Platone, i papi e la foglia di fico: eros adamitico e agape cristiana.

Aperto da PhyroSphera, 09 Aprile 2024, 16:50:29 PM

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PhyroSphera

Tanto tempo fa' ascoltavo con interesse i discorsi di alcuni cattolici sulla filosofia, in particolare su quella antica. Aristotele, Tommaso e la Causa Prima, la Critica di Kant alla Scolastica, ma soprattutto Platone, Plotino, Ficino; e l'Eros che da solo non deve stare, perché l'importante è Agape.
Anni dopo studiai il pensiero di Vladimir Solov'ëv su Platone. Mentre in Italia il solito cattolicesimo trattava quest'ultimo come un separato in casa e Plotino quasi come un profeta, eleggendo Agostino a nume tutelare, Solov'ëv notava che la filosofia di Platone era protesa verso il futuro, fatta per essere completata, il suo divino autore essendone ignaro e per questo incorso finanche in una decadenza psicofisica... E mentre quei cattolici non evitavano di presentare l'Agape come elemento in concorrenza con Eros, ponendoli di fatto quasi come opposti, il filosofo russo suggeriva di vedere l'una il complemento dell'altro.
In termini semplici direi che Solov'ëv mostrava una funzione erotica nella stessa Agape, affermandone tra il resto la necessaria virtù propiziatrice, anche sessuale; invece quegli altri proponevano una improbabile anzi inconcludente (e penosa) ascesi.
Per mezzo sta il passato dramma personale di Agostino, con le sue Confessioni in realtà non definitive e il legame che egli istituiva tra sesso e peccato originale, fatto che mi ricordava il biblico imbarazzo di Cam per le nudità del padre (Noè) ubriaco, quindi le necessità di fuga della decadente civiltà romana in Africa al tempo delle invasioni dei barbari, non la vicenda di una umanità primitiva rinnovata — tranne che questa appunto non fosse vista attraverso una lente deformatrice.
Agostino riformulava, legittimamente, le tre ipostasi neoplatoniche, lui che in fondo era rimasto un pitagorico; però la sua novità non mi pareva adatta al senso greco della natura, libero da labirinti intellettuali quanto da scrupoli morali di troppo. Infatti i bizantini assunsero direttamente Platone come riferimento, così anche i russi (che cristianamente, religiosamente, ai bizantini si rifanno).
In fondo il clero cattolico e i suoi effettivi sottoposti non hanno cambiato registro; sicché l'unione teandrica per loro non sarebbe fondata veramente sul cosiddetto uomo-Dio, dato che in tal caso l'umanità è tutta quanta compresa, eros e sessualità pure...
E del pensiero di Agostino sono state tradite le motivazioni, giacché esso conteneva una visione storica consapevolmente soggettiva, non una descrizione oggettiva del destino umano. In tal senso, sembra proprio che i Papi si fossero fatti sedurre dalle incertezze e i guai di Platone, la stessa negatività che invece avrebbe fatto indignare il Tiranno di Siracusa, durante lo storico incontro dal quale il filosofo di Atene non otteneva nessun vantaggio politico, solo una durissima scomunica.

Mauro Pastore

PhyroSphera

Citazione di: PhyroSphera il 09 Aprile 2024, 16:50:29 PMTanto tempo fa' ascoltavo con interesse i discorsi di alcuni cattolici sulla filosofia, in particolare su quella antica. Aristotele, Tommaso e la Causa Prima, la Critica di Kant alla Scolastica, ma soprattutto Platone, Plotino, Ficino; e l'Eros che da solo non deve stare, perché l'importante è Agape.
Anni dopo studiai il pensiero di Vladimir Solov'ëv su Platone. Mentre in Italia il solito cattolicesimo trattava quest'ultimo come un separato in casa e Plotino quasi come un profeta, eleggendo Agostino a nume tutelare, Solov'ëv notava che la filosofia di Platone era protesa verso il futuro, fatta per essere completata, il suo divino autore essendone ignaro e per questo incorso finanche in una decadenza psicofisica... E mentre quei cattolici non evitavano di presentare l'Agape come elemento in concorrenza con Eros, ponendoli di fatto quasi come opposti, il filosofo russo suggeriva di vedere l'una il complemento dell'altro.
In termini semplici direi che Solov'ëv mostrava una funzione erotica nella stessa Agape, affermandone tra il resto la necessaria virtù propiziatrice, anche sessuale; invece quegli altri proponevano una improbabile anzi inconcludente (e penosa) ascesi.
Per mezzo sta il passato dramma personale di Agostino, con le sue Confessioni in realtà non definitive e il legame che egli istituiva tra sesso e peccato originale, fatto che mi ricordava il biblico imbarazzo di Cam per le nudità del padre (Noè) ubriaco, quindi le necessità di fuga della decadente civiltà romana in Africa al tempo delle invasioni dei barbari, non la vicenda di una umanità primitiva rinnovata — tranne che questa appunto non fosse vista attraverso una lente deformatrice.
Agostino riformulava, legittimamente, le tre ipostasi neoplatoniche, lui che in fondo era rimasto un pitagorico; però la sua novità non mi pareva adatta al senso greco della natura, libero da labirinti intellettuali quanto da scrupoli morali di troppo. Infatti i bizantini assunsero direttamente Platone come riferimento, così anche i russi (che cristianamente, religiosamente, ai bizantini si rifanno).
In fondo il clero cattolico e i suoi effettivi sottoposti non hanno cambiato registro; sicché l'unione teandrica per loro non sarebbe fondata veramente sul cosiddetto uomo-Dio, dato che in tal caso l'umanità è tutta quanta compresa, eros e sessualità pure...
E del pensiero di Agostino sono state tradite le motivazioni, giacché esso conteneva una visione storica consapevolmente soggettiva, non una descrizione oggettiva del destino umano. In tal senso, sembra proprio che i Papi si fossero fatti sedurre dalle incertezze e i guai di Platone, la stessa negatività che invece avrebbe fatto indignare il Tiranno di Siracusa, durante lo storico incontro dal quale il filosofo di Atene non otteneva nessun vantaggio politico, solo una durissima scomunica.

