L'alterità oggi e ieri, in filosofia, teologia, fra misticismi e mistificazioni.

Aperto da PhyroSphera, 29 Gennaio 2025, 10:43:49 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

PhyroSphera

L'alterità è stata una categoria necessaria alla cultura del Ventesimo Secolo e lo è ancora adesso, ma è circondata da incomprensioni e falsificazioni.
La teologia della crisi con Karl Barth ne fece la via per affermare ancora Dio e Cristo, senza confondere quest'ultimo col mondo. Già Kierkegaard ne aveva usato per affermare la non partecipazione del Singolo, solo davanti a Dio, alla ossessione del proprio diretto circondario e al non-riconoscimento della Folla.
Con E. Lévinas l'Altro è quello che divide, che torna a dividere, di nuovo pagani da ebrei, ma senza mentire. Derrida lo vedeva nelle giuste recriminazioni del debole, che identificava con Gesù di Nazareth crocifisso.
La teologia cristiana è giunta a considerare il Totalmente altro una espressione etica non metafisica per Dio, che è ancor più radicalmente differente e proprio per questo può esser più vicino di quanto si creda; mentre il Pensiero Debole (anche col suo massimo teorico Gianni Vattimo) spesso è andato fuori contesto venendo meno dalla distinzione monoteismo/panteismo.
La politica cosa fa, cultura e politica assieme come sono schierate?
Qui di sèguito un mio messaggio, di protesta (già pubblicato altrove), contro una disastrosa dichiarazione pubblica di L. Segre rilasciata ieri 28 gennaio 2025, all'indomani del cosiddetto Giorno della memoria:

| Giornata della memoria, L. Segre, senatrice a vita, raccomanda: studiare storia e geografia e non attaccarsi al telefonino, "accoglienza, all'altro - accoglienza", qualunque sia il colore, religione, etnia, nazionalità.

 Parole rivolte ad altri contesti oltre il suo e che sono irrealizzabili o proprio immorali. Non è il prossimo, ma l'altro... e l'altro può essere anche un assassino intruso.
 Quanti intrusi hanno ucciso, negli Stati, nelle società, civiltà, tra selvaggi, primitivi? La senatrice sa che ci sono anche nazionalismi fanatici non solo le glorie nazionali, intrusioni e sopraffazioni etniche non solo convivenze meravigliose, intolleranze religiose non solo scambi e dialoghi, razzismo non solo orgoglio razziale, ma non considera che l'accoglienza può essere un'arma a doppio taglio. Può essere proprio la causa stessa dei mali denunciati.
 
 Esempio: se la civiltà teutonica non avesse accolto incautamente le masse di ebrei orientali ma li avrebbe solo accettati cercando di costruire una convivenza diversa da un tentativo di un unico popolo, non sarebbe mai nato il dissidio sociale sfociato poi nella intolleranza antigiudaica; e se si fossero mantenute le distanze religiose questo dissidio si sarebbe potuto evitare; e una volta accaduto era assurdo voler organizzare una convivenza senza tener conto delle differenze razziali, che, fosse puro caso e coincidenza, spesso c'erano davvero ed estreme: accogliere tutti significava ammetterli in tutte le attività, secondo diritto, senza tener conto delle diverse capacità legate alle diversità di razza, ed era disastroso e creava insofferenze in ambienti basati ancora del tutto su capacità particolari. Culturalmente: come organizzare una istruzione tedesca, se moltitudini non volevano integrarsi e pretendevano una istruzione internazionale, non europea? E come fare, in queste condizioni, a difendere la vita nazionale, visto che gli Stati Nazionali risalgono perlopiù soltanto al Secolo XIX e non era giusto abortirli?
 Accogliere tutti in tutto? Come fare a difendere nazioni, conservare etnie, continuare con la propria religione, vivere la propria appartenenza razziale? E' impossibile.
 
