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Nietzsche e Zarathustra

Aperto da Visechi, 16 Gennaio 2025, 23:27:13 PM

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daniele22

Citazione di: niko il 04 Febbraio 2025, 13:48:53 PMBeh Niezsche dice che, inevitabilmente, per vivere "quietamente" e in societa', le istanze aggressive, e di dominio, che sono nel cuore di ogni individuo, diventano, e devono diventare, almeno in parte, autoaggressive e di autodominio: il senso di colpa e' una latenza di aggressivita'. Per paura di una puniziune o comunque di una consegueza negativa, qualora gli istinti aggressivi e di dominio, presenti in tutti i singoli, presso una societa', fossero espressi apertamente. Un po' come in Freud.

Pero' a differenza di Freud, Nietzsche illustra, anche, si puo' dire, un po' al di la' delle sue reali e aristocraticissime intenzioni, la magnificenza della vendetta sottile, simbolica, e valoriale che il debole comunque esercita e puo' sempre esercitare sul forte evitando la sfida aperta ad esso e dunque la morte o la punizione: la societa' occidentale, in quanto societa' cristiano platonica, nasce dal risentimento dei deboli verso i forti; quindi, non si puo' certo dire che tale risentimento, sia  improduttivo di conseguenze e stati di cose storici e "reali", isomma non si puo' certo dire che la latenza, dell'aggressivita' e dell'istinto di dominio dell'individuo socializzato e "pacificato" tipico, sia una vera latenza.

Tale societa', insomma la nostra, e' basata su valori che, pur non risolvendo radicalmente l'infelicita' del debole, permettono, quantomeno, a questi di prosperare e sopravvivere.

Nella decadenza, della societa' occidentale, la volonta' di potenza e' comunque sempre all'opera.



La mia esperienza di vita contesterebbe senz'altro a Nietzsche che le istanze aggressive e di dominio alberghino nel cuore di ciascun individuo. O almeno, per personale esperienza, e posso pure parlare anche per altri, l'aggressività si manifesta più che altro come forma di difesa del proprio "territorio", spirituale o materiale che sia ... diciamo tutteddue assieme ... Sempre per esperienza vissuta, ho notato pure che vi sono persone aggressive, ma non rappresentano certo la globalità umana. E sempre una cosa che ho notato è che vi siano pochi leader non aggressivi ... assomiglierebbero costoro a delle semi-divinità che altro non fanno se non indurre aggressività alle folle contestanti/approvanti la loro magnitudine. Di fronte a questa strumentalizzazione "occulta" cadrebbe pertanto, almeno in parte, la genuinità della cosiddetta volontà di dominio che albergherebbe nel cuore di ciascuno. E di conseguenza potrebbe evaporare anche il discorso dell'autocastrazione di cui invece patirebbe senz'altro l'aggressivo che vuole dominare qualora dovesse contenersi.
Rivolgendomi ora all'oggi, paradossalmente mi ha fatto piacere che il governo si sia comportato come si è comportato nella gestione del caso AlMasri. Il suo agire alla luce del sole infatti, una novità di fatto, nolente o volente, ha sbattuto in faccia al ben pensante che vi è qualcuno, il semi-dio di turno, che favorisce le porcate che lui tanto depreca.... il benpensante dovrebbe rendersi conto infine che qualcuno lo protegge sporcandosi le mani in sua vece ... concludendo, sorvolo per ora sulla crisi dell'occidente che per me sarebbe invece una crisi globale di natura antropologica, ma vista la debolezza della volontà di dominio, mi sfugge ancora quale sia la forza, secondo Nietzche, che fa emergere il superuomo e la sua positività, giusto solo così perché anch'io avrei la mia idea

niko

Citazione di: daniele22 il 05 Febbraio 2025, 08:59:34 AM
Nietzsche che le istan mi sfugge ancora quale sia la forza, secondo Nietzche, che fa emergere il superuomo e la sua positività, giusto solo così perché anch'io avrei la mia idea



il superuomo, vuol dire sostanzialmente che autovolersi e l'autosuperarsi in generale della volonta', e di ogni volonta', (volonta' qui intesa come forza, e caratteristica fondamentale, presente in tutti gli esseri viventi, capacita' di volere, e dunque, anche di soffrire) genereranno, prima o poi un tipo umano capace di volere se stesso e il mondo. Diverso dall'uomo attuale, che in un modo o nell'altro non ne e' capace. Previsione tutto sommato abbastanza ottimistica.

Poiche' la visione di Nietzsche pero' e' dinamica, e in essa il mondo non e' un oggetto, non e' separabile dal proprio divenire, e tantomeno il se' interiore dell'uomo, neanche e' pensabile come un oggetto, il concetto di "volere il mondo", (possibile per il superuomo, e impossibile per l'uomo) si traduce in una sorta di "ricominciare la storia del mondo", volerla ricominciare, assentire al rovescamento della clessidra cosmica, e tanto piu', il "volere se stessi", e' un voler ricominciare, la storia, di se stessi.

