I tipi umani: reattivi e riflessivi.

Aperto da cvc, 20 Giugno 2017, 10:47:32 AM

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cvc

Secondo Jung i temperamenti umani si distinguono essenzialmente in reattivi e riflessivi (con tutte le varianti del caso).
Esempio tipico: passeggiando per strada si notano due persone che stanno venendo alle mani. Il riflessivo inizia a vagliare le varie possibilità: intervenire (in che modo), chiamare le forze dell'ordine, cercare un dialogo, farsi i fatti propri. Il reattivo semplicemente interviene (o se la squaglia).
Sul tema mi interessano essenzialmente due osservazioni. La prima è legata alla natura profonda del temperamento umano, nel senso che se si rientra nell'una o nell'altra tipologia, è difficile passare dall'altra parte. Io ad esempio sono un riflessivo, e tante volte ho ardentemente desiderato essere uno che si butta e non ci pensa su. Ma il trapianto di personalità non funziona. Quindi, in attesa di essere smentito, credo si possa affermare l'impossibilità - salvo forse in casi eccezionali come traumi o esperienze profonde - di passare da un temperamento all'altro.
La seconda osservazione, anche conseguente alla prima, è che evidentemente noi non scegliamo come siamo. Non solo a livello fisico ma anche nel comportamento. Quindi, constatato che non si può passare da un tipo ad un altro, molto meglio cercare di migliorarsi in armonia con la propria natura. Perché - e questo è l'aspetto fondamentale - l'onestà, la virtù la si può raggiungere per entrambe le due strade. Si può quindi discutere all'infinito se contano di più gli "attributi" o il cervello, senza giungere ad una conclusione. Ovviamente occorrono entrambi, ma sta alla nostra natura intima - al nostro "marchio di fabbrica" - puntare più su una cosa o l'altra.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

acquario69

Citazione di: cvc il 20 Giugno 2017, 10:47:32 AM
Secondo Jung i temperamenti umani si distinguono essenzialmente in reattivi e riflessivi (con tutte le varianti del caso).
Esempio tipico: passeggiando per strada si notano due persone che stanno venendo alle mani. Il riflessivo inizia a vagliare le varie possibilità: intervenire (in che modo), chiamare le forze dell'ordine, cercare un dialogo, farsi i fatti propri. Il reattivo semplicemente interviene (o se la squaglia).
Sul tema mi interessano essenzialmente due osservazioni. La prima è legata alla natura profonda del temperamento umano, nel senso che se si rientra nell'una o nell'altra tipologia, è difficile passare dall'altra parte. Io ad esempio sono un riflessivo, e tante volte ho ardentemente desiderato essere uno che si butta e non ci pensa su. Ma il trapianto di personalità non funziona. Quindi, in attesa di essere smentito, credo si possa affermare l'impossibilità - salvo forse in casi eccezionali come traumi o esperienze profonde - di passare da un temperamento all'altro.
La seconda osservazione, anche conseguente alla prima, è che evidentemente noi non scegliamo come siamo. Non solo a livello fisico ma anche nel comportamento. Quindi, constatato che non si può passare da un tipo ad un altro, molto meglio cercare di migliorarsi in armonia con la propria natura. Perché - e questo è l'aspetto fondamentale - l'onestà, la virtù la si può raggiungere per entrambe le due strade. Si può quindi discutere all'infinito se contano di più gli "attributi" o il cervello, senza giungere ad una conclusione. Ovviamente occorrono entrambi, ma sta alla nostra natura intima - al nostro "marchio di fabbrica" - puntare più su una cosa o l'altra.


condivido quello che dici e in particolare sulle tue conclusioni.
Il punto focale infatti (anche a mio avviso) e' riconoscere la propria intima natura e farne perciò una virtu

..ma quanto dobbiamo arrivare a conoscerci per arrivare ad un simile stato?..(per niente facile di questi tempi!)

stelle dell'auriga

Citazione di: cvc il 20 Giugno 2017, 10:47:32 AM
Secondo Jung i temperamenti umani si distinguono essenzialmente in reattivi e riflessivi (con tutte le varianti del caso).
Esempio tipico: passeggiando per strada si notano due persone che stanno venendo alle mani. Il riflessivo inizia a vagliare le varie possibilità: intervenire (in che modo), chiamare le forze dell'ordine, cercare un dialogo, farsi i fatti propri. Il reattivo semplicemente interviene (o se la squaglia).
Sul tema mi interessano essenzialmente due osservazioni. La prima è legata alla natura profonda del temperamento umano, nel senso che se si rientra nell'una o nell'altra tipologia, è difficile passare dall'altra parte. Io ad esempio sono un riflessivo, e tante volte ho ardentemente desiderato essere uno che si butta e non ci pensa su. Ma il trapianto di personalità non funziona. Quindi, in attesa di essere smentito, credo si possa affermare l'impossibilità - salvo forse in casi eccezionali come traumi o esperienze profonde - di passare da un temperamento all'altro.
La seconda osservazione, anche conseguente alla prima, è che evidentemente noi non scegliamo come siamo. Non solo a livello fisico ma anche nel comportamento. Quindi, constatato che non si può passare da un tipo ad un altro, molto meglio cercare di migliorarsi in armonia con la propria natura. Perché - e questo è l'aspetto fondamentale - l'onestà, la virtù la si può raggiungere per entrambe le due strade. Si può quindi discutere all'infinito se contano di più gli "attributi" o il cervello, senza giungere ad una conclusione. Ovviamente occorrono entrambi, ma sta alla nostra natura intima - al nostro "marchio di fabbrica" - puntare più su una cosa o l'altra.
Mi ritrovo anch'io nel temperamento riflessivo, cerco sempre di non agire impulsivamente in una situazione, cercando di ragionare un attimo, anche in virtù di esperienze passate in cui magari ho agito d' istinto senza pensare troppo alle conseguenze. ::)
 Però temo che siano delle osservazioni un pò sulla linea generale, diciamo così, perchè in situazioni molto estreme, tipo un terremoto, l' essere umano, anche il più riflessivo, ponderato ed equilibrato tende a reagire frettolosamente per sfuggire al pericolo incombente.

Penso molto dipenda dal contesto, situazione in cui ci troviamo. Le caratterizzazioni troppo nette non penso corrispondano al vero.

paul11

ciao cvc,
non è detto che il riflessivo sia più nel giusto del reattivo.
Se il pensatore tende di più alla ragione e l'impulsivo più all'emozione, potrebbe verificarsi che la strategia del riflessivo possa essere più cinica e quella del reattivo più sincera.
Dipende dall'indole e quindi dallo scopo.Ma il reattivo non avendo il tempo di razionalizzare seguendo l'emozione risulta essere più sincero, nell'errore o nella giustezza.Il riflessivo con indole cinica, è il furbetto di turno.
Ora ,è l'indole difficile da cambiare.
Se l'indole è buona ,il riflessivo tende alla saggezza con l'esperienza e il reattivo,come già detto alla sincerità del gesto.
Il saggio costruirà una strategia empatica per gestire le situazioni e capire l'emotività del reattivo.
Può non solo migliorare gli esiti di situazione nervose, ma tentare di far ragionare l'impulsivo se l'indole o lo scopo di quest'ultimo non fosse
corretta.
Quindi alla caratteristica,riflessiva e reattiva, aggiungerei l'indole che viene prima e lo scopo che viene dopo.

