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Indifferenza

Aperto da doxa, 07 Febbraio 2021, 20:02:58 PM

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doxa

Lo scrittore irlandese George Bernard Shaw (1856 - 1950), premio Nobel per la letteratura nel 1925, nel 1939 ricevette l'Oscar alla  migliore sceneggiatura per il film: "Pigmalione", ispirato dall'omonima commedia.


Shaw in un suo aforisma scrisse: "Il peggior peccato verso i nostri simili non è l'odio ma l'indifferenza; questa è l'essenza della disumanità".


Anche l'odio è un peccato grave, ma forse è più inquietante, pervasiva e malvagia l'indifferenza. Viene manifestata con il distacco emozionale, silenziosamente fa capire all'altro/a di essere persona sgradita.


Essa infatti cancella l'l'altro/a dall'orizzonte della propria vita. Ferisce col silenzio, è una modalità adatta per arginare chi non si vuol più vedere, con chi non si vuole avere nulla a che fare. Tale "ricetta" va bene anche per le coppie che si separano, senza usare gesti violenti.


Invece quando si ama c'è sempre una restrizione, ma per fare posto a chi si ama.



doxa

Il sostantivo "indifferenza" deriva dal latino "indifferentia", parola composta da "in" privativo (= non) + la particella "dis-" (che indica separazione) + il verbo "ferre" (= portare): letteralmente: "senza differenza, "non fa differenza"... fra persone, cose o idee.


"Libertas indifferentiae": l'indifferenza è collegata alla libertà dell'individuo di scegliere chi e cosa rifiutare.


La parola greca equivalente a indifferenza è "adiaphoria".


Il termine "adiaphora" (= cose indifferenti) era un concetto usato dalla filosofia stoica (influenzata dalla corrente filosofica cinica) per indicare cose che sono al di fuori dalla legge morale, cioé azioni che non sono moralmente prescritte né moralmente proibite.


Alcune pratiche ascetiche dei cinici vennero adottate da monaci mendicanti nel periodo paleo-cristiano.
Nella teologia cristiana l'adiaphora si riferisce a questioni considerate non essenziali per la fede, perciò possono essere o non essere praticate, a seconda delle usanze e delle opportunità locali.


L'indifferenza può anche non dipendere dalla percezione negativa dell'altro, per esempio lo stato d'animo di chi rifiuta il senso di appartenenza sociale.





doxa

L'indifferenza agisce in silenzio, senza ira. Viene manifestata con la "freddezza" e il disinteresse.


Chi viene "negato" soffre, oppure no, dipende dalla motivazione.


Un individuo può essere importante per un altro/a, ma non significa reciprocità.


Ci sono persone che preferiscono non amare per evitare di essere psicologicamente "ferite", perciò si rifugiano nell'indifferenza. Di solito hanno subìto l'esperienza traumatica dell'abbandono e non riprovare lo stesso dolore.








doxa

Nelle relazioni interpersonali l'indifferenza può essere considerata come extrema ratio che induce l'individuo ad allontanarsi da un'altra persona, che non vuol conoscere o frequentare.


In alcuni casi l'indifferenza è una forma di difesa tramite esclusione.


Ipazia

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

doxa

#5
Psicologicamente l'indifferenza è come un'arma puntata contro l'avversario, ultima soluzione che si attua per far capire ciò che l'altro non vuole capire. Fa molto soffrire, però può essere necessaria per proteggersi, anche da persone e/o situazioni che in passato hanno invece suscitato interesse.


L'indifferenza induce la "freddezza emotiva", il disinteresse verso chi non si gradisce o ci ha fatto del male. 


La convinta indifferenza è uno stato di grazia, è saggezza, se invece è soltanto esteriore può diventare sofferenza, perché è una forzatura da parte dell'indifferente.
Dipende dall'importanza che si attribuisce agli altri.





doxa

#6
Ciao Ipazia,


chi è il cavaliere che hai postato ?



Un abile spadaccino indifferente ?  :D






Ipazia

#7
L'indifferenza è la forma di difesa più efficace nella giungla antropologica. La più leggera e meno dispendiosa di energie vitali, come bene illustra il quadro di Watteau: l'Indifferent. Un detto lucano fa: col sì t'impicci, col no ti spicci. Il no è, concordo col post precedente, l'indifferenza rivolta a chi la merita: nel lavoro, in società e nella vita.

E come non citare apatia e atarassia, patrimonio filosofico di stoici ed epicurei. Ed infine il percorso dell'illuminazione buddista.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

doxa

#8
Ipazia ha scritto

CitazioneL'indifferenza è la forma di difesa più efficace nella giungla antropologica


Bene !  ;) Passiamo dall'indifferenza individuale all'indifferenza sociale, fenomeno cognitivo, emotivo e comportamentale.

Tendiamo a vivere in "zona sicurezza", ignorando chi ci sta vicino senza conoscerlo, Cerchiamo soluzioni per eliminare ciò che non corrisponde alla nostra visione della realtà.

Conseguenza dell'indifferenza sociale: mi guardi ma non mi vedi, perché la tua mente è orientata altrove, continui a guardarmi..., ma non mi vedi comunque.

L'indifferenza come sguardo si fa atteggiamento e comportamento.

L'indifferenza nega l'incontro, il dialogo, la possibile reciproca conoscenza.


Nell'indifferenza sociale c'è chi s'immagina protagonista di un film western, di estrarre la pistola per primo e vincere il duello. :D ;D

bobmax

Occorre a mio avviso non confondere l'indifferenza con il distacco.

Perché l'indifferenza annulla ogni valore dell'altro.
Viceversa, il distacco mistico annulla se stessi.

