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Crisi esistenziale

Aperto da Apeiron, 12 Ottobre 2016, 19:16:46 PM

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cvc

#15
Apeiron, non so se stiamo parlando di complessi, nel qual caso il sottoscritto ne ha avuti molti. Ti dirò l'unica cosa che, in tanto cercare, mi è stata d'aiuto: trovare il modo di staccare per un po' la spina dei pensieri, ovvero smettere di pensare. L'istinto di conservazione ci ha regolato in modo tale che il nostro pensiero è sempre alla ricerca frenetica della soluzione di un qualche problema. E, purtroppo, ciò avviene anche quando i problemi non ci sono. In questo caso siamo noi a crearceli, per soddisfare questa smania, questa morbosa ricerca della soluzione del problema, che ci deve essere (il problema) perché c'è l'istinto irrefrenabile di doverne per forza risolvere qualcuno. L'unica cosa da fare è trovare il modo di smettere di pensare per un pò, così quest'ansia si quieta e ci si può concentrare sui problemi veri.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Apeiron

Sì cvc hai ragione, dovrei smetterla di pensare (troppo). Il punto è che per me è quasi impossibile. Faccio una fatica tremenda a non pensare. Pensare di meno mi farebbe bene (ancora meglio la distruzione del desiderio di filosofare). La mia visione del mondo non la considero comunque pessimista, ma realista in quanto deriva dall'osservazione di ciò che succede. Credo che mi impegnerò a contrastare il mio desiderio di riflettere e di comprendere, anche se attualmente questo sacrificio mi pesa come un macigno. In  ogni caso cvc i problemi di cui discutevo prima secondo me "sono problemi", il punto è che non si dovrebbe esserne così assorbiti.

Per altamarea non capisco cosa intendi con questa frase: "Dare significato alla propria vita significa anche avere una visione transpersonale, olistica, filosofica e spirituale". Nella discussione ho cercato di essere il più chiaro possibile. Il problema non è solo di autostima comunque. In ogni caso credo che questi problemi siano quelli più universali di tutti. Non molti però vogliono indagarli.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Sariputra

Sei pronto, Apeiron a diventare un albero inutile? Cosa c'è realmente di male nel non essere adatto al mondo?
Huizè disse a Ciuangzè: "Io ho un albero grande. Lo chiamano Alleante (Ailantus glandulosa). Cresce e si ingrossa in fretta. Il legname del suo tronco è tale che il legnaiolo non vi può battere il filo. I suoi rami sono così nodosi e storti che non c'è modo di adoperarvi squadra o compasso. E' sulla strada ma nessuno lo guarda. Così sono anche le tue parole, signor mio, sono grandi e inutili e nessuno le raccoglie."
Rispose Ciuangzé: " Hai mai visto una martora che curva spia e aspetta la preda? Salta di qua e di là, su e giù per i rami, finchè capita in una trappola o crepa in un laccio. Poi c'è anche lo iak (bos grunniens). E' grosso davvero,  ma non è capace ad acchiappare un topo.
Ora tu hai un albero grande e ti lagni che non è buono a nulla: perché non lo pianti in una terra deserta, in un vasto campo nudo ( Shunya, nota del Sari commentatore...)? Potresti in ozio girovagarvi attorno e sotto i suoi rami dormire beato. Nè scure, né ascia gli accorcerebbero l'esistenza e nessuno potrebbe nuocergli. Che c'è da affliggersi se qualcosa non è buona a nulla?"
Se raggiungi il Nibbana credi ancora di aver ottenuto "qualcosa"?
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

acquario69

#18
Citazione di: Apeiron il 12 Ottobre 2016, 19:16:46 PM
Come da titolo volevo condividere con voi la mia situazione esistenziale. Sono sempre stato una persona timida, introversa e completamente inetta nella vita quotidiana. Sono abbastanza inetto nel comprendere le relazioni interpersonali e le banalità della vita quotidiana a volte mi pesano un macigno. Questo è il background ed è forse la causa del fatto che mi sono spinto alla filosofia e alla scienza. Detto ciò questa è la mia situazione.

