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Psicoanalisi

Aperto da Jacopus, 19 Ottobre 2024, 11:05:36 AM

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iano

#75
Citazione di: Bruno P il 29 Ottobre 2024, 13:02:21 PMIn buona sostanza constato la pars destruens delle tue affermazioni senza però che queste possano giungere ad una conclusione che sia frutto di un arricchimento grazie alle informazioni che ti vengono fornite da altri. Io stesso ho provato a dartene grazie a qualche decina di esami universitari in materia ma in cambio ho ottenuto insulti.
Vuoi rimanere a tutti i costi ancorato a questo tuo atteggiamento? Se si, mi sta benissimo. Personalmente non ho la benché minima intenzione di modificare la tua visione delle cose.
Qual è il tuo problema? Intendo quello vero, non le tue affermazioni e i tuoi toni che ne sono il sintomo. A me non serve alcuna risposta.
Credo si tratti di un odio diffuso verso la scienza in generale, che grazie ai forum ha acquisito visibilità. I moderatori in questi casi di solito qui non intervengono, e io non mi sento di criticarli per questo, anche perchè ho potuto constare che è un atteggiamento che rende questo un forum relativamente pacifico.
Qual'è dunque il problema del nostro forumista e non solo di lui?
Visto il ripetersi di casi simili anche qui sul forum, io gli ha dato un nome: ''Sindrome della scoperta che Babbo Natale non esiste''.
Personalmente mi sono fatto l'idea che molti dei fenomeni cui assistiamo, come ad esempio la diffusione di idee complottaste, siano la riproposizione in età adulta di quelli che in età infantile sono normali passaggi di crescita.
In particolare il moderatore, o colui che viene individuato comunque come autorità sul forum, diventa il sostituto del genitore, cui porre insistentemente i normali perchè di un bambino, che però normali non appariranno se posti con insistenza, e con le stesse modalità, da un adulto.
Ti lascio quindi solo immaginare cos accadrebbe se i moderatori assumessero davvero la parte che alcuni vorrebbero assegnarli, dandogli corda.


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#76
Citazione di: Jacopus il 29 Ottobre 2024, 14:05:29 PMAnche questa affermazione merita un approfondimento. In effetti gli psicoterapeuti e tutti gli operatori sociali sono dei "santoni". Chi è il santone? È colui che fa miracoli,chi è carismatico, colui che agisce secondo modalità non "tecnicistiche" ma "spirituali", chi "ama", e l'amore difficilmente è un tecnicismo. Jung ha scritto molto su questo tema, ad esempio.

