Il camminare antimetafisico di un ex prete

Aperto da Angelo Cannata, 24 Gennaio 2017, 15:23:07 PM

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Angelo Cannata

In risposta alla richiesta dell'utente Fharenight espressa in questo post, scrivo qui alcune annotazioni sul mio percorso di vita. Fharenight diceva "vorrei tanto che ci parlassi di come hai fatto a passare dall'essere un prete all'ateismo, all'antimetafisico.e al relativismo; qual è stato il percorso che ti ha portato al cambiamento, percorso sia personale tuo, intimo, con la tua coscienza,  spirituale, e sia dal punto di vista puramente razionale, intellettuale e di studi che hai affrontato per consolidare la tua ultima scelta che è praticamente agli antipodi di un religioso. Se vuoi parlarne puoi aprire un topic apposito".

Sono stato da sempre incline alla riflessione e durante lo studio della teologia mi ha appassionato molto la filosofia, specialmente nel suo essere intesa come critica. Nel mio piacere di andare sempre col pensiero oltre i soliti confini, nel mio desiderio di prendere aria, avere largo respiro, hanno avuto influsso certamente sia il mio carattere, la mia psicologia, sia le mie vicende biografiche. Così, durante gli anni di Teologia mi appassionò Hans Küng e poi fu un vero lampo di illuminazione quando per la prima volta sentii parlare di Gianni Vattimo e del pensiero debole. Da quel momento per me diventò fondamentale la distinzione di ogni cosa tra la prospettiva metafisica, cioè realista, oggettivista, per me sinonimo di conservatrice, di destra, e quella antimetafisica, cioè soggettivista, relativista, per me sinonimo di progressista, di sinistra. Fu determinante per me rendermi conto che è possibile essere cristiani, e quindi credere in Dio ed essere perfino sacerdote in maniera non metafisica, cioè svincolato dall'adesione ai soliti concetti tradizionali su cos'è verità, su che cosa è o non è reale. Così sono stato per oltre vent'anni un prete non metafisico, senza mai farne mistero.

Poi ho lasciato il sacerdozio, percependo a un certo punto che il mio camminare era eccessivamente frenato, persino annullato, dall'inerzia interna alla Chiesa.

Da qui il passaggio prima ad un cristianesimo non dogmatico e poi all'ateismo fu naturale: chi ha idea di cosa significhi essere antimetafisico non si sorprenderà al sentirmi ringraziare Dio ora che sono ateo, così come per me non era cosa dell'altro mondo quando da sacerdote e quindi credente non ritenevo importante che Dio esistesse.

In questo senso non c'è stato in me un cambiamento, ma piuttosto un portare avanti ed approfondire sempre meglio cosa vuol dire vivere da antimetafisico.

Per ora mi fermo qui, non sapendo di quali altri dettagli potrebbe interessare un approfondimento.

Eretiko

Citazione di: Angelo Cannata il 24 Gennaio 2017, 15:23:07 PM
Da qui il passaggio prima ad un cristianesimo non dogmatico e poi all'ateismo fu naturale

Interessante questo passaggio da un "cristianesimo non dogmatico" all'ateismo. Un percorso, credo, che accomuna più o meno tutti quelli che (me compreso) sono passati nelle varie fasi credente/credente critico/ateo. Personalmente ritengo che il cristianesimo, privato della sua sovrastruttura dogmatica, si riduca appunto alla mancanza di Dio o in altre parole all'ateismo: sarebbe un'interessante argomento di discussione.
Ti faccio però una domanda: credi veramente che l'uomo può essere soltanto o metafisico o anti-metafisico visto che nella descrizione della realtà fisica siamo costretti in qualche modo ad usare la metafisica?

Angelo Cannata

Penso che anche un antimetafisico non possa fare a meno di percepire delle esperienze che violentemente s'impongono. Il metafisico le chiamerà verità, realtà, io le chiamo, appunto, violenza che s'impone alla mia esistenza. Un volta che non mi è possibile determinare cosa siano queste violenze, mi rimane solo da interrogarmi su come trattarle. Su ciò mi sembra che sia possibile per me una sola risposta: sfruttarle per una crescita, crescita di tutti, sia mia che del maggior numero possibile di esseri. Se vado al supermercato c'è una violenza che s'impone a me e alla cassiera: io devo pagare e lei deve fare il suo lavoro. Su questo entrambi non abbiamo scampo. E allora tanto vale cercare di sfruttare quel gesto, per quanto possibile, come strumento di crescita. Mi sembra che questo sia l'essere per la morte di Heidegger: non ci possiamo sottrarre ad esso, ma io aggiungo che è possibile sfruttarlo per una crescita. Credo che Gesù ci abbia mostrato questo.

