Episodio strano, avrà un significato?

Aperto da Socrate78, 08 Maggio 2019, 06:22:31 AM

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Socrate78

Inspiegabilmente mi sta capitando che, senza un motivo preciso, nella mia mente ogni tanto si affaccia la canzone "Andiamo a mietere il grano, il grano......raccoglieremo l'amore, l'amore", ma la cosa strana è che invece di darmi un senso di allegria e di gioia , mi procura un senso di tristezza momentanea, addirittura forte se indugio nel pensiero che sono costretto a scacciare distraendomi subito. La sensazione personale è che la canzone abbia quasi un senso nascosto e racconti in realtà una storia di tristezza, non di gioia. Letteralmente se indugio nel pensiero immagino me stesso da solo in un campo di grano in una giornata estiva stupenda di giugno (quello è il contesto), ma io sentirmi solo, triste, senza poter comunicare con nessuno, oppresso. Ma l'episodio ha un significato? E' un emergere di ricordi inconsci legati a quella canzone oppure no?

anthonyi

Ciao Socrate, anche a me è capitato spesso che certe canzoni si fissino nella mia mente e che nello stesso tempo mi si sviluppi uno stato depressivo (Che per me comunque è frequente). Io comunque tendo a pensare che il problema non sia nel passato, ma nel presente, la psiche vive una sofferenza attuale e cerca di rimuoverla, di non pensarci, occupando la mente con una canzone.
Forse la scelta che è stata fatta dalla tua psiche ha valore simbolico, a me quello che dici mi da un'idea di solitudine nell'abbondanza, di vuoto spirituale, emotivo, in un eccesso di contenuti materiali.
Naturalmente sono solo miei pensieri, comunque fammi sapere se ci hai trovato qualcosa di sensato.
Un saluto.

Sariputra

Ci possono essere due chiavi di lettura di queste sensazioni che sorgono nella tua mente:
la prima riguarda una precedente esistenza nel samsara , a cui so che tu non credi, oppure fatti di questa stessa sepolti nel ricordo, in cui il lavoro duro nei campi  o un fatto negativo avvenuto in quel contesto suscita quel senso di tristezza, anche forte, che provi quando la canzone ti porta ad una reminiscenza di quel periodo.
Il secondo motivo, più generale, è probabilmente legato a quel "tono di sottofondo" che è la cifra dell'umana esistenza. Il testo poetico della canzone è un misto di ottimismo, di pessimismo e di silenzio. C'è la durezza del lavoro, la mietitura del grano sotto il sole; l'ottimismo della gioia del raccolto nell'amore e il silenzio della solitudine dell'osservatore.Nei più profondi recessi della vita umana, sotto questi tre 'sapori', c'è un vago dolore sconsolato, un sentimento di insoddisfazione. E' molto difficile liberarsi da questo dolore. Non è propriamente un dolore, ma più una sorta di silenzioso lamento interiore. E c'è sempre. Solo che raramente ne siamo del tutto consapevoli. La canzone, nel tuo caso, ha la capacità di portare la mente ad afferrarlo, ad esserne consapevole...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

odradek

Un earworm ( verme nell'orecchio ) a volte noto come brainworm ( verme nel cervello ), o musica "appiccicosa", o Involuntary Musical Imagery-IMI- ( immagine musicale involontaria ), è una porzione di un brano musicale che si ripete continuativamente nella mente del soggetto.
Oliver Sacks ha scritto un paio di cose intorno a ciò ma non mi ricordo in che pubblicazioni. 
Ne "soffre" il 98% delle persone.
Il 70% dei "casi" riguardano ritornelli cantati mentre nemmeno l' 8% è costituito da sola musica. La durata va dai 10 ai 20 secondi.

Il brano che ti ha "invaso" ha tutte le caratteristiche giuste del "verme"; è un 3\4 molto cadenzato con testo ripetitivo ed inoltre gli accenti delle parole cadono sul primo quarto marcandolo ancora di più.

Il resto attiene a te e ai tuoi ricordi (consci od inconsci) legati a quella canzone ed alla tua attuale situazione.

Da dire anche che la canzone è già (attualmente) abbastanza triste di suo; nessuno miete il grano fianco fianco alle contadinelle(i) e l'idillio agreste (e conseguente "stesa" sulle stoppie), la gioventù, il calore del sole ed il sudore senza cattivo odore sono cose andate, kaput.

