Homo sapiens è un animale

Aperto da Jacopus, 08 Febbraio 2025, 08:55:48 AM

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Jacopus

Homo sapiens, la specie a cui apparteniamo, è una specie animale, nè più nè meno della formica o dell'orango. Una prova in questo senso è raccontata da F. Lenoir in "lettera aperta agli animali e a chi li ama". La biologa J. Patterson ha insegnato ad alcuni gorilla il linguaggio dei segni, come quello che usano i sordomuti e attraverso di essi, i gorilla addestrati possono comunicare grazie alla condivisione di diverse centinaia di parole. Un giorno la biologa ha visto un gorilla triste e, con il linguaggio dei segni, gli ha domandato perché e il gorilla ha risposto, sempre con il linguaggio dei segni " madre morta, cacciatori".
Questo episodio ci racconta due cose: le emozioni le condividiamo con almeno due grandi famiglie di animali, mammiferi ed uccelli ( e quindi almeno anche dinosauri, fra le specie estinte) e le capacità cognitive pure. Da ciò un insegnamento ne deriva, noi siamo solo i fratelli maggiori degli animali, non i loro padroni e nulla ci distingue da loro a livello biologico, se non l'espansione delle facoltà cognitive, un esperimento "dubbio" di madre Natura, visto ciò che sta accadendo al pianeta terra, grazie a queste extra/capacità cognitive.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

iano

Siamo circondati dagli animali, li amiamo, li cresciamo, li curiamo, eppure, animali anche noi, non riusciamo a non sottometterli, fino a considerarli spesso alla stregua di oggetti da possedere.
In questa lettera, spassionata, acuta, profonda, Frédéric Lenoir, muovendosi tra le grandi correnti filosofiche, propone una riflessione inedita sulle cause di questo rapporto e critica l'umanesimo inconsapevole e irrispettoso cui siamo abituati, per far maturare un nuovo pensiero, un vero e proprio manifesto: animalista, etico e consapevole.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Morpheus

Uomini siamo e uomini restiamo. Né superiori a qualcuno o qualcosa né inferiori; siamo fatti della stessa "polvere di stelle" con cui sono fatti serpenti, gorilla, leoni, piante, batteri, rocce... pianeti! Vogliamo porci sopra tutti e tutto? Va bene, è giusto sotto certi aspetti cercare di elevare la nostra specie e pensare a "noi" stessi più che agli altri, ma non perdiamo di vista la realtà dei fatti. Certo non siamo obbligati a diventare vegani solo per questo (anche se nulla ho contro chi lo è) ma è un fatto e va considerato vista l'epoca in cui viviamo, in cui ci sono uomini capaci di pronunciare la frase: "Dio è morto". Sarà vera? Sarà falsa? Sarà una mezza verità? Non importa considerando che non è il topic giusto per rispondere a questa domanda.
Possiamo vedere infiniti motivi nel fatto che il cielo è azzurro, ma alla fine solo una è la verità: La Scienza.

Adalberto

 Translator


Citazione di: Morpheus il 08 Febbraio 2025, 12:39:18 PM
Uomini siamo e uomini restiamo.

Spero che per noi l'evoluzione non si sia ancora completata.
Scherzosamente penso che non sia conveniente restare Uomini, bensì sforzarsi di diventare Umani.
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

Morpheus

Citazione di: Adalberto il 08 Febbraio 2025, 13:12:44 PMSpero che per noi l'evoluzione non si sia ancora completata.
Io credo che il concetto di "evoluzione" per l'essere umano potrebbe cambiare nel corso del terzo millennio visto il transumanesimo e dei comunque ingenti mezzi che già oggi si dispiegano nel tentativo di "migliorare" l'uomo. 
Possiamo vedere infiniti motivi nel fatto che il cielo è azzurro, ma alla fine solo una è la verità: La Scienza.