 Accogliere indistintamente crea una confusione, poi fusione e infine morte, implica contrarietà non solo a volontà innocenti ma pure a bisogni ineludibili, forti e necessari. Tranne che non si voglia essere criminali - come lo furono Stalin e gli stalinisti - bisogna dare un grande no all'appello alla indistinta e generica accoglienza all'altro... che non è il prossimo!
 Non si scorge nel discorso di Segre la traccia dell'etica del monoteismo, neanche di quello ebraico, e neppure della morale pagana e politeista... ma il segno dell'ateismo prepotente che non intende i problemi e si pone contro il modo per risolverli.
 Attualmente le sinistre politiche in maggioranza agiscono per un meticciato che è un destino indesiderato o impossibile per svariate moltitudini che hanno bisogno di altro che una unica grande chimerica società mondiale dove si ignorano le differenze. Una nazione dimidiata, incapace poi di sussistere? La vergogna delle proprie caratteristiche razziali? L'ignoranza religiosa, finanche smarrendo la nozione di "prossimo"? L'impossibilità di seguire la propria destinazione etnica? Quale società, civiltà, cultura, così? Infatti l'accoglienza generica all'altro genera claustrofobia e penuria.
 Si vogliono dare lezioni di storia e geografia, con questo mandato liberticida e dissennato, di accogliere sempre e senza distinzioni?
 Invece di proporsi tanto sacralmente, imitando la funerea freddezza di "Stalin", la Segre potrebbe imparare dalla storia sovietica che Stalingrado ebbe un significato, di nome e di fatto, per l'Unione Sovietica, proprio liberando le energie dei singoli, non delle masse. Lo potrebbe, non fosse che proprio l'accoglienza che Segre vanta fece invadere le culture dagli impostori e alterare i libri di storia.
 
 E che dire delle contestazioni del Quarto Mondo, che l'intellettualità filàntropa legata a Marx (e Stalin) ancora ignora volontariamente? Il Quarto Mondo non vuole aiuti, ovvero non vuole che si cancelli la vita selvaggia o primitiva e le civiltà direttamente in contatto con esse... non vuole essere accolto, ma sopravvivere e vivere, anche accanto se non separatamente.
 Non solo questo mondo, anche altri, non hanno bisogno dell'appello all'accoglienza, devono rifiutarlo per durare come vogliono; e una senatrice, per essere realmente tale, non deve fare cattiva demagogia, offendendo tutti quanti in volontà di serietà, protagonisti, coinvolti, non coinvolti, estranei alla Shoah.|


 
 
MAURO PASTORE


sapa

Se ho capito bene, la Segre si riferiva al respingimento della sua famiglia subìto dalle autorità svizzere  e che le costò molto caro. 

PhyroSphera

Citazione di: sapa il 29 Gennaio 2025, 11:27:40 AMSe ho capito bene, la Segre si riferiva al respingimento della sua famiglia subìto dalle autorità svizzere  e che le costò molto caro.
Non mi risulta che intendesse questo, pur includendone. Risulta il suo un comizio politico fuori posto per tutti.

L'altro che la cristianità vuole accogliere è nella prossimità ed io non ho detto e non sto dicendo che quella famiglia che tu dici non era il prossimo nella sua volontà di vivere, di non perire a causa di assassini. Non ho detto e non sto dicendo che la Segre non ha vissuto una tragedia.


MAURO PASTORE

InVerno

Citazione di: PhyroSphera il 29 Gennaio 2025, 10:43:49 AMaccogliere tutti significava ammetterli in tutte le attività, secondo diritto, senza tener conto delle diverse capacità legate alle diversità di razza, ed era disastroso e creava insofferenze in ambienti basati ancora del tutto su capacità particolari.
 

Io sono d'acccordo con la Segre che bisogna aumentare le ore di storia, senza aumentare il monte totale di ore che sono già più che sufficienti, i tuoi scritti potrebbero dare l'impressione che siano le ore di filosofia quelle a dover far spazio a quelle di storia, se la filosofia serve a biforcare la lingua di turlupinatori che parlano di "diverse capacità razziali" e dargli dignità tra un Barth e un Derrida, è meglio che questi concetti vengano espressi nella loro crudità senza nascondersi tra ampollose sciocchezze che potrebbero inavveritamente nobilitarli.

Lo stato italiano è laico e non è in alcun modo legato alle prerogative dell'etica cristiana, che meglio farebbe a fare mille meaculpa di fronte alle fanfaluche del deicidio che hanno costituito la base etica per tutte le persecuzioni degli ebrei, ben prima che i teutonici meccanizzasero i processi di persecuzione. Esiste certamente una non integrabilità dei monoteismi, ma il problema dell'integrare zucconi con complessi di superiorità può essere tuttavia risolto ignorando le loro pretese suprematiste e sostituendole con un educazione moderna e liberale.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Visechi

Citazione di: InVerno il 29 Gennaio 2025, 14:14:17 PMIo sono d'acccordo con la Segre che bisogna aumentare le ore di storia, senza aumentare il monte totale di ore che sono già più che sufficienti, i tuoi scritti potrebbero dare l'impressione che siano le ore di filosofia quelle a dover far spazio a quelle di storia, se la filosofia serve a biforcare la lingua di turlupinatori che parlano di "diverse capacità razziali" e dargli dignità tra un Barth e un Derrida, è meglio che questi concetti vengano espressi nella loro crudità senza nascondersi tra ampollose sciocchezze che potrebbero inavveritamente nobilitarli.