Mauro Pastore
Ho cercato di spiegarlo nel testo, ma è meglio che lo ribadisco.
L'agape è necessaria per l'eros ma non è solo questo. Anzi aggiungo: è anche molto di più. Essa completa l'eros, ma non nel senso che se ne riduce; la nostra vita cioè solo con l'eros non avrebbe senso; esso è necessario e non se ne può né deve fuggire.

Mauro Pastore

green demetr

Sono diverse le maniere in cui amore è scritto dai greci.
Ricordo ancora con vividezza la lezione del mio carissimo professore di Italiano avuto in seconda liceo, un anno, troppo poco, ma così tanto ho appreso da lui!
Non posta più su Facebook dal 2020, sono molto mollto molto triste.
Sono rimasti pochi post...ma come ho potuto dimenticarmi di lui per cosi tanto tempo? qualcuno me lo dica per favore! che orrore è la vita umana.

Prima giornata di lezione, andò alla lavagna e scrisse due parole su di essa, di modo che l'intera lavagna (l'idea mondo) era coperta dalla loro anti-tesi:
da una parte EROS e dall'altra THANATOS.
Poi un nome, un solo nome: Freud.
Il resto è noia.

E' la noia che mi ha inghiottito ormai è più di un ventennio ormai.
Perchè questa civiltà che si dice liberale  :D , figuriamoci quella islamica che ormai ci ha conquistato, l'eros l'ha sepolto nelle pietre sepolcrali della Grecia.

L'agape è solo un ombra rispetto all'eros.
Ma nemmeno quella riusciamo a non seppellire.

Ci vorrebbe qualcuno che cominci a dire di eros: impossibile, ve lo dico con certezza.

E dunque è solo THANATOS che comanda: e in che modi? a me pare che è di questo che parli Platone.

Ma ripeto sono solo al Critone, forse Solovev ha saputo leggere meglio.

La nostra civiltà dal rinascimento in poi è dovuta proprio ai BIZANTINI.

Dunque la vera culla dell'occidente è bisanzio, cosa curiosa che non sapevo.

In occidente la tanatologia di aristotele, si scontra con l'erotica di...di chi?
Forse Platone?

Vogliamo sapere di più Maurizio!

In questo momento io sono molto indietro.

E visto che bisanzio è stata distrutta dall'islam...bè sappiamo benissimo cosa sta avvenendo.

questo forum ha le ore contate, e mi piacerebbe saperne di piu, sopratutto da chi condivide la passione del dialogo, invece che da sterili e spesso errate posizioni dell'accademia.

Saluti.

ps. voglio dire che mi piacerebbe sapere questa lettura di solovev a quale eros si riferisce?
E' veramente quello archetipico di Cam (ovvero il suo contrario per chi capisce), o meno?
SALVE
Vai avanti tu che mi vien da ridere

PhyroSphera

Citazione di: green demetr il 17 Aprile 2024, 22:17:18 PMSono diverse le maniere in cui amore è scritto dai greci.
Ricordo ancora con vividezza la lezione del mio carissimo professore di Italiano avuto in seconda liceo, un anno, troppo poco, ma così tanto ho appreso da lui!
Non posta più su Facebook dal 2020, sono molto mollto molto triste.
Sono rimasti pochi post...ma come ho potuto dimenticarmi di lui per cosi tanto tempo? qualcuno me lo dica per favore! che orrore è la vita umana.

Prima giornata di lezione, andò alla lavagna e scrisse due parole su di essa, di modo che l'intera lavagna (l'idea mondo) era coperta dalla loro anti-tesi:
da una parte EROS e dall'altra THANATOS.
Poi un nome, un solo nome: Freud.
Il resto è noia.

E' la noia che mi ha inghiottito ormai è più di un ventennio ormai.
Perchè questa civiltà che si dice liberale  :D , figuriamoci quella islamica che ormai ci ha conquistato, l'eros l'ha sepolto nelle pietre sepolcrali della Grecia.