L'indifferenza è una sottile ma potente manifestazione della volontà di potenza.

Mentre il distacco è la rinuncia ad ogni volontà. Che non sia la volontà di Dio.

Di modo che, parafrasando Gramsci, odio l'indifferenza, ma amo il distacco.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

doxa

Bob, aiutami a capirmi.


Ma la mia avversione per i rom, soltanto quelli che delinquono (maschi e femmine),  che non vogliono integrarsi nella nostra società e preferiscono vivere in modo parassitario, è "distacco mistico" (uso la tua frase) o indifferenza sociale ?


La mia è discriminazione, pregiudizio ?




L'indifferenza sociale mi aiuta a "vederli senza guardarli", sono "ombre che camminano.  :D

Ipazia

Distacco, indifferenza,... meglio sarebbe ripercorrere il cammino della filosofia antica che coniò termini come apatia, atarassia, e che enumerò le 4 verità del cammino che libera dal dolore.

L'esecrazione dell'indifferenza odora di un politicamente corretto che rimane alla superficie dei fenomeni. La specie homo è biologicamente curiosa, impicciona. Per essa l'indifferenza è un elaborato, un punto d'arrivo, non certo di partenza. Essa fiuta l'Altro, ne annusa le affinità, e solo quando coglie aspetti ostili e ne sperimenta la pericolosità decide di difendersi attivando comportamenti ad hoc tra cui l'indifferenza. Vale per le popolazioni e per gli individui nella fase evolutiva dell'approccio al mondo che si va discoprendo.

Prima di chiedersi perchè qualcuno è indifferente bisognerebbe chiedersi perchè qualcuno o qualcosa diventa oggetto d'indifferenza.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Citazione di: doxa il 08 Febbraio 2021, 15:33:57 PM
Bob, aiutami a capirmi.

Ma la mia avversione per i rom, soltanto quelli che delinquono (maschi e femmine),  che non vogliono integrarsi nella nostra società e preferiscono vivere in modo parassitario, è "distacco mistico" (uso la tua frase) o indifferenza sociale ?

La mia è discriminazione, pregiudizio ?

L'indifferenza sociale mi aiuta a "vederli senza guardarli", sono "ombre che camminano.  :D

Ciao Doxa

Dalla mia esperienza, il distacco è la stessa compassione.
E la compassione non può derivare da un atto di volontà, quindi non ha alcun esito volere il distacco.
Solo lo si è, quando lo si è, compassione, distacco.

E' un dono di Dio.
Il distacco è la stessa grazia.
E' un corto circuito.
Infatti, l'uomo davvero distaccato "obbliga" Dio a intervenire.
E Dio interviene con la propria volontà.
Nel senso che l'uomo distaccato vede la volontà divina in azione, come d'altronde sempre avviene.

La questione che poni è tragica.
Nel senso che nessuna scelta è davvero "giusta". Per cui qualsiasi cosa decidiamo... comunque sbagliamo.
E' infatti in gioco la Verità, che non conosciamo.
Allora possiamo essere tentati dall'indifferenza. Il modo forse più neutrale per affrontare situazioni in sostanza inaccettabili.

Ma essendo io un intollerante, non riesco neppure a provare indifferenza, i parassiti non li sopporto proprio. Non mi sono indifferenti, non li tollero.
Però questo mio sentire così chiaro e imperativo mi espone ancor di più all'errore...
Perché la discriminazione, il pregiudizio, devono prima o poi fare i conti con la Verità.

Perché un conto è valutare la situazione di per sé: parassitismo, un altro il perché di questa situazione.
E allora quel ladruncolo, che d'impulso può ricevere solo il mio disprezzo, può diventare un problema tale da farmi arrestare nel mio giudizio.

E in quel arresto, che è una crisi esistenziale, può avvenire il distacco.
Tanto più grave era il mio errore, tanto più probabile è la crisi.

L'indifferenza può invece farti evitare di entrare in crisi, ma in questo modo non cogli neppure la possibile occasione.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Mariano

Dice giustamente bobmax "Occorre a mio avviso non confondere l'indifferenza con il distacco".


e desidero esporre il mio pensiero:
L'indifferenza è una sottile arma contro  chi la pensa differentemente e rappresenta la sconfitta del  dialogo; non so se sia più dolorosa per chi la usa o per chi la subisce, ma può essere efficace per la ripresa del dialogo o può rappresentare una definitiva espressione di odio.
Il distacco deriva dalla presunzione di conoscere la verità , negare il confronto e restare "beatamente" tranquilli
L'intolleranza  come l'odio  fanno parte della sfera emotiva.

paul11

 Ciao Mariano,
sono d'accordo, trovo che l'odio sia uno sconfinamento dell'amore, è ancora sentimento anche se ovviamente con caratteristiche diverse dall'amore, ma l'indifferenza è assenza di sentimenti, è provare o meglio non provare nessuna empatia verso l'esistenza altrui , "non fa né caldo ,nè freddo" si potrebbe dire, cioè non si prova nulla della presenza altrui. La vea indifferenza è cessare di provare qualcosa verso qualcosa d'altro da sé.
L'indifferenza non è affatto un sentimento è oltre l'odio è di più dell'odio.


Sono inutili qualunque giustificazione o auto giustificazione, non è mai una "vera" difesa è una forma squilibrata di cercare equilibrio nello squilibrio , negando qualcosa fuori di sé che fa morire qualcosa dentro  di sé.


Avrei da ridire sulle scuole di pensiero che negano qualcosa del mondo per la propria "contemplazione ombelicale", questa è una forma di egocentrismo contraddittoria a qualunque pensiero sociale.