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Psicoanalisi

Aperto da Jacopus, 19 Ottobre 2024, 11:05:36 AM

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misummi

L' essere umano ha bisogno di competere e di vincere,almeno,  il 51% delle competizioni a cui decide di partecipare.
Il piacere di competere è quasi pari a quello di vincere,quindi vincitori e perdenti sembrano comunque  soddisfatti.
Inoltre,la vittoria e la perdita non sono mai assolute ma relative.


PhyroSphera

#226
Citazione di: Koba II il 09 Dicembre 2024, 11:04:25 AMIl dogmatismo osservabile in una discussione pubblica come qui nel forum è in parte rimosso e in parte il prodotto dell'ignoranza.
Rimosso perché ognuno volendo essere nella verità e quindi volendo dire cose oggettive, solide, deve dimenticare il presupposto antropologico da cui parte e che decide tutto, ogni mossa successiva.
Si vuole cioè dimenticare l'arbitrarietà dell'inizio per convincersi che l'esito del cammino abbia un valore generale, non solo per il pubblico ristretto formato da coloro che accettano lo stesso presupposto antropologico.
Ma poi a un certo punto nel confronto ci si rende conto che le proprie stupende argomentazioni non hanno alcun significato per coloro che partono da presupposti radicalmente diversi.
Non c'è proprio dialogo. Ma solo disputa, tra sordi... poiché ognuno è sordo all'immagine di uomo dell'altro.
Si tratta di uno spettacolo piuttosto deprimente che si tenta di nobilitare con il riferimento al concetto eracliteo di polemos, cioè di contrasto capace di generare significati.
Bisognerebbe semplicemente accettare che la scelta soggettiva del presupposto antropologico da cui si parte deve avere un'oggettività non in riferimento agli altri e al mondo, ma in riferimento a se stessi, cioè al di fuori di questa spiegazione paradossale: deve avere radici reali nel proprio Sé. E più queste radici sono profonde e più sarà significativo per se stessi il cammino che quel presupposto che si è scelti consentirà di fare.

Per esempio un freudiano vedrà nei testi di Jung sulla religione qualcosa di vago e pericoloso, come il tentativo di voler recuperare delle forze irrazionali, e per questo lo accuserà di essere un reazionario o addirittura un fascista.
D'altra parte il religioso che legge gli stessi testi accuserà Jung di psicologismo in quanto le immagini religiose vengono ridotte nella psicologia analitica a simboli in cui si condensa l'energia psichica, simboli che poi sono sentiti come aventi esistenza indipendente dalla psiche dell'uomo proprio perché prodotti dell'inconscio e quindi sentiti come estranei. Ma questo non toglie che tali manifestazioni non abbiano una reale esistenza oggettiva, cioè per Jung al di fuori della psiche umana Dio non esiste.

Questo per dire che si potrebbe passare la vita intera in queste dispute in cui ciascuno dei giocatori, immemore dei propri presupposti, pensa di dover far vincere la verità.
Ma questa è cultura, non è filosofia.
Ha ragione daniele22 nel farti notare che non bisogna arrestarsi ai differenti presupposti antropologici ma portarsi al pensiero delle premesse originarie: agnosticismo o fede.

