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La magia del Natale

Aperto da stelle dell'auriga, 30 Novembre 2019, 18:21:33 PM

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stelle dell'auriga

Da dove iniziare il discorso..?  ::)

Forse dalle sensazioni e dalle emozioni provate da piccola nei giorni delle festività natalizie, sensazioni, ricordi cari che inevitabilmente riaffiorano in questi giorni particolari quando si iniziano a vedere i primi addobbi natalizi, quando le strade incominciano a "vestirsi" di luci e mercatini colorati, a pochi chilometri dalla mia città poi, allestiscono qualcosa di veramente molto suggestivo e raffinato che richiama orde turisti da tutta l' Italia, l' operazione è suggestiva, ma con chiara finalità commerciale, d' altronde cosa non lo è oggi nelle feste?

Il Natale è principalmente la festa cristiana per eccellenza, la festa della famiglia, amici e bla bla bla, che poi da grandi si vede un pò tutto con gli occhi dello scetticismo, quella purezza e magia della festa si perde man mano che si cresce, e quei ricordi non sbiaditi dell' infanzia riemergono dolcemente e con estrema tenerezza, facendo anche male...

Ringrazio mio padre che era una persona molto fanciullesca, che a me e ai miei fratelli ha trasmesso la magia delle feste, anche con pochi gesti, ci portava a vedere quei fantastici presepi artistici, io rimanevo incantata a guardare gli scenari paesaggistici, le luci, le espressioni delle statuette, tutto era "vivo e palpabile", ed aveva un sapore autentico.

Oggi mi pare che la vera essenza della festa si sia un pò perduta di vista, si deve preparare il cenone, il pranzo, si deve pensare ai regali, una vera fatica fisica e mentale.

L' anno scorso un mio familiare ( un ragazzo di vent' anni) non ha voluto gli auguri, ha detto di essere ateo e non credere alla favoletta della nascita di Gesù, (però il pranzo e il regalo non li ha disdegnati  ::) ) gli ho risposto che anche gli atei a Natale si scambiano gli auguri, ci sono rimasta male e penso che l' educazione ed il rispetto siano ancora più importanti di qualunque pensiero si professi.

La domanda, dopo questo pippone non c'è, lascio a voi le vostre riflessioni sul Natale, le vostre esperienze e se sentite ancora viva la magia legata a questa festa suggestiva.
:)

viator

#1
Salve Isfrael. Credo che ad un ventenne dei nostri tempi si possa perdonare la dimostrata immaturità di comportamento.
I giovani vengono al mondo ovviamente immaturi e ciò comporta automaticamente che :


  • siano sempre pronti a rinfacciare ai genitori il fatto di non aver scelto di venire al mondo.

  • non abbiano idea del come e perchè funzioni il mondo.
  • trovino sbagliati un sacco di aspetti di esso.
  • credano di sapere in che modo il mondo andrebbe cambiato.
  • credano di essere perfettamente in grado di migliorarlo.
  • si oppongano per partito preso a scelte e valori tradizionali perchè espressioni delle incapacità di chi li ha preceduti al potere.
  • sanno che il potere degli adulti non si combatte da soli, ma che bisogna coalizzarsi tra coetanei.
  • sanno che per affermare la propria personalità occorre presentarsi come originali e controcorrente.
  • adottano tutte le novità come emblemi di "classe generazionale".
  • purtroppo, per affermare il proprio ruolo generazionale, sono costretti ad adottare tutti quanti gli stessi identici emblemi del momento (mode, tendenze, hashtags).
  • così facendo, contraddicono e vanificano il loro impulso verso l'affermazione individuale, poichè diventano invece dei gregari, cioè dei componenti di un gregge.

Queste, in sintesi, secondo me sono le ragioni per le quali un ventenne può non riuscire a distinguere l'ateismo dalla buona educazione.

Circa il Natale, diciamo che io stesso compresi solo assai tardi il perchè esso viene chiamato "Santo".

Il fatto è che nel Calendario dei Santi (che sarebbe l'elenco ufficiale dei Santi attribuiti ai giorni dell'anno) non esisteva un qualche S.Natale e ciò - mi pare- sollevò i malumori della potentissima e piissima categoria dei mercanti (noti devoti di S.Natale), i quali presero a rivendicare l'attribuzione - alla loro corporazione - di tale figura quale Santo Patrono (centinaia di mestieri e categorie molto meno pie e facoltose godevano invece già di illustri Santi Patroni).

Ecco quindi che un bel dì i loro voti vennero accolti e da allora si cominciò a parlare di Santo Natale, patrono dei Mercanti.

Qualcuno obietterà che - ufficialmente - il Patrono dei mercanti dovrebbe essere tale S.Omobono, ma questa è solo una grossolana bufala messa in circolazione dagli stessi mercanti allo scopo di accostare la propria immagine a quella di chi ("Omobonus") richiama la possibilità di fruire di sostanziosi "bonus" (sconti) nel periodo immediatamente successivo a quello di Natale (cioè nella "canonica" stagione dei saldi !). Saluti ed auguri di Buon Natale.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

doxa

#2
Isfrael ha scritto:
CitazioneDa dove iniziare il discorso..?

Buongiorno  Isfrael, l'aura natalizia, la suggestiva atmosfera, l'alone di sacralità per la nascita di Gesù creano cari ricordi negli adulti quando pensano alla loro infanzia.

Questo topic che hai iniziato giunge nel giusto momento, perché è passata da poco la mezzanotte ed oggi è 1 dicembre 2019:  il calendario liturgico ci ricorda che  quest'anno, in questo giorno, inizia il periodo dell'avvento: questo sostantivo deriva dal latino "adventus" e significa "arrivo" ma viene usato col significato di "attesa"... del popolo ebraico di Dio sulla Terra,  il Dio che, secondo i cristiani,  si è "incarnato" in Gesù, il Cristo.

L'avvento è il tempo dell'anno liturgico che prepara al Natale, al ricordo della nascita di Gesù.

La liturgia dell'Avvento fu elaborata in modo progressivo dal V secolo. Il periodo dell'avvento durava da una a tre settimane, poi,  dal 1570,  venne allungato alle quattro domeniche che precedono il Natale.

Quattro sono le domeniche di Avvento nel rito romano, mentre nel rito ambrosiano sono sei,  e l'Avvento è già cominciato domenica 17 novembre.

L'Avvento inizia con i primi Vespri della prima domenica di Avvento e termina prima dei primi Vespri di Natale. Il colore dei paramenti liturgici indossati dal sacerdote è il viola.

La Chiesa per le solennità e per le domeniche celebra i "primi vespri" la sera del giorno precedente la festa. Questa consuetudine deriva dalla religione ebraica: gli ebrei computano il giorno da un tramonto all'altro e non da mezzanotte a mezzanotte.  

La parola vespro deriva dal latino "vesperus" ed indica il tramonto.

Nella celebrazione eucaristica non viene recitato il Gloria fino alla Messa della notte di Natale.  

Quest'anno la seconda domenica di Avvento coincide con la solennità dell'Immacolata Concezione, l'8 dicembre.

Mi sto accorgendo di averti descritto alcune notizie storiche sull'avvento e di non aver risposto alle tue domande. Ti chiedo scusa.

Comunque se l'argomento interessa te ed altri nick del forum possiamo fare insiemeil percorso fino all'Epifania dialogando con i post e rispettando la scansione temporale degli avvenimenti, perciò, se ti/vi va cominceremo il viaggio parlando dell'angelo che annuncia a Miriam (Maria) di essere stata scelta per incarnare il Figlio di Dio, il Dio fatto uomo.

bobmax

Come ogni rito, anche il Natale è senz'altro espressione concreta dello slancio esistenziale verso l'Assoluto.

Tuttavia questa "concretezza" ha un prezzo: l'inevitabile caduta nella superstizione.

Nella ricerca, spesso inconsapevole della Verità, queste superstizioni devono essere superate.

L'ateismo è sovente un modo, ingenuo, di metterle in discussione.

Ingenuo, perché non si avvede di essere esso stesso una superstizione, non diversa da quelle che vuol combattere.