Personalmente ammiro molto Freud, perché ha sempre orientato la sua ricerca secondo modalità "scientifiche" pur rendendosi conto che la ripetibilità sperimentale del metodo scientifico non è raggiungibile quando si parla di "mente umana". Lui stesso, in una sua massima famosa ha scritto che ci sono tre attività impossibili: curare, educare e governare. Nonostante ciò ha curato e scritto per tutta la vita, anche quando un doloroso tumore alla mascella lo aveva debilitato. La mente umana non può essere curata come un altro organo qualunque, perché non è un organo qualunque. La sua stessa complessità ha come ricaduta la frequenza della malattia mentale. Difficile pensare ad una formica malata di crisi paranoiche, e soggiogata dal pensiero che la formica operaia al suo fianco voglia ucciderla.
I problemi iniziano con la immissione degli stati emotivi sulle specie più complesse, come uccelli e mammiferi. Rabbia, sofferenza per la solitudine, paura, ricerca di un compagno/a sono stati emotivi che migliorano la capacità di sopravvivenza della specie ( uno è indispensabile), ma non sempre vengono soddisfatti e ciò può creare la malattia mentale. Se ad esempio un soggetto viene sottoposto ad eventi paurosi ripetutamente, risponderà prevalentemente con il sistema limbico ad ogni minaccia, fino al punto che crederà minaccia mortale anche una semplice parolaccia o un gestaccio. Una persona "impulsiva", che oltre un certo livello, diventa una persona con un disturbo mentale che va curato.
Per curare l'impulsività ci sono farmaci che favoriscono la produzione di recettori antagonisti all'impulso (come la serotonina) e inibiscono la produzione di recettori agonisti della rabbia e dell'impulsività (come l'andrenalina). Questi farmaci rispondono a tutti i requisiti "tecnici" della medicina moderna e gli psichiatri li sanno maneggiare. In ciò non mi sentirei di definirli santoni. È comunque inevitabile fare degli aggiustamenti, come del resto per tutti i tipi di malattie. Si può passare da un ipotiroidismo lieve ad uno serio, con relativo cambio di farmaco. Ciò che serve in più ad uno psichiatra e ancor più ad uno psicoterapeuta è proprio quel carisma che in modo banale può essere designato come "santone", e che Freud ha descritto come fenomeno di transfert/controtransfert oppure con una immagine molto forte come "Nebenmensch". Ironizzando, la psicoterapia è una forma di fratellanza a pagamento, ma funziona spesso, altrimenti si sarebbe già estinta dopo 125 anni di onorata carriera, con tanto di cattedre universitarie in tutto il mondo ( o anche qui c'è un complotto dei poteri forti?).
Penso che queste discipline si portino addosso proprio il marchio di voler agire secondo modalità soggetto/oggetto, quando invece dovrebbero agire secondo modalità soggetto/soggetto. Molto esplicativo è il film "qualcuno volò sul nido del cuculo". È già spiegato tutto lì se non volete leggere Basaglia. Altrimenti, per chi ha più tempo e voglia, si può partire da "storia della follia nell'età classica", (Foucault)  che è un saggio paragonabile, mutatis mutandis, ad un classico immortale della letteratura come i fratelli Karamazov.
Sicuro di non aver risposto correttamente a nessuno, vi saluto.
Perdonami se non mi limito ad un like, perchè sento di dover esprimere in parole quanto questo post possa essere illuminate anche per i non addetti ai lavori.
Grazie.
Cercare di estendere il metodo scientifico anche in ambiti che non si prestano del tutto, come ha provato a fare  Freud è prova del successo  del metodo, ma i risultati relativi che si ottengono diventano poi per alcuni ingiustificato motivo di critica verso la scienza.
Il ''santone'', la cui figura hai ben spiegato, acquisirà un aurea negativa quindi nella misura in cui la scienza si presta ad essere idolatrata.
Le maggiori critiche alla scienza provengono infatti secondo me proprio da chi, fraintendendone la natura, ne ha fatto prima un idolo.
La reazione che ne segue quindi mi sembra la stessa di quando ,crescendo, scopriamo che i nostri genitori non sono onnipotenti.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Il_Dubbio

Citazione di: Bruno P il 29 Ottobre 2024, 13:02:21 PMDesidero rassicurarti (non che ci tenga): i tuoi post li ho tutti letti attentamente.
Innanzitutto non condivido i tuoi toni.
All'inizio del thread hai detto ad un altro utente di starsene zitto (post #7), agli altri utenti hai dato ironicamente dell'Alberto Angela (post #29) mentre al sottoscritto hai detto qui sopra che non è capace di cogliere le problematiche da te esposte neanche riscrivendole. 
Le precisazioni sono d'obbligo. Non credo di aver mai detto di stare zitto a qualcuno... su Alberto Angela l'ho riscritto dopo che l'aveva scritto Jacopus, quindi ho solo ripreso la "battuta". 
Mentre a te ho semplicemente detto che mi hai rifatto le stesse domande su le quali avevo gia abbondantemente risposto. Mentre da te non ho letto alcuna risposta sul tema...
Non mi sono arricchito con quello che tu hai detto in quanto non hai suggetito nulla di nuovo.  Qua l'unico che scrive sul tema è jacopus.

Il_Dubbio

Citazione di: Bruno P il 29 Ottobre 2024, 13:02:21 PMRiguardo i contenuti che esponi, continui a chiedere in maniera incalzante, se non pretendere, dei chiarimenti che non sono  ottenibili, riguardo certe patologie, neppure nella medicina tradizionale in una catena causa - effetto - rimedio in cui la causa, e conseguentemente il rimedio in una logica deterministica, sia inequivocabile e inconfutabile grazie ad analisi di tipo strumentale. Ti si è provato a dare diverse risposte da più utenti, ed ammiro in particolar modo la pazienza di Jacopus, ma dato che nessuno te le fornisce, perché per come le pretendi tu è impossibile fornirle...

e quindi? Io sarei arrogante perchè sto chiedendo delle risposte a legittime domande?

