La filosofia come condivisione (per coloro che non si ritengono "all'altezza")

Aperto da 0xdeadbeef, 28 Ottobre 2018, 10:30:25 AM

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0xdeadbeef

Sulla base del mio percorso personale, vorrei provare ad inquadrare la filosofia sotto una luce un pò insolita (anche
per dare una risposta a coloro che "non si sentono all'altezza" di intervenire nelle discussioni; perchè magari le trovano
troppo "difficili", come emerso recentemente in un altro post).
Il mio percorso personale di avvicinamento alla filosofia parte dal mondo dell'informatica (anche se fin da ragazzino
sempre stato appassionato di storia), e in particolare da quello specifico campo chiamato in gergo "hacking".
Insomma, non ero propriamente un "hacker" (termine che, almeno allora, aveva un ben preciso significato), ma ero uno
che, diciamo, bazzicava in quel mondo...
Il mio primo maestro di filosofia hacker (perchè di vera e propria filosofia si trattava) è stato Richard Stallmann, il
padre del cosiddetto "software libero". Da Stallmann io imparai quel concetto di "curiosità per come le cose funzionano"
che mi è stato di fondamentale importanza per "comprendere" la filosofia (per il più o meno che io l'abbia compresa...).
Il passaggio dal mondo dell'informatica a quello della filosofia vera e propria è stato per me naturalissimo.
Sì, perchè naturalissimo è stato il voler capire "come le cose funzionino" (basta un pò di curiosità...) in generale;
nelle, chiamiamole, "strutture nascoste del mondo e della mente umana".
Ma quel mondo informatico (cui fra l'altro anche il mio "strano" nomignolo è riconducibile...) mi ha insegnato anche
un'altra cosa, che adesso voglio sottoporre alla vostra attenzione.
Stallmann era uso ripetere spesso questo concetto: "se noi due abbiamo ognuno una mela e ce le scambiamo restiamo con
una mela a testa; ma se ci scambiamo la nostra conoscenza essa sarà per ciascuno di noi molto aumentata".
Siamo con ciò giunti ad un concetto in quel mondo fondamentale, che ha dato senso e significato allo stesso "appartenere"
a quel mondo: la condivisione gratuita del sapere, della conoscenza.
Ecco quindi, l'"hacker" era (o ancora è, non so...) colui che non solo possedeva una conoscenza "tecnica" profondissima,
ma che metteva a disposizione di tutti i "curiosi" quella conoscenza.
Vorrei quindi un pò portare questa mentalità all'interno del mondo della filosofia, rivolgendomi appunto a coloro che pensano
di "non essere all'altezza" esortandoli ad essere curiosi, a chiedere a chi, almeno presumibilmente, sa senza alcuna remora
o timore di apparire ignoranti ("nessuno nasce professore", dice un saggio adagio popolare).
Il "filosofo", se autentico, vi risponderà con pazienza e senza alcuna ombra di saccenza (direi anzi che vi risponderà con vero
piacere...).
saluti

Jacopus

Spesso in questo forum ho fatto delle considerazioni simili alle tue. La condivisione della conoscenza non è mai un gioco a somma zero e quindi bisognerebbe essere grati a chi ci dona un pò del suo sapere. Il problema penso che nasca dalla difficoltà ad accettare la conoscenza altrui che non sia in qualche modo coerente con il nostro sistema di convinzioni, un parlamento mentale che ognuno di noi coltiva dentro di sè. Bisognerebbe, per fare questo, essere molto aperti mentalmente: essere in grado di accettare le idee altrui, confrontarle con le proprie e in qualche caso anche modificare le proprie idee. Purtroppo con il passare degli anni si diventa rigidi e qui l'età media non credo che sia molto bassa.
Inoltre si scatena in qualche occasione una specie di duello all'OK corral, con tanto di spettatori: chi farà le affermazioni più coerenti e fondate, chi vincerà: il rasoio di Occam o le spalle dei giganti di Bernardo di Chartres?
E ancora, chi sono in un forum, dove siamo tutti sullo stesso piano, gli esperti? Ed inoltre chi sono gli esperti in un mondo dove gli esperti sono visti con sospetto? C'è un libro fondamentale su questo argomento di Flaubert, si intitola Bouvard e Pecuchet. Dovremmo rileggerlo tutti, per capire il mondo approssimativo da bricoleurs che stiamo preparando per le future generazioni.
In questo panorama pessimistico però accade anche che vi siano dei confronti interessanti e condotti sportivamente e che spesso, almeno nel mio caso, mi spingono a documentarmi meglio su un argomento o addirittura a comprarmi un libro. Ad esempio "L'origine delle specie" a seguito delle infinite discussioni sull'evoluzionismo.
Quello che manca è forse l'umiltà. Una persona deve essere umile per sapere accettare la conoscenza altrui, e una persona colta deve essere altrettanto umile per comprendere i ragionamenti di un suo interlocutore senza guardarlo dall'alto in basso.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Lou