iano

#5
Citazione di: Jacopus il 08 Febbraio 2025, 08:55:48 AMHomo sapiens, la specie a cui apparteniamo, è una specie animale, nè più nè meno della formica o dell'orango. Una prova in questo senso è raccontata da F. Lenoir in "lettera aperta agli animali e a chi li ama". La biologa J. Patterson ha insegnato ad alcuni gorilla il linguaggio dei segni, come quello che usano i sordomuti e attraverso di essi, i gorilla addestrati possono comunicare grazie alla condivisione di diverse centinaia di parole. Un giorno la biologa ha visto un gorilla triste e, con il linguaggio dei segni, gli ha domandato perché e il gorilla ha risposto, sempre con il linguaggio dei segni " madre morta, cacciatori".
Questo episodio ci racconta due cose: le emozioni le condividiamo con almeno due grandi famiglie di animali, mammiferi ed uccelli ( e quindi almeno anche dinosauri, fra le specie estinte) e le capacità cognitive pure. Da ciò un insegnamento ne deriva, noi siamo solo i fratelli maggiori degli animali, non i loro padroni e nulla ci distingue da loro a livello biologico, se non l'espansione delle facoltà cognitive, un esperimento "dubbio" di madre Natura, visto ciò che sta accadendo al pianeta terra, grazie a queste extra/capacità cognitive.
Riprendo un concetto che ho già espresso.
Le specie nascono da una convenzione arbitraria ma necessaria per descrivere la moltitudine degli esseri viventi, per quanto certi criteri per suddividere l'insieme degli esseri in sottoinsiemi (specie) sembrano venire da se, per cui sarebbe strano che non venissero adottati, senza togliere il fatto che il loro utilizzo in ogni caso deriva da una scelta libera più o meno condivisibile.
Il problema è che se si accetta questa argomentazione, bisognerà ammettere che è da convenzioni condivise che deriva la legge morale, così relativizzata.
Viceversa se la legge morale è assoluta allora le specie esistono davvero.
Le due cose mi sembrano cioè strettamente legate.
Quindi, siccome a me pare evidente che la vita è un insieme di esseri viventi diversamente raggruppali in modo non univoco , allora ne deriva che non esiste una morale assoluta.
Allo stesso tempo ho la consapevolezza che su questa presunta assolutezza riposa l'ordine sociale, e non credo siamo abbastanza ''grandi uomini'' da poter gestire certe consapevolezze, ma ancora abbastanza saggi, o ipocriti a vostra scelta, da far finta di non vedere.
A me va bene se la cosa si limitasse ad avere un influenza positiva su una convivenza sociale possibile, seppur limitata al gruppo umano, ma va anche considerato che usando gli stessi criteri di scelta ci sono quelli che condividono il fatto che esistono solo due sottogruppi umani, uomini e donne, il che non può essere accettato secondo me.
Andrebbe al minimo aggiunto, senza perciò perdere in semplicità descrittiva, il sottogruppo umano, di non-uomini/donne, ai sottogruppi di uomini e donne.

Il rischio in generale, come ho più volte detto (perdonate la ripetizione), è che se la verità può essere espressa a parole, ognuno potrà credere di possederla, e non rilevando una corrispondenza con la realtà, cercherà di correggerla secondo verità.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
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iano

#6
Apparentemente sono andato oltre l'argomento ''scientifico'', ma il fatto è che la scienza risente, per quanto sempre meno, divenendo sempre più astratta, del fatto di confondere la descrizione della realtà con la realtà stessa, problema nel quale la filosofia, restando il suo target il logos/verità, e quindi l'etica, resta invece del tutto ancora immersa.
Nella misura in cui in parte ciò vale ancora per la scienza, non sarei andato perciò fuori sezione. :)

Insomma a me il Vannacci non mi sorprende, e non mi sorprende che venuto lui allo scoperto, altri che saggaiemte usavano prudente reticenza, o ipocrisia a scelta, lo abbiano seguito a ruota.

Quando una teoria scientifica viene falsificata, quando ciò viene fuori, bisogna cambiarla.
Il Vannacci è la falsificazione venuta fuori della teoria morale.

Infatti supponiamo per assurdo che la specie uomo esista.
Se è vero che esiste la specie uomo, e se è vero che esistono i sottogruppi male e female, allora.... il Vannacci ce lo debbiamo ciucciare.
Il che è assurdo...come volevasi dimostrare. :))
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iano

#7
Ma se le specie non esistono, allora decade la teoria dell'evoluzione.
Non decade, o rimane in piedi come descrizione delle dinamiche nel tempo degli esseri viventi, descrizione resa possibile dall'aver semplificato la loro complessità riducendoli in specie.
L'evoluzione delle specie è dunque la descrizione del cambiamento dell'insieme degli esseri viventi, possibile solo semplificandone la complessità.
Il problema nasce quando questa semplificazione della realtà ne prende il posto, quando cioè poniamo in essa fede assolutizzandola, fede della quale nei casi più gravi, o più virtuosi, a scelta, non abbiamo neanche consapevolezza, una fede perciò non rinnegabile, unica verità possibile.
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iano

#8
Citazione di: iano il 08 Febbraio 2025, 17:07:07 PMInfatti supponiamo per assurdo che la specie uomo esista.
Se è vero che esiste la specie uomo, e se è vero che esistono i sottogruppi male e female, allora.... il Vannacci ce lo debbiamo ciucciare.
Il che è assurdo...come volevasi dimostrare. :))
Onore al Vannacci per la sua coerenza, senza la quale non sarebbe stata possibile questa dimostrazione, e non lo dico con ironia, perchè considero solo un caso di non trovarmi al posto suo, e nel caso non posso giurare che avrei mostrato pari coerenza.