Lo stato italiano è laico e non è in alcun modo legato alle prerogative dell'etica cristiana, che meglio farebbe a fare mille meaculpa di fronte alle fanfaluche del deicidio che hanno costituito la base etica per tutte le persecuzioni degli ebrei, ben prima che i teutonici meccanizzasero i processi di persecuzione. Esiste certamente una non integrabilità dei monoteismi, ma il problema dell'integrare zucconi con complessi di superiorità può essere tuttavia risolto ignorando le loro pretese suprematiste e sostituendole con un educazione moderna e liberale.
😂😂😂😂
Niente di più, nulla di meno.

baylham

Citazione di: PhyroSphera il 29 Gennaio 2025, 13:15:03 PML'altro che la cristianità vuole accogliere è nella prossimità

L'invito di Liliana Segre ad accogliere l'altro è rivolto a tutti, l'accoglienza è quindi una relazione di reciprocità.

Il prossimo del comandamento cristiano è proprio lo straniero, il nemico: l'esempio del samaritano che aiuta il giudeo è chiaro in questo senso. Nei Vangeli Gesù afferma che a voler bene agli amici son capaci tutti, voler bene al nemico è molto più difficile. 


Visechi

Citazione di: baylham il 29 Gennaio 2025, 15:30:27 PML'invito di Liliana Segre ad accogliere l'altro è rivolto a tutti, l'accoglienza è quindi una relazione di reciprocità.

Il prossimo del comandamento cristiano è proprio lo straniero, il nemico: l'esempio del samaritano che aiuta il giudeo è chiaro in questo senso. Nei Vangeli Gesù afferma che a voler bene agli amici son capaci tutti, voler bene al nemico è molto più difficile.


Il suo è un Vangelo minimalista.

sapa

Citazione di: PhyroSphera il 29 Gennaio 2025, 13:15:03 PMNon mi risulta che intendesse questo, pur includendone. Risulta il suo un comizio politico fuori posto per tutti.

L'altro che la cristianità vuole accogliere è nella prossimità ed io non ho detto e non sto dicendo che quella famiglia che tu dici non era il prossimo nella sua volontà di vivere, di non perire a causa di assassini. Non ho detto e non sto dicendo che la Segre non ha vissuto una tragedia.


MAURO PASTORE
Lo so, non hai detto quelle cose e io non te le ho mai attribuite. Ho detto però che   ciò che ha affermato la Segre non si limitava ad includere, come sostieni, la sua vicenda tragica, perchè essa era, a mio avviso, la base del discorso. La sua esperienza di "respinta" fu la continuazione di un incubo orrendo, in questo senso io ho letto quello che chiami un comizio politico. Non credo che Liliana Segre non si sia resa conto della potenziale pericolosità di un aumento delle popolazioni musulmane attorno a lei, che è ebrea. Non sono più i tedeschi o gli italiani, o almeno la stragrande maggioranza di loro, il pericolo per gli ebrei in Europa.

Pio

Citazione di: sapa il 29 Gennaio 2025, 15:57:39 PMLo so, non hai detto quelle cose e io non te le ho mai attribuite. Ho detto però che  ciò che ha affermato la Segre non si limitava ad includere, come sostieni, la sua vicenda tragica, perchè essa era, a mio avviso, la base del discorso. La sua esperienza di "respinta" fu la continuazione di un incubo orrendo, in questo senso io ho letto quello che chiami un comizio politico. Non credo che Liliana Segre non si sia resa conto della potenziale pericolosità di un aumento delle popolazioni musulmane attorno a lei, che è ebrea. Non sono più i tedeschi o gli italiani, o almeno la stragrande maggioranza di loro, il pericolo per gli ebrei in Europa.
In effetti la stragrande maggioranza degli attentati in Europa contro ebrei o sinagoghe è stato compiuto da islamici radicalizzati, spesso di seconda generazione, mai veramente integratisi nelle cultura europea.
La domanda è un'altra: in un mondo individualistico, atomizzato perché dovrei accogliere l'altro? Quale sarebbe la motivazione? Perché l'altro è un essere umano come me? E con ciò? Se il suo valore non viene stabilito esterno all'uomo ("un dio l'ha creato") ci si deve basare sull'empatia? Troppo poco. Non tutti gli "altri" ispirano empatia. Nemmeno tra noi in questo forum.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

