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Castalia

Aperto da doxa, 18 Novembre 2020, 11:23:42 AM

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doxa

Nel topic dedicato alla "Spiritualità atea" c'è il post n. 17, di Ipazia, la quale ha fra l'altro scritto
CitazioneAnche una "verità senza sentieri" ha le sue contraddizioni e nella miglior ipotesi creerà una Castalia di illuminati più o meno prodotti in serie,

Castalia ?  Chi era ? Qualcuno di voi si è fatto la stessa domanda o sapete chi è ?

Io ho cercato di saperlo. Vi offro il resoconto. Accettatelo come se fosse un caffè virtuale.

Per la mitologia greca Castalia era una ninfa amadriade, come tale viveva all'interno di un albero.

Il dio  Apollo si innamorò di lei, voleva concupirla, ma ella fuggì  e si suicidò gettandosi in una sorgente nel canyon tra le rupi Fedriadi del massiccio montano Parnaso, sacro ad Apollo e a Dioniso.

Secondo una variante della leggenda, Apollo la tramutò poi in una fonte nel Parnaso da cui scaturiva un'acqua capace di ispirare versi poetici in chi la beveva.

In quell'area ci sono i resti di due antiche fonti alimentate dalla sorgente:

quella arcaica, d'inizio VI sec. a. C., citata da  Pindaro ed Erodoto;


e quella di epoca  ellenistica o romana, forse del I sec. a. C., che  è circa 50 metri sopra la fonte arcaica.



resti della fonte arcaica


la fonte di epoca romana. Nella roccia si vedono delle nicchie. Venivano usate per depositare i doni votivi di chi si recava nel vicino santuario di Delfi.

La fonte di Castalia è citata come un luogo riguardante Apollo e il suo oracolo. L'acqua veniva usata per la purificazione rituale delle pizie e dei sacerdoti dell'oracolo. Inoltre, si purificavano nella fonte coloro che chiedevano un consulto all'oracolo.



Lucas Cranach il Vecchio, "Ninfa alla fonte", 1530-1534  circa, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza.

Qui l'artista ci mostra una mitica figura distesa in un bosco vicino una sorgente.
La posa della fanciulla distesa nel paesaggio evoca le figure di Venere.

La scritta che si vede in alto sulla sinistra  è un'ammonizione in lingua latina:  "Fontis nympha sacri somnum / ne rumpe. Quiesco" (= "Io, ninfa della fonte sacra, dormo. Non interrompete il mio sonno") .

Phil

Ringraziando per il caffè virtuale, ricambio con la segnalazione di un'altra Castalia, quella del romanzo di Hesse. Pare che il nome derivi da «castità», ma giocando un po' con l'etimologia si può arrivare anche a «casta» come "illibata" ed escludente classe sociale di cui, forse, potremmo rinvenire traccia nel romanzo di Hesse (non l'ho letto).

doxa

#2
Buon pomeriggio Phil.

Ti ringrazio per avermi segnalato la Castalia del romanzo di Hermann Hesse. 

Avrei bisogno  anche di un chiarimento sul significato della proposizione scritta ad Ipazia:

CitazioneAnche una "verità senza sentieri" ha le sue contraddizioni e nella miglior ipotesi creerà una Castalia di illuminati più o meno prodotti in serie, unica alternativa a tante verità anarchiche

Stavo pensando di chiederlo a lei tramite posta privata, ma il tuo post Phil m'incoraggia a chiederlo nel forum, con la speranza che Ipazia non si offenda.  Debbo pensare che la Castalia citata da Ipazia si riferisca al romanzo di Hesse ?

Il chiarimento può indurmi a percorrere altri sentieri d'altura, ad inerpicarmi su crinali taglienti in un territorio accidentato e di frontiera per scoprire altri significati collegati a Castalia.

Dante il Pedante

La Castalia mis embra sia nel romanzo "Il gioco delle perle di vetro" di H.Hesse, se non mi sbaglio. E' una specie di società esoterica di illuminati.
Padrone dacci fame, abbiamo troppo da mangiare.La sazietà non ci basta più. Il paradosso di chi non ha più fame,ma non vuol rinunciare al piacere di mangiare.(E. In Via Di Gioia)

doxa

Grazie Phil e grazie Dante. Ho letto la trama del romanzo "il gioco delle perle di vetro", scritto da Hermann Hesse, ed ho capito l'allusione di Ipazia agli "illuminati di Castalia".



Nella trama ha un ruolo importante l'immaginario gioco con perle (palline) di vetro,  per rappresentare combinazioni astratte, ma non vengono spiegate le regole del complicato ludus, basato  su una sintesi dello scibile umano. I giocatori  devono stabilire relazioni fra soggetti apparentemente lontani fra loro, per esempio, un  concerto di Bach e una formula matematica.

In questo romanzo il fantastico fa da sfondo alla visione utopistica di una comunità spirituale, che unisce ascetismo e attività quotidiana  nella immaginaria regione di Castalia, protetta da mura che la isolano dal mondo esterno. 

Personaggio principale del romanzo è Josef Knecht. Da bambino per le sue doti intellettuali  viene notato dal maestro di musica,  che lo aiuterà  e gli consentirà di venire ammesso in Castalia oltre ad avere accesso fin da giovane alle scuole che formano "l'élite" dei giocatori di perle.

La natura dell'animo di Knecht colpisce i suoi insegnanti e i suoi amici, generando fiducia. In pochi anni al giovane studente gli vengono riconosciuti dei meriti  e affidati incarichi diplomatici importanti per la piccola comunità. Inoltre, viene nominato "Magister Ludi", la più importante onorificenza raggiungibile a Castalia, e con essa si accompagnano notevoli impegni e doveri che vengono svolti da  Josef in maniera esemplare.

Con il trascorrere del tempo Josef si convince che l'isolamento sociale non va bene, desidera tornare a vivere fuori da Castalia, desidera la libertà dopo i tanti anni dedicati a svolgere il ruolo di Magister. Vuole insegnare la musica a giovani studenti. Rinuncia alla prestigiosa carica,  rompendo una tradizione secolare e creando non poco scompiglio nella comunità, dove proprio grazie alle premonizioni di Knecht si inizia a intravedere un periodo di decadenza, che porterà all'inevitabile fine di questo pezzetto di mondo, che troppo si era astratto e arroccato su posizioni che nulla potevano contro  i cambiamenti epocali.

Josef abbandona la comunità e si  dedica all'insegnamento come precettore dell'adolescente di nome Tito, figlio problematico di un suo vecchio amico.

Ma la vita quotidiana fuori dalla protettiva regione di Castalia lo coglie impreparato. Dopo aver assaporato la bellezza e l'euforia della ritrovata libertà, Knecht perde la vita inseguendo il ragazzo in una sfida di nuoto nel freddo lago di Belpunt.

InVerno

Io l'avevo inteso proprio nel senso del romanzo di Hesse (che lessi un pò di tempo fa, sicuramente il suo "opus magnum", al di là del iper-inflazionato Siddartha) cioè nel senso di utopica regione dedita ad un nuovo tipo di spiritualità, che nel romanzo assomiglia vagamente alla teosofia.. Nonostante la pagina wikipedia riferisca il gioco delle perle al "go", io penso si trattasse più di una forma di cabbala, o ad un ibrido tra le due... sarebbe interessante vedere se fosse possibile sviluppare le regole di quel gioco  ::)
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

La Castalia di H.Hesse appartiene al regno delle Utopie che si sono succedute fin dalla Repubblica di Platone. Interessante l'idea che all'apice della dimensione utopica ci sia un gioco.

Anche Eraclito alla fine della sua vita arrivò alla medesima conclusione: " L' eternità è un fanciullo che gioca, muovendo i pezzi sulla scacchiera: di un fanciullo è il regno." (frammento 123). Veramente un senso cosmico dell'immanenza che giunge dai tempi remoti in cui Cristo doveva ancora nascere.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

doxa

#7
Buonasera Ipazia, come ringraziamento per avere illuminato anche me ti offro un virtuale tè pomeridiano in questo "bar dei filosofi" dipinto da Raffaello Sanzio.


Raffaello Sanzio, Scuola di Atene, 1509-1511, Musei Vaticani


(Filosofi, va bene, però mi piace immaginarli anche maldicenti, mentre si denigravano l'uno con l'altro sul sapere filosofico, come avviene in qualsiasi "bar dello sport" quando si parla dei risultati delle partite di calcio.

Ipazia



Ipazia ringrazia dalla beata solitudine del suo tempo che tarda a venire. Soltanto uno sguardo che interroga muto.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri