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Psicoanalisi

Aperto da Jacopus, 19 Ottobre 2024, 11:05:36 AM

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PhyroSphera

#165
Citazione di: green demetr il 23 Novembre 2024, 00:40:39 AM[...]
Della serie parole a caso su Freud.
Se mi cita Freud (che parli ancora di psicosomatica come causa, e non come sintomo, ovviamente) dopo il 1900, visto che PRIMA era psichiatra, come ben sa, ne riparliamo. Prima di inventare la psicanalisi ovvio.
E comunque con post-freudismo io intendo anche la stessa figlia Anna.
Perciò non mi attribuisca teorie che non condivido.

Io ho smesso di leggere quando siamo arrivati ai feroci pesci :D
[...]
Devo aggiungere altro. Non posso essere breve. Certe repliche meriterebbero poche o nulle parole, ma non sempre rispondendo ci si riferisce solo a quanto l'oppositore intendeva dire o ribadire e siamo in una discussione con molto altro per mezzo.


1)
Essere psichiatra, a rigore, significa svolgerne la professione. La medicina è una disciplina, in sé, di àmbito tecnico. Avere un titolo di psichiatra non significa necessariamente esserlo. In tutte le biografie accreditate S. Freud non viene mai presentato per medico psichiatra, ma per medico e neurologo e i suoi rapporti con la psicoanalisi vengono di solito sopravvalutati. Avesse egli avuto anche il titolo di psichiatra ed avendone a volte esercitato la professione, resta che la sua attività era altro. Una espressione assai usata è stata "padre della psicoanalisi", ma questa andrebbe interpretata nel senso limitato di patrocinio, ma tanto per accorgersi che neanche questo è esatto. Freud fu un applicatore. Come detto, gli psichiatri già ne usavano nei rapporti medici e nelle diagnosi, senza che fosse specificato in quanto metodo scientifico; S. Freud la applicò nello studio delle cure delle nevrosi, senza definirla scientificamente. Tali studi cominciavano a dimostrare, tra l'altro, a livello di medicina generica, che gli interventi di tipo fisiologico e anche quelli neurologici non erano adatti per la cura delle malattie mentali. Essi tracciavano anche utili paralleli tra neurologia e psicologia, riguardo alla incognita, allora ancora incognita per la scienza, del cosiddetto inconscio. Il valore psicologico di questi studi non era però intrinseco ad essi, inoltre il limite fissato per i neurologi era un'esigenza etica: difatti lo sconfinamento di campo del neurologo era contro gli stessi statuti della scienza ed etica neurologiche! In tal senso bisogna assolutamente capire che non fu la corrente di pensiero sorta da S. Freud a fornire il necessario, ma principalmente le altre due, di Adler e Jung. Nello stesso senso, bisogna capire che il movimento della psicoanalisi propriamente detto non fu mai guidato da S. Freud. Fu Anna Freud, psicoanalista (il fatto che fosse figlia di Sigmund Freud non è rilevante riguardo a questo discorso), a capeggiarlo e a fornire degli schemi validi, partendo necessariamente dalla psicologia non viceversa dalla neurologia. Sempre nello stesso senso: se proprio vogliamo dire di intervento determinante, quello fu (ne ho già citato) di S. Spielrein, altra psicoanalista. La difficoltà nel riconoscerlo dipende in gran parte dal suo passato prima di psicotica poi di nevrotica e dal fatto che prima Jung e poi Freud la aiutassero a guarire. Esiste il pregiudizio che una volta ricevuto un aiuto psicologico si resti senza proprie risorse e comprensioni, e molti fanno pubblicità ai farmaci promettendo indipendenza; invece è tutto il contrario.

