Il paradosso della moltiplicazione

Aperto da Eutidemo, 25 Agosto 2024, 13:49:17 PM

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Phil

Il punto, come dicevo, è considerare l'operazione nella sua totalità e nel suo contesto, non fermandosi solo al numero 5. Da qualche parte esistono 5 euro, ma nell'operazione "5 x 0 = 0" i 5 euro ci sono solo come numero e non come presenza (sono invece presenti con 5 x 1, 5 x 2, etc.). Infatti se parlassimo di 5 elefanti o 5 minotauri, non cambierebbe nulla.
Prova a rispondere alla domanda «metto 5 euro (o elefanti o minotauri) sul tavolo 0 volte; quanti euro (o elefanti o minotauri) ci sono sul tavolo?».

Eutidemo

                                   AUTOBIEZIONE
Non mi pare che nessuno di voi l'abbia ancora scritto (salvo che, come è probabile, tale obiezione mi sia sfuggita), ma credo di essermi accorto da solo in che cosa consiste la "fallacia" del mio ragionamento; il quale, secondo, me, non tiene conto di un presupposto assiomatico incontrovertibile!
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Il presupposto assiomatico incontrovertibile, di cui non avevo tenuto conto, è la cosiddetta "proprietà commutativa";  vale a dire che, nelle moltiplicazioni, "cambiato l'ordine dei fattori, il prodotto non cambia"!
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Per cui, visto che 0 x 5 non può che dare come risultato 0 (il che non è minimamente contestabile), è consequenziale che 5 x 0 non può che dare anch'esso come risultato 0, e non certo 5!
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Pertanto la mia modalità di calcolo 5 x 0 = 5 + (0 + 0) =5, non è un modo "diverso" di vedere la matematica, bensì, un modo assolutamente "errato" di vedere la matematica.
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Il che è una ulteriore dimostrazione della mia "somaresca" incompetenza in materia!
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Chiedo quindi umilmente  scusa a tutti per il tempo che vi ho fatto inutilmente perdere! :-[
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P.S.
Però, cercate lo stesso di risolvere il mio enigma del 5 e del 15.

iano

#17
Citazione di: Eutidemo il 26 Agosto 2024, 11:16:45 AMLa definizione alternativa non mi convince.
Ed infatti mi può stare bene 5X3= tre volte cinque= 5+5+5=15
Ma non mi convince affatto 5x0=  cinque volte zero = 0+0+0+0+0 = 0
***
Un cordiale saluto!
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Le definizioni si accettano o si rifiutano, o più precisamente possiamo trovare più o meno interessanti le teorie che ne derivano.
Lo scopo di una teoria non è convincere, ma semmai di trovare applicazioni convincenti, possedendo comunque un valore in se, al di la delle possibili applicazioni.
La tua particolare teoria dei numeri naturali ha quindi comunque un suo valore, per quanto solo accennata, al di la di sue possibili applicazioni che in effetti non riesco a intravedere.
La teoria dei numeri naturali classica invece accidentalmente ha molte applicazioni, anche con risvolti di accettazione relativi al penale, per toccare un tasto che ti è caro, per cui se paghi la spesa al supermercato facendo '' i tuoi conti'' ti arrestano, oppure ti ringraziano per la mancia inaspettata. :)
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#18
Citazione di: Eutidemo il 26 Agosto 2024, 11:24:43 AMNon si può moltiplicare qualcosa che non c'è; si può moltiplicare soltanto ciò che già è...
.. ed è in quanto tu lo intuisci, come ormai abbiamo capito.
Ma se tu ti rifiuti di trascendere la tua intuizione noi che ci possiamo fare?
Di fatto questo rifiuto è il  tema centrale  di quasi tutti i tuoi enigmi.
Vuoi in tal modo illustrarci che trascendendo il nostro intuito, perciò cadiamo così in errore?
Un numero oltre ad essere il prodotto del tuo intuito escludi che possa essere altro?
Se è così puoi dirci perchè?
Cerchiamo infine di andare al centro di quest'interessante problema filosofico dopo gli innumerevoli esempi che ne hai dato.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Citazione di: iano il 26 Agosto 2024, 11:55:50 AMLe definizioni si accettano o si rifiutano, o più precisamente possiamo trovare più o meno interessanti le teorie che ne derivano.
Lo scopo di una teoria non è convincere, ma semmai di trovare applicazioni convincenti, possedendo comunque un valore in se, al di la delle possibili applicazioni.
La tua particolare teoria dei numeri naturali ha quindi comunque un suo valore, per quanto solo accennata, al di la di sue possibili applicazioni che in effetti non riesco a intravedere.
La teoria dei numeri naturali classica invece accidentalmente ha molte applicazioni, anche con risvolti di accettazione relativi al penale, per toccare un tasto che ti è caro, per cui se paghi la spesa al supermercato facendo '' i tuoi conti'' ti arrestano, oppure ti ringraziano per la mancia inaspettata. :)
Ti ho ancipato di qualche minuto nel darmi "autotorto"! ;D