PhyroSphera

Citazione di: InVerno il 29 Gennaio 2025, 14:14:17 PMIo sono d'acccordo con la Segre che bisogna aumentare le ore di storia, senza aumentare il monte totale di ore che sono già più che sufficienti, i tuoi scritti potrebbero dare l'impressione che siano le ore di filosofia quelle a dover far spazio a quelle di storia, se la filosofia serve a biforcare la lingua di turlupinatori che parlano di "diverse capacità razziali" e dargli dignità tra un Barth e un Derrida, è meglio che questi concetti vengano espressi nella loro crudità senza nascondersi tra ampollose sciocchezze che potrebbero inavveritamente nobilitarli.

Lo stato italiano è laico e non è in alcun modo legato alle prerogative dell'etica cristiana, che meglio farebbe a fare mille meaculpa di fronte alle fanfaluche del deicidio che hanno costituito la base etica per tutte le persecuzioni degli ebrei, ben prima che i teutonici meccanizzasero i processi di persecuzione. Esiste certamente una non integrabilità dei monoteismi, ma il problema dell'integrare zucconi con complessi di superiorità può essere tuttavia risolto ignorando le loro pretese suprematiste e sostituendole con un educazione moderna e liberale.
Tu provi con la retorica dell'uguaglianza e suscitando un po' di emotività con qualche offesa davvero immeritata per me. E' innegabile che alle differenze etniche, anche quelle di tipo razziale, corrispondono capacità diverse e che queste vanno rispettate e messe in conto nel portare avanti uno Stato politico. Tra i selvaggi e primitivi contano assai le razze, ma anche la società civile non può ignorarle. L'Europa, quanto a civiltà viene quasi dal nulla, dai primordi coi greci o dalla barbarie dei germani o degli altri; gli europei non hanno tanta necessità di arginare la natura come invece gli africani, non hanno tanta raffinatezza e distanza come gli asiatici e nuovo e nuovissimo mondo ripetono più o meno diversamente. Insomma in Europa ragioniamo un po' come i selvaggi. Ribadire che bisogna considerare e rispettare anche le differenze razziali non significa sostenere la violenza del razzismo ma togliere ad essa un presupposto fondamentale.
Se si insiste sulla uguaglianza a prescindere, lo Stato procede per astrazioni, si ritira, lascia la società nel caos o diventa stupido e violento. Dare còmpiti uguali a tutti crea insolazioni a certuni e reumatismi a cert'altri. Io non sto a dire che scienziati e tecnici devono decidere ma che bisogna accogliere le manifestazioni direttamente dai cittadini.
Allora se in una società occidentale si accolgono elementi civili orientali cercando di creare una unica comunità lavorativa, sociale e civile, non si fa giustizia ma si creano guai.

Il mio discorso sulla assurdità e sconvenienza di accogliere genericamente tutti non riguarda solo il particolare delle razze, si vada a rileggere quello che ho scritto.

Il resto della risposta di tal "InVerno" è peggio ancora. I criminali nazisti non erano tèutoni né teutonici ma disadattati impauriti e in ogni caso fossero stati tèutoni o teutonici non era in quanto tali che facevano i criminali. Le identità etniche non sono occasione di crimini, lo sono il volersene dimenticare e il negarle.
E' poi davvero luttuoso che si insinui il pensiero dell'apartheid ai danni dei religiosi monoteisti profittando della affermazione, in realtà atea, del deicidio. Non esiste alcuna "non integrabilità dei monoteismi" se non nelle dittature atee, che ci sono state in interi Stati e si annidano ancor oggi in tanti settori degli Stati. Menzionare infine complessi di superiorità significa invocare lo spettro della malasanità, senza riconoscere che invece le religioni sono sistemi terapeutici, come afferma la psicologia analitica a proposito dell'inconscio collettivo.


MAURO PASTORE

PhyroSphera

Citazione di: baylham il 29 Gennaio 2025, 15:30:27 PML'invito di Liliana Segre ad accogliere l'altro è rivolto a tutti, l'accoglienza è quindi una relazione di reciprocità.

Il prossimo del comandamento cristiano è proprio lo straniero, il nemico: l'esempio del samaritano che aiuta il giudeo è chiaro in questo senso. Nei Vangeli Gesù afferma che a voler bene agli amici son capaci tutti, voler bene al nemico è molto più difficile.


Non si devono fare sillogismi sul Messaggio cristiano pensando di estrapolare delle essenze di pronto uso. Il prossimo è innanzitutto quel che il linguaggio umano schiude ma soprattutto quel che si intende con ciò nel Messaggio cristiano.

