La natura umana tende all'odio o all'amore?

Aperto da Socrate78, 05 Settembre 2018, 15:00:06 PM

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Socrate78

Secondo voi l'uomo, in generale, è più predisposto ad amare (in senso generico) o ad odiare e disprezzare? A me sembra che l'odio e il disprezzo abbiano più peso e influenza di quanto la gente sia disposta ad ammettere. L'odio che l'uomo prova sembra spesso essere incondizionato, mentre l'amore difficilmente o quasi mai lo è. Ci sono sempre dei "SE" che inquinano l'amore e lo limitano. In effetti, se ci si pensa, è costume diffuso giudicare in modo anche impietoso chi si comporta senza seguire i criteri etici comuni, e di conseguenza ad odiare chi non risponde ai nostri concetti di giusto e sbagliato, difficilmente si giunge a perdonare chi ci ha fatto veramente del male, al limite si giunge a raffreddare il risentimento, ma il vero perdono è raro. Ci sono genitori che non riescono più a provare affetto per i loro figli perché hanno commesso errori più o meno gravi, ma per questo vengono rifiutati senza possibilità di appello; oppure, al contrario, accade che un figlio odi suo padre per colpe che esso ha effettivamente commesso, ma anche qui non gli viene data nessuna possibilità di riscattarsi. L'amore invece, come ho detto sopra, è spesso condizionato da altri fattori e difficilmente è genuino: ad esempio ci sono coppie che si separano solo perché la relazione non era più appagante come prima e il partner diventa ai loro occhi noioso, io dico che l'amore in questi casi NON c'è mai stato, era solo ricerca egoistica del proprio piacere. Vi sono genitori che sono affettuosi anche eccessivamente sino a che il figlio non delude le aspettative, quando accade ecco che iniziano a giudicarlo, a etichettarlo, persino a umiliarlo rilevando come essi amassero solo il loro EGO.
Concludo dicendo che mentre per l'uomo è facile odiare, l'amore invece è solo il frutto di un faticoso cammino ed è difficile da dimostrare o da mantenere.

Jacopus

#1
L'uomo tende molto di piu' all'amore che all'odio per motivi biologici. L'odio non aiuta il processo riproduttivo. L'odio e' anche per certi aspetti una patologia dell'uomo, collegata alla rabbia che puo' discendere da molti motivi legati alla biografia e che hanno spesso una funzione proiettiva: scaricare sull'oggetto odiato le proprie parti non funzionanti.
Piu' che contrapposizione odio-amore ha piu' senso parlare della dicotomia altruismo-egoismo, o collettivismo-individualismo, dicotomie che non richiamano situazioni patologiche (anche l'amore non e' del tutto sano nelle sue manifestazioni estreme).
Come ho gia' sostenuto altrove l'uomo ha delle capacita' collaborative molto evidenti, senza le quali non ci saremmo dotati di una societa' cosi' confortevole. L'unione armonica in un sistema permette cose che il singolo non puo' raggiungere. D'altro canto il singolo ha  bisogno di autonomia, di affermazione e di identificazione, bisogni che il gruppo puo' soffocare.
Le varie societa' storiche sono piu' o meno sbilanciate nel senso dell'individualismo (usa, italia) o del collettivismo (germania, giappone). La cultura dominante tende sempre a rafforzare una particolare versione di questa dicotomia, che puo' effettivamente condizionare e modificare parzialmente il nostro patrimonio genetico da primati sociali.
Ma finora siamo sempre riusciti a bilanciare queste due spinte contrapposte, ne' demoni, ne' angeli.
Questo e' il modello standard. Nella storia del singolo e generale esistono pero' potenziali circostanze  che patologizzano i soggetti e le societa', come i traumi per i singoli e le guerre per le societa'. Possono cosi vivere fra di noi soggetti privi di empatia, individualisti puri e senza scrupoli cosi come soggetti colmi d'odio e pronti a scatenare la loro rabbia in vari tipi di azione. Anche la bonta' assoluta e' insana perche' mette in pericolo la vita del singolo, ma l'altruismo inevitabilmente e' idealizzato e considerato un tipo di patologia non solo innocuo ma da esaltare e glorificare.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Socrate78