(1) Sono terrorizzato dalla intrinseca contingenza della vita. Sono consapevole che mi può capitare di tutto, che i miei sogni si possono infrangere, che posso morire da un momento all'altro ecc;
(2) Vorrei che la mia propensione filosofica fosse utile anche per le altre persone, però la mia totale incapacità nella vita quotidiana non aiuta. Non so come in sostanza fare in modo che il mio talento sia utile;
(3) Sono continuamente in dubbio se appunto la ricerca interiore sia in realtà utile o sia una semplice "perdita di tempo". Vedo persone molto più intelligenti e molto più funzionali nella società di me che trascurano completamente questa dimensione;
(4) Sono poi cosciente del rischio (economico, mentale...) che mi pone la scelta di vita "da filosofo" sia per me che per i miei cari. Quello che mi chiedo è "sono pazzo a pensare che ne valga la pena"? E inoltre ho una spinta a pensare che non riesco in ogni modo a fermare. Inoltre in prospettiva sarebbe l'unica vita che mi renderebbe felice. Il problema è che vedo "ostacoli" ovunque, oltre che un generale disinteresse per questi argomenti.
(5) Cerco di trovare una risposta alle domande etiche ed epistemologiche più profonde ma in caso queste non ci siano allora l'intera mia vita sarebbe per così dire "sprecata";
(6) Il mio essere imbranato nella vita quotidiana mi rende inutile "materialmente" per le altre persone;

se pensi già in partenza che sei un inetto questa e' di sicuro il migliore modo per non esprimere il tuo talento...inoltre il talento o comunque le nostre qualità,sono uniche e percio i paragoni a mio avviso non si dovrebbero nemmeno fare,quanto di più sbagliato e illusorio...perché devo cercare di fare o essere qualcosa che non sono,solo perché e' quello che mi viene proposto e continuamente richiesto dall'esterno?
nel 99% dei casi i modelli che abbiamo intorno sono tutti profondamente sbagliati,tutto esattamente il contrario ed anzi sono creati apposta perché tu ti debba conformare e uniformare (che sta agli antipodi dell'unicità) ossia non devi pensare con la tua testa ma far parte del gregge,in modo che sei manipolabile.
infatti prova a ragionare e a vedere invece le cose al contrario e ti accorgerai e vedrai con i tuoi stessi occhi che la stragrande maggioranza non e' affatto libera,perché si comporta e pensa cose che in realtà non vorrebbe affatto,eppure le fa lo stesso per non sentirsi emarginato...cosa preferisci diventare una marionetta oppure essere libero?!..o anche in altre parole un essere uniformato e identico a tutti oppure libero appunto nella tua unicità e di conseguenza nelle tue qualità?

concordo con te che viviamo in un epoca che e' poco dire che fa schifo ma innanzitutto i relativisti lasciali perdere...la massa (il gregge di cui sopra) fanno sicuramente parte di questa categoria ma anche i nichilisti (che non sono altro che la logica conseguenza dei primi,nella loro esasperazione/disperazione) e sopratutto loro!...certo tieni appunto conto che sono ormai una marea gigantesca,lasciali affogare nella loro nullità,percio mettiti al riparo da loro,non farti travolgere,sarebbe da cogl...ops da stupidi

ad ogni modo volevo anche aggiungere che alla tua eta e' al quanto normale ritrovarsi a fare certe considerazioni,anzi e' bene che tu le abbia,perché se fosse il contrario vorrebbe dire che saresti uno zombie o una pecora e non una persona.
come già sottolineato da cvc le crisi (l'etimo della parola e' scelta) servono perché la nostra esistenza e' un percorso interiore (e non esteriore come ci viene continuamente e falsamente proposto e come spiegato all'inizio) proprio perché utili a conoscere veramente chi siamo..
ripeto; a te interessa sapere chi sei oppure lasciare che siano gli altri a deciderlo al tuo posto?!..ed e' cosa ovvia che nel secondo caso non lo saprai mai e sarai solo una proiezione o appunto una marionetta di qualcun'altro.

inoltre ce' un tempo per ogni cosa...non avere fretta come oramai fanno tutti,(non farti appunto travolgere anche da questo ennesimo atteggiamento nichilista..infatti anche la fretta,che può in apparenza non sembrare ma e' anch'essa nichilista) non e' difficile da notare come tutti si affannano,si rincorrono,fai caso a come sono stressati e nient'affatto sereni...rimani "fermo" (il che non significa rimanere passivi) ma semplicemente calmo...ossia in altre parole calmo equivale a dominare (te stesso) anziché essere dominato.

Apeiron

Non ho più risposto perchè mi prendo un po' di tempo per meditare sui vostri consigli. Ora credo che la cosa migliore sia non pensare, ma agire. Grazie a tutti.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Duc in altum!

@Apeiron

Non so neanche da dove incominciare, ma peggio sarebbe non tentare di dare un apporto a questa tua, palese, richiesta di collaborazione, per meglio riflettere sulla tua crisi esistenziale.

Quindi risponderò (con i miei limiti, e dal mio punto di vista cattolico) ai 6 punti con i quali hai descritto, più o meno, il tuo disagio:
Citazione(1) Sono terrorizzato dalla intrinseca contingenza della vita. Sono consapevole che mi può capitare di tutto, che i miei sogni si possono infrangere, che posso morire da un momento all'altro ecc;
Questa è per me la più difficile da contestare, dacché io al contrario tuo, ormai, sono un "esperto" nel reagire alle Dio-incidenze (la tua intrinseca contingenza della vita), che semplifico, per meglio intenderci, in un semplice e condensato di Coelho: "Tutto ciò che più temevo mi è accaduto"! (e forse anche qualcosa in più); e ti posso garantire, se può esserti d'incoraggiamento (anche se non lo auguro a nessuno), visto che è certificata, che la cosa che maggiormente mi terrorizzava, non solo l'ho vissuta, ma è stato il momento cruciale per mia ri-nascita (la manna dal cielo). E da allora che l'unica paura che ho (e che mai avrei immaginato di conoscere) è quella di non essere all'altezza di servire Dio adeguatamente ...cosa da pazzi per questa società che non rinuncia a comandare e dominare!

Certo ho ancora progetti, anche se non programmati più sul "volere è potere", dato che io ho sperimentato che, senza Dio, questo non è altro che uno slogan derivante dal delirio di onnipotenza (ben spiegato col Vangelo di ieri Luca 12, 16-21), quindi propositi con fondamenta di sabbia, ma sono, oggi, più corrispondente alle aspettative che il mio intuito mi suggerisce d'intraprendere, anche se non hanno niente a che vedere con i miei sogni, che continuo a fare, come da sempre, soprattutto ad occhi aperti.
Per quel che riguarda il tuo: "posso morire da un momento all'altro", ti replico con le parole di Borsellino: "Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola"

Citazione(2) Vorrei che la mia propensione filosofica fosse utile anche per le altre persone, però la mia totale incapacità nella vita quotidiana non aiuta. Non so come in sostanza fare in modo che il mio talento sia utile;

Io non ho voluto studiare ai miei tempi, anche se, in tutta modestia, i miei voti erano promettenti, soprattutto in matematica, storia e geografia. Ed anche se la mia scuola preferita è poi divenuta quella dei marciapiedi di Napoli e dei check-in dei grandi aeroporti mondiali, c'è sempre stato qualcuno, tra amici, familiari o conoscenti, ovunque fossi nel pianeta, che mi chiamasse o' visionario, o' pensatore, o che mi stuzzicasse interrogandomi: che ne pensa l'idealista, che 'nce dice e sta cosa o' filosofo?
Ti racconto questo perché oggi, anche grazie a Riflessioni.it (da premettere che non credo nel caso, e che tra le mie pecche non c'è la ruffianaggine ), sono colui che sprona gli amici e conoscenti, molti laureati o ben istruiti, negli incontri di scuola biblica o lectio divina (o durante cene goliardiche), a leggere filosofia, a scoprire la personale amicizia alla saggezza, a litigare con le idee di Cartesio o di Pascal, o di accodarsi a quelle di Socrate o di De Beauvoir; ad apprendere teologicamente il messaggio evangelico attraverso i fondamentali della storia del pensiero umano, cosa che io faccio da 5 anni, certo da autodidatta, ma con un piacere intimo immenso inspiegabile. Ti dico questo perché il mondo, specialmente oggi, ha bisogno, anche se no se ne rende conto, di filosofare, di filosofi, e di filosofia, e se tu distingui questo talento in te, non ti arrendere, se tu percepisci che puoi donare qualcosa agli altri, sia pure la sola (e banale per tanti) passione per la razionalità della metafisica, che ben venga, ma invece di struggerti a chiederti perché o come mai non riesce come tu desidereresti, incomincia a questionarti per chi, a chi potrebbe essere un beneficio questo tuo talento, a chi agevolerebbe, nella sua crescita esistenziale, questa tua propensione.
Forse il sotterfugio che darebbe pace e luce alla tua crisi esistenziale, sta proprio nell'aiutare il prossimo a discernere ed affrontare, inizialmente con la filosofia, la personale crisi esistenziale, ossia, l'enigma di dare un senso compiuto alla propria esistenza.
Il senso della vita è donarla.

...to be continued
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Angelo Cannata

Ciao, Apeiron, ho letto l'andamento di questo topic.

Noto che hai delle qualità che vanno apprezzate. Anzitutto la chiarezza. Nonostante in questo topic tu ti sia presentato come colui che è in crisi, mentre gli altri dovremmo esserti d'aiuto, mi sembra sei tu ad avere molto aiuto da dare per quanto riguarda il saper parlare con chiarezza. Insomma, vedo più confusione in chi ti ha risposto, me compreso adesso, che in te che sei in crisi.

Poi hai sensibilità. Uno che s'interroga come te è una persona sensibile. Questo però, per me personalmente, significa una cosa non tanto bella: sei destinato a soffrire. Tutte le persone sensibili sono destinate a soffrire e tu stesso hai già cominciato a farlo, notando come questo mondo sia "disintegrato", un termine che hai ripetuto diverse volte. Però, se crescerai bene, ti farai forte e la tua sofferenza di persona sensibile potrà essere per te motivo di orgoglio; non ho detto superbia, né vittimismo, ma orgoglio, mi riferisco al tipo di orgoglio che potevano provare Falcone e Borsellino nel sentirsi destinati ad essere uccisi.

Hai l'istinto alla ricerca. Credo che sia bene prendere atto presto che la ricerca dev'essere sempre ricerca; è inutile porsi come scopo l'aver trovato. Chi ha trovato ha finito di cercare, è morto. Perciò per te il cercare non dev'essere un assillo per il fatto che cerchi e non trovi; finché non troverai, starà andando tutto bene; devi preoccuparti se e quando comincerai ad illuderti di aver trovato finalmente qualcosa. Non smettere mai dicercare, di essere in crisi. Chi smette ha finito di muoversi, è perduto, è morto.

Per quanto riguarda il problema del mondo che è fatto di violenze e conflitti, nessuno ha mai saputo trovare soluzioni e, dopo ciò che ho scritto, mi sembra bene dedurre che è sbagliato porsi di fronte alla sofferenza con l'intenzione di trovare LA soluzione. Non ha senso. Io adesso, dopo una vita da prete, mi considero praticamente ateo, ma ritengo che la via migliore al riguardo l'abbia indicata Gesù, anche se ormai, personalmente, non lo considero risorto: credo che Gesù abbia insegnato che di fronte alla sofferenza bisogna, essenzialmente, non porsi come persone che cercano LA soluzione, ma come persone che non smettono mai di cercare i modi migliori di attraversarla, di passarci in mezzo. E il modo migliore di attraversare la sofferenza, l'ingiustizia, la violenza di questo mondo, è farlo come tu già stai facendo: cercando, camminando, crescendo, non per trovare risposte, ma col progetto di non finire mai di cercare e di crescere.

Sono in profondo disaccordo con chi ti ha consigliato di smettere di pensare. Che senso ha autoamputarsi di una delle migliori facoltà che abbiamo come esseri umani? Il problema non è pensare, il problema è che ci sono modi sbagliati di pensare. Sono sbagliati i modi di pensare che ti fanno girare in tondo, senza mai uscire da un cerchio di idee che non accetti di modificare, magari senza accorgertene. Sii disposto a modificare, migliorare, far progredire qualsiasi tua idea; non esistono idee che non possano essere cambiate in meglio.

Non fermarti mai.

cvc

Citazione di: Angelo Cannata il 19 Ottobre 2016, 01:45:13 AM

Sono in profondo disaccordo con chi ti ha consigliato di smettere di pensare. Che senso ha autoamputarsi di una delle migliori facoltà che abbiamo come esseri umani? Il problema non è pensare, il problema è che ci sono modi sbagliati di pensare. Sono sbagliati i modi di pensare che ti fanno girare in tondo, senza mai uscire da un cerchio di idee che non accetti di modificare, magari senza accorgertene. Sii disposto a modificare, migliorare, far progredire qualsiasi tua idea; non esistono idee che non possano essere cambiate in meglio.


Penso tu ti riferisca al mio intervento. Con esso non intendevo dire che bisogna rinunciare a pensare in senso lato, ma solo in quei casi in cui i nostri pensieri giungono ad un binario morto, per cui ogni ulteriore sforzo di pensiero risulta non solo inutile, ma persino dannoso. È un po' come la sindrome di Einstein, si continuano a fare (pensare in questo caso) le stesse cose credendo di poter ottenere risultati diversi. Occorrerebbe seguire le fasi del processo creativo: raccolta di informazioni - incubazione - illuminazione - verifica ed organizzazione.
La soluzione dei problemi viene solitamente dalla fiamma dell'intuizione ed è razionalizzata a posteriori. Occorre dunque preparare razionalmente il campo all'intuizione.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Apeiron

Rispondo brevemente agli ultimi messaggi

@cvc
Sì tranquillo avevo capito il tuo consiglio. Come tutte le attività umane anche il pensiero può causare il sovraccarico perciò è bene prenderlo in "dosi non eccessive". Il problema è che nessuno ha mai stabilito le dosi "normali". Nel mio caso le dosi eccessive le riconosco quando continuo a pensare a "me" dimenticandomi che esisto nel mondo.

@Duc in Altum!
Il bello del cristianesimo è che appunto come dici tu secondo la dottrina cristiana lo scopo della vita è donarla, amare il prossimo ecc. Ciò è bello perchè a differenza di tante altre religioni tutti possono essere dei "buoni cristiani" anche rimanendo a lavorare nel mondo. Il problema è che sinceramente mi sono accorto di non capire assolutamente nulla della parte "sovra-mondana". Cosa significa ad esempio sentire "l'amore di Dio"? La Bibbia deve essere presa alla lettera? Se no fino a che punto è allegoria? L'altro grosso problema del cristianesimo è che contro i mis-credenti prevede un'eternità di torture. E quindi quello che poi si crea è che "tu cerca di essere buono e bravo, cerca di perdonare" perchè chi non lo fa "va all'inferno". Avendo visto la "disgregazione" in questo mondo, avendo visto la facilità con cui si pecca ecc, mi chiedo come sia possibile che ancora qualcuno creda nella Bibbia in toto.

@Angelo Cannata
Ringrazio che apprezzi certe mie qualità. Vedo che hai una visione di Gesù simile alla mia. A differenza di tutti gli altri "fondatori" della religione, Gesù è l'unico che in punto di morte ha detto "Dio, perchè mi hai abbandonato?". A differenza per esempio del Buddha, Gesù quando è morto è come se avesse percepito che "qualcosa non va". In questo senso Gesù è come dici tu "uno che ha cercato fino alla fine", tant'è che ha addirittura dubitato tutto quello che insegnava proprio nel momento in cui ci si aspetterebbe che avesse preso coraggio nell'affermare la sua dottrina. L'ho sempre trovato un paradosso ma in un certo senso sotto questo aspetto la sua vita è stata credibile. Detto ciò il "cristianesimo ateo" però non ha alcun senso, dove con questa espressione intendo una dottrina che preserva molti valori cristiani rigettando tutta la parte "oltremondana". Non ha senso a mio giudizio voler essere compassionevoli e ad esempio fare figli in assenza di un "bene superiore". Una volta che una persona nasce, nasce in un mondo dove può succedergli letteralmente di tutto. Per compassione quindi bisognerebbe non fare più figli. Il cristiano ateo, forte del suo "positive thinking" (perdonate l'ironia), crede ingeniunamente che la "vita è il massimo valore" portando altri esseri in un'esistenza condizionata. Come puoi vedere questa mia estrema (sana?) chiarezza mi fa dire che questa esistenza mondana è "difettosa", "piena di sofferenza" e in assenza di domini sovramondani sinceramente è in fin dei conti "non preferibile al nulla". Tuttavia percepisco in quello che sto dicendo "qualcosa che non va" e quindi sono ancora in ricerca.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Sariputra

#24
@Apeiron
Trovo molto interessante e da approfondire la tua definizione: "Qualcosa non va". Nel caso di Yeoshwa è bene non dimenticare il suo lato umano. Infatti viene teologicamente definito come Vero Dio e Vero uomo, ad indicare la sua prossimità con la nostra totale e completa situazione esistenziale. Nel farsi uno come noi Yahweh assume su di sé l'intera condizione umana e pertanto anche la nostra solitudine e la nostra incostanza, non dimenticando il sentimento base della nostra vita, ossia la paura. Era inevitabile quindi anche per Yeoshwa stesso provare questa sensazione, questo dubbio, pena il non essere veramente un uomo come noi. Doveva assumere su di sé la condizione di nuovo Adam per portare a compimento il progetto redentivo pensato da Yahweh nel momento stesso in cui ha creato ex nihilo il Tutto. Quello che tu definisci come "Qualcosa non va" diventa un pungolo, un'urgenza (samvega) ad andare oltre, ma anche ad accettare la sua presenza nella nostra esistenza (  L'accettazione infine per Yeoshwa è "...non la mia, ma la Tua volontà si compia...". Per Gotama Siddharta sarà l'urgenza dell'ascesi, dell'abbandono della falsa e illusoria felicità derivata dal vivere nella ricchezza).
Sono d'accordo che non si può essere cristiani togliendo tutto l'aspetto e la struttura teologica soprasensibile, pena la riduzione del cristianesimo a mera filantropia. Tuttavia non è nemmeno vero l'inverso. "Tre cose alla fine rimangono" afferma Saulo di Tarso "la Fede, la Speranza e la Carità. Ma di queste la più grande è la Carità. Infatti uno può dire: -Tu mostrami la tua fede e io ti mostrerò le mie opere".
La comprensione della profondità e delle implicazioni dell'agape è il tratto veramente distintivo del cristianesimo, come la comprensione profonda del carattere doloroso (dukkha) e insoddisfacente dell'esistenza lo è di quello "buddhista". Non bisogna dimenticare infine la grande importanza che , in ambedue le religioni, viene data alla vita umana. Infatti Siddharta arriverà a definirla preziosissima usando il famoso paragone della tartaruga marina. E' più facile per una tartaruga che affiori una volta ogni cento anni, dice il Buddha, infilare con la testa un anello nel mezzo dell'oceano, che un essere possa nascere in forma umana. Da qui tutta l'importanza data al non "sprecare" inutilmente in vani piaceri l'esistenza, ma di dedicarla alla ricerca di una soluzione proprio per quel "Qualcosa non va" di cui parli.
Rovesciando la tua affermazione si potrebbe anche dire: per compassione del dolore di infiniti esseri senzienti bisognerebbe mettere al mondo più figli possibili. Proprio perché è solamente nella condizione umana che questi esseri senzienti potranno liberarsi dalla catena del dukkha. :) ( avendo le risorse per farlo ovviamente...). I due estremi del dolore e dell'amore sono intrecciati come tralci di vite. "Vedendo" la sofferenza degli esseri senzienti sorge spontaneamente l'amore; "amando" si com-prende la sofferenza di tutti gli esseri senzienti.
E infatti, nel caso di Yeoshwa, il momento del supremo dolore ( la Croce) diventa il momento del supremo amore. Siddharta, in preda ai dolori della morte, ormai debolissimo, rimprovera Ananda che non permette ad un asceta di avvicinarsi all'Illuminato, desideroso di conoscerne l'insegnamento, rivelando fino alla fine l'aspetto compassionevole della Mente di Buddha.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Duc in altum!

**  scritto da Sariputra:
CitazioneIl problema è che sinceramente mi sono accorto di non capire assolutamente nulla della parte "sovra-mondana". Cosa significa ad esempio sentire "l'amore di Dio"?
[Prologo: Se non credete non capirete! (Sant'Agostino)]

Sentire l'amore di Dio è non sentirti mai solo, c'è sempre Dio che ti ascolta, ti parla, ti suggerisce, ti consola, ti sorregge, ti incita, ti stimola, ti valorizza, ti protegge, ti benedice, ti aiuta, ti rende degno di corrispondere al Suo amore.  ;)


CitazioneLa Bibbia deve essere presa alla lettera?
Perlomeno 1Gv 4,8. 16.   :)


CitazioneL'altro grosso problema del cristianesimo è che contro i mis-credenti prevede un'eternità di torture.

Bravo, prevede! ...ma non il cristianesimo, bensì Parola di Cristo:
Il giudizio finale (Matteo 25) 

[31]Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. [32]E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, [33]e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. [34]Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. [35]Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, [36]nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. [37]Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? [38]Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? [39]E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? [40]Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. [41]Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. [42]Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; [43]ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. [44]Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? [45]Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. [46]E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».  :D



CitazioneAvendo visto la "disgregazione" in questo mondo, avendo visto la facilità con cui si pecca ecc, mi chiedo come sia possibile che ancora qualcuno creda nella Bibbia in toto.

Perché quel qualcuno sperimenta che è Tutto vero!! ;D
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

**  scritto da Sariputra:
CitazioneA differenza di tutti gli altri "fondatori" della religione, Gesù è l'unico che in punto di morte ha detto "Dio, perchè mi hai abbandonato?". A differenza per esempio del Buddha, Gesù quando è morto è come se avesse percepito che "qualcosa non va". In questo senso Gesù è come dici tu "uno che ha cercato fino alla fine", tant'è che ha addirittura dubitato tutto quello che insegnava proprio nel momento in cui ci si aspetterebbe che avesse preso coraggio nell'affermare la sua dottrina. L'ho sempre trovato un paradosso ma in un certo senso sotto questo aspetto la sua vita è stata credibile.
Il paradosso ( e l'equivoco) nasce dal fatto che Gesù non sta invocando il Padre, o sta tergiversando e dubitando del suo affidamento alla volontà di Dio. La sua fede non può venir meno: Dio non può non credere in Dio!
Gesù sta recitando il primo verso del salmo 22 (che porrò in fine, così si capisce meglio che Gesù non ha eguali, senza voler offendere nessuno), ossia, anche soffrendo pene e sofferenze inaudite, continua a pregare saturo di fede, anzi, questo è bellissimo: continua ad avere la Saca Scrittura sulle sue labbra (mentre l'uomo l'ha rifiutata, l'ha sputata, non credendo alle profezie sulla venuta del Messia), sconvolgendo maggiormente i rabbini presenti sotto la croce; giacché, secondo l'uso giudaico, citare l'incipit di un testo sacro vuol dire assumerne la totalità.
Gesù non deve cercare un bel niente, la verità non necessita esaminarsi, solo è.
Dunque il finale del salmo consacra maggiormente la regalità divina di Gesù di Nazareth: «Ecco l'opera di Dio!».