Lo psichiatra per caso è un medico alternativo? Non è ciò che dovrebbe essere? E allora cos'è? 

Tra l'altro porti a testimonianza la medicina tradizione (dove è difficile comprendere quel che dici perchè mancherebbero diverse virgole per distinguere le frasi) senza il porti il problema, gia da me evidenziato, che l'esperto c'è gia ed è il neurologo che studia il cervello. Io ho chiesto cosa fa di diverso un altro specialista che chiamiamo psichiatra? 
E tutte le altre domande, con annesse le mie valutazioni, a cui tu non hai risposto. 


Il_Dubbio

Citazione di: Jacopus il 29 Ottobre 2024, 14:05:29 PMUna persona "impulsiva", che oltre un certo livello, diventa una persona con un disturbo mentale che va curato.
Per curare l'impulsività ci sono farmaci che favoriscono la produzione di recettori antagonisti all'impulso (come la serotonina) e inibiscono la produzione di recettori agonisti della rabbia e dell'impulsività (come l'andrenalina). Questi farmaci rispondono a tutti i requisiti "tecnici" della medicina moderna e gli psichiatri li sanno maneggiare. In ciò non mi sentirei di definirli santoni. 

Scusa però a me sembra di aver scovato il termine "santone" per altre mille ragioni.

Se io vado dal mio medico di base e gli pongo una situazione, ovvero un disturbo che sto avvertendo, lui potrebbe tranquillamente darmi un farmaco per quel disturbo. Oppure se il disturbo fosse legato a una malattia probabile, mi manderebbe a fare degli esami diagnostici che renderanno più chiaro il quadro. Alla fine il medico di base, visto che gli accertamenti lo convincono di una certa malattia, mi prescrive una visita specialistica. 

A questo punto mi trovo davanti ad uno specialista. Ogni specialista medico potrebbe richiedere un ulteriore esame diagnostico. Ogni specialista ne ha almeno uno. La mia domanda è: lo psichiatra a quale esame manderebbe il suo paziente per accertarsi della malattia? 

La mia perplessità è che qualora lo psichiatra non avesse alcuna possibilità di ulteriori accertamenti diagnostici, sarebbe un medico specializzato "alternativo" a tutti gli altri. Uno che si può permettere di non avere altri strumenti diagnostici se lo la sua abilità di "maneggiare" dosi farmacologiche. 

Non esprimerò in altro modo ciò che ho da dire, perchè è gia tanto aver dovuto assorbirmi l'offensiva idea che sarei in uno stato confusionale... quando non ho letto mezzo pensiero alternativo alle mie perplessità.
Niente manco a dire ok, ora ci provo. Qualcuno in effetti ci ha anche provato, ma vedo che continuano i soliti distubatori seriali, che non dicono nulla e vogliono pure avere ragione. 


 

Jacopus

Tocchi un nervo scoperto. Non esistono esami strumentali per diagnosticare la malattia mentale ma esiste la malattia mentale. I sintomi della schizofrenia di tipo paranoico sono sempre gli stessi, da quando sono descritti. Così come i sintomi della depressione o del disturbo ossessivo/compulsivo. Quindi il modo per diagnosticare una malattia mentale è la visita specialistica che si fonda su un colloquio o più colloqui con il paziente e i suoi familiari. Quei colloqui finiranno in un fascicolo che si arricchirà con l'anamnesi del caso nel corso degli anni. Affinché la malattia mentale sia verificata occorre che i sintomi siano presenti per un congruo periodo di tempo.
Altra circostanza da evidenziare è il proliferare di malattie mentali, prima misconosciute, ma alcune davvero importanti. Ad esempio oggi è riconosciuta la sindrome da stress posttraumatico (PTSD), che si soffre a seguito dell'impatto da eventi violenti, gravi o ripetuti nel tempo o entrambi. Si tratta di malattie che, a differenza dell'ulcera, puntano il dito contro la stessa struttura sociale e che sono profondamente condizionati dalla struttura sociale. Basti pensare che negli anni '60, un libro didattico per studenti universitari molto diffuso negli USA (posso risalire anche al titolo se interessa), dichiarava che l'incesto familiare era un "fattore protettivo" rispetto alla malattia mentale e rispetto alla vita in genere, perché forniva una sorta di apprendistato in famiglia di come sia duro il mondo. Detto e scritto da un eminente psichiatra di allora, di appena 60 anni fa. Oggi si dice esattamente il contrario, perché sono cambiati i rapporti di potere e la società patriarcale si è profondamente indebolita.
Il collegamento psichiatria-società è dato anche dalla presenza di discipline come l'Etnopsichiatria che studia la psichiatria collegata alle varie culture, ognuna con le sue regole sociali.
Quindi la psichiatria non potrà mai essere guidata dallo stesso paradigma delle altre discipline sanitarie, perché la "mente" che è il suo oggetto, non sta solo dentro il corpo del paziente (come l'elicobacter pylori, responsabile dell'ulcera), ma è il collegamento fra il cervello del singolo e tutti gli altri cervelli. In questo senso la malattia mentale è una condizione universale o se preferiamo un continuum, che impercettibilmente passa da una supposta normalità ad una supposta anormalità. La vera anormalità però consiste nella incapacità di funzionare, di alzarsi al mattino, di lavorare, di essere in grado di vivere senza essere d'impaccio e senza essere un pericolo per sè o per gli altri. Se lo psichiatra attraverso un intervento multidisciplinare riesce a far rientrare lo "squilibrato" in questo range, allora ha fatto il suo lavoro, anche se il paziente, di tanto in tanto può sospettare che dentro l'armadio viva un licantropo invisibile o che la radio ogni tanto gli manda dei messaggi in codice.
In sintesi, abbiamo riscontri descrittivi per i quali è evidente che esistono malattie mentali che creano dolore o disagio, malattie che si distinguono in maggiori o minori a seconda se vi sia o meno perdita del senso di realtà (deliri, allucinazioni) oppure no (manie, ansie, paure fisse, tristezza immotivata). Per queste malattie non esistono ancora strumenti diagnostici fondati sulla misurazione e probabilmente non esisteranno mai, perché l'oggetto di studio dello psichiatra non è il cervello ma la connessione mente/cervello/corpo. Con mente si intende la connessione sociale fra il cervello del paziente e la cultura nel suo percorso storico. Quindi il cervello come organo fisiologico non può essere trascurato ma la psichiatria non può fermarsi al cervello come organo (al cervello come organo fisiologico e basta ci pensa già la neurologia).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

daniele22

"Fino agli anni settanta in Italia la trattazione delle malattie del sistema nervoso includeva nell'unica disciplina della "neuropsichiatria" sia le patologie "organiche", sia le patologie della mente. Il 29 aprile 1976 con la legge nº238, in Italia, si sancisce definitivamente la separazione della psichiatria dalla neurologia, sotto l'impulso dello psichiatra Carlo Lorenzo Cazzullo. Le due branche sono oggi praticate separatamente, anche a causa della grande quantità di dati che sono stati accumulati negli ultimi 50 anni che rende difficile unificarle in un'unica disciplina."
Tratto da Wpedia alla voce "Storia della neurologia ".
Più che altro, per rispondere alle domande di Dubbio bisognerebbe rivolgersi ai dibattiti che erano in corso all'epoca. Forse c'è qualche connessione con la successiva legge Basaglia che è del 1978

Il_Dubbio

Citazione di: daniele22 il 29 Ottobre 2024, 21:55:30 PM
"Fino agli anni settanta in Italia la trattazione delle malattie del sistema nervoso includeva nell'unica disciplina della "neuropsichiatria" sia le patologie "organiche", sia le patologie della mente. Il 29 aprile 1976 con la legge nº238, in Italia, si sancisce definitivamente la separazione della psichiatria dalla neurologia, sotto l'impulso dello psichiatra Carlo Lorenzo Cazzullo. Le due branche sono oggi praticate separatamente, anche a causa della grande quantità di dati che sono stati accumulati negli ultimi 50 anni che rende difficile unificarle in un'unica disciplina."
Tratto da Wpedia alla voce "Storia della neurologia ".
Più che altro, per rispondere alle domande di Dubbio bisognerebbe rivolgersi ai dibattiti che erano in corso all'epoca. Forse c'è qualche connessione con la successiva legge Basaglia che è del 1978

E' sicuramente una questione centrale. Il fatto che siano state divise non dovrebbe comportare che lo psichiatra non abbia competenze neurologiche. Cioè è un medico di base, poi ha una specialistica in psichiatria. Dovrebbe essere un medico neurologo con specialistica in psichiatria. Ma non è così. Poi magari esisteranno psichiaritri che sono anche neurologi, ma non è un obbligo.
Questa divisione in due tronconi rispetto all'unico organo (il cervello) dove uno studia e cura direttamente l'organo, l'altro invece solo la mente, è un errore di metodo. Fa comprendere come il neurologo non ha troppi dati da elaborare per non potersi occuparare anche della mente. Ma diversamente da quello potrebbe credere non ne ha affatto, tanto è vero che l'approccio medico lo si affida a un altro componente che del cervello, in quanto organo del corpo umano responsabile delle cose che succedono nella mente, non si cura. Non se ne cura perchè non gli direbbe nulla sulle eventuali patologie che invece tratta farmacologicamente.
Non so come dirla altrimenti, mi sembra una frode, un raggiro. Siccome non se ne occupa nessuno visto che nessuno ne sa niente, mandiamo avanti gli psichiatri.

iano

#83
Citazione di: Il_Dubbio il 29 Ottobre 2024, 23:28:49 PMNon so come dirla altrimenti, mi sembra una frode, un raggiro. Siccome non se ne occupa nessuno visto che nessuno ne sa niente, mandiamo avanti gli psichiatri.
La suddivisione in specializzazioni non è cosa desiderabile, ma una necessità che si presenta col progredire delle attività umane.
Tu hai elementi per sostenere che nello specifico caso di cui dici questa necessità non c'era?
Perchè non c'è dubbio che si fosse potuta evitare questa suddivisione specialistica sarebbe stato  bene non farla.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

green demetr

Citazione di: Il_Dubbio il 29 Ottobre 2024, 08:14:51 AMQuesto fino a che ne trovi uno adatto. La scientificità sta secondo questo tuo racconto nel prendere il paziente e somministrargli dei farmaci con il solo scopo di vedere se funziona?
Io non ci trovo niente di strano, comunque è proprio così.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Mi fa ridere che la questione sia diventata una questione di etichettazione da archivio di stato.
E mi fa ridere anche che si parli di complottismo, quando i fatti sono sotto gli occhi di tutti.
Ma orma il mondo è così: i fatti diventano complotto.
La cura Basaglia che ha poi portato alla legge omonima, è un j'accuse pesante alla psichiatria, basterebbe quello.
Del mondo burocratizzato e disumanizzato contemporaneo, già indagato dalla filosofia critica, si è occupato Freud (Il disagio della civiltà per es.).
Con tanto di evidenze intracliniche.
Forse al mondo relativista dà fastidio, che qualcuno abbia portato dati e fatti, e non teorie senza alcun controllo scientifico, o con scarso controllo scientifico.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Il_Dubbio

Citazione di: green demetr il 30 Ottobre 2024, 05:54:24 AMIo non ci trovo niente di strano, comunque è proprio così.
a me fa strano che a voi questo non sia strano.

Non so, voi vi fidereste di uno che vi da una cura farmacologica per lo stomaco solo perchè quel "dottore" pensa che lo stomaco sia stato messo sotto stress da un fatto che vi è accaduto, e questo senza andare mai a vedere se lo stomaco è per davvero malato?

Diciamo che l'idea di stranezza potrebbe essere relativa, ma il fatto in se è importante. Se ciò non fosse strano, allora andare dalla maga a farsi togliere il malocchio potrebbe non essere dopo tutto cosi strano, tanto il malocchio nessuno lo ha mai visto, ma solo la maga può toglierlo. Quindi non è strano andare da lei.

Ma vi faccio riflettere, o comunque spero di avervi fatto riflettere. Poi ognuno continuerà a pensarla come crede, anche se io spero che ci ripensiate più in la nel tempo.

PhyroSphera

#87
Citazione di: PhyroSphera il 28 Ottobre 2024, 13:29:20 PMFreud filosofo è secondo alcuni psicoanalisti il pensiero-rifugio di quelli che vogliono avere un'idea troppo fantasiosa di sé stessi e vedono nel dato scientifico un impedimento. Non smentisco questa affermazione, tuttavia c'è anche la tendenza opposta a vedere in un dato scientifico la totalità e nel dato scientifico in sé la verità assoluta. Questa sopravvalutazione, definibile positivista, genera dei rifiuti che a volte inavvedutamente fanno scartare assieme alle illusioni scientiste le certezze scientifiche.
Detto questo, aggiungo che Freud viene ritenuto filosofo anche da chi lo ritiene scienziato. Si tratta di uno sproposito, per il semplice motivo che il risultato delle sue ricerche, l'inconscio, da lui indicato solo scientificamente e soltanto dopo e da altri individuato scientificamente (con la psicologia analitica, da Jung...), restò sempre un oggetto ingestibile per Sigmund Freud, che vi si rapportò senza saggezza e senza veramente aprirsi a una sua interpretazione effettivamente tale. Molti lo annoverano nella storia della filosofia, attuando uno scambio. Schopenhauer, Kierkegaard e Nietzsche furono i maggiori pensatori che filosoficamente aprirono alla scoperta scientifica dell'inconscio tramite la psicologia. Al posto di questi viene a torto annoverato Freud. Attorno alla sua persona c'è fanatismo, come pure si sopravvaluta la psicoanalisi, che è solo un metodo psicologico, finendo col sottovalutare la psicologia, che esiste anche quale scienza, illudendosi che i suoi risultati siano traducibili, trasformabili e riducibili a neurologia... il che è falso e disastroso perché genera la tendenza a cercare di attuare rimedi di ordine fisiologico, cioè a sbagliare e a violare o danneggiare i pazienti. Le famose 'mappe del cervello' dei neurologi, da ipotesi qual dovrebbero essere sono erroneamente e disastrosamente presentate per geografie della mente e il corpo. In realtà cambiano sempre anche contraddicendosi e dovrebbero essere considerate non in sé stesse a solo per far progredire gli studi neurologici e pervenire a teorie; e solo in tal senso le si può chiamare "ipotesi operative", con nulla a che vedere con interventi chirurgici di sorta. Invece c'è chi le usa per produrre sistemi e farmaci, puntualmente fallendo, quindi allineandosi sui risultati di altre ricerche, ma poi reiniziando a sbagliare proprio come prima e non volendo ammettere il fattaccio. Nel frattempo continuano le violenze e vessazioni di o da manicomio!
La parabola di Freud, dal còmpito assegnatogli dalla psichiatria francese e svolto con successo — ma senza etica, dato che muoveva da un pregiudizio meccanicista nel quale coinvolgeva i pazienti — alla consegna del testimonio a Jung — che ingiustamente veniva disconosciuto proprio da Freud stesso — prese inizio a discendere verso il fondo proprio quando egli pensò che tutto si potesse risolvere al livello della fisiologia. Abbandonò la fiducia nella psicoterapia e promosse la farmacologia, sostituendo le nozioni di conscio e inconscio con quelle 'geometriche', e in realtà inservibili da sole, di 'sub' e 'supra', sopra e sotto. Ne disse E. Fromm, di questa caduta a detrimento degli stessi successi ottenuti, a danno della categoria degli psicologi e degli interessi della psicoterapia, contro i bisogni dei malati di mente. Già esisteva la distinzione tra sfera superiore e inferiore della mente e il provare a sostituirla alla nuova aggiunta, di conscio e inconscio, era una dissennatezza. Certo, lo sviluppo farmacologico spropositato è meno grave dei sistemi di intervento a livello fisico più o meno diretto, quali elettricità, custodie di tipo ortopedico... Ma si tratta di un fallimento e di un tradimento; infatti i drogaggi restano tali e un disagio psichico non può che essere risolto a livello psicologico.
La psicoterapia però non serve a dare un senso. Trovare un senso può essere psicoterapeutico, ma non viceversa. Inoltre la psicoanalisi, che è metodo scientifico, offre dati, non teorici ma di ordine tecnico per la riuscita della psicoterapia e questi da soli non hanno senso e il senso che possono acquistare non riguarda la dimensione filosofica. Non bisogna confondere il dato che si offre al filosofo interprete della scienza con la ricerca filosofica del senso, la cui dimensione è esistenziale, quindi al di là di quella di teorie scientifiche e di parametri tecnici.