#2
Quindi secondo te tutte le persone che hanno praticato amore incondizionato sino a dare la propria vita per gli altri rimanendo vittima di rischi o addirittura rimettendoci la vita erano malate visto che parli di situazioni patologiche? Secondo me i concetti di sano e malato di cui tu parli sono assai discutibili e ingabbiano l'esistenza, sono appunto una gabbia che limita l'individualità della persona, e si basano comunque su questo presupposto: "La morte è il peggiore dei mali, rimanere in vita il bene più grande", non è per nulla dimostrato che una cosa del genere sia vera.

Jacopus

Sono situazioni al di fuori della norma. Ma mentre chi odia o chi e' egoista distrugge gli altri e quindi non puo' essere giustificato, chi distrugge se' stesso per gli altri compie un atto nobile per quanto non giustificato biologicamente.
Potrei correggere la precedente massima in: ne' demoni ne' santi nella vita quotidiana ma angeli e demoni straordinariamente anche fra di noi.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

bobmax

Sono dell'idea che l'autentico amore sia pressoché impossibile.

Perché la nostra realtà è caratterizzata dal molteplice ed è soggetta al divenire.

Il puro amore può risiedere solo nell'Uno.

Tuttavia la vita riserva svariate occasioni per provare ad amare. Essere figlio, padre, amico, partner,... sono solo alcune di queste occasioni.
Che possiamo cogliere oppure no.

In ballo vi è l'Essere.
Perché l'alternativa è solo tra essere o non essere.

Più amiamo e più siamo, se invece odiamo: non siamo.

Poiché non sono in grado di decidere di amare, ma amo o non amo, l'unica mia possibilità è di cercare di distaccarmi dal mio ego.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

acquario69

Citazione di: bobmax il 05 Settembre 2018, 22:19:00 PM
Sono dell'idea che l'autentico amore sia pressoché impossibile.

Perché la nostra realtà è caratterizzata dal molteplice ed è soggetta al divenire.

Il puro amore può risiedere solo nell'Uno.

Tuttavia la vita riserva svariate occasioni per provare ad amare. Essere figlio, padre, amico, partner,... sono solo alcune di queste occasioni.
Che possiamo cogliere oppure no.

In ballo vi è l'Essere.
Perché l'alternativa è solo tra essere o non essere.

Più amiamo e più siamo, se invece odiamo: non siamo.

Poiché non sono in grado di decidere di amare, ma amo o non amo, l'unica mia possibilità è di cercare di distaccarmi dal mio ego.

Lo penso anch'io....secondo me si può aggiungere un seguito alla tua riflessione e cioè' che più la nostra realtà e' caratterizzata dal molteplice (intesa sopratutto anche come tendenza -verso la materia e in una parola che lo sintetizza,verso il basso-)
E più viene confermato quanto dici.

Il puro amore che risiede nell'Uno infatti e' nella direzione opposta (-verso la Spirito,tendenza verso l'alto-) 
Dunque dipende dal tipo di tendenza (e questo vale sia per il singolo ma anche per la specie)...più ci avviciniamo all'Uno e meno conflitti vi saranno, mentre più ce ne allontaniamo e questi non faranno altro che moltiplicarsi, odio e incomprensioni comprese.

infatti l'Uno essendo appunto uno non può logicamente opporsi a nulla

anthonyi

La predisposizione naturale dell'uomo è all'amore. L'amore costruisce una relazione sociale a partire da quella con la mamma. Dopo che l'amore ha costruito allora c'è spazio per l'odio teso a distruggere le parti della relazione sociale, e quindi della società, più problematiche. L'odio, quindi, nasce per conservare ciò che l'amore ha prodotto, anche se spesso travalica questo compito.
Credo che il detto "L'amore non è bello, se non è litigarello", sia espressivo proprio di questo complicato equilibrio, che esprime la necessità di un dialogo tra odio e amore.
Un saluto.