MAURO PASTORE.

Jacopus

Citazionegli europei non hanno tanta necessità di arginare la natura come invece gli africani, 
Direttamente dalle teorie razziste di un secolo fa. Sarei curioso di sapere le fonti di questa affermazione. Se ce ne sono di successive alla fine del XX secolo, direi che siamo messi maluccio. Del resto con l'espansione dell'industria editoriale è possibile trovare le fonti a qualsiasi argomento. Ad ogni modo gli africani sono esattamente come noi e se inseriti ad Harvard riescono ad avere un self-control come il norvegese Olaf. Se, viceversa, Olaf, viene adottato da una famiglia Zulù, imparerà ad impaurirsi del Dio dei fulmini.
La cosa veramente buffa è rilevare che queste affermazioni non vengono da un novello Gobineau ma da un dichiarato fedele del cattolicesimo, ovvero dell'unico monoteismo che ha insegna l'universalismo e la necessità del superamento delle differenze.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

PhyroSphera

Citazione di: Jacopus il 31 Gennaio 2025, 08:17:16 AMDirettamente dalle teorie razziste di un secolo fa. Sarei curioso di sapere le fonti di questa affermazione. Se ce ne sono di successive alla fine del XX secolo, direi che siamo messi maluccio. Del resto con l'espansione dell'industria editoriale è possibile trovare le fonti a qualsiasi argomento. Ad ogni modo gli africani sono esattamente come noi e se inseriti ad Harvard riescono ad avere un self-control come il norvegese Olaf. Se, viceversa, Olaf, viene adottato da una famiglia Zulù, imparerà ad impaurirsi del Dio dei fulmini.
La cosa veramente buffa è rilevare che queste affermazioni non vengono da un novello Gobineau ma da un dichiarato fedele del cattolicesimo, ovvero dell'unico monoteismo che ha insegna l'universalismo e la necessità del superamento delle differenze.
Io ho dichiarato già, su questo forum, di non essere cattolico e lo ribadisco e invito a non fare illazioni, a non contrariare dichiarazioni necessarie. Io non faccio parte della chiesa cattolica per ragioni di vita e invito "Jacopus" a chiedersi se il suo è davvero un errore o una abitudine a non pensare l'argomento religioso per non veler gestire le proprie paure.
Il fatto che in Africa la natura è assai esuberante e richiede un particolare distacco è un dato disponibile a varie comprensioni: scientifiche, filosofiche, semplici... Non è questione di freddo o caldo o di non freddo o non caldo.
Non è vero che etnie diverse non rispecchino caratteri diversi e a negarlo si diventa presenze sgradite ed è inutile fare confusione con gli aspetti religiosi particolari o con le forme religiose generali.
Le differenze non si possono superare. Esistono accanto alle uguaglianze le differenze e il "cattocomunismo" non è che una mostruosità se preso tanto sul serio. Va bene per creare litigi nelle piazze e "Jacopus" e i suoi compari dovrebbero capire come aprirsi gli orizzonti mentali e conoscitivi con altri argomenti, ad esempio: gestire i propri conflitti senza creare guai o sciagure per gli altri. Non siamo ai tempi di G. Mazzini, quando soggetti in volontà di morire venivano convinti a metter fuori gli oppressori della patria. Uno che va troppo oltre non riceverà la visita di un reclutatore, deve imparare la propria responsabilità da solo e imparare a non mettere in difficoltà la vita altrui con distrazioni e illazioni motivate da svogliatezze, imparare a pensare la propria vera inquietudine.
Non si può evitare l'incontro tra filosofia ed etica, in questi casi.


MAURO PASTORE

Jacopus

Phyrosphera scrisse:
CitazioneLe differenze non si possono superare
Le differenze genetiche tra bianchi, neri o altre differenze fisiche sono irrilevanti in homo sapiens ed eventualmente le differenze comportamentali sono riferibili alla loro storia culturale. Ovvio che chi ha in casa una biblioteca, sarà mediamente più curioso intellettualmente di chi vive in un ghetto di zingari. Ma non esiste una predisposizione razziale, semplicemente perché non esistono razze umane. Homo sapiens è stato sempre così mobile nella sua storia da aver sempre mescolato i suoi geni. Hanno fatto studi dai quali risultavano geneticamente più simili soggetti lontani come giapponesi e brasiliani rispetto a due vicini di casa italiani (digitare Barbujani su YouTube). Se insisterai con queste scemenze chiudo la discussione, visto che stai anche violando la legge.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Discussioni simili (5)