Salmi - Capitolo  22
Sofferenze e speranze del giusto
[1]Al maestro del coro. Sull'aria: «Cerva dell'aurora».
Salmo. Di Davide.  

[2]«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza»:
sono le parole del mio lamento.
[3]Dio mio, invoco di giorno e non rispondi,
grido di notte e non trovo riposo.  

[4]Eppure tu abiti la santa dimora,
tu, lode di Israele.
[5]In te hanno sperato i nostri padri,
hanno sperato e tu li hai liberati;
[6]a te gridarono e furono salvati,
sperando in te non rimasero delusi.  

[7]Ma io sono verme, non uomo,
infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.
[8]Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
[9]«Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo liberi, se è suo amico».  

[10]Sei tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.
[11]Al mio nascere tu mi hai raccolto,
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
[12]Da me non stare lontano,
poiché l'angoscia è vicina
e nessuno mi aiuta.  

[13]Mi circondano tori numerosi,
mi assediano tori di Basan.
[14]Spalancano contro di me la loro bocca
come leone che sbrana e ruggisce.
[15]Come acqua sono versato,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si fonde in mezzo alle mie viscere.
[16]E' arido come un coccio il mio palato,
la mia lingua si è incollata alla gola,
su polvere di morte mi hai deposto.  

[17]Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
[18]posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano:
[19]si dividono le mie vesti,
sul mio vestito gettano la sorte.  

[20]Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, accorri in mio aiuto.
[21]Scampami dalla spada,
dalle unghie del cane la mia vita.
[22]Salvami dalla bocca del leone
e dalle corna dei bufali.
[23]Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.  

[24]Lodate il Signore, voi che lo temete,
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo tema tutta la stirpe di Israele;
[25]perché egli non ha disprezzato
né sdegnato l'afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto,
ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito.  

[26]Sei tu la mia lode nella grande assemblea,
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
[27]I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
«Viva il loro cuore per sempre».
[28]Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.
[29]Poiché il regno è del Signore,
egli domina su tutte le nazioni.
[30]A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.  

E io vivrò per lui,
[31]lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
[32]annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l'opera del Signore!».
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Sariputra

Preciso che gli interventi di Duc si riferiscono allo scritto del giovane filosofo Apeiron. Va bene che il gelataio ti ci ha mandato Duc...ma era per così dire, non dovevi prenderlo alla lettera  ;D ;D ;D
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Duc in altum!

Chiedo scusa per l'errore, ho sbagliato destinatario, era @Apeiron e non@Sariputra ...miserere!!
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

karmelomale

Mi riconosco molto nella tua descrizione caratteriale. Certo, oggi come oggi pensare di dedicarsi per mestiere alla filosofia sa un po' di utopistico. Voglio dire, se ti specializzi per insegnarla nelle scuole superiori è un conto, altrimenti la vedo dura a fare il filosofo che scrive libri di filosofia e col ricavato riesce a campare. Fossi in te la terrei come una passione da coltivare nel tempo libero, e non come una risorsa "alimentare". Sul fatto che tu senta il bisogno di addivenire a delle risposte definitive attraverso la meditazione o la ricerca, ecco, questo direi che è tipico di un giovane. In filosofia non ci sono certezze, ci sono punti di vista, ai quali si richiede solo di avere una certa coerenza. Ci sono certo stati in passato filosofi che ritenevano di aver scoperto le leggi ultime della realtà e della storia, ma non sono più molto di moda.
Sì, anche a me sono capitati pensieri simili ai tuoi quand'ero più giovane ed ero ancora molto idealista e molto rigido nelle pretese che avevo riguardo me stesso e il mio rapporto con il mondo. Ma a un certo punto credo che succeda un po' a tutti nel corso della vita successiva di adattarsi poco per volta a quello che passa il convento. Si fa il callo alla realtà.