altro vero che noi siamo limitati dalla potenza della natura, ma se applicando il "conosci te stesso" conoscerò gli Dei oppure in alternativa la verità agostiniana, cosa dovrei infine comprendere?
Signori miei, so di non esservi simpatico ... ovvio, sto cercando di togliervi la sedia da sotto il sedere, anzi, per come la vedo io ve l'ho gia tolta, ma non lo comprendete ancora. Voi dite infatti che il filosofo dovrebbe sapere sia di materie umanistiche che di scienza. Io invece dissi che pure un pastore di pecore può essere un filosofo. La differenza la fa tutta che il pastore di pecore non deve stare nell'agorà come invece dovrebbe farlo il filosofo, il quale si troverebbe quindi a rintuzzare, oggi specialmente, i sofismi filosofici degli scienziati. Comunque io insisto in senso copernicano: voi pensate che la speculazione sul mondo produca la conoscenza, ed è questo l'errore ... il verso!! Appunto: la direzione è giusta, corrispondendo questa alla ricerca della conoscenza, e i risultati senza dubbio ci sono, ma il verso è sbagliato in quanto la conoscenza, quella che produrrebbe la conoscenza degli Dei o della verità si ottiene cercando dentro di sé. Cioè, cercando dentro di sé tutta la verità possibile del nostro rapportarci con l'altro otterremmo la più alta comprensione di noi stessi e dell'altro, intendendo l'altro come ogni singolo atomo, pietra, fiore, uomo o donna che sia di questo universo. Comprenderemmo cioè il funzionamento del mondo. Un saluto

Discussioni simili (5)