La mia voglia di libertà

Aperto da MeStesso_94, 31 Gennaio 2018, 16:52:27 PM

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MeStesso_94

Sono un ragazzo di 23 anni, vivo in una grande città. Fin da piccolo sono sempre stato trattato come se fossi "in una campana di vetro" da mia madre....troppo protetto fino a sentirmi a disagio nella società...
Sempre messo a un angoletto, preso in giro a scuola e in generale...pensai a volte al suicidio..
Come se non bastasse nell'anno che ho compiuto 15 anni, mia zia e' morta, i miei si sono separati, mio nonno e' morto e mia madre mi ha abbandonato dall'oggi al domani e sono rimasto con mio padre.
Lui e' un uomo di personalità molto forte con un passato di strada....mi aiuto' cosi tanto quasi da farmi un lavaggio del cervello, mi aiuto' ad uscire dalla mia depressione, mi ripresi e improvvisamente cambiai comprendendo veramente il valore del rispetto, la dignità e l'orgoglio, cose che fino ad allora non avevo mai avuto ne' preteso dagli altri per me stesso. Cambiai, diventai duro, cattivo, violento...ma acquisii rispetto dagli altri, orgoglio da me stesso ed ero soddisfatto di me stesso...
Quando compii 18 anni volli provare a recuperare il rapporto perso con mia madre....sembrava pentita e ho cercato di chiudere un occhio su tutto ciò che mi aveva fatto...
Nel frattempo ero triste...la presenza di mia madre, che recitava la sua parte di figura angelica, madre perfetta, mi fece comprendere la differenza tra lei e mio padre...
Mio padre mi faceva vivere un po trasandato, non potevo invitare nessuno perché la casa era sporca etc... e guardando l'altro lato del nostro rapporto, quando io cercai la mia indipendenza o costruirmi la mia personalità lui mi tarpava le ali. E' molto abile con le parole, a manipolare le persone, è una persona che vuole sempre avere ragione etc.
Nel frattempo, il rapporto con mia madre si stava consolidando e la sua presenza, le sue parole, i suoi pensieri mi convinsero inconsciamente e anche perché io vivevo una situazione di disagio con mio padre, mi convinsero a cambiare la mia vita e iniziai ad allontanare mio padre e mi attaccai sempre più a mia madre.
La mia situazione sociale continuava allo stesso modo – niente amici né una ragazza ecc...
Mi chiusi sempre di più in me stesso ma questa volta non mi sentivo depresso, bensì è come se accettai dentro di me la mia situazione e con il passare del tempo mi abituai a questa mia situazione.
Appena finito il liceo, stanco di tutto e tutti, mi trasferii all'estero. Avendo contatto diretto con gli altri e dovendo forzatamente riuscire a badare a me stesso (nessuno lo avrebbe fatto al posto mio) mi resi conto delle mie potenzialità come persona, iniziai a sentirmi "normale" e il parlare con gli altri, il confrontarmi con gli altri, mi aiutò ad avere più fiducia in me stesso.
Mi piaceva l'idea di stare da solo e badare a me stesso e stranamente, a differenza forse della maggior parte delle persone, non sentivo affatto la mancanza di amici o una ragazza. Sentivo il desidero di innalzare semplicemente me stesso come persona. Dopo circa sei mesi tornai in Italia sempre a casa di mio padre.... La situazione non era cambiata tra noi, però lui iniziò a instaurare una relazione con una ragazza cubana.... Iniziò a farmi un discorso dicendo che le avrebbe fatto il biglietto aereo per invitarla a stare a casa e tutto questo lo stava facendo per colpa mia perché lui si sentiva solo, dicendo che lui viveva per me mentre io lo abbandonai andandomene all'estero..
Io gli rispondevo continuamente che volevo la mia indipendenza e non accettavo il fatto che lui mi aveva detto sempre che io ero un buono a nulla, non capace a fare nessun lavoro, nulla di nulla, come se fossi il più incapace del mondo. Gli dissi che mi aspettavo un po' di approvazione da lui, una parola di conforto, un "bravo" per il coraggio che avevo avuto a 19 anni di andare all'avventura e rivoltare la mia vita in positivo. Nulla di tutto questo accadde...mai.
Lui e questa ragazza si conobbero .... la relazione continuava...
Nel frattempo il rapporto consolidato tra me e mia madre lo rendeva geloso, fino al punto di dirmi che io gli remavo contro e che era meglio se me ne andavo, che non mi voleva più, che questa ragazza gli dava più affetto di me o che il nostro cane gli stava più accanto di quanto facessi io. Io cercavo di resistere pensando fosse solo la sua gelosia ma mia madre mi mise sull'attenti dicendo che se avessi continuato a stare in quella casa la mia vita si sarebbe appiattita. Ero nervoso, stavo male di nuovo depresso, senza lavorare...fino al punto che decisi di trasferirmi di nuovo e questa volta andai in Irlanda. Stesso procedimento, stesse esperienze e di nuovo dopo 6 mesi ritorno a casa.
Nel frattempo decisi di trasferirmi definitivamente con mia madre. Questa mia scelta scaturì una conseguenza: mio padre e la ragazza si sposarono.
