Lettera a chi muove i fili dell'umanità

Aperto da Aspirante Filosofo58, 16 Dicembre 2024, 20:04:47 PM

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Adalberto

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 19 Dicembre 2024, 14:14:58 PMConsiderato che la Bibbia narra che l'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, il fatto che il nostro Creatore non sappia leggere o udire parole, mi parrebbe preoccupante.

Non frequento molto questa sezione e ti ho letto solo ieri.
Nelle tue parole trovo qualche attinenza con la storia di Giobbe e varrebbe la pena approfondirla, ma non praticando  la Bibbia preferisco evitare di dire sciocchezze.
 
Nell'esordio del post fai la seguente domanda.
"Che senso ha, infatti, che tu parli una lingua che non conosco, a dispetto della mia volontà di conoscerla?"
 Potrebbe esserti di chiarimento  il punto di vista espresso da  Rudolf Otto nel suo libro "il sacro" che riflette pure sul rapporto fra Giobbe ed Elohim.
Il sottotitolo del libro è indicativo: l'irrazionale nell'idea del divino e la relazione con il razionale.
Puoi facilmente trovare  sul web una vecchia versione, anche se poi a leggerla ti viene qualche dubbio sulla qualità della traduzione, ma pazienza è gratis.

Rudolf Otto fa parte di quel filone di pensiero che suppongo accomuni parecchia gente, come Mircea Eliade, l'omonimo Walter Otto ed altri:  tutti più o meno accomunati dal ritenere il sacro una epifania del meraviglioso e del sorprendente. 
In particolare  Rudolf Otto -che mi sembra il più fine dei tre-  caratterizza questa esperienza prioritariamente come "mysterium trendendum et fascinans". Per tradurlo in senso moderno e profano pensa alla sindrome di Stendhal: ho l'impressione si tratti del medesimo vissuto osservato con mentalità diverse.
Si tratta di emozioni primordiali (e forse anche attuali) che con la loro traduzione in parole hanno costruito sistemi di pensiero simbolico con una loro razionalità. Non la condivido, ma trovo che questo processo abbia avuto un forte peso nell'evoluzione della mente umana.
PS
Da  quando avevo quindici anni non vivo alcuna credenza religiosa, ma mi incuriosiscono le persone che sono in esperienze diverse dalla mia.

 
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

Gyta

"Non c'è da mollare, ma da aggiustare il tiro. [..]
[..]L'esercizio del dubbio è allenamento all'uso di questa tecnologia per farcene padroni , perchè nella misura in cui non la padroneggiamo ne diventiamo servi, come succede per qualunque tecnologia.
La filosofia è questa palestra, dove esercitarsi al tiro al bersaglio delle[..] "
(Iano)

Cercando di essere esaustiva è necessario ricollegarmi all'altra discussione dove non posso che concordare con Green Demetr quando indica come una delle possibilita' quella della "pazzia sacra".. io francamente sino ad ora altre non ne ho viste, se si esclude la cecita' al mondo, serve una risposta in grado di accogliere anche il dolore, qualunque dolore.

Il non fermarsi alle parole e l'esercizio del dubbio sono dati per scontati in un percorso di ricerca non superficiale, ovviamente. L'avere chiaro che ogni esperienza è filtrata dai nostri sensi, dalla cultura e dall'io (pure dal super io e dall'inconscio) è sottinteso e ben presente nel percorso di ricerca. Ma è altrettanto vero che se si vuole cercare di dare una risposta al senso dell'esperienza umana anche quando si fa esperienza del dolore (in ogni sua forma e intensita')  o ci si astiene di fare filosofia o ne si deve tenere conto.

Quando ho scritto "mollare.. ma senza forzatura" mi riferivo all'importanza di passare oltre al dolore, nell'esercizio della consapevolezza che quel dolore * non siamo noi. Mollare inteso come accogliere, prenderne atto ma non fermarsi lì. Mollare la volonta' sottostante dell'io che vuole sempre dirigere. Prendere fiato. Osservare l'accadere, tutto, non solo la parte ferita.
Quando l'esperienza mistica incontra la filosofia, se coerenti, non si può (non si può=l'io) che abbracciare una di quelle due strade: "pazzia santa" o cecita' .

Escludo dal discorso (per ora o forse non solo per ora) altre risposte che non radichino espressamente nella diretta esperienza umana, ovvero tutte quelle costruzioni filosofiche che si basano perlopiù sull'esercizio della fantasia e delle probabilita' (non direttamente intuibili/deducibili).

*ovvio che non mi riferisco al "mal di denti" :-D

C'è stato un periodo che avrei dato fuoco volentieri ad alcuni scritti.. quegli stessi che tempo prima vivevo e condividevo con gioia.. la visione di ernesto cardenal ad esempio.. 
questa è la "pazzia santa"..

"Prima di autodiagnosticarti la depressione o la bassa autostima,
assicurati di non essere circondato da idioti"

Aspirante Filosofo58

Citazione di: Gyta il 22 Febbraio 2025, 18:46:50 PM"Attendo tue informazioni più precise per poter contribuire a realizzare quello che credo essere" (Aspirante Filosofo58)


Ciao, scusa ma non ho capito: ti rivolgi a me con una tua domanda/richiesta o che altro? Grazie.
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

Gyta

 
@Aspirante Filosofo58: Guarda che quella domanda l'hai posta tu come apertura alla discussione.. :-D
"Prima di autodiagnosticarti la depressione o la bassa autostima,
assicurati di non essere circondato da idioti"

green demetr

Citazione di: Gyta il 22 Febbraio 2025, 18:46:50 PM"Ma la parola è soltanto uno strumento per esprimere qualcosa che ci abita dentro." (green demetr)

Direi che la parola crea proprio.. creazione ed espressione di nuovo coincidono..
Torna alla tua infanzia.. il sentire è ancora con-fuso (fuso-con) si passa attraverso la distinzione per giungere ad un livello differente di 'fusione'.. meglio chiamarla vista, scoperta.
Cosa è reale? Seriamente: cos'è reale?

La Bibbia non è una storiellina, è il deposito della saggezza orale degli antichi.
Una saggezza che sarebbe utile recuperare.
Anzitutto smettendo di dire che è una storiella per bambini.

Ma a parte questo, ragioniamo insieme.

Certo che bisogna tornare all'infanzia. Vedi solo ultimamente ho scoperto che ero un bambino genio.
Non sto parlando che comprendevo l'Edipo, putroppo l'Edipo l'ho scoperto tardi nella mia vita, quando la pigrizia mi aveva già tarpato le ali su cui volavo.

Tra le centinaia di intuizioni che mi venivano, all fine decisi che il pensiero della morte era quello più valido.
Per me bambino di 8 anni era già chiaro cosa ha valore e cosa no.
Scelsi l'interiorità e non l'esteriorità.
Scelsi l'anima e non il vestito.
Quello che non potevo saper è che queste banalità per gli altri che mi circondavano erano impossibili da capire già da allora.
Figuriamoci oggi nell'era di TIK TOK, del botolino e del cambio di sesso,  se non proprio di forma umana (hai presenti quelli che si stanno dando forme aliene, gente che si fa le operazioni craniche per avere le corna etc...etc...il futuro economico è quello).

Appunto l'infanzia sa, e lo dimostro io. Ho impiegato anni per capire cosa c'è che non va nell'infanzia degli altri.
Che hanno preso la strada opposta alla mia, l'esteriorità.
Considerazione banalotta nell'era dei bambini idioti dell'oggi.
Molto più difficile capire il perchè di questa scelta.
La risposta è perchè i bambini copiano gli adulti.
I bambini sono idioti perchè gli adulti sono idioti.
Perchè gli adulti sono idioti?
Risposta molto difficile da dare.
Certo oggi mi è facile dire, perchè gli adulti copiano dagli altri adulti.
Ma non è stato un approdo facile.
Sopratutto per un bambino genio come me, che i valori sapeva già con esattezza cosa fossero.
Purtroppo il problema è che non tutti sono geni.

E' qui che irrompe il linguaggio.
Il linguaggio è quella comunione di esperienze valoriali da trasmettere.
Vogliamo dirlo patriottismo? si se capiamo che il valore che c'è dietro questa parola.
Comunità di amici, con LA STESSA LINGUA E CULTURA.
Cose banalotte.
Eppure non verranno capite mai, perchè ormai tutti copiano il vestito.
La FERRAGNI DOMINA nonostante le toghe rosse che la inseguono.
Come dire la FERRAGNI (il vestito) domina nonostante la FERRAGNI storica (di cui a a nessuno frega niente).
Anche questo è linguaggio, anche questo è dono.
Non capirlo è da idioti.

Il valore non è più di casa. La nostra è una società che sta per sparie sotto i soldi arabi.

E va bene.

Poi c'è il linguaggio dell'interiorità.
E' un altra cosa, non ragiona con la realtà, non è interessata ai vestiti cioè.
E' appunto la quella che ragiona con la verità.
Laddove la verità non essendo vestito è qualcosa d'altro.
Perchè ti fa schifo la parola coscienza? è la parola giusta, noi entrando a contatto con realtà interiori, quale quelle dei valori, conosciamo, e quella conoscenza ci determina. Noi siamo accopagnati (co-) da ciò che impariamo del mondo interiore (scienza).
Certo la coscienza della interiorità e del dialogo con Dio, non è coscienza con la natura, con i limiti del nostro essere biologico di cui si lamenta giustamente aspirante filosofo.
Lui ne cerca il filo rosso che le unisce la sua interiorità la ragazza sulla balena, e la sua realtà, quella dell'impossibilità a correre per esempio.
Aspirante cerca unità fra coscienza soprasensibile (interiorità) e coscienza sensibile (vestito).
Una strada interessante.

Tu dici "quale realtà per carita?!" ma certo! esistono diverse percezioni della realtà.
Ma non cadere nel trappolone definitivo di questa società, ossia che siccome ci sono diverse percezioni di realtà allora la realtà non esiste.
La realtà è sempre indagabile.
Non basta che qualcuno dica che una mela è una pera per fare di quella mela una pera!!!!
Purtroppo oggi gli adulti che copiano gli adulti, copiano il fatto che se lo dice lo scienziato che la mela è una pera, allora è vero.
Affidano cioè il proprio bias, a quello di un altro.....che probabilmente è stato pagato, o no? un dubbio non viene?

