Il giudizio sintetico a priori

Aperto da Eutidemo, 02 Ottobre 2024, 12:58:41 PM

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Eutidemo

Kant scrive: "Anche se inizialmente si dovrebbe pensare che la proposizione 7 + 5 = 12 sia una proposizione semplicemente analitica che segue dal concetto di una somma di 7 e 5 secondo il principio di contraddizione, tuttavia, se si guarda meglio, si scopre che il concetto della somma di 7 e 5 non contiene null'altro che l'unificazione dei due numeri in uno solo, senza che in alcun modo si pensi quale sia questo unico numero che raccoglie gli altri due. Il concetto del numero 12 non è in alcun modo già pensato con il fatto che io pensi quell'unificazione di 7 e 5, e per quanto a lungo io scomponga il mio concetto di una possibile somma, non vi incontrerò mai il numero 12. Bisogna uscire da questi concetti, chiedendo aiuto all'intuizione che corrisponde a uno dei due, per esempio a quella delle cinque dita, o a quella dei cinque punti, e aggiungere al concetto del 7, una dopo l'altra, le unità del numero 5 dato nell'intuizione. Infatti, prendo prima il numero 7 e poi, chiedendo aiuto per il concetto del cinque alle dita della mia mano come intuizione, aggiungo in quella mia immagine le unità, che avevo precedentemente prese per formare il numero 5, una dopo l'altra al numero 7, assistendo cosí alla nascita del numero 12. Per quanto avessi pensato nel concetto di una somma = 7 + 5 che il 7 dovesse essere aggiunto al 5, non avevo però pensato che questa somma fosse uguale a 12. La proposizione aritmetica, quindi, è sempre sintetica; il che diventa tanto piú chiaro quanto piú grandi sono i numeri considerati, perché allora salta agli occhi che, per quanto girassimo e rigirassimo i nostri concetti in qualunque modo ci venga in mente, non potremmo mai, servendoci della semplice scomposizione dei nostri concetti, trovare la somma senza chiedere aiuto all'intuizione." (Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1971, vol. XVII, pagg. 206-208 – I. Kant, Critica della ragion pura, Introduzione alla seconda edizione.)
***
Al riguardo osservo quanto segue:
.
1)
Per quanto concerne la somma 7 + 5 = 12, ritengo che, tutto sommato, il ragionamento di Kant non faccia una piega; ed infatti, in esso, non c'è niente di "analitico".
Ed infatti, per metterla in termini "inversi", ma, secondo me, più semplici da comprendere di quelli del grande filosofo, nel numero 12 non sono necessariamente impliciti nè il 7 nè il 5.
Ed infatti il 12, è uguale anche a:
1 + 1 + 1 + 1 + 1 +1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 +1
2 + 2 + 2 + 2 + 2 + 2
4 + 4 + 4
6 + 6
5 + 4 + 3
3 + 7 + 2
ecc. ecc.
Per cui, se io chiedo a qualcuno a quale somma corrisponda necessariamente il 12, non esiste una "risposta univoca"; ciò in quanto, per dirla in soldoni, il 12 non è affatto una sorta di "sinonimo" di 7 + 5,  potendo essere il risultato anche di diverse somme.
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2)
Per quanto, invece, concerne la somma 1 + 1 = 2, secondo me il ragionamento di Kant "traballa" un po'.
Ed infatti, dire 2 o dire 1 + 1, è esattamente la stessa cosa, in quanto il 2 non può provenire da altre somme di sorta; per cui, almeno secondo me, in questo caso siamo di fronte ad un "giudizio analitico".
Come dire che "un bipede ha due gambe"; la quale affermazione, prima ancora che dall'esperienza fenomenica, deriva dalla pura e sempre logica.
***
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***
Ovvero, per concludere:
a)
Se io chiedo a qualcuno a quale somma corrisponda necessariamente il 12, non esiste una "risposta univoca"; ciò in quanto, per dirla in soldoni, il 12 non è affatto una sorta di "sinonimo" di 7 + 5,  potendo essere il risultato anche di diverse somme.
b)
Se, invece, io chiedo a qualcuno a quale somma corrisponda necessariamente il 2, esiste una sola "risposta univoca": 1 + 1.
***
Ovvero, per parafrasare lo stesso Kant: "Il concetto del numero 2 è  già pensato con il fatto che io pensi all'unificazione di 1 e 1; e per quanto a lungo io scomponga il mio concetto di una possibile somma, non vi incontrerò mai altro che 1 + 1".
***
Tuttavia, molto probabilmente, io ho equivocato quello che intendeva dire Kant. :(
***

bobmax

Sono convinto che non esista alcun giudizio sintetico a priori.
Lo sviluppo scientifico e in generale tutta la conoscenza ne prescindono.

Ritengo che questo giudizio sia stato immaginato da Kant a causa del disagio che provava, magari inconsapevolmente, nel non formularne la esistenza.
Perché in tal caso l'uomo si sarebbe ridotto a ben poca cosa.

Un po' come la deduzione contrapposta alla induzione.
Se la deduzione in realtà non esiste, che ne è dell'uomo?

Ma sembrerebbe proprio che ogni nostra conoscenza derivi dalla induzione.
Come pure l'IA ci suggerisce.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

Ciao Bobmax. :)
Non so se il "giudizio sintetico a priori" in ambito matematico sia stato immaginato da Kant a causa del disagio che provava, magari inconsapevolmente, nel non formularne la esistenza (perché in tal caso l'uomo si sarebbe ridotto a ben poca cosa); io mi sono soltanto limitato a rilevare che, in "campo matematico", ammesso e non concesso che tale tipo di "giudizio" possa ritenersi valido con riguardo al suo esempio numerico del 7+5 = 12, non mi pare, però, che possa ritenersi parimenti valido anche con riguardo al mio esempio numerico dell' 1 + 1 = 2 (che mi sa tanto di "giudizio analitico").
***
Un cordiale saluto! :)
***

Phil

Quando Kant afferma che «La proposizione aritmetica, quindi, è sempre sintetica» ha ragione poiché i numeri non sono enti fisici. Qualche secolo dopo, la sintesi a priori è ancora più chiara a tutti perché 2 può essere la somma di 1 e 1, ma anche di 0,5 e 1,5, così come di infinite altre combinazioni.

iano

Citazione di: Eutidemo il 02 Ottobre 2024, 12:58:41 PMIl concetto del numero 12 non è in alcun modo già pensato con il fatto che io pensi quell'unificazione di 7 e 5, e per quanto a lungo io scomponga il mio concetto di una possibile somma, non vi incontrerò mai il numero 12. Bisogna uscire da questi concetti, chiedendo aiuto all'intuizione che corrisponde a uno dei due, per esempio a quella delle cinque dita
Ma scriveva in modo così orribile kant , o è la traduzione?
Come ognuno potrà verificare intuire il 5 è già problematico, e di fatto non riusciamo a intuire oltre il 4.
Intuire nel senso che visualizzo non solo gli oggetti che compongono la quantità , ma la quantità stessa, senza quindi dover contare gli oggetti.
Posso anche visualizzarne 8, ma col trucco di visualizzare due gruppi di 4 accostati.
Ma per visualizzare il 2 non ho bisogno di immaginare due oggetti accostati.
Da un punto di vista intuitivo 1 non è nemmeno una quantità, perchè la quantità implica molteplicità.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

bobmax

1 + 1 = 2
5 + 7 = 12
e compagnia bella...
sono tutti giudizi analitici.
Perché non aggiungono nulla a ciò che già è implicito nel significato dei termini.
Equivale a dire: i corpi sono estesi.

Semmai possono essere considerati analitici a posteriori nel caso in cui già non si sappia il risultato della addizione.
Si svolge infatti una analisi. Che non aggiunge nulla essendo il risultato già implicito.
Kant questo non lo considera.

Il significato dei segni utilizzati è invece frutto di giudizi sintetici a posteriori.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

La grandezza di Kant non è nella verità di ciò che ha detto.
Bensì nell'aver mostrato, inconsapevolmente e attraverso la propria onestà intellettuale, l'impossibilità di afferrare la realtà.

E perché è impossibile comprendere l'essenza della realtà?
Perché per comprendere qualcosa siamo costretti a separare, mentre la realtà è l'intero.

Così, separando, finiamo con il credere nella verità della parte di per se stessa.
Mentre nessuna parte può essere vera di per sé.
Vero è l'Uno.

Perciò non vi è alcun mondo mentale che se ne stia separato dal mondo fisico.
L'iperuranio non esiste. È soltanto il frutto di una allucinazione della separazione.

Non vi è un mondo dei numeri.
Così come non vi è un mondo delle parole.
Il mondo è Uno!