acquario69

Citazione di: Isfrael il 20 Giugno 2017, 19:30:44 PM
Citazione di: cvc il 20 Giugno 2017, 10:47:32 AM
Secondo Jung i temperamenti umani si distinguono essenzialmente in reattivi e riflessivi (con tutte le varianti del caso).
Esempio tipico: passeggiando per strada si notano due persone che stanno venendo alle mani. Il riflessivo inizia a vagliare le varie possibilità: intervenire (in che modo), chiamare le forze dell'ordine, cercare un dialogo, farsi i fatti propri. Il reattivo semplicemente interviene (o se la squaglia).
Sul tema mi interessano essenzialmente due osservazioni. La prima è legata alla natura profonda del temperamento umano, nel senso che se si rientra nell'una o nell'altra tipologia, è difficile passare dall'altra parte. Io ad esempio sono un riflessivo, e tante volte ho ardentemente desiderato essere uno che si butta e non ci pensa su. Ma il trapianto di personalità non funziona. Quindi, in attesa di essere smentito, credo si possa affermare l'impossibilità - salvo forse in casi eccezionali come traumi o esperienze profonde - di passare da un temperamento all'altro.
La seconda osservazione, anche conseguente alla prima, è che evidentemente noi non scegliamo come siamo. Non solo a livello fisico ma anche nel comportamento. Quindi, constatato che non si può passare da un tipo ad un altro, molto meglio cercare di migliorarsi in armonia con la propria natura. Perché - e questo è l'aspetto fondamentale - l'onestà, la virtù la si può raggiungere per entrambe le due strade. Si può quindi discutere all'infinito se contano di più gli "attributi" o il cervello, senza giungere ad una conclusione. Ovviamente occorrono entrambi, ma sta alla nostra natura intima - al nostro "marchio di fabbrica" - puntare più su una cosa o l'altra.
Mi ritrovo anch'io nel temperamento riflessivo, cerco sempre di non agire impulsivamente in una situazione, cercando di ragionare un attimo, anche in virtù di esperienze passate in cui magari ho agito d' istinto senza pensare troppo alle conseguenze. ::)
Però temo che siano delle osservazioni un pò sulla linea generale, diciamo così, perchè in situazioni molto estreme, tipo un terremoto, l' essere umano, anche il più riflessivo, ponderato ed equilibrato tende a reagire frettolosamente per sfuggire al pericolo incombente.

Penso molto dipenda dal contesto, situazione in cui ci troviamo. Le caratterizzazioni troppo nette non penso corrispondano al vero.

Le caratterizzazioni troppo nette non corrispondo al vero (forse cvc lo avrebbe già premesso scrivendo "con tutte le varianti del caso")
Pero credo che ognuno di noi abbia un suo specifico "stampino" e che per quanto si possa pure modificare (magari smussarne gli angoli) nel tempo e nello spazio,rimane sostanzialmente lo stesso...perciò sarebbe meglio e molto più conveniente conoscere bene quello e il prima possibile

Penso che nel contesto in cui viviamo i cosiddetti riflessivi siano più penalizzati perché l'impulsività o anche le caratteristiche inferiori dell'essere umano vengono molto fagocitate dal sistema stesso in cui siamo immersi, considerandoli pure come modelli valoriali...e la vera stonatura secondo me, non e' tanto considerare l'uno buono e l'altro cattivo e viceversa ma appunto in questo,cioe nell'eccessivo sbilanciamento, se non proprio ad una illegittima sovversione in tal senso 

stelle dell'auriga

Citazione di: acquario69 il 21 Giugno 2017, 08:10:37 AM


Le caratterizzazioni troppo nette non corrispondo al vero (forse cvc lo avrebbe già premesso scrivendo "con tutte le varianti del caso")
Pero credo che ognuno di noi abbia un suo specifico "stampino" e che per quanto si possa pure modificare (magari smussarne gli angoli) nel tempo e nello spazio,rimane sostanzialmente lo stesso...perciò sarebbe meglio e molto più conveniente conoscere bene quello e il prima possibile

Penso che nel contesto in cui viviamo i cosiddetti riflessivi siano più penalizzati perché l'impulsività o anche le caratteristiche inferiori dell'essere umano vengono molto fagocitate dal sistema stesso in cui siamo immersi, considerandoli pure come modelli valoriali...e la vera stonatura secondo me, non e' tanto considerare l'uno buono e l'altro cattivo e viceversa ma appunto in questo,cioe nell'eccessivo sbilanciamento, se non proprio ad una illegittima sovversione in tal senso

Sì, infatti concordo, più che altro ponevo l' accento sul quel "recinto caratterizzante" che alla lunga può influenzarci al punto di definirsi così o colà. ;)
 L' importante è crescere sempre come individui e accogliersi anche con parti della nostra personalità che magari non ci piacciono troppo.

myfriend

C'è un tempo per essere reattivi e un tempo per essere riflessivi.
E c'è un tempo per essere entrambe le cose insieme.

Non è vero che la nostra natura è immutabile.
La nostra natura può cambiare e cambia: si chiama maturazione psichica o "spirituale".

Ovviamente ci devi lavorare su. I cambiamenti non sono gratis.
La maturazione, fino ai 20-25 anni, è un processo passivo. Dopo i 25 anni diventa anche un processo attivo.
Se non ci metti del tuo rimarrai proprio come sei.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

giona2068

Citazione di: myfriend il 24 Giugno 2017, 13:23:56 PM
C'è un tempo per essere reattivi e un tempo per essere riflessivi.
E c'è un tempo per essere entrambe le cose insieme.

Non è vero che la nostra natura è immutabile.
La nostra natura può cambiare e cambia: si chiama maturazione psichica o "spirituale".

Ovviamente ci devi lavorare su. I cambiamenti non sono gratis.
La maturazione, fino ai 20-25 anni, è un processo passivo. Dopo i 25 anni diventa anche un processo attivo.
Se non ci metti del tuo rimarrai proprio come sei.
Personalmente ho sempre visto che chi ci mette del suo crea un'eduzione o una direzione della vita della serie "Fai da te". 
Volesse il cielo che fino a 20-25 anni la maturazione fosse un processo passivo, ma non è così, o meglio ancora, il giovane non si rende conto che tramite la scuola, gli amici, la società, l'ambiente ecc...  assorbe cosi tanto e si struttura in modo quasi irreversibile.
Le persone reattive, intendo dire quelle che reagiscono istintivamente, sono un pericolo personale e sociale perché mancano di self control
Le persone riflessive sono quelle che pensano prima di agire. Purtroppo pensare prima di agire non è sempre un pensare positivo.

 In una certa regione della nostra Italia si dice che la vendetta è un piatto che va mangiato freddo! In altri termini anche chi progetta il male riflette a riguardo del raggiungimento dello scopo e nel modo più dannoso.
In ogni caso i riflessivi in positivo hanno  il discernimento e pensano prima di agire sapendo ben distinguere il bene dal male.
Per completare il discorso bisogna anche parlare degli indifferenti, cioè di quelle persone che  hanno perso la vita rimanendo bloccati. Questi ultimi sono mentalmente malati anche se spesso passano per persone tranquille, ma prima o poi la loro patologia si manifesterà.
Aiutarli sarà quasi impossibile perché nel tempo si  strutturano in maniera tale da non ragionare neanche egoisticamente.
Riflessivi, reattivi e indifferenti sono le tre principali categorie umane, noi a quale di tre apparteniamo?

acquario69

Dunque si potrebbe (forse) riassumere cosi;

1) "chi nasce tondo non pò mori' quadrato" ..perlomeno in vita mia non ne ho ancora mai conosciuto uno

2) essere riflessivi e/o reattivi e' relativo, puo essere "bene o male" a seconda delle intenzioni o le circostanze

3) da quanto sopra si dovrebbe dedurre una doppia connaturata tendenza in noi, l'una verso la parte "superiore" e l'altra verso quella "inferiore" 

4) viviamo in un contesto che innanzitutto mi pare neghi il fatto stesso che abbiamo tale "doppia natura" ed inoltre allorché e in generale poco consapevoli di questo, viene favorita la prima e penalizzata la seconda ed a prescindere dalle diverse tipologie, come al punto 1

5) non mi sarebbe ancora chiara la cosiddetta categoria degli "indifferenti"

6) le cose che ho appena scritto non hanno alcuna pretesa di essere perfette perche tutto cio che si manifesta,noi compresi, non potrà mai esserlo 


7) buona domenica!  

myfriend

@giona

Volesse il cielo che fino a 20-25 anni la maturazione fosse un processo passivo, ma non è così, o meglio ancora, il giovane non si rende conto che tramite la scuola, gli amici, la società, l'ambiente ecc...  assorbe cosi tanto e si struttura in modo quasi irreversibile.