L'uomo, vuole il passato, cioe' la verita' (della sua stessa coscienza) e il nulla; il superuomo, che e' quello che sta oltre l'uomo, vuole che il passato sia passato.
Lascia che questo voluto, e quindi, in un certo senso, questo amato, gia' in nuce, sia pure in maniera incompleta, presente nell'uomo, sia fino in fondo se stesso.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

daniele22

Citazione di: niko il 05 Febbraio 2025, 14:21:00 PMil superuomo, vuol dire sostanzialmente che autovolersi e l'autosuperarsi in generale della volonta', e di ogni volonta', (volonta' qui intesa come forza, e caratteristica fondamentale, presente in tutti gli esseri viventi, capacita' di volere, e dunque, anche di soffrire) genereranno, prima o poi un tipo umano capace di volere se stesso e il mondo. Diverso dall'uomo attuale, che in un modo o nell'altro non ne e' capace. Previsione tutto sommato abbastanza ottimistica.

Poiche' la visione di Nietzsche pero' e' dinamica, e in essa il mondo non e' un oggetto, non e' separabile dal proprio divenire, e tantomeno il se' interiore dell'uomo, neanche e' pensabile come un oggetto, il concetto di "volere il mondo", (possibile per il superuomo, e impossibile per l'uomo) si traduce in una sorta di "ricominciare la storia del mondo", volerla ricominciare, assentire al rovescamento della clessidra cosmica, e tanto piu', il "volere se stessi", e' un voler ricominciare, la storia, di se stessi.

L'uomo, vuole il passato, cioe' la verita' (della sua stessa coscienza) e il nulla; il superuomo, che e' quello che sta oltre l'uomo, vuole che il passato sia passato.
Lascia che questo voluto, e quindi, in un certo senso, questo amato, gia' in nuce, sia pure in maniera incompleta, presente nell'uomo, sia fino in fondo se stesso.


Intanto ti ringrazio. Se ho ben capito col mio discorso ho completamente travisato l'idea di "volontà di dominio" scambiandola con volontà di sopraffazione, cosa questa che perterrebbe invece all'uomo che non è "uomo nuovo". O almeno, l'uomo "antico" subirebbe in qualche misura un fascino al permanere tale. Premesso comunque che l'uomo nuovo non è ancora apparso ... a parte il sottoscritto ah ah ah aaaah, ma non faccio testo ... e vai a sapere se apparirà, nonostante che io dica il contrario, ti chiedevo della forza che farebbe emergere questo fantomatico uomo nuovo. Giusto perché le cose accadono quando c'è un problema. Tanto per capirci, quando Eutidemo era in corteo nel maggio francese non vi sarebbero stati dei presupposti di natura sociale, un problema sociale insomma tale per cui potesse affermarsi una rivoluzione globale. A mio vedere quindi, il "Dio è morto" (immagino più che altro la sua legge positiva, la sua parola) da solo non basterebbe a far emergere l'uomo nuovo

P.s.: una molla elicoidale vista dall'alto sembra un cerchio, ma non lo è 

baylham

Citazione di: green demetr il 03 Febbraio 2025, 20:31:16 PME bravo genio.
Peccato che delle altre idee che sono veramente alla base di Nietzche, come la morte di Dio, il nichilismo e la volontà di potenza negativa, il superuomo non dice assolutamente niente di critico.
Solo che la consideri scaduta, un pò poco.

Per quanto l'eterno ritorno dove ovviamente ti soffermi come tutti i gonzi di nicce, ti ripeto alla ennesima volta, che nicce intendeva l'esatto contrario.
Ossia che non vi è mai un eterno ritorno (dell'uguale per giunta :D ), ma un infinito presente.
Qui e ora, sempre e comunque sul pezzo.
Un presente che è sempre in lotta, in tensione tra il pensiero del suo passato, e del suo futuro.
Non considero attualmente importanti i temi sviluppati da Nietzsche nella sua filosofia: il suo martello distruttore è arrugginito, appeso ad un chiodo.
Alla base della mia filosofia atea, relativistica ed evoluzionistica c'è il fatto che il nulla non esiste. Da questa premessa è facilmente comprensibile che il nichilismo non è per me un problema filosofico ed esistenziale, non sono un orfano dell'idealismo e del romanticismo. Il superuomo, che racchiude in sè la morte di Dio, il nichilismo attivo, l'amor fati, la volontà di potenza, è una figura puramente idealistica, inconsistente. 