Ma sopratutto cristo di dio non vedi che quella cazzo di mela non è una pera????

Ecco una volta capita sta cosa, POI possiamo parlare della diversità di percezione della realtà, ossia di quale valore uno voglia seguire.
Ci piace essere in una Europa in guerra o in pace?
Ecco queste cose basilari, vanno recuperate.
Da filosofo dico: impossibile.

Non rimane che ragionare tra noi su ciò che rimane a margine.
Come fa la poesia.
La poesia si interroga sulle sfumature delle nostre vite.
E dunque anche un adulto copione, avrà sempre la possibilità di ragionare dopo una bella camminata in montagna, o contemplando il mare.

Ecco che il linguaggio si affaccia nel suo terzo aspetto, quello di significare sempre qualcosa, qualcuno.
L'arte salverà il mondo, in questo senso. Appunto effimero, a margine.
Melancholia

Gyta

" L'arte salverà il mondo, in questo senso. Appunto effimero, a margine." (Green Demetr)

Non sono d'accordo. La comprensione è arte. Amare è arte. Vivere e non sopravvivere è arte.
E' la capacita' interiore dell'uomo, la sua sensibilita', la sua intelligenza che da sempre ha salvato il mondo.
L'idiozia c'è sempre stata. La superficialita' anche. La criminalita' intrinseca alle forme di potere, pure.
Ma se noi vediamo solo queste, allora siamo noi a scendere al medesimo livello, ad impoverirci.

La cosiddetta realta' per ognuno di noi, altro non è che il come ognuno di noi, nel proprio intimo, vede il mondo, il significato che da' alla sua propria esperienza, perché "il mondo" siamo, prima di tutto, noi, noi medesimi, nella nostra capacita' di abbracciare i nostri limiti, i nostri errori, la nostra fragilita', L'altro, da noi stessi recriminato, in ultima analisi non è che un riflesso tangibile di quella stessa debolezza non ancora vinta in noi stessi, quella debolezza che ci porta a vedere il male esterno come invincibile.

Hai ragione, un melo non è e mai sara' un pero. Ma noi non siamo frutti ma potenzialita' in perenne evoluzione, e seppure i periodi bui siano in grado di oscurare la bellezza, nessun buio giungera' mai ad essere totale se anche solo uno di noi terra' viva l'umana intelligenza.
Questo non è "marginale". Questo è centrale.

La consapevolezza (interiore, cosa senno' ?) a cui mi riferisco non è possesso di valori ma la scoperta, l'esperienza, della nostra identita' profonda, che ci accomuna tutti quanti, e che non conosce confini di differenti nature e biologie. Dici bene " Il linguaggio è quella comunione di esperienze" dalle quali emergono i "valori" che man mano vengono trasmessi. Perciò affermo che la parola crea la visione del reale. Esserne coscienti significa poter imparare a valutare le idee senza soggiacerne.
Ma su una cosa mi dissocio, non esiste un linguaggio dell'interiorita' ed uno di vestizione, il linguaggio è espressione stessa del nostro rapporto interiore con l'esperienza che facciamo del mondo "esterno", ed è il medesimo linguaggio che svela il nostro rapporto con la natura, col mondo esterno, con noi stessi.

"Aspirante cerca unità fra coscienza soprasensibile (interiorità) e coscienza sensibile (vestito).
Una strada interessante.
" penso sia inutile dividere ciò che gia' è unito. Anzi dividere non porta che a complicare il percorso di esperienza della scoperta dell'identita'. Seppure le strade per giungervi siano molteplici secondo carattere e inclinazioni personali.
"Prima di autodiagnosticarti la depressione o la bassa autostima,
assicurati di non essere circondato da idioti"

Aspirante Filosofo58

Citazione di: Gyta il Oggi alle 00:53:52 AM@Aspirante Filosofo58: Guarda che quella domanda l'hai posta tu come apertura alla discussione.. :-D
Sì, questa:  Attendo tue informazioni più precise per poter contribuire a realizzare quello che credo essere innanzitutto il tuo disegno, oltre che quello della mia anima, ovviamente. Grazie. Era una mia richiesta a chi muove i fili dell'umanità. Come l'hai scritta tu si capiva la mia richiesta.  ;)
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

green demetr

Citazione di: Gyta il Oggi alle 08:27:43 AMAnzi dividere non porta che a complicare il percorso di esperienza della scoperta dell'identita'.
Vedi per te la Ferragni e Cristo sono la stessa cosa.
E' il motivo per cui questa epoca è senza alcuna speranza.
L'indistinzione tra la pera e la mela serve solo a non distinguere la Ferragni da Cristo.
Tu dici sono la stessa cosa.
Non è così.
Esattamente come l'arte non è la morale.
C'è una grande confusione in te.
Ma non mi rammarico più. Tieniti pure le tue verità, a me paiono solo vestiti.
Melancholia

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