InVerno

Quante risposte corrette possono essere date a una domanda il cui oggetto è un ossimoro (natura umana)? Zero e infinite :)
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

viator

#8
Salve. Luce e buio. Bene e male. Amore ed odio. In queste tre contraddizioni (e di numerosissime altre) risulta vero, attuale ed operante solo il primo dei due termini. Il secondo esprime unicamente la mancanza, la carenza, l'imperfezione del primo.

L'amore, ben prima ed al di là dell'ambito umano a noi tanto caro, deve essere definito come "LA PULSIONE A COMPRENDERE O A VENIR COMPRESI DA QUALCUNO O DA QUALCOSA".

Per COMPRENDERE si intende soprattutto L'INCLUDERE (poi solo in modo derivato il CAPIRE). Per VENIR COMPRESI, ovviamente, il reciproco.

Perciò a livello di universale genericità l'amore non è altro che la tendenza, la pulsione di ogni cosa ed essere a fondersi con l'UNICITA' e quindi l'ASSOLUTEZZA del TUTTO.

Ciò produce quindi la complessiva dinamica dell'intero mondo, la quale si realizza attraverso la riproduzione (il rimescolamento di materia ed energia producente sempre nuove forme dei medesimi contenuti...........sino alle manifestazioni riproduttive della vita) che garantisca appunto la sopravvivenza sia del mondo fisico che di quello "animato" che - infine - dello stesso mondo psichico ospitato da ciascuno di noi.

Infatti in mancanza (insufficienza - vedi l'odio) di amore la psiche - e non soltanto i corpi - non può che morire.

E questo è semplicemente anche il significato del mio motto di utente. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Socrate78

#9
La pulsione ad includere non è affatto sempre positiva, perché porta ad essere influenzati appunto anche dal male, ad esempio io posso non voler affatto includere in me la cattiveria, l'invidia, la rabbia, la perversione che può capitare di riscontrare in altri soggetti, quindi in nome della crescita nel bene tali cose non dovrebbero essere per nulla oggetto di inclusione. O no? Inoltre l'evoluzione mentale non ci porta affatto alla fusione, ma semmai alla separazione, infatti ogni persona si percepisce come un IO separato dagli altri: ma non è detto che sia un male, perché se fossimo davvero in uno stato di fusione simbiotica saremmo solo in un caos di sensazioni senza nemmeno la possibilità di stabilire a CHI tutto questo appartiene. E ciò mi sembra un enorme male, almeno dal mio punto di vista.

paul11

#10
Penso che l'odio faccia parte dell'amore, dove la tendenza alla procreazione e alla socializzazione ci spinge più verso l'amore.
L'odio nasce da uno stato di amore negato.Vorremmo,,,,,ma non possiamo. L'indifferenza è lo stato neutro.
Direi quindi che siano eros e thanatos,così come attrazione e repulsione, il verso a cui spinge la vita.
Così come penso che il sentimento, o comunque lo stato emotivo contrario all'amore serva a temprare l'amore, come forma di difesa, di sopravvivenza. L'amore implica fiducia per attrazione, l'odio è sfiducia ma ancora con attrazione.
E' altrettanto vero, come è già stato scritto, che tanto più gli esseri viventi, in questo caso l'uomo, il rapporto amore/odio come nostro stato interiore sia una dinamica di equilibri in funzione del proprio carattere e personalità.
Ritengo comunque che l'amore sia la regola non solo dell'uomo, ma della natura, intesa come contatto di un insetto impollinatore, di una brezza che porta il polline della vita, di un sentimento umano che apre verso una relazione in cerca di una fiducia.