2)
Si vive in tempi difficili. Come i giornalisti ultimamente hanno usato tanto e a sproposito l'espressione inadeguata e confusiva "omicidio stradale" - se uno dice omicidio familiare, si riferisce ai coinvolti, ma con strade e responsabilità umane nell'usarne non è lo stesso - ugualmente viene usata massicciamente l'espressione "paziente psichiatrico", parimenti inadeguata e confusiva. Tanti anni fa i veri professionisti del settore psichiatrico erano terrorizzati e disgustati dal fatto che non si volesse proferire con sufficiente chiarezza, da parte di troppi, neanche l'espressione semplice "paziente di uno psichiatra". Proprio il tentativo disgraziato di sostituire la psichiatria con la neurologia, parzialmente o finanche totalmente in certi casi, era accompagnato dalla fantasia che lo psichiatra e il suo paziente diventassero un assieme, ovviamente non unico ma unificato, come si fosse trattato del connubio tra motociclista e motociclo (tralascio il fatto che nelle carte di circolazione italiane risulta ancora adesso una certa confusione tra motocicli e ciclomotori, tralascio anche tutto il resto conseguente). Come spiegare questo abuso linguistico, il dire e far proferire l'espressione "paziente psichiatrico"?
In verità l'àmbito medico non è il solo coinvolto da questa confusività e improprietà di linguaggio. Nella filosofia ci sono i materialisti atei e occidentali che guidano le folle prive di rispetto per i valori linguistici. A cominciare dalla confusione sostanza/materia, come se si potesse dire di una materia infinita al di fuori da un dialogo provvisorio (come quelli di G. Bruno). Tale termine, materia, ha senso solo per oggetti limitati e non per definirne la totalità in quanto cose. La monadologia di Leibniz fa tanto ridere molti sprovveduti (prima anche nelle università, non so ora), ma ricondotta al suo contesto culturale è uno studio filosofico e cosmologico assai serio; e il modo di Leibniz di dire di 'sostanza' sarebbe da recuperare al posto di dare ancora adesso carta bianca a dei distruttori che non hanno, dopo il loro delitto, proprio niente da fare per il mondo, neanche provare a ripagarlo dei propri torti. Dietro l'abuso ai danni di psicologia, psichiatria, psicoterapia, psicoanalisi... c'è il fantasma della "rivoluzione culturale" di Mao e del maoismo in Cina: una tragedia, con tante sapienze, saggezze e metodi preziosi andati perduti; un etnocidio multiplo contro lo stesso mondo cinese; e la prassi maoista riprodotta e reiterata in Occidente è più violenta, crea un disastro a livello antropologico. A quest'ultimo livello si può inquadrare l'atto medico, non a partire dalla stessa medicina. Ugualmente la psicologia fa con la psicoterapia. Se si sogna di sovvertire la cultura e non ci si accorge del valore anche pratico immediato del patrimonio culturale, anche alto non solo basso, della funzione delle lingue nazionali e di tanto altro che il materialismo ateo continua ad insidiare - so benissimo che la Cina di tanti anni fa' non è qui - ecco che non ci si rimedia proprio nulla e si abbandonano le nostre società ai danni insensati. In Egitto un musulmano mi raccontò che prima della venuta dell'Islam i malati di mente di certe zone arretrate di quel Paese erano insistentemente minacciati di lapidazione, di sassaiole contro il cranio; e mi disse di come la religione islamica distrusse le premesse di siffatto delitto. In vasta parte del Pianeta  circola una falsa tecnocrazia e il proposito di agire a livello fisico o peggio chirurgico nei confronti del problema mentale è diffuso finanche tra sedicenti professionisti. Che lo psicofarmaco riduca la violenza con l'effetto-droga è vero, ma pur sempre violenza resta. Certi che sono ritenuti, spesso anche ufficialmente, operatori sanitari, medici, infermieri e loro colleghi e collaboratori hanno forse più pregiudizi e vizi mentali di quegli anonimi che secoli addietro in Africa minacciavano di lanciare sassi contro la testa degli psicotici, incontrando il provvidenziale veto dei seguaci di Maometto. Dalle nostre parti e anche altrove, ai nostri giorni, spunta fuori, immancabile, il tentativo di convincere che la fine dei conflitti tra umani sia una prospettiva reale e concretamente realizzabile con medicine e terapie... Questi sciocchi sogni si traducono poi in eccessi da incubo e poi anche in peggio: imputando ai cosiddetti pazzi le tragedie del mondo tali sciocchi finiscono per violentare l'umanità ricorrendo a falsi rimedi per falsi problemi e usando costrizioni, dato che non hanno reali capacità di affrontare la questione. Questa dipende anche da un cattivo materialismo: la proposta e imposizione, costante e non richiesta, del neurologo - cui poi seguirebbero interventi di fisiatri fino al peggio - vanno trattate dalle autorità come in Egitto secoli fa si trattavano quei lapidatori. L'ordine dei fatti è lo stesso!
La prospettiva adatta per eliminare le premesse della violenza che ho indicato non è a sua volta quella medica né quella terapeutica bensì quella che fa riferimento a una alterità al mondo, dato che tali crisi umanitarie e sociali accadono quando non è più possibile ricorrere ai poteri dello stesso mondo. L'assenso, inevitabile, dello psicologo serio e competente a tale prospettiva, non va scambiato per una sostituzione a chi di questa alterità misteriosa si occupa. Invece che inquisire i credenti, tanto più notandone una capacità tanto più criticandoli ed escludendoli, trattandoli da criminali furiosi quando si arrabbiano o si adirano, invece di fare questo si dovrebbe riconoscere il valore terapeutico delle religioni e quello taumaturgico della fede - il che non significa abbandonare scienze, filosofie, tecniche, ma significa non andare oltre e conservare i reali saperi e capacità. Il disgusto di S. Freud per la religione, le sue deboli ammissioni postume, non sono il segreto per capire davvero la psicoanalisi. Meglio cercare di ricostruirne la vera storia, recuperando quel che ancora c'è per lo scopo.


P.S.
L'interlocutore "green demetr" ha detto di non aver letto quanto ho scritto (in altro messaggio) a mo' di esempio sulle bestie feroci marine, forse ne è inquietato o forse è più inquietato dal pensare che la cronaca diffusa sul metodo psicoanalitico dice in un modo ma i fatti risultano in un altro e ancor di più inquietato che una ex malata grave di mente abbia fornito l'apporto determinante per la formulazione scientifica della psicoanalisi - non è una reazione saggia perdere la quiete per un motivo così, neanche far pesare antipatie e simpatie in una discussione così, come sento che accade ai danni dei miei messaggi.



MAURO PASTORE

TugA

Citazione di: PhyroSphera il 25 Novembre 2024, 08:51:37 AM1)
Essere psichiatra, a rigore, significa svolgerne la professione. La medicina è una disciplina, in sé, di àmbito tecnico. Avere un titolo di psichiatra non significa necessariamente esserlo. In tutte le biografie accreditate S. Freud non viene mai presentato per medico psichiatra, ma per medico e neurologo e i suoi rapporti con la psicoanalisi vengono di solito sopravvalutati. Avesse egli avuto anche il titolo di psichiatra ed avendone a volte esercitato la professione, resta che la sua attività era altro. Una espressione assai usata è stata "padre della psicoanalisi", ma questa andrebbe interpretata nel senso limitato di patrocinio, ma tanto per accorgersi che neanche questo è esatto. Freud fu un applicatore come qui . Come detto, gli psichiatri già ne usavano nei rapporti medici e nelle diagnosi, senza che fosse specificato in quanto metodo scientifico; S. Freud la applicò nello studio delle cure delle nevrosi, senza definirla scientificamente. Tali studi cominciavano a dimostrare, tra l'altro, a livello di medicina generica, che gli interventi di tipo fisiologico e anche quelli neurologici non erano adatti per la cura delle malattie mentali. Essi tracciavano anche utili paralleli tra neurologia e psicologia, riguardo alla incognita, allora ancora incognita per la scienza, del cosiddetto inconscio. Il valore psicologico di questi studi non era però intrinseco ad essi, inoltre il limite fissato per i neurologi era un'esigenza etica: difatti lo sconfinamento di campo del neurologo era contro gli stessi statuti della scienza ed etica neurologiche! In tal senso bisogna assolutamente capire che non fu la corrente di pensiero sorta da S. Freud a fornire il necessario, ma principalmente le altre due, di Adler e Jung. Nello stesso senso, bisogna capire che il movimento della psicoanalisi propriamente detto non fu mai guidato da S. Freud. Fu Anna Freud, psicoanalista (il fatto che fosse figlia di Sigmund Freud non è rilevante riguardo a questo discorso), a capeggiarlo e a fornire degli schemi validi, partendo necessariamente dalla psicologia non viceversa dalla neurologia. Sempre nello stesso senso: se proprio vogliamo dire di intervento determinante, quello fu (ne ho già citato) di S. Spielrein, altra psicoanalista. La difficoltà nel riconoscerlo dipende in gran parte dal suo passato prima di psicotica poi di nevrotica e dal fatto che prima Jung e poi Freud la aiutassero a guarire. Esiste il pregiudizio che una volta ricevuto un aiuto psicologico si resti senza proprie risorse e comprensioni, e molti fanno pubblicità ai farmaci promettendo indipendenza; invece è tutto il contrario.
La sua osservazione sul ruolo di Anna Freud e della Spielrein nello sviluppo della psicoanalisi è interessante. È d'accordo sul fatto che la più ampia divulgazione della psicoanalisi abbia comunque avuto molto a che fare con il nome di Z. Freud? Freud, anche se il suo coinvolgimento personale nel movimento è limitato?

misummi

#167

C'è una cosa che non dice mai nessuno: l'uomo moderno,sapiens sapiens,si porta dietro memorie e tracce di vita ancestrale
In tempi remoti, la vita di un omninide era molto breve, durava pochissimi decenni.
Durante quel periodo,nasceva,cresceva e si riproduceva,procacciava cibo e accudiva ai bisogni sociali primitivi.
Nell'uomo moderno queste tracce di vita si attivano sullo sfondo influenzando il periodo che va dalla nascita all'età adulta.
In particolare aggressivitá e sessualità ancestrali occhieggiano durante lo sviluppo dal bambino all'uomo.
Nell' amore per i genitori,l'attrazione per i genitori evidente a tutti e per tutti, esprime una traccia remota sessuo aggressiva e colora la crescita attuale di homo sapiens sapiens.
Freud e altri ancora oggi ,non hanno capito questo rivissuto di specie negli individui e hanno attribuito a homo sapiens sapiens tutta l'età evolutiva.
In realtà ,il bambino sapiens sapiens è attratto dai genitori e vive pulsioni colorate vagamente di sesso e aggressivitá anche e, forse, soprattutto, a causa di queste tracce.
Dalla nascita all'età adulta,ripercorre vagamente e inconsapevolmente la vita ancestrale remota .
Questo serve proprio a homo sapiens sapiens per superare l'ancestralitá e diventare un adulto sapiens sapiens.
In pratica ,è come se , in ognuno di noi, esistesse virtualmente un homo remoto sotto forma di memorie parziali e di tracce sessuo aggressive.
Non solo questo,  ma anche memorie parziali di algoritmi mentali e automatismi di vario genere.
Allora, io aspetto da decenni studi e ricerche sulla presenza e azione della psicologia remota nell'uomo moderno.
Solo così si chiariranno le matrici remote dei problemi attuali non solo in ambito psicologico e psichiatrico ma anche sociologico e culturale.
Il problema della sessualitá umana non è solo  attuale ma ha origini nella storia evolutiva dell'uomo stesso e bel suo ripercorrerla man mano che una specie appare accanto a quella vecchia.
Homo sapiens sapiens ha partorito sè stesso portandosi dietro residui di storia specifica "fetale" ancestrali!
Il che è ammirevole e notevole, ma crea anche un sacco di problemi alla specie attuale.
 





iano

Citazione di: misummi il 25 Novembre 2024, 14:47:35 PMAllora, io aspetto da decenni studi e ricerche sulla presenza e azione della psicologia remota nell'uomo moderno.
Solo così si chiariranno le matrici remote dei problemi attuali non solo in ambito psicologico e psichiatrico ma anche sociologico e culturale.
Il problema della sessualitá umana non è solo  attuale ma ha origini nella storia evolutiva dell'uomo stesso e bel suo ripercorrerla man mano che una specie appare accanto a quella vecchia.
Magari non li trovi perchè così regredendo dovremmo considerare che ci portiamo dietro un accumulo di problemi  insostenibile, a partire da quelli ereditati dai primi esseri sessuati. ;)
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Visechi

"La prospettiva adatta per eliminare le premesse della violenza che ho indicato non è a sua volta quella medica né quella terapeutica bensì quella che fa riferimento a una alterità al mondo, dato che tali crisi umanitarie e sociali accadono quando non è più possibile ricorrere ai poteri dello stesso mondo. L'assenso, inevitabile, dello psicologo serio e competente a tale prospettiva, non va scambiato per una sostituzione a chi di questa alterità misteriosa si occupa".

Curare l'uomo con la preghiera: occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio!
Qui davvero il nostro maraja del marasma concettuale ha toccato il parossismo del delirio fideistico... 

Jacopus

CitazioneFreud e altri ancora oggi ,non hanno capito questo rivissuto di specie negli individui e hanno attribuito a homo sapiens sapiens tutta l'età evolutiva.
In realtà ,il bambino sapiens sapiens è attratto dai genitori e vive pulsioni colorate vagamente di sesso e aggressivitá anche e, forse, soprattutto, a causa di queste tracce.
Freud l'aveva capito benissimo: non ti dice niente il complesso di Edipo?
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Jacopus

Citazione"La prospettiva adatta per eliminare le premesse della violenza che ho indicato non è a sua volta quella medica né quella terapeutica bensì quella che fa riferimento a una alterità al mondo, dato che tali crisi umanitarie e sociali accadono quando non è più possibile ricorrere ai poteri dello stesso mondo. L'assenso, inevitabile, dello psicologo serio e competente a tale prospettiva, non va scambiato per una sostituzione a chi di questa alterità misteriosa si occupa".
 
Questa chicca l'avevo persa. Quindi,se ho capito bene, lo psicologo sarebbe una sorta di chierichetto inevitabile di chi si occupa "dell'alterità misteriosa", ovvero lo Xenomistesologo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Koba II

#172
Citazione di: PhyroSphera il 25 Novembre 2024, 08:51:37 AM[...] Invece che inquisire i credenti [...] si dovrebbe riconoscere il valore terapeutico delle religioni e quello taumaturgico della fede - il che non significa abbandonare scienze, filosofie, tecniche, ma significa non andare oltre e conservare i reali saperi e capacità. Il disgusto di S. Freud per la religione, le sue deboli ammissioni postume, non sono il segreto per capire davvero la psicoanalisi. Meglio cercare di ricostruirne la vera storia, recuperando quel che ancora c'è per lo scopo.

