La trappola della ricerca della felicità.

Aperto da daniele75, 29 Ottobre 2019, 11:16:44 AM

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daniele75

come ogni esperienza positiva che suscita gioia e felicità ha una intensità molto alta ma molto breve, e spinge l'individuo a ricercarla frequentemente, 

allo stesso modo un'esperienza negativa nel nostro circuito emozionale ha una frequenza di bassa intensità ma molto lunga, che rimane nella memoria così da preservarci da future ricadute nell'ansia o nella depressione.
Ecco il meccanismo trappola della ricompensa.

Quindi si deduce che lo stress e l'ansia aumentano la ricerca della ricompensa, la calma al contrario riduce il meccanismo, si cerca di meno.

Se questo meccanismo crea stati depressivi, meglio curarli, che ricorrere a sostanze o diventare compulsivi.

La mente memorizza ogni situazione piacevole e la richiama per riprovare l'emozione. Questo meccanismo può portare alla dipendenza.

Il segreto è conoscere il meccanismo e mantenere la calma, la calma da serenità. E si è meno compulsivi.

Dipendenza senza sostanza smartphone.

Col passare del tempo, la dopamina viene rilasciata all'inizio immediatamente, poi via via sempre più tardi, provocando la necessità di "dosi" sempre maggiori motivando l'utente, creando la necessità e l'urgenza di agire, di guardare e utilizzare il cellulare sempre più frequentemente per ottenere la stessa risposta cerebrale. Si innesca un atteggiamento compulsivo verso il controllo continuo del telefono, del computer, delle mail, dei messaggi che devono essere sempre visibili e a disposizione. La sospensione dell'utilizzo compulsivo può generare ansia e depressione.

Questo meccanismo genera compulsiva e uno squilibrio cognitivo, scarso controllo degli impulsi.

La ricompensa può essere anche variabile, con più stimoli, come i social, dove hai diverse opportunità di interagire e ricevere diverse scariche di dopamina.

Le dipendenze una volta installate, provocano assuefazione. Una volta disintossicati, bisogna rieducare il cervello a cercare la dopamina in modo sano. Bisogna in oltre ricordare che il cervello non dimentica le sensazioni provare, quindi un ex alcolista, deve stare alla larga dall'alcol e accontentarsi della realtà. Perché dico accontentarsi, perché la mente paragona gli stimoli in base alla dopamina ricevuta  quindi paragona ogni esperienza all'alcol, con il tempo si attenua, basta non stimolare la memoria assumendo la sostanza.

Il marketing conosce alla perfezione il circuito di ricompensa e sa come generare desideri, e attirarci all'acquisto, oppure renderci dipendenti di giochi o servizi.

Il giusto metodo per non cadere nell'inganno è allenare la mente razionale a cercare il piacere in modo sano, stando nel giusto mezzo. Praticare la calma, il vivere lento. L'inconscio purtroppo non ha un limite alla ricerca del piacere e della novità, quindi cercherà di convincerci a ricercare ricompense tramite la produzione di chimici che ci rendono ansiosi e frustrati. Usare dei calmanti naturali limita le pulsioni, distrarsi, meditare.

Il meccanismo della ricompensa ha fatto evolvere e sopravvivere l'umanità, ma se non compreso e razionalizzato può portare alla distruzione.

L'ideale è non usare mai droghe e limitare tutto quello che crea dipendenza, come i social, giochi, shopping etc etc.

Il giusto mezzo è la via, ovviamente sacrificando un po' di felicità.

stelle dell'auriga

Citazione di: daniele75 il 29 Ottobre 2019, 11:16:44 AM
Dipendenza senza sostanza smartphone.

Col passare del tempo, la dopamina viene rilasciata all'inizio immediatamente, poi via via sempre più tardi, provocando la necessità di "dosi" sempre maggiori motivando l'utente, creando la necessità e l'urgenza di agire, di guardare e utilizzare il cellulare sempre più frequentemente per ottenere la stessa risposta cerebrale. Si innesca un atteggiamento compulsivo verso il controllo continuo del telefono, del computer, delle mail, dei messaggi che devono essere sempre visibili e a disposizione. La sospensione dell'utilizzo compulsivo può generare ansia e depressione.

Questo meccanismo genera compulsiva e uno squilibrio cognitivo, scarso controllo degli impulsi.
La ricompensa può essere anche variabile, con più stimoli, come i social, dove hai diverse opportunità di interagire e ricevere diverse scariche di dopamina.

Le dipendenze una volta installate, provocano assuefazione. Una volta disintossicati, bisogna rieducare il cervello a cercare la dopamina in modo sano. Bisogna in oltre ricordare che il cervello non dimentica le sensazioni provare, quindi un ex alcolista, deve stare alla larga dall'alcol e accontentarsi della realtà. Perché dico accontentarsi, perché la mente paragona gli stimoli in base alla dopamina ricevuta  quindi paragona ogni esperienza all'alcol, con il tempo si attenua, basta non stimolare la memoria assumendo la sostanza.