Freedom

Capisco o provo a capire tutto e tutti ma un prete o ex prete che si dichiara antimetafisico, lo ammetto, è al di là delle mie possibilità cognitive.
https://it.wikipedia.org/wiki/Metafisica
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Angelo Cannata

Per coerenza con ciò che ho detto nel post iniziale, "Per ora mi fermo qui, non sapendo di quali altri dettagli potrebbe interessare un approfondimento", mi sento in dovere di ribadire la mia disponibilità a tentare di dare ogni chiarimento possibile, però dicendo
Citazione di: Freedom il 25 Gennaio 2017, 08:28:05 AM... è al di là delle mie possibilità cognitive.
mi fai scoraggiare anche dal voler tentare.
D'altra parte mi rendo perfettamente conto che la mentalità antimetafisica è abbastanza lontana dal sentire comune, è da una vita che mi sento dire cose del genere. Ma per certi versi sono proprio questo tipo di osservazioni a stimolarmi ad andare oltre: fa parte della mia natura cercare di esplorare cosa c'è oltre i confini, come sia possibile adottare modi di pensare completamente differenti dal solito, è una specie di fascino dell'ignoto. Ovviamente per altri non faccio nulla di speciale, è solo un mio illudermi di esplorare chissà cosa, mentre in realtà mi muovo nel mio brodo; la mia intenzione però è quella, o mi sembra essere quella; altri mi sembra che invece sostengano che bisogna muoversi nello stesso brodo, non si devono oltrepassare certi limiti del pensiero, non si deve tentare di esplorare altri modi di pensare, altrimenti chissà quali sventure ci cadranno addosso.

Freedom

Citazione di: Angelo Cannata il 25 Gennaio 2017, 09:29:45 AM
mi fai scoraggiare anche dal voler tentare.
Ti chiedo scusa Angelo però.......come fai ad essere anti ricerca di Dio? Anti ricerca della "questione dell'esistenza di Dio, dell'immortalità dell'anima, dell'essere "in sé"?

A me sembra inaudito. Ed anche la tua permanenza in questo sito sembrerebbe testimoniare il contrario di quanto affermi.

Non so....prova a farci capire il processo che ti ha portato a diventare antimetafisico. E, a questo punto, illustraci anche il processo che ti ha portato, all'epoca, a diventare prete. La logica del tuo percorso, lo ammetto, mi sfugge.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Angelo Cannata

Non dovrebbe essere poi così difficile farsi un'idea del modo di pensare antimetafisico.
Ci provo, tentando nello stesso tempo di non disperdermi in troppe idee e non dilungarmi.

L'essere. Cos'è l'essere? Come umani non possiamo fare a meno di associarlo a ciò che la vista ci dice. Vedo un oggetto là e dico: "Lì c'è quell'oggetto".

Poi nasce l'approfondimento scientifico ed ecco i problemi.

La scienza mi dice che non ho visto l'oggetto, ma soltanto i raggi di luce colorata che quell'oggetto mi ha inviato. Lo stesso vale per tutti gli altri sensi del mio corpo. Questo mi dice che per avere un'idea più vicina alla mia condizione umana devo immaginarmi cieco, poiché la vista mi fa dimenticare che io vengo a contatto solo con raggi di luce e non con oggetti. Perciò devo anche immaginarmi sordo, privo di ogni senso, visto che lo stesso problema vale per tutti i sensi. Devo immaginarmi come un feto ai suoi primi giorni, che non ha sensazioni, ma nuota nell'ignoto, nel buio.

Questo mi dice che io non so cos'è l'essere, se non per l'inganno dei sensi che mi fanno pensare a punti dello spazio e del tempo da cui vedo sorgere sensazioni; se le sensazioni provengono tutte da un certo punto dello spazio e del tempo, allora penso che lì c'è un oggetto.

Ma a questo punto è facile intuire che anche l'idea di spazio e tempo è simile al problema dei sensi, cioè è una mia organizzazione mentale. Così come nulla mi autorizza a dire che dietro certi fasci di luce c'è una pietra colorata che li invia, allo stesso modo nulla mi autorizza a pensare che spazio e tempo non siano altro che miei schemi mentali per orientarmi nel buio del mio essere feto ai suoi primi giorni.