L'agape è solo un ombra rispetto all'eros.
Ma nemmeno quella riusciamo a non seppellire.

Ci vorrebbe qualcuno che cominci a dire di eros: impossibile, ve lo dico con certezza.

E dunque è solo THANATOS che comanda: e in che modi? a me pare che è di questo che parli Platone.

Ma ripeto sono solo al Critone, forse Solovev ha saputo leggere meglio.

La nostra civiltà dal rinascimento in poi è dovuta proprio ai BIZANTINI.

Dunque la vera culla dell'occidente è bisanzio, cosa curiosa che non sapevo.

In occidente la tanatologia di aristotele, si scontra con l'erotica di...di chi?
Forse Platone?

Vogliamo sapere di più Maurizio!

In questo momento io sono molto indietro.

E visto che bisanzio è stata distrutta dall'islam...bè sappiamo benissimo cosa sta avvenendo.

questo forum ha le ore contate, e mi piacerebbe saperne di piu, sopratutto da chi condivide la passione del dialogo, invece che da sterili e spesso errate posizioni dell'accademia.

Saluti.

ps. voglio dire che mi piacerebbe sapere questa lettura di solovev a quale eros si riferisce?
E' veramente quello archetipico di Cam (ovvero il suo contrario per chi capisce), o meno?
SALVE

Nel mio messaggio ho messo in relazione le inquietudini erotiche di Agostino con l'episodio biblico di Noè ubriaco e suo figlio Cam. Solov'ëv con questo non c'entra, anzi trovavo che la sua riflessione può smascherare uno sfondo sessuofobico che si è impadronito di tanta cultura occidentale.

Quanto a Bisanzio, era una colonia greca fondata durante l'antichità e quando fu rifatta come Constantinopoli restò sempre un luogo greco. La fine dell'Impero Romano d'Occidente per opera dei barbari dalla Germania e di altrove non fu semplicemente una tragedia. C'era una decadenza e soprattutto c'era un futuro diverso da costruire. Ugualmente la fine dell'Impero Bizantino (che era pure romano) non è da considerarsi a tutti gli effetti una disfatta. La civiltà greco-romana aveva fatto a Bisanzio il suo corso e aveva già avuto rapporti positivi e di accoglienza con gli ottomani. Poi vi fu una guerra ma il mandato imperiale era stato già consegnato agli Zar. Dopo la Nuova Roma ci fu la Terza Roma. In tutti e tre i casi vi fu una trasformazione religiosa. Abbiamo lo Stato Pontificio quindi il Vaticano, il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, il Patriarcato di Mosca. Ma i vandali, gli ottomani e i bolscevichi non sono da considerare male. E così un posto si può trovare pure per Lutero, i turchi e i sovietici.
Io direi che la cultura cattolica romana farebbe bene a considerare senza troppa assolutezza le proprie tradizioni e a capire quale sia in esse il vero nucleo di verità. Come sarebbe da rivalutare la vitalità della barbarie, ugualmente sarebbe da ammirare la originalità dell'Impero Ottomano, la capacità di far convivere al suo interno varie culture, religioni ed etnie (comprese quelle greche); e così sarebbe da valutare positivamente la grandezza degli Zar, perché in fondo l'attuale equilibrio tra le nazioni è dovuto in parte decisiva a loro... e il rito greco-bizantino è ancora adesso vivo.

Per ciò che riguarda ancora Agostino, io suggerirei di notare che era pur sempre un teologo africano e l'Africa è il luogo dove la natura è assai forte (così notava pure Moravia) e la cui tipica civiltà ha bisogno di marcare fortemente le differenze con lo stato di natura. In tal senso Alessandria di Egitto è una eccezione.
Allora è inutile che i preti cattolici imitino il pudore dei beduini africani e continuino coi loro messaggi incapaci di contenere veramente il pensiero della natura.


Mauro Pastore

PhyroSphera

Citazione di: PhyroSphera il 18 Aprile 2024, 09:20:29 AM[...] In tutti e tre i casi vi fu una trasformazione religiosa. Abbiamo lo Stato Pontificio quindi il Vaticano, il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, il Patriarcato di Mosca. Ma i vandali, gli ottomani e i bolscevichi non sono da considerare male. E così un posto si può trovare pure per Lutero, i turchi e i sovietici.
[...]
Ho scherzato un po' mettendo Lutero dopo i vandali. Si potrebbero annoverare i lanzichenecchi, del resto erano tutti protestanti e si presentarono a Roma senza armi da fuoco rimproverandone l'uso all'esercito pontificio. Il Vaticano ha da tempo trovato un compromesso con la Chiesa Luterana (la Dichiarazione di Augusta sulla Dottrina della Giustificazione, del 1999); si farebbe bene a rivalutare anche la discesa dei lanzichenecchi. Lo dico senza malizia.

(Ammetto che la battuta di spirito sui beduini in Africa non mi è riuscita bene, però lo scopo era informativo non ricreativo.)