Phil

Giocando spudoratamente a fare lo psicologo, le sfumature di senso potrebbero essere molteplici:
- (delusione) la canzone dice «andiamo... raccoglieremo...» al plurale, ma il fatto che poi ti ritrovi solo nel campo, senza un "noi", genera inevitabilmente tristezza, come il ritrovarsi da soli ad un appuntamento;
- (inadeguatezza) il disagio nel campo di grano potrebbe simboleggiare il pensiero di un compito eccessivo, o percepito come tale, a cui non ti senti pronto: un solo uomo non può mietere facilmente il grano di un intero campo; 
- (frustrazione/rimpianto) l'impossibilità di mietere il campo, pur essendo una bella giornata, prefigura la spiacevole prospettiva di non poter "raccogliere l'amore"; ovvero, ci si trova in una situazione di per sé non brutta, ma non è possibile godere delle sue potenzialità di miglioramento, sprecando una possibilità allettante (non è un campo spoglio e arido, la giornata è anche propizia, ma non è comunque possibile procedere con il raccolto)
Contestualizzare questi possibili contenuti emotivi nella tua vita o nei tuoi ricordi, spetta chiaramente solo a te.


P.s.
Trattandosi di una canzone, la fruizione emotiva dei significati semantici del testo è vincolata (se non sottomessa) alla melodia, che presenta principalmente (potrei sbagliarmi) il passaggio fra due accordi che, nella nostra tradizione musicale, associamo alla malinconia o comunque non alla gioia (si minore e fa diesis settima); questo spiegherebbe la tua sensazione di tristezza a prescindere dal senso del testo.

P.p.s.
Qualcuno dice che per schiodare la canzone ricorrente, si può provare a cantarla fino alla fine o anche cantare solo il finale, in modo che il cervello lo consideri un processo terminato.

Socrate78

@Sariputra: Uhmm, bella spiegazione, io non credo nella reincarnazione, ma ammesso che dovessi crederci che cosa dovrei fare per capire che cosa è successo (magari tre secoli fa) e comprendere se c'è un Karma negativo che si manifesta ancora in un'esistenza (la mia) che non è brutta ma nemmeno felicissima? Credo sia impossibile, dovrei essere sottoposto ad ipnosi molto regressiva andando indietro nel tempo oltre QUESTA vita e credo che non sia mai stato fatto, o sì?

Sariputra

Citazione di: Socrate78 il 08 Maggio 2019, 15:05:42 PM@Sariputra: Uhmm, bella spiegazione, io non credo nella reincarnazione, ma ammesso che dovessi crederci che cosa dovrei fare per capire che cosa è successo (magari tre secoli fa) e comprendere se c'è un Karma negativo che si manifesta ancora in un'esistenza (la mia) che non è brutta ma nemmeno felicissima? Credo sia impossibile, dovrei essere sottoposto ad ipnosi molto regressiva andando indietro nel tempo oltre QUESTA vita e credo che non sia mai stato fatto, o sì?


Un vissuto soggettivo affiorante nell'ipnosi (ma anche in sogni ricorrenti, terrori sconosciuti, ricordi infantili, ecc.) che non può essere dimostrato attraverso una teoria scientifica, in quanto non riproducibile o misurabile in un esperimento. 

Se ti interessa leggere qualcosa al riguardo della pratica clinica della ipnosi regressiva sul sito di "psicologi italia". Un articolo deldott. Andrea Napolitano che pratica l'ipnosi regressiva terapeutica...



https://www.psicologi-italia.it/...e.../ipnosi/.../ipnosi-regressiva-odissea-fra-le- vite.html



Secondo i sostenitori di questa metodologia durante la rievocazione intraipnotica il paziente potrebbe comunicare contenuti riferibili a presunte vite precedenti.

Secondo il parere prevalente della comunità scientifica, ciò è attribuibile a immaginazione, falsi ricordi, suggestione e condizionamento da parte del conduttore che favorirebbe l'emersione nel soggetto di criptomnesie e confabulazioni.

A sostenere il parere opposto sono invece i praticanti della disciplina quali Raymond Moody, Brian Weiss, Ian Stevenson, Angelo Bona, Alex Raco che nella loro pratica clinica affermano di avere riscontrato, durante le regressioni ipnotiche, l'emersione di contenuti riferibili a presunte vite precedenti.