MAURO PASTORE

Il passo terminava così.
Si può anche non essere d'accordo, ma la derisione è completamente fuori luogo.
A maggior ragione se espressa da un moderatore.
Vi devo ricordare il regolamento di questo forum? Alle tesi di un utente si risponde solo ed esclusivamente con argomentazioni.
Non con la derisione o il sarcasmo o l'insulto o con l'appellarsi ad una specie di patetico principio di autorità ("io, avendo studiato mille testi sul tema ti assicuro che ti sbagli etc.").

misummi

Citazione di: iano il 25 Novembre 2024, 15:16:42 PMMagari non li trovi perchè così regredendo dovremmo considerare che ci portiamo dietro un accumulo di problemi  insostenibile, a partire da quelli ereditati dai primi esseri sessuati. ;)
non ne esistono proprio e sai perchè?
Il sapiens sapiens è convinto di essere l'apice dell'evoluzione umana e non sa che gli succederà quello che è successo ai Neanderthal: prima o poi APPARIRÀ UNA NUOVA SPECIE UMANA CHE LO METTERÀ DA PARTE.
Ed è davvero strano e ridicolo che i genetisti,gli evoluzionisti e gli addetti alla storia dell'uomo,non se ne rendano conto.
Potrebbe anche darsi che sia già in azione un po' dappertutto e quelli si preoccupano  solo della evoluzione interna al sapiens sapiens.Fossi in loro aprirei gli occhi e preparerei le valige!

PhyroSphera

#174
Citazione di: TugA il 25 Novembre 2024, 13:01:32 PMLa sua osservazione sul ruolo di Anna Freud e della Spielrein nello sviluppo della psicoanalisi è interessante. È d'accordo sul fatto che la più ampia divulgazione della psicoanalisi abbia comunque avuto molto a che fare con il nome di Z. Freud? Freud, anche se il suo coinvolgimento personale nel movimento è limitato?

Non dicevo di coinvolgimento personale ma di diverso coinvolgimento di S. Freud nel movimento della psicoanalisi. Io parlerei di antesignano, nel senso che può avere il prefisso 'ante', non solo di essere prima ma anche di differenza in qualche modo, anzi nel nostro caso di non concordanza. Esempio: "le ore antelucane" sono quelle prima dell'alba ma in genere sono le più fredde della notte.
Sicuramente la divulgazione ha avuto a che fare con lui ma, come dicevo, in presenza di errori di valutazione del suo ruolo. Esso assomiglia a quello che potrebbe definirsi in un processo chimico 'pro-reagente': una concomitanza atta a scatenare delle reazioni... che egli non si aspettava potessero cogliere il bersaglio, stando per esempio a quanto scrisse E. Fromm (ne ho detto in uno dei messaggi precedenti, non ricordo se in questa discussione). S. Freud pensava in ultimo a un futuro di farmacologia, in contraddizione col senso possibile che il suo operato poteva avere se incluso in una opportuna psicologia; cosa che era stata fatta da C. G. Jung, la cui opera rifiutata o trascurata dallo stesso Freud. Dunque — è cosa già detta e ridetta da professionisti del settore — bisogna distinguere tra gli scritti di Freud ricondotti entro un valido quadro psicologico-critico-interpretativo (critico anche eticamente) e il suo orientamento professionale, che non era solidale alla causa della psicologia perché tendeva ad asservire il metodo psicoanalitico agli usi impropri neurologici. Questa tendenza era disastrosa per medici e pazienti.
S. Freud finì, in Inghilterra dove era andato a vivere negli ultimi anni della sua vita, escluso dalla professione medica dalle autorità inglesi — non so se questa informazione, come pure molte altre, è stata occultata dal fanatismo che circonda la sua figura e dagli ambienti che hanno interesse a contrastare usi medici non impropri, quali la psicoterapia per le malattie mentali.
Dicevo in altro messaggio della degenerazione in cui S. Freud cadeva quando diventando insofferente alle teorie di Adler negava anche cosa fosse un sintomo, ma è noto anche, a chi senza pregiudizi, della sua catastrofica esperienza con la cocaina: un suo paziente morto per la sua consulenza sbagliata e S. Freud non considerato omicida dagli inquirenti solo perché riconosciuto gravemente inetto con la sostanza (la cocaina, appunto); uso successivo della stessa da parte sua fino alla dipendenza poi tossicodipendenza, dalla quale usciva solo con l'aiuto di altri medici e terapeuti... ma permanenza in una mentalità da cocainomane: questo il ragguaglio degli studiosi e medici (anche scienziati) su di lui... Quanto emerse dalla fine del suo soggiorno inglese era questo: difficoltà di rapporto con la morfina, assunta distraendosi durante la malattia che sarebbe stata poi letale (un cancro), al punto che il personale che lo seguiva entrava in completa difficoltà, fino a dovergli protestare mancanza volontaria di rispetto per le raccomandazioni che riceveva.
Si badi, che io non sto rapportando questo discorso alla personalità di Freud, tantomeno alla sua persona. Non nutro odi a riguardo. Includo certe affermazioni in relazione e per utilità del discorso che si sta facendo qui su questo forum e a vantaggio di necessarie riflessioni. Era quasi proverbiale il volto tanto poco divertito proprio della suddetta figlia Anna nel ricordarne la presenza in mezzo agli altri... Tutte queste cose si trovarono pubblicate e chissà forse a un'attenta ricerca si potrebbero tutte ripescare ancora oggi.

