Il figlio deve fare solo il figlio?

Aperto da Domingo94, 01 Novembre 2017, 04:16:00 AM

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Domingo94

Ultimamente in famiglia ci sono state delle discussioni più o meno accese e sinceramente io ne soffro, vuoi perchè sono uno tranquillo  e odia i momenti di tensione, vuoi perchè sono figlio unico e quindi mi ritrovo a gestire lo stress da solo, ma comunque la cosa mi pesa. Spesso m'intrometto nelle questioni di famiglia dicendo anche la mia e quando è necessario esprimere giudizi (non sempre in maniera pacata) verso o mio padre o mia madre, questo mi provoca un senso di disagio in quanto voglio molto bene ad entrambi e non ce la faccio a tenere il broncio a uno dei due ma a volte credo che i miei non si sarebbero dovuti sposare (stanno insieme da più di 25 anni e hanno già quasi 60 anni entrambi); solo all'idea di una separazione mi sento mancare il terreno sotto i piedi; sono sicuro che non succederà ma ciò che mi chiedo è: devo farmi gli affari miei e lasciar litigare (e po spero chiarire) i miei o devo intromettermi quasi come fosse il padre che sgrida i figli capricciosi?  ::)  ::)

Angelo Cannata

Mi sembra che non sia corretto sia farti gli affari tuoi, sia trattarli come se tu fossi un padre che li tratta da figli capricciosi.

La prima soluzione contraddice l'essere stesso della famiglia: una famiglia non si crea affinché ognuno si faccia gli affari suoi, ma per l'esatto opposto: per crescere nel massimo di vicinanza, intimità, coinvolgimento, pur nei diversi ruoli che si vengono a determinare.

La seconda soluzione contiene il rischio di presupporre che tu sia quello che capisce tutto e loro quelli che non capiscono niente.

A questo punto la via mi sembra chiara: tu hai il dovere e il diritto di intervenire, anche a costo di commettere errori, ma tenendo sempre ben presente in mente che tu non sai mai se hai capito bene come stanno le cose, quali sono i veri motivi di ciò che sta succedendo, quali sono le dinamiche che si stanno innescando. In questo senso il tuo intervenire dovrà sempre avere uno scopo fondamentale: favorire l'ascolto. Ascolto tuo verso i tuoi, ascolto reciproco tra di loro, ascolto di loro verso di te.

Quest'ascolto non dovrà avere come scopo quello di arrivare ad un punto finale in cui dire "Ecco, ora ho capito tutto"; ovviamente si verifica sempre un capire di più e meglio, ma l'ascolto deve servire essenzialmente a preparare altro ascolto ancora, all'infinito. Pensare di aver finalmente capito tutto significa smettere di ascoltare e allora nascono i problemi più distruttivi.

Lo scopo dell'ascolto dovrà essere non tanto ascoltare per capire (questo può essere uno scopo collaterale, di aiuto), ma ascoltare soprattutto per gustare l'ascolto e sperimentare la bellezza e il piacere di ascoltare e sentirsi ascoltati. Questo poi diventa nient'altro che piacere di amare e sentirsi amati, che è la sostanza per cui le famiglie si costruiscono.

Domingo94

Oggi le cose si sono ulteriormente complicate, mia madre minaccia di voler andare da un legale, mio padre in preda alla rabbia le ha detto cose oscene; io dò ragione a mia madre ma purtroppo mio padre è sempre stato uno che quando c'è una discussione e si vede messo in difficoltà, si allontana quindi è inutile parlare con lui che la gira sempre a suo favore, la situazione mi sta destabilizzando e non poco, sto finendo per odiare la mia famiglia, avessi un lavoro che mi permetterebbe di vivere decentemente, mi allontanerei subito senza pensarci ma purtroppo devo inzuppare

Angelo Cannata

Domingo94, per quel poco che riesco a capire da ciò che hai scritto, provo a darti qualche consiglio. Abbi chiara una gerarchia, cioè una graduatoria, cosa mettere al primo posto, cosa al secondo e cosa al terzo.

Secondo me dovresti mettere anzitutto al primo posto il tuo futuro: questa situazione rischia di bruciarti l'esistenza, cioè di impedirti di sfruttare tutte le possibilità che puoi avere oggi e non potrai avere mai più. Perciò cerca di fare di tutto per favorire la tua stabilità d'animo, per esempio coltivando amicizie fidate, che ti siano d'aiuto, e se possibile vedi di riuscire a studiare. Insomma, metti al primo posto te stesso; questa situazione particolare credo che ti richieda un po' di quello che chiamerei "sano egoismo", perché ora sei tu la parte più debole, più a rischio, perché hai ancora tutta una vita davanti.

Al secondo posto metti la vicinanza a tua mamma, falle sentire la tua solidarietà; in questa situazione potresti essere per lei un valido sostegno, al di là di ciò che tu riesca a fare di concreto.

Al terzo posto tuo papà: se si comporta così può significare che anche lui abbia i suoi problemi.

Domingo94

La situazione va così a giorni alterni da fine Luglio, secondo me mio padre ha la testa su un altra donna anche se non è intenzionato a tradire mia madre, ma vedo che ormai tra i miei non c'è più quel rapporto di prima, è amore "per inerzia", io cerco di stare a casa solo per: mangiare,dormire e lavarmi; e non per scappare da responsabilità, ma perchè mi fa davvero male sentirli litigare e so che potrei sboccare di brutto quindi cerco di stare il più lontano possibile da loro per adesso.

Angelo Cannata

È comprensibile che ti faccia male sentirli litigare, perché sono le persone che ami e da cui hai ricevuto i primissimi atti d'amore.