Eutidemo

Citazione di: iano il 26 Agosto 2024, 12:02:09 PM.. ed è in quanto tu lo intuisci, come ormai abbiamo capito.
Ma se tu ti rifiuti di trascendere la tua intuizione noi che ci possiamo fare?
Di fatto questo rifiuto è il  tema centrale  di quasi tutti i tuoi enigmi.
Vuoi in tal modo illustrarci che trascendendo il nostro intuito, perciò cadiamo così in errore?
Un numero oltre ad essere il prodotto del tuo intuito escludi che possa essere altro?
Se è così puoi dirci perchè?
Cerchiamo infine di andare al centro di quest'interessante problema filosofico dopo gli innumerevoli esempi che ne hai dato.
Ti ho ancipato di qualche minuto nel darmi "autotorto"! ;D

iano

Citazione di: Eutidemo il 26 Agosto 2024, 12:14:54 PMTi ho ancipato di qualche minuto nel darmi "autotorto"! ;D

La tua difesa preventifica ho reso inefficace dandoti ragione, non te ne sei accorto?
Lo dico sempre io, avrei dovuto fare l'avvocato! :))
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Adesso io dovrei replicare che hai "torto" a darmi "ragione"; però, se ribaltiamo le nostre posizioni in modo così palesemente "eristico", rischiamo entrambi di essere ricoverati alla "neurodeliri" (o, quantomeno, rischiamo entrambi di essere "bannati" dal FORUM)! :D
***
Un cordiale saluto! :)
***





niko

Facciamola semplice: moltiplicare, anche nel senso comune dei termini, non solo in rigorisa matematica

Non significa aggiungere per tot volte.

Significa "prendere", considerare, con le mani o con la mente una data quantita' per tot volte.

Anche senza borsellino magico, tu puoi avere, anche nella banalissima realta', un ampio sacco, che contiene tantissime (in numero indefinito) mele.

Poi prendere cinque mele per una volta> cinque per uno

Puoi prenderle per dieci volte

> cinque per dieci

Ma puoi anche non prenderle in assoluto, lasciarle tutte li' dove sono

> cinque per zero.

E il sacco sempre li' sta.

Il "prendere", il "considerare", una data quantita', prevede anche il non prendere, non cosiderare, quella stessa quantita', o il considerala solo una volta, o il considerarla tante (N diverso da zero, e da uno) volte.

Pensando a un

> "addizzionare se stesso a se stesso"

per concettualizzare quello che e' all'atto pratico una moltiplicazione, invece che a un

> prendere, un considerare,

che per sua natura prevede anche la considerazione di una assenza, il negativo di una considerazione, quindi considerare per zero, zero volte, non fare proprio l'atto di prendere le mele e lasciarle tutte li' nel sacco, ti impicci solo inutilmente il cervelo.

Fai come tutti: consideralo un prendimento, un afferrare, un singolo, coeso afferrrare, ripetibile nel tempo quanto si vuole ma pur sempre un afferrare, e non un addizzionare se stesso a se stesso.

Cosi', avrai anche il senso del non prendere, non afferrare, lasciare li', cioe' il senso dello zero: se non prendi, hai in mano zero. Mano vuota, insieme vuoto.




Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Eutidemo

Citazione di: niko il 26 Agosto 2024, 14:59:04 PMFacciamola semplice: moltiplicare, anche nel senso comune dei termini, non solo in rigorisa matematica

Non significa aggiungere per tot volte.

Significa "prendere", considerare, con le mani o con la mente una data quantita' per tot volte.

Anche senza borsellino magico, tu puoi avere, anche nella banalissima realta', un ampio sacco, che contiene tantissime (in numero indefinito) mele.

Poi prendere cinque mele per una volta> cinque per uno

Puoi prenderle per dieci volte

> cinque per dieci

Ma puoi anche non prenderle in assoluto, lasciarle tutte li' dove sono

> cinque per zero.

E il sacco sempre li' sta.

Il "prendere", il "considerare", una data quantita', prevede anche il non prendere, non cosiderare, quella stessa quantita', o il considerala solo una volta, o il considerarla tante (N diverso da zero, e da uno) volte.

Pensando a un

> "addizzionare se stesso a se stesso"

per concettualizzare quello che e' all'atto pratico una moltiplicazione, invece che a un

> prendere, un considerare,

che per sua natura prevede anche la considerazione di una assenza, il negativo di una considerazione, quindi considerare per zero, zero volte, non fare proprio l'atto di prendere le mele e lasciarle tutte li' nel sacco, ti impicci solo inutilmente il cervelo.

Fai come tutti: consideralo un prendimento, un afferrare, un singolo, coeso afferrrare, ripetibile nel tempo quanto si vuole ma pur sempre un afferrare, e non un addizzionare se stesso a se stesso.

Cosi', avrai anche il senso del non prendere, non afferrare, lasciare li', cioe' il senso dello zero: se non prendi, hai in mano zero. Mano vuota, insieme vuoto.





Può essere anche come dici tu, però io trovo più convincente la dimostrazione basata sulla  "proprietà commutativa"!
Ed infatti il presupposto assiomatico incontrovertibile, di cui non avevo tenuto conto, è la cosiddetta "proprietà commutativa";  vale a dire che, nelle moltiplicazioni, "cambiato l'ordine dei fattori, il prodotto non cambia"!
***
Per cui, visto che 0 x 5 non può che dare come risultato 0 (il che non è minimamente contestabile), è consequenziale che 5 x 0 non può che dare anch'esso come risultato 0, e non certo 5!

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