Non mi dissero nulla, tutto di nascosto...lo seppi da terze persone. Lui alla fine mi disse che mi doveva ringraziare dato che se io non fossi tornato con mia madre, lui non si sarebbe mai sposato. Si sentì di nuovo abbandonato da me e così solo che fece la scelta di sposarsi con questa ragazza. Almeno era una compagnia e che lei a differenza mia, non lo aveva mai abbandonato. Questo è ciò che mi disse.
Dopo pochi mesi, lei era incinta. Lui nel frattempo mi disse che avrebbero avuto un figlio e che sicuramente questo figlio che doveva arrivare sarebbe stato migliore di me. In fondo, ci voleva molto poco a essere meglio di me. Queste furono le sue parole precise che mi disse una sera, a freddo.
Decisi di non cercarlo più e iniziai a cercare lavoro, per la prima volta in Italia. Trovai immediatamente lavoro, anche senza esperienza, nella mia città, a Roma. E' logico che nessuno nasce imparato e che se non hai mai lavorato, devi cercare qualcuno che ti insegna o un annuncio di lavoro che assuma anche senza esperienza. Nessuno nasce imparato e nessuno tanto meno è incapace in tutto. Questo solo per dare una risposta a ciò che mio padre mi diceva da sempre, fin da bambino. Fu un lavaggio del cervello, nel passato, così duro e continuo, che riuscii veramente a convincermi che ero una persona inutile.
Il fatto di aver trovato lavoro anche in Italia a primo colpo, mi fece sentire bene. Era come un riscatto per me stesso.
Nel frattempo, però, la situazione con mia madre peggiorava. Mia madre non era mai cambiata e continuava sempre a mentirmi per i suoi interessi. Non mi calcolava quasi per nulla. Era capace solo a lasciarmi il mangiare sul gas o lavare e stirare. Per il resto, non mi diceva una parola né si interessava realmente a me. Faceva finta. Passava (e tutt'ora) passa le sue giornate a lavorare e avere relazioni di qua e di là. Alcune volte ho scoperto con chi stava e io ho persino conosciuto a volte queste persone, senza la più pallida idea che loro realmente avevano una relazione con loro. Sempre uomini sposati o addirittura ragazzi.
Le poche volte che uscivo con lei in negozi di abbigliamento o per la casa, vedevo i suoi sguardi, i suoi cambi di voce con le persone e vedevo anche che queste persone andavano molto d'accordo con lei....
Un mese fa ho scoperto una relazione tra un uomo e mia madre che va avanti da un anno e mezzo ' un uomo sposato con figli, che lavora nello stesso luogo di mia madre. Lei mi ha sempre mentito promettendomi che non avrebbe mai portato uomini dentro casa, che a lei non piaceva fare la parte dell'amante o quella di seconda mano, che non mi avrebbe mai mentito....e invece scoprii che due giorni dopo che io me ne ero andato in Irlanda, il giorno del mio compleanno, aveva portato quest'uomo dentro casa. Ha sempre provato a mandarmi via dicendo di trasferirmi per qualche giorno da mio padre e di recuperare il rapporto con lui, e quelle poche volte (all'inizio) quando io credevo alle sue buone intenzioni pensando fossero consigli per il mio bene, scoprii invece che lei pensava a sé stessa, avendo casa libera. Mentre quando siamo insieme, lei è sempre nervosa ed è sempre stanca la sera. L'unico momento in cui siamo assieme è la cena. Però con le sue "amiche" (questo è ciò che dice lei) non è mai stanca infatti a volte fa le 2 di notte. Io conosco quest'uomo solo per foto, e lei alcune volte si è permessa di coinvolgere lui nella mia vita privata. Dato che è un medico, per esempio fargli vedere le mie analisi o raccontargli che lavoravo e cosa facevo ecc. Io la bloccai immediatamente dicendo che non erano affari suoi.
Non sto qui a raccontare la vita dei miei genitori. Non e' questo il punto di tutto ciò che ho scritto.
Ho 23 anni e mi sento deluso da tutti. Si dice che i genitori siano le persone di cui puoi fidarti ciecamente, anzi, non i genitori bensì la madre.
Io invece penso che le persone bisogna conoscerle a fondo e che non è oro tutto ciò che luccica. Le persone sono brave a costruire un'immagine di sé stessa angelica, pulita, brava, educata ma non si sa mai veramente del tutto chi è questa persona. La mancanza di fiducia ci porta a vedere a volte sempre tutto in maniera negativa o pessimista ma a volte il fidarci troppo delle persone ci porta a non voler vedere la realtà, specialmente quando si hanno prove concrete e non sono solo supposizioni.
Io sinceramente sono nauseato, deluso, stanco esausto di tutta questa situazione. Da una parte mio padre e dall'altra parte mia madre.
Mia nonna e mio zio non ne parliamo – loro reggevano il gioco a mia madre, il primo anno dopo la separazione dei miei genitori, dato che tutti conoscevano l'uomo con cui era aveva una relazione all'epoca.
Oggi ho voluto fermarmi un momento, riflettere sul mio passato e mettere tutti i miei pensieri (sicuramente avrò dimenticato qualcosa) in questo messaggio.
Ho voglia di un cambiamento radicale.
Inoltre, io mi sento diverso da quello che dimostro di essere. Non mi piace più vivere in questa città. Non mi sento me stesso e non mi sento nemmeno voluto bene.
