L'uomo dovrebbe fermare L'evoluzione?

Aperto da Morpheus, 18 Ottobre 2024, 15:19:26 PM

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Morpheus

La domanda che ho inserito come titolo della discussione è incompleta, quella completa è: L'Homo Sapiens dovrebbe tentare di fermare o accellerare l'evoluzione? Oppure dovrebbe rimanere indifferente e non fare niente?

Mi spiego meglio. Noi, Homo Sapiens, parliamo spesso di estinzione, dominio del mondo intero, primato della nostra intelligenza... ma cosa succederebbe se un nuovo gradino dell'evoluzione della specie umana venisse portato a compimento? Uomini più veloci, intelligenti, forti. Li chiamerei Homo Deus (come il libro di Harari) se a voi sta bene. Cosa succederebbe se ci volessero estinguere? O, peggio, schiavizzare o mettere all'interno di uno zoo come facciamo noi con gli altri animali che popolano la Terra? Non sarebbe controproducente, per noi come specie, avvantaggiare in qualunque modo (biotecnologie, ingegneria genetica...) l'evoluzione? Secondo voi cosa sarebbe meglio fare? Anzi, voi cosa fareste?

Ovviamente è un'ipotesi molto remota e distopica ma sono curioso di sentire il vostro parere.
Possiamo vedere infiniti motivi nel fatto che il cielo è azzurro, ma alla fine solo una è la verità: La Scienza.

niko

No, l'uomo non dovrebbe fermare l'evoluzione. Se un futuro sostituto dell'uomo sara' in grado di dare felicita' a se stesso e a tutti, per definizione, esso sara' in grado di dare felicita' pure ai (residuali, eventuali) uomini.

Se no, (ad esempio, se questo futuro superuomo artificiale mostrera' eccessiva volonta' di potenza e vorra' dare felicita' solo a se stesso, magari in danno di altri, compresi tra questi "altri" i "vecchi" uomini, che a questo punto diventerebbero suoi "nemici", o se sara' proprio completamente "fallato", come "nuova invenzione", e non in grado di dare felicita' a nessuno, ne' a se stesso, ne' ad altri) vorra' dire che, noi abiziosi e presenti uomini d'oggi, avremo del tutto sbagliato nel tentativo di crearlo, ma, proprio guardando il presente di oggi, si comprende che valeva, e vale, la pena di correre il rischio.

Ad oggi si corrono (insensti) rischi per cose anche molto piu' grette, e stupide.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

iano

#2
C'è un cortocircuito nell'osservatore che si osserva.
Osservando l'estinzione dell'uomo, a un osservatore esterno non verrebbe da pensare che non si tratti di un fatto evolutivo, perchè l'estinzione delle specie è un fatto dell'evoluzione.
Direbbe semmai che l'uomo non è riuscito ad adattarsi ai cambiamenti ambientali, laddove l'ambiente include tutti gli esseri viventi che in esso agiscono, uomo compreso, e lo direbbe anche quando realizzasse che sia stato proprio l'uomo il principale artefice del cambiamento ambientale causa della sua estinzione.
Le cause che determinano l'evoluzione sono comunque da considerare sempre impersonali, per cui se pure l'uomo decidesse volutamente di estinguersi con la piena coscienza di farlo, o se pur prevedendo la sua estinzione non vi ponga rimedio, l'osservatore esterno ne trarrebbe conclusione parziale che un eccesso di coscienza può essere causa di estinzione, parziale perché non potrebbe considerare sufficiente un singolo evento per indurne le vere cause.
Si potrebbe credere in modo semplicistico che la coscienza renda le specie più adattabili, essa però ha un costo che potrebbe risultare insostenibile, e sarebbe dunque direttamente allora questa insostenibilità, e  indirettamente la coscienza, la causa di estinzione.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Jacopus

#3
L'uomo non è in grado di fermare l'evoluzione. Finora è riuscito a replicarsi in un modo spettacolare come non era mai riuscito ad altri animali della nostra stazza, ma per fermare l'evoluzione bisognerebbe fermare anche l'ambiente. Infatti l'evoluzionismo nasce come esigenza di riprodurre la vita anche in ambienti molto diversi o che cambiano nel corso del tempo. Dal punto di vista storico inoltre siamo una specie molto giovane.
Appena 200.000 anni contro i 400 milioni di vita filogenetica di alcune specie di squali (e questo significa che non siamo ancora "rodati" per dire che siamo un esempio vincente dell'evoluzionismo: potremmo essere come l'effimero impero di Gengis Khan contro la libellula, paragonabile ad un regno millenario nepalese).
 Resta il fatto che il 99 per cento, ovvero 5 miliardi di specie, si sono estinte e noi siamo destinati, prima o poi, a fare la stessa fine, con buona pace di Mosè. Inoltre essere sottomessi o essere usati in uno zoo risponde alle stesse regole dell'evoluzionismo. Saremmo così in grado di trovare una nostra nicchia ambientale, anche se diversa da quella precedente all'apice della catena alimentare.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Morpheus