Perciò pure la proposizione aritmetica, così come qualsiasi altra proposizione, è legata indissolubilmente con il mondo fisico, con la sua supposta molteplicità.
Ritenere che i numeri prescindano dal mondo fisico, è frutto della allucinazione in cui ci si perde seguendo la illusione della separazione.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

Ciao Phil. :)
Quando Kant afferma che "La proposizione aritmetica è <<sempre>> sintetica", fa comunque una affermazione inesatta; ed infatti anche i "numeri naturali" possono far parte di una "proposizione aritmetica".
E considerato che i "numeri naturali" sono quei "numeri reali positivi" la cui rappresentazione decimale termina dopo la virgola, contendo soltanto zeri, a mio parere, il mio esempio dell'1 + 1 = 2 resta valido; quantomeno con riguardo ai  "numeri naturali".
***
Un cordiale saluto! :)
***

Eutidemo

Ciao Bobmax :)
Anche io penso che:
1 + 1 = 2
5 + 7 = 12
e compagnia bella, siano tutti "giudizi analitici".
***
Però, secondo me, l'1 + 1 = 2 rende tale verità ancora più evidente, in quanto:
- 12 può essere la somma di 5 + 7, di 6 + 6, di 10 + 2 ecc.ecc.
- 2, almeno nell'ambito dei "numeri naturali" (come ho replicato a Phil), non può che essere la somma di 1 + 1.
***
Per il resto condivido tutto quello che hai scritto, in quanto anche io ritengo che il molteplice mondo fenomenico, non sia altro che la manifestazione dell'UNO; il quale, per inciso, è matematicamente contenuto in tutti gli altri  numeri (così come l'ESSERE in tutti gli enti)!
***
Un cordiale saluto!
***

Phil

Citazione di: Eutidemo il 03 Ottobre 2024, 10:32:36 AMQuando Kant afferma che "La proposizione aritmetica è <<sempre>> sintetica", fa comunque una affermazione inesatta; ed infatti anche i "numeri naturali" possono far parte di una "proposizione aritmetica".
E considerato che i "numeri naturali" sono quei "numeri reali positivi" la cui rappresentazione decimale termina dopo la virgola, contendo soltanto zeri, a mio parere, il mio esempio dell'1 + 1 = 2 resta valido; quantomeno con riguardo ai  "numeri naturali".
Cosa intendi per giudizio analitico? Kant intende quello secondo cui viene esplicitata una proprietà o un predicato denotante l'oggetto, e l'uno non è proprietà né predicazione del due: anche limitandoci arbitrariamente ai soli numeri naturali, l'uno è un "oggetto" (numerico) a sé stante, proprio come il due.
Sintetizzando due 1, otteniamo un 2, attuando un processo di conoscenza (che poi capiamo essere a priori perché non è soggetta ai capricci della contingenza e della mondanità). Analizzando un 2, vediamo che è un numero, una quantità, etc. ma ciò era già implicito nella sua "natura".
Esempio banale: quando rompi una noce, il guscio e il frutto non sono proprietà analitiche della noce, ma sono elementi sintetici che la compongono, ognuno con una sua identità distinta. Dirai che è ovvio che una noce sia fatta di guscio e frutto, così come è ovvio che (stando ai soli numeri naturali) 2 sia fatto dalla somma di 1 e 1, ma ciò non toglie che tale "ovvietà" sia un processo di sintesi fra elementi (guscio e noce, primo 1 e secondo 1); sintesi che, una volta scoperta, alimenta la conoscenza.

bobmax

L'1 è una proprietà del 2.
E il 2 una proprietà dell'1.

Infatti il 2 trae tutto il proprio significato dall'1.
E l'1 ha significato solo in conseguenza del 2.

Questa relazione biunivoca è l'essenza dei numeri, di tutti i numeri. I quali comunque di per sé stessi non hanno alcuna realtà, neppure astratta.
Perché necessitano sempre di riferirsi a un che di concreto, di fisico.

Senza il mondo fisico, non vi è alcuna matematica.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

"Siate fedeli alla terra!" Esorta Nietzsche.
Invitava a non lasciarsi illudere da sovraterrene speranze.

Ma a maggior ragione questa esortazione è importante per non credere in qualsiasi separazione.
Cioè che vi sia un mondo di leggi fisiche a cui questo mondo deve sottostare, che esistano davvero i numeri a prescindere dalle cose, che la matematica sia un mondo a parte svincolato da questo, che esista un iperuranio.
Tutte credenze illusorie e fuorvianti.

