La distanza minima tra il punto A ed il punto B

Aperto da Eutidemo, 03 Luglio 2024, 11:54:05 AM

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Eutidemo

#15
Ciao Bobmax. :)
Tu hai scritto che: "l'infinitesimo ha una dimensione" mentre, invece, "il punto non ha dimensioni"; allora dimmi quanto è alto e quanto è largo un "infinitesimo"!
***
Se ci riesci, benissimo: hai ragione tu!
***
Però, se non ci riesci, allora significa che un "infinitesimo geometrico" equivale, "appunto", ad un "punto"; che, secondo Euclide, è, appunto, privo di dimensioni!
Invero, se un un "infinitesimo geometrico" diverso dal "punto" ce le avesse, infatti, tu dovresti essere in grado di "determinarle"; o, quantomeno,di "definirle", precisando di quale "entità geometrica" stai parlando.
***
Ed infatti Euclide scriveva"Σημεΐόν έστιν, ού μέρος ούθέν"" ossia "Il punto è ciò che non ha parti"; però quale altra "entità geometrica infinitesimale", se non il "punto", è così piccola, da non avere "parti" (e, quindi, "dimensioni"), se non il punto?
***
Tutti concordano su questa traduzione, fatta eccezione per Marziano Capella (secolo V dopo Cristo), il quale traduce: "Punctum est cuius  pars nihil est "("Punto è ciò la cui parte è niente", vale a dire le parti di cui il punto si compone sono nulla).
Traduzione intrigante, ma, in verità, molto discutibile!
***
Per cui, se tu non sai dirmi quale altra "entità geometrica infinitesimale", se non il "punto", è così piccola, da non avere parti (e, quindi, "dimensioni"), se non il "punto", ne consegue che ,l'"entità geometrica infinitesimale", è solo ed esclusivamente il "punto".
Quale altra, sennò?
La domanda non è retorica.
***
Senza considerare che: "...dire, come fa Euclide, che un punto è ciò che non ha dimensioni, non significa minimamente definire tale entità, giacché una definizione deve essere espressa in termini di concetti che vengono prima e che sono più noti delle cose definite." (Carl L. Boyer, Storia della matematica (titolo originale: A History of Mathematics, 1968); traduzione dall'inglese di Adriano Carugo, Milano, Istituto Editoriale Internazionale, 1976, p. 124.).
***
E non ha poi tutti i torti!
***
Un cordiale saluto! :)
***

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Ti prego di scusarmi se non riesco a risponderti adesso, perchè devo scrivere dei testi il cui deposito è in scadenza entro domani .
Spero, che, almeno in parte, la mia risposta a Bobmax risponda alle tue obiezioni; altrimenti, sperando di averne il tempo, cercherò di risponderti domani.
Scusandomi ancora, ti invio i miei più amichevoli saluti! :)

bobmax

L'entità geometrica dell'infinitesimo è... l'infinitesimo!
E non si può determinarlo, perché è proprio quella lunghezza che non può essere determinata, sebbene... non sia nulla.

E infatti il punto è definito da concetti che vengono prima, e che sono le dimensioni.
Il punto è la negazione delle dimensioni. E questa è la sua definizione.

Comunque basta, che non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

Ciao Iano. ;)
Come ti ho detto, ora, purtroppo,  non ho il tempo materiale che mi consenta di rispondere approfonditamente ai tuoi interessantissimi interventi; tuttavia mi sembrava scortesia non cercare quantomeno di accennare ad una risposta, che tenga conto delle tue (ragionevolissime) obiezioni.
***
Al riguardo, osservo quanto segue:
1)
Sono d'accordo con te che il punto C dista da C, cioè da se stesso, "nulla", e non un "infinitesimo" (per il principio di identità); però niente vieta che esso disti  un "infinitesimo" dal punto A e dal punto B, che lo affiancano, e che sono punti diversi da C.
2)
Quanto ad usare termini matematici accettandone la definizione ufficiale, dopo averla ben compresa, mi sembra ovvio che A (1) + B (2) + C (3) sia uguale a tre punti (A B C), e non ad uno solo.
3)
Considerati tutti i possibili segmenti di retta, contenuti nel segmento AB qual'è il segmento di lunghezza minima?
Senz'altro un solo punto di tali segmenti di retta !
Allora, se un punto è un caso ammesso ufficialmente dai matematici come  segmento minimo di retta, come anche io credo, allora la risposta è: la distanza tra  A e B, è un qualunque "singolo" punto del segmento AB, che io ho chiamato C.
Il quale, però, è un "PUNTO", e non più un "SEGMENTO DI RETTA"; che, per definizione, è costituito da più punti, e non da uno solo.
4)
Infine, così come è pacificamente ammesso che lo "zero" (0) è un "numero pari", e non "nessun numero"; allo stesso modo il "punto" costituisce una "distanza infinitesimale", e non "nessuna distanza".
Altrimenti, come scrivevo a Bobmax, quale mai (se non il punto) sarebbe una "distanza infinitesimale"?
E lui, almeno finora, non mi ha risposto  adeguatamente (almeno, secondo me).
***
Un cordiale saluto, e scusami per la sommaria sinteticità della mia risposta.
***
Un cordiale saluto! :)
***

iano

#19
Ciao Eutidemo.
Il problema è che tu parli di infinitesimi senza dirci cosa siano, dando per scontato che noi si intenda la stessa cosa che intendi tu.
Proviamo per gioco a darne la seguente definizione in forma di...dialogo.

Eutidemo: Tu dici che l'infinitesimo ha un estensione, ma non sai dirmi la sua lunghezza, ma finché non mi dai la sua lunghezza, non avrai dimostrato che ce l'abbia una estensione.

Iano: Se tu, proponendomi un qualunque numero reale positivo diverso da zero , io ti potessi dire sempre e in modo esatto se la lunghezza dell'infinitesimo, che non è zero,  è più grande, più piccola, o uguale al tuo numero, diresti allora che io conosca quella lunghezza?

Eutidemo: Direi che tu la conosca. infatti non conoscendola come potresti fare il confronto esatto per determinare quale numero è il più grande o se sono uguali.

Iano: Bene, io affermo di poter fare il confronto in modo esatto pur senza conoscere la lunghezza dell'infinitesimo.

Eutidemo: ho difficoltà a crederlo.

Iano: te lo dimostro. Qualunque numero che dirai, diverso da zero, la lunghezza dell'infinitesimo, sarà sempre diversa da zero e sempre minore di qualunque numero reale positivo tu dica.

Eutidemo: Complimenti per il gioco di magia, ma come tutti i giochi di magia hai usato un trucco.

Iano: non è un trucco, è la definizione di infinitesimo.
Secondo questa definizione l'infinitesimo ha una estensione, in quanto la sua lunghezza è sempre maggiore di zero.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#20
Eutidemo: scusa Iano, lo sai che ti voglio bene, e perciò è a malincuore che devo dirti che non mi hai convinto.

Iano: ti voglio bene anch'io Eutidemo, e mi fa dunque piacere dirti che non hai tutti i torti, nel senso che tutta questa dimostrazione non era necessaria. Però siccome tu me l'hai chiesta allora io te l'ho data.

Eutidemo: perchè non era necessaria?

Iano: perchè se io affermo che un infinitesimo ha estensione, ne sto dando una definizione, e una definizione non va dimostrata.

Eutidemo: Ammesso e non concesso. Ma allora, siccome anche un segmento di retta ha estensione, ne segue che un infinitesimo è un segmento di retta.

Iano: no, perchè affermando che un infinitesimo possiede un estensione, ho dato solo una parte della definizione.
Per completare la definizione bisogna dire che la lunghezza dell'infinitesimo è sempre minore della lunghezza di qualunque segmento di retta dato, ciò che non vale per i segmenti di retta.

Eutidemo. maledetto il giorno che ho inventato questo enigma. