Come far innamorare di noi una donna affascinante?

Aperto da Sariputra, 11 Ottobre 2019, 09:27:30 AM

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Sariputra

Un topic tra il serio e il faceto, come piace a me... :)

Come far innamorare di noi una donna affascinante? Ve lo siete mai chiesti nella vostra vita? Da giovani, quando le ragazze vi ignoravano, non vi tormentava questo quesito? Non vi chiedevate perchè , quelle più belle, erano affascinate proprio dai tipi che voi trovavate antipatici, odiosi e idioti? Perché venivano a piangere per lui con voi? Non ve lo siete posto questo dilemma? Mai?..Perché chiedevano il vostro consiglio e, quando lo ricevevano...facevano l'esatto contario? Perché vi sussurravano all'orecchio dolcemente : "solo tu mi capisci" e poi vi lasciavano in asso, con la bocca semiaperta, per correre da lui al primo fischio dell'imbecille? Quanto rosicamento allora...quanto stridor di denti! E che sofferenza si provava a veder il proprio amore a braccetto con l'altro...Ma come fare?.. Come fare?.
Si possono sviluppare  tecniche improbabile, che solo noi consideriamo valide, per ottenere l'amore desiato. Sono quasi degli automatismi innati . Innati vuol dire che, se tu sei inadeguato di natura, saranno inadeguati pure i metodi che tenti di utilizzare. Uno dei miei preferiti (ma mi piacerebbe conoscere qualcuno dei vostri..senza vergogna, eh signori! Com'io non ho vergogna a rivelare le mie ridicole attitudini. In fondo c'è l'anonimato in codesto luogo virtuale..) era quello di fissare intensamente una signorina carina carina, per esempio durante un tragitto in treno con la giovane seduta di fronte, o durante un pranzo cerimonioso, una di quelle brune con gli occhiali da intellettuale che le facevano degli occhioni da manga giapponese. Mi dicevo che, quasi come sfogliando una margherita ripetendo tra noi: "m'ama non m'ama", se avesse sollevato lo sguardo verso di me forse avrebbe intravisto il trasporto che già provavo verso di lei. Naturalmente, sentendosi osservata, di solito la giovane finiva per alzarlo, lo sguardo...E allora...Beh! Allora le possibilità di solito erano due: o ti lanciava un'occhiata come per dire: "Che ..... vuoi?" oppure...che dolcezza per il cuore bramoso d'affetto! Oppure ti sorrideva...E allora si apriva il cielo e la speranza, a forma di colomba, scendeva dall'alto. Il problema però era che, praticamente sempre, la colomba scendeva ma...non si posava su di voi! E quando il treno si fermava alla stazione, o il pranzo terminava, il soggetto che alimentava questa vostra vana speranza scendeva, se ne andava...
La cosa più bella era che, qualche volta, raramente, prima di uscire dalla carrozza si voltava e, senza dir niente, ti sorrideva ancora con occhi maliziosi...per poi sparire nella folla. Che tumulto calato in una cupa tristezza ti assaliva allora. Che vanità la vita, e i tumulti del cuore, e l'amore impossibile mi dicevo ...senza magari accorgermi che altri occhi, con una bellezza diversa da quella che cercavo, mi osservavano anche loro...Giochi di sguardi. Intreccio di speranze.
Come le donne ti capiscono al volo! Dev'essere un dono di natura. Capiscono le tue intenzioni e ti squadrano dall'alto in basso e dal basso in alto, come se tu fossi un manzo squoiato appeso al gancio del macellaio. Osservano al di là della tua pelle stessa e...vedono tutto! O forse no...
Le donne, in particolare quelle più affascinanti, hanno una vista acutissima...da lontano. Quasi sempre però soffrono di presbiopia e, nel mentre vedono molto bene tutti i tuoi difetti, spesso i propri non sono ben messi a fuoco, sono sfumati, per così dire...
Mi fermo qui, per ora...o forse per sempre.
Qualcuno che vuol cimentarsi nei ricordi dei propri fallimenti amorosi?...Qualche dritta da condividere tra maschi con spirito di cameratismo? Spiegarmi dove sbagliavo?...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Jacopus

#1
Nell'adolescenza non ci capisce nulla nessuno. Ormoni, mamme e papà, amici, omosessualità latente, sogni, cervello che si sviluppa. Non ci sono regole.
Dopo, dai 20 anni in su, la donna vuole un tipo affidabile che possa crescere con lei dei bambini. Fine della poesia. Inizio della prosa. Insomma la priorità non é più "che bono!" ma "come sa aggiustare bene il mobiletto!"
Una cosa che funziona sempre é comunque l'ironia e l'umorismo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Elia

#2
:)

Sariputra, forse può essere colpa dell'omosessualità latente che è presente nei maschietti adolescenti (almeno secondo jaco)  che le ragazze, specialmente le piú affascinanti, intravedono quando ti scrutano come fossi un manzo squoiato appeso al gancio del macellaio, e così  vanno via non molto interessate :D

È una battuta eh.

Penso invece che voi uomini siete ancora i soliti maschilisti e presuntuosi, nonostante in Occidente negli ultimi decenni ci siamo un poco evoluti. Cosa avresti voluto che accadesse sul treno? Inoltre, non basta farsi notare, bisogna che un ragazzo piaccia fisicamente o almeno ispiri simpatia.

Per me gli uomini che fissano troppo sono maleducati e presuntuosi, non mi hanno mai suscitano né simpatia né interesse.

Poi, i soliti luoghi comuni maschilisti non si possono piú sentire nel 2020!

Dai 20 anni in su, la donna vuole un tipo affidabile che possa crescere con lei dei bambini? A parte il fatto che anche l'uomo vuole una donna affidabile con cui crescere i propri figli, ma anche le donne cercano la piacevolezza fisica e una buona sintonia erotico-sessuale.
 La fine della poesia è spesso addebitabile all'uomo.
La prosa inizia per tutti dopo il viaggio di nozze, o comunque certamente con l'arrivo dei figli, ciò non vuol dire che debba per forza di cose mancare la poesia. Se poi sa aggiustare bene il mobiletto, tanto meglio.

Una cosa che funziona sempre è la buona educazione, il rispetto, sempre, anche dopo 30 anni di convivenza.  L'ironia può  dare fastidio, mentre l'umorismo va bene, purché non diventi una sorta di buffone di corte.
"L'egemonia di sinistra ha creato un deserto e l'ha chiamato cultura".
(M.V.)

Lady Joan Marie

Io vi voglio raccontare la mia esperienza...
Sia a scuola che ad una comitiva di chiesa sono stata sempre la più corteggiata, anche dal ragazzo più bello che c'era e facevo finta di non interessarmene perchè avevo paura che mi prendesse in giro...
Ma ora me ne pento perchè con lui potevo essere veramente felice, perchè era come a me: timido e bisognoso di un legame. A volte non basta essere belli e corteggiati per avere successo, bisogna anche capire chi si ha di fronte a capirne le sue vere motivazioni.

davintro

personalmente ho una certa allergia ai concetti di "tecniche di corteggiamento" o di "conquiste", non mi piace l'idea di studiare una strategia tutta finalizzata a mostrarsi attraente a qualcuna col rischio di finire a indossare una maschera che non riflette la mia vera personalità, ma solo un'apparenza funzionale a piacere agli altri. Se anche un atteggiamento del genere avesse successo penso che ciò non porterebbe alcun bene, non lo porterebbe al corteggiatore, che finirebbe a trovarsi accanto a una persona che non lo ama per ciò che davvero è,  ma per una finzione creata ad hoc, per conquistare, non proverebbe quel piacere di sentirsi accolto ed amato come espressione e testimonianza del valore della sua persona, perché questo riguarderebbe la maschera, il falso Io che conseguito la conquista, non la sua vera natura. Sarebbe come uno studente che ottiene un bel voto solo perché ha copiato dal compagno di banco, quale soddisfazione e prova della sua preparazione e delle sue capacità avrebbe se non sono state queste le cause che hanno portato al risultato? E non porterebbe nulla di buono nemmeno alla persona conquistata, che anzi, rischierebbe di trovarsi in una relazione con chi non si è presentato per come realmente è, ma con un'immagine accattivante, che però, inevitabilmente, col tempo verrebbe meno, lasciando che sia la vera personalità ad emergere, quando però ormai è troppo tardi. Quante coppie vanno in crisi proprio perché nate nell'ignoranza dell'autentica personalità del partner, che poi viene fuori tradendo le aspettative di partenza, sorte proprio nel corso della fase di corteggiamento! Non sarebbe molto meglio essere sinceri fin da subito, anche correndo il rischio di fallire la "conquista"? Ecco perché, per me le uniche relazioni affettive che potrebbero avere un senso sono quelle in cui ogni tecnica di corteggiamento, ogni sforzo di autoimposizione di mostrarsi attrattivi è del tutto inutile, perché si fonderebbero su di un'affinità del tutto naturale, in cui ci si piace reciprocamente, tra persone che non mettono in atto alcuna strategia, ma si comportano nel modo più libero e spontaneo possibile, perché si è amati per come si è davvero, senza bisogno di mostrarsi diversamente, sacrificando se stessi per piacere all'altro/a. So che probabilmente questa mia "pretesa" mi condannerà al restare single a vita (condizione che attualmente vivo in modo molto sereno, ma che mi crea alcune angosce se proiettata nel futuro), ma va bene così, preferisco restare solo, piuttosto che stare insieme a una donna "conquistata" al prezzo di mostrarmi diverso da come sono, finendo con lo snaturare me stesso e ingannare lei con una maschera che col tempo la deluderà, quando si rivelerà come tale

niko

#5
Citazione di: Sariputra il 11 Ottobre 2019, 09:27:30 AM
Un topic tra il serio e il faceto, come piace a me... :)

Come far innamorare di noi una donna affascinante? Ve lo siete mai chiesti nella vostra vita? Da giovani, quando le ragazze vi ignoravano, non vi tormentava questo quesito? Non vi chiedevate perchè , quelle più belle, erano affascinate proprio dai tipi che voi trovavate antipatici, odiosi e idioti? Perché venivano a piangere per lui con voi? Non ve lo siete posto questo dilemma? Mai?..Perché chiedevano il vostro consiglio e, quando lo ricevevano...facevano l'esatto contario? Perché vi sussurravano all'orecchio dolcemente : "solo tu mi capisci" e poi vi lasciavano in asso, con la bocca semiaperta, per correre da lui al primo fischio dell'imbecille? Quanto rosicamento allora...quanto stridor di denti! E che sofferenza si provava a veder il proprio amore a braccetto con l'altro...Ma come fare?.. Come fare?.
Si possono sviluppare  tecniche improbabile, che solo noi consideriamo valide, per ottenere l'amore desiato. Sono quasi degli automatismi innati . Innati vuol dire che, se tu sei inadeguato di natura, saranno inadeguati pure i metodi che tenti di utilizzare. Uno dei miei preferiti (ma mi piacerebbe conoscere qualcuno dei vostri..senza vergogna, eh signori! Com'io non ho vergogna a rivelare le mie ridicole attitudini. In fondo c'è l'anonimato in codesto luogo virtuale..) era quello di fissare intensamente una signorina carina carina, per esempio durante un tragitto in treno con la giovane seduta di fronte, o durante un pranzo cerimonioso, una di quelle brune con gli occhiali da intellettuale che le facevano degli occhioni da manga giapponese. Mi dicevo che, quasi come sfogliando una margherita ripetendo tra noi: "m'ama non m'ama", se avesse sollevato lo sguardo verso di me forse avrebbe intravisto il trasporto che già provavo verso di lei. Naturalmente, sentendosi osservata, di solito la giovane finiva per alzarlo, lo sguardo...E allora...Beh! Allora le possibilità di solito erano due: o ti lanciava un'occhiata come per dire: "Che ..... vuoi?" oppure...che dolcezza per il cuore bramoso d'affetto! Oppure ti sorrideva...E allora si apriva il cielo e la speranza, a forma di colomba, scendeva dall'alto. Il problema però era che, praticamente sempre, la colomba scendeva ma...non si posava su di voi! E quando il treno si fermava alla stazione, o il pranzo terminava, il soggetto che alimentava questa vostra vana speranza scendeva, se ne andava...
La cosa più bella era che, qualche volta, raramente, prima di uscire dalla carrozza si voltava e, senza dir niente, ti sorrideva ancora con occhi maliziosi...per poi sparire nella folla. Che tumulto calato in una cupa tristezza ti assaliva allora. Che vanità la vita, e i tumulti del cuore, e l'amore impossibile mi dicevo ...senza magari accorgermi che altri occhi, con una bellezza diversa da quella che cercavo, mi osservavano anche loro...Giochi di sguardi. Intreccio di speranze.
Come le donne ti capiscono al volo! Dev'essere un dono di natura. Capiscono le tue intenzioni e ti squadrano dall'alto in basso e dal basso in alto, come se tu fossi un manzo squoiato appeso al gancio del macellaio. Osservano al di là della tua pelle stessa e...vedono tutto! O forse no...
Le donne, in particolare quelle più affascinanti, hanno una vista acutissima...da lontano. Quasi sempre però soffrono di presbiopia e, nel mentre vedono molto bene tutti i tuoi difetti, spesso i propri non sono ben messi a fuoco, sono sfumati, per così dire...
Mi fermo qui, per ora...o forse per sempre.
Qualcuno che vuol cimentarsi nei ricordi dei propri fallimenti amorosi?...Qualche dritta da condividere tra maschi con spirito di cameratismo? Spiegarmi dove sbagliavo?...


Mediamente, se una sconosciuta incontrata in un contesto neutro tipo in treno ti ricambia lo sguardo non proprio innocente che le lanci e ti sorride, aspetta che tu prenda l'iniziativa e che le parli; se non le parli è normale che non ne nasca niente, e che magari ti guardi pure maliziosamente quando se ne va via, come a dire: "peccato, eri pure carino, ma sei troppo timido..."
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

InVerno

Citazione di: davintro il 03 Gennaio 2020, 18:50:01 PMEcco perché, per me le uniche relazioni affettive che potrebbero avere un senso sono quelle in cui ogni tecnica di corteggiamento, ogni sforzo di autoimposizione di mostrarsi attrattivi è del tutto inutile, perché si fonderebbero su di un'affinità del tutto naturale, in cui ci si piace reciprocamente, tra persone che non mettono in atto alcuna strategia, ma si comportano nel modo più libero e spontaneo possibile, perché si è amati per come si è davvero, senza bisogno di mostrarsi diversamente, sacrificando se stessi per piacere all'altro/a. So che probabilmente questa mia "pretesa" mi condannerà al restare single a vita (condizione che attualmente vivo in modo molto sereno, ma che mi crea alcune angosce se proiettata nel futuro), ma va bene così, preferisco restare solo, piuttosto che stare insieme a una donna "conquistata" al prezzo di mostrarmi diverso da come sono, finendo con lo snaturare me stesso e ingannare lei con una maschera che col tempo la deluderà, quando si rivelerà come tale

L'importante è che rendi nota la tua posizione a chi ti sta davanti, altrimenti c'è il rischio che ella presuma che tu ti stia "tirando a lucido" mentre non lo stai facendo, con il rischio che tu venga sottostimato :D . Ricordo che con la mia attuale compagna dissi chiaro e tondo "io non apro portiere" (alludendo ad un gesto a caso di quelli che durano il tempo del corteggiamento) frase che poi è rimasta nel nostro lessico e che ritorna di tanto in tanto. In verità feci di peggio, se possibile, raccontai infatti tutto il peggio di me stesso che mi veniva in mente, con un pò di ironia ovviamente, un pò perchè speravo poco in quella relazione, un pò perchè in ogni caso la carta che funziona sempre è la sicurezza in se stessi, anche quella dimostrabile nel raccontare il marcio al primo appuntamento senza cercare commiserazione. Tuttavia, seppur d'accordo con il tuo principio, ometterei quelle cose che siamo in procinto di risolvere e\o stanno per scomparire dalla nostra vita (a patto che sia vero) per non aggiungere danno inutilmente.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

enrico 200

Citazione di: Lady Joan Marie il 02 Gennaio 2020, 19:40:33 PM
Io vi voglio raccontare la mia esperienza...
Sia a scuola che ad una comitiva di chiesa sono stata sempre la più corteggiata, anche dal ragazzo più bello che c'era e facevo finta di non interessarmene perchè avevo paura che mi prendesse in giro...
Ma ora me ne pento perchè con lui potevo essere veramente felice, perchè era come a me: timido e bisognoso di un legame. A volte non basta essere belli e corteggiati per avere successo, bisogna anche capire chi si ha di fronte a capirne le sue vere motivazioni.
si è vero, accorgersene è stata anche una mia paura di non riuscirci a farlo anche se ho sperimentato poco il contatto diretto
;D

Sariputra

cit.:"So che probabilmente questa mia "pretesa" mi condannerà al restare single a vita (condizione che attualmente vivo in modo molto sereno, ma che mi crea alcune angosce se proiettata nel futuro), ma va bene così, preferisco restare solo, piuttosto che stare insieme a una donna "conquistata" al prezzo di mostrarmi diverso da come sono, finendo con lo snaturare me stesso e ingannare lei con una maschera che col tempo la deluderà, quando si rivelerà come tale"

Concordo con gran parte delle osservazioni di @davintro. Solo una cosa mi sembra importante considerare: è vero che c'è questa possibilità di non capirsi veramente, di mostrare un volto diverso da quello che portiamo di solito, generando spessissimo delle incomprensioni che poi sfociano in litigi o rotture di rapporti, ma è altresì vero che, quando si è perdutamente innamorati, "tiriamo fuori" il meglio di noi stessi. L'innamoramento ha questo potere di spingerti a dare il meglio di te, a mettere in evidenza le tue doti migliori, gli aspetti più positivi  del tuo carattere e del tuo abito mentale. Purtroppo questo "sforzo", che si attua per mostrarsi all'amata/o nel migliore dei modi, è molto faticoso mentalmente e difficile da compiere, se non per brevi periodi, dopo i quali gli altri aspetti presenti nella nostra personalità, 'spingono' per riprendere il loro spazio deleterio nella nostra vita. Parliamo soprattutto della rabbia generata dalla paura e dall'attaccamento, ma anche della pigrizia e del fatto di possedere una mente sostanzialmente egocentrata, che limita la visione dell' 'altro' ai nostri desideri e bisogni e non alla sua bellezza, al suo sforzo di vivere con noi e con la sopportazione delle nostre miserie (reciprocamente, naturalmente..). Facendo un esempio un pò banale: come mettiamo il nostro abito migliore per presenziare ad un evento o cerimonia importante, non presentandoci certo con gli abiti con i quali andiamo nell'orto, così nell'innamoramento vestiamo il nostro lato migliore (non sempre naturalmente, ché l'ombra ci segue immancabilmente..) per  renderci amabili. E questo è molto bello , quasi poetico...Proprio per questa bellezza ci struggiamo e non sappiamo darci ragione di come poi siamo scaduti, di come ci siamo 'persi' e resi estranei, quando finiamo per azzuffarci per i soldi o per il tempo libero che pretendiamo usare a nostro piacimento...
Ovviamente riuscire a trovare quel 'tesoro' con il quale sentirsi in perfetta sintonia, magari condividendo interessi e passioni, sarebbe l'ideale, ma anche qui la natura umana  spesso gioca brutti tiri. Non è raro infatti che, a fronte di una perfetta intesa interiore, manchi totalmente quella esteriore, cioè la 'passione' sensuale e il reciproco desiderarsi. E questa è una fonte di grande sofferenza in una coppia che, agli occhi di amici e parenti, può sembrare invece 'perfetta'. In una coppia matura questo può non essere poi quel gran problema, in fin dei conti, ma in una coppia giovane l'attrazione fisica gioca un ruolo fondamentale. Ci sono altre dinamiche di rapporto, altri bisogni...In ambedue i casi però la sofferenza è in agguato, così come la possibilità , seppur a volte con molta tristezza e sensi di colpa, di cominciare a guardare altri volti, altri sorrisi...
Il rischio della 'delusione' è inversamente proporzionale alle aspettative che nutriamo verso il nostro rapporto con l'altro/a. Più le nostre aspettative sono irrealistiche, più cocente sarà la delusione. Meno aspettative coviamo in seno e più la sorpresa di ogni giorno passato insieme farà crescere il nostro amore reciproco e la bellezza di condividere un cammino (questo ovviamente deve valere per entrambi).
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Ipazia

La questione si pone anche all'altra metà del cielo cui il titolo non rende giustizia essendo affetto da non pochi pregiudizi patriarcali. Perchè un uomo non può essere affascinante ? Cos'è il fascino ? L'innamoramento è un buono acquisto ("far" innamorare), un filtro magico ? Una scalata alpinistica, una fuoriserie ?

"Amor c'ha nullo amato amar perdona", dice un poeta che ci capiva qualcosa di amore: il modo migliore e più onesto per "far innamorare" è amare. Mostrando coi piccoli gesti quotidiani tutta la consistenza del nostro amore. Rimanendo sempre centrati in quello che si è, senza dissimulazioni. Quello che si è corrisponde al "conosci te stesso" che prima o poi arriva per tutti. Più fortunati i precoci. Il feedback dell'amato/a arriva ben presto. Positivo o negativo. Di cui conviene farsene una ragione senza tergiversare troppo, perchè la vita è breve ed "è subito sera".
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Sariputra

Credo che non si tratti di 'dissimulare', ma piuttosto di far emergere quelle qualità che tutti noi, in vario modo, possediamo. L'amore si nutre di piccoli gesti quotidiani, è vero, ma anche di momenti forti, intensi. Con 'momenti forti' non intendo solo qualche avvenimento speciale, tipo la nascita dei figli, dopo la quale nulla è più come prima, ma anche il ritagliarsi spazi di tempo per stare insieme e per ritrovare quell'armonia che avevamo sperimentato, a tratti intensamente, durante l'innamoramento. L'amore è anche un linguaggio. Sintonizzarsi sul linguaggio d'amore dell'altro/a è impresa ardua, seppur affascinante, perché costringe ad uscire dalla propria prospettiva e provare a vedere le cose con quella altrui. Per una donna, soprattutto nell'età più bella, il linguaggio d'amore preferito può essere quello del contatto fisico, della vicinanza affettuosa; oppure quello di passare dei momenti insieme per fare qualcosa di piacevole... che so... vedere un film, preparare da mangiare insieme, andare ad ascoltare della musica, meditare insieme,ecc. Lo sforzo che si è chiamati a fare è proprio quello di sintonizzarci sull'altrui linguaggio d'amore. E questo vale per i maschi come per le femmine...
Anche dopo svariati anni passati assieme ad una persona si scopre, a volte, di non aver veramente capito come l'altra/o vuole sentirsi amato, qual'è il suo tipico linguaggio d'amore, le sue esigenze. Personalmente ci ho messo del tempo per capire che S. sentiva il bisogno di venire abbracciata spesso, di sentire la vicinanza. Il suo linguaggio d'amore dominante era il contatto fisico, cosa nella quale invece io ero molto riottoso, forse indifferente, troppo poco attento. Prima o poi però le donne te lo dicono...Naturalmente con 'linguaggio d'amore dominante' non s'intende che quello è l'unico modo con cui si manifesta il proprio amare, ma solo che è quello più importante per quella data persona, in quel momento della sua vita di relazione...
"Far innamorare" una persona non lo vedo come una cosa negativa, se non c'è volontà d'ingannare, di prendere in giro per qualche sordido motivo, anzi..."Penso che tu rischi di farlo innamorare perdutamente di te" così dice (vado a memoria...) Elizabeth Bennet a sua sorella Jane in "Orgoglio e Pregiudizio", per restare tra il serio e il faceto. Un giovane o una giovane amano questo tipo di 'rischi'. Questi piacevoli rischi  direi, dove impegnare il proprio bisogno naturale d'affetto.  :)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
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enrico 200

il sapersi porre potrei aggiungere va ben ma è altresi importante anche come si reagisce a tale porgimento che è equivalente a chi sta porgendo

se infatti noi giudichiamo come scorretto un tale porsi dobbiamo star attenti anon porgerci anche noi intale modo magari con altri o anch con la stessa persona perche si incorrà nello stesso identico modo di giudicare che noi abbiamo applicato in precedenza ?

se io mi pongo male ? be dipende anche dall'altro ?

di solito...i simili si attraggono e cio non va inteso com e coppia sola ma in generale forse ? cioè io attraggo il mio fruttivendolo preferito cioe che rispecchia con me non nel senso che mi piace alla mia personalità ma che è come me a livello morale ... se son scontroso incontrerò il fruttivendolo scontroso ecc....o il passanrte o la persona che tento di approcciare ecc

ad esempio prima in altra discussione mi si diceva di "sapersi porre" si ma prendendo spunto da un altra esperienza della stessa persona che mi diceva del sapersi porre posso far notare che forse in egual modo dipenderà anche da chi riceve tale porgimento e cioe dai suoi fantasmi pregiudizi e via dicendo

cosi facendo non solo la persona si sarà porsa male fors ma è lo stesso male di chi ha reagito in maniera a tale porgimento

:o
;D

doxa

Ipazia ha scritto
CitazioneCos'è il fascino ?


Nell'antica religione romana il  fascinus (o fascinum) era polisemico, perciò era determinante il contesto. Di solito si riferiva: 

al Dio Priapo (nominato anche Fascinus da Plinio il Vecchio);

alle effigi ed agli amuleti fallici contro l'invidia e  il malocchio; 
 
agli incantesimi per stregare qualcuno o qualcosa. E' questo il  significato cui si allude nel post. 

"Fascino" ha successivamente originato una connotazione metaforica che indica "attrazione", "seduzione".

Fra i diversi tipi di attrazione ne usiamo due per la scelta del/la partner: l'attrazione estetica e l'attrazione sessuale, ma spesso le due distinzioni le facciamo confluire nell'onnicomprensiva frase "attrazione fisica".


Non basta la bellezza, o ciò che soggettivamente si considera tale. La bellezza deve essere accompagnata dal desiderio sessuale per il/la possibile partner. Ciò vale per i maschi e per le femmine che intendono avere una relazione a lungo termine, altrimenti, per le brevi relazioni basta una delle due attrattive, preminente quella sessuale.


La soggettiva attrazione estetica fa valutare secondo il proprio gusto estetico la silhouette, il volto, la fisicità complessiva di una persona. Se considerata bella viene guardata, ammirata come un oggetto artistico, senza coinvolgimento della libido.

L'attrazione sessuale, invece, è motivata dall'immaginario erotico che induce l'individuo a pensare al coito con la persona desiderata. L'attrazione sessuale è quasi sempre determinante nella scelta per formare una coppia, ma non basta per tenerla insieme a lungo.

