In questo forum ci parliamo addosso?

Aperto da iano, 28 Agosto 2024, 13:40:42 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

iano

In parte di fatto è  così, e non è necessariamente una cosa negativa.
Infatti ho notato che spiegare le cose agli altri è un buon modo per me di capire ciò che solo credevo di aver capito.
Cioè , per quanto a volte si abbia l'impressione di parlarsi addosso, non avendo riscontri, nel farlo ci si mette comunque in una prospettiva diversa dal parlarsi da soli, cioè della pura riflessione, che nel mio caso da sempre buoni risultati.
Mi sembra anche di non essere il solo a farlo, ma non so gli altri con quale risultato.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Jacopus

Volevo scrivere qualcosa del genere da tempo. Direi che spesso ci si parla addosso, perché ognuno ritiene di avere ragione e non concepisce la possibilità della coesistenza di ragioni diverse e tanto meno la possibilità di avere torto. Avviene a livello amplificato nei social, dove sembra  di assistere talvolta a veri e propri duelli sull'onore infranto, a causa della presenza di una variabile meteorologica o immunologica di troppo. Credo che sia farina del sacco di questa epoca, individualista, competitiva, dove il " vincitore prende tutto" come cantavano gli Abba e gli altri sono l'inferno, come scriveva Sartre. Ad un altro livello, mi sembra anche che la società di massa del passato garantiva, nell'intruppamento, una certa armonia culturale, magari divisa per grandi sfere, ma comunque presente (liberali, cattolici, comunisti, reazionari). Un intruppamento nefasto per molti ordini di motivi. Oggi alla società di massa tradizionale si è sostituita, però, una società sempre massificante ma fondata sulla spettacolarizzazione continua, dove vince chi ha la macchina più figa, fa il viaggio più avventuroso, fa il lavoro più retribuito e dove ognuno è pregato di essere "diverso", " distintivo", "autonomo", "pazzo", "geniale". Nel momento in cui questo modello non può essere indossato per ovvii motivi, subentra la frustrazione e la necessità di imporsi nel piccolo mondo dei media e dei social, dove l'autonomia, la genialità diventano l'iscrizione a gruppi complottisti, oppure, semplicemente, si manifesta nella impossibilità di dire " hai ragione tu". I post in questo forum dove è scritto a chiare lettere " hai ragione tu", saranno al massimo lo 0,01 del totale e sto esagerando per compassione verso l'umanità. Ma è difficile trovare anche quelli dove è scritto " grazie per il concetto, davvero interessante". 
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Phil

Credo che essenzialmente la partecipazione al forum sia una questione di dosaggio (non necessariamente bilanciamento) di lettura e di scrittura, ma soprattutto lettura: quanto si leggono i post altrui prima di rispondere, quanto si rilegge il proprio prima di inviarlo, quanto si legge almeno una fonte sull'argomento prima di partecipare ad una discussione a tema, etc. la lettura (del testo altrui) fa ovviamente la differenza fra un dialogo autentico e un dissimulato accatastarsi di monologhi (il cosiddetto "parlarsi addosso", se l'ho bene inteso). Magari ci sono alcuni utenti (e forse nemmeno tali) che leggono il forum come si sfoglia un giornale, senza scriverci mai, ma solo per avere qualche spunto.
Il "monologo pubblico" abbina l'utilità del monologo (la messa in parole, spesso chiarificatrice, di concetti e opinioni) alla possibilità di dialogo; come dire «mi chiarisco esponendomi, così magari ricevo anche qualche altro spunto, da punti di vista non miei». Chiaramente, il modo in cui vengono elaborati commenti e obiezioni, non è uguale per tutti su tutti i temi (e già questa è un'esperienza sociale a mio avviso molto importante), ma ciò non toglie che essersi comunque esposti, se non altro alla propria rilettura o autocomprensione, non è situazione da sottovalutare.
Si potrebbe sviluppare tutta una "fenomenologia della sociolinguistica" (semmai già non esista) che analizzi la differenza fra l'uso dell'argomentazione e quello del giudizio sui social, fra il "mi piace" e il "grazie" (già ricordato da Jacopus), fra l'uso attento del linguaggio (sfumature) e quello più rigidamente graduato (solitamente in 2 o 3 valori: positivo, indifferente, negativo), etc. che sono differenze a cui il forum, inevitabilmente, non è estraneo.

InVerno

Io ho già detto in molte salse che sono convinto la funzione primaria del linguaggio sia monologica non dialogica, e perciò questo forum non mi stupisce per niente se non nelle costruzioni date dalle forme imposte. E lo dico in maniera perentoria, non tanto per il desiderio di aver ragione, ma perché penso che esprimersi in maniera non reticente sia una forma di servizio a chi legge. Basta un minimo di buon senso (spesso assente nell'utente medio di social network ) per rendersi conto che se l'obbiettivo fosse quello di convincere l'altro sarebbe molto più conveniente una forma che non provocasse reazioni difensive dell'interlocutore, usare forme squadrate e grossolane al contrario accende la polemos che nessuno convince, ma genera maieutica. Immagino infatti che sia Iano che Jacopus avendomi conosciuto di persona avranno notato un certo stacco tra l'Inverno scritto e quello parlato, e lo ripeto, scrivo "secco" per condensare il messaggio a discapito delle possibilità di convincere gli altri, di cui onestamente frega poco. Di convincere me stesso invece mi interessa, e si riparte dal primo paragrafo..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