Il marketing conosce alla perfezione il circuito di ricompensa e sa come generare desideri, e attirarci all'acquisto, oppure renderci dipendenti di giochi o servizi.
Tutto molto vero e condivisibile, ma ai ragazzi tutta questa consapevolezza sfugge, e probabilmente anche se ne avessero un pò di più di "grano salis", agirebbero lo stesso in questo modo, lo smartphone con i vari social del momento è entrato, volente o nolente, nel nostro quotidiano, ed è fonte di ansia se non si ricevono i famosi mi piace a cuoricini...per chi comprende il meccanismo riesce a non farsi usare, ma appunto per i giovani, adolescenti ( ma non solo  ;D ) è difficile mantenere il sano distacco.

Tutto molto vero e condivisibile, ma ai ragazzi tutta questa consapevolezza sfugge, e probabilmente anche se ne avessero un pò di più di "grano salis", agirebbero lo stesso in questo modo, lo smartphone con i vari social del momento è entrato, volente o nolente, nel nostro quotidiano, ed è fonte di ansia se non si ricevono i famosi mi piace a cuoricini...per chi comprende il meccanismo riesce a non farsi usare, ma appunto per i giovani, adolescenti ( ma non solo  ;D ) è difficile mantenere il sano distacco.

Per il resto hai davvero fatto un' ottima analisi, anche per me è naturale ricercare gioia e felicità, è insito nella natura umana, bisogna vedere quale felicità o stato appagante si ricerca e come lo si ricerca.

stelle dell'auriga

Citazione di: daniele75 il 29 Ottobre 2019, 18:04:28 PM
Grazie :D

:D 
 Se posso permettermi una riflessione: ho constatato come la felicità si provi molto da piccoli, forse perchè si vive molto il momento presente, e la mente non produce tutti i pensieri intrusivi e inquinanti dell' età adulta, quando si è piccoli si sperimenta molto il gioco con le caratteristiche di sentirsi liberi, spensierati e fantasiosi, quando si è presi dal gioco e ci si diverte, la realtà circostante e il tempo non si percepiscono.

Da adulti queste sensazioni si provano molto quando si crea.  :)

daniele75

Direi di sì. Creare è vivere il presente. L'artista si immerge nella sua opera. Capita anche a me quando suono o disegno

Hlodowig

#4
Direi di no.

Qualche tempo fa (forse circa un mese fa) ero in balcone con un mio parente, vi erano delle teche-vaso lungo il corrimano, molte piantine (in famiglia si ha il pollice verde) e fiori.

Io e il parente si discuteva di umanità, politica e storia.

Tutto ad un tratto si posa sul polpastrello dell' indice della mano sinistra, una formica, ma non una qualsiasi, una regina.

Ora, non mi metto a discutere se quello fosse stato solo un momento fortuito, una coincidenza, il destino, ecc.

So solo che tra tutti quei vasi, tutte quelle piante e tutti quei fiori (compreso l' intero corrimano del balcone, un grande balcone), quella formica si venne a posare proprio sul polpastrello (ero con il braccio appoggiato sul corrimano e con il palmo della mano leggermente rivolto all' insu').

Vi era anche una seconda regina li vicino, ma poggiata sul corrimano, poteva essere un metro, un metro e mezzo dalla mia posizione.

In quel momento mi dissociai quasi istantaneamente dal discorso, dal parente e dal luogo, ero io, la formica e l' intero universo e quello che voi chiamate tempo, non esisteva.

Neanche il presente.

Stesse sensazioni che provavo quando ero un bambino di due anni, perché si, ancora ho ricordi di allora.

Perché è una sensazione ed insieme una percezione che trascende quella che voi chiamate felicità e non è neanche la serenità o la spensieratezza, ma qualcosa di più profondo, di più vasto.

Probabilmente, i vostri figli, quando ancora in tenera età, quando ancora dei piccoli saggi, vi avranno fatto molto riflettere, con le loro domande e le loro risposte, di quelle che smontano e lascia allibiti anche chi si nasconde dietro la roccaforte del sapere.

Grazie ✋


daniele75

Bellissimo esempio. Io ho avuto la stessa esperienza in montagna in meditazione.
Una lucertola mi fissò per diversi minuti, io uguale, e per un attimo ero un tutt'uno con il creato, pochi attimi però, assenza di pensiero.

Sariputra

C'è un'enorme libertà nel 'vedere' senza la presenza dell'ospite ingombrante, il pensiero che giudica e de-finisce: quando si arresta ciò che è stato artificialmente creato dalla mente , anche solo per un attimo.  La divisione fra chi vede e ciò che è visto, fra chi conosce e ciò che è conosciuto, così come ogni reazione, creano distorsioni della realtà.
In tale chiarezza di vedere c'è solamente semplice vedere. Nella fine di ogni distorsione e limitazione risiede quella libertà che è armonia di essere in contatto con la realtà.

Consiglio, per chi fosse interessato, la lettura del bel libro di Christina Feldman "Vedere" (Ubaldini editore).
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

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