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Il silenzio

Aperto da Estack, 08 Maggio 2021, 10:50:26 AM

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Estack

Ormai si parla anche di inquinamento acustico,non conosciamo più cosa sia il silenzio. Ti è mai capitato di provare il totale silenzio? Che sensazioni hai avuto?

viator

Salve Estack. Il silenzio assoluto ovviamente non può esistere in via oggettiva. Inoltre, essendo il concetto di silenzio connesso non alla esistenza di qualcosa, bensì alla sua assenza, la percezione del silenzio - anch'essa - non può darsi.

Per quanto riguarda le conseguenze psicoemotive dalla mancanza di percezione sonora...........occorrerebbe chiedere ad un sordo dalla nascita. Il quale, essendo privo della esperienza sonora, non potrebbe provare alcuna emozione o sensibilità verso ciò che non ha mai conosciuto.

Lasciando perdere i sofismi soprastanti, personalmente ho avuto modo di trascorrere centinaia di ore in montagna, in luoghi nel quali regnava un silenzio soggettivamente completo (cioè stando nei quali, io ero convinto di non riuscire a percepire suoni non da me stesso prodotti).

Chiunque può replicare l'esperienza del silenzio anche davanti ad un televisore. Basterà essere da soli e spegnere l'audio per accorgersi immediatamente di come il cervello sposti la propria concentrazione verso la visualità.Naturalmente il fatto che il cervello e la psiche riescano a concentrarsi su situazioni contenenti messaggi sensoriali sempre più selettivi, genera il fenomeno dell'approfondimento, dell'apprendimento, dell'emozionalità.

Per questa ragione gli strumenti multimediali e l'inseguimento della multisensorialità contemporanea ed "obbligatoria" (cinema, TV, video, spettacoli "live").......mentre sono adattissimi all'intrattenimento gregario e superficiale.................RAPPRESENTANO LA NEGAZIONE DELLA EMOTIVITA' PROFONDA E DELLA CULTURALITA'.

Si veda bene se in un museo trovassimo, accanto a lavori grafici o pittorici, dell'accompagnamento musicale possibilmente fragoroso e un pochetto di ossessivi richiami video (magari promozionali).

Il silenzio quindi è ciò che serve ad affinare la percezione, sottolineando i significati che provengono dai sensi diversi dall'udito. Infatti, ancora ad esempio, se vogliamo godere delle sensazioni tattili ci verrà sia da tacere che da chiudere gli occhi, no ? Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#2
Il silenzio massimo, quindi il rumore minimo  misurabile ,è quello ottenibile in camera anecoica, dove si ascolta solo il rumore del proprio corpo, e dicono non sia cosa piacevole. Di solito non si resiste più di 15 minuti. Silenzio per modo di dire quindi. In effetti si ottiene l'effetto contrario.
In condizioni normali il rumore che proviene dall'interno del nostro corpo si confonde col rumore di fondo, che si può configurare come un rumore privo di informazioni degne di nota, che dopo un po' smettiamo quindi di sentire.
Da un punto di vista percettivo il silenzio è quel rumore che riusciamo ad ignorare.
A me succede  guardando la TV. Se mi viene chiesto non so' dire a volte cosa ho ascoltato, perché stavo pensando ai fatti miei.
Altre volte ho la sensazione di sentire il pensiero degli altri, rimanendo incerto se si sia trattato invece di un bisbiglio che hanno  emesso in sovrapensiero.
È noto poi che a volte  rispondiamo istintivamente a rumori tanto deboli da non arrivare alla soglia della nostra coscienza.
In un certo senso l'informazione che il rumore trasporta amplifica o deprime la relativa sensazione uditiva.
Come dice Viator per amplificare una sensazione tattile occorre "silenziare" gli altri sensi.
Ciò è vero perché ad ogni sensazione partecipano sempre tutti i sensi.
Quindi la sensazione tattile cambia se chiudiamo gli occhi, così che la percepiamo diversamente, magari come amplificata, ma in effetti impoverita.
Questo significa che non basta tapparsi le orecchie per smettere di sentire, e se ci si vuole appartare in luogo "silenzioso" , ciò in effetti equivale a scegliere un rumore piuttosto che un altro.

Ottimo quello di montagna, come dice il saggio Viator.
Più in generale silenzio è , al suo minimo,  un rumore non molesto.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alexander

Buongiorno a tutti


Il silenzio più rigenerante è quello che si ottiene quando si riesce a placare il continuo chiacchierio mentale che ci tormenta da mane a sera.  :(

daniele22

Ciao a tutti. Come dice Viator in altri termini penso che non avendo noi l'esperienza del silenzio assoluto dovremmo considerare il termine silenzio come qualcosa di ideale. E come dice ancora Viator forse sarebbe interessante ascoltare cosa dice un sordo dalla nascita, ma questo è un altro discorrere. Come ancora si percepisce da altre risposte, ci sarebbe da indagare sul silenzio della mente quando questa è perfettamente allineata al suo corpo nello svolgersi di un'azione, e anche questo è un altro discorso. Ciao

sapa

Trovo questa discussione molto attuale. Dopo il lockdown duro dell'anno scorso, quando gli unici rumori ambientali erano praticamente i versi degli uccelli, lo stormire degli alberi e il ronzio degli insetti, il ritorno alla normalità mi trova impreparato e infastidito. Il silenzio assoluto è impossibile in natura, ma il silenzio relativo sì. Purtroppo, mi rendo conto che la soglia del rumore è diversa da uomo a uomo, a me dà fastidio anche chi parla a voce troppo alta e l'inquinamento acustico ( al quale ascrivo anche musica che non mi piace, a volume esagerato) mi sta facendo soffrire adesso più che mai.