Il ruolo di questo Sigmund Freud è stato nella medicina e nelle scienze diverso da quel che reputato dalla maggioranza della cultura; in filosofia — come spiegavo — è stato praticamente nullo. L'inconscio in filosofia esisteva già quale concetto, addirittura già nell'opera di Leibniz (né illustrò Jung), e quale elemento di teoria scientifica esso è in diretto rapporto con la filosofia (Schopenhauer, Nietzsche, Kierkegaard...), quella detta in un certo senso irrazionalismo. La non recettività di S. Freud rispetto al possibile effettivo valore dei suoi studi, la quale ho già indicato, ne pone l'operato fuori dalla riflessione filosofica propriamente detta: insomma, a volerne dire francamente e oggettivamente, un disastro epistemologico e in difetto ermeneutico il suo lavoro se commisurato al pensiero filosofico. Se la storia della filosofia ne può autenticamente includere è in qualità di ospite.


MAURO PASTORE

PhyroSphera

Citazione di: PhyroSphera il 26 Novembre 2024, 17:26:01 PMNon dicevo di coinvolgimento personale ma di diverso coinvolgimento di S. Freud nel movimento della psicoanalisi. Io parlerei di antesignano, nel senso che può avere il prefisso 'ante', non solo di essere prima ma anche di differenza in qualche modo, anzi nel nostro caso di non concordanza. Esempio: "le ore antelucane" sono quelle prima dell'alba ma in genere sono le più fredde della notte.
Sicuramente la divulgazione ha avuto a che fare con lui ma, come dicevo, in presenza di errori di valutazione del suo ruolo. Esso assomiglia a quello che potrebbe definirsi in un processo chimico 'pro-reagente': una concomitanza atta a scatenare delle reazioni... che egli non si aspettava potessero cogliere il bersaglio, stando per esempio a quanto scrisse E. Fromm (ne ho detto in uno dei messaggi precedenti, non ricordo se in questa discussione). S. Freud pensava in ultimo a un futuro di farmacologia, in contraddizione col senso possibile che il suo operato poteva avere se incluso in una opportuna psicologia; cosa che era stata fatta da C. G. Jung, la cui opera rifiutata o trascurata dallo stesso Freud. Dunque — è cosa già detta e ridetta da professionisti del settore — bisogna distinguere tra gli scritti di Freud ricondotti entro un valido quadro psicologico-critico-interpretativo (critico anche eticamente) e il suo orientamento professionale, che non era solidale alla causa della psicologia perché tendeva ad asservire il metodo psicoanalitico agli usi impropri neurologici. Questa tendenza era disastrosa per medici e pazienti.
S. Freud finì, in Inghilterra dove era andato a vivere negli ultimi anni della sua vita, escluso dalla professione medica dalle autorità inglesi — non so se questa informazione, come pure molte altre, è stata occultata dal fanatismo che circonda la sua figura e dagli ambienti che hanno interesse a contrastare usi medici non impropri, quali la psicoterapia per le malattie mentali.
Dicevo in altro messaggio della degenerazione in cui S. Freud cadeva quando diventando insofferente alle teorie di Adler negava anche cosa fosse un sintomo, ma è noto anche, a chi senza pregiudizi, della sua catastrofica esperienza con la cocaina: un suo paziente morto per la sua consulenza sbagliata e S. Freud non considerato omicida dagli inquirenti solo perché riconosciuto gravemente inetto con la sostanza (la cocaina, appunto); uso successivo della stessa da parte sua fino alla dipendenza poi tossicodipendenza, dalla quale usciva solo con l'aiuto di altri medici e terapeuti... ma permanenza in una mentalità da cocainomane: questo il ragguaglio degli studiosi e medici (anche scienziati) su di lui... Quanto emerse dalla fine del suo soggiorno inglese era questo: difficoltà di rapporto con la morfina, assunta distraendosi durante la malattia che sarebbe stata poi letale (un cancro), al punto che il personale che lo seguiva entrava in completa difficoltà, fino a dovergli protestare mancanza volontaria di rispetto per le raccomandazioni che riceveva.
Si badi, che io non sto rapportando questo discorso alla personalità di Freud, tantomeno alla sua persona. Non nutro odi a riguardo. Includo certe affermazioni in relazione e per utilità del discorso che si sta facendo qui su questo forum e a vantaggio di necessarie riflessioni. Era quasi proverbiale il volto tanto poco divertito proprio della suddetta figlia Anna nel ricordarne la presenza in mezzo agli altri... Tutte queste cose si trovarono pubblicate e chissà forse a un'attenta ricerca si potrebbero tutte ripescare ancora oggi.

Il ruolo di questo Sigmund Freud è stato nella medicina e nelle scienze diverso da quel che reputato dalla maggioranza della cultura; in filosofia — come spiegavo — è stato praticamente nullo. L'inconscio in filosofia esisteva già quale concetto, addirittura già nell'opera di Leibniz (né illustrò Jung), e quale elemento di teoria scientifica esso è in diretto rapporto con la filosofia (Schopenhauer, Nietzsche, Kierkegaard...), quella detta in un certo senso irrazionalismo. La non recettività di S. Freud rispetto al possibile effettivo valore dei suoi studi, la quale ho già indicato, ne pone l'operato fuori dalla riflessione filosofica propriamente detta: insomma, a volerne dire francamente e oggettivamente, un disastro epistemologico e in difetto ermeneutico il suo lavoro se commisurato al pensiero filosofico. Se la storia della filosofia ne può autenticamente includere è in qualità di ospite.


MAURO PASTORE
Ho migliorato e dato delle aggiustature al testo della mia risposta, il cui senso fondamentale era intellegibile anche prima.

MAURO PASTORE 

green demetr

Citazione di: PhyroSphera il 24 Novembre 2024, 18:31:04 PMung, che a differenza di Freud si era seriamente dedicato a fornire dei modi adatti per curare le psicosi, spiegava chiaramente che ci sono dei fattori ambientali, anche materiali, che concorrono ma spiegava pure che quelli decisivi sono tutti nella nostra mente e ne riguardano il vissuto:
Mi piacerebbe proprio se lei mi indicasse dove. Non lo dico polemicamente.
Infatti caratteristica della psicosi è proprio il carattere di negazione della realtà.
Se non si entra in rapporto con loro, è anzitutto perchè viene a mancare la loro capacità simbolica.
E' ovvio che dipende dal vissuto, ma non c'è niente da fare sono forme incurabili.

Musatti in quanto a capo della società psicanalitica dei post-freudiani non può che dire inesattezze e strafalcioni come quello che Lei riporta, ossia che Freud non era psichiatra: cosa veramente risibile, è saputo che fu allievo di Bleuler, nella clinica della Salpetrie.
E per un semplice fatto: che la psicanalisi l'ha inventata lui, prima si chiamava psichiatria.

Come si può dare retta ad uno come Assaggioli che ritiene malati mentali chi è gay.
E' una chiara violazione del diritto naturale (purtroppo oggi spacciato per diritto formale).
E una evidente filiazione intellettuale del suo essere massone.