L'eterno ritorno dell'uguale è espresso da Nietzsche in Così parlò Zarathustra e ne La Gaia scienza, che lo considera il suo pensiero più abissale, solitario, enigmatico. Tuttavia condivido che non sia un elemento necessario, essenziale rispetto agli altri nuclei della sua filosofia.

baylham

Citazione di: niko il 03 Febbraio 2025, 21:21:30 PMSe il tempo e' infinitamente ritornante, e se tu lo sai, ne consegue che, allora, devi vivere intensamente e sapientemente ogni attimo, insomma che devi avere schifo e orrore non della morte (non, insomma, dei tuoi limiti e di un inevitabile destino di perdita) ma della mediocrita'.
Non capisco quale sia il nesso necessario tra il tempo ciclico e una vita superomistica. 
Oltretutto il devo è in contrasto con il voglio. E il voglio è in contraddizione col fatto che non puoi proprio volere la tua vita.
La mediocrità non è affatto un problema: la vita quotidiana degli uomini è simile, con bisogni e desideri comuni, ordinari.
La paura di morire è invece un istinto umano selezionato da milioni di anni attraverso lo sviluppo delle specie viventi: senza di questo l'aspettativa di vita di un uomo non sarebbe degli attuali 70 anni.

niko

Citazione di: baylham il 06 Febbraio 2025, 01:32:17 AMNon capisco quale sia il nesso necessario tra il tempo ciclico e una vita superomistica.
Oltretutto il devo è in contrasto con il voglio. E il voglio è in contraddizione col fatto che non puoi proprio volere la tua vita.
La mediocrità non è affatto un problema: la vita quotidiana degli uomini è simile, con bisogni e desideri comuni, ordinari.
La paura di morire è invece un istinto umano selezionato da milioni di anni attraverso lo sviluppo delle specie viventi: senza di questo l'aspettativa di vita di un uomo non sarebbe degli attuali 70 anni.


Beh dai, sul fatto che la felicita', e la realizzazione individuale, sia da Nietzsche concepita come un volere, esaurientemente e pienamente, la propria vita, (e quindi amare il proprio "fato", conciliare volonta' e necessita') non mi sembra ci sia molto da capire: e' chiarissimo e semplicissimo.

Uno puo' non essere d'accordo, ma davvero non  vedo cosa ci sia da "capire".

Nel considerare e valutare la tua vita, non puoi fare selezione tipo album di fotografie, non puoi volere una vita fatta solo dei tuoi momenti belli togliendo quelli brutti, devi capire che la sofferenza e' causalmente ed esperienzialmente costitutiva della felicita' quindi, devi volere tutto il pacchetto, momenti brutti + momenti belli; felicita' + sofferenza.

Come nello stoicismo, in cui il male si giustifica col bene, e quindi il male non e' il "prezzo", a certe ottimali e auspicabili condizioni evitabile, e redimibile, del bene, ma ne e' costitutivo, insomma se e' bene che il bene sia, e che sia esperibile, e' bene che sia e sia esperibile anche il male, e questo per lo stesso identico motivo per cui, quantomeno alla percezione umana, non si darebbero la sinistra o il sud, senza la destra o il nord; insomma l'opposizione dialettica, la presenza di un opposto, e' necessaria, se non intrinsecamente all'esistenza, quantomeno di certo all'esperibilita', di una cosa. L'amore per il bene, corrisponde all'amore per differenza, tra bene e male, e in questa differenza, il male e' gia' "recuperato", pur senza essere effettivamente "tolto" o "redento".

In Nietzsche la faccenda e' simile, anche se non si tratta piu' di bene morale e male morale, ma di vita vissuta, di gioia e sofferenza effettivamente da chiunque esperte; di cose, situazioni e parole che, convenzionalmente, e rispetto alle esigenze della propria vita, un dato individuo o un dato gruppo abbiano stabilito siano, soggettivamente per esso, "bene" e "male". Sempre il male, e' costituzione causale e percettiva del bene, e non suo "prezzo", in un concettuale e virtuale "scambio", con certe astuzie e fortune evitabile. E quindi, l'individuo veramente felice e realizzato, vuole, interamente e integralmente la propria vita. Non la "collezione" di quello che "piace" astratta da quello che non piace, in quella data vita; non l'album di (banalissime...) fotografie.

Sul nesso tra tempo ciclico e' superomismo, beh, esso e' una morale; una morale in cui tu, quale protagonista della tua vita, dovresti agire (e vivere, e pensare, e scegliere) in ogni possibile dilemma e situazione che ti capiti, appunto, nella vita, in modo da essere pienamente a tuo agio, senza rimpianti ne rimorsi, pur dovendo ripetere all'infinito ogni tua azione (e situazione vissuta, e pensiero; e omissione); e soprattutto sapendo, tenendo presente, come fattore in gioco entrante nella ponderazione di ogni tua scelta, e intendo che ben potrebbe influenzarla e cambiarla, di dover ripetere all'infinito e all'indefinito, tutto cio'.