Quando ero solo all'estero, avevo cambiato modo di vestire, modo di comportarmi, mi sentivo libero...fu un cambiamento improvviso e impressionante ai miei occhi. Scoprii la mia vera persona e mi resi conto che la persona che ero a casa (anche ora dato che sono a casa qui scrivendo questo messaggio) era solo frutta della mancanza concreta di potermi sentire libero.
Mi sento di vivere una vita sfortunata. Quando ero all'inizio dell'adolescenza pensavo sempre che ero giovane e che avevo sempre tempo per fare o cambiare le cose. Intanto, però, il tempo passava. Ora ho 23 anni e mi rendo conto di aver perso tanti giorni, tanti mesi, tanti anni della mia unica vita. Ho passato tutta la mia vita a soffrire ed essere soggiogato dagli altri, in qualsiasi situazione, persino in casa, che ognuno dovrebbe considerare come un porto sicuro per una persona, soprattutto per un figlio adolescente in via di sviluppo, insicuro, fragile....
Capisco ora che ognuno ha fatto le proprie scelte per la propria vita mentre io mi sono sentito sempre messo in mezzo ed ero sempre la persona a cui si dava la colpa. E quando non servivo più sono stato buttato come un oggetto vecchio. Mi hanno fatto credere di rivolermi solo perchè era un periodo brutto per loro e avevano bisogno di conforto, mentre quando le cose per loro andavano bene di nuovo, mi hanno nuovamente e ovviamente abbandonato.
Ho intenzione di trovare lavoro in un'altra città lontana e non tornare più. Vorrei trasferirmi ma non so come si fa dato che se io vivo a Roma, non posso cercare lavoro in un'altra città, un datore di lavoro non chiamerebbe mai una persona che vive in un'altra città per un colloquio. Loro non aspettano. E' ovvio che cercano persone del luogo, sbaglio? Dovrei forse trasferirmi lì e poi cercare lavoro.
Ho voglia di cambiamento. Voglio dimenticare. Non mi meritano. Devono rendersi conto di ciò che hanno perso, forse un giorno se ne renderanno conto.
Mia madre pensa che il fatto di avere un uomo che la fa vivere bene (e con i soldi) è tutto. Prima di tutto, quello è un uomo sposato e non lascerebbe mai la propria famiglia per lei. Non l'ha fatto prima né lo farà ora. In più si sono lasciati più volte (lo lessi email che lei aveva...) e lei lo supplicava di ritornare da lei. Lo stesso con gli altri. Non ha mai raggiunto una relazione stabile e seria perché in tutto questo non c'è nulla di serio e vero. Gli uomini in queste situazioni sfruttano, per il proprio piacere, divertimento....lei aspira alla bella vita, al lusso e si lamenta sempre della insipida vita che mio padre le dava. La verità è che mio padre le teneva testa e la guidava, riusciva a domarla dalle sue voglie esagerate. Prima eravamo una famiglia. Ora lei è solo una donna di quasi 50 anni, sola, senza più un punto fermo nella sua vita. Cosa ha ottenuto da questa voglia di separarsi? Più uomini? Qualche uscita a cena in più? Qualche amica in più? Cosa ha veramente? Lei non ha nulla su ciò basare il proprio futuro, non ha sicurezze. Doveva rendersi conto di avere un figlio, che non la avrebbe mai abbandonata e che potevo essere una spalla, un aiuto. L'unico aiuto che volle da me erano i soldi quando lavoravo e immediatamente dopo la separazione mi rubò tutti i soldi dal mio conto e io ero minorenne, ma il conto in realtà era per me, me lo sarei ritrovato un domani, ed è ovvio che lei lo aveva creato con la sua firma (dato che io ero minorenne) ma quelli erano soldi miei, dei regali di compleanno, natale, feste ecc. Non riuscì mai a darmi una motivazione ma io ci passai sopra.
Ora sono stanco. Nessuno merita più nulla.
Voglio andarmene e non tornare mai più. Persone così meglio perderle che trovarle. Vorrei tanto trasferirmi in una città del Nord e avere una vita mia propria lontano, lontano, lontano.
Io sono una persona molto introversa, fredda, non mostro mai le mie emozioni e parlo il meno possibile ma vedo tutto e mi rendo conto delle situazioni. La mia freddezza e la mia volontà di non mostrare i miei sentimenti è un risultato di tutte le situazioni negative del mio passato ma a me piace così. Mi piace stare solo, a volte è utile stare da soli. Riusciamo ad analizzarci di più e conoscerci di più.
Inoltre, mi considero molto "diverso" dalla maggior parte dei miei coetanei – amo la musica classica, suono il pianoforte, non amo le discoteche e la confusione in generale preferendo stare da solo con me stesso in tranquillità. Insomma, non è da tutti, dato che al giorno d'oggi i ragazzi in generale non stanno a casa la sera ma vanno a ballare, bere ecc.
Inoltre, sono molto arrabbiato con me stesso per non aver iniziato l'università a 19 anni nonostante mia madre mi diceva di iscrivermi. Preferii andare all'estero e lavorare. Ma alla fin fine eccomi qua in Italia – ho fatto esperienze lavorative scarse ed ora vorrei cambiare la mia vita. Sono un appassionato di Psicologia e Analisi Comportamentale. Il problema è che mi sento, come dire, "vecchio" ad iniziare l'università. Se avessi iniziato a 19 anni, ora starei al quinto anno. Iniziando invece l'università adesso finirei a 28-29 anni. Non è lo stesso. Il tempo non torna indietro purtroppo e mi pento.