Nei fatti qui in questa discussione è venuto fuori anche un contenuto per niente soggettivo. Accanto a quel che tu noti c'è altro e le tue notazioni hanno senso diverso.
Riguardo agli esempi che fai:
- Il rifiuto freudiano verso gli studi di Jung, al di là della dimensione soggettiva della scelta che riguarda questa o quella umanità, si spiega innanzitutto notando pregiudizio e ignoranza. Pregiudizio nei confronti della cultura ariana, sfiducia nelle possibilità future di psicologia e suoi metodi, dipendente da ignoranza. Così come Einstein era un po' ignorante in meccanica quantistica, S. Freud non aveva un buon rapporto con le teorie della psicologia del profondo. Costui oscillava tra sguardo vicino alla superfice e smarrimento dello sguardo negli abissi dell'anima. C'erano dissidi etnici, tra semitismo e arianesimo, che non vanno confusi con la violenza del razzismo. Anche per questo l'ignoranza sulle teorie junghiane era socialmente e professionalmente drammatica... ma c'era pure l'idolo della "materia una", il miraggio di una fisica scienza delle scienze, a mettere ostacoli. Ancor oggi vige tutto questo in ambienti importanti.
- Su Jung e Dio: è vero che in certi casi Jung poneva fine alla questione su Dio con un: 'non esiste', ma riferendosi alla pura fantasiosità. La sua notissima affermazione: 'non ci si mette in contatto con un essere metafisico come per telefono' e il contesto proprio ad essa rivelano che in certi casi egli aveva a che fare con ciò che la religione chiama idoli e con persone che non gli prestavano culto e anzi ne soffrivano, essendone la loro mente involontariamente catalizzata. Allora l'analista faceva riferimento al pensiero dello stesso interlocutore e paziente. Si trattava di uno specchio; e si comprende allora anche un valore fortemente terapeutico della religione monoteista, indipendentemente dal ricorso a psicologie o quant'altro.
Il noto postulato scientifico di Jung su coincidenza di immagine del Sé e immagine di Dio non sta a significare che la scienza ne identificasse né che potesse risolversi in una teoria dell'inesistenza di Dio. Il fatto che ci sia una duplicità non smentisce il possessore della fede anzi gli fornisce un dato psicologico utile, dato che il credere attraverso l'immagine non è il credere nell'immagine. Certo questo non svela l'esistenzialità in cui consiste l'avere una fede. A ricercare psicologicamente e scientificamente in tal àmbito furono, fra gli altri, Maslow ed Assagioli, psicologia umanistica esistenziale, transpersonale. In effetti le teorie di Jung non ne rimasero chiuse ma neppure ne potevano essere comprensive. Quelli che si illudono su tali teorie restano perplessi sul vero e proprio atto di fede. Difatti questo è rivolto al non-psicologico ma non a una non-psiche; tuttavia il contenuto della fede in Dio non ha i modi propri di un rapporto a una oggettività psichica. Jung aveva anche fatto, col suo studio sull'immaginario biblico Risposta a Giobbe, un ritratto del Dio della Sapienza, studiato appunto quale personaggio letterario (non Giobbe ma la figura del suo Dio). Tuttavia il suo approccio tende intrinsecamente a una rappresentazione che potrebbe essere anche solo un gioco. Non significa questo che la scienza e Jung abbiano detto che Dio è un gioco e la fede uno scherzo; significa invece il limite dello studio degli archetipi, ottimo per la religione ma nei suoi contenuti non specificamente spirituali. Tale studio non chiude alla spiritualità, anzi a differenza della corrente postfreudiana ne è collegabile e ne fu collegato da Jung stesso; ma se lo si elegge a base allora Dio appare un gioco, la fede uno scherzo. Non che le teorie di Assagioli e Maslow affermino l'esistenza di Dio; tuttavia permettono una comprensione diretta della fede e del credere, mentre lo studio degli archetipi dà accesso diretto ai riti e culti. Quando un rito non viene collocato nella sua dimensione spirituale, o non lo si intende o, se non si ammettono i limiti della psicologia degli archetipi, lo si fraintende anche se in possesso di rigorosi dati. D'altronde la psicologia transpersonale è solo teoria del confine e non va scambiata per una negazione dell'al di là di tale confine.

Il quadro non è quello di una scienza che fa affermazioni di ateismo ma neanche di scienze che affermano Dio; né è pensabile un mutamento di condizione. Il confine con l'Altro c'è, ma è invalicabile dallo scienziato. Questo non significa limitarsi a descrivere la cultura. C'è riferimento alla realtà oggettiva del mondo e a una ulteriorità esperibile solo soggettivamente.
Mi sono diffuso su tutto questo perché è importante mettere i puntini sulle i, come si suol dire, in circostanze in cui si trovano continui tentativi di usare scienze e tecniche (terapeutiche e non solo) per dar torto a religioni e fedi. Questa impresa di smentita insomma non è proprio della vera scienza né della tecnica rigorosa derivatane; tuttavia c'è chi ci prova continuamente, tentando di ridurre l'àmbito filosofico a quello scientifico e questo tentando di ridurlo ulteriormente, negando la razionalità o finanche la legittimità del pensiero dell'Alterità. Proprio la psicologia scientifica del transpersonale però presentando un confine fa notare che affermare un Mistero oltre di esso è un bisogno e un'ovvietà (ribadisco: ciò non vuol dire che il contenuto delle affermazioni sul Mistero sia scientifico!), non nevrosi tantomeno psicosi e neppure stupidaggine. Ma chi fa apostolato ateo non vuole l'interezza del patrimonio scientifico. Può sembrare assurdo, ma gli atei intolleranti sono attualmente i peggiori oscurantisti e sognano di mettere i credenti fuori légge.