Ti dico una mia opinione, in base alla mia esperienza personale, che è sulla linea di ciò che ti ho scritto prima.

Secondo me in questi casi ciò che ti fa più male, non solo come sentimento, ma nel senso che può rovinare la tua vita, è proprio il coinvolgimento emotivo che, come ti ho detto, ha tutte le ragioni di esserci. A mio parere in questi casi è necessario sforzarsi di creare dentro di sé un atteggiamento quanto più possibile distaccato, cioè sangue freddo, calcolo, evitare al massimo di farti prendere dai nervosismi. Intendo dire che ciò che qui si gioca è il tuo futuro. Non lasciare che esso venga distrutto, rovinato, dalle difficoltà che i tuoi genitori stanno vivendo. Il tuo futuro non sono i tuoi genitori: un giorno essi moriranno, si ritroveranno ad aver vissuto la loro vita, quale che sarà stata, e a te resterà il futuro che sarai riuscito a prepararti. Pensa questo: non sei destinato a vivere per sempre con i tuoi genitori, essi non sono la tua vita: la tua vita devi cercare di fabbricartela. Quando i tuoi genitori saranno morti, non esisterà più niente dei loro litigi: l'unica cosa che resterà sarà il futuro che oggi riesci a prepararti.

Perciò, al primo posto, come ho accennato nel messaggio precedente, metti lo sforzo di cercare di farti mandare a scuola. Usa qualsiasi metodo, anche sleale, qualsiasi cosa ti venga in mente, ma vedi se ce la fai a trovare qualche compromesso con i tuoi genitori e riuscire a farti mantere gli studi. Devi studiare. Non importa se non te la senti, se a scuola andrai male, importa solo che tu oggi faccia di tutto per dare a te stesso questa possibilità. Se poi non ce la farai, pazienza, potrai comunque dire "Il possibile l'ho fatto". Ma metti al primo posto questo, se ci riesci: devi studiare, ti devi iscrivere a qualche università, prenditi qualsiasi titolo che ti riesca di prendere. È questo il calcolo che devi fare.

Ciò non significa che tu debba mettere a tacere il tuo cuore e vivere di calcoli di convenienza: anche questo sarebbe una tua rovina, perché diventeresti un computer freddo che non sa amare. Ma oggi c'è a rischio il tuo futuro, è questa la priorità da privilegiare: il tuo futuro.

Freedom

Caro Domingo.......Angelo ti ha parlato veramente bene e non so se aggiungere qualcosa ti sarà di beneficio oppure no. La tua è una situazione complicata e tu sembri maturo e di buoni sentimenti. I tuoi saranno sicuramente brave persone. Il fatto è che i problemi ci vengono a cercare........

Prova a parlare singolarmente con i tuoi e cerca di far loro comprendere ciò che non capiscono o, più verosimilmente, stanno dimenticando: non si cessa MAI di essere genitore! MAI!! Loro, probabilmente, credono tu sia già "grande" e capace di risolvere da solo i tuoi problemi. Purtroppo non è così e dunque richiamali all'ordine. ;)


Spiega loro, amorevolmente, che tu hai ASSOLUTO bisogno della serenità che ci si aspetta da Papà e Mamma e che senza di essa ne hai grande sofferenza. Offriti di aiutarli (non puoi farlo, realmente farlo, ma c'è caso che così facendo tu riesca a toccare corde altrimenti irraggiungibili). 


Quando sbarellano non entrare nelle dinamiche profonde e difficilmente comprensibili per chiunque, forse anche da loro stessi. Imponi invece con garbo ma con autorevolezza che nel modus vivendi di un civile convivere non si possono dire cose oscene nè minacciare di andare dai legali di fronte al proprio figlio. Spiega con estrema pacatezza che OGGI hai bisogno di molto di più che un cambio di pannolino. Apri infine, per quanto ti è possibile, un dialogo NUOVO. Fai percepire nitidamente quanto l'unità e l'armonia della famiglia è decisiva per la serenità di tutti.

Un pò ti chiedo scusa per questi consigli da libro cuore perchè è facile dall'esterno insegnare agli altri e sembra stucchevole la banalità di quanto ti ho scritto.

Eppure, Domingo, credo proprio che, se fattibile, sia questa la strada giusta. E ciò nonostante non è detto che dia i risultati sperati. Tuttavia provaci. Dai, dai, dai.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Domingo94

Intanto vi ringrazio infinitamente dei consigli,
oggi la situazione sembra si sia calmata, i miei sono credenti come me, quindi forse non romperanno mai il matrimonio sia per questioni di "scandalo" sia perchè a volte sembrano due ragazzini che dopo una sfuriata tornano a volersi bene e questo ovviamente mi fa piacere, io vedo che i litigi cominciano quando c'è sempre una donna nel mezzo (non si tratta di un tradimento ma di un interesse più spinto da parte di mio padre, quasi come fosse una sorella di sangue e questa cosa non va giù a mia mamma e manco a me), tuttavia la situazione sembra un ripetersi di un ciclo: litigi selvaggi (massimo 2-3 giorni), situazione di freddezza e poi come nulla fosse, eppure io quando rientro a casa ho paura di sentirli litigare, ho paura di sapere dove va mio padre, ho paura di con chi parli al telefono, quasi fosse rimasto un trauma. Quando ci penso spesso, mi sento agitato e ho notato come io ne risenta molto quindi cerco il più possibile di stare alla larga (non nel senso di essere codardo ma di non farmi coinvolgere emotivamente); perchè mi conosco e so che se la situazione prende una brutta piega potrei arrivare anche a commettere cose non molto piacevoli quindi cerco di restare calmo.  

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