MAURO PASTORE

A fronte dei messaggi inviati dopo il mio, voglio sottolineare qualcosa di quanto ho già scritto e aggiungere anche preziose notazioni. Preciso che io non sono medico ma che quanto segue è stato ottenuto secondo conoscenze ottenibili anche senza svolgere la professione medica.

Per ciò che riguarda gli altrui testi inviati qui al forum, trovo ottimo l'aver citato la cronaca della distinzione tra psicologia e neurologia accaduta istituzionalmente prima della cosiddetta Legge Basaglia. La vicenda, che io ho descritto, di Freud e Jung alle prese con l'inconscio, offre proprio l'evidenza della estraneità del còmpito del neurologo alla vera e risolutiva cura delle malattie mentali e dei disagi psichici. Il fatto che il sistema sanitario italiano ne recepisse, è ovviamente favorevole e sarebbe stato anche dovuto prima (e ugualmente vale per l'estero); c'è da ricordare che le pretese dei neurologi erano soltanto tali già da prima delle valutazioni psicologiche sulla realtà dell'inconscio e sul suo ruolo nella genesi e cura di nevrosi e psicosi.
Disastrosa nel forum invece la identificazione della psichiatria con la scienza al posto del riconoscimento che esiste anche la psicologia scientifica. L'àmbito medico può essere scientifico solo se lo si unisce alla scienza; e la medicina, essendo per definizione e pratica un ritrovato utile, in sé non è scienza. Il medico agisce metodicamente oppure tecnicamente e lo può fare su base scientifica, ma questa resta distinta. A riguardo l'orientamento culturale prevalente è confusivo; e quando si confonde atto medico e dato scientifico si smarrisce il senso, l'effetto e la funzione diversi di entrambi. Da tale errore (per esempio) le famigerate imposizioni dei vaccini, oltre che la nota violenza contro chi soffre di patologie mentali — che peraltro non in tutti i casi è un malato.
Ho trovato poi discorsi, circa la psicosi e la schizofrenia, che abbisognano di provvidenziali specificazioni. In verità si dovrebbero individuare dei punti fermi. Dalla considerazione non superficiale dell'inconscio, quale si ritrova nella psicologia analitica, è stato possibile catalogare la psicosi quale perdita — mai totale, ciò non sarebbe mai possibile — del Sé da parte dell'Io, a causa di un vissuto interiore travagliato in concomitanza con un fattore esterno di difficoltà. Ciò, a livello psichico. Se il fattore è fisico, può essere concomitante solo in ordine al vissuto psicologico, cioè non per sé stesso — ma ciò non significa che sia negativo per arbitrio mentale. La degenerazione della psicosi in schizofrenia non consiste in una fisicizzazione: il problema resta solo psichico pur coinvolgendo il corpo — e mai viceversa. Questo è quanto scientificamente si afferma sull'accadere delle psicosi e schizofrenie e non è necessario affermare altro, nel senso che le componenti interessate queste possono essere e interagiscono sempre così, tra l'Io e il Sé. Per ciò che riguarda la spiegazione delle nevrosi, essa può prescindere dal riferimento al Sé, limitandosi a definire un rapporto difficoltoso tra Io e non-Io. Per entrambe le situazioni, è necessaria una psicologia dell'inconscio per intervenire psicoterapeuticamente, mentre nella prima situazione, che è quella più grave, c'è bisogno di una psicologia che sia anche del profondo. Interventi a livello fisico, anche specificamente fisiologici, non sono adatti; rimedi a livello psicofisico sono impropri, quindi insufficienti da soli o insufficienti — gli psicofarmaci infatti sono solo palliativi. Tali inadeguatezze sono dimostrate semplicemente dal tipo di problema cui si ha a che fare, che è proprio psichico, e dalla caratteristica della psiche, la cui dinamica è indipendente da quella fisica pur essendone sottoposta. Non è comparando psicologia e neurologia che si ottiene questo dato, ma tramite la psicosomatica. Questo studio discende dal parallelo tra mente e corpo attuato scientificamente dallo psicologo e non da osservazioni fisiologiche né neurologiche. Lo psicologo infatti comprende il corpo quale manifestazione della mente, senza necessità di aiuti interdisciplinari. Lo studio scientifico della psicosomatica mette in luce che la mente pur essendo soggetta al corpo e alla restante materialità non è mai decisivamente passiva verso queste realtà. A parte la successiva costituzione di una specifica disciplina della psicosomatica, la psicologia scientifica e quindi per conseguenza anche la psichiatria su basi scientifiche, hanno sempre avuto una minima cognizione di questo principio, che deriva dagli inizi stessi della scienza psicologica, attuati con Wundt.