MAURO PASTORE

green demetr

Citazione di: Visechi il 10 Dicembre 2024, 08:52:42 AMed incentivi un confronto serio e costruttivo. Prosegui nel tuo vaneggiare.
Se tu non riesci a cogliere l'ironia, e l'ironia è critica a quello che stai dicendo.
Quale confronto costruttivo dovrei avere con gente che millanta Freud come o semita o antisemita?
Mi pare che la discussione dovrebbe essere su qualcosa di definito, e invece qua, come al solito, si parla di niente.
Eh sì la mia è una critica radicale, non vedo come poter costruire paradigmi comuni quando si parte da basi anti-qualcosa.
La psicologia oggi, quella seria, deve partire da Freud, e da Freud smascherare l'incredibile mole di superstizione che si è creata a partire dalle guerre mondiali fino ad oggi.
Impresa naturalmente che richiede la lettura dei testi.
Questi sconosciuti.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: PhyroSphera il 10 Dicembre 2024, 08:06:29 AMLa concezioni di Freud dei complessi non era scientifica, inutile che voi la usiate per bloccare le autentiche discussioni.
Ah no? E quindi cosa è una favoletta?
Ma di quali "autentiche"discussioni si dovrebbe parlare?
Io sto ancora aspettando.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

misummi

 green demetr qui ha ragioni da vendere.
Il numero di scienziati che è ricorso a cure psicoterautiche da e  dopo Freud,Jung e tutte,dico tutte,le scuole psicoterapeutiche psicanalitiche e non , è lungo anni luce.
Freud aveva le sue idee in ambito filosofico,religioso,politico ma non le passava certo ai suoi pazienti.
Inoltre, a parte i suoi allievi colleghi che volevano diventare psicanalisti,niente e nessuno parlava di o usava termini e ipotesi teoriche con i pazienti.
NB a proposito di complessi e altro visto ll sfascio attuale,io parlerei del "complesso dei senza padri" e del "fraternalismo pandemico"


 

PhyroSphera

#230
Citazione di: green demetr il 11 Dicembre 2024, 02:26:53 AMAh no? E quindi cosa è una favoletta?
Ma di quali "autentiche"discussioni si dovrebbe parlare?
Io sto ancora aspettando.

Citazione di: misummi il 11 Dicembre 2024, 08:17:39 AMgreen demetr qui ha ragioni da vendere.
Il numero di scienziati che è ricorso a cure psicoterautiche da e  dopo Freud,Jung e tutte,dico tutte,le scuole psicoterapeutiche psicanalitiche e non , è lungo anni luce.
Freud aveva le sue idee in ambito filosofico,religioso,politico ma non le passava certo ai suoi pazienti.
Inoltre, a parte i suoi allievi colleghi che volevano diventare psicanalisti,niente e nessuno parlava di o usava termini e ipotesi teoriche con i pazienti.
NB a proposito di complessi e altro visto ll sfascio attuale,io parlerei del "complesso dei senza padri" e del "fraternalismo pandemico"


 

Replica lunga questa mia, ma perché pone in campo anche altro per altri:

