Perché siamo qui e ora?

Aperto da Aspirante Filosofo58, 24 Novembre 2024, 08:52:44 AM

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Aspirante Filosofo58

Citazione di: niko il 30 Novembre 2024, 16:38:25 PMCome tutti i discorsi in cui si sostiene che, in generale nella vita, si soffra "per imparare", o per "essere messi alla prova", il punto debole e' sempre che la volonta' di fondo (e valevole davvero il sacrificio di tanta sofferenza) di imparare, o di essere messo alla prova, nell'animo e nell'interiorita' sofferente, in tali discorsi, e' sempre in qualche modo data per scontata.

Soffro per imparare? Ma chi te lo ha detto, che voglio imparare!

Soffro per essere messo alla prova? Ma chi te lo ha detto, che voglio essere, messo alla prova!

Si transla solo il discorso su un piano in cui quello che mi viene imposto, dalla natura o dal destino, non e' piu' solo la sofferenza in se', ma la sofferenza... e con essa anche la necessita' di imparare o di essere messo alla prova.

Ma io voglio quello che voglio e basta, e se non lo ottengo, soffro.

Me ne frego, della lezincina da imparare, o del genitore autoritario a cui secondo alcuni dovrei dimostrare di essere "buono", per ricevere in
futuro un "premio".

Per questo, non credo, di essere sul tuo stesso percorso.

Anche quando, tempo fa', nella mia vita,  mi sono interessato alla new age/new tought, il discorso che la situazione in cui sono nato in qualche modo me la sono scelta io, mi e' sempre stato indigesto. Anche al tempo. Diciamo che anche al tempo, mi interssavano di piu' altri aspetti  :D




Forse la pensi così perché tu ti vedi solamente come corpo. Non è il tuo corpo ad avere scelto; e nemmeno la tua mente, la cui funzione originaria è proteggere l'essere umano, fare in modo che non si metta nei guai. Corpo e mente in realtà servono all'Anima per evolvere. 

Niente Paradiso se fai il bravo e niente Inferno se fai il cattivo! Credevo che questo concetto fosse chiaro, ma forse non mi sono espresso bene. Il giudizio non appartiene all'Anima, bensì alla mente. Quindi stai tranquillo che non finiresti arrosto in eterno nemmeno se uccidessi qualche migliaio di persone. Le loro anime, nel caso, avrebbero bisogno di vivere l'esperienza di essere uccise e tu quella di uccidere.  

Te ne freghi della lezioncina da imparare? Chi se ne frega in realtà? Il tuo corpo, la tua mente o la tua Anima? 
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

green demetr

Citazione di: niko il 30 Novembre 2024, 10:21:12 AMMa Il karma e' peggio dell'inferno: a crederci, ne consegue solo, che sconti colpe che non sono tue.
Veramente sconti colpe che sono tue nella prospettiva karmica.
La visione di una vita a caso, cosa comporta se non ad un nichilismo assoluto?
Con tutti i problemi del narcisismo contemporaneo, e lo scarico di responsabilità nel comportarsi in modo che con la trascendenza noi si senta il bene piuttosto che il male.
Se uno nella vita si sente depresso è perchè non sta coltivando il giusto rapporto col la trascendenza.
Fin quando questo rapporto non diventa finalizzato al bene, al bene dell'individuo, ossia proprio alla libertà di pensare ad un modo di essere felici con se stessi nonostante il male che ci sovrasta.
Non è forse la storia di Giobbe?
Non una felicità depensanta, ma una felicità che chiede fino all'ultima goccia di pensiero il perchè del male al Dio.
Giobbe sopporta, e la sopportazione è già la sua gloria, il suo resistere al demone che oggi si chiama nichilismo.







Vai avanti tu che mi vien da ridere

niko

Citazione di: green demetr il 30 Novembre 2024, 21:25:44 PMVeramente sconti colpe che sono tue nella prospettiva karmica.
La visione di una vita a caso, cosa comporta se non ad un nichilismo assoluto?
Con tutti i problemi del narcisismo contemporaneo, e lo scarico di responsabilità nel comportarsi in modo che con la trascendenza noi si senta il bene piuttosto che il male.
Se uno nella vita si sente depresso è perchè non sta coltivando il giusto rapporto col la trascendenza.
Fin quando questo rapporto non diventa finalizzato al bene, al bene dell'individuo, ossia proprio alla libertà di pensare ad un modo di essere felici con se stessi nonostante il male che ci sovrasta.
Non è forse la storia di Giobbe?
Non una felicità depensanta, ma una felicità che chiede fino all'ultima goccia di pensiero il perchè del male al Dio.
Giobbe sopporta, e la sopportazione è già la sua gloria, il suo resistere al demone che oggi si chiama nichilismo.