Esempio:

Mille volte, che ne so, avrai detto a te stesso:

"questa cosa, o situazione, o persona, che pure non mi piace, non mi piace per niente, sento e so, che non mi piace, la tollero, la sopporto perche' tanto e' unica, e' per una volta sola. E' la tipica cosa o situazione che mi capita per una volta sola, nella vita, quindi, per me, tanto vale sopportare, fare buon viso a cattivo gioco. Un piccolo sacrificio. E "adattarmi", nel senso negativo del termine, nel senso cioe' della mediocrita', a quella cosa che e' successa. Valutato, da me, piccolo, proprio, perche', sempre secondo me, passera presto, le sue conseguenze, passeranno presto, e tutta la situazione, che a quel piccolo sacrificio mi ha portato, non si ripetera' mai... "

Spoiler: c'e' l'eterno ritorno. Non e' unica, quella cosa, che hai vissuto( o fatto, o pensato) non e' unica. E neanche tu, sei unico. In relazione e quella cosa, probabilmente, partendo da presupposti falsi, sbagliati, hai valutato, e probabilmente scelto, male. Hai agito presupponendo la verita' di una verita' metafisica, non fisica. Mai, niente, a questo mondo e' per una volta sola. Nemmeno, appunto, la morte. Non ci sono eccezioni sotto il sole: solo, in questo senso... regole. Fosse pure una situazione che ti capita solo una volta nella vita, il punto e' che tu, in quella situazione non sei unico. Una cosa qualsiasi, bella o brutta o indifferente che sia che ti succede, non e' mai ne' la prima ne' l'ultima volta, e' sempre, per quel che ne sai e per quel che ti riguarda, una volta intermedia, una volta parte di una immensa serie. Il ciclo temporale varra' sempre e per tutto, pure per quella situazione. Ora, e per un eventuale futuro, rifaresti, la stessa cosa, in quella stessa situazione, sapendolo?

Quante volte, invece, hai detto:

"questa cosa, sfizio o vizio, o omissine, o mediocrita', che mi fa male, e che so che mi fa male, me lo concedo perche' tanto e' solo per una volta, o per l'ultima volta, o per poche volte.."

Spoiler > come sopra. Non e' per l'ultima volta. Anche se tu resistessi ad ogni tentazione futura, ogni sgarro che fai a certe regole, auspicabilmente, regole che tu stesso ti sei dato, o semmai, che hai accettato per amore di qualcuno o di qualcosa, e' per sempre. Non si tratta di essere mediocri, o infedeli, o viziosi, o traditori una volta, si tratta di esserlo duecento, triliardi, di volte. E di saperlo. Lo vuoi ancora essere? La vuoi ancora fare quella "eccezione alla regola"? Se si', forse, allora, quella cosa, che stai per fare, non e' solo una eccezione, ma una cosa veramente importante per te, e dovresti rivedere le tue regole, o quantomeno il senso, che dai, alle tue regole. Se no, lascia perdere. Tira dritto e non la fare. Per sei miliardi di volte, di far quella cosa non vale la pena, non ti sentiresti bene e in pace con te stesso a farla, e gia' lo sai; per una volta, magari si', varrebbe pure, in teoria, la pena, di sgarrare e trasgredire, ma e' falso il presupposto che ti fa pensare, che sia solo, per una volta.

Quante volte, invece:

"Mi sento proprio bene, con me stesso, o in relazione a qualcun altro, perche' ho fatto la tal cosa, nella tal situazione, che mi ha fatto sentire bene, e la rifarei, ancora, se mi capitasse l'occasione, anche per cento milioni di volte?"

Spoiler, ancora: > c'e' l'eterno ritorno, quindi e' esattamente cosi', quella cosa o situazione ti ricapitera' (davvero) milioni di volte; tornera' moltitudianriamente a te. Quindi, fai bene a sentirti bene, se agisci bene, in relazione all'eternita', e dunque alla realta' fisico naturale, di una certa cosa, persona o situazione. Dovrebbe essere sempre cosi', il piu' spesso possibile cosi'.

Insomma, in un certo qual senso, dovresti "vivere da immortale", ma senza montarti troppo la testa, e sapendo che noia, frustrazione, sofferenza, decadenza e oblio, ben possono tormentare, e anzi, per certi versi in maggior misura, rispetto ai mortali intendo, pure la "vita", di certi immortali.
Non hai (certamente, come ovvio) infinito tempo, ma, in quanto essere naturale, increato e sottoposto appunto, alle leggi di natura in uno spazio omogeneo e senza realta' preferenziali, hai infinita ricorrenza delle tue situazioni nel tempo. E non sapendolo, di essere cosi', essendo cioe' sedotto da una metafisica, che, in barba al "vero"  (presocratico e preclassico) spirito della scienza, ti descrive come "animico", e come "unico", da un punto di vista etico e pratico molto spesso, come visto negli esempi, agisci male, cioe' agisci contrariamente a quelli che sarebbero i tuoi veri, e reali interessi.

La paura della morte, va bene, ma essa non deve essere una fede nella verita' dell'unico e dell'unicita'; semmai, una fede in cio' che vuole superare l'unicita' come problema.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

niko

#51
Citazione di: daniele22 il 05 Febbraio 2025, 18:54:15 PMIntanto ti ringrazio. Se ho ben capito col mio discorso ho completamente travisato l'idea di "volontà di dominio" scambiandola con volontà di sopraffazione, cosa questa che perterrebbe invece all'uomo che non è "uomo nuovo". O almeno, l'uomo "antico" subirebbe in qualche misura un fascino al permanere tale. Premesso comunque che l'uomo nuovo non è ancora apparso ... a parte il sottoscritto ah ah ah aaaah, ma non faccio testo ... e vai a sapere se apparirà, nonostante che io dica il contrario, ti chiedevo della forza che farebbe emergere questo fantomatico uomo nuovo. Giusto perché le cose accadono quando c'è un problema. Tanto per capirci, quando Eutidemo era in corteo nel maggio francese non vi sarebbero stati dei presupposti di natura sociale, un problema sociale insomma tale per cui potesse affermarsi una rivoluzione globale. A mio vedere quindi, il "Dio è morto" (immagino più che altro la sua legge positiva, la sua parola) da solo non basterebbe a far emergere l'uomo nuovo

P.s.: una molla elicoidale vista dall'alto sembra un cerchio, ma non lo è


Si e' una molla elicoidale e non un cerchio...

Il passato ha una sua ben autocontenuta e ben salda realta', non e' puro dato conoscitivo, e non e' neanche puro nulla; e ha potere causale, e conformativo, sul presente e sul futuro, solo tramite la mediazione di un (sempre) libero desiderio presente nei viventi, quindi, in un certo senso, e' anche come se non lo avesse.
Si puo' trascendere il desiderio metafisico (il desiderio di un altro, e idealizzato, mondo) solo desiderando, innumerevolmente, al suo posto, il mondo, proprio questo, mondo, e questo e' sia il motivo, che la realta' del proseguire infinito dell'eone; o meglio, degli, eoni  :) .





Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

daniele22

Citazione di: niko il 06 Febbraio 2025, 13:41:36 PMSi e' una molla elicoidale e non un cerchio...

Il passato ha una sua ben autocontenuta e ben salda realta', non e' puro dato conoscitivo, e non e' neanche puro nulla; e ha potere causale, e conformativo, sul presente e sul futuro, solo tramite la mediazione di un (sempre) libero desiderio presente nei viventi, quindi, in un certo senso, e' anche come se non lo avesse.
Si puo' trascendere il desiderio metafisico (il desiderio di un altro, e idealizzato, mondo) solo desiderando, innumerevolmente, al suo posto, il mondo, proprio questo, mondo, e questo e' sia il motivo, che la realta' del proseguire infinito dell'eone; o meglio, degli, eoni  :) .






Faccio marcia indietro. Con questo non voglio rinnegare del tutto quanto già detto, ma c'è a mio giudizio un punto debole nell'architettura che va a costituire l'idea del superuomo. Come evidenziato da baylham vi è intanto un gioco all'interno del desiderio: vogliamo cose belle e temiamo cose brutte. Questo gioco è soggettivo e difficilmente si può intruppare in una volontà oggettivabile. Provate a chiedere a un tossicodipendente cosa pensi della sua tossicodipendenza; molti provano disagio, ma vi assicuro che più d'uno vi dirà che sta benissimo ugualmente e che anzi non vede proprio alcun motivo per smettere di drogarsi. E altrettanto di sicuro questa tipologia di "tossici" non viene reclamizzata in tv, ma c'è. ¿Potrei forse dire a costui che si sbaglia? Potrei dirlo quando vi fosse un comune "senso della vita". Se superuomo deve essere quindi, penso io, il superuomo dovrà comprendere tutti, belli e brutti, coraggiosi e vigliacchi tanto per intenderci. Per questo motivo penso che la forza che spinge l'uomo a farlo divenire "super" non possa certo derivare da una volontà, bensì da uno stato di fatto in cui si trova in un dato contesto storico sociale. La forza quindi non potrebbe che pervenire da una consapevolezza (conoscenza) nuova, inaudita. Del resto, se l'ateo rinunciasse una volta per tutte a quella balzana idea di avere un "minimo" di libero arbitrio, "minimo" che denuncia tutta la sua ignorante spocchiosità, gli sarebbe finalmente ben chiaro che l'unica cosa che può cambiare un suo comportamento in senso "migliorativo" è l'acquisizione di una nuova consapevolezza ... e non è detto che lui cambi, ma per certo è l'unica cosa che possa cambiarlo

iano

Io questa ''volontà di potenza'' devo ancora capire cos'è, forse perchè non trovo una corrispondenza col mio sentire.
Non capisco neanche cos'è questo superuomo considerato che ogni essere vivente diviene altro da se in continuazione, cioè continuamente si supera.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

daniele22

Pure io mi chiedevo il significato, o il senso di "volontà di potenza" o "potenza di volontà ". Capirei al più "potenza di pensiero" che può anche innescare una volontà di imposizione del proprio pensiero appunto. Ma a questo punto ci si ritrova all'interno dell'imperativo categorico kantiano che già criticai come portatore di pensiero tirannico. Pur tuttavia abbraccio l'idea del superuomo, a modo mio ovviamente. Detto questo e tanto per dare informazione della mia esperienza, la conoscenza inaudita di cui parlavo nel post precedente, come ogni conoscenza (giusta o sbagliata che sia) si è concretata in un attimo, che nel caso in questione è immortalato nello stralcio di dialogo che segue in fondo nel quale cerco di convincere il mio interlocutore. C'era comunque in me già un pregresso di conoscenza più o meno inaudita (giusta o sbagliata che sia) circa la stretta connessione tra cura del fuoco e formazione del linguaggio umano, ma non era sufficiente per rispondere alla mia domanda perché ricascavo sempre nella logica del buono e cattivo che era per me inaccettabile. Rimarco inoltre, come già detto, che noi confondiamo la realtà "là fuori" con quella che sta dentro nella nostra testa. Nel senso che sempre, ma la rilevanza di questo fatto sta in certi argomenti che sollecitano la nostra sfera emotiva, sempre appunto parliamo con quello che sta nella nostra testa pensando di parlare di quello che sta fuori. Tanto che anche in casi banali di accordi che si siano presi càpiti a volte che uno possa lamentare all'altro come abbia potuto intendere male le indicazioni precedentemente accordate. Nello stralcio che segue ero giunto quindi al punto topico del mio dilemma. Voglio dire che quando iniziai a scrivere "Sì. Il senso primevo.....etc" non lo sapevo mica che sarei giunto a scrivere la sorprendente affermazione finale. E fu per me, nonostante il mio muro, sorprendente lieta sorpresa conoscitiva; conoscenza, tra l'altro, che può essere ragionevolmente verbalmente trasmessa. Naturalmente non vi scorsi un nesso col fantomatico superuomo, ma ricordo benissimo che dissi tra me e me, e molto soddisfatto ... Finalmente ho tutte le carte in regola per dissestare il sistema (produzione di una tesi che può essere scientifica), e solo io posso perdermi ... Pensavo fosse facile, ma mi sbagliavo; incredibilmente ho sopravvalutato l'essere umano. Incredibilmente, dato che nelle prime battute del dialogo (che qui non ci sono) dicevo proprio che l'essere umano si sopravvaluta. E di fatto sono ancora qui, e dal mondo "là fuori" non giungono buone nuove. Insomma, il comprensibile, fino a un certo punto, muro contro muro non viene minimamente scalfito.
Segue la parte del testo:
- Ma non può essere! ... Potresti forse sostenere che il senso di quell'oggetto era la mia ignoranza?
- Sì. Il senso primevo della sua esistenza apparterrebbe a quel serbatoio della tua ignoranza che tu sai che c'è ... e, fondamentale, dal quale vorresti estrarlo. Si tratterebbe della già citata categoria che si afferma all'esistenza per il suo non essere qualcosa. In realtà però non è vero che tu non sapevi proprio cosa fosse. Era evidente che quella cosa era fatta di legno, ovvero una spoglia mentale inferiore in cui poteva trovare già la sua collocazione. E allora? ... cos'è che non sapevi? Non si trattava già di un pezzo di legno? Non t'abbastava? No, tu sapevi che c'era dell'altro, ma perché lo sapevi? Lo sapevi perché vivi nel nostro mondo ... nel mondo delle novità, delle aspettative, nel mondo dell'abitudine all'esistenza delle cose, dove sapere delle cose può rivelarsi a volte determinante. Pertanto, quando parliamo delle cose si sappia che si parla in realtà del significato delle cose, giacché sono i tempi, le azioni ciò che la mente realizza in prima battuta, e non le immagini. Il significato delle cose dunque rappresenterebbe il muro dove si riflette l'eco della tua imperscrutabile domanda. Ma quel muro, maledettamente simile a quello degli altri umani, eppur separato a volte da incolmabili abissi, sta ancora dentro la tua testa!!! La realtà è sinonimo perfetto di conoscenza e di consapevolezza, e non sta lì fuori, dove la scienza e noi pure (parlandone) pensiamo che si trovi. Questo è l'inganno! .....

green demetr

Ai vari troll del forum.
Voi dite che l'eterno ritorno è il tema centrale di Nicce.