S. Freud ottenne i propri successi terapeutici basandosi sulla semplice distinzione tra conscio e inconscio. I suoi risultati furono corredati da prospetti che assumevano valore professionale per psichiatri e psicoterapeuti specificamente tali. Difatti egli non seppe reiterarli con sistematicità, poi non ne ottenne proprio più. Egli, ripeto, agì con successo da medico generico. I suoi resoconti vanno letti secondo gli inizi in collaborazione con gli psichiatri. Le sue ricerche non erano sufficienti e se non fosse stato per Jung, Adler e tanti altri non ci sarebbe stato nessun inizio di progresso. Ne avevo detto già. Quindi risultati da Freud sì ma provvisori, scarsi e documentati ma non realmente connotati. L'approccio di tipo neurologico da lui praticato era smentito dai suoi stessi resoconti, anche una sorta di confessione di invadenza professionale da parte di chi della sua categoria - dico dell'uso improprio e indèbito della neurologia. Quindi i resoconti facevano notare che limitando l'intervento a generico, si producevano risultati secondo la relazione conscio-inconscio del paziente stesso. Si badi! Freud non riuscì a supportare quanto osservò, in quanto non aveva mai sviluppato un rigoroso metodo psicoanalitico ma praticava solo la dimensione psicoanalitica (dicevo in altro messaggio, anche gli psichiatri svizzeri ne praticavano già così, senza clamore e potendone rapportare al proprio statuto). Quindi l'apporto di (C. G.) Jung, quale psichiatra e definitore di reali quadri teorici, non di prospetti buoni soltanto ad essere acquisiti e riformulati, fu assolutamente decisivo per il vero innalzamento di grado delle terapie.

I racconti dei benefìci avùtisi coi lavori di Freud coi suoi pazienti sono vari. - Quelli cui vi riferite voi due (gli utenti di cui ho citato i messaggi) riguardano nevrosi non bisognose di interventi specifici, al tempo che il lavoro di Freud si era allineato sulle nuove indicazioni dei colleghi psichiatri. Per chi non sapeva intellettualizzare una psicoterapia o non ne era messo in grado erano prodigiosi. -
La cronaca medica (anche la stessa sua) diceva (e dice) che Freud inizialmente non capiva che gli effetti terapeutici accadevano suscitando la forza dei pazienti stessi; che poi capendolo ne intralciava e quindi si accorgeva che bisognava fare altro per continuare - ma stessa cronaca aggiunge pure che non poteva procedere. La sua descrizione della "resistenza" era all'inizio tutta sbagliata; egli quindi non sapeva rapportarsene; presentandosi essa quale stato di difficoltà non del paziente stesso, egli restava legato alla considerazione della psiche dei pazienti stessi. Una immane contraddizione, messa agli atti dagli studi non impropri e anche scientifici di Jung: Freud includeva l'informazione della resistenza esterna ma poi, non volendo abbandonare l'approccio neurologico, provava ad attribuirne in un modo o nell'altro ai pazienti. Non avendo voluto fare i giusti conti, Freud esulò dal possibile e infatti si cominciò a defilare, appunto senza fornire completi ragguagli sulle cause dei suoi successi... Limitarsi a tali ragguagli è una cosa che non dovrebbe accadere e che non può accadere neppure con certezza, per via di connotazioni mancanti. Se esistono psichiatri e psicoterapeuti, il motivo è semplice e non bisogna stare nel poco e nell'incerto e insufficiente.