Prima cerchi di smentirmi e poi ribadisci e confermi esattamente ciò che ho detto.
Cosa vuol dire "processo passivo"?
Vuol dire che il giovane non si rende conto che tramite la scuola, gli amici, la società, l'ambiente ecc...  assorbe cosi tanto e si struttura in modo quasi irreversibile.
Esattamente ciò che intendevo io con "processo passivo".  :D
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

giona2068

Citazione di: acquario69 il 25 Giugno 2017, 07:15:11 AM
Dunque si potrebbe (forse) riassumere cosi;

1) "chi nasce tondo non pò mori' quadrato" ..perlomeno in vita mia non ne ho ancora mai conosciuto uno

2) essere riflessivi e/o reattivi e' relativo, puo essere "bene o male" a seconda delle intenzioni o le circostanze

3) da quanto sopra si dovrebbe dedurre una doppia connaturata tendenza in noi, l'una verso la parte "superiore" e l'altra verso quella "inferiore"

4) viviamo in un contesto che innanzitutto mi pare neghi il fatto stesso che abbiamo tale "doppia natura" ed inoltre allorché e in generale poco consapevoli di questo, viene favorita la prima e penalizzata la seconda ed a prescindere dalle diverse tipologie, come al punto 1

5) non mi sarebbe ancora chiara la cosiddetta categoria degli "indifferenti"

6) le cose che ho appena scritto non hanno alcuna pretesa di essere perfette perche tutto cio che si manifesta,noi compresi, non potrà mai esserlo


7) buona domenica!  
Ci sono persone che nascono tonde ma non furono create tonde, bisogna vedere cos'è successo nel momento in cui l'anima si è incarnata nel corpo!! Il Karma.

Gli indifferenti sono quelli che il mondo li definisce come esseri che quando vedono cadere il mondo loro si spostano senza cercare un rimedio. Non sanno gioire e non soffrono per quello che accade a loro ed a quelli che gli sono attorno. Sono quelli che piangono senza lacrime quando succede qualcosa in cui il pianto dovrebbe essere  spontaneo.
Gli indifferenti sono senza vita, vivono per riposare anche  se il riposo li renderà maggiormente indifferenti.  Gli indifferenti sono gli inaffidabili, gli irresponsabili, gli insensibili ecc...

Gli indifferenti sono quelli che non possono amare neanche loro stessi

acquario69

Citazione di: giona2068 il 25 Giugno 2017, 18:03:35 PM
Ci sono persone che nascono tonde ma non furono create tonde, bisogna vedere cos'è successo nel momento in cui l'anima si è incarnata nel corpo!! Il Karma.

sicuramente saprai già da te che quello e' un detto popolare (che di solito sono tanto snobbati e invece come ci azzeccano!) 
Precedentemente avevo scritto che ognuno di noi ha un suo specifico "stampino" e che ha più o meno lo stesso significato.

Quindi io credo che nasciamo già con una nostra "forma" e non si può modificare..sarai forse d'accordo con me che ogni albero può dare solo i suoi specifici frutti, percio volevo anche sottolineare che e' corretto concentrarsi e coltivare cio che e' in nostro possesso...penso sia al quanto inutile e pure dannoso provare ad essere qualcosa di diverso..lo stesso proverbio in siciliano, forse rende ancora meglio quello che ho appena detto e cioè;
"Cu nasci tunnu un po' moriri pisci spata"


tu invece cosa intendi quando dici che ci sono persone che nascono tonde ma non furono create tonde e che questo avrebbe a che vedere con il karma?

Trauma

Intervento a gamba tesa!

