L' agnello fortunato e l'agnello sfortunato o del destino cinico e baro

Aperto da sapa, 05 Aprile 2022, 11:34:43 AM

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sapa

Ciao a tutti, vi propongo questo episodio, capitatomi ieri e in tema con il periodo,  che mi ha fatto riflettere sul destino, sperando che postarlo in questa sezione sia corretto.
Ieri pomeriggio mi reco da un agricoltore mio cliente, presso il quale trovo, come al solito, alcuni cagnetti festanti, che mi corrono incontro. Poichè gli animali, specialmente quelli festosi, mi piacciono molto, faccio loro festa a mia volta e poi mi metto a parlare con il mio cliente. Mentre il discorso procede, sento mordicchiare delicatamente i pantaloni e penso che sia il solito cagnino che cerca di attirare la mia attenzione, che comunque non concedo perchè il discorso che stiamo facendo è piuttosto importante e voglio che il mio cliente capisca bene tutto quanto gli sto dicendo. A un certo punto, però, visto che il mordicchiamento continua, abbasso lo sguardo e, sorpresa, mi accorgo che non è un cane che sta cercando di attirare la mia attenzione, ma un agnellino! " Bè?, chi è questo qua?", chiedo al mio interlocutore e lui, ridendo, mi spiega che si tratta di un agnello, partorito poche settimane fa dalla sua pecora, insieme a un altro agnello. Solo che, continua, questo agnello, poco dopo la nascita è caduto nell'abbeveratoio e la madre, da allora, si rifiuta di allattarlo e si è concentrata solo sull'altro agnello, del quale riconosce l'odore e che considera, a questo punto, l'unico suo figlio. Pertanto, l'agnello rifiutato dalla madre viene allattato dal figlio del mio cliente con il biberon ed è diventato di fatto un animale da compagnia. Naturalmente, la storia mi intenerisce e comincio ad accarezzare la bestiola e dico" Poverino, tra un po' poi ti faranno la festa...", al che il mio cliente mi dice" No, questo ce lo teniamo, ci siamo affezionati e non avremmo il coraggio di ucciderlo per Pasqua, come faremo con l'altro". E così, mi è subito chiaro che la bestia da ritenersi sfortunata, magrolina perchè allattata solo con il biberon con latte non materno, in realtà è stata fortunatissima a cadere nell'abbeveratoio, mentre quella ben pasciuta e coccolata dalla madre, in realtà è una vittima sacrificale, che la sua apparente fortuna sta portando all'imminente macello. Ovviamente, in natura le cose sarebbero andate diversamente, probabilmente all' inverso e l'agnello che sopravviverà alla mattanza pasquale sarebbe morto di fame! Sta cosa mi ha colpito, vedi un po' il destino che scherzi può combinare.....

Alexander

Buongiorno sapa

L'episodio che hai raccontato ricorda molto la famosa storiella cinese "Fortuna,sfortuna? Chi lo sa!"


CitazioneUna storia cinese narra di un vecchio contadino che possedeva un vecchio cavallo per coltivare i suoi campi.
Un giorno il cavallo scappò su per le colline e ai vicini che consolavano il vecchio contadino per la sua sfortuna, questi rispondeva: "Sfortuna, fortuna, chi lo sa?".
Dopo una settimana il cavallo tornò portando con sé dalle colline una mandria di cavalli selvatici, e questa volta i vicini si congratulavano con il contadino per la sua fortuna. Ma la sua risposta fu: "Fortuna? Sfortuna? Chi lo sa?".
Poi accadde che suo figlio, mentre cercava di domare uno dei cavalli selvatici, cadde, rompendosi malamente una gamba. Tutti pensarono che si trattasse veramente di una grande sfortuna. Non il contadino, la cui unica reazione fu: "Sfortuna? Fortuna? Chi lo sa?"
Qualche settimana più tardi, l'esercito entrò nel villaggio, imponendo a tutti i giovani abili la coscrizione obbligatoria: quando videro il figlio del contadino con la sua gamba rotta lo lasciarono stare. Questa fu una fortuna? Una sfortuna? Chi lo sa?


iano

Un mese fà ho estirpato da un muretto, ambiente suo ideale, una pianta di Ombelico di venere, nata spontanea, ma non senza un senso di colpa, perchè non c'è ambiente migliore di quello che una pianta si sceglie da sola.
Fortuna, sfortuna, chi lo sà?
Le piante sul muretto sono tutte morte, mentre la mia in vaso è così bella che non ne ho mai visto di simili in natura, per quanto non si può dire che sia una pianta ornamentale.
E' una pianta che non ama il ristagno, e cresce in uno sputo di terra, condizioni che ho provato con successo a ricreare.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

InVerno

Ho avuto trenta capre, capita che le madri non riconoscano i piccoli per diversi motivi, è necessario immobilizzare la madre o altre madri che magari sono in eccesso di latte e farlo bere da li. Quelli che ricevono il biberon hanno il vantaggio di un alimentazione abbondante e costante, la natura forse lo avrebbe selezionato negativamente per un caso ad essere abbandonato, l'essere scelto dagli uomini porta dei vantaggi. Noi selezionavamo per la per le caratteristiche della madre e alcune caratteristiche visibili (es. corna), ma alla fine la "simpatia" è un fattore ancora più cruciale, significa che ci sarà un buon rapporto tra l'animale e l'allevatore, meno grattacapi, più soddisfazioni da ambo le parti. Nella selezione innaturale che avviene in un allevamento, un animale fortememente domesticato è un grande vantaggio, anche se a volte può portare ad eccessi controproducenti. Le capre poi a differenza delle pecore sono più "individualiste" e capricciose, alcune possono diventare davvero una spina nel fianco, il fatto che rispondano ai richiami può salvare ore perse nei boschi.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

atomista non pentito

Ottima riflessione che mi trova del tutto d'accordo. Questa "filosofia" l'ho fatta mia fin da bambino e con questa smisi di soffrire per la separazione dei ( dai) miei genitori. Del resto per situazioni molto piu' banali e' gia' successo ( ad esempio ) che durante una corsa in bici una foratura ( sfortuna che fa si' che la tua gara finisca li' perché contrariamente ai professionisti non c'e' una ammiraglia a soccorrerti) mi abbia certamente preservato da una caduta di gruppo avvenuta poco dopo ( fortuna). Per cui nulla va vissuto di per se come una iattura , va semplicemente vissuto visto che e' cio' che ci e' dato vivere.

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