Siamo nel buio.

Ma tutto ciò non è solo negazione, è anche sospetto che il tutto possa essere pensare in maniere diverse, magari forse più produttive, più belle, più interessanti, più arricchenti.

Per ora mi fermo qui, altrimenti rischio di andare avanti senza che il discorso sia stato compreso.

Aggiungo un P.S.: qualcuno saprebbe dirmi di che colore è il negativo di una pellicola fotografica? Impossibile, perché per vederlo dobbiamo colpire quel negativo con della luce, la quale inevitabilmente lo impressionerà e quindi possiamo sapere il colore del negativo colpito da una certa luce. Il negativo, come qualsiasi altro ogggetto, non ha un colore, ma solo delle proprietà di rinvio della luce. Questo mi fa sospettare che tutto quanto riferiamo ad "oggetti" è solo un rinviare che, più che far parte dell'oggetto che li invia, faccia parte della mia mente che ha bisogno di padroneggiare, dominare, organizzare le sensazioni, perché ciò produce un certo tipo di successo in questo mondo: la sopravvivenza. Da qui a concludere che la verità non è altro che uno strumento di potere il passo dovrebbe essere non difficile.

Duc in altum!

*****
"...la grande marcia della distruzione mentale proseguirà. Tutto verrà negato. Tutto diventerà un credo. È un atteggiamento ragionevole negare l'esistenza delle pietre sulla strada; sarà un dogma religioso affermarla. È una tesi razionale pensare di vivere tutti in un sogno; sarà un esempio di saggezza mistica affermare che siamo tutti svegli. Accenderemo fuochi per testimoniare che due più due fa quattro. Sguaineremo spade per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Non ci resterà quindi che difendere non solo le incredibili virtù e saggezze della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile: questo immenso, impossibile universo che ci guarda dritto negli occhi. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l'erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Saremo tra coloro che hanno visto eppure hanno creduto..."


-- Gilbert Keith Chesterton
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Eretiko

Citazione di: Angelo Cannata il 25 Gennaio 2017, 10:29:32 AM
Aggiungo un P.S.: qualcuno saprebbe dirmi di che colore è il negativo di una pellicola fotografica?

Angelo, sei "Galileiano". Galileo distingueva tra "qualità primarie e secondarie" di un certo oggetto: le qualità secondarie sono quelle che colpiscono i nostri sensi e che sono solo una rappresentazione, mediata, distorta ed approssimata, della realtà. Ma solo il ragionamento, una volta ripulita l'immagine immediata che abbiamo della realtà, può condurci a conoscere le qualità primarie. Ma questa cosa è se non "metafisica" (in quanto va oltre la percezione sensoriale, pur basandosi su questa)?
Forse è solo questione di termini, ma io associo l'antimetafisica all'empirismo, e tu da quello che dici non sembri certo un empirista.
Forse dipende tutto dal tuo cammino precedente, in quanto ben saprai che la dimensione metafisica è stata riscoperta dalla scolastica nel tentativo di costruire basi filosofiche del cristianesimo, e ribadita dal pontefice GPII nell'enciclica "Fides et Ratio", ma questo credo sia soltanto un aspetto della metafisica legato esclusivamente alla religione (in particolare alla religione cattolica).

Angelo Cannata

Non penso di essere galileiano, proprio perché non mi ritengo empirista. Il ragionamento che seguo è una deduzione, dalla crisi dei dati sensoriali alla crisi del ragionare stesso. Cioè, se non posso fidarmi degli occhi, per me è naturale concludere che non posso fidarmi neanche del mio cervello.