Dunque intendendo al rovescio queste informazioni si cade in un errore madornale: ribaltando il senso della attività di ricerca di Freud la prospettiva che si apre è il semplice tentativo sempre meno possibile e - data l'attribuzione ai pazienti di una resistenza in realtà da ricondurre a circostanze - si genera una situazione violenta ai danni dei pazienti o semplici malati (se pazienti non vogliono essere più), situazione in cui chi dovrebbe aiutare lo fa poco, sempre meno e fino a rendersi il protagonista di un abuso.
La condizione di minaccia perenne cui l'intero ambiente - non dico tutto - sociale e sanitario sottoponeva malati ed anche medici e operatori in volontà e in capacità di fare qualcosa (dicevo di Jung che temeva di essere internato a causa della futura pubblicazione della sua prima grande opera scientifica indipendente (quanto a autonomia, lo furono tutte)), non faceva emergere sempre la verità, non consentiva sempre il ricorso alle autorità. Si pensi però che il vero motivo per cui ci erano stati problemi di pubblicazione della Interpretazione dei sogni era dipendente dallo stesso suo autore Freud: in quella serie di scritti è contenuto un rapporto che, come dicevo, attesta improprietà professionali, impotenze, ripieghi, spunti validi per gli psicologi soltanto e dunque un rapporto problematico coi pazienti. In Francia i più grandi intellettuali hanno da sempre considerato S. Freud uno scrittore negativamente rappresentativo. Dunque l'omertà si cominciava a rompere... E sapete le vere cronache (forse ancora disponibili) cosa attestavano? Che Sigmund Freud non voleva più pubblicare il suo lavoro sui sogni. In evidenza era il suo scrupolo invertito: la ritorsione che temeva non era oscurantista e contro gli interessi dei malati, ma contro la sua invadenza di neurologo fuori posto, il suo arrivare a descrivere qualcosa sempre dopo, senza ammettere che il suo approccio neurologico non definiva niente di sufficiente, il suo trattare le manifestazioni dei pazienti considerandoli non da soggetti ma oggetti, essi stessi, senza fare delle loro manifestazioni oggetto di studio. Tutto questo è ancora scritto lì, in quel libro sui sogni, accanto ai portentosi (scrivo senza ironia) risultati di una ricerca interdisciplinare bisognosa della psicologia per avere un senso per la medicina! E infatti ai neurologi che volevano capire furono forniti i rapporti psichiatrici.
Per negare tutto ciò si assumono i risultati dei lavori di Anna Freud e li si attribuisce al padre. Anche il movimento psicoanalitico dovette molto a lei e le polemiche che pure ci potevano e possono essere tra autori di attività concrete, non di sole mezze geniali ricerche (in mezzo a mancanze, difetti) sono di natura diversa.

Io di tutto questo ne ho potuto sapere e capire a causa di miei sforzi individuali, incontri e pessimi eventi sociali cui rimediare; e in tanti anni di attenzioni da parte mia, ripetute non continuate.
L'intero mondo politico e culturale è sotto scacco da vari manipoli di fraintenditori... i quali giocano a fare spesso i falsari sentendo di arianesimo e semitismo. Difatti la opposizione etnica e culturale fra i due mondi di per sé non genererebbe errori ma rifiuti che andrebbero connotati socialmente. S. Freud che non sopportava il forte germanesimo di Jung non è da dipingere come un uomo che lo stava sconfessando, ma come uno che in ogni caso non si dedicava a capire gli scritti di Jung. Quelli che infatuati per il semitismo, sopravvalutavano e fraintendevano la ricerca di Freud non vanno dipinti per araldi della scienza (né per difensori della causa ebraica) ma per cialtroni e faziosi. Nel mezzo tante vittime di incomprensioni. Sono stati in tantissimi a voler capire e a trovarsi in impossibili dèdali... fatti anche di imposizioni di psicofarmaci o peggio.

Riflettere sui dati risultanti dalla ricerca scientifica interdisciplinare di S. Freud, capire che da soli non sono dati compiuti, anziché pensare a un valore filosofico che non esiste in sé e che sarebbe da attribuire ad altri, non è affatto male. Ugualmente cercare di comprendere non solo i limiti etici ma pure le trasgressioni all'etica, non solo professionale, di S. Freud, è necessario. Avevo detto del parere di Musatti, ma riguardo alla sfera dell'etica proprio sua figlia Anna Freud aveva lasciato dichiarazioni durissime sull'operato del padre Sigmund Freud. Non saprei se tutto questo circola ancora sul Web... Un umorismo in cui mi imbattei in Inghilterra riguardo alla circolazione di notizie corrette sul caso Freud era questo: 'nonostante tanta assurda circolazione del pensiero di S. Freud, sua figlia Anna, pure lei circola ancora liberamente'. Mi parve un umorismo risalente alla stessa interessata, anche lei sottoposta agli interventi sfiducianti e confusivi che appunto Sigmund metteva a segno, sempre più lontano dal riconoscere in cosa consistessero i propri meriti.

Bisogna approcciarsi a questa questione con obiettività.


