Fenomenologia della scienza e dintorni

Aperto da Ipazia, 02 Settembre 2024, 13:55:18 PM

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Ipazia

I dintorni sono l'ontologia, oggetto di competenza della "scienza", la cui fenomenologia non è riducibile ad una unica essenza metafisicamente prestabilita ma, come tutte le cose umane, deve rendere conto del contesto fattuale in cui si manifesta.

Dal mio punto di osservazione scorgo tre fenomenologie principali della scienza, esprimibili con lo stesso fonema ma non omogenee tra loro per cui, come Peter Sloterdijk col cinismo, userò una ortografia diversa per distinguerle.

scienza:

E' la fattispecie ideale, cui solo spetta l'attributo di episteme, l'idea originaria di accesso alla verità (a-letheia) disvelata attraverso il sapere (sophia) che anima il suo amante filosofo. Ha un carattere più iperuranico che terreno, interessato solo all'oggetto del suo amore, ma deve fare i conti con la realtà antropologica, più attratta dal falso che dal vero, a causa di altri interessi da soddisfare, dissimulandone gli scopi. Attrazione che dà origine alla

Scienza:

la parte ideologica della scienza (fisicalismo, scientismo), il cui mantra ripetibile ad libitum è "io credo nella Scienza". Ossimoro assoluto, visto che la fede è in rotta di collisione frontale col dubbio metodologico che anima l'amante di sophia, al contrario del soggetto fidelizzato, prodotto ad hoc della

$cienza:

la forma fenomenologica dominante, incarnata nell'attuale "comunità scientifica", sempre più dipendente dal fattore $ per svolgere il suo "mestiere". Fattore $ che poco ha da spartire con l'idea originaria di scienza-episteme e molto con l'uso utilitaristico, mercantile, (crematistico direbbe Fusaro) dell'attività di ricerca. Della quale controlla, attraverso lo strumento finanziario, tanto le scelte che le finalità e le esclusioni.

La supremazia della $cienza sulla scienza, attraverso la Scienza, ha avuto un'accelerazione impressionante man mano che la ricerca scientifica diventava primo instrumentum regni della gestione del potere. Evoluzione conclamata della formula: $cienza del Capitale. Dal cui cervello finanziario rinasce eternamente in questa specifica forma, più squalo che nottola. Cattedre universitarie, organizzazioni scientifiche, istituti di ricerca: tutto è nella disponibilità della $cienza, il cui intreccio: affari-politica-comunità scientifica si è rivelato nella sua ontologica indissolubilità in covidemia, dal laboratorio di Wuhan, alla criminale sperimentazione affaristica covaccinale di massa, fino al Nobel.

Ingenuo, o pretestuoso, isolare i singoli momenti di tale aggregato politico-$cientifico-affaristico in elementi dotati di autonomia operativa ed etica.

Questo è il mio vocabolario quando parlo di "scienza" nel bene (scienza-episteme) e nel male (Scienza, $cienza). Non sarà un vocabolario comune ma almeno l'interlocutore può associare ogni mia uscita al suo preciso contesto semantico, grazie alla grafia.

Gradite come sempre altre prospettive, anche le più discordi.

(La nottola epistemica sopravvive sempre più notturna, senza alcuna protezione e deve stare molto accorta perché la caccia è libera e abbondantemente finanziata).
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

La scienza è una espressione di fede. E questa fede è l'unica autentica possibile fede, essendo ogni altro credo nient'altro che superstizione.

È la fede nella Verità.

Verità che appare come nulla, che cioè non esiste, ma è proprio in questa Verità=Nulla che ogni autentico scienziato ha necessariamente fede.

Infatti la scienza è rinuncia al possesso della Verità, in nome... della Verità!
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

iano

#2
Io parlo solo di scienza con la s minuscola Ipazia, col significato che tu gli hai dato.
Nel mio piccolo ho avuto esperienza della $cienza, e non è una bella da cosa da vedere, ma almeno ai miei tempi c'era ancora chi pur opponendosi riusciva a camparci.
Per quanto riguarda invece la Scienza provo a dare il mio contributo per sradicarla, essendo anche il motivo per cui la chiesa l'ha vista come concorrente, fino a cercare di appoggiarsi ad essa per sostenere la sua fede, perchè in effetti c'è stato un momento in cui la scienza era Scienza, ma non ha invece  smesso di essere in parallelo anche $cienza, compreso il tempo in cui la chiesa ne aveva il monopolio, perchè comunque la scienza anche quando così non si chiamava ha  accompagnato il cammino dell'uomo dal sempre, coincidendo col suo fare che sempre limpido non è stato, e continua a non esserlo.
Però a cosa serve l'amore del sapere se non a superare  tutto ciò, provando a realizzare  la propria aspirazione di onesta intellettuale anche contro tutto e tutti?
Perchè chi può fermare il vero amore?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox

#3
piu che un vocabolario è un glossario , va bene, ne terremo conto. Per conto mio sono accettabilissimi ,mi soffermerò sull unico che si può discutere, (gli altri non c'è molto da aggiungere) ovvero ;
Citazione di: Ipazia il 02 Settembre 2024, 13:55:18 PMscienza:

E' la fattispecie ideale, cui solo spetta l'attributo di episteme,....
eccola qua. Problema ; con quale criterio si passa da una teoria ad un altra?

il criterio del principio di verificazione dei neopositivisti è stato soppiantato dal criterio di falsificabilità ( popper) . Per Thomas Kuhn ne una ne l altra , non c' entrano niente, secondo lui non esistono i fatti oggettivi , esistono i fatti filtrati attraverso l 'ottica del paradigma ,della teoria scientifica,  sono interpretazioni. Già Popper lo aveva anticipato quando disse che qualsiasi scienziato non si pone in maniera neutrale davanti all osservazione ma la sua mente agisce come un faro che trasmette sui fenomeni la propia teoria. Che è simile a ciò che dice Kuhn ma in un ottica piu ampia. Secondo kuhn il criterio non c'è , le sostituzioni avvengono senza seguire un unico criterio,  di certo ci sono le motivazioni valide ma possono dipendere dal contesto storico, a volte bastano dei dati empirici, a volte bastano le anomalie, non c'è un criterio ben definito. Ora c'è da dire una cosa molto importante, il nuovo paradigma che va a sostituire quello  vecchio ( paradigma si intende un insieme di teorie collegate fra di loro) sono incommensurabili fra di loro , questo vuol dire che i paradigmi fra di loro non possono essere confrontanti perchè non rappresentano due diversi modi di intendere uno stesso fenomeno. (Usiamo l'esempio stesso che fa Khun ; per un aristotelico/tolemaico l'alba è il sole che sale all orizzonte, per un Copernicano l'alba è la terra che gira) . I due paradigmi rappresentano nettamente due diverse visioni del mondo. Questo porta ad una conclusione piuttosto controversa , non sono i fatti a esistere, sono i paradigmi ad esistere , ovvero il modo in cui una certa mentalità scientifica interpreta i fatti. Usando l esempio di Khun in effetti l alba non è un fatto perchè per un Aristotelico è il sole che si muove, per un Tolemaico è la terra che si muove. Non ci può essere un confronto reale fra le due teorie perchè non c'è un fatto comune. Questo è molto interessante e riflette un pò quello che avevo detto ,cioè  che le verità scientifiche funzionano qualora si accettano determinati presupposti all interno del perimetro del paradigma dominante al momento. Non sono solo verità ma verità condizionate.
Tuttavia questi sono solo un inizio dei problemi che dovremo affrontare leggendo la tua frase . Dobbiamo ancora affrontare un grande filosofo, mi riferisco a Paul Feyerabend.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

#4
@knox

La scienza-episteme non ha nulla di sacrale, di "rivelato". È solo la migliore interpretazione di cui disponiamo in un dato momento storico di un fatto naturale o antropologico. Essa può essersi imposta, secondo scienza (e co-scienza direbbe Cacciari), in falsificazione totale del paradigma precedente, come nel caso dell'eliocentrismo sul geocentrismo, oppure aver relegato il paradigma precedente in un ambito più ristretto, come nel caso di relatività e quantistica rispetto alla meccanica newtoniana, oppure ancora coesistere secondo prospettive epistemiche diverse, in cerca di unificazione, come relatività e quantistica.

Il "glossario" è molto personale e non pretende di essere esaustivo. Serve a giocare la partita "scienza" a carte scoperte.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

#5
Citazione di: bobmax il 02 Settembre 2024, 16:31:59 PMLa scienza è una espressione di fede. E questa fede è l'unica autentica possibile fede, essendo ogni altro credo nient'altro che superstizione.

È la fede nella Verità.

Verità che appare come nulla, che cioè non esiste, ma è proprio in questa Verità=Nulla che ogni autentico scienziato ha necessariamente fede.

Infatti la scienza è rinuncia al possesso della Verità, in nome... della Verità!

Questo è l'elemento co-scienziale, a-letheico, del fare scienza, l'elemento in permanente salvifica rotta di collisione col feticismo scientista e le sue induzioni utilitaristiche. Sempre a rischio cicuta. Anche, e soprattutto, oggi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#6
Citazione di: Alberto Knox il 03 Settembre 2024, 02:06:30 AMTuttavia questi sono solo un inizio dei problemi che dovremo affrontare leggendo la tua frase . Dobbiamo ancora affrontare un grande filosofo, mi riferisco a Paul Feyerabend.
Moltiplicando Kuhn per Feyerabend mi risulta  Pavese:
''Un paese ci vuole, per potersene andare.... ''
Mi pare che Khun non trovi tutte le parole per dirlo, però condivido il suo pensiero.
In Feyerabendi intravedo appena qualcosa da condividere. Tutto dopo rapide letture sul Web, che mi fanno capire che sono autori da approfondire.
La mia personale bussola epistemica è la condivisione, per cui potrebbe essersi affermato fra tutti i metodi non il migliore, ma in effetti ciò che conta è quanto esso si lasci contingentemente condividere.
Il metodo, in quanto condiviso è un modo di fare un passo insieme, e meno conta se si tratta di un passo falso, perchè sempre insieme ci si potrà correggere.
Si tratta cioè banalmente di imparare per tentativi ed errori, senza però farlo in ordine sparso, ma con metodo.
Sono d'accordo con Kuhn, se non ho frainteso, che la terra che gira intorno al sole non ha un valore diverso dal sole che sorge, pur conscio del fatto che sia una affermazione forte.
E siccome forte è l'affermazione provo a spiegarla.
Se davvero credo che il sole sorga, scoprendo poi che è invece la terra a girare attorno al sole, cosa ho imparato da questa esperienza se adesso ''crederò davvero'' che la terra giri intorno al sole?
La lezione che io ne traggo è che, per non sapere ne leggere ne scrivere, non conviene assimilare la realtà alle sue descrizioni, perchè voglio dire, prevenendo le critiche, che io sonno davvero convinto che la terra giri attorno al sole, ma ero altrettanto convinto che fosse il sole a sorgere.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox

Citazione di: Ipazia il 03 Settembre 2024, 02:38:55 AMÈ solo la migliore interpretazione di cui disponiamo in un dato momento storico di un fatto naturale o antropologico.
se è così la scienza non dice verità , ne conoscenza certa , quindi nulla a che fare con  l'attributo dell episteme, ma solo un interprestazione al momento funzionante ed esatta. ovvero in accordo con le osservazioni fatte fin ora.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: iano il 03 Settembre 2024, 03:16:21 AMSono d'accordo con Kuhn, se non ho frainteso, che la terra che gira intorno al sole non ha un valore diverso dal sole che sorge, pur conscio del fatto che sia una affermazione forte.
sono due fatti diversi , per i tolemaici è un fatto che il sole si muova quando sorge, per i Copernicani è la terra che gira attorno il sole il fatto. (sole si muove = fatto // la terra si muove=fatto)  Kuhn cerca di dire che un paradigma  non è solo una dottrina scientifica, ma un modo di vedere il mondo. è facile per noi dire che tolomeo aveva torto e Galileo aveva ragione e la chiesa aveva torto nel volerlo condannare. Se i paradigmi sono modi di vedere il mondo e stiamo a quelle regole allora era la chiesa ad aver ragione e non Galileo, perchè aveva pochissime prove a sostegno, formulava esperimenti mentali, come prova portava un telescopio rudimentale mentre il sistema tolemaico era sorretto da una serie di teorie che durava da circa due millenni.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

iano

Citazione di: Alberto Knox il 03 Settembre 2024, 03:48:34 AMsono due fatti diversi
Sono fatti diversi, ma che hanno una cosa in comune, che ogni volta noi vi poniamo fede, come fosse un errore al quale non riusciamo a rimediare, e forse ciò non è un caso.
Se questa fede ogni volta rinnoviamo, pur prevedendo in base alla storia passata, che sarà smentita, un motivo ci deve essere. Cioè la fede deve avere una sua precisa funzione che non riusciamo a sostituire con altro, per cui giocoforza ci ricaschiamo, sapendo di farlo.
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Ipazia

#10
Citazione di: Alberto Knox il 03 Settembre 2024, 03:36:31 AMse è così la scienza non dice verità , ne conoscenza certa , quindi nulla a che fare con  l'attributo dell episteme, ma solo un interprestazione al momento funzionante ed esatta. ovvero in accordo con le osservazioni fatte fin ora.
L'episteme "sa di non sapere" fin dai tempi di Socrate. Può solo disvelare, rimuovere il buio lethe da tratti prossimi del reale per poter avanzare. Anche metafisicamente l'episteme aveva meno illusioni dello scientismo attuale e quindi una scienza-episteme è un salutare ritorno a casa della verità possibile. Accumulando indizi e prove a favore di una migliore rappresentazione della realtà, come fece Galileo.