Solo quando quel giovane si ritroverà all'inferno, se ne avrà la fortuna, potrà constatare la banalità del proprio ateismo.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

myfriend

@Isfrael

Il Natale è una festa magica perchè racconta una straordinaria storia umana.
Una storia di persone semplici che hanno vissuto fino in fondo la loro umanità.
Non è una storia di re e regine, di regni e di guerre tra regni.
Non è una storia di potenti e condottieri.
Ma è la storia di uomini e donne "normali" e "ordinari".
Ed in questa ordinarietà sta tutta la bellezza della festa.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

stelle dell'auriga

@viator
Mi ha divertito la tua seconda parte del post ;D , per quanto riguarda i giovani mi viene alla mente il detto che si nasce incendiari e si muore pompieri, comunque è vero che l' operazione commerciale è indubbiamente viva nel prima e dopo feste, per questo la spiritualità va a farsi benedire (termine appropriato), se hai qualche tradizione particolare o qualche ricordo piacevole legato a questa festa racconta, l'invito è rivolto a tutti ovviamente


@altamarea
Grazie davvero per aver riportato un pò di informazioni riguardo l' avvento

Comunque se l'argomento interessa te ed altri nick del forum possiamo fare insiemeil percorso fino all'Epifania dialogando con i post e rispettando la scansione temporale degli avvenimenti, perciò, se ti/vi va cominceremo il viaggio parlando dell'angelo che annuncia a Miriam (Maria) di essere stata scelta per incarnare il Figlio di Dio, il Dio fatto uomo.

Sì, mi interessa ;) 

@bobmax 
 L' essere umano ha bisogno di crescere e di capire, chi cerca trova, è necessario sapere cosa si cerca, a volte più si va avanti e più gli enigmi si complicano

@Myfriend

sono d' accordo con te, mi fa piacere ritrovarti in questo forum
:)

doxa

O. K. Isfrael, scrivo altre notizie generali sull' Avvento poi dedicherò dei post all'annunciazione a Maria, la madre di Gesù.

Nel 325 ci fu il Concilio di Nicea e nel 336 la Chiesa di Roma istituì la festa di Natale fissando la data al 25 dicembre.

Il frammento di un testo scritto nel 366 circa dal teologo Ilario, vescovo di Poitiers, dice che "la Chiesa si dispone al ritorno annuale della venuta del Salvatore, con un tempo misterioso di tre settimane".

Nel 380 il Concilio di Saragozza (Spagna) impose ai fedeli di assistere alle celebrazioni eucaristiche dal 17 dicembre al 6 gennaio. In quei 21 giorni, la parte che precede il Natale forse costituiva una specie di Avvento.

La proclamazione del dogma della maternità divina, avvenuta ad Efeso nel 431, motivò i cristiani al culto mariano e  a celebrare la "Natività del Signore".

Nel 451 il Concilio di Calcedonia diede rilievo al mistero dell'incarnazione di Cristo.

La tradizione della preparazione spirituale dei fedeli alla celebrazione del dies natalis arrivò alla Chiesa di Roma dalla Spagna e dalla Gallia.

Nel "Lezionario della Chiesa di Capua" del 546 circa ci sono notizie sulla preparazione religiosa dei fedeli al Natale.

L'Avvento è tempo di conversione: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino" (Matteo 3, 2).

doxa

#7
L'anno liturgico inizia con l'Avvento, perché nella Chiesa tutto ha inizio con la venuta di Cristo. Ma nel passato l'ordinamento era diverso.  Si seguivano gli usi ebraici e l'anno liturgico cominciava con la Pasqua.  E  fu facile commemorare il dies natalis con lo stesso schema temporale della Quaresima. Perciò nei primi secoli dell'era cristiana l'Avvento anziché essere tempo di gioiosa attesa era caratterizzato da penitenze e digiuni.  In seguito alcune chiese locali trasferirono la liturgia dell'Annunciazione dal tempo di Quaresima nel periodo natalizio.

Le riforme del calendario liturgico e del messale hanno lenito l'aspetto penitenziale, permettendo nel periodo dell'Avvento  l'uso moderato in chiesa sia dei  fiori sia dell'organo, ma  i sacerdoti continuano ad indossare  i paramenti viola per celebrare la Messa, non si recitano o cantano il Te Deum e il Gloria.  

L'Ordinamento Generale del Messale Romano al n° 305 dice che: "Nel tempo d'Avvento l'altare sia ornato di fiori con quella misura che conviene alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la gioia piena della Natività del Signore";  al n° 313: "In tempo d'Avvento l'organo e altri strumenti musicali siano usati con quella moderazione che conviene alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la gioia piena della Natività del Signore".

Come ho  suddetto nel periodo dell'Avvento nelle chiese non viene recitato né cantato il "Gloria", ma si dà risalto al Vangelo di Luca che narra degli angeli annuncianti la nascita del "Salvatore".

Il testo del Gloria che si canta durante la celebrazione eucaristica deriva da un'antica traduzione dalla lingua latina ma non esprime in modo corretto il significato del testo originale, scritto da autore anonimo in lingua greca. Nel Vangelo di Luca c'è scritto: "...Pace in terra agli uomini che egli ama" (Lc 2, 14). L'evangelista fa riferimento non soltanto alla buona volontà degli uomini ma anche all'amore divino verso l'umanità.

doxa

#8
Le comunità cristiane del Nord Europa in questi giorni  preparano o acquistano la tradizionale "corona dell'Avvento": sono rami di abete o di pino che vengono confezionati in forma tonda e decorati con 4 candele, che simboleggiano  le 4 domeniche che mancano fino a Natale. Ogni domenica ne accendono una e recitano preghiere o leggono un brano biblico.




Un'altra tradizione vigente nelle nazioni del nord Europa ma ormai diffusa anche in Italia è il  cartaceo "calendario dell'avvento": comprende il periodo dall'1 al 24 dicembre e serve ai bambini a tenere il conto di quanti giorni mancano al Natale. Di solito sul calendario ci sono finestrelle con persianine: ogni giorno ne viene aperta una e si può leggere  un proverbio od altro,  oppure può esserci un dolcetto.

Il primo calendario dell'avvento fu stampato a Monaco di Baviera nel 1908. Gerhard Lang decise di continuare l'idea della sua mamma, che di anno in anno preparava per Natale calendari colorati per tutti i suoi figli.

doxa

Nell'Antico Testamento ci sono frasi che dicono che il Messia verrà; un quinto delle profezie  annunciano la venuta trionfante del Messia  (che per l'ebraismo non è Gesù) e del suo "regno glorioso". 

La venuta del "Giorno del Signore" era invocata dal popolo di Israele: essi chiedevano a Dio di tornare per liberarli dall'oppressione della schiavitù e dal peccato. Ecco alcuni esempi.

Isaia (63, 19):"Ah, se tu squarciassi i cieli e scendessi !"

Geremia (33, 14 – 16) invoca la venuta del Messia, re di giustizia e di pace: "Ecco verranno giorni nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa di Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio di giustizia; egli eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla. Così sarà chiamata: "Signore nostra giustizia" 

Daniele (7, 13 – 14): "Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d'uomo; egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui; gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto".

Michea (5, 1): "E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere fra le principali città di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà il dominatore di Israele; le sue origini sono dall'antichità, dai giorni più remoti".

Samuele (1 Sam 2, 10): "Gli avversari del Signore saranno frantumati; Egli tuonerà contro di essi dal cielo; il Signore giudicherà le estremità  della terra e darà forza al suo re; innalzerà la potenza del suo Unto".

Invece nei Vangeli si dice che il Messia è venuto ed è Gesù di Nazaret. Poi ci sarà un secondo avvento il ritorno del "Salvatore" in gloria e potenza: "Allora vedranno il Figlio dell'Uomo (Gesù) venire su una nube con potenza e gloria grande" (Lc 21, 27). Nel Nuovo Testamento ci sono 319 versetti con profezie sul ritorno di Cristo (= Messia).

Ai suoi discepoli Gesù indicò il secondo avvento come "evento definitivo", in cui sarà instaurata la giustizia e si compirà il "Regno dei cieli" da lui annunciato.

Il prossimo post lo dedicherò all'Annunciazione,  se mi sarà concesso di continuare il threed, forse noioso. 

Sariputra

Ho un ricordo particolare di un Natale passato da convalescente, in giovinezza. Un ricordo legato ad un animaletto particolare. Mi vedo alla finestra adagiato sullo sdraio da spiaggia che mia mamma aveva imbottito di cuscini per farmi stare comodo. Le tende della finestra aperte per guardare fuori. Il giorno prima ero stato dimesso dall'ospedale della Contea dopo una brutta polmonite , conseguenza del morbillo che avevo ricevuto come dono natalizio dai miei fratelli. Mi avevano concesso di tornare a casa per la festività con l'impegno di non uscire e non prendere freddo. Guardavo la neve che scendeva. Un miracolo della vigilia. Raramente nevica a Natale, se non nei film e nelle cartoline. Poco sotto la finestra c'era il recinto della coniglia nana "testa di leone". La bestiola aveva scavato, come fanno i conigli, un tunnel sotto terra dove si rintanava per fuggire il gelo. All'improvviso, forse mi ero distratto o appisolato un attimo,  guardo fuori e vedo quattro batuffoli di pelo che saltano nel recinto. Salti inverosimili per animaletti così piccoli e appena nati. Erano quattro coniglietti che uscivano dalla tana per la prima volta. Proprio alla vigilia di Natale. Ricordo che mi commossi osservandoli e poi...chiamai mia mamma e i miei pestiferi fratellini ché venissero a guardare. Nessuno si aspettava questa cosa, questa nascita natalizia. Non ricordavamo più che poco tempo prima mio papà aveva concesso un pò di "divertimento" a Fiocco, il coniglio maschio di casa, avendolo visto decisamente depresso osservare un libro...
Ricordo ancora che due dei quattro erano completamenti neri e infatti, uno dei due, decidemmo di chiamarlo Black. Dell'altro non ricordo il nome...Gli altri due invece erano macchiati.
Il giorno dopo, era Natale, i miei fratelli portarono i due macchiati in casa e me li posarono sulle ginocchia, sopra la coperta che non volevo e che mia mamma mi costringeva a tenere addosso. Mi concessero di battezzarli. Il più vispo dei due, quello che non stava fermo e tentava di 'scalarmi' lo chiamai Vercingetorige. All'epoca leggevo e fantasticavo la storia romana sul Conoscere, la mitica enciclopedia (che conservo ancora...).
I due neri invece non li portarono mai dentro. Stranamente...Che sfortuna dev'essere nascere nero. Anche per un coniglio...Ricordo solo che mio fratello minore diceva di non capire dov'era la testa, perché non si distinguevano le orecchie dal codino...
Però cadde pochissima neve. Solo una spruzzata...che presto venne bevuta dalla terra...
Fu un Natale molto bello, nonostante le mie precarie condizioni di salute. Un ricordo struggente, soprattutto di mia mamma affacendata sulla cucina a legna.  Aveva invitato per il pranzo suo papà, il vecchio Toni, detto "Schena" (schiena) perché si raccontava che da giovane arava da solo i campi, senza il cavallo, tirando l'aratro.
Ricordo che mia mamma, quando entrò, gli andò incontro e con fare severo gli intimò di non fumare la pipa nella stanza, come faceva di solito, chè non dovevo respirare il fumo...
E lui disse solo:"Posso sputare almeno?". Questo me lo ricordo bene... ;D
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

doxa

#11
Complimenti Sari. Il tuo bel ricordo pre-natalizio è narrato bene, mi piace. :)  

Invece la mia narrazione della Natività è arida, si basa su eventi (veri o falsi che siano) tratti dal Nuovo Testamento e dintorni.

I giorni passano veloci e ci sono molte cose da dire, perciò è ora che io riprenda il mio "cammino" dedicandomi oggi all'Annunciazione.

Come già detto sono graditi commenti, contestazioni ed interruzione dei miei post su richiesta. Non voglio essere  una "vox clamantis in deserto".

Il luogo dell'annunciazione:oltre duemila anni fa a Nazaret, un villaggio della Galilea. Questa località è menzionata 12 volte nel Nuovo Testamento.

Gli scavi archeologici hanno permesso di individuare l'area occupata dal piccolo paese, che l'urbanizzazione medievale e moderna ha conglobato all'interno dell'attuale città.

L'abitato si estendeva da nord a sud sul crinale della collina oggi occupata dalla basilica dell'Annunciazione, dal convento francescano e dalla chiesa di san Giuseppe.


Veduta parziale dell'odierna Nazaret, in primo piano la basilica dell'Annunciazione.

La "Grotta dell'Incarnazione", che si trova nella cripta della Basilica dell'Annunciazione  è indicata dalla tradizione come il luogo dov'era la casa di Maria, in cui ella ricevette la visita dell'arcangelo Gabriele.

Gli scavi, durante la costruzione della basilica moderna hanno messo alla luce i resti di due chiese precedenti, una bizantina e una di epoca dei crociati.
La chiesa, costruita nel 1730, fu demolita  e la superficie  fu riutilizzata per costruire la  nuova e più grande "Basilica dell'Annunciazione".

Nell'area sotto e intorno alla  basilica e alla vicina chiesa dedicata a San Giuseppe nell'antichità c'erano numerose grotte (alcune utilizzate come abitazione), silos per il grano, cisterne per acqua e olio; presse per uva e olive, e pietre di mulino.

Secondo i Vangeli di Luca e Matteo  a Nazaret avvenne l'annunciazione dell'arcangelo Gabriele a Maria del concepimento di Gesù, Figlio di Dio e Dio stesso.

Il vangelo lucano informa che un angelo entrò in casa di Maria  per annunciarle il concepimento verginale e la nascita verginale di Gesù, il Figlio di Dio. la "Conceptio Domini" o "Conceptio Christi" (Lc 1, 26 – 37), per opera dello Spirito Santo. Secondo quanto  racconta l'evangelista Matteo, Maria, promessa sposa di Giuseppe, ebbe dei dubbi quando seppe della gravidanza di Maria ma intervenne un angelo, che gli disse di non avere timori in merito, "... perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù..." (Mt 1, 18 – 25)


Gesù nacque a Betlemme ma trascorse la sua infanzia a Nazaret insieme ai genitori.

doxa

Nei vangeli ci sono due informazioni sull'antica Nazaret, non era un remoto villaggio agricolo ma un paese abbastanza popolato al tempo di Gesù. C'era anche la sinagoga, in cui Gesù, di sabato (lo "shabbat" ebraico) entrò, aprì il rotolo riguardante il profeta Isaia, lesse e commentò la profezia che lo ""riguardava (Lc 4,16-27).

L'altra informazione, di carattere topografico, è fornita dallo stesso passo di Luca, che ricorda il dirupo situato presso il villaggio, in cui la folla, piena d'ira, voleva gettare Gesù al termine del suo discorso messianico in sinagoga (Lc 4, 28-30).

La prima menzione extra-evangelica ma indiretta di Nazaret è in alcune fonti giudaiche della fine del I secolo d.C., con riferimento a quella comunità giudeo-cristiana che credeva in "Jeshua' Hannozrî" (Gesù di Nazaret), i "nozrím" – nazareni - che assieme ai "miním" – eretici – furono inclusi nella dodicesima orazione della preghiera "Shemonè Esrè", inserita durante il cosiddetto "sinodo di Jamnia-Javneh".

Attualmente Nazaret è una città di circa 75 mila abitanti, allocata su una collina a circa 350 metri s.l.m. ed è la più grande città araba di Israele, con una trentina di chiese e monasteri, oltre a moschee e antiche sinagoghe.
La maggioranza della popolazione è cittadina araba di Israele: 31,3% cristiani e 68,7% musulmani.


Nazaret: basilica dell'Annunciazione

Gesù viene anche indicato col termine "Nazareno", e nazareni sono chiamati gli abitanti di Nazaret.

stelle dell'auriga

Sariputra ho "ascoltato" con molto coinvolgimento il tuo ricordo/racconto, lo hai descritto talmente bene che ne ho visto le scene, ho immaginato la casa, il  freddo, ho visto i coniglietti, hai la capacità di rendere vivida la storia ( complimenti a voi di questo forum, siete molto bravi a scrivere :) ), sembrava proprio una pagina di un libro di narrativa.

@altamarea, sono contenta del tempo che stai dedicando a quest' argomento, mi affascina molto la figura di Maria, proprio ieri sera guardavo dei quadri famosi che l' hanno ritratta nel corso dei secoli, sempre con la dolcezza infinita nel suo volto. ( non riesco ad inserire le immagini)

Mi sono sempre chiesta cosa pensasse e cosa provasse in cuor suo una fanciullina di quindici anni, nell' apprendere la notizia dell' angelo, vabbè che a quei tempi la psicologia non era per nulla contemplata, è come se ognuno avesse il suo ruolo predefinito, con delle qualità specifiche, ma non ci è dato sapere nulla dei loro sentimenti più segreti...

Vado a leggere il tuo ultimo post  :-*

doxa

#14


Nazaret: chiesa dedicata a San Giuseppe, realizzata tra il 1911 e il 1914 in stile neo romanico.
Fu progettata dall'architetto Wendelin Hinterkeuser. In precedenza c'era una piccola cappella fatta costruire dai frati francescani nel 1754 sui resti di una chiesa crociata.
Negli scavi archeologici di fine Ottocento venne ritrovata una vasca con pavimento mosaicato, ritenuta un antico battistero, e una serie di grotte e silos visibili nella cripta della chiesa.

Giuseppe, il padre legale o "putativo" di Gesù.

L'aggettivo "putativo" deriva dal latino tardo "putativus" (= presunto) dal verbo "putare" (= credere).

L'iconografia presenta  Giuseppe come uomo anziano e silenzioso, sempre appartato, anche quando a Betlemme nacque Gesù e vennero ad onorare il neonato i pastori e successivamente i Magi.

Di Giuseppe i vangeli ci dicono poco. Chi ne parla di più è l'evangelista Matteo: lo indica come sposo di Maria, racconta alcuni suoi sogni durante i quali  gli angeli gli suggeriscono di fuggire in Egitto per evitare la "furia omicida" di Erode e di rientrare a Nazaret a pericolo cessato.

Poi Giuseppe esce di "scena". Altre notizie su di lui ci sono nei vangeli apocrifi, in particolare nella "Storia di Giuseppe il falegname": è un racconto dove dettagli, tradizione e cultura ebraica si amalgamano in una biografia fantasiosa.

"Téktôn" è la parola greca che nei vangeli definisce la professione di Giuseppe, ma anche di Gesù, prima del suo ministero biblico.

Téktôn indica il falegname o il carpentiere, Le antiche versioni siriaca e copta dei vangeli, i Padri greci della Chiesa, la tradizione popolare e iconografica, hanno optato per la traduzione "falegname".

Il primo a definire Gesù un téktôn  è l'evangelista Marco che, in occasione di una visita a Nazaret, osserva che i concittadini ironicamente si chiedono: «Non è egli il téktôn, il figlio di Maria?» (6,3).

Matteo riprende il racconto di Marco, ma con una variante: "Non è egli (Gesù) il figlio del téktôn?" (13,55). In questo caso è Giuseppe ad essere indicato come falegname.

Luca  in modo asettico trasforma così la domanda: "Costui non è il figlio di Giuseppe?" (4,22).

Giuseppe è una figura misteriosa, circondata da un'aura di riserbo e di silenziosa discrezione. Cosa sappiamo realmente di lui? Dai vangeli canonici poco, appare più come una figura dimessa, sullo sfondo della vita di Gesù, di Maria e degli apostoli. Sappiamo che era  anziano e di salda fede: i  messaggeri divini, gli angeli,  gli apparivano in sogno e lui non esitava a eseguire cosa gli veniva comandato. Fu fidanzato e poi sposo di Maria, padre legale di Gesù, un falegname, discendente della stirpe di Davide sebbene la sua condizione sociale fosse modesta.

Nel testo apocrifo della "Storia di Giuseppe il falegname", viene descritta la morte di Giuseppe all'età di 101 anni,  dice che era vedovo quando sposò Maria e già padre di numerosi figli (i celebri fratelli di Gesù?).

Comunque, Gesù e la madre Maria furono venerati fin dal primo secolo del cristianesimo, Giuseppe, invece,  non fu oggetto di venerazione per molti secoli.

Nel 1868 cominciò il Concilio Vaticano I, durante il quale nel 1870 i vescovi presentarono al pontefice Pio IX due postulati  con i quali si chiedeva che il culto verso san Giuseppe fosse più elevato nella liturgia e la sua proclamazione solenne come patrono della Chiesa cattolica e patrono dei morenti.

Con l'abolizione della festività del 19 marzo, dedicata a San Giuseppe, è diminuita la devozione  verso di lui.

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