MAURO PASTORE

green demetr

Citazione di: PhyroSphera il 11 Dicembre 2024, 22:40:01 PMBisogna approcciarsi a questa questione con obiettività.
Ma di obbiettivo non c'è nulla.
Non so chi diffonde questo tipo di materiale contro Freud.(Assaggioli?)
Come ho già detto a partire proprio da Anna Freud il post-freudismo è un altra cosa rispetto alle vette raggiunte da Freud stesso.
Quelli che lo fanno passare per un neuroscienziato sono addirittura ridicoli.
Sul canale di Psichatria Italia online, è recentemente apparso un contributo che parla di Freud in generale. Il momento in cui Freud si stacca dalle teorie di Bleuer, è quello in  cui scopre che le teorie della seduzione sono false.
Era l'anno 1898, quindi due anni prima del libro che apre il 900, appunto l'interpretazione dei sogni. Testo fondamentale che inaugara la psicanalisi.
Ma anche se fosse stato solo per il 1898, l'idea che la seduzione sia un ricordo di copertura è stato già di per sè un atto di liberazione fondamentale. Avrebbe già posto Freud tra gli immortali. E invece per nostra somma gioia quello era solo il primo di una miniera di raggiungimenti stratosferici.
Negli anni la monumentale opera di Freud, ha subito il contraccolpo della psichiatria, fino ad arrivare all'oscurantismo contemporaneo, che fa sprofondare le ricerche, le blocca, le sanziona, le cancella. Il moloch statuale ha distrutto ogni traccia di intelligenza. Non mi sorprende che Freud venga tacciato di essere l'esatto opposto di quello che è stato, e sarà, forse in futuro, quando questa società di pazzi sarà finalmente tramontata.
Il fatto stesso che Jung sia preferito a Freud in questa epoca, dovrebbe dire molto, ma molto di più, per chi volesse fare i conti fino in fondo con questi tempi buj.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

misummi

#232
io non sarei tanto sicuro che le teorie sulla seduzione siano false.
In realtà la cura dei bambini piccoli è molto piacevole e comprende contatti diretti con le aree più piacevoli del corpo umano.
Questi contatti vengono goduti e poi cercati attraverso l'autoerotismo e formattano l'essere umano in senso erotico e poi sessuale.
Si può dire di più:l'osservazione dei feti dimostra che essi si toccano più o meno spesso le aree in questione con espressioni chiare di piacere.
Quindi,io dico che l'ignoranza da un lato  e la psicologia,dall'altro, non hanno ancora capito adesso questa verità che ridimensiona le teorie e le pratiche note
Se le madri e i padri hanno problemi al riguardo,paure,scrupoli oppure sono rudi o in pochi casi invero,un tantino  seduttivi loro,il bambino può,ma non è detto che lo faccia, interiorizzare questi aspetti facendone  una SUA problematica.
In verità la maggior parte dei bambini se ne fr....a e gode.
Quelli che non lo fanno sviluppano poi i problemi che sappiamo.
L'essere umano sano gode e vuole godere e basta, da piccolo e da grande.
Come scrive bene Freud:" il principio del piacere si trasforma,IN PARTE,in principio di realtà, imparando a DIFFERIRE la soddisfazione quel tanto che basta perchè possa essere goduta tenendo conto degli altri e dell'ambiente in cui ci si trova a vivere."
QUESTA È SACROSANTA VERITÀ E LA VERA RICETTA DEL VIVERE BENE!
Noi godiamo e vogliamo godere,l'unico problema,semmai,sta nel come,quando,quanto e perché .
MA QUESTA SI CHIAMA ARTE DI VIVERE!

PS la differenza tra Freud e Jung è facile da spiegare. Scrive Freud:"ad un certo punto, mentre parlavamo,si sentì uno schianto nel mobile di sala. Jung mi guardò e disse:"Ah...ecco un buon esempio di quanto penso io ...questo rumore è una scarica della nostra energia attraverso la materia del mobile."
Io lo guardai sorridendo e gli risposi:"No,si tratta solo di un TARLO!"
PER QUESTO E NON PER ALTRO IO SONO FREUDIANO!!!!