Fedeli alla terra, significa aver fede nella Verità.
E la Verità è in questo mondo, dove se no?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

Ciao Phil. :)
Tu scrivi, che Kant intende per per "giudizio analitico" quello secondo cui viene esplicitata una proprietà o un predicato denotante l'oggetto; invece, secondo me, il "giudizio analitico" kantiano è quello nel quale il concetto del predicato è implicitamente contenuto nel concetto del soggetto, per cui basta "analizzare" il soggetto per ricavarne il predicato.
***
Quindi, se noi diciamo che "il numero 2 corrisponde ad 1 + 1", ci basta analizzare il soggetto della frase per ricavarne implicitamente il predicato; cioè, come dire che un bipede ha una gamba più un'altra gamba.
***
Un cordiale saluto! :)
***

Alberto Knox

Citazione di: Eutidemo il 04 Ottobre 2024, 17:25:01 PMil "giudizio analitico" kantiano è quello nel quale il concetto del predicato è implicitamente contenuto nel concetto del soggetto, per cui basta "analizzare" il soggetto per ricavarne il predicato.
qui kant prende in considerazione la modalità di formulare il ragionamento da parte dei razionalisti , mostra come tali giudizi (giudizio =proposizione) da parte dei razionalisti sono certi, pochè partono da idee innate, cioè a priori ma non hanno nulla a che fare con l'empirico, non hanno ache fare con il mondo esterno , con gli animali , coi bipedi con i tipi di alberi. il 5 e il 7 fa effetivamente dodici solo l addove il 5 e il 7 non significano nient altro che il numero. l uno piu uno fa due fin quando l uno non significa nient altro che il numero. Perciò sì, è conoscenza certa quella della matematica pura ,ma è una conoscenza che in qualche modo si rifà su stessa. è circolare su se stessa.
Citazione di: Eutidemo il 04 Ottobre 2024, 17:25:01 PMQuindi, se noi diciamo che "il numero 2 corrisponde ad 1 + 1", ci basta analizzare il soggetto della frase per ricavarne implicitamente il predicato; cioè, come dire che un bipede ha una gamba più un'altra gamba.
No, qui stai saltando dalla matematica pura (l'oggetto del discorso di kant nel tuo primo intervento) al mondo empirico, fatto di millepiedi , bipedi , alebri, frutti. Essi si possono contare ma non sono gli oggetti della matematica a cui si riferiva kant, per me passi da un piano all altro così facendo.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

bobmax

Citazione di: Alberto Knox il 05 Ottobre 2024, 19:31:02 PMqui kant prende in considerazione la modalità di formulare il ragionamento da parte dei razionalisti , mostra come tali giudizi (giudizio =proposizione) da parte dei razionalisti sono certi, pochè partono da idee innate, cioè a priori ma non hanno nulla a che fare con l'empirico, non hanno ache fare con il mondo esterno , con gli animali , coi bipedi con i tipi di alberi. il 5 e il 7 fa effetivamente dodici solo l addove il 5 e il 7 non significano nient altro che il numero. l uno piu uno fa due fin quando l uno non significa nient altro che il numero. Perciò sì, è conoscenza certa quella della matematica pura ,ma è una conoscenza che in qualche modo si rifà su stessa. è circolare su se stessa.
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No, qui stai saltando dalla matematica pura (l'oggetto del discorso di kant nel tuo primo intervento) al mondo empirico, fatto di millepiedi , bipedi , alebri, frutti. Essi si possono contare ma non sono gli oggetti della matematica a cui si riferiva kant, per me passi da un piano all altro così facendo.

Non vi è alcuna matematica "pura". Perché non esiste nessun mondo a sé della matematica, il mondo è uno solo!

L'immaginare l'esistenza dei numeri, a prescindere da questo nostro mondo fisico, deriva dall'essersi distaccati dalla realtà.

"Siate fedeli alla terra!" esorta Nietzsche.
Che non poteva comprendere Kant nel suo tentativo di fondare altrimenti l'uomo.
Tentativo che infine non potrà che rivelarsi fallimentare.

Ma è proprio in questo inevitabile fallimento che sta la grandezza di Kant.

Perché è proprio nel naufragio del pensiero, che vuole auto fondarsi, che traspare l'Uno.

Senza più nessun appiglio, neppure la matematica, mero epifenomeno del mondo fisico.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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