Il camminare antimetafisico di un ex prete

Aperto da Angelo Cannata, 24 Gennaio 2017, 15:23:07 PM

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green demetr

cit angelo cannata
"Ritengo più sano un rapporto con Dio freddo, perché mi viene a risultare che, come esperienza umana, è anzitutto lui ad essere freddo: con Dio non esiste un vedere la sua faccia, sentire la sua voce, toccare il suo corpo; è possibile solo un rapporto indiretto, di interpretazione dell'esistenza come linguaggio da parte sua; e allora, se Dio non usa con me affettività, ma solo linguaggi indiretti, perché dovrei essere io a coltivarla per lui? In questo senso trovo patologico che addirittura si possa provare amore per un Dio così distaccato, indiretto, invisibile."

Ovviamente posso solo parlare per me stesso: la sua freddezza sarebbe sostanzialmente il suo silenzio.
Ma è proprio dal silenzio, che il domandare, che intuisce la sua presenza-assenza, ritorna ( a se stesso) colorandosi di senso.
Il confine con la patologia (che per me ripeto è uno dei 4 discorsi di morte studiati della psicanalisi lacaniana) è certamente sottile, hai ragione.
Anch'io con gli anni (intendiamoci, a partire dal liceo) ho preferito raffreddare un certo aspetto devozionale che ha percorso l'intera mia infanzia e prima adolescenza. Penso di poterlo capire.
Ma quell'ineffabile certezza della Sua Esistenza non mi ha proprio mai abbandonato, e anzi mi ha reso più facile capire molti passaggi impervi del pensiero filosofico occidentale.
Nell'assenza la presenza, nell'icona la Persona (Cristo), è il fulcro della guerra rappresentazionista del "divino.
(ho ascoltato Cacciari e letto Agamben).
Anche se riguarda più che altro il cristianesimo orientale, e l'ebraismo.
(ma non ne ho mai fatto una questione settaria).

Sulla secondarietà della comunità rispetto al messaggio portante dell'omelia e del sacramento: ho notato che è così anche per il mio amico.
Faccia però fatica a capire questa vostra esigenza. Non mi rimane che rispettarla.
Diciamo che per me si fa interessante capire come coniugate quel desiderio primario, con la secondarietà che è la comunità.
Ma in fin dei conti Cristo si preoccupava parecchio del prossimo, nonostante il suo fosse un messaggio chiaramente ultratterreno.
Mi è sempre interessato la imitatio-christi, perchè descrive una etica che per forza di cose DEVE aprire all'altro.
Non so se questo dialogo però ti interessi, e quindi attendo.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Angelo Cannata

Citazione di: green demetr il 28 Aprile 2017, 14:11:15 PM
Nell'assenza la presenza...
Anche a me sembra di aver sperimentato, in diverse occasioni, qualcosa che si possa chiamare una sensazione di presenza di Dio. Una sensazione naturalmente soggettiva e criticabile, che tuttavia rimane degna di rispetto, una volta che adesso mi considero ateo. Appunto, però, presenza, non amore. Non tutte le persone di cui senti la presenza ti trasmettono anche amore. Similmente di Dio: a me ha trasmesso alcune volte presenza, ma mai amore, né mi è mai venuto spontaneo sentire in me verso di lui qualcosa che si possa chiamare amore.

Citazione di: green demetr il 28 Aprile 2017, 14:11:15 PM
Sulla secondarietà della comunità rispetto al messaggio portante dell'omelia e del sacramento: ho notato che è così anche per il mio amico.
Faccia però fatica a capire questa vostra esigenza. Non mi rimane che rispettarla.
Diciamo che per me si fa interessante capire come coniugate quel desiderio primario, con la secondarietà che è la comunità.
Ma in fin dei conti Cristo si preoccupava parecchio del prossimo, nonostante il suo fosse un messaggio chiaramente ultratterreno.
Mi è sempre interessato la imitatio-christi, perchè descrive una etica che per forza di cose DEVE aprire all'altro.
Non so se questo dialogo però ti interessi, e quindi attendo.
Su questo, ammetto senza problemi che lo riconosco come mio difetto personale, anche psicologico, tant'è che ho nutrito invidia per altri sacerdoti che vedevo e vedo più capaci di me di amare il prossimo ed essere sensibili a ciò che è esperienza di comunità. In questo senso, il fatto che anche il tuo amico sia poco sensibile all'essere comunità non mi indica che sia qualcosa di generale dei sacerdoti: mi dice di più l'imitatio Christi, che giustamente implica questa sensibilità, e l'esempio di altri sacerdoti più capaci di me di amare.