 

daniele22

Seguo il consiglio, ma ancora non mi annoio. Essendo completamente ignorante in dottrina psicologica debbo dire che l'argomento mi intriga assai perché penso che una teoria filosofica sull'individuo possa dissestare l'impianto emotivo della maggioranza del mondo civile.
Tempo fa ebbi un violento alterco con un uomo, un amico che si ostinava ad attribuirmi intenzioni che non avevo e che purtroppo erano giustificate a suo dire da una sequenza di indizi ambigui che giocavano anche a favore di quello che pensava. Le donne non c'entravano, per quel che può valere. Un classico si direbbe. Nel momento che lo allontanò da me per almeno un paio di mesi gli dissi: "io starò pure delirando, ma ricordati che fintanto che con comprendi la mia follia non riuscirai mai a comprendere la tua".
La mia domanda sarebbe: ammessane l'esistenza, quanto potrebbe gravare questa follia collettiva mascherata tanto da confondersi con la normalità sulla malattia psichica che noi si studia?

misummi

ho chiesto a alcuni psichiatri non ortodossi quale sarebbe la differenza tra salute mentale e insania mentale.
Secondo loro nessuna se non il fatto che una persona sana non si fissa mai su nessun momento paranoico,maniacale, depressivo,schizoide ecc... 
In pratica la persona sana viaggerebbe in modo funzionale tra i vari momenti patologici senza sceglierne uno.
Una definizione interessante.

Jacopus

Ottima definizione Misummi. Ancor più in dettaglio, c'è chi ha momenti patologici, chi ha periodi patologici, chi ha periodi patologici molto lunghi e chi li ha per tutta la vita o gran parte di essa. Quindi c'è chi i suoi momenti patologici se li gestisce in autonomia, chi ha bisogno di un aiutino e chi di un "aiutone". Altro tema, che forse hai già toccato, riguarda il tema della patologia collettiva, come quella che riguarda quelle società che si affidano all'uomo forte (ad esempio) o a quelle dove la maggioranza dei consociati polarizza bene e male, con effetti sociali disastrosi.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

PhyroSphera

Citazione di: green demetr il 12 Dicembre 2024, 01:28:06 AMMa di obbiettivo non c'è nulla.
Non so chi diffonde questo tipo di materiale contro Freud.(Assaggioli?)
Come ho già detto a partire proprio da Anna Freud il post-freudismo è un altra cosa rispetto alle vette raggiunte da Freud stesso.
Quelli che lo fanno passare per un neuroscienziato sono addirittura ridicoli.
Sul canale di Psichatria Italia online, è recentemente apparso un contributo che parla di Freud in generale. Il momento in cui Freud si stacca dalle teorie di Bleuer, è quello in  cui scopre che le teorie della seduzione sono false.
Era l'anno 1898, quindi due anni prima del libro che apre il 900, appunto l'interpretazione dei sogni. Testo fondamentale che inaugara la psicanalisi.
Ma anche se fosse stato solo per il 1898, l'idea che la seduzione sia un ricordo di copertura è stato già di per sè un atto di liberazione fondamentale. Avrebbe già posto Freud tra gli immortali. E invece per nostra somma gioia quello era solo il primo di una miniera di raggiungimenti stratosferici.
Negli anni la monumentale opera di Freud, ha subito il contraccolpo della psichiatria, fino ad arrivare all'oscurantismo contemporaneo, che fa sprofondare le ricerche, le blocca, le sanziona, le cancella. Il moloch statuale ha distrutto ogni traccia di intelligenza. Non mi sorprende che Freud venga tacciato di essere l'esatto opposto di quello che è stato, e sarà, forse in futuro, quando questa società di pazzi sarà finalmente tramontata.
Il fatto stesso che Jung sia preferito a Freud in questa epoca, dovrebbe dire molto, ma molto di più, per chi volesse fare i conti fino in fondo con questi tempi buj.
Freud immortale? È pensiero inadatto a chi fa attività scientifica, perché gli oggetti della scienza non sono personali. Lei inverte i valori e le funzioni di arte e scienze e scambia la illusione illuminista di Freud per lotta alle tenebre. Ma soprattutto: lei qui non fa una discussione, non si rapporta ai pensieri degli interlocutori. Il suo è una specie di monologo.

MAURO PASTORE

misummi

dovreste fare come facevano Freud e Jung: prendere una camera in un albergo e discutere tra un bicchiere e l'altro.
Quando sentite uno schianto in un armadio sappiate che si tratta di un TARLO libero e naturale!