MAURO PASTORE

Jacopus

CitazioneDisastrosa nel forum invece la identificazione della psichiatria con la scienza al posto del riconoscimento che esiste anche la psicologia scientifica.
Sul merito di questa dichiarazione (tralasciando di redarguire il solito tono giudicante veramente improprio fra tutto noi dilettanti della psiche), mi limito a dire che psichiatria e psicologia sono soft sciences, e per questo possono e devono orientare la loro conoscenza in modo più flessibile e umanistico, altrimenti, ad esempio, si incorre in quegli esperimenti di "psicologia scientifica" che affermano come  il cervello decida autonomamente rispetto alla consapevolezza (cfr Libet, Soon). La psiche umana però non è rinchiusa o rinchiudibile in una stanza sperimentale. Se al posto del movimento del dito (esperimento di Libet) si chiede al volontario di scegliere fra una azione egoistica ed una altruistica, o di fare una dichiarazione etica o un'altra, i sistemi automatici di risposta del cervello, che sembrano provare l'assenza di libertà, non funzionano più e la risposta coincide con il tempo in cui il decisore l'ha decisa, rimettendo in campo una capacità "agenziale" non più esclusivamente deterministica. Se si proclama una visione solo scientifica delle scienze psicologiche la prima conseguenza coerente è quella di accettare il fatto di essere predeterminati e mai capaci di esprimerci liberamente.
Per converso, dichiararsi antiscientifici comporta altri problemi, ovvero la spiritualizzazione di una disciplina (il famoso "santone") che invece interagisce e deve interagire in modo fruttuoso con il metodo scientifico, pur concependolo come un metodo che deve essere connesso ad altri metodi e ad altre discipline. La psichiatria, ancor più della psicologia, è materia interdisciplinare.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Il_Dubbio

Citazione di: PhyroSphera il 30 Ottobre 2024, 12:40:23 PMgli psicofarmaci infatti sono solo palliativi. 

Questa è un'affermazione che sminuisce il ruolo del farmaco. 
Ma vorrei capire bene. Per palliativo intendi che non potrebbero far male, o solo che non risolve il problema?

Perchè se può far male e in piu non risolve alcun problema, per quale motivo dovrebbe essere riconosciuto (lo psichiatra) come, a differenza dello psicologo che invece non è un medico, un esperto che può utilizzare cure farmacologiche?

Per chiarezza anche il medico di base può prescrivere farmaci riconoscibili come psicofarmaci... non sono del tutto palliativi, in quanto qualche sintomo viene effettivamente tenuto sotto controllo. 
Ma qua si parla di situazioni molto piu complesse... quindi i farmaci utilizzati non credo siano quelli che gia un medico di base potrebbe utilizzare. Utilizzo un altro termine che potrebbe far discutere (tipo quello di santone precedentemente usato): intruglio farmacologico. Servirà oppure no? Da sollievo o no? Potrebbe far male si o no? Ma poi, verrebbe utilizzato con quale metodo? Partendo da quello che hai detto potrebbe curare il cervello dai danni fatti dalla psiche (e non il contrario, come hai suggetito tu). Ma se fosse vero che il cervello subisce un danno dalla psiche, almeno questo danno dovrebbe essere appurato, prima di dare un farmaco.