E' proprio perche' la vita e' a caso, che dovresti interessartene, sia passivamente, sia attivamente.

Il caso non esiste.

Esistono solo le leggi della natura e le circostanze.

Il caso e' solo la nostra ignoranza, in merito, e soprattutto, del quadro complessivo.

Partecipare di tutto questo e' piu' bello, che non trascenderlo.

E per partecipare, non c'e' bisogno, di "esaurire" il caso con una conoscenza impossibile.
Basta capire che la nostra posizione e' decentrata. Non siamo il centro dell'universo, e nemmeno dell'ecosistema.

La nostra vita vale, perche' esprime una possibilita' reale del sistema, una cosa (decentrata) che puo' capitare. Un incontro (locale) tra natura e circostanze, non certo uno (assoluto) tra uomo e dio.

Proprio perche' questa "cosa", o meglio questa sequenza di eventi, che secondo natura e alle giuste circostanze puo' capitare, e che corrisponde alla tua vita, ha valore infinito per te, tu dovresti occupartene. Senza karma e senza trascendenze simili.

Accettare il caso, e' accettare un punto di vista. Che, in quanto tale, ricade per forza in un mondo, e in un insieme infinito piu' grande. Il frammento scalcagnato di mondo che personalmente ti riguarda, puo' essere una vita, o un insieme di dieci vite, o di centomila, ognuno puo' credere quello che vuole, ma se lo intendi correttamente, rispetto al mondo (immenso) che lo contiene, quel frammento e' sempre un infinitesimo, non mai un infinito. A un certo punto, la sequenza finira', e non ci sara' molto altro, che ti riguardera'.

Quindi, la cosiderazione di valore assoluto ai fini di un punto di vista, umano, relativo, che si puo' fare per centomila vite, stringi stringi la si puo' fare pure per una sola, di vita. E' questione di amore per la semplicita', o di quanta immagginazione si ha o si vuole avere.

La catena delle incarnazioni e' per forza autoriferita, e non sono io, che non voglio imparare la lezioncina, e' proprio che della lezioncina, anche dopo che eventualmente l'hai imparata, non te ne fai niente, se non hai un corpo. La conoscenza, perche' abbia "valore", anche nel senso etico del termine, va' implementata. Inserita in un proggetto in cui le regole di fondo del gioco siano sempre quelle di conseguire il piacere, ed evitare il dolore, ai fini di giocare sempre meglio. Riportata all'atto pratico, cioe' incarnata. Non solo conseguita. Ed e' questo, che ciclicamente ci riporta alla catena, delle incarnazioni.




Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

green demetr

Citazione di: niko il 30 Novembre 2024, 22:50:46 PMLa catena delle incarnazioni e' per forza autoriferita, e non sono io, che non voglio imparare la lezioncina, e' proprio che della lezioncina, anche dopo che eventualmente l'hai imparata, non te ne fai niente, se non hai un corpo.
Ma infatti io non mi riferisco alle incarnazioni, che è solo una teoria.
A me interessa la relazione etica tra me e la trascendenza.
Il fatto che noi siamo decentrati rispetto all'universo, è vero, solo all'interno di una topologia che noi abbiamo pensato (big bang etc).
E' il pensiero che è derimente, il fatto che questo pensiero si trovi all'interno di cose che noi cataloghiamo, e che cataloghiamo per un tornaconto a sopravvivere.
Ma lo scopo del sopravvivere non è il gioco, altrimenti saremmo tutti felici, e invece viviamo in una dimensione temporale, dove il cibo e il tetto te li devi procacciare, dove l'altro non è un giocatore, ma un cannibale etc...
E ciò nonostante continuiamo a catalogare a ordinare, e ordinando impariamo a conoscere, e conoscendo cominciamo a sentire, e sentendo cominciamo a domandarci del perchè di questo sentimento, e da questo domandare ordinato nasce il senso. E il senso si imbatte nell'imponderabile, nel non classificabile.
Che sia una questione naturale esterna, o un trauma interno. Noi possiamo ordinare ma con misura.
All'altezza nostra, non dei gruppi in cui noi siamo contenuti, e che sono proiezioni nostre. In quanto l'ordine vige in noi, non in quel di fuori, che non sa nemmeno cosa è l'appartenenza, in quanto disumano.
Esiste una individualità, la sua emersione in chiave morale, nella sua ordinazione ha trovato nel momento della disillusione di conoscere per davvero Dio, e nello smascherare le morali come false morali, sta oggi combattendo con quel sentimento che di nuovo è emerso da questo smascherare l'ordinazione.
Ossia un ordine diverso rispetto a quello tradizionale.
Lo stiamo attraversando e si chiama nichilismo, è straordinario il suo potere, la sua capacità di pervertire e di far dimenticare tutto quanto noi aveva acquisito.
Che Dio non sia conoscibile o che la natura sia matrigna in realtà cosa dovrebbe spostare di tutti i traguardi del passato?
No io non sono per una vita pusillanime che non vuole indagare.
L'uomo dovrebbe essere in grado di indagare, anche il male, fino alle sue ultime conseguenze, ossia domandare fin che siamo vivi, o fin quando moriamo.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

