Immortalità a la Borges

Aperto da Jacopus, 17 Ottobre 2018, 22:02:04 PM

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Jacopus

Il tempo è infinito. Lo spazio è infinito. Quindi un altro Jacopus inevitabilmente è già nato e morto nel passato e un altro Jacopus sta per nascere nel futuro. Ma non solo, in virtù di queste dimensioni infinite esisteranno o sono esistiti degli Jacopus quasi simili. Uno si è differenziato perché scelse un giorno di indossare i mocassini, invece degli stivali, un altro preferì grattarsi il naso invece di guardare fuori dall'oblo' protettivo. Ma non solo. Prima o poi nel tempo e nello spazio, questi diversi Jacopus, ognuno leggermente diverso dall'altro, si dovranno incontrare ed essendo il tempo infinito, sono destinati a reincontrarsi. E questo ovviamente va moltiplicato per tutte le forme viventi. Quindi, se questa teoria fosse vera, sono immortale e consistente con infinite copie di me stesso che hanno vissuto nel passato e che vivranno nel futuro e altrettante infinite copie di quasi-me-stesso.
Il prosecco è finito.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Kobayashi

#1
Nel tempo infinito tutte le possibilità si devono per forza realizzare?
Prendiamo per esempio il modellino di un aereo composto da 500 pezzi. Mettiamo i pezzi sciolti in una scatola da 1 metro cubo di volume. Scuotiamola per 10 secondi e apriamo. Ripetiamo l'operazione all'infinito. Siamo sicuri che necessariamente si arriverà prima o poi alla ripetizione che darà forma al modellino bello che montato? Non sono necessarie condizioni (energetiche o meccaniche o altro) particolari che lo scuotimento casuale non può garantire?
È corretta l'idea secondo cui l'eternità costringerebbe l'universo alla realizzazione di ogni possibilità?

Insomma, l'idea di una pluralità di Jacopus non mi convince...
Senza parlare del fatto che se anche ci fossero tanti Jacopus, ciascuno di essi sarebbe comunque separato da tutti gli altri, persi nel tempo e nello spazio.
Più che di immortalità parlerei della riproduzione dell'esperienza della morte: una per ciascuno dei singoli Jacopus...

iano

Per poter verificare , anche solo teoricamente , che esistono anche soli due Jacopus identici , ciò che l'infinita' ci garantirebbe , bisognerebbe poter definire con precisione infinita cosa sia Jacopus e questo non è possibile.
O no ?  😁
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Lou

Citazione di: Kobayashi il 18 Ottobre 2018, 08:42:17 AM
Nel tempo infinito tutte le possibilità si devono per forza realizzare?
Prendiamo per esempio il modellino di un aereo composto da 500 pezzi. Mettiamo i pezzi sciolti in una scatola da 1 metro cubo di volume. Scuotiamola per 10 secondi e apriamo. Ripetiamo l'operazione all'infinito. Siamo sicuri che necessariamente si arriverà prima o poi alla ripetizione che darà forma al modellino bello che montato? Non sono necessarie condizioni (energetiche o meccaniche o altro) particolari che lo scuotimento casuale non può garantire?
In un tempo infinito tutte le permutazioni possibili di un numero finito di 500 pezzi sono anch'esse finite e si raggiungono, quindi anche il modellino bello montato.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

bobmax

Penso che uno dei più perniciosi equivoci della nostra epoca, sia quello di considerare l'infinito come un qualcosa da poter utilizzare nelle nostre considerazioni, come se fosse davvero reale, appunto, un qualcosa.

Mentre l'infinito è solo un'idea. Un'idea necessaria, ma certo non un qualcosa, da poter utilizzare come cosa tra le cose...

L'attualizzazione dell'infinito comporta la sua illusoria riduzione a finito.
Mentre solo il finito c'è, ma non l'infinito.
Se ci fosse... dovrebbe essere finito.
D'altronde, il tempo pare avere un inizio e lo spazio sembra essere finito.

E pure quante altre "possibilità" vi sarebbero che accada un evento diverso da quello che ora accade?
Una, due, infinite?

Probabilmente... nessuna.
Per esserci davvero anche solo un'altra possibilità avremmo bisogno, qui nel presente, dell'infinito.


Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Citazione di: Lou il 28 Ottobre 2018, 17:33:43 PM
In un tempo infinito tutte le permutazioni possibili di un numero finito di 500 pezzi sono anch'esse finite e si raggiungono, quindi anche il modellino bello montato.
Ottima soluzione. Peccato che sia soltanto metafisica. Invece quella rompiscatole della fisica potrebbe ostinarsi all'infinito a non assemblare un bel nulla, lasciando ogni pezzo al suo solitario destino  :P

La migliore rappresentazione (e utilizzo) dell'infinito è quella della matematica, che lo riconduce al finito come limite di una funzione. In ciò concorda con l'idea che noi moderni abbiamo dell'apeiron di Anassimandro, mentre è difficile dire quale fosse veramente la sua. Ci resta il concetto di miriade di miriadi che, per quanto grande, è pur sempre finito. Così come la progressione quadratica dei semi di grano sulle caselle di una scacchiera che è finita, ma sufficientemente grande da mostrare la distanza infinita tra un suddito che sa e un sovrano che non sa.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Lou

#6
Citazione di: Ipazia il 29 Ottobre 2018, 12:57:22 PM
Citazione di: Lou il 28 Ottobre 2018, 17:33:43 PM
In un tempo infinito tutte le permutazioni possibili di un numero finito di 500 pezzi sono anch'esse finite e si raggiungono, quindi anche il modellino bello montato.
Ottima soluzione. Peccato che sia soltanto metafisica. Invece quella rompiscatole della fisica potrebbe ostinarsi all'infinito a non assemblare un bel nulla, lasciando ogni pezzo al suo solitario destino  :P

La migliore rappresentazione (e utilizzo) dell'infinito è quella della matematica, che lo riconduce al finito come limite di una funzione. In ciò concorda con l'idea che noi moderni abbiamo dell'apeiron di Anassimandro, mentre è difficile dire quale fosse veramente la sua. Ci resta il concetto di miriade di miriadi che, per quanto grande, è pur sempre finito. Così come la progressione quadratica dei semi di grano sulle caselle di una scacchiera che è finita, ma sufficientemente grande da mostrare la distanza infinita tra un suddito che sa e un sovrano che non sa.
No dai, guarda quanti modellini di aerei ben costruiti ci sono, se non fosse un possibile, nemmeno ci sarebbe un reale. Che la fisica s'è scordata di " quel che c'è"?!?:P
Scherzi a parte, rileggendo, e non so se sbaglio, la mia risposta a Koba manca il punto, poichè egli inseriva un elemento causale e non casuale ( una ragione?) aggiuntiva da inserire perchè il modello si realizzi.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Ipazia

Si parlava di scuotimento casuale di 500 pezzi in una scatola, non di tentativi di montaggio. Uno scuotimento casuale potrebbe non sortire alcun effetto, così come un numero del lotto potrebbe non uscire mai. In fisica. In metafisica prima o poi uscirà perchè la metafisica postula l'infinito, il tutto, e tutte le possibilità al loro interno. Ottenendo il risultato di trasformare i numeri ritardatari in entrate supplettive per il lotto.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Kobayashi

Volevo mettere in discussione proprio la tendenza a utilizzare il modello del calcolo probabilistico nella considerazione dell'accadere di un evento nella realtà.
Secondo questa logica a tutto ciò che non è chiaramente impossibile assegniamo una probabilità (di accadere), magari piccolissima.
Poi la legge dei grandi numeri fa il resto...

Io credo che il modellino si potrà ritrovare montato solo in due casi:
- la presenza di un'intelligenza che realizza il montaggio;
- i pezzi del modellino rivelano di possedere una qualità (a noi sconosciuta) di aggregarsi secondo una complessità armoniosa; una qualità che non può essere ridotta ad attrazione/repulsione o ad affinità di forma; una qualità che trascende la semplice energia rilasciata dallo scuotimento;

Se mettiamo quattro o cinque tipi diversi di atomi in un pentolone e lo facciamo bollire per 4 miliardi di anni, alla fine ci ritroviamo una cellula vivente? O solo aggregati di molecole inanimate?