Voglia di cambiamento.....

doxa

Hai preparato  questa tua lunga relazione per lo psicoterapeuta e l'hai voluta postare anche qui ? Perché ? 
Cosa ti fa pensare che questo forum sia adatto per esternare i tuoi problemi ?

Cordialità :)

viator

Salve, MeStesso_94 : Sono sicuro che non hai intenzione di frequentare alcun psicoterapeuta. Altamarea ha ragione nel dirti che questo forum (e nessun altro contenuto della Rete) sia adatto (in senso utilitario) all'esternazione  dei tuoi problemi, ma il fatto è che tu già lo sapevi benissimo.

Gli sfoghi come il tuo una funzione ce l'hanno, indipendentemente da chi li legge, li ascolta, li ospita.

Permettono, senza dover spendere paccate di Euro, di alleggerire la pressione interiore dovuta certo al tuo vissuto passato ed attuale, ma anche all'eccesso di solitudine. Si tratta di un atto di comunicazione esistenziale.

Sai di quel detto : "Ogni uomo è un'isola" ? Bene...esistono due tipi di isole. Quelle dalle quali non si scorge terraferma od altre isole (e magari, se ci si è nati, non si sa neppure se esistano altre terre) e quelle invece dalle quali, benchè soli ed appunto isolati, si vedono altre terre.

Aver lanciato un messaggio in una bottiglia sapendo che verrà comunque raccolta (com'è avvenuto in questo caso) anche se non risolve nulla di una realtà che ci stia pressando da vicino.........è comunque un sollievo.

In situazioni come la tua aiuta molto il possedere una autonomia interiore. L'autonomia interiore, l'indipendenza di giudizio, il saper badare od addirittura bastare a sè stessi, l'accontentarsi di ciò che si è e si ha sono caratteristiche che, negli introversi dei quali hai detto di fare parte, possono svilupparsi più facilmente.