Mauro Pastore

green demetr

Francamente la esaltazione della vitalità della guerra, dell'odio, a me non sono mai parse cose sane da pensare.
E' uno dei motivi per cui mi riusciva difficile continuare a leggere la teologia politica di Agambem.
Se pensiamo ai deliri di Dugin e alla quarta roma, capiamo che non stiamo parlando di liberalismo.
Ho detto liberalismo nel senso di libertà, purtroppo la feccia comunista appiattisce la libertà non ad un valore ma ad una teoria economica.
Teoria economica che si dice liberalista.
Come già dicevo questo eros non esiste, non perchè non esista naturalmente, perchè quello è lapalissiano, ma perchè la potenza di Thanatos piega gli sguardi, ed oggi li ha buttati dentro la centrifuga a cui il soggetto viene ridotto alla dottrina (immaginaria) del collettivismo: ovvero la servitù volontaria delle genti.
Un altro impedimento mio è che non penso esista la natura, ma la cultura.
E' l'uomo che decide l'importanza dell'uomo, non l'animale uomo che infatti la nega.
I discorsi di thanatos sono tanti, difficili da capire, ostici da affrontare anche solo e semplicemente intellettualmente.
Siccome manca il coraggio si sogna di bagni di sangue del nemico.
E il nemico è sempre immaginario.
Benjamin, Taubes capivano la necessità di un pensiero apocalittico ma che virasse sul liberale.
Notevole lo sforzo del pensiero italiano di NEGARE queste cose.
Perchè mi pare che l'italiano (Agamben-Cacciari) lo capiscono il punto, ma poi virano su forme di polemos, che sono proprio quelle che benjamin e taubes rimproveravano a Schmit.
Il pensiero della barbarie attraversa anche Nietzche.
Ma per chi capisce, ossia pochi pochi, in Nietzche questo pensiero è ironico-polemico, infatti egli odia il nazionalismo depensato.
Purtroppo un pensatore come Heidegger non ha capito, o meglio ha capito benissimo, ma gli manca completamente la parte liberale.
Il pensiero cattolico, ebraico, musulmano hanno caratteristiche apocalittiche, ma riguardano l'uomo che vince sull'animale-uomo.
La guerra etica, deve essere etica, non nazionalista.
Ma la base che domina queste religioni è evidentemente sessuofoba.
La natura...già, ma la natura va pensata altrimenti è solo barbarie, nascosta da nobili pensieri (appunto la sessuofobia stessa).
L'uscita dalla sessuofobia non è la natura barbarica, ma la liberazione del pensiero come per primo Nietzche ha portato passi da gigante su quella strada.
Liberazion del pensiero, non liberazione DAL pensiero come questa etò disperata insegna.
E mi dispiace questa è proprio la cultura dei tre monoteismi.
Una strana, molto strana libertà.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

PhyroSphera

Citazione di: green demetr il 23 Aprile 2024, 07:21:42 AMFrancamente la esaltazione della vitalità della guerra, dell'odio, a me non sono mai parse cose sane da pensare.
E' uno dei motivi per cui mi riusciva difficile continuare a leggere la teologia politica di Agambem.
Se pensiamo ai deliri di Dugin e alla quarta roma, capiamo che non stiamo parlando di liberalismo.
Ho detto liberalismo nel senso di libertà, purtroppo la feccia comunista appiattisce la libertà non ad un valore ma ad una teoria economica.
Teoria economica che si dice liberalista.
Come già dicevo questo eros non esiste, non perchè non esista naturalmente, perchè quello è lapalissiano, ma perchè la potenza di Thanatos piega gli sguardi, ed oggi li ha buttati dentro la centrifuga a cui il soggetto viene ridotto alla dottrina (immaginaria) del collettivismo: ovvero la servitù volontaria delle genti.
Un altro impedimento mio è che non penso esista la natura, ma la cultura.
E' l'uomo che decide l'importanza dell'uomo, non l'animale uomo che infatti la nega.
I discorsi di thanatos sono tanti, difficili da capire, ostici da affrontare anche solo e semplicemente intellettualmente.
Siccome manca il coraggio si sogna di bagni di sangue del nemico.
E il nemico è sempre immaginario.
Benjamin, Taubes capivano la necessità di un pensiero apocalittico ma che virasse sul liberale.
Notevole lo sforzo del pensiero italiano di NEGARE queste cose.
Perchè mi pare che l'italiano (Agamben-Cacciari) lo capiscono il punto, ma poi virano su forme di polemos, che sono proprio quelle che benjamin e taubes rimproveravano a Schmit.
Il pensiero della barbarie attraversa anche Nietzche.
Ma per chi capisce, ossia pochi pochi, in Nietzche questo pensiero è ironico-polemico, infatti egli odia il nazionalismo depensato.
Purtroppo un pensatore come Heidegger non ha capito, o meglio ha capito benissimo, ma gli manca completamente la parte liberale.
Il pensiero cattolico, ebraico, musulmano hanno caratteristiche apocalittiche, ma riguardano l'uomo che vince sull'animale-uomo.
La guerra etica, deve essere etica, non nazionalista.
Ma la base che domina queste religioni è evidentemente sessuofoba.
La natura...già, ma la natura va pensata altrimenti è solo barbarie, nascosta da nobili pensieri (appunto la sessuofobia stessa).
L'uscita dalla sessuofobia non è la natura barbarica, ma la liberazione del pensiero come per primo Nietzche ha portato passi da gigante su quella strada.
Liberazion del pensiero, non liberazione DAL pensiero come questa etò disperata insegna.
E mi dispiace questa è proprio la cultura dei tre monoteismi.
Una strana, molto strana libertà.

La base di sessuofobia che tu indichi non è interna ai tre grandi monoteismi.
La barbarie va pensata secondo contesti e situazioni. Lutero aveva ridotto i sacramenti a due dei sette originari, mettendo a parte anche la penitenza. Aveva pure fatto chiudere i conventi e lui, da frate agostiniano che era, si era preso moglie encomiando l'amore tra maschio e femmina. Questa sua precisazione e non una menzione generica sul sesso, mi fece dedurre che nei conventi a quel tempo si praticava molto l'omosessualità, perché Lutero tenne a precisare solo il valore del sesso eterosessuale, poiché — così dedussi — l'amore omosessuale era in realtà non ancora bisognoso di aiuti...
A me fece tremenda sensazione l'affermazione di A. Adler (iniziatore della psicologia individuale) sulla 'connotazione omosessuale della religione cristiana'. Adler, a differenza di Jung, non aveva un sistema rigoroso per i collettivi e ciò è ovvio: studiava gli individui. Dalla sua osservazione si ipotizzerebbe una vicenda di confinamento sessuale, di nozze pagane in mezzo a sacerdozi tanto monoteisti quanto omosessuali; ma la vera storia cristiana non è questa. Non lo dimostra solo il caso di Lutero, anche la nascita del monachesimo nel mondo ortodosso. Questa istituzione non era finalizzata alla castità né tantomeno alla astinenza; era dipendente da situazioni contingenti: non voti di castità, ma assenza di bisogni, variamente e provvisoriamente motivabile. Non erano gli eunuchi resisi tali per il "Regno dei cieli"; questo riferimento evangelico prevalse nel monachesimo occidentale e nemmeno sùbito e mai del tutto... E questa seconda istituzione non fu mai ufficiale, nel senso che anche in questo caso non c'era (e non c'è) alcun giuramento. Di fatto nel Medio Evo dai conventi si entrava e usciva, tranne che non ci fossero imposizioni esterne; e i barbari erano particolarmente attenti a scongiurarle. All'avvio della Modernità stava per prevalere l'intrusione sessuofobica, ma accadeva il grande evento della Riforma Protestante, che costringeva il Papato a conservare la medesima forma del monachesimo medioevale. Sicché i casi diversi, che pure abbondavano, non erano la vera regola. Non si doveva costringere nessuno a rimanere nel voto, neppure a restare in convento. C'erano purtroppo léggi non scritte che solo attualmente sono entrate in forte crisi.
I fedeli cattolici dalla anarchia antica al disordine medioevale finivano poi nella indifferenza moderna... E si scopre che la sessuofobia non era dal cristianesimo. Il celibato dei preti cattolici esclude solo il matrimonio; i preti con donne e figli hanno sempre abbondato.
Le interpretazioni solo allegoriche del Cantico dei cantici (sull'amore) hanno sempre avuto la funzione di lasciare libero il resto.
In definitiva se si inquadra il vero fenomeno cristiano, non si nota sessuofobia. La sessuofobia di Paolo di Tarso era solo apparente. A chi incapace di dare fondo veramente agli istinti, diceva di astenersene; rimetteva al desiderio spontaneo e non costruito; evidenziava le passioni estranee. Così un passo della Lettera ai Romani sembra descrivere e condannare l'omosessualità, in realtà indica passioni velleitarie, brucianti quanto inautentiche.

Mauro Pastore

Ipazia

L'omosessualità cristiana è di matrice misogina, come tutta la civiltà giudaico-cristiano-islamica. I figli di Abramo hanno l'horror feminae inoculato nel dna fin dai tempi di Adamo e della tentacolare Eva.

Anche nel mondo lgbt... la misoginia omosessuale maschile è palpabile.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

Quando parlo di sessuofobia non parlo necessariamente di omosessualità, che è sempre esistita.
Parlo di qualcosa di strutturale alle civiltà.

Sulla paura della donna: la paura è dovuta alla loro capacità di mestruo.
Su questo il femminismo sta facendo bene.

La religione è una struttura patriarcale di senso.
Come dice Lacan il senso è sempre il Fallo, che uno sia maschio, che uno sia femmina.
Queste le femmine lo capiranno tra migliaia d'anni frattanto non vedo l'ora di vederle sotto il regime musulmano, che loro tanto amano.
Ah brutto occidente patriarcale viva gli arabi viva la pace. :D
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Ipazia

Che pena vedere anche gli aspiranti filosofi con maestro al seguito ripetere la giaculatoria del femminismo filoislamico, come un qualsiasi bimbominkia de FB.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

Citazione di: Ipazia il 01 Maggio 2024, 17:45:12 PMChe pena vedere anche gli aspiranti filosofi con maestro al seguito ripetere la giaculatoria del femminismo filoislamico, come un qualsiasi bimbominkia de FB.
:D :D si ciai ragione scusa! una caduta di stile! 8) (nooo non di FB, tutto ma non FB! :D)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

PhyroSphera

#11
Si consideri l'articolo del link seguente:

https://www.alzogliocchiversoilcielo.com/2024/09/solo-il-desiderio-ci-puo-salvare.html?m=1

Il punto determinante ai fini della nostra discussione è questo:

"Il desiderio è erotico per definizione. Eros è il Dio che apre, che allarga l'orizzonte della vita, che porta fuori da sé stessi..."

Si sa benissimo che non esistono solo i desideri erotici. Che razza di parere è quello di Recalcati?

La scienza applicata alla terapia fa giustamente riferimento alla vita, deve aiutare a potenziarla. Ma qui ci troviamo di fronte a una chiusura rispetto alla integrità della vita.
Si sa che C. G. Jung fu analista di Freud e ne descrisse l'ossessione erotica, l'oscillazione tra il confinare le sue ricerche nel solo subconscio o nel preconscio e il precipitare nella profondità oscura della mente. Lacan, cui Recalcati intende riferirsi, era tornato alla "ortodossia freudiana" ma per completarne il quadro e superarne le chiusure. Il risultato raggiunto poteva essere a sua volta occasione di altre chiusure e anche di ritorni alla stessa occlusione mentale... e la fine che ha fatto Recalcati lo attesta.
Si potrebbe tracciare una linea da Freud a Lacan a Fromm, il quale si ricollegava alle ricerche junghiane sulla libido, che non è fatta solo degli istinti erotici e delle pulsioni sessuali ma invece è totale istinto di vita...
E si può anche notare che scienza applicata alla terapia e filosofia fatta per trovare la saggezza possono convivere; e così le tattiche profane di guarigione con gli alti messaggi religiosi.
Il principio di individuazione inquadrato da Jung è accanto all'invito di Schopenhauer a trascenderlo, il che non significa negarlo! Il desiderio descritto dalla psicoanalisi postfreudiana può stare assieme al biblico non concupire.
Ma l'esito cui M. Recalcati nella intervista (definita, ironicamente forse, "fulminante" nello stesso articolo) mostra di essere giunto preclude una armonia tra offerta tecnica e professionale di aiuto e appartenenza di fede, tra scienza e religione.

Lo stesso Recalcati si era occupato di origini della psicoanalisi dal cristianesimo. Non c'è dubbio che la non concupiscenza non mortifica l'autentico desiderio ma lo conferma e che nei Vangeli è annunciata la liberazione del desiderio... Ma è pur vero che ciascuna religione ha un valore terapeutico, non solo quella del Cristo, come mostrava Jung a proposito di inconscio collettivo. Questi indicava nei colloqui pastorali delle chiese evangeliche la preistoria della psicoterapia professionale contemporanea, mentre le ascendenze della psicoanalisi sono in Schopenhauer, Kierkegaard, Nietzsche; la preistoria della nozione contemporanea di inconscio va dal neoplatonismo a Spinoza fino all'irrazionalismo filosofico di quei tre che ho detto, passando anche per Leibniz. Ne dava un cenno Jung nella sua Introduzione alla psicologia analitica. Recalcati e tanti altri come lui invece sono rimasti agli scrupoli di S. Freud, incapace di comprendere che il mondo inconscio col quale era venuto in contatto da ricercatore (interdisciplinare, più neurologo che psicoanalista!) gli si era mostrato solo in minimissima parte... Dalla paura di sprofondare nella non-ragione, la seduzione di abbandonarsi alle pulsioni più oscure, in particolare erotiche... Questa è analisi già esistente, conclusa da Jung a suo tempo, ma ancora se ne deve rifare, rinnovare per gli strani ortodossi che ruotano attorno ai rifiuti di Sigmund Freud, professionisti che imitano illuministi e neoilluministi e che non sanno pensare limiti dei propri successi, grandezze dei propri insuccessi e infelicità delle proprie intromissioni, condotte non solo ai danni del mondo della cultura.

Nel video posto alla fine dell'articolo del link, Massimo Recalcati propone il suo disastro: ne ho seguito solo l'inizio, contenente delle indicazioni atte soltanto a mettere da parte la vera nozione di inconscio, per la gioia degli appassionati di drogaggi e altri sistemi impropri e per saccheggiare le tasche del prossimo con percorsi psicoterapeutici e psicoanalitici inutili. Questi sono sostituibili con l'ammissione della inevitabile difficoltà che una società tanto timorosa di sentimenti profondi e ragioni realmente mature procura a chiunque, sempre e in ogni caso. Lasciare che si diano veri giudizi sulla società, anche a prescindere dalle scienze sociali, invece che insospettire vere autorità di chi si dedica a coltivare l'intelligenza e la sensibilità; e così la terapia la si offre a chi ne ha veramente bisogno e davvero la vuole. Purtroppo questo non sta accadendo. Chi ha consapevolezza non è ben visto da un falso Stato oggi assai invadente accanto al Vero e deve lottare contro costrizioni e imposizioni. In questa situazione l'insavio e per nulla professionale concentrarsi sul solo eros non solo non offre reali soluzioni e impedisce anche le piene realizzazioni erotiche — non è restando sul piano erotico che si realizzano i possibili desideri erotici — ma risulta un appello odioso, offensivo.

Cosa altro dire? In riferimento al cristianesimo, è necessario comprendere che la liberazione del desiderio promossa dalla missione, dal segno di Gesù di Nazareth è in relazione all'invito paolino di non concupire: cioè con la identificazione — che non è una semplice individuazione — di un desiderio di troppo, inopportuno, datoché la presenza di Dio, la sua azione, la Agape divina, il riconoscerla, implica una abolizione!
L'assolutezza con la quale Recalcati invita al desiderio è senza equilibrio: per compensarne bisogna riflettere sui limiti della volontà di potenza, sulla impossibilità dell'ego a realizzarsi senza altro... o Altro, l'Altro che è Dio, il Mistero che a volte si deve accettare per vivere.


MAURO PASTORE

green demetr

Citazione di: PhyroSphera il 02 Ottobre 2024, 08:00:16 AML'assolutezza con la quale Recalcati invita al desiderio è senza equilibrio: per compensarne bisogna riflettere sui limiti della volontà di potenza, sulla impossibilità dell'ego a realizzarsi senza altro... o Altro, l'Altro che è Dio, il Mistero che a volte si deve accettare per vivere.
Questa estate ho avuto l'avventura di capire cosa sia il transfert, e devo ringraziare una persona su youtube, potrei dirlo un secondo maestro.
Il punto della terapia è proprio ciò che riguarda il transfert, il transfert lacaniano è l'esatto opposto di quello freudiano, in quanto invece che alla cura delle fissazioni della pulsione infantile, si pone come super-io, come mera cura placebo.
"Pensi di stare meglio? bene allora stai meglio!" è questo il leit motif che c'è dietro.
Ma la teoria della pulsione freudiana è assai più ampio che al tema della terapia.
Infatti la pulsione come dice Freud si apre nella direzione dell'apertura dell'io al senso.
Ovvero che c'è una bella differenza tra prendere coscienza della ricerca di senso, e pensare di aver preso coscienza di questa ricerca.
In questo senso Freud richiama al grande sforzo di liberazione individuale a cui alludevano gli antichi.

In realtà non c'è questa grande differenza, come mi pareva prima di questa estate, al metodo analitico usato dai due grandi psicanalitici.
L'errore di Jung è quello però di pensare che l'apertura di senso non sia dentro l'individuo, ma che sia là fuori, da qualche parte nell'inconscio.
In questo senso però la teoria della pulsione si trova di nuovo senza oggetto.
E infatti Jung cade poi vittima della sua stessa proiezione, creando un mondo fantastico popolato da gnomi e fate.
In freud invece la pulsione ha sempre un oggetto, si tratta semplicemente di liberare questo oggetto dai suoi guardiani.
La critica di Fromm a Freud è invece di ordine sociale.
Infatti per Freud l'oggetto è sempre un oggetto individuale, e giammai sociale.
Naturalmente io sto con Freud, infatti un oggetto sociale non esiste in sè, bensì come orizzonte di senso dell'individuo libero dalle sue catene, dai suoi pregiudizi, e sopratutto dalle sue fantasie, o proiezioni.
Questo oggetto è l'amico.

Idem per la religione, se la religione non si interroga del suo carattere fantastico, averà sempre grossi problemi di affermazione.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

PhyroSphera

#13
Citazione di: green demetr il 03 Ottobre 2024, 00:04:48 AMQuesta estate ho avuto l'avventura di capire cosa sia il transfert, e devo ringraziare una persona su youtube, potrei dirlo un secondo maestro.
Il punto della terapia è proprio ciò che riguarda il transfert, il transfert lacaniano è l'esatto opposto di quello freudiano, in quanto invece che alla cura delle fissazioni della pulsione infantile, si pone come super-io, come mera cura placebo.
"Pensi di stare meglio? bene allora stai meglio!" è questo il leit motif che c'è dietro.
Ma la teoria della pulsione freudiana è assai più ampio che al tema della terapia.
Infatti la pulsione come dice Freud si apre nella direzione dell'apertura dell'io al senso.
Ovvero che c'è una bella differenza tra prendere coscienza della ricerca di senso, e pensare di aver preso coscienza di questa ricerca.
In questo senso Freud richiama al grande sforzo di liberazione individuale a cui alludevano gli antichi.

In realtà non c'è questa grande differenza, come mi pareva prima di questa estate, al metodo analitico usato dai due grandi psicanalitici.
L'errore di Jung è quello però di pensare che l'apertura di senso non sia dentro l'individuo, ma che sia là fuori, da qualche parte nell'inconscio.
In questo senso però la teoria della pulsione si trova di nuovo senza oggetto.
E infatti Jung cade poi vittima della sua stessa proiezione, creando un mondo fantastico popolato da gnomi e fate.
In freud invece la pulsione ha sempre un oggetto, si tratta semplicemente di liberare questo oggetto dai suoi guardiani.
La critica di Fromm a Freud è invece di ordine sociale.
Infatti per Freud l'oggetto è sempre un oggetto individuale, e giammai sociale.
Naturalmente io sto con Freud, infatti un oggetto sociale non esiste in sè, bensì come orizzonte di senso dell'individuo libero dalle sue catene, dai suoi pregiudizi, e sopratutto dalle sue fantasie, o proiezioni.
Questo oggetto è l'amico.

Idem per la religione, se la religione non si interroga del suo carattere fantastico, averà sempre grossi problemi di affermazione.

La tua è una risposta "da manuale", ma non un vero buon manuale. Esiste un cliché, che tu e molti altri seguite. Circostanze ingannatrici o proprio ingannatori fanno sembrare plausibili e reali le vostre affermazioni a chi manca di conoscenze o anche di sole informazioni.

Quel che dici sul presunto mondo da fiaba di Jung è il risultato della paura di voi altri verso i contenuti di alcune sue osservazioni scientifiche. La psicologia studia anche la religione, senza poter entrare nel merito delle verità ultime che essa afferma di contemplare; e dunque gli psicologi descrivono anche metafore e simboli di miti e allegorie. L'ateo intollerante cerca disperatamente una scienza che assecondi la propria rabbia negatrice e anche Freud si illuse per un periodo sui suoi studi scientifici, benché gli fosse divenuto chiaro che esiste altro di più dall'oggetto di scienza.
Tu mi dici del transfert lacaniano... Io col mio messaggio non ho negato i risultati ottenuti da Lacan, neppure quelli ottenuti da Freud... quando ne ottenevano e per quel che ne ottenevano... ma appunto ci può essere e c'è anche altro per mezzo.

Non è vero che Jung prescindeva dalla individualità. Anzi affermava con chiarezza il principio di individuazione (voi altri fate sempre finta di non sentire quando vi imbattete nella sua espressione).
Quanto alla società... Sicuramente l'individualità è sovraordinata alla collettività, ma questa non è semplicemente un assommarsi di elementi. La tua critica quindi non solo è un disastro psicologico ma pure un'azione oscurantista. Esiste anche la scienza della sociologia!

Le scienze non affermano di un carattere fantastico della religione, bensì tutto il contrario: sia psicologia che sociologia che antropologia ne descrivono una funzione reale, rispettivamente distinta dalla semplice immaginazione, dal semplice sogno comunitario, dal semplice distacco da sé.
Se voi leggete su un testo di scienza dell'archetipo della Grande Madre o di Cristo simbolo del Sé e vi convincete che allora si tratta di una fantasia, ciò denota da parte vostra anche distrazione dal linguaggio. Le metafore dei miti e i simboli allegorici non sono giochi di parole; infatti recano un senso, hanno un significato.

Reagite sempre allo stesso modo ai messaggi che richiamano l'attenzione sulla limitatezza e non originarietà della sfera erotica: vi dedicate disperatamente a negare il valore dei simboli e tentate di ridurre le metafore dei miti a insensate fantasie. Invece le fantasie mitiche sono sensate — sapete che ci sono fantasie che hanno un senso misterioso? e che ci sono simboli che rimandano a realtà non comprensibili in base alla sola decifrazione dei segni? Non sono questi interrogativi risolvibili in termini di linguaggio dell'inconscio... Eppure esso ve li pone di fronte; ed è inutile fare l'elogio di Lacan, che tanto se ne era occupato, se a fronte dei rimandi linguistici della nostra profondità psichica si preferisce la superstizione atea... Né conviene negare l'ambivalenza dell'orizzonte intellettuale della psicologia lacaniana.
Inoltre: non esiste solo la psicologia del profondo.

P.S.
Perché la vostra reazione? I preti (cattolici) di una volta, anche durante le lezioni scolastiche di religione, la spiegavano in termini morali e spesso diventavano repressivi verso la sfera sessuale — la prassi "cattolica" ufficiale di fatto è rimasta questa. Sicuramente si cela nella vostra disperata voglia di negare le affermazioni dell'amore non erotico un grave problema etico: siete deleteri ogni volta che pensate una psicoterapia.


MAURO PASTORE

Jacopus

Per Mario Pastore: questo non è il forum della Congregazione del Santo Uffizio. La prego di non essere giudicante rispetto agli altri partecipanti. Lei non è il depositario della Legge. Risponda agli altri senza usare spiacevoli argomenta ad hominem.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

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