Sariputra

#13
'Far innamorare' è anche un chiedere e quindi stabilire una relazione con l'altra/o. Spesso non riusciamo ad aprirci ad una relazione autentica per la paura di restarne feriti. Su questa paura grava tutto il peso della nostra infanzia, con tutte le sue ferite che ancora bruciano, ancorché crediamo dimenticate. Infatti i conflitti che possono sorgere all'interno di un rapporto amoroso non sono mai conflitti puramente oggettivi. In essi è la psiche delle persone ad essere coinvolta. Le ferite psichiche subite vengono sempre a galla, prima o poi...
Bisogna confrontarsi con queste sofferenze e non illudersi di risolverle all'interno della coppia in modo puramente 'oggettivo'. Chi lo fa non compie nient'altro che un atto di rimozione che finisce per produrre altri conflitti.
Ci sono tante persone che sembrano incapaci di percepire la loro mancanza di relazioni e le proprie difficoltà in questo senso. Di solito si considerano brave ad allacciare nuovi rapporti, sono gioviali e disinvolte in società. Non hanno difficoltà a rivolgere la parola agli altri. Sembrano cioè 'aperte' e adeguate. Questa  affabilità nasconde spesso una mancanza di relazioni profonde, autentiche. Si è gentili ma , proprio usando la gentilezza, si mantengono le distanze  dagli altri. Interiormente non ci si lascia avvicinare. Però, se non riconosci la tua assenza di relazioni profonde, nemmeno ti attivi per cercare di superarla. Ovviamente.
Per un pò di tempo si può anche chiudere gli occhi davanti a questo vuoto profondo di relazioni, ma la solitudine, prima o poi, ti piomba addosso dolorosamente. Una presa di coscienza che può allora portare a cupe depressioni. Riconosci di avere molti rapporti, ma nessuno profondo. Nessuno si rivolge a te indirizzandoti i suoi sentimenti. Un senso di straniamento, anche con te stesso, insorge. Il mondo sembra perdere 'solidità' proprio perché sei privato di solidi legami con l'altra/o.
Naturalmente la paura ha un ruolo fondamentale nella difficoltà di intrecciare rapporti profondi. La paura di essere feriti ci porta a chiuderci come un riccio. Una paura di questo tipo si manifesta quando la nostra fiducia infantile è stata tradita: dai genitori, dalla compagna/o di scuola, dall'amico o da una persona a cui volevamo bene da piccoli. Se  questa fiducia che si aveva, aprendoci al mondo, è stata 'violentata', ferita dalla freddezza delle persone che amavamo naturalmente, da un mondo senza amore, se è stata mal riposta, ecco sorgere la paura di ogni nuova relazione. Privati di un'esperienza di fiducia positiva nella prima infanzia , da adulti diventa arduo legarsi ad un'altra persona. Si arriva a deridere l'amore per nascondere la propria ferita d'amore...
Fare esperienza della fedeltà di un amore come qualcosa di positivo è determinante per un bimbo, così da non aver paura d'amare nel futuro. Se un bimbo vive la relazione tra i suoi genitori come un conflitto continuo, farà naturalmente una gran fatica ad aprirsi realmente con qualcuna/o. Senza quest'apertura profonda però finirà forse per ripetere le stesse dinamiche conflittuali della coppia genitoriale. Ecco quindi l'importanza per chi è genitore, di riuscire a trasmettere la positività dell'amore, pur nelle difficoltà. E' una sfida enorme. Fare il genitore sul serio è un percorso spirituale di altissimo livello, forse il più alto e difficile...
Naturalmente anche la perdita della dimensione spirituale si ripercuote sulle relazioni amorose. Questa perdita porta a fissarsi esclusivamente sull'altro. Ci si fissa ad un punto tale che quasi ci si aspetta da lei/lui qualcosa che non è in suo potere darci. Se il mio sguardo è rivolto solo verso l'altro rischio di diventare un suo 'controllore', un analista sempre intento ad osservare e giudicare, oppure...mi annoio! E' bellissimo guardarsi teneramente negli occhi, ma non tutto il giorno!... Bisogna avere un riferimento esterno alla coppia dove rivolgere attenzione. Ideale sarebbe condividerlo insieme, come una passione comune o come un comune sentire. Obiettivi legati ad una famiglia si possono esaurire ( e di solito così avviene..), ma obiettivi rivolti verso una dimensione spirituale  no...
Jean Gebser , filosofo e psicologo svizzero, sostiene  che il fenomeno contemporaneo del materialismo rafforzi questa tendenza all'assenza di relazioni, alla loro farraginosità, perché ogni accentuazione troppo marcata  del lato materiale dell'esistenza  nutre l'egocentrismo, finchè questo degenera diventando fantasma relazionale. E' chiaro che, una persona che passa la vita ad alimentare e appagare il proprio egoismo, sbarra la strada per rapporti autentici prima di tutto a se stesso. Paradossalmente, per cercare solo il tuo piacere, ti neghi così ad un piacere più profondo e duraturo, ma soprattutto ti neghi all'amore...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