Devi allora decidere se coltivare in questo senso la tua introversione oppure cercare di snaturarti sfuggendola.
Ti faccio tanti amichevoli auguri di trovare la tua strada.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

doxa

"Me stesso 94" ha scritto
CitazioneIo sono una persona molto introversa, fredda, non mostro mai le mie emozioni e parlo il meno possibile ma vedo tutto e mi rendo conto delle situazioni. La mia freddezza e la mia volontà di non mostrare i miei sentimenti è un risultato di tutte le situazioni negative del mio passato ma a me piace così. Mi piace stare solo, a volte è utile stare da soli. Riusciamo ad analizzarci di più e conoscerci di più.
Inoltre, mi considero molto "diverso" dalla maggior parte dei miei coetanei – amo la musica classica, suono il pianoforte, non amo le discoteche e la confusione in generale preferendo stare da solo con me stesso in tranquillità. Insomma, non è da tutti, dato che al giorno d'oggi i ragazzi in generale non stanno a casa la sera ma vanno a ballare, bere ecc.
Inoltre, sono molto arrabbiato con me stesso per non aver iniziato l'università a 19 anni nonostante mia madre mi diceva di iscrivermi. Preferii andare all'estero e lavorare. Ma alla fin fine eccomi qua in Italia – ho fatto esperienze lavorative scarse ed ora vorrei cambiare la mia vita. Sono un appassionato di Psicologia e Analisi Comportamentale. Il problema è che mi sento, come dire, "vecchio" ad iniziare l'università. Se avessi iniziato a 19 anni, ora starei al quinto anno. Iniziando invece l'università adesso finirei a 28-29 anni. Non è lo stesso. Il tempo non torna indietro purtroppo e mi pento.

Se il numero 94 che hai scritto dopo il tuo nick è il tuo anno di nascita penso che hai 24 anni.

Il tuo non è un post ma una lunga relazione, inadatta per  qualsiasi forum. Io l'avrei cancellata, ma non sono un  moderatore.

Dici che sei introverso,  non mostri le tue emozioni e parli il meno possibile. Secondo te queste tue sedicenti caratteristiche personali sono adatte per dialogare in un forum ?
No, non sono adatte ! E il tuo silenzio ai post che ti abbiamo scritto io e il nick Viator lo considero irritante.

Hai scritto: "la mia volontà di non  mostrare i miei sentimenti è un risultato di tutte le situazioni negative del mio passato ma a me piace così".
Se sei soddisfatto così perché evidenzi il tuo disagio psicologico ? Non è vero che ti "piace così", altrimenti non ne parleresti. Perché non ammetti che nel passato nei rapporti interpersonali sei stato "ferito"  nella tua autostima perciò temi di essere te stesso ?

Per quanto riguarda l'università dici che sei "vecchio" per cominciarla. Ma a chi vuoi darla da bere questa tua baggianata ? Ci sono persone che quando vanno in pensione si iscrivono all'università per seguire corsi di laurea di loro gradimento e sono contenti di stare in mezzo ai giovani. Tu a 24 anni sei "vecchio" ? C'è un corso di laurea di tuo gradimento ? Ti va di sacrificarti e studiare oppure preferisci autocommiserarti ?

Se così è concludo qui la mia partecipazione a questo tuo pseudo topic. Non mi va di perdere tempo !

anthonyi

Mestesso_94, come te sono interessato alla psicologia, e come te sono una persona che ha vissuto problemi esistenziali. Più volte mi è capitato di notare che quest'associazione è tipica, d'altronde, ci si interessa alla psicologia probabilmente perché si spera di superare una sofferenza interiore.
Per quello che mi riguarda io lo strumento più efficace che ho trovato è quello della preghiera.

Un saluto.

Kobayashi

Caro MeStesso94, il mio consiglio è di trasferirti in qualche altra città (o all'estero, ancora meglio visto l'andazzo del nostro Paese...) senza indugiare oltre. Non lasciarti rovinare però dal rancore. Concentrati su te stesso, sulla costruzione della tua vita. Non sottovalutare l'importanza delle amicizie.
E se senti che per l'università è troppo tardi, io ti consiglio un lavoro artigianale: ami la musica, suoni il pianoforte, perché allora non proporti come apprendista liutaio o qualcosa del genere? Vuoi mettere la soddisfazione di sapere di essere capaci di costruire con le proprie mani qualcosa di complesso come uno strumento musicale?
In generale molti lavori artigianali estremamente tecnici stanno scomparendo mentre gli psicologi per esempio sono ormai quasi più numerosi dei pazienti...

Buona fortuna!

Socrate78

@Me stesso: Perché pretendi per forza affetto e anche rispetto dagli altri? Tanto più pretendi dagli altri queste cose, tanto più sei schiavo dentro e non libero, perché se gli altri, nonostante tutti i tuoi sforzi, perseverano nel non considerarti hanno il potere di farti stare male. Sii aperto, generoso, disponibile, e non prendertela se gli altri poi non ti ricambiano, la felicità non consiste nell'essere amati e in fondo nemmeno rispettati, ma solo nel valore che diamo alle nostre azioni.