iano

#19
Citazione di: niko il 30 Novembre 2024, 16:26:49 PMChe cosa ci possa essere di rassicurante in questo, che e' uno dei pensieri piu' abissali mai comparsi in religione, e poi in filosofia nella misura in cui essa e' stata influenzata dalla religione e se ne e' fatta ancella, io proprio non lo so. Per questo, mi permetto di dire che chi trova rassicurante il libero arbitrio, secondo me, lo fraintende. Se non lo fraintemdesse, non lo troverebbe rassicurante.
Può darsi che il cristianesimo abbia inquadrato bene il libero arbitrio nella sua essenza, ma per me che di ciò sono ignorante, il libero arbitrio è la sensazione di non sapere mai cosa deciderò, essendo allo stesso tempo consapevole che la mia cultura ristringe il possibile effettivo campo delle mie scelte, come finito è il numero di facce di un dado.
Perciò senza ripetermi constato che le mie scelte al pari del lancio di un dado non posso prevedere.
In effetti non è propriamente la presenza del libero arbitrio a rassicurarmi, ma la convinzione che la realtà se ne infischi di tutte le nostre elucubrazioni.
Cioè nella realtà non esiste ne caso ne determinismo, ma questi sono solo termini che usiamo per descrivere la realtà.
Cioè secondo me nessuna descrizione della realtà vi coincide neanche solo in parte, però noi non abbiamo altro modo di viverla se non facendocene un idea, ma alla fine quello che abbiamo in mano sono solo istruzioni per l'uso della realtà sempre aggiornabili.
L'unica cosa che trovo poco rassicurante sono quelli uomini che si convincono di possedere la verità, che sono convinti comunque che la realtà possa davvero ridursi a termini come  caso e determinismo.
In effetti il determinismo non mi sembra meno inconcepibile del caso se devo attribuirli alla realtà nella sua essenza, ma nella misura in cui ho la coscienza che sono solo strumenti verbali applicabili alla realtà, non mi faccio perciò problemi ad usarli per quel che possono valere.
Troverei veramente deludente se la realtà potesse ridursi a caso o necessità, o un ibrido dei due.
Considero necessario possedere descrizioni della realtà, perfino di vitale importanza, ma nessuna di queste descrizioni la prendo tanto sul serio da crearmi preoccupazione.
Quindi in sostanza per me il libero arbitrio è solo una piacevole sensazione.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

niko

Citazione di: iano il 01 Dicembre 2024, 03:21:43 AMPuò darsi che il cristianesimo abbia inquadrato bene il libero arbitrio nella sua essenza, ma per me che di ciò sono ignorante, il libero arbitrio è la sensazione di non sapere mai cosa deciderò, essendo allo stesso tempo consapevole che la mia cultura ristringe il possibile effettivo campo delle mie scelte, come finito è il numero di facce di un dado.
Perciò senza ripetermi constato che le mie scelte al pari del lancio di un dado non posso prevedere.
In effetti non è propriamente la presenza del libero arbitrio a rassicurarmi, ma la convinzione che la realtà se ne infischi di tutte le nostre elucubrazioni.
Cioè nella realtà non esiste ne caso ne determinismo, ma questi sono solo termini che usiamo per descrivere la realtà.
Cioè secondo me nessuna descrizione della realtà vi coincide neanche solo in parte, però noi non abbiamo altro modo di viverla se non facendocene un idea, ma alla fine quello che abbiamo in mano sono solo istruzioni per l'uso della realtà sempre aggiornabili.
L'unica cosa che trovo poco rassicurante sono quelli uomini che si convincono di possedere la verità, che sono convinti comunque che la realtà possa davvero ridursi a termini come  caso e determinismo.
In effetti il determinismo non mi sembra meno inconcepibile del caso se devo attribuirli alla realtà nella sua essenza, ma nella misura in cui ho la coscienza che sono solo strumenti verbali applicabili alla realtà, non mi faccio perciò problemi ad usarli per quel che possono valere.
Troverei veramente deludente se la realtà potesse ridursi a caso o necessità, o un ibrido dei due.
Considero necessario possedere descrizioni della realtà, perfino di vitale importanza, ma nessuna di queste descrizioni la prendo tanto sul serio da crearmi preoccupazione.
Quindi in sostanza per me il libero arbitrio è solo una piacevole sensazione.