Le più antiche pratiche di regressione a vite precedenti compaiono nelle Upaniṣad, risalenti al 900 a.C.Patanjali, vissuto probabilmente tra il IX e il IV secolo a.C. e ritenuto il maggior esponente del Raja Yoga, negli Yogasutra definisce la regressione pratiprasavah (riassorbimento, nascita a ritroso). Secondo la scuola di pensiero a lui ispirata la regressione a vite precedenti sarebbe in grado di eliminare il karma accumulato nei samskara (impressioni coscienziali) durante esistenze precedenti.

Personalmente, anche se la cito spesso, a volte "giocandoci un pò" , ho un attegggiamento neutro a riguardo la rinascita. Nonostante, soprattutto in giovane età, e in misura minore, ancora adesso sia anch'io un sperimentatore di ricordi "particolari", diciamo così.  E' comunque fondamentale per una corretta comprensione del Buddhismo delle origini e della teoria del Karma. E' però più importante comprendere come ri-nasce continuamente il nostro attaccamento nel presente corpo-mente...

Un autore insospettabile che si poneva il dubbio, Agostino d'Ippona ne "Le Confessioni":

"Quando, Oh, Signore, ho io peccato? Quando ero nell'utero di mia madre o prima che io fossi? La mia infanzia seguirà ad altra età già morta? o prima ancora? E dove è chi io fui? Ho io peccato o i miei genitori?..." . 

Ruffino stesso, in una lettera diretta a S. Anastasio, afferma:

" ... che questa credenza era comune tra i primi Padri della Chiesa ... " . Un'altra conferma di quanto tale dottrina fosse diffusa la ritroviamo anche nelle parole del vescovo Nemesio quando, nella sua preziosa opera De Natura Hominum, afferma: "Tutti i Greci credono che l'anima sia immortale e ritengono che questa passi da un corpo all'altro ... " .

Nella Pistis Sophia, che rappresenta l'unico Vangelo gnostico tuttora esistente, attribuisce al Salvatore le seguenti parole:

"... ma colui che ha peccato una, due o tre volte, la sua anima sarà rigettata e rinviata nel mondo, secondo la forma dei peccati che ha commesso...".

Questo testo viene citato da Epifanio (320-402) e da altri Padri della Chiesa.

Ciao
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

baylham

Personalmente trovo la combinazione di lavoro e sesso una delizia.

Sariputra

#8
Citazione di: baylham il 09 Maggio 2019, 11:20:02 AMPersonalmente trovo la combinazione di lavoro e sesso una delizia.


Perché probabilmente non lavori nei campi. .. ;)

Gli ignoti autori di Genesi, vista l'epoca in cui è stato scritto, invece avevano un'idea opposta alla tua del lavoro agricolo, infatti è la punizione principale per l'atto di disobbedienza compiuto dall' ingenua coppia.
E anche sul sesso i due nostri progenitori (ma in realtà lo siamo solo di uno, come spiegherò poi...) sono andati a rimetterci pesantemente. Prima di mangiare dell'albero infatti l'accoppiamento tra loro era cosa normale, pulita, tranquilla,un gesto quasi atletico direi, benedetto da Dio stesso che passeggiava nel giardino...non si chiamava nemmeno 'sesso' ma bensì  "fare all'amore", una bella differenza no? Non una parola orribile con ben tre esse, sesso, ma "fare l'amore", sentite che suono poetico, che rimanda a torrentelli baciati da declivi erbosi...Dopo è subentrata la malizia, la vergogna, la foglia di fico messa dalla parte morbida, il prepuzio da circoncidere , il ciclo mestruale ogni 26 giorni (o 28 per quelle che si definiscono "fortunate"...), l'impotenza, l'orgasmo che quasi mai si raggiunge insieme (in questo Dio è stato particolarmente "crudele" nella punizione...), la paura che ogni volta si ripresentasse un nuovo Caino, l'abitudine che smorzava la voglia, la ricerca di qualcosa di diverso ed ecco quindi l'accoppiamento di quel tanghero di Adam con Chita, la scimpanzè infelice che viveva con Tarzan, il noto gay palestrato, da cui tutti noi, ahimè, deriviamo... :(
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Sariputra

Mi sono accorto che il mio post qui sopra andava nel topic  "E se Eva..."
Che errore assurdo. Non ci sto più con la 'mente' ormai... :(
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