Storia della follia, Ancien Régime, violenza tra politica e non politica.

Aperto da PhyroSphera, 11 Marzo 2025, 07:06:17 AM

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PhyroSphera

E' apparso su un quotidiano cattolico un articolo, visibile al seguente link:

https://www.avvenire.it/agora/pagine/il-1789-abbatte-il-re-e-creo-patriarcato-e-capofamiglia?fbclid=IwY2xjawI8r5RleHRuA2FlbQIxMQABHTsEcW-KqJK6mWBz-SoI30sxBWsLnMHWom2gQC0n59YeIR7oZDcA4TV03w_aem_AlC__3hmsS3NPVT9OjgIog

Accludo qui sotto di sèguito una mia considerazione - di fatto una recensione - pubblicata già in funzione di commento ad altrui parere, qui invece con ruolo di tema di discussione filosofica:


L'articolista proprio non va d'accordo con la cosiddetta légge Basaglia e neppure con l'autentica psicologia nell'ignorare il fattaccio, certamente stigmatizzato da Foucault per metterne in luce l'inaccettabile violenza. E' vero pure che la storia mostra una duplicità. Il Re aveva giustamente anche funzione di intermediario diretto coi sudditi e il regime monarchico in Francia trattava egualmente uomini e donne; dopo la Rivoluzione invece prevalse la disparità di trattamento di una società maschilista - della cittadinanza di allora, io direi senza troppi mezzi termini - mentre si protraeva l'abuso, attuato dallo stesso re, contro alcuni soggetti definiti 'malati', i quali venivano reclusi senza imputazione né sentenza, con la polizia che prendeva le veci del potere giudiziario e il potere giudiziario che veniva abusato da una falsa considerazione sanitaria. Cioè un dissidio sociale veniva falsamente rappresentato come un problema sanitario, in nome di una familiarità (presunta o vera che fosse) evidentemente ignara dei propri còmpiti ed anche violenta oltre che fraintenditrice di sé stessa. In questo quadro si scopre una monarchia che ormai praticava il torto assieme alle autorità esecutive e che assecondava incubi e pregiudizi sociali, quindi una società che prendeva il posto del regno aggiungendovi un prepotente maschilismo patriarcale. L'obiettivo di Foucault era di svelare i meccanismi nascosti del potere, facendo emergere delle negatività inaccettabili, con lo scopo di spiegare la violenza odierna connessa al potere. Nella interpretazione marxista il quadro emerso sarebbe uno specchio del "sopruso borghese", ma l'applicazione ostinata (nonostante il veto di Lenin, palesato a partire da un certo momento) del marxismo in Unione Sovietica mostrava e mostra che lo stesso sopruso era nella società comunista ancora più diffuso ed estremo (si sa che i manicomi erano il luogo dei dissidenti e dei deboli incapaci di essere benestanti nel regime comunitario). La storia della follia presentava il quadro del sopraggiungere di una non accettazione di un fenomeno connaturato all'animo umano e che serve alla vita: la follia appunto. Il precedente sarebbe Erasmo da Rotterdam, nella sua attività di antesignano della Riforma protestante. I nazisti cercavano di eliminare i malati di mente, accusandone la presunta debolezza; i comunisti cercavano di dimostrare che opporsi al regime comunitario era follia quindi malattia di mente, contrarietà fisica insostenibile. In entrambi i casi era prevista la morte del malato. Ma il regime dei manicomi, la cura trasformata in carcere, la medicina mutata in oppressione e invasione e restrizione anche estrema, era già un viatico alla morte e un torto alla vita (segregazioni, bloccaggi, vessazioni anche fisiche con elettroshock o peggio, invadenze contro il pensiero e le emozioni). La destra politica non pensa che questo sopruso, protratto fin quasi a rendere inesistenti i veri Stati - ancora oggi è così -, sia il frutto di tradizioni o l'effetto della conservazione dei poteri, ma una intrusione; il centro politico non addebita alla vera democrazia il fattaccio, la sinistra ritiene che esso abbia cause rimovibili socialmente o perlomeno egualitariamente. L'articolista non ne scorge proprio ed il suo è un torto esemplare: si finge di non vedere. Questa omissione viene legata a una ideologia conservatrice, a propria volta legata al tradizionale binomio trono/altare. Si tratta di una mostruosità, nel senso che disaccordi, diverbi, opposizioni, differenze autenticamente politiche non potrebbero mai accogliere il fattaccio o fingere di non vederlo. In tal senso, non bisogna fare della cecità dell'articolo un paradigma di conservatorismo religioso e politico. Per quanto ne so, il sopruso dei manicomi, la repressione della follia, è connesso con certi ambienti parareligiosi dove l'esorcismo è materialmente inteso, confliggendo con lo stesso significato del termine.



MAURO PASTORE

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