Mi pare che alla fine comunque dissentiamo solo sulla questione della curabilità delle psicosi.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: PhyroSphera il 25 Novembre 2024, 08:51:37 AML'interlocutore "green demetr" ha detto di non aver letto quanto ho scritto (in altro messaggio) a mo' di esempio sulle bestie feroci marine, forse ne è inquietato o forse è più inquietato dal pensare che la cronaca diffusa sul metodo psicoanalitico dice in un modo ma i fatti risultano in un altro e ancor di più inquietato che una ex malata grave di mente abbia fornito l'apporto determinante per la formulazione scientifica della psicoanalisi - non è una reazione saggia perdere la quiete per un motivo così, neanche far pesare antipatie e simpatie in una discussione così, come sento che accade ai danni dei miei messaggi
Ma io non La conosco, quindi non ho antipatie o simpatie.
Le ho già detto che condivido le Sue lamentele sulla medicalizzazione della vita.
Ritengo ogni tentativo di abbattere Freud, un tentativo delle forze oscure e occulte a volte, di celare la luce che Freud ha portato a questo Mondo.
Vede se la Scuola di Francoforte (quella originaria, non quella clownesca dei vari Zizek e company) dice di ripartire da Freud, e non da Jung e da Adler, io penso che un suo perchè l'avrà.
A me Jung non dispiace, e ho letto il suo percorso, eminentemente filosofico-religioso, atto a riconoscere le grandi lezioni dei testi gnostici del passato.
(non quelli clowneschi alla Crowley che vanno di moda nelle massoneri.
Da una parte si parla di androginia, dall'altra di sesso spinto: mi chiedo come non si faccia a vedere subito la differenza. Ma va bè, fine della digressione)
Ma in termini di lotta al nichilismo Jung che cosa può darci? Se non di nuovo l'ennesimo percorso relativista? L'ennesima meta che si discosti dalla luce della ragione per essere mangiato vivo dal serpente gnostico, dalle superstizioni religiose.
Si dice che Freud fosse ateo, ma chiunque abbia anche solo iniziato il percorso nei territori del giudaismo, sa benissimo che ateo significa religioso.
Freud desume tutte le categorie dal pensiero biblico, analizzato tramite la sapienza antica.
La gnosi per Freud era certamente la cura, ma era la gnosi antica, quella della sfinge per intenderci.
Se l'uomo non sa chi è, come può curarsi? come può prendersi cura di quello per cui è nato destinato a fare?
Jung parla di esseri soprannaturali, parla di morti che parlano, parla di entità che vivono in una presunta ombra. Un ombra che minaccia gli uomini.
Una proiezione delle sue infantili (quando era ragazzino) ricerche filosofiche: la pietra che parla.
Su Adler stendo un velo pietoso, pensare che mi sono auto-introdotto all'analisi con lui...un mostro sotto le vesti umane. Un propagatore dell'odio, della volontà di potenza, della discriminazione (altro che Nietzche).
All'epoca rimasi ferito gravemente, mi sono alzato.
Non cadrò MAI più sotto alcun maestro.

Le cose che dici, su queste presunte verità, che la psichiatria vorrebbe nascondere...lasciano perplessi, come lasciano perplessi i personaggi che citi.
Non si tratta di antipatia. Solo di ragionamenti ad alta voce.

Nella generalizzazione invece ci troviamo d'accordo: si chiama eterogeneità dei fini.
Bizzarro.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: misummi il 25 Novembre 2024, 14:47:35 PMAllora, io aspetto da decenni studi e ricerche sulla presenza e azione della psicologia remota nell'uomo moderno.
E' una degenerazione, un terribile errore vedere l'uomo come una scimmia.
Comunque si dovrebbe guardare intorno, in libreria sono centinaia, migliaia i volumi che pretendono di far dire che le cose stiano così.
All'ultimo festival del libro c'era un solo titolo che campava gli altri: Harari.
Naturalmente per il suo bene lo sconsiglio e le dico di leggersi invece Freud.

Che l'uomo sia una scimmia e che quindi basta superare la scimmia, è una false flag, infatti i problemi nonostante questo diluvio di pubblicazioni sono esattamente uguali a quelli che c'erano prima questi geni della cultura.
Anzi con una precisazione, che studiando le scimmie, l'uomo si è dimenticato di studiare se stesso, in quanto uomo.(e in generale visto che era il compito della filosofia fin dall'antichità, di leggere gli antichi).
In quanto anima, desiderio, io puro.
Non è che il bambino quando nasce è una scimmia, infatti la prima cosa che si domanda è: perchè devo morire?
Mi pare che vi sia un salto qualitativo nella domanda rispetto alle sciocchezze della scimmia ancestrale.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: PhyroSphera il 26 Novembre 2024, 17:26:01 PMSi badi, che io non sto rapportando questo discorso alla personalità di Freud, tantomeno alla sua persona.
E' esattamente quello che ha fatto, fare un attacco ad personam, tra l'altro ignorando che la cocaina era un prodotto sconosciuto all'epoca, e di cui Freud fu un attento lettore sia delle cause somatiche che di quelle psichiche, quindi essendo un pioniere nell'affermare che fosse una sostanza che dava dipendenze.
All'epoca del caso Valium questi grandi psicanalisti DOVE ERANO? per esempio.
Ma questo poi cosa c'entra con i suoi insegnamenti?
Come si fa a criticare Freud di non aver capito la pscianalisi, pur avendola scoperta, di fatto da solo, e dopo averla scoperta, essendone stato il più grande interprete, fino all'eccellenza di alcuni passaggi di magnificenza intellettuale, a tutt'oggi molto, ma molto poco studiati.
I post-freudiani e le lore teorie sono solo fumo negli occhi, non hanno alcuna validità se non dentro i loro circoli, conniventi con l'ignoranza dei politici e dei giudici.
Quindi si siamo in un epoca davvero bula, se ce la pigliamo con l'unico che ha saputo dare una strada maestra alla verità umana.
Ma non penserete che non sia un caso giusto? 8)
Vai avanti tu che mi vien da ridere