È la natura umana: abituarsi all'eccezionale

Aperto da cvc, 08 Aprile 2017, 08:20:47 AM

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cvc

Quale evento storico mediatico si potrebbe citare di più eccezionale del primo sbarco sulla luna? C'è chi pensa non sia realmente avvenuto, ma non intendo discutere qui la veridicità dell'avvenimento, quel che conta in questo discorso è che fu percepito come un fatto reale ed eccezionale nel vero senso del termine. Tutto il mondo stava col fiato sospeso in quell'estate del 69, attaccati a televisioni e radio in febbricitante attesa di un'incredibile svolta dell'umanità. Tuttavia gli sbarchi successivi acquisirono un interesse via via decrescente, fino a scemare del tutto. Morale: ci si abitua all'eccezionale. Se per assurdo un uomo dell'ottocento fosse proiettato nella nostra era dovrebbe, al primo impatto, stramazzare dallo stupore: automobili, tv, pc, trapianti di organi, aeroplani...... Tuttavia, se sopravvivesse allo shock iniziale, pian piano si abituerebbe e dopo un po' inizierebbe anche lui a trovare noiosi i programmi televisivi e i lunghi viaggi in auto o in aereo. È la natura umana, ci si abitua all'eccezionale, ci si abitua a qualsiasi cosa forse, tranne che alla noia. Si perché quando la formazione delle abitudini - facoltà straordinaria cui qualcuno ha attribuito la causa dell'intelligenza nell'uomo - porta ad un appiattimento della realtà, allora sentiamo l'effettivo bisogno di un fatto eccezionale che ci scuota dal torpore. Un fatto che dopo un po' perderà il suo carattere di eccezionalità e verrà anch'esso assimilato dalla noia. Fra noia (abitudine, prevenzione, controllo) ed eccezionalità (imprevisto, novità, reazione) si dispiega la nostra esistenza, laddove la differenza fra uno stato e l'altro è data dalla nostra capacità di assimilazione. Se non si assimila un dato evento (es non si impara a fare una cosa) esso ci apparirà sempre come nuovo. D'altronde l'abitudine può da un lato permetterci di controllare una situazione, ma d'altra parte contribuisce ad appiattire la nostra vita. Ed anche questo 3d che, se qualcuno lo sta leggendo, potrebbe suscitare un qualche interesse, comincia a diventare noioso....
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

myfriend

Tutto questo non è di per sè negativo.
Certo è che dovremmo imparare a coltivare la nostra capacità di stupirci.
Ma per far questo occorre imparare a vedere la Realtà con gli occhi della Consapevolezza.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

Phil

Credo che nell'oscillare del pendolo fra "eccezionale" e "noia" (parafrasando liberamente Schopenhauer ;D ), ci sia anche una terza fase possibile: l'eccezionalità non può essere preservata lungo (un po' come ogni "effetto sorpresa"), ma può anche non scadere sistematicamente in noia, declinandosi piuttosto in "piacevole consapevolezza".
Si tratta di saper ascoltare ancora l'"eco cognitivo" di ciò che ha "animato" l'eccezionale, e un requisito per far ciò è aver vissuto l'evento eccezionale in questione. 
Provo a spiegarmi con un esempio: da ragazzo gli unici telefoni funzionanti erano attaccati ad un filo; poi ho vissuto l'avvento dei cellulari, innovazione eccezionale; oggi è possibile o dar per scontato l'utilizzo di tale strumento (quindi noia, più lamentele varie quando ci sono problemi tecnici), oppure, nonostante lo si usi quotidianamente, mantenere in sottofondo una "compiaciuta gaiezza" di aver a disposizione un marchingegno così portentoso (emozione discontinua e decisamente meno intensa dello stupore iniziale, ma nemmeno piatta come la noia...). 
Per chi non ha vissuto il passaggio dal pre-cellulare al cellulare, percepire questa "lieta soddisfazione" sarà davvero difficile, perché non ha in memoria l'esperienza del passaggio dal "banale" all'"eccezionale" (che quindi sarà banale per chi non ne ha sperimentato l'effetto dirompente).
Chiaramente, alla base, è una questione di inclinazione personale e tipo di approccio alla vita e alle novità, ma c'è comunque la possibilità di una terza via...