Si', io dico solo che il libero arbitrion non riguarda le situazioni in cui sei costretto a scegliere qualcosa realmente a caso, o a casaccio, data la tua ignoranza delle conseguenze stesse di una tua scelta (situazioni possibili nella vita, ma che non hanno niente a che fare col.libero arbitrio: magari alla roulette giochi il rosso; certamente in tale situazione tu speri, che esca il rosso, e quindi che la tua scelta, in senso etico e pratico, alla prova dei fatti, si riveli in qualche modo "giusta", ma non lo sai con certezza, il nero puo' benissimo uscire, da cui il brivido stesso del gioco, e tantissime situazioni dico, possono capitare nella vita, simili a questa, in cuo la scelta che tu fai non e' davvero significativa, perche' sostanzialmente scegli a caso).

E non riguarda le situazioni in cui semplicemente, sei certo della cosa giusta da fare, e quindi la fai. In questo caso, sei interamente determinato dalle tue nozioni, emozioni e convinzioni, esattamente come un automsa o un robot, giuste o sbagliate che queste tue convinzioni intrinsecamente "siano", o che si rivelino essere col tempo, e col tuo stesso cambiare opinione, anche su te stesso e sui tui criteri di scelta,  nel tempo.

Il vero, libero arbitrio, e' solo quando tu sai, o credi di sapere, la cosa giusta da fare, ma, per un afflato vizioso o nichilistico, senti anche che potresti lo stesso non farla. Sai, che fumare fa male, ma siccome sei nervoso o non riesci a smettere, fumi lo stesso. Sai, che dovresti fare quello che ti ha detto dio e non quello che ti ha detto un serpente, ma siccome sei vanesio, competitivo e imprevedibile, a un certo punto della storia, fai quello che ti ha detto il serpente. Cioe' nel libero arbitrio c'e' un discernimento, tra bene e male, tra un esito positivo e uno negativo di un'azione su cui si riflette o che ci si accinge a compiere (non e' uno scegliere tutto a casaccio cercando di indovinare degli esiti o di avere fortuna, come alla roulette), ma il discernimento in se' non basta, da solo, a spiegare l'azione/determinazione (c'e' una componente caotica e imprevedibile, che si aggiunge al discernimento, nel determinare l'azione, in modo tale che la liberta' non possa valere se non come liberta' di sbagliare).

Tu non sei determinato, ma non perche' in fondo in molte circostanze della vita scegli a caso, (in questo modo, saresti determinato, sia pure da un caso "personificato", come un altro da te, in te, che scegliesse per te) ma perche' in molte circostanze della vita, pur conoscendo il bene, sei libero di sbagliare, e di scegliere il male.

Se ci credi. Ma io non ci credo, quindi, mi sono dilungato pure troppo.

E come ti ho detto, credo che il mondo sia deterministico, e che il caso sia il frutto dell'ignoranza umana. Ingnoranza che non si puo' solo cercare di ridurre, come se a un certo punto si potesse azzerarla (e non si puo'!) bisogna pure accettare. E quindi agire come se il caso esistesse, pure se non esiste.

Pero' se il mondo e' deterministico, e la nostra posizione nello spazio e nel tempo non ha nulla di speciale, noi con la nostra vita, o meglio con il nostro vivere, esprimiamo una generica possibilita' della natura. Questa possibilita', bisogna sia sperare, che sia bella e piacevole per noi, che cercare attivamente di renderla tale, tramite l'illusione della liberta', e tutte le sue conseguenze. Perche' di certo, non abbiamo altro. Per questo bisogna diffidare delle trascendenze. E lo penso di una vita, come lo penserei di una sequenza di diecimila vite tutte diverse, che dovrei attraversare, se la reincarnazione esistesse.