Nel mio percorso, mi sono persuaso che il cambiamento di indole è un'operazione francamente impossibile. Anche l'evoluzione delle proprie capacità caratteriali e mentali non riesco a vederla come un cambiamento vero e proprio. Mi spiego meglio con una metafora: vi ricordate i libri a bivi che si davano ai bambini un po' di anni fa? Quelli che ad un certo punto ti facevano decidere A) o B), e a seconda di cosa decidevi proseguivi la storia a pagina 27 o 63, con esiti diversi? Io la vedo un po' così: l'ossatura è quello che siamo, quello che assorbiamo da quando cominciamo a sentire la voce di nostra madre nel suo ventre. Dopodiché sta all'esito dei bivi, o trivi, o quadrivi che siano: l'evoluzione dà lo spessore della personalità, le sue sfumature, ma a meno di eventi traumatici di portata maggiore, sia negativi sia positivi (illuminazioni ecc.), credo sia difficile uscire dal proprio "orizzonte probabilistico"... e per difficile intendo impossibile  :P

Per cui direi che sono d'accordo con cvc sulle possibilità di cambiamento!

Jacopus

La teoria di Jung e' una delle tante. I tipi di carattere possono essere classificati in molti altri modi. La discussione ha poi virato sulla immodificabilita' dei caratteri, principio solo parzialmente vero. La genesi del ns carattere discende da tre fattori. Il fattore genetico che e' strutturale. Il fattore ambientale, sul quale possiamo incidere in parte. Il fattore comportamentale, come adozione di uno stile di vita che ripetendosi nel tempo modifica la stessa struttura del nostro cervello modificandone le sinapsi.
Si puo' inoltre considerare anche un fattore "quantistico", nel senso indicato da Trauma, come possibilita' di scelta quasi-casuale fra diverse opzioni, che determinano l'evoluzione del carattere.
Una visione servodeterminata del carattere la escludo anche perche' nasconde una visione ideologica della societa'. Se le persone non possono modificare il loro carattere a maggior ragione anche la societa' e' immodificabile.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

paul11

Citazione di: Jacopus il 26 Giugno 2017, 19:26:19 PM
La teoria di Jung e' una delle tante. I tipi di carattere possono essere classificati in molti altri modi. La discussione ha poi virato sulla immodificabilita' dei caratteri, principio solo parzialmente vero. La genesi del ns carattere discende da tre fattori. Il fattore genetico che e' strutturale. Il fattore ambientale, sul quale possiamo incidere in parte. Il fattore comportamentale, come adozione di uno stile di vita che ripetendosi nel tempo modifica la stessa struttura del nostro cervello modificandone le sinapsi.
Si puo' inoltre considerare anche un fattore "quantistico", nel senso indicato da Trauma, come possibilita' di scelta quasi-casuale fra diverse opzioni, che determinano l'evoluzione del carattere.
Una visione servodeterminata del carattere la escludo anche perche' nasconde una visione ideologica della societa'. Se le persone non possono modificare il loro carattere a maggior ragione anche la societa' e' immodificabile.
ciao Jacopus,
...interessante.
Sono d'accordo con la tua prima parte.
Penso che conti il rapporto fra ciò che riteniamo giusto praticare in determinati eventi che la vita ci porta e dall'altra il condizionamento sociale, vale a dire quello che gli altri vorrebbero che noi fossimo.
E' vero che fra genetica, ambiente educativo, nei primi anni di vita noi, una piantina, ci sviluppiamo in una certa maniera, riflessiva, reattiva o quant'altro e più passano gli anni e più è difficile mutare quelle condizioni originali (ormai la piantina è un albero).
Ma penso che noi possiamo in qualche modo cercare di preordinarci in funzione di un evento.
Possiamo cercare di modificare una forma istintiva in qualche modo educandola, ma dobbiamo preparare delle strategie in funzione di eventi.
Un impulsivo, faccio un esempio banale, deve contare fino a non so quanto, insomma deve prendere tempo e non reagire "di botto".
Ma questo lo si può fare solo se siamo convinti che un nostro comportamento in funzione di un evento è sbagliato, quindi dobbiamo modificarci .A volte le sfide più grandi sono proprio con noi stessi........

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