cvc

Sono d'accordo con voi che la consapevolezza è l'antidoto alla noia, perchè nella piena coscienza del momento presente non esiste la ripetitività che causa la noia, poichè c'è la percezione del fluire del tempo. Per diventare consapevoli si dovrebbe non temere la noia, non essere eccessivamente attratti dalla straordinarietà. Non bisogna vedere cose nuove, ma le stesse cose con occhi diversi
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Apeiron

Citazione di: cvc il 08 Aprile 2017, 22:30:59 PMSono d'accordo con voi che la consapevolezza è l'antidoto alla noia, perchè nella piena coscienza del momento presente non esiste la ripetitività che causa la noia, poichè c'è la percezione del fluire del tempo. Per diventare consapevoli si dovrebbe non temere la noia, non essere eccessivamente attratti dalla straordinarietà. Non bisogna vedere cose nuove, ma le stesse cose con occhi diversi

Già perchè la noia anche se ci fa star male causa dipendenza, non ci annoia di essere annoiati.
Il problema è che la noia nasce dalle aspettative e più le aspettative aumentano peggio è! In sostanza l'io - o meglio l'ego - nella noia diventa enorme. Il segreto è "svuotare" l'io... ma lo sto dicendo proprio perchè anche io sono così. Ergo dalla noia solo l'Illuminato riesce a fuggire  ;D

Ergo la soluzione non è abituarsi all'eccezionale bensì "abbandonarsi alla corrente".
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Jean

Chiedevo (40 anni fa...) ad un amico quale fosse la cosa più eccezionale inventata dall'uomo... mi rispose la televisione, potendo suo tramite assistere a qualcosa in corso o avvenuta da un'altra parte del mondo.

Addirittura in un altro mondo... come lo sbarco sulla luna (reale o taroccato che sia stato) di esseri umani o, nel nostro tempo, le numerose sonde: Juno, Cassini... ecc.

Davvero incredibile, esser presenti senza dover spostare il proprio corpo... su tale inclinazione forse si è andata sviluppando (tecnologicamente) la prospettiva non più fantascientifica (o meno di un tempo) di arrivare, un domani sempre più vicino, a "spostare" la propria mente in una sorta di avatar cibernetico per viverci una vita "ampliata" quanto a possibilità (e qui si può immaginar di tutto e di più).

Avvenisse quanto prospettato... ci si potrebbe ancor annoiare, potendo (senza coinvolgere il corpo, divenuto a quel punto solo un "contenitore" dell'attività/o della mente stessa) di fatto intervenire materialmente nel mondo o fuor di esso... e immaterialmente in infiniti "mondi" virtuali?

Se la mente lasciata a se stessa... ricade in una disposizione profonda che la sospinge ad allontanarsi dalle cose che prima l'attraevano, ritrovandosi svuotata dall'attrazione che esercitavano su di essa, ne consegue che tal avatar sarebbe sempre in attività perché appunto ebbe origine dall'intento di sfuggir a quella disposizione...

E in questa situazione... protratta nel tempo a divenir un'abitudine... qual tesoro potrebbe mai rimaner celato e resister a tal potenza d'oltreuomo, conscio del suo potere di dargli la caccia e stanarlo negli infiniti mondi e spazi?

Potremmo escludere che quanto Phil chiama "eco cognitivo" non si ripresenti un giorno, qual pensiero non del tutto controllato, a quella mente diversamente allocata, a prospettar una direzione verso un paesaggio differente ove sia nascosto un tesoro irraggiungibile, costringendola a confrontarsi con l'oltre le sue capacità?

Che servirebbe la consapevolezza del valor dell'ordinario e lo stupore provato al veder rinnovato il suo farsi fenomeno, quando ne sorga una (diversa) che porti l'ineffabile sentore dell'origine di tutto... il gioco?
 

... naturalmente il mio amico chiese qual fosse la cosa eccezionale per me... e risposi esser l'automobile...

Accidenti, a quel tempo mi pareva non avesse nulla a che fare con la televisione... un'altra cosa, un altro viaggiare, di cui mi pareva avessi scelto quello migliore, potendoci portar con me tutto il mio essere, corpo compreso... e adesso mi tocca veder la mia risposta e quella dell'amico integrate in quella sorta d'ibrido dell'avatar... oh, speriamo non esser stati noi due con quell'innocente questione di quel giorno a metter in moto gli eventi che da un battito d'ali... han generato altrove-in-un-altro-tempo una tempesta...

 
Buona Pasqua 

Jean

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