Non e' la reincarnazione il problema, il problema e' il non farsi bastare quello che si e' e quello che si ha, il pensare che una vita, si possa valutare o misurare con un qualcosa, che e' al di fuori di quella vita stessa.




Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

niko

Citazione di: green demetr il 30 Novembre 2024, 23:14:37 PMMa infatti io non mi riferisco alle incarnazioni, che è solo una teoria.
A me interessa la relazione etica tra me e la trascendenza.
Il fatto che noi siamo decentrati rispetto all'universo, è vero, solo all'interno di una topologia che noi abbiamo pensato (big bang etc).
E' il pensiero che è derimente, il fatto che questo pensiero si trovi all'interno di cose che noi cataloghiamo, e che cataloghiamo per un tornaconto a sopravvivere.
Ma lo scopo del sopravvivere non è il gioco, altrimenti saremmo tutti felici, e invece viviamo in una dimensione temporale, dove il cibo e il tetto te li devi procacciare, dove l'altro non è un giocatore, ma un cannibale etc...
E ciò nonostante continuiamo a catalogare a ordinare, e ordinando impariamo a conoscere, e conoscendo cominciamo a sentire, e sentendo cominciamo a domandarci del perchè di questo sentimento, e da questo domandare ordinato nasce il senso. E il senso si imbatte nell'imponderabile, nel non classificabile.
Che sia una questione naturale esterna, o un trauma interno. Noi possiamo ordinare ma con misura.
All'altezza nostra, non dei gruppi in cui noi siamo contenuti, e che sono proiezioni nostre. In quanto l'ordine vige in noi, non in quel di fuori, che non sa nemmeno cosa è l'appartenenza, in quanto disumano.
Esiste una individualità, la sua emersione in chiave morale, nella sua ordinazione ha trovato nel momento della disillusione di conoscere per davvero Dio, e nello smascherare le morali come false morali, sta oggi combattendo con quel sentimento che di nuovo è emerso da questo smascherare l'ordinazione.
Ossia un ordine diverso rispetto a quello tradizionale.
Lo stiamo attraversando e si chiama nichilismo, è straordinario il suo potere, la sua capacità di pervertire e di far dimenticare tutto quanto noi aveva acquisito.
Che Dio non sia conoscibile o che la natura sia matrigna in realtà cosa dovrebbe spostare di tutti i traguardi del passato?
No io non sono per una vita pusillanime che non vuole indagare.
L'uomo dovrebbe essere in grado di indagare, anche il male, fino alle sue ultime conseguenze, ossia domandare fin che siamo vivi, o fin quando moriamo.


Beh, io penso che noi siamo decentrati veramente, e che la vita umana abbia dei limiti, che non possano essere mai veramente trascesi.
Semmai, solo spostati ogni volta un po' piu' in la', a costo di grandi sforzi.

Ma e' questo, che si riduce la "famosa" trascendenza? Spostare sempre un po' piu' in la' un limite dell'umano, e di cio' che pertiene all'umano, alzare una asticella, in un contesto di illimitato non senso e nulla, che rende sempre irrilevanti gli sforzi, e le sempre piu' ampie comprensioni?

Eppure, non ci si puo' consolare nemmeno della finitudine stessa della vita umana, e a buone ragioni, perche' essa non e' nemmeno una vera, finitudine. 

Il poco che abbiamo e che siamo, e' infinitamente importante per noi.

Perche' per noi e' tutto. E il tutto, non ha una fine.

Insomma non e' da temere il nichilismo in se', ma l'abrutimento, nichilistico.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Aspirante Filosofo58

Buon pomeriggio: lo scritto che segue sta girando nella rete e spesso lo trovo in questo o quel canale Telegram o in uno  dei gruppi di WhatsApp. Non è detto, ovviamente, che le cose stiano come indicato nello scritto, ma.... se fosse veramente così?

