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Avere o essere?

Aperto da iano, 04 Aprile 2025, 04:30:17 AM

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iano

E' il titolo di un libro di Erich Fromm, che mi ha formato, laddove io, in accordo con l'autore, ho scelto di essere.
Oggi però, col senno di poi, fra l'essere e l'avere, scelgo il divenire, se nel percorso per ottenere ciò che desidero divengo ciò che sono.
La felicità sta nel possedere la capacità di ottenere qualcosa, e non nel possederla, perchè il possederla grava, mente la capacità di ottenerla rende leggero il nostro cammino.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

anthonyi

Anche per me le idee di Fromm sono state costruttive. 
Vorrei evidenziare come la tua proposta sul "divenire" non deriva da altro che da una dinamicizzazione temporale della dicotomia di Fromm, dove l' "essere" diventa "divenire", e l' "avere" diventa "ottenere".
Un saluto, iano. 

Adalberto

Citazione di: iano il 04 Aprile 2025, 04:30:17 AME' il titolo di un libro di Erich Fromm, che mi ha formato, laddove io, in accordo con l'autore, ho scelto di essere.
Oggi però, col senno di poi, fra l'essere e l'avere, scelgo il divenire, se nel percorso per ottenere ciò che desidero divengo ciò che sono.
La felicità sta nel possedere la capacità di ottenere qualcosa, e non nel possederla, perchè il possederla grava, mente la capacità di ottenerla rende leggero il nostro cammino.
Ciao Iano,
a volte penso che certi libri si acquistavano da giovani perché la scelta era già stata fatta e si aveva solo bisogno di conferme, di articolazioni razionali per un sentimento già chiaro in noi. O forse era solo così per me.

Più che divenire forse converrebbe parlare semplicemente di vivere, inteso come atto di traformazione fra ciò che eravamo e ciò che siamo, ma senza ridurre il nostro essere a semplice concetto, sia perché da un lato si acquisiscono delle capacità sia per le gioie che proviamo, soddisfacendo così sia la ragione che il sentimento. 

Peraltro mi hai fatto tornare in mente un altro libro in cui riflettersi, visto che formati lo siamo già. Essere e vivere di Francois Jullien che metteva a confronto il modo occidentale di concepire il nostro essere  con la visione  cinese che valorizza le relazioni che possiamo cogliere nel fluire della vita.
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

iano

Citazione di: Adalberto il 05 Aprile 2025, 19:30:37 PMCiao Iano,
a volte penso che certi libri si acquistavano da giovani perché la scelta era già stata fatta e si aveva solo bisogno di conferme, di articolazioni razionali per un sentimento già chiaro in noi. O forse era solo così per me.
Si è vero, a volte un libro è una pietra miliare di un percorso che stavi già facendo, e di cui col libro a volte prendi coscienza , prima ancora che riceverne conferma.
Era comunque una sorte già scritta per me, perchè sono sempre stato allergico alla proprietà, e non per scelta ideologica, ma semplicemente perchè il possesso di qualcosa mi ha sempre infastidito, e di cui spesso mi sono quindi liberato, ma non per generosità.
Un allergia alla proprietà con i suoi pro e i suoi contro.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
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Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ninag

Dovrei averlo letto, probabilmente è in qualche scafale, la cosa strana è che non mi ricordo quasi nulla, di solito mi ricordo bene i libri che ho letto. Se non che era aveva un forte legame con Freud, di cui ho ricordi molto più precisi.

Adalberto

Citazione di: Ninag il 05 Aprile 2025, 22:25:08 PMDovrei averlo letto, probabilmente è in qualche scafale, la cosa strana è che non mi ricordo quasi nulla, di solito mi ricordo bene i libri che ho letto. Se non che era aveva un forte legame con Freud, di cui ho ricordi molto più precisi.
Nemmeno io ricordo il contenuto ma solo il periodo in cui è uscito, circa mezzo secolo fa.
Certi libri centrano l'attualità cogliendo faglie esistenziali in movimento.
Per molti giovani Fromm è stato come una bandierina che ha marcato un proprio momento di consolidamento o un punto di svolta nella vita. Non si trattava solo di  criticare l'avere beni materiali in possesso, ma anche abitudini ed esperienze mantenute per consuetudine e falsa sicurezza oppure abbandonate da poco in cerca di nuove realizzazioni.
Scegliere l'essere aveva il peso del cambiamento, del diventare altro da prima: una trasformazione non solo personale ma anche del proprio ruolo nella società.
Forse in questo senso Iano parla di divenire, non so, ma qualche attinenza la vedo.