Ipazia

Il silenzio è diventato un lusso da ricchi o almeno da benestanti. In città è praticamente impossibile goderne. Agli amanti del silenzio non resta che trasferirsi in un ambiente extraurbano in una casa singola, lontana da strade trafficate, con un bel po' di terreno intorno. Roba da ricchi, appunto. O da sinceri amanti che hanno investito tutte le loro risorse per ottenere questo risultato.

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

doxa

"Meno si riflette e più si parla. Pensare è parlare a sé stessi. E quando si parla a sé stessi, non viene in mente di parlare agli altri", disse il barone di Montesquieu: Charles-Louis de Secondat (1689 – 1755).


Il filosofo e giurista francese Montesquieu esorta a riflettere. Il pensare crea silenzio e si nutre di silenzio perché è un "parlare a è stessi". E' proprio questo che manca a chi parla troppo agli altri, correndo il rischio di dire banalità. Sono necessari la meditazione, l'ascolto, la lettura.


Un noto aforisma della tradizione ebraica: "Lo stupido dice quel che sa; il sapiente sa quel che dice".

InVerno

Citazione di: Ipazia il 09 Maggio 2021, 23:05:09 PM
Agli amanti del silenzio non resta che trasferirsi in un ambiente extraurbano in una casa singola, lontana da strade trafficate, con un bel po' di terreno intorno. Roba da ricchi, appunto.
Mi era partito già l'embolo, poi ho visto la frase dopo  :D
Come dice Iano, silenzio è una parola grossa, quiete è forse più adatta. Effettivamente il lockdown potrebbe aver acceso delle lampadine. Sono stato a Venezia due settimane fa, e sono riuscito a godere del silenzio veneziano nelle ore diurne, nella strada che esce dal ponte di Rialto, roba da fantascienza, la città era molto più godibile. Anche "silenzio visivo", assenza di sovrastimolazioni, orizzonti immobili, solidi non dinamici. Ci sono persone che non apprezzano il silenzio, o non lo conoscono, o non lo vogliono? Ho visitato qualche giorno fa dei miei amici, con due bambini, televisione accesa, due computer accesi, bambini che urlano, genitori che si parlano e urlano ai bambini, musica, sono uscito con le orecchie che fischiavano neanche fossi uscito da una discoteca. La pedagoga dice che i bambini soffrono deficit dell'attenzione (e chissà perchè?). Diarrea verbale: quell'irrefrenabile desiderio di parlare, molto prima di aver collegato il cervello, verbalizzare qualsiasi cosa, non decantare i pensieri: aprire la bocca il più presto possibile, riempire l'aria della propria voce, sentirsi soli se non si sente la propria voce, sentirsi castrati se non si può parlare.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

#9
E' pure questione di civiltà.  Anni fa vennero in affitto in un appartamento vicino al mio una coppia di giapponesi con due bambini piccoli . Scoprii cosi che i bambini giapponesi piangono in silenzio.

Sì, la pandemia ha offerto qualche spiraglio di silenzio e benedetto fu il coprifuoco per chi dorme di notte e lavora di giorno. Ha aiutato anche i ciclisti che, come me, amano le lunghe salite per le quali nessun ausilio per le gambe è più efficace del silenzio. Anche nelle strade di pianura la aumentata quiete e qualità dell'aria hanno alleviato la fatica e gratificato il piacere fisico e mentale della pedalata. Così  penso pure per chi ama correre o passeggiare.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve InVerno. Citandoti : "quell'irrefrenabile desiderio di parlare, molto prima di aver collegato il cervello, verbalizzare qualsiasi cosa, non decantare i pensieri: aprire la bocca il più presto possibile, riempire l'aria della propria voce, sentirsi soli se non si sente la propria voce, sentirsi castrati se non si può parlare".



Non c'è nulla da fare. Per gli estroversi più "spinti" QUELLA E' LA CONDIZIONE DI NATURA DELL'ESSERE UMANO, ed essi guardano con un misto di stupore e compatimento coloro che non esternano quanto loro stessi. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Eutidemo

C'è un bellissimo racconto di Edgar Allan Poe, che per quanto molto breve, rende molto bene l'idea di cosa sia il silenzio; si intitola, appunto "SILENZIO".
E' il terzo dei "RACCONTI STRAORDINARI", che potete leggere a pag.32 del seguente link.
https://www.liberliber.it/mediateca/libri/p/poe/racconti_straordinari/pdf/poe_racconti_straordinari.pdf
Leggetelo!
:)