RICORDI IL PATTO? NE SEI CONSAPEVOLE?
"Sei sicuro di volerti incarnare sulla Terra?"
-Totalmente. La decisione è presa.
"Sei consapevole delle sfide che devi affrontare?"
—Non mi sono mai incarnato su quel pianeta prima, quindi non so cosa significhino realmente i concetti di "paura", "dolore", "solitudine" o "tristezza". Forse quella che più mi preoccupa è la "morte" ... Non riesco a capire l'idea di cessare di esistere per sempre: è impossibile, ma gli umani credono che sia così. Comunque sia, la mia anima vuole "scendere" e sperimentare tutto questo, portare la mia luce e contribuire con il mio essere al cambiamento di coscienza.
—Quando sei laggiù, limitato dal corpo fisico e ti chiedi cosa stai facendo in quel luogo, "capirai" ... Da questo stato di coscienza non puoi nemmeno intuire cosa significhi sperimentare densità e limitazione.
"Accetto la sfida ...
"Quindi, se questa è la tua volontà, posso solo augurarti un felice viaggio attraverso il mondo tridimensionale e ricordarti che saremo con te, da questa dimensione, ad osservarti e guidarti." Se riuscirai ad aprire abbastanza il tuo cuore, compito per niente facile, potrai "ascoltarci" e percepire i nostri segnali.
"E qual è il modo migliore per aprire il cuore?"
"Prestagli attenzione." Ascolta la tua voce interiore.
Lasciarti andare e lasciar andare la resistenza che le cose sulla Terra non sono come desideri ...
Accettarti, in breve, come sei. Solo in questo modo puoi accettare gli altri e onorare i loro insegnamenti. La pace e l'amore che sorgeranno in te come risultato di quell'accettazione ti metteranno automaticamente in "contatto" con noi.
"Va bene, lo terrò a mente."
"No, amico mio ... dimenticherai." Sono le regole. Dovrai ricordarlo come il tuo corpo fisico, già contaminato da giudizi, attaccamenti e credenze negativi, cresce e diventa adulto. La luce della tua anima deve emergere dall'oscurità della paura, sfiducia e incomprensione. Fidati, nostro amato: siamo sicuri che ce la farai.
-Che cos'è?
"È il grembo di tua madre terrena. E quel piccolo embrione con le membra che puoi vedere dentro è il corpo fisico in cui ti incarnerai."
Buon viaggio, anima ! 

dal  web

Ribadisco: è una possibilità e non è assolutamente verità matematica. Può essere così oppure diversamente, tuttavia se così fosse, forse non spiegherebbe la vostra vita, ma spiegherebbe almeno la mia.
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

green demetr

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 01 Dicembre 2024, 15:43:01 PMRibadisco: è una possibilità e non è assolutamente verità matematica. Può essere così oppure diversamente, tuttavia se così fosse, forse non spiegherebbe la vostra vita, ma spiegherebbe almeno la mia.
Ma perchè ti senti tanto attratto da questi canalizzatori? Non ti accorgi che dicono cose umane troppo umane perchè siano esseri da un altra dimensione?
Devi credere di più nel Dio, qualunque tu scelga.
Questo spero per te.

Vai avanti tu che mi vien da ridere

Aspirante Filosofo58

Citazione di: green demetr il 03 Dicembre 2024, 01:03:09 AMMa perchè ti senti tanto attratto da questi canalizzatori? Non ti accorgi che dicono cose umane troppo umane perchè siano esseri da un altra dimensione?
Devi credere di più nel Dio, qualunque tu scelga.
Questo spero per te.

In verità, io non mi sento attratto da nessuno. Provo semplicemente questa o quella esperienza, perché mi serve per capire come sono fatto. 
Altro punto: non è forse vero che gli autori di testi sacri (compresa la Bibbia) si dice che fossero ispirati dal proprio Dio? Allora perché non potrebbe essere altrettanto per i canalizzatori e le canalizzatrici? A parte che sul libro Anime Coraggiose, di Robert Schwartz, si narra un episodio in cui una canalizzatrice ha avuto un cambio di voce mentre stava trasferendo le parole dello spirito cui si era rivolta, impossibile nella realtà. Così ci racconta l'autore.... 
Infine: perché dovrei cercare Dio al mio esterno, quando Egli in realtà è già dentro di me, dorme e necessita di essere risvegliato? 
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

green demetr

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 03 Dicembre 2024, 08:46:20 AMnfine: perché dovrei cercare Dio al mio esterno, quando Egli in realtà è già dentro di me, dorme e necessita di essere risvegliato? 
Non ho alcun problema con la glossolalia, e anzi era uno dei motivi per cui volevo avvicinarmi alle chiese del settimo giorno.
Il problema è ciò che circonda questi fenomeni, ossia un gran desiderio di ordinarli a vecchie gerarchie, sempre le stesse, con le stesse parole.
Ma certo il Dio abita in noi e va risvegliato, che bellissime parole.
Ciao attendiamo aggiornamenti.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

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