Parto dalla chiosa di Jacopus, nella mia esperienza mi è capitato di constatare in diverse occasioni quanto più il mio interlocutore conosceva tanto più era umile e aperto al dialogo. Viceversa spesso l'ignoranza e rigide convinzioni si rivelano essere fautrici di gretta arroganza. Per quanto mi riguarda la via della conoscenza forma, educa e insegna l'umiltà, perchè senza umiltà non si può conoscere nè imparare a guardare i n faccia la propria ignoranza, che è uno step necessario.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

0xdeadbeef

Beh, Socrate affermava che cosa saggia era mettersi nella condizione di "convincibilità"...
Se poi manca l'umiltà per farlo semplicemente non si è filosofi, ma solo volgari saccenti (e la saccenza è segno certo
di ignoranza).
Per quel che riguarda la, chiamiamola, "autorevolezza" io sono convinto che essa venga fuori così, naturalmente...
Come nel mondo informatico che frequentavo, c'è qualcuno che comincia a dire e a fare delle cose (nel nostro caso
specifico più dire che fare...) e gli altri, appassionati di quella materia (non gente che segue quella materia
per uno specifico interesse materiale), ne finiscono col riconoscerne le qualità.
Non mi meraviglia quanto afferma l'amica (amica, vero?) Lou. In effetti la conoscenza dovrebbe spingere (anzi, se
conoscenza autentica spinge senza condizioni) all'umiltà e all'apertura al dialogo, perchè come ovvio più si conosce
più ci si consapevolizza di non sapere quel che davvero conta (che è inconoscibile).
Penso però che il problema risieda più in chi ha remore a chiedere che in chi sarebbe tenuto a rispondere...
saluti

Lou

@Ox, sei un amico di lunga data, ricordo le conversazioni nel tempo e nello spazio di altri fora, sono molto d'accordo sull'autorevolezza così come la presenti. Dal titolo del topic che hai aperto mi permetto una estensione: filosofia come condivisione e integrazione, integrazione perchè è solo attraverso la condivisione dei dubbi e dei saperi che si riesce eventualmente a integrare aspetti della realtà su cui  prospettive altre rispetto alla propria invitano a osservare e valutare e aggiornare. Se ci si riesce lo sguardo si trova rinnovato.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Kobayashi

Da un link postato da Phil in una recente discussione sono finito in un vecchio 3D, "La nave di Teseo". Dibattito veramente interessante con interventi di qualità notevole (in particolare quello poetico-filosofico di Jean).
Ora, appare chiaro però che molti utenti non si sforzano granché per rendere più leggibili i propri post...
Non si tratta tanto di difficoltà concettuali, quanto di una scrittura a volte pesante nella forma e a volte un po' troppo carica di terminologie tecniche di cui si potrebbe fare tranquillamente a meno (o che si potrebbero accompagnare da qualche spiegazione in più).
Questo per dire che un forum che si voglia porre come progetto di condivisione della conoscenza ha bisogno di utenti consapevoli della necessità di un lavoro di redazione, chiarificazione, a volte faticoso.
Un equilibrio tra desiderio di porre all'attenzione idee che si ritengono interessanti e il desiderio  che queste siano ben comprese (e dunque debbano essere ben esposte, nei limiti ovviamente delle proprie capacità "stilistiche").
Forse con delle integrazioni al regolamento, chissà...