enrico 200

Citazione di: Sariputra il 18 Gennaio 2020, 11:30:34 AM
'Far innamorare' è anche un chiedere e quindi stabilire una relazione con l'altra/o. Spesso non riusciamo ad aprirci ad una relazione autentica per la paura di restarne feriti. Su questa paura grava tutto il peso della nostra infanzia, con tutte le sue ferite che ancora bruciano, ancorché crediamo dimenticate. Infatti i conflitti che possono sorgere all'interno di un rapporto amoroso non sono mai conflitti puramente oggettivi. In essi è la psiche delle persone ad essere coinvolta. Le ferite psichiche subite vengono sempre a galla, prima o poi...
Bisogna confrontarsi con queste sofferenze e non illudersi di risolverle all'interno della coppia in modo puramente 'oggettivo'. Chi lo fa non compie nient'altro che un atto di rimozione che finisce per produrre altri conflitti.
Ci sono tante persone che sembrano incapaci di percepire la loro mancanza di relazioni e le proprie difficoltà in questo senso. Di solito si considerano brave ad allacciare nuovi rapporti, sono gioviali e disinvolte in società. Non hanno difficoltà a rivolgere la parola agli altri. Sembrano cioè 'aperte' e adeguate. Questa  affabilità nasconde spesso una mancanza di relazioni profonde, autentiche. Si è gentili ma , proprio usando la gentilezza, si mantengono le distanze  dagli altri. Interiormente non ci si lascia avvicinare. Però, se non riconosci la tua assenza di relazioni profonde, nemmeno ti attivi per cercare di superarla. Ovviamente.
Per un pò di tempo si può anche chiudere gli occhi davanti a questo vuoto profondo di relazioni, ma la solitudine, prima o poi, ti piomba addosso dolorosamente. Una presa di coscienza che può allora portare a cupe depressioni. Riconosci di avere molti rapporti, ma nessuno profondo. Nessuno si rivolge a te indirizzandoti i suoi sentimenti. Un senso di straniamento, anche con te stesso, insorge. Il mondo sembra perdere 'solidità' proprio perché sei privato di solidi legami con l'altra/o.
Naturalmente la paura ha un ruolo fondamentale nella difficoltà di intrecciare rapporti profondi. La paura di essere feriti ci porta a chiuderci come un riccio. Una paura di questo tipo si manifesta quando la nostra fiducia infantile è stata tradita: dai genitori, dalla compagna/o di scuola, dall'amico o da una persona a cui volevamo bene da piccoli. Se  questa fiducia che si aveva, aprendoci al mondo, è stata 'violentata', ferita dalla freddezza delle persone che amavamo naturalmente, da un mondo senza amore, se è stata mal riposta, ecco sorgere la paura di ogni nuova relazione. Privati di un'esperienza di fiducia positiva nella prima infanzia , da adulti diventa arduo legarsi ad un'altra persona. Si arriva a deridere l'amore per nascondere la propria ferita d'amore...
Fare esperienza della fedeltà di un amore come qualcosa di positivo è determinante per un bimbo, così da non aver paura d'amare nel futuro. Se un bimbo vive la relazione tra i suoi genitori come un conflitto continuo, farà naturalmente una gran fatica ad aprirsi realmente con qualcuna/o. Senza quest'apertura profonda però finirà forse per ripetere le stesse dinamiche conflittuali della coppia genitoriale. Ecco quindi l'importanza per chi è genitore, di riuscire a trasmettere la positività dell'amore, pur nelle difficoltà. E' una sfida enorme. Fare il genitore sul serio è un percorso spirituale di altissimo livello, forse il più alto e difficile...
Naturalmente anche la perdita della dimensione spirituale si ripercuote sulle relazioni amorose. Questa perdita porta a fissarsi esclusivamente sull'altro. Ci si fissa ad un punto tale che quasi ci si aspetta da lei/lui qualcosa che non è in suo potere darci. Se il mio sguardo è rivolto solo verso l'altro rischio di diventare un suo 'controllore', un analista sempre intento ad osservare e giudicare, oppure...mi annoio! E' bellissimo guardarsi teneramente negli occhi, ma non tutto il giorno!... Bisogna avere un riferimento esterno alla coppia dove rivolgere attenzione. Ideale sarebbe condividerlo insieme, come una passione comune o come un comune sentire. Obiettivi legati ad una famiglia si possono esaurire ( e di solito così avviene..), ma obiettivi rivolti verso una dimensione spirituale  no...
Jean Gebser , filosofo e psicologo svizzero, sostiene  che il fenomeno contemporaneo del materialismo rafforzi questa tendenza all'assenza di relazioni, alla loro farraginosità, perché ogni accentuazione troppo marcata  del lato materiale dell'esistenza  nutre l'egocentrismo, finchè questo degenera diventando fantasma relazionale. E' chiaro che, una persona che passa la vita ad alimentare e appagare il proprio egoismo, sbarra la strada per rapporti autentici prima di tutto a se stesso. Paradossalmente, per cercare solo il tuo piacere, ti neghi così ad un piacere più profondo e duraturo, ma soprattutto ti neghi all'amore...
si è così, le dispute in famiglia anche tra i miei son di ostacolo, il buon esempio, l'armonia ecc...miraggio,


io troppo fragile, cresciuto si in una torre dorata ma prigione divenne

coccole cosi forti e subdole a fin di bene ma inquinate anche da malsani principi

religosità malsana però anche distorta visione delle cose anche se una cosa forse scoprii di scientifico grazie ad essa ma condanna fu per me anche se dalla verità come si fa a nascondersi ?
;D

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