Phil

Effettivamente, come osservato da InVerno, è una domanda un po' sdrucciolevole... forse, più che "amore", la natura conosce (e fornisce) l'attrazione per qualcosa che si vuole conservare (ciò che è oggetto d'amore ci attrae a sé per goderne e non vogliamo averne mancanza), e, più che "odio", l'attrazione per qualcosa che si vuole eliminare (ciò che è oggetto di odio ci attrae a sé per essere annientato, eliminato o annichilito).
Sono comunque due tipi d'attrazione (concordo con paul11), conservativa e distruttiva, entrambe funzionali alla preservazione della vita: tutelare ciò che utile, rimuovere ciò che è dannoso.

acquario69

Citazione di: Socrate78 il 06 Settembre 2018, 18:02:34 PM
La pulsione ad includere non è affatto sempre positiva, perché porta ad essere influenzati appunto anche dal male, ad esempio io posso non voler affatto includere in me la cattiveria, l'invidia, la rabbia, la perversione che può capitare di riscontrare in altri soggetti, quindi in nome della crescita nel bene tali cose non dovrebbero essere per nulla oggetto di inclusione. O no? Inoltre l'evoluzione mentale non ci porta affatto alla fusione, ma semmai alla separazione, infatti ogni persona si percepisce come un IO separato dagli altri: ma non è detto che sia un male, perché se fossimo davvero in uno stato di fusione simbiotica saremmo solo in un caos di sensazioni senza nemmeno la possibilità di stabilire a CHI tutto questo appartiene. E ciò mi sembra un enorme male, almeno dal mio punto di vista.

Corretta osservazione.
un conto e' l'inclusione senza operare alcuna distinzione
un altro e' la distinzione ma senza separazione..che può sembrare un ossimoro ma non lo e'

Infatti distinguere non significa affatto separare..la distinzione indica soltanto che non esiste e non può esistere cosa o persona che sia uguale all'altra...sarebbe in altri termini un "unione organica" o qualitativa, dove ogni diversa parte e' in funzione del Tutto

Mentre la separazione avviene proprio quando si vogliono eliminare le differenze poiche verrebbero a perdersi le qualità (specifiche di ognuna delle parti) che si sostituirebbero alla quantità ..uniforme e indistinta (alla massa per fare l'esempio più indicativo ed anche attuale) e la quantità (come lo e' ad esempio citato la massa) e' al massimo grado di separativita,nonostante la sua ingannevolissima e parodistica apparenza,poiche come dicevo prima verrebbero eliminate le funzioni specifiche e qualitative, queste solo essenziali e realmente unitarie

nello stesso senso era quanto giustamente affermava Meister Eckhart dicendo; "fusi ma non confusi"

anthonyi

Citazione di: viator il 06 Settembre 2018, 17:39:52 PM
Salve. Luce e buio. Bene e male. Amore ed odio. In queste tre contraddizioni (e di numerosissime altre) risulta vero, attuale ed operante solo il primo dei due termini. Il secondo esprime unicamente la mancanza, la carenza, l'imperfezione del primo.


Ciao viator, non mi pare che la tua equivalenza sia corretta, la luce è assenza di buio, sul fatto che il male sia solo assenza di bene si potrebbe discutere, ma l'assenza di amore può essere indifferenza o magari un'altra pulsione come l'istinto di possesso. L'odio ha una sua struttura ben precisa ed è desiderio che l'altro soffra o perisca.
Un saluto.

viator

Salve. Per Anthony. Capisco (credo) la tua interpretazione che è di tipo immediato e riferito appunto alla immediatezza dei comportamenti e dei modi di sentire umani. Dal mio punto di vista l'Amore fa parte dei massimi sistemi e non certo dei minimi ed umani ambiti, i quali ne rappresentano solo gli aspetti particolari e circoscritti.

Perciò io ho cercato di trattare del ruolo filosofico, concettuale e cosmico di una dimensione esistenziale così importante.
Tu invece mi hai richiamato ad uno o più degli aspetti esistenziali includibili nelle vicende personali di chiunque.

L'amore - anche restando nel limitato ambito umano - ho già detto che è la pulsione ad includere (essere inclusi) e/o a capire (essere capiti).

L'incapacità di provare amore (la quale include quindi la capacità di odiare) non è altro che l'incapacità di capire a fondo.

Se qualcuno si trovasse a poter capire tutto ciò che incontra, ti assicuro che non potrebbe fare a meno di amare tutto ciò che incontra.

Amorevoli saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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