Citazione di: Jacopus il 18 Ottobre 2024, 18:03:09 PML'uomo non è in grado di fermare l'evoluzione. Finora è riuscito a replicarsi in un modo spettacolare come non era mai riuscito ad altri animali della nostra stazza, ma per fermare l'evoluzione bisognerebbe fermare anche l'ambiente. Infatti l'evoluzionismo nasce come esigenza di riprodurre la vita anche in ambienti molto diversi o che cambiano nel corso del tempo. Dal punto di vista storico inoltre siamo una specie molto giovane.
Appena 200.000 anni contro i 400 milioni di vita filogenetica di alcune specie di squali. Resta il fatto che il 99 per cento, ovvero 5 miliardi di specie, si sono estinte e noi siamo destinati, prima o poi, a fare la stessa fine, con buona pace di Mosè. Inoltre essere sottomessi o essere usati in uno zoo risponde alle stesse regole fell'evoluzionismo. Saremmo così in grado di trovare una nostra nicchia ambientale, anche se diversa da quella precedente all'apice della catena alimentare.
Ciao, Jacopus! Certo è vero che abbiamo appena 200000 anni e che non siamo in grado di fermare l'evoluzione. Tuttavia la mia era una domanda puramente ipotetica volta più all'aspetto morale che scientifico e personalmente credo che, se non ci estingueremo prima per altre cause, un giorno l'evoluzione verrà a bussare alla nostra porta e saremo costretti ad affrontare le conseguenze che essa potrebbe causare. La mia domanda è se sarebbe meglio, secondo voi e se ne avessimo la possibilità, fermarla oppure addirittura accellerarla?
Possiamo vedere infiniti motivi nel fatto che il cielo è azzurro, ma alla fine solo una è la verità: La Scienza.

iano

#5
Citazione di: Morpheus il 18 Ottobre 2024, 18:17:07 PMLa mia domanda è se sarebbe meglio, secondo voi e se ne avessimo la possibilità, fermarla oppure addirittura accellerarla?
Direi che abbiamo il dovere di fare qualcosa, ma senza dimenticare che la realtà è una cosa e le teorie che la descrivono, compresa quella sull'evoluzione, un altra.
L'interpretazione della realtà ha la funzione di prenderne di fatto il posto, ma se ci si dimentica come ciò derivi da una necessità, si rischia  di pensare di accelerarne gli eventi. nel bene e nel male, in base ad una interpretazione che può rivelarsi in seguito disastrosa, correndo verso l'abisso che si voleva fuggire.
Mi rendo anche conto che non è facile affrontare la realtà attraverso sue interpretazioni di cui continuamente dubitare, però forse se c'è una sfida evolutiva è proprio questa secondo me. Riuscire a gestire le nostre interpretazioni della realtà senza bisogno di scambiarle con essa.
Capire cioè che ogni interpretazione della realtà è una scommessa da non fare con leggerezza, se la posta è la nostra vita.
Detto ciò, l'evoluzione, secondo come correntemente la interpretiamo, sembra anche a me che stia accellerando per via della tecnologia, e il problema che si pone è se la possiamo rallentare bloccando il progresso tecnologico.
Se però l'essere tecnologici è nella nostra natura, bloccarla significherebbe negarla, il che equivale a suicidarsi.
 Non posso quindi che confidare che la tecnologia riesca a risolvere i problemi che essa stessa sembra creare e io sono molto fiducioso che ciò accada anche perchè non vedo alternative a scommettere sull'uomo, se non rimandando la nostra salvezza a data da destinare.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox


l apertura del topic parte con una premessa celata . cioè che l'evoluzione segua una freccia virtuosa. Ma questa premessa è del tutto arbitraria. Se consideriamo l ambiente vediamo che esso è avvelenato , consideriamo i mari , le foreste rimaste e le estinzioni progressive  e massicce di molte speci di animali . In un contesto del genere mi aspetterei che vi fosse un evoluzione negativa piu che virtuosa. La tecnologia certo può sopperire ad alcune mancanze a nostro beneficio come il riciclaggio dell acqua , ma quando è l aria che è non sana c'è poco da fare. Le grandi città, le grandi metropoli , le polveri sottili  la riduzione costante di spazio naturale e il conseguente allontanamento continuo  dalla natura provoca l'insorgere di numerose malattie.  Una vera evoluzione virtuosa può derivare solo dalla natura (altrimenti avresti un evolzione artificiosa)  e se tu la natura la distruggi come puoi pensare che l'evoluzione sarà davvero virtuosa? io ne ho seri dubbi a riguardo.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Koba II

Diciamo che se fosse la tecnologia a sostituire il motore naturale dell'evoluzione, quindi se fosse lo sviluppo della tecnologia a produrre l'uomo-dio, così come in fondo sta accadendo, per capire che cosa resterà dell'essere umano standard bisogna cercare di immaginare, partendo da ciò che si può già ora intravedere, quale potrà essere il suo carattere, la sua personalità.
Osservando le differenze che si sono prodotte negli ultimi decenni a livello di emozioni, di comportamenti, individuando le caratteristiche che sembrano essere premiate dall'ambiente iper-tecnologico etc.
Che immagine di uomo emerge?
Una creatura senza inconscio, senza interiorità profonda, incapace ormai di creare vera conoscenza ma solo ulteriore tecnologia, con una ristretta gamma di sentimenti che riproduce nei momenti opportuni perché espressione naturale di sé e perché tali sentimenti, attesi dagli altri, sono una positiva conferma della natura comune che lega tutti quanti. Ovviamente connesso alla rete, diventato il vero mondo, in modo perpetuo e secondo forme sempre più sofisticate.
Un'umanità del genere non prevede né Madre Teresa di Calcutta né Hitler, ma ottimi programmatori, geniali ingegneri del software.
Né grande compassione, né genocidio. Passioni più utili e meno intense.
Se fosse così? Sarebbe da augurarselo oppure no?

Jacopus

Koba@. Ritengo improbabile nel breve periodo, che la struttura fisioneurologuca profonda dell'uomo possa cambiare attraverso la tecnologia. Se la tecnica dovesse continuare ad accompagnarci con queste modalità anche per i prossimi centomila anni allora sicuramente ci potrebbero essere dei mutamenti. Ma mutamenti fisioneurologici ci sono stati fin dall'avvento delle prime tecnologie. Noi non siamo più equiparabili ai primati, proprio per l'avvento della tecnica. È la tecnica che ci ha permesso di filosofare e di farci domande sul nostro essere nel mondo e queste domande modificano inevitabilmente la nostra struttura cerebrale. Ma nondimeno, questo è il piano alto, che si sostiene su piani cerebrali più antichi, molto simili a quelli di altri animali nostri cugini, il sistema limbico e il sistema del tronco encefalico, collegato alla spina dorsale. Questi due piani bassi sono responsabili delle gestione delle emozioni e delle funzioni vitali di base e sono il frutto di una evoluzione lunga probabilmente  200-300 milioni di anni (si suppone che anche i sauridi fossero forniti di sistema limbico e di un sistema pre frontale di controllo come gli attuali uccelli, che discendono dai sauridi).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Koba II

Il fatto che io abbia un sistema limbico non significa che debba per forza provare paura, ma che possa provarla. Evidentemente per farlo, per attivare il mio primordiale sistema limbico, devo interpretare un evento come pericoloso.
È possibile immaginare che in una società futura, priva di reati violenti, tale attivazione possa avvenire raramente e comunque con un'intensità non paragonabile a quella attivata dal cervello del contadino del 600 d.C. durante le invasioni barbariche.
Stesso discorso per le altre emozioni.

Jacopus

Assolutamente d'accordo koba, funziona proprio così. Ma per eliminare del tutto il sistema emotivo limbico occorrerà un periodo di tempo non calcolabile in epoche storiche. Inoltre una specie senza emozioni non sarà più homo sapiens ma sarà una nuova specie, con un salto evolutivo notevole. Il sistema limbico inoltre è il primo interprete (in realtà il secondo) dei sensi, che vengono riletti emotivamente attraverso esso, ma in un sistema equilibrato vi è una seconda (terza) lettura da parte dei lobi prefrontali ed è attraverso queste letture sovrapposte che la paura diventa significativa per la sopravvivenza della specie. Informazioni che già conosci ma che possono essere utili a qualche altro lettore.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

daniele22

Ad oggi la cosiddetta evoluzione, che personalmente chiamo mutazione, non è governabile e questo è un punto fermo.
In riferimento a quanto esposto negli ultimi due post penso che l'individuo del passato vivesse le stesse intensità emotive di quello di oggi. Forse potrebbe essere stato più esposto, ma sarebbe tutto da dimostrare essendo che molti degli eventi che inducevano le paure di ieri hanno mutate le loro sembianze ... magari a una persona del passato potrebbero sembrare ridicole certe nostre paure di oggi.
Detto questo ho sentito persone che percepiscono l'emotività umana come un impaccio per la nostra specie. Mi chiedo dove vivano costoro. Mi chiedo infatti se mai li abbia sfiorati l'idea che in assenza di emotività si possa precipitare nello zero Kelvin. A mia vista, senza attrazioni e repulsioni, invasioni e contenimenti, non potrebbe consumarsi alcuna vita. Saluti