Con ricadute importanti sull'intera scienza astronomica che vanno aldilà dell'apparire e speculare antropologico. E pure sulla metafisica che impara a districarsi, relativizzandoli, dai dogmi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
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Alberto Knox

Citazione di: Ipazia il 03 Settembre 2024, 07:08:51 AML'episteme "sa di non sapere" fin dai tempi di Socrate.
Già Emanuele Severino da una parte e Popper dall altra fanno notare che L'episteme (che tu giustamente fai risalire ai filosofi dell antica Grecia) non è la stessa che si usa in ambito della scienza moderna , per sua stessa ammissione. Più esattamente  la scienza moderna non pretende più di essere episteme nel senso dei filosofi dell antica Grecia.  Qual'è dunque il significato o il concetto di episteme? se lo traduciamo con scienza può essere fuorviante. Non è un sapere certo poichè passibile di falsificazione in ogni momento. è un sapere teorico. Un sapere che si impone sulla sua negazione come dice Severino. Si impone  dimostrando l'innegabilità delle sue proposizioni dove il tentativo di negazione diventa esperienza dell innegabilità a favore del contenuto epistemico della teoria stessa.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: iano il 03 Settembre 2024, 03:58:14 AMSe questa fede ogni volta rinnoviamo, pur prevedendo in base alla storia passata, che sarà smentita, un motivo ci deve essere
Si, il mio metodo di indagine e calarmi nella storia lungo i secoli , bisogna notare che a volte le teorie durano millenni prima di essere abbandonate definitivamente come nel caso della teoria Tolemaica, se mi calo in quel tempo come una persona che vive in quel contesto storico avrei pensato che finalmente sappiamo come sono le cose, poi arriva Copernico e Galileo  e siamo nel 1600 e quello che sembrava assunto per 2000 anni non lo è più , quanto tempo è passato fino all arrivo di Newton? un secolo e la sua teoria dura per tre secoli prima dell arrivo della relatività speciale di Einstein che ha un secolo assieme alla teoria quantistica. Oggi possiamo dire che abbiamo trovato dei sassolini piu belli di altri sulla spiaggia consapevoli che di fronte a noi c'è tutto  un oceano da scoprire, indagare, implementare ecc.
Non pensiamo più di essere "arrivati" anzi, siamo consapevoli di non sapere.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

niko

Ipazia, uno potrebbe anche non essere d'accordo nel merito, ma se presenti abilmente la discussione come una dismbiguazione delle tue stesse e frequentemente usate parole e' chiaro, che siamo tutti d'accordo  :D
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Ipazia

#14
Citazione di: niko il 03 Settembre 2024, 13:44:01 PMIpazia, uno potrebbe anche non essere d'accordo nel merito, ma se presenti abilmente la discussione come una dismbiguazione delle tue stesse e frequentemente usate parole e' chiaro, che siamo tutti d'accordo  :D

L'argomento resta la scienza e il suo oggetto ontologico. Il mio "glossario" è a latere e serve a esplicitare la mia posizione a riguardo, che non pretende alcun accordo a prescindere.

@knox

Se l'episteme moderna si limitasse a rendere innegabili le sue proposizioni, sarebbe comunque sempre vincente. Bisogna però vedere con che mezzi lo fa e si ricade nella mia fenomenologia. Non credo però che questo potere sia così inscalfibile. Aletheia prende le scale e prima o poi arriva.

Gli antichi forse credevano ad una verità assoluta, perseguibile con vari dosaggi di misticismo religioso, esoterismo e tarocchi logici. Ma la barriera socratica dimostra come anche allora i più sapienti non si facessero troppe illusioni sulle facoltà cognitive umane. Per cui una episteme contestuale è il massimo che ci si potesse attendere fin dalla notte dei tempi filosofici. E oggi sappiamo che è così.

Poi si può giocare con l'apparire contrapposto all'essere, ma alla fine tutti si attendono che quando premi il pulsante della luce, la luce si accenda. E quando ciò accade siamo nell'ambito epistemico.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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