PhyroSphera

#238
Citazione di: misummi il 12 Dicembre 2024, 05:46:29 AMio non sarei tanto sicuro che le teorie sulla seduzione siano false.
In realtà la cura dei bambini piccoli è molto piacevole e comprende contatti diretti con le aree più piacevoli del corpo umano.
Questi contatti vengono goduti e poi cercati attraverso l'autoerotismo e formattano l'essere umano in senso erotico e poi sessuale.
Si può dire di più:l'osservazione dei feti dimostra che essi si toccano più o meno spesso le aree in questione con espressioni chiare di piacere.
Quindi,io dico che l'ignoranza da un lato  e la psicologia,dall'altro, non hanno ancora capito adesso questa verità che ridimensiona le teorie e le pratiche note
Se le madri e i padri hanno problemi al riguardo,paure,scrupoli oppure sono rudi o in pochi casi invero,un tantino  seduttivi loro,il bambino può,ma non è detto che lo faccia, interiorizzare questi aspetti facendone  una SUA problematica.
In verità la maggior parte dei bambini se ne fr....a e gode.
Quelli che non lo fanno sviluppano poi i problemi che sappiamo.
L'essere umano sano gode e vuole godere e basta, da piccolo e da grande.
Come scrive bene Freud:" il principio del piacere si trasforma,IN PARTE,in principio di realtà, imparando a DIFFERIRE la soddisfazione quel tanto che basta perchè possa essere goduta tenendo conto degli altri e dell'ambiente in cui ci si trova a vivere."
QUESTA È SACROSANTA VERITÀ E LA VERA RICETTA DEL VIVERE BENE!
Noi godiamo e vogliamo godere,l'unico problema,semmai,sta nel come,quando,quanto e perché .
MA QUESTA SI CHIAMA ARTE DI VIVERE!

PS la differenza tra Freud e Jung è facile da spiegare. Scrive Freud:"ad un certo punto, mentre parlavamo,si sentì uno schianto nel mobile di sala. Jung mi guardò e disse:"Ah...ecco un buon esempio di quanto penso io ...questo rumore è una scarica della nostra energia attraverso la materia del mobile."
Io lo guardai sorridendo e gli risposi:"No,si tratta solo di un TARLO!"
PER QUESTO E NON PER ALTRO IO SONO FREUDIANO!!!!



 

Le elucubrazioni neurologiche su eros e sesso come ho già mostrato sono una distrazione assurda da necessarie psicologizzazioni.

Lo scritto di S. Freud "Al di là del principio di piacere" contiene un pensiero ambiguo e incompiuto, come dimostrò analiticamente Jung. Lacan si occupò specificamente con successo dell'argomento.
La filosofia che vuol ragionare sulla psicoanalisi deve prendere atto degli effettivi risultati di essa.

Riguardo al celebre racconto sul mobile di legno che rumoreggiò, se ne trova anche la versione di Jung. I fatti si riferiscono a questa realtà: il legno è un materiale biologico non completamente inerte che reagisce a vari stimoli. Notissimi quelli climatici, forse pochissimo noti quelli della presenza umana (calore biologico ma anche genericamente effetti della energia umana...). In ogni caso, è semplicemente una cosa sciocca leggere quell'aneddoto e parteggiare per una interpretazione dei fatti scambiandola per una comprova della presunta inadeguatezza della teoria scientifica di Jung.

MAURO PASTORE

PhyroSphera

Citazione di: misummi il 13 Dicembre 2024, 10:54:36 AMho chiesto a alcuni psichiatri non ortodossi quale sarebbe la differenza tra salute mentale e insania mentale.
Secondo loro nessuna se non il fatto che una persona sana non si fissa mai su nessun momento paranoico,maniacale, depressivo,schizoide ecc...
In pratica la persona sana viaggerebbe in modo funzionale tra i vari momenti patologici senza sceglierne uno.
Una definizione interessante.
Tutti i veri psichiatri sanno che la fissa può assumere valori diversi e che uno stato patologico negativo non è sempre insano.

MAURO PASTORE