Ma se vi è un eterno ritorno, e dunque l'uomo è sempre lo stesso uomo, come può esistere un super-uomo, altro tema che voi dite essere centrale in Nicce???


Citazione di: niko il 05 Febbraio 2025, 14:21:00 PMoiche' la visione di Nietzsche pero' e' dinamica,


Come fa a essere dinamica visto che dici che tutto si ripete?

In cosa consiste questo dinamismo? Nel fatto che tutto si ripete?

Ma se tutto si ripete perchè si muore?

Volete dirmi per caso che Nicce credeva nella trasmigrazione dell'anima?

Tra l'altro voi dite che Nicce era darwinista. Ma come fa ad esserci evoluzione se tutto ritorna uguale?

etc etc etc

Forse è meglio che torniate a parlare di Darwin e Dawkins.

Nicce non lo capirete MAI.
Melancholia

green demetr

Citazione di: baylham il 06 Febbraio 2025, 00:29:50 AMTuttavia condivido che non sia un elemento necessario, essenziale rispetto agli altri nuclei della sua filosofia.
A parte che non argomenti niente, e va bene, ma ci spieghi come leghi tutti i nuclei della sua filosofia?

Come fa ad essere tutto uguale se un dio muore?
dove hai letto che il superuomo ingloba il dio che muore?
Come può esserci amor fati, se tutto è fato?

Giusto per dare piccoli consigli in pillole, di nuovo:

1) Nicce afferma la necessità di superare il demone che dice che tanto tutto è uguale.

2) Nicce afferma che noi moriremo.

3) Nicce afferma che poichè noi moriremo allora DOBBIAMO amare la vita.

4) Per amare la vita, bisogna distruggerla.

E' dunque la filosofia di nicce una meditazione sulla guerra?

Ma non mi dite!!!!! oh no, che pauraaaa.

mammolette.
Melancholia

green demetr

#57
Citazione di: iano il 07 Febbraio 2025, 10:52:37 AMIo questa ''volontà di potenza'' devo ancora capire cos'è, forse perchè non trovo una corrispondenza col mio sentire.
Non capisco neanche cos'è questo superuomo considerato che ogni essere vivente diviene altro da se in continuazione, cioè continuamente si supera.
Ciao Iano tu chiedi io ti rispondo.
In pillole, secondo coscienza.

La volontà di potenza, è semplicemente la guerra, la distruzione del tuo prossimo.
Per Nicce essa è ENTRAMBE un valore ed un disvalore.
Per entrare a fondo in questa meditazione certo non basta una pillola.
Ma ti fa capire perchè molti disprezzando Nicce.
Poichè Nicce è il contrario di un pacifista.
E i suoi testi sono facilmente mal interpretati.
Puoi capire perchè...elogiare la volontà di potenza è un atto pericoloso.
Ma la filosofia di Nicce è pericolosa.
Il segreto per capirla è crescere con LUI, trovare le forze interiori, le vie per poter CORREGGERE la volontà di potenza nuda e pura, e usarla per trasformare ciò che siamo, ovvero ciò che pensiamo.
Il fine finale di Nicce è la comunità degli amici.
Lo so che non si sente mai dire, eppure una volta che ci siamo fatti forza, una volta che abbiamo capito la necessità della guerra, una volta che abbiamo smesso di essere dei codardi, ecco che cominciamo ad alzare lo sguardo.
Vediamo le vie tracciate da Nicce, che portano verso nuovi DEI, nuovi DEMONI.
(la psicologia l'ha inventata lui, il tema del gerarchico l'ha inventato lui, il tema del costutto sociale, e quindi la sociologia, l'ha inventata lui).
E' talmente impressionante Nicce che a me ha sempre fatto PAURA.

Poichè però in generale gli uomini sono codardi, Nicce diventa per comodità quello cattivo, quello nazista, quello che dice che tanto tutto è uguale.

Per chi riesce a superare questi pregiudizi ormai diventati "giudizi certi" si inizierà a lavorare. A fare filosofia insomma.

Il super uomo non è un nuovo essere biologico, questo è quello che sostengono i transumanisti, questa setta massonica che sta per entrare nei vostri cervelli.
Ossia di chi non ha letto nicce.
Useranno NICCE contro NICCE, il vero NICCE, quello che dice che il transumanesimo è una cagata pazzesca.

Il super uomo come già ti dicevo è la comunità degli amici.
Ossia di chi sa essere amico FACENDOSI guerra.
Guerra al pensiero, non guerra fra popoli.
Quando si dice che Nicce ha un pensiero EUROPEO, è vero.
LUI PENSA L'EUROPA QUELLA VERA.
Quella che abbatte i pregiudizi fra i popoli, quella che li unisce.
Ma i popoli non sono le masse.

Purtroppo il transumanesimo parlerà delle masse, e dirà che sono popoli.

L'esatto opposto di quello che DEVE FARE l'individuo.

E infatti il popolo DEVE DIVENTARE la comunità degli amici.

TEMI che in questo forum e nell'accademia non troverai MAI.


c'è da chiedersi il perchè non trovi?

ciauz!
Melancholia

green demetr

Citazione di: daniele22 il 09 Febbraio 2025, 10:05:17 AMLa realtà è sinonimo perfetto di conoscenza e di consapevolezza, e non sta lì fuori, dove la scienza e noi pure (parlandone) pensiamo che si trovi. Questo è l'inganno! .....
Molto interessante Daniele.
Ecco facciamo chiarezza facendoci aiutare proprio da Kant (che io detesto, infatti concordo con te, il suo imperativo morale, è un imperativo assoluto e perciò stesso dittatoriale) e Nicce.

E' cosi noi siamo esseri biologici che si sopravvalutano, e non vedono mai i muri.
Questi muri come dici in maniera metaforica, si toccano, ma non guardano l'abisso che li separa.
E' così amico mio.
Prova a pensare ad un pensatore che questi muri li vuol far saltare per aria.
Ne esiste uno solo: NICCE.
Il suo muro lo ha fatto saltare in aria, e per primo è stato lui a scoprire gli abissi.
Il suo sogno era far saltare i muri degli altri. Sopratutto della zarina.
Gli è andata male. :D

Però attenzione a quanto dici sulla realtà.
Kant rimane un punto saldo nei confronti dello scetticismo dilagante del nostro tempo.
E' vero che noi conosciamo da dietro un muro (sia esso bilologico, neurologico e psicologico, senza dimenticare quello sociologico), ma la realtà rimane una e una sola.
Non esistonono pere che siano mele.
In questo risiede la grandezza di kant. (dietro il fenomeno vi è sempre un noumeno).
il transumanesimo del futuro lo negherà.
Melancholia

green demetr

Citazione di: niko il 06 Febbraio 2025, 13:19:12 PMLa paura della morte, va bene, ma essa non deve essere una fede nella verita' dell'unico e dell'unicita'; semmai, una fede in cio' che vuole superare l'unicita' come problema.
La paura della morte è proprio quella che porta all'idea di una vita eterna.
Oppure all'idea delle infinite morti. Come se la morte non fosse un tramonto definitivo.
Nicce ha combattuto con tutto se stesso queste idee paranoiche.
Poichè questa idea paranoica è proprio ciò che impedisce qualsiasi progresso.
A proposito della guerra, tu dice che il bene è assieme al male.
Ma se tu leggessi Nicce, sopratutto la sua genealogia invece scopriresti che per NICCE esiste un bene e un male, e che essi DEBBANO essere separati.
LUI LAMENTA che il nostro BENE sia diventato un valore assoluto, e ci siamo dimenticati che invece partiva da un MALE.
NICCE lamenta che il bene depensato diventa un NUOVO MALE, quello della ripetizione.
E' stato NICCE a scoprire la psicanalisi perchè NICCE ha scoperto sia la ripetizione che la rimozione.
Essa si situa proprio a livello di INDISTINZIONE fra bene e male.

La ripetizione dell'errore è dovuta alla rimozione di cosa sia bene e cosa sia male.

Nel mondo odierno malato terminale, si legge NICCE al contrario.
Come se Nicce avesse detto che non esiste un bene e un male.
Come se Nicce fosse relativista.
Ma i relativisti sono proprio i paranoici, maestri dell'arte della dissimulazione, del farsi gli affari loro, dell'unirsi a greggia, a massa.
Sono coloro che oggi essendo nazisti oltre ogni decenza umana, si dicono democratici.
NICCE HA PREDETTO con lucidità impressionante la nostra PSICOSI.
Ma non è perchè come dicono alcuni era un genio, ma perchè egli studiava meticolosamente la nevrosi del suo tempo.
E SOPRATUTTO LA SUA DI NEVROSI.
Nicce è FREUD bel oltre FREUD (che rimane nello scantinato delle pulsioni)
Nicce innalza una TORRE A DIO.
E come narra la BIBBIA egli è punito con la PAZZIA.
Ma NICCE non tradisce mai se stesso. EGLI SOLO CAPISCE DI ESSERE IL CRISTO, come nei biglietti della pazia.
PERSINO NELLA PAZIA, NICCE RIMANE FEDELE A SE STESSO.

E' un vero peccato che la nevrosi sia collassata cosi rapidamente nei fenomeni di isteria di massa del novecento, fino a raggiungere qualcosa che è innominabile ai giorni nostri.
Non esistono più diagnosti all'altezza di NICCE.

E questo che fa rabbrividire.
Melancholia

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