Ipazia

Citazione di: 0xdeadbeef il 28 Ottobre 2018, 10:30:25 AM

Stallmann era uso ripetere spesso questo concetto: "se noi due abbiamo ognuno una mela e ce le scambiamo restiamo con
una mela a testa; ma se ci scambiamo la nostra conoscenza essa sarà per ciascuno di noi molto aumentata ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee ".

Da bravo hacker l'ha rubata a G.B.Show o, piuttosto, Charles F. Brannan. Questo aforisma autoevidente lo porrei come dimostrazione della trascendentalità (tutta) umana.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

cvc

Io credo che il nobile sentimento della condivisione debba essere dedicato alla cultura più che alla filosofia. È giusto ed essenziale per l'umanità che la cultura venga diffusa e nessuno credo possa pensare che qualcosa di buono possa provenire dall'ignoranza, a meno che ci sia chi prende sul serio la 'parabola' del buon selvaggio. Ma la filosofia è in parte cultura e in parte percorso personale. Si può condividere la filosofia in quanto cultura ed anche il percorso personale come paradigma di un cambiamento che incarni lo spirito stesso della filosofia: l'affrancamento dal pregiudizio.
Per quanto riguarda il primo punto il problema riguarda la genuinità di un insegnamento extrascolastico, nel senso che ognuno tende a filtrare le proprie conoscenze coi propri pregiudizi, tradendo in ciò quello che secondo me è il già citato spirito della filosofia affrancante dai preconcetti. Nel senso che se ti spiego chi è Socrate dovrei farlo attenendomi ai fatti, senza cioè dipingere un Socrate buono o in Socrate cattivo.
Sul secondo punto invece mi incuriosisce la domanda: cosa si può imparare dal percorso filosofico personale di un altro? Forse si potrebbe imparare che in fondo non siamo poi così diversi fra noi come i nostri schieramenti filosofici danno ad intendere.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

0xdeadbeef

Citazione di: Kobayashi il 02 Novembre 2018, 09:57:47 AM
Da un link postato da Phil in una recente discussione sono finito in un vecchio 3D, "La nave di Teseo". Dibattito veramente interessante con interventi di qualità notevole (in particolare quello poetico-filosofico di Jean).
Ora, appare chiaro però che molti utenti non si sforzano granché per rendere più leggibili i propri post...
Non si tratta tanto di difficoltà concettuali, quanto di una scrittura a volte pesante nella forma e a volte un po' troppo carica di terminologie tecniche di cui si potrebbe fare tranquillamente a meno (o che si potrebbero accompagnare da qualche spiegazione in più).
Questo per dire che un forum che si voglia porre come progetto di condivisione della conoscenza ha bisogno di utenti consapevoli della necessità di un lavoro di redazione, chiarificazione, a volte faticoso.
Un equilibrio tra desiderio di porre all'attenzione idee che si ritengono interessanti e il desiderio  che queste siano ben comprese (e dunque debbano essere ben esposte, nei limiti ovviamente delle proprie capacità "stilistiche").
Forse con delle integrazioni al regolamento, chissà...

Ciao Kobayashi
Per come la vedo io il problema è essenzialmente in coloro che NON intervengono, non in coloro che
intervengono...
Quelli che intervengono parlano il linguaggio che gli è usuale, spesso adattandolo a quello che presumono
essere il "livello" del loro interlocutore (e, certo, dove è presunto un livello "alto" le scorciatoie, per
non stare a specificare troppo, abbondano).
Frequento forum filosofici da molti anni, e mi è capitato molto di rado che alcuni chiedano: "mi spieghi meglio
questo?"
Bah, per me è timore di apparire non all'altezza (timore, chiaramente, assurdo).
saluti

0xdeadbeef

Citazione di: Ipazia il 02 Novembre 2018, 22:41:03 PM

Da bravo hacker l'ha rubata a G.B.Show o, piuttosto, Charles F. Brannan. Questo aforisma autoevidente lo porrei come dimostrazione della trascendentalità (tutta) umana.



Ciao Ipazia
Permettimi di dire che questa non mi piace, perchè dà ad intendere che l'"essenza" dell'hacker sia il rubare
(mi piace invece la seconda parte di quanto affermi).
Ora, io ormai da una vita non bazzico più l'ambiente, per cui rischio di dire inesattezze (sai il segno
semiotico...), ma una volta era diffuso il concetto di "hacking etico", per cui magari l'hacker "arrivava"
fino a un certo punto e non oltre (magari, che so, fino a scoprire una vulnerabilità nella rete della CIA),
anche per non compromettere l'amministratore di sistema (magari di giorno, mentre di notte hacker pure lui).
Comunque e per farla breve, l'hacking autentico è venuto sempre più a coincidere con il "software libero"
e i sistemi operativi di tipo Unix (Linux su tutti).
saluti

bobmax

La filosofia è senz'altro condivisione. Secondo me per un motivo ben più profondo del semplice scambio di conoscenze.

Seguendo il pensiero di Karl Jaspers, sono infatti convinto che l'esistenza sia comunicazione.

Non nel senso di soggetti che si scambiano informazioni, che è solo l'interpretazione del mero esserci.
No, l'esistenza è pura comunicazione! Dove i soggetti che paiono comunicare sono in realtà secondari, sostanzialmente inesistenti.

Ciò che davvero esiste, nel mondo, è perciò la sola comunicazione.
Che è slancio esistenziale verso la propria Trascendenza.

Persino il pensiero, per svilupparsi deve essere comunicazione. Occorre che mi scinda in due, in modo che il pensiero fluisca tra me e me, pur rimanendo sempre uno...

Pura comunicazione l'esistenza. D'altronde, potrà mai esservi della Verità qui ma non là, tale da doverla trasferire da qui a là?
O non sarà invece che la Verità, essendo il Tutto, sia già ovunque?
E la comunicazione abbia perciò il solo scopo di farla emergere?

Esistenza è comunicazione, e la filosofia è forse la sua più alta espressione.


Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Caro Ox non te la prendere. Dobbiamo molto ai furti degli hacker: cominciando da WikiLeaks. Grazie a loro sappiamo un po' meglio quanto il re sia nudo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Socrate78

Il problema però è che la filosofia è ritenuta da moltissimi come qualcosa di noioso e inutile nello stesso tempo, sono questi i due aggettivi che sono spesso associati alla pratica filosofica! Secondo voi, se si ha a che fare con una persona comunque intelligente ma che ha questi preconcetti, è bene lo stesso cercare di avvicinarla alla cultura filosofica o è meglio lasciar perdere?

0xdeadbeef

Citazione di: Socrate78 il 12 Novembre 2018, 19:00:06 PM
Il problema però è che la filosofia è ritenuta da moltissimi come qualcosa di noioso e inutile nello stesso tempo, sono questi i due aggettivi che sono spesso associati alla pratica filosofica! Secondo voi, se si ha a che fare con una persona comunque intelligente ma che ha questi preconcetti, è bene lo stesso cercare di avvicinarla alla cultura filosofica o è meglio lasciar perdere?


Senza il minimo dubbio è meglio lasciar perdere (i consigli si danno solo a chi li chiede, recita un saggio
adagio popolare).
saluti

bobmax

Citazione di: Socrate78 il 12 Novembre 2018, 19:00:06 PM
Il problema però è che la filosofia è ritenuta da moltissimi come qualcosa di noioso e inutile nello stesso tempo, sono questi i due aggettivi che sono spesso associati alla pratica filosofica! Secondo voi, se si ha a che fare con una persona comunque intelligente ma che ha questi preconcetti, è bene lo stesso cercare di avvicinarla alla cultura filosofica o è meglio lasciar perdere?

È sempre bene.

Ma prestando molta attenzione nello scegliere gli argomenti che possano davvero interessare.

La filosofia è inutile e noiosa se a proporla è chi filosofo non è.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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