In un certo senso è stato un libro in cui molti si  riconoscevano l'un l'altro, di una generazione che nella proiezione verso il futuro prossimo cercava una nuova identità, accomunati dallo sforzo di  realizzarla.
Vedo ora prevalere una ricerca dell'identità sociale più tesa a disegnare  radici del passato, ma senza neanche scavare tanto in profondità per cercarle davvero. Ma questo è un altro discorso.
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

Ninag

Molte teorie psicologiche nascono nella prima metà del secolo scorso e i padri fondatori sono in gran parte di religione ebraica, che ha sicuramente influenzato il pensiero dei maggiori psicoanalisti. 
Attualmente è molto di moda la teoria che sostiene:" Non avrai nulla e sarai felice". Sarà un mio limite ma non riesco a comprendere tale assioma.

Adalberto

Citazione di: Ninag il 07 Aprile 2025, 12:47:38 PMMolte teorie psicologiche nascono nella prima metà del secolo scorso e i padri fondatori sono in gran parte di religione ebraica, che ha sicuramente influenzato il pensiero dei maggiori psicoanalisti.
Attualmente è molto di moda la teoria che sostiene:" Non avrai nulla e sarai felice". Sarà un mio limite ma non riesco a comprendere tale assioma.
Hai ragione: ho controllato anche Fromm era ebreo. ma che c'entra?
A differenza dei cristiani (lasciati nell'ignoranza per due millenni e educati solo tramite -magnifiche- illustrazioni nelle chiese spiegate dai prelati), il popolo del libro ha coltivato lo studio della parola anche per mantenere una sua identità malgrado persecuzioni e/o negazioni di attività lavorative manuali. Diventa poi naturale avere delle eccellenze in altri campi.

Sono d'accordo con te, anche se non conosco questa moda. Il pauperismo sottinteso non mi sembra nuovo, mi rimanda a moralismi medioevali evidentemente ancora presenti. Lo vedo bene come titolo per un libretto di self-help in vendita a 9,90
 euro
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Ninag

Pare che l'idea di promuovere l'idea: " non avrai nulla e sarai felice" fosse venuta a Schwab presidente del Word Economic  forum , su indicazione di Harari. Ho letto da qualche parte che Schwab sta per dimettersi.      

iano

#9
Citazione di: Adalberto il 07 Aprile 2025, 12:10:21 PMNemmeno io ricordo il contenuto ma solo il periodo in cui è uscito, circa mezzo secolo fa.
Grazie per avermelo ricordato.  :D
Allora, senza troppo dover scavare, torniamo a mezzo secolo fa.
Ero in libera uscita dalla caserma di Arezzo dove facevo la leva, e ho visto a ciò un alternativa nella vetrina di un edicola ( vicino alla stazione ferroviaria, se la memoria non mi inganna), e mi vedo ancora seduto nella panchina li vicino, a leggere il libro, felice di averlo potuto acquistare con i miei soli pochi averi.
Come ho già scritto si è trattato di una svolta che era già scritta nel mio DNA, che però in quel momento mi è divenuta chiara.
C'è un alternativa al solito tran tran, ma bisogna aver chiaro che ciò significa rinunciare al quieto vivere e ad una socialità di facciata.
Nel mio caso però appunto più che di una scelta si è trattato di seguire il mio destino, ma io non critico la gente che vive per avere, è che proprio non la capisco, conscio al contempo che non si tratti perciò  di seguire un ideale destino glorioso, agendo sempre e solo a nome mio e rispondendone di persona.
E' se si vuole una specie di processo conoscitivo ottenuto a mie spese, non certo tutto  rose e fiori, ma del quale, e in ciò sta la mia fortuna, non mi sono mai pentito.
All'essere nel tempo ho sostituito il divenire, perchè l'essere stesso è possedere una posizione, e alla fine di questo percorso, venendo ai giorni nostri, ho rinunciato al possesso della stessa verità, individuata come instabile fondamento sul quale si edificano solide caserme.
Questo però non significa che io non possa scegliere liberamente di rinchiudermi dentro mura di verità, solo voglio evitare di ritrovarmici senza sapere come ho fatto ad entrarvi, come pecora in un recinto.
Sono conscio che noi siamo il prodotto di verità che ci delimitano e definiscono. ma nella misura in cui mi è concesso desidero determinarmi consciamente, cercando di guardare sempre oltre quel recinto dentro il quale non so come ho fatto ad entrare.
Possedere è appropriarsi in pianta stabile di quel recinto, come se non ci fosse un domani.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ninag

Mi pare di ricordare una frase che veniva spesso citata dagli studenti quando si accostavano ai principi filosofici , "Cogito ergo sum".

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