Se la specie umana esiste ''scientificamente'', allora Vannacci è la sua falsificazione, perchè se la morale di Vannacci è quella che si trae coerentemente dalla sua esistenza, allora è un bene che non esista, e noi esseri viventi  più o meno diversamente raggruppati abbiamo ancora motivo di sperare.
 
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InVerno

Avevo un cane femmina con un figlio, quando è morta la madre l'abbiamo seppellita non lontano da casa e poi vi abbiamo piantato sopra un cespuglio, e io buttai nel cespuglio il suo collarino. Suo figlio, finchè non è morto, ogni tanto passava da quel cespuglio, e si metteva a fare una sorta di danza rituale, faceva tre giri in senso orario al cespuglio e tre in senso antiorario, camminava estremamente lentamente e annusava molto profondamente, era totalmente perso nell'atto di farlo, anche se lo chiamavi non rispondeva. Il collarino per un pò avrà mantenuto il suo odore, ma lui ha continuato a farlo per più di dieci anni, con un comportamento unico e che non ripeteva in nessun altra situazione.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Il_Dubbio

Citazione di: Jacopus il 08 Febbraio 2025, 08:55:48 AMHomo sapiens, la specie a cui apparteniamo, è una specie animale [...] ci distingue da loro a livello biologico, se non l'espansione delle facoltà cognitive

Le classificazioni sono sempre difficili.

Ad oggi, non solo sulla Terra ma nell'intero Universo, non si conosce alcuna "specie animale" che abbia sviluppato le stesse facoltà cognitive come quelle che ha l'uomo. 
Non è solo l'intelletto del singolo ad essere importante, è anche, e soprattutto, la storia della conoscenza, la quale viene tramanda di generazione in generazione. Questo è un salto importante e la biologia ha veramente poco da aggiungere. Non servono le classificazioni, perchè l'uomo cosi com'è oggi è inclassificabile.  

Jacopus

Citazione di: Il_Dubbio il 09 Febbraio 2025, 22:57:06 PMLe classificazioni sono sempre difficili.

Ad oggi, non solo sulla Terra ma nell'intero Universo, non si conosce alcuna "specie animale" che abbia sviluppato le stesse facoltà cognitive come quelle che ha l'uomo.
Non è solo l'intelletto del singolo ad essere importante, è anche, e soprattutto, la storia della conoscenza, la quale viene tramanda di generazione in generazione. Questo è un salto importante e la biologia ha veramente poco da aggiungere. Non servono le classificazioni, perchè l'uomo cosi com'è oggi è inclassificabile. 
Metti in gioco un aspetto importante. Nell'uomo la conoscenza si accumula in modo geometrico e questo accumulo ci rende una specie animale particolare. La cultura è un aspetto così preponderante nella nostra vita da relegare in secondo piano gli aspetti biologici. Non solo, la struttura culturale modella a sua volta il nostro sistema nervoso. Il cervello diventa così causa ed effetto (contemporaneamente) della cultura umana. Le conseguenze sono spettacolari: nessuna specie animale è in grado di avere comportamenti così agli antipodi come gli esseri umani e nessuno animale, ad eccezione dei virus e dei batteri e pochi altri (topi, formiche?) è stato in grado di colonizzare l'intero pianeta (almeno sulla terraferma). Ma la struttura arcaica, la fisiologia, la stessa struttura organica, la presenza di strutture emotive e cognitive, così come l'uso degli stessi neuro trasmettitori, ci dice che siamo originati dalla stessa materia. Il DNA è il codice che condividiamo con tutto il mondo animale e vegetale. Non c'è alcun meccanismo qualitativamente diverso che potrebbe farci ritenere superiori o comunque differenti. Altre specie di ominini come Neanderthal raggiunsero standard simili a Sapiens. Non abbiamo neppure l'esclusiva della cultura. L'abbiamo solo massimizzata in virtù di una serie favolosa di coincidenze, che sembra favolosa solo se non si pensa che la natura ha giocato con le combinazioni possibili per 3 miliardi e mezzo di anni. Pertanto il messaggio dovrebbe essere: abbiamo più potere, sappiamo manipolare la natura e l'ambiente ma siamo fratelli di ogni pianta e di ogni animale e dobbiamo sentirci responsabili di ciò, non i padroni del mondo e neppure pensare ad una finalità trascendentale che diventa di solito un alibi per poter continuare a sfruttare il mondo secondo ritmi che non possiamo più permetterci.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Il_Dubbio