iano

#4
Citazione di: Phil il 28 Agosto 2024, 16:19:56 PMCredo che essenzialmente la partecipazione al forum sia una questione di dosaggio (non necessariamente bilanciamento) di lettura e di scrittura, ma soprattutto lettura: quanto si leggono i post altrui prima di rispondere, quanto si rilegge il proprio prima di inviarlo, quanto si legge almeno una fonte sull'argomento prima di partecipare ad una discussione a tema, etc. la lettura (del testo altrui) fa ovviamente la differenza fra un dialogo autentico e un dissimulato accatastarsi di monologhi (il cosiddetto "parlarsi addosso", se l'ho bene inteso).
Si, ma un parlarsi addosso a volte anche non voluto, nel senso che  non hai un riscontro, ma va bene anche così,  per il fatto che l'effetto su di noi difficilmente manca, o almeno così a me succede.
Per il resto non sono per niente impeccabile, specie sulle fonti, e perciò mi sorprendo del fatto che riesca a produrre tanti post che non leggo prima di inviare, ma semmai correggo dopo aver inviato, perchè mi pare che una chance che da il media sia quella di fissare i pensieri nel loro nascere.
Non leggo molto per pigrizia, ma in qualche modo tutto quello che ho letto in vita mia nei miei post si presenta, come se da qualche parte a mia insaputa fosse stato elaborato.
Comunque, pur con tutti i suoi difetti, e pur con i nostri vari atteggiamenti patologici, non avrei mai creduto che partecipare a questo forum potesse essere per me motivo di tanta crescita.
Di fatto ogni mio post per me è una sorpresa, come se lo stesse scrivendo un altro.
La velocità con cui si può scrivere è quasi quella del pensiero, rispetto alla pagina bianca e biro, e questo credo che nel bene e nel male modifichi letteralmente il nostro modo di pensare, nella misura in cui non pensiamo solo con la testa ma anche col media che usiamo, come se ne fosse una estensione, sensazione che io provo chiaramente.
D'altronde il passaggio dal parlato allo scritto è il punto di svolta della nostra specie che si aggiorna continuamente con l'evoluzione del supporto simbolico usato, e partecipare al forum per me significa anche vivere  in diretta questa evoluzione.

Insomma un parlarsi addosso anche in senso positivo, perchè ti ritrovi a parlare con una parte di te che neanche conoscevi, e  che sembra come che sia il media  a tirarla fuori, per cui anche quando nessuno ti risponde non hai mai la completa sensazione di star parlando da solo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#5
Poi è vero che ci sono anche quelli che si parlano addosso , e mi chiedo, a parte le possibili patologie che tutti più o meno possediamo, quali altre cause possano esserci.
Io ne propongo una in generale, che è quella di entrare in conflitto col media, forzando la sua natura virtuale, invece di assecondarla sfruttandone le possibilità, arricchendo la propria espressività.
Un media che interrogandoci dal di dentro perciò ci mette in discussione, rischiando di compromettere reputazioni altrove guadagnate, ciò cui si reagisce in modo scomposto.
Forzare il media ad essere ciò che non è, ad essere cioè un sostituto del media precedentemente usato, può risultare molto frustrante, e l'etichetta derivata dalla pregressa esperienza non sempre in esso è attuabile.
Non solo dobbiamo accettare come cosa normale non ricevere risposte, ma possiamo prenderci la libertà di non darle, senza che nessuno si senta offeso prendendola sul personale.
Adempiere all'obbligo di rispondere a tutti per buona educazione può essere faticoso, col rischio di rispondere alleggerendo i post , svuotandoli di contenuto, per rispettare dunque una buona educazione che potrebbe però non essere funzionale al forum.
Acquisire in sostanza coscienza del fatto che il nuovo media richiede che si ridefiniscano nuove etichette di buona educazione, ad esso più funzionali.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

Può succedere che sul forum si interrompa il dialogo con qualcuno, ma magari lo interrompiamo con quei soggetti coi quali nella vita reale non lo avremmo probabilmente neanche iniziato, creandosi sul forum una convivenza forzata di fatto.
Nella vita reale fuggiamo la fatica di comprendere gli altri mettendo fra noi e loro una distanza.
Nel forum ciò diventa relativo, perchè si sta vicini e distanti allo stesso tempo.
Il processo di conoscere l'altro è lungo, ma nel forum lo possiamo dilazionare a piacere, non diventando ciò di fatto un vero impegno.
Non si tratta propriamente di giungere ad un accordo o meno, ma si tratta di comprendere appieno le altrui posizioni, e io vedo che quando le comprendo alla fine non posso fare a meno di apprezzarle, pur non condividendole.
E' nel comprendere le ragioni dell'altro che si prova soddisfazione, avendo già presenti le nostre.
Riscontrare invece negli altri le nostre stesse ragioni, che soddisfazione dovrebbe darci, se non la sensazione di benessere che ti da una medicina quando sei malato?
Mi pare infatti che alcuni cerchino il consenso degli altri come se il sentirsi parte, condividendo una ragione, al di la della ragione in se, li rassicurasse sul loro stato di salute mentale..
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Discussioni simili (3)