Il cristianesimo non può avere una filosofia come base essenziale, perché esso deve fondarsi su Gesù Cristo. In questo senso il cristianesimo non può, o almeno, non dovrebbe sposare una filosofia, ma piuttosto mantenersi in aperto confronto con tutte le filosofie. Il cristianesimo non può essere definito da un solo pontefice, il cristianesimo è tutto il cristianesimo ed è proprio studiandolo globalmente, in tutta la sua storia, che ho potuto rendermi conto che la metafisica è soltanto un tentativo storico della Chiesa di ridefinirlo a partire da un pensiero che si presta all'esercizio di un potere. La teologia contenuta nella Bibbia non è metafisica, Gesù non fu un metafisico, i padri della Chiesa non furono metafisici, i documenti del magistero della Chiesa, considerati per intero, non sono metafisici.
La metafisicizzazione del cristianesimo iniziò quando san Tommaso d'Aquino pensò di riesprimere tutti i contenuti del cristianesimo basandosi sulla filosofia di Aristotele. Dopo questa sua operazione san Tommaso, che prima addirittura era stato considerato eretico, una volta che la Chiesa si accorse che la sua ridefinizione si prestava ottimamente all'esercizio di un potere basato sui dogmi, sulla dottrina, così come lui l'aveva ridefinita, diventò il punto di riferimento di tutto, diventò la vera Bibbia della Chiesa.
A questo proposito è sintomatico che il Codice di Diritto Canonico, al canone 252 raccomandi che nello studio della teologia "...gli alunni imparino a penetrare più intimamente i misteri della salvezza, seguendo soprattutto la dottrina di s. Tommaso...".
???
Soprattutto la dottrina di san Tommaso? Non la dottrina di Gesù? Coma mai tra tutti proprio san Tommaso?

Tuttosbagliato

Citazione di: Angelo Cannata il 25 Gennaio 2017, 10:29:32 AML'essere. Cos'è l'essere? Come umani non possiamo fare a meno di associarlo a ciò che la vista ci dice. Vedo un oggetto là e dico: "Lì c'è quell'oggetto".

Poi nasce l'approfondimento scientifico ed ecco i problemi.

La scienza mi dice che non ho visto l'oggetto, ma soltanto i raggi di luce colorata che quell'oggetto mi ha inviato.

La visione di un oggetto fisicamente, in soldoni, è l'elaborazione dell'energia che da questo ci arriva; ovvero l'oggetto riceve la luce solare, energia, una parte viene assorbita e un'altra riflessa. La luce riflessa arriva ai nostri organi ricettori, gli occhi, che la inviano al cervello che la decodifica: la magia della 'visione'! A me sembra una cosa meravigliosa, un prodigio della natura, quasi un miracolo, detto da una non credente! Noi vediamo una proprietà dell'oggetto, e ce lo rappresentiamo oltre che con questa con altre, come il profumo, la sua collocazione spaziale, le sue dimensioni, possiamo toccarlo, e così via. Per quanto la visione sia sempre personale ha delle proprietà in comune con tutti gli esseri umani, molti animali hanno infatti visioni differenti dalla nostra, ma non voglio divagare. Il punto è che non vedo in questa nostro modo di 'vedere' una contraddizione alla conoscenza dell'oggetto: è una delle tante forme di conoscenza che abbiamo  dello stesso, e possiamo relazionarci con gli altri che hanno gli stessi 'strumenti di misura' nostri in dotazione. A noi esseri umani è dato di 'vedere' così, forse, se esistono altre forme di vita aliene, queste 'vedranno' in modo diverso, magari attraverso gli infrarossi o gli ultravioletti che noi non vediamo, o magari sentono senza avere una visione come la concepiamo noi, tramite le vibrazioni... Non è estremamente affascinante?
Più che catastrofico ed inconoscibile, l'esistente mi sembra conoscibile in modi infiniti e diversi...
Citazione di: Angelo Cannata il 25 Gennaio 2017, 10:29:32 AM


Questo mi dice che io non so cos'è l'essere, se non per l'inganno dei sensi che mi fanno pensare a punti dello spazio e del tempo da cui vedo sorgere sensazioni; se le sensazioni provengono tutte da un certo punto dello spazio e del tempo, allora penso che lì c'è un oggetto.

Ma a questo punto è facile intuire che anche l'idea di spazio e tempo è simile al problema dei sensi, cioè è una mia organizzazione mentale. Così come nulla mi autorizza a dire che dietro certi fasci di luce c'è una pietra colorata che li invia, allo stesso modo nulla mi autorizza a pensare che spazio e tempo non siano altro che miei schemi mentali per orientarmi nel buio del mio essere feto ai suoi primi giorni.

Siamo nel buio.

Sono d'accordo: spazio e tempo sono nostri schemi mentali, il punto è: esistono solo in relazione a noi? Noi studiamo l'universo da centinaia di anni ormai, e siamo arrivati ad avere riscontri fisici sulle teorie di evoluzione dello stesso. Le leggi che lo governano esistevano da prima di noi e esisteranno dopo di noi. Vanno 'aggiustate'? Sicuramente! Se avessimo già tutte le conoscenze non avrebbe lo stesso fascino la vita. Quindi non direi che è tutto un inganno, è una visione, nel senso fisico e anche metafisico del termine. Ma quando Galileo costruì il suo cannocchiale e lo volse verso il cielo a dar origine all'astronomia moderna non lo fece col pensiero che niente è conoscibile, ma, penso, piuttosto con la curiosità tipica dei bambini, con la fame e l'apertura a ogni forma di conoscenza: conoscere è possibile.

Ma tutto ciò non è solo negazione, è anche sospetto che il tutto possa essere pensare in maniere diverse, magari forse più produttive, più belle, più interessanti, più arricchenti.
Perché altre forme di conoscenza dovrebbero essere più belle della nostra? Per il 'fascino dello 'straniero'? O perché 'l'erba del vicino è sempre più verde'? Io direi parimenti affascinante. Non pensiamo sempre di essere inferiori ad altre esistenze! [/glow]

Aggiungo un P.S.: qualcuno saprebbe dirmi di che colore è il negativo di una pellicola fotografica? Impossibile, perché per vederlo dobbiamo colpire quel negativo con della luce, la quale inevitabilmente lo impressionerà e quindi possiamo sapere il colore del negativo colpito da una certa luce. Il negativo, come qualsiasi altro ogggetto, non ha un colore, ma solo delle proprietà di rinvio della luce.

Il colore è una proprietà della luce. Il colore non è altro che una lunghezza d'onda della stessa. La luce è fatta di fotoni, i fotoni sono 'pacchetti' di energia, dalla natura dualistica onda-particella.... Non so bene come funzioni lo sviluppo di un negativo, ma esso finché non sarà impressionato avrà il colore che tu puoi vedere, dopo cambierà perché l'energia, la luce, lo avrà modificato: tutto nell'universo è in continuo mutamento, tutto si trasforma (dalla fisica...). 

Questo mi fa sospettare che tutto quanto riferiamo ad "oggetti" è solo un rinviare che, più che far parte dell'oggetto che li invia, faccia parte della mia mente che ha bisogno di padroneggiare, dominare, organizzare le sensazioni, perché ciò produce un certo tipo di successo in questo mondo: la sopravvivenza. Da qui a concludere che la verità non è altro che uno strumento di potere il passo dovrebbe essere non difficile.
  
Non c'è nulla di disconnesso nell'esistente: la mente ha le sue proprietà di visione, tu devi relazionarti a ciò che è al di fuori di te in qualche modo, e quel modo modificherà sempre ciò che guardi perché l'atto della visione implica mettere in moto energia e dunque modificare l'ambiente circostante: tutto, compreso l'oggetto in questione.  La nostra mente ha bisogno di conoscere per sopravvivere: certo. Altrimenti non saremo nemmeno in grado di nutrirci. La verità non è unica, esistono più verità, il potere non è uno strumento negativo di per sé, dipende sempre dall'uso che ne si fa. Come per un'arma: puoi usarla per procurarti del cibo o per fare del male a qualcuno, gratuitamente. In fondo Einstein con la sua relatività non ha solo cambiato la fisica e con essa la visione dell'universo, ma anche la visione filosofica della vita: tutto è relativo. Io posso essere ferma per te, per un altro che si muove rispetto a te mi muovo, è tutto 'relativo' al sistema di riferimento usato. Ma nessuno ha torto. E' che guardiamo da diversi 'punti di vista'.
Ah la fisica! Dovrebbe essere obbligatoria come base per la comprensione, almeno per farsi un'idea di quale filosofia di vita seguire. 

Eretiko

Appunto, Galileo non era empirista (un equivoco in cui spesso si cade), ed è considerato il padre della scienza moderna proprio perché ha inventato quel metodo di astrarre dall'osservazione che nel seguito ha portato a formulare teorie su base speculativa.
Concordo con te su un "Gesù non metafisico" relativamente al vangelo di Marco, ma non negli altri, con il crescente processo di divinizzazione, fino alla sua identificazione con il logos. Paolo di Tarso, nei suoi scritti, non sembra interessarsi più di tanto alle parole di Gesù, quanto invece alla sua natura divina e a una sua presunta dottrina della salvezza.
Forse, come dici tu, la struttura dogmatica è stata necessaria alla conservazione del potere; di sicuro la scolastica ha tentato di coniugare i dogmi con la ragione (impresa evidentemente non riuscita se dopo 800 anni da Tommaso la chiesa ancora gira attorno alla questione), perché la chiesa stessa (ma io dico tutto il cristianesimo, non solo il cattolicesimo) è consapevole che rischia di dissolversi in quello che secondo me è: mitologia.

InVerno

Non vorrei sminuire l'esperienza di AngeloCannata dicendo che a mio avviso la sua storia non è cosi unica come parrebbe (anche se ovviamente ogni esperienza è unica). Lui che ci "è stato dentro" può sicuramente raccontarci qualcosa a riguardo. Eri veramente così solo? E quali pressioni sono state fatte a te dal "contesto"? Ricordo che ci fu un tentativo di fare un bilancio di questi "preti antimetafisici" in Inghilterra, circa 10 anni orsono (ovviamente li si tratta di un "altra Chiesa" ma vabbè), ed i risultati (anche se non riesco a trovare il link) lasciavano intendere che fosse un fenomeno si marginale, ma nemmeno troppo, e soprattuto che i questionari cambiavano radicalmente risultato se erano anonimi o meno (a suggerire appunto che il "contesto" premeva per silenziare determinate voci).
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Eretiko

Citazione di: Tuttosbagliato il 25 Gennaio 2017, 16:38:23 PM
Ah la fisica! Dovrebbe essere obbligatoria come base per la comprensione, almeno per farsi un'idea di quale filosofia di vita seguire.

Concordo pienamente. Purtroppo in Italia siamo somari in matematica (così dicono le statistiche) e comprendere le teorie fisiche senza conoscere la matematica è come voler leggere un libro senza conoscere la lingua italiana.


Citazione di: Tuttosbagliato il 25 Gennaio 2017, 16:38:23 PMspazio e tempo sono nostri schemi mentali, il punto è: esistono solo in relazione a noi?

Parto da questa interessante osservazione perché è un ottimo esempio di come la metafisica irrompa pesantemente nella fisica. Due delle più importanti teorie fisiche (la gravitazione di Newton e la relatività di Einstein) sono state elaborate in base a pure speculazioni intellettuali sulla base di 2 costruzioni contrapposte di spazio (e di tempo). In un caso (Newton) lo spazio è visto come un contenitore tridimensionale vuoto ed omogeneo che solo apparentemente è perfettamente coerente con la nostra visione sensoriale, nel secondo caso (Einstein) lo spazio esiste solo in quanto c'è materia (e/o energia), ovvero esiste perché c'è "qualcosa" che lo crea (recuperando la vecchia visione operazionale dello spazio che avevano i greci: lo spazio esiste perché qualcosa lo occupa).
Oggi sappiamo, in base a verifiche sperimentali, che il modello proposto da Einstein è più coerente, e che quello proposto da Newton è una sua ottima approssimazione. Ma entrambi hanno elaborato questi modelli a livello mentale (non con l'empirismo), pur basandosi sull'osservazione della realtà esterna. Un ottimo esempio di come la metafisica ci possa aiutare a comprendere la complessità del mondo.
     

Angelo Cannata

Citazione di: Tuttosbagliato il 25 Gennaio 2017, 16:38:23 PM... l'esistente mi sembra conoscibile ...
Nel momento in cui dici "mi sembra", condivido al cento per cento la tua posizione. Ma la metafisica non ammette il "mi sembra". Se vuoi considerarti una donna metafisica, devi dire "l'esistente è conoscibile". Questo è ciò che io non riesco a condividere. Lo stesso vale per la fisica e tutte le scienze. La fisica non ti dice che gli oggetti fisici "sono", né che la forza di gravità è una certa forza fisica con certe caratteristiche; la fisica dice sempre "ci sembra". Sì, lo so che in apparenza non è vero. Ma quando la fisica usa il verbo essere, non lo usa in senso metafisico, ma solo per semplificare il discorso e non appesantirlo con troppi "ci sembra", "ci risulta" ecc. Infatti la fisica è sempre aperta ad ulteriori scoperte, smentite, critiche ecc. È grazie a quest'atteggiamento che è stato possibile mettere in questione Newton e tanti altri. La metafisica non ammette il mettere in questione. La metafisica ti stabilisce che ogni sua affermazione non dovrà mai essere messa in discussione in futuro. La metafisica, come filosofia dell'essere oggettivo, non accetta dubbi sull'essere. La fisica invece invita volentieri al dubbio su tutto, affinché non si smetta mai di fare sempre nuove scoperte. In fisica non ci sono dogmi, ma solo ultimi risultati, senza limiti alla ricerca.