Citazione di: Jacopus il 09 Febbraio 2025, 23:37:43 PMPertanto il messaggio dovrebbe essere: abbiamo più potere, sappiamo manipolare la natura e l'ambiente ma siamo fratelli di ogni pianta e di ogni animale e dobbiamo sentirci responsabili di ciò, non i padroni del mondo e neppure pensare ad una finalità trascendentale che diventa di solito un alibi per poter continuare a sfruttare il mondo secondo ritmi che non possiamo più permetterci.

Si ma tu dimentichi il ragionamento da cui sei partito. Tu hai detto che l'uomo è un animale. Per cui tu da un animale cosa ti aspetti?  :D

Vuoi che questo animale sia responsabile, che non sfrutti l'ambiente non manipoli la natura. Addirittura pensi che tutti i nostri simili siano nostri fratelli. Troppo,secondo me, aspettarsi tutte queste cose da un animale  O:-)

Jacopus

Citazione di: Il_Dubbio il 09 Febbraio 2025, 23:59:54 PMSi ma tu dimentichi il ragionamento da cui sei partito. Tu hai detto che l'uomo è un animale. Per cui tu da un animale cosa ti aspetti?  :D

Vuoi che questo animale sia responsabile, che non sfrutti l'ambiente non manipoli la natura. Addirittura pensi che tutti i nostri simili siano nostri fratelli. Troppo,secondo me, aspettarsi tutte queste cose da un animale  O:-)
Non attribuisco un giudizio negativo sugli animali, così come ci viene tramandato dal linguaggio corrente. Gli animali sanno essere empatici, sono i grado di fornire cure amorevoli ai loro cuccioli, amano giocare, scoprire il mondo e intessere relazioni finalizzate alla riproduzione. Esattamente come Sapiens. E i più recenti studi ci indicano che molte specie di cetacei hanno un linguaggio ed addirittura dialetti che vengono compresi solo dal branco familiare che lo emettono. L'esempio del gorilla nel primo post indica che i primati superiori possono apprendere fino a qualche migliaio di parole ed esprimere con esse sentimenti di nostalgia e tristezza. L'uomo ha aumentato a dismisura il potere prometeico sul mondo, ha creato un deposito di conoscenze per cui ogni generazione non doveva ripartire da zero o accontentarsi di quello che poteva essere memorizzato in 30 anni. Questo ci ha permesso uno sguardo nuovo, introspettivo. È nata la religione e la filosofia. Però restiamo anche animali. Non a caso tu mi domandi: cosa ti aspetti dall'uomo, è un animale e massimizzerà i suoi profitti, non badando alle conseguenze. Osservando quello che succede, non hai tutti i torti, eppure proprio in virtù della "non automaticità del comportamento umano, della sua neuroplasticità, è possibile auspicare un salto ulteriore verso un senso di responsabilità, un senso del riconoscimento di essere immersi in un equilibrio che stiamo profondamente minando a nostro rischio e pericolo. È una partita aperta, nessuno sa il nostro destino, ma rappresentarci come "animali guida" piuttosto che come " esseri viventi superiori" ci permette di riconoscerci meglio in questo contesto dove ogni vita ed ogni pianta contribuisce al bene comune, per cui il loro sfruttamento deve essere moderato e connesso con la necessità della riproduzione di quelle risorse.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

niko

Uno dei (tanti) motivi per cui Vannacci e' un povero idiota, e' che l'intersessualita' umana esiste in natura (i sessi possibili alla nascita sono piu' di due), anche prescindendo un attimo dalla transessualita', umana, che con la natura c'entra poco e niente, ed e' un dato ascrivibile alla dimensione culturale, e psicosociale, dell'uomo.

Penso che i tempi siano maturi per dire che uno che non conosce la differenza tra transessualita', e intersessualita' e' un ignorante, (sgarbianamente una capra) prima ancora che uno di destra o un fascista.

I sessi non sono due, sono statisticamente quasi sempre due. Imane Khelif non un maschio transessuale operato non riconoscibile che si diverte a barare, e' nata cosi'. Ha cromosomi maschili in corpo femminile.
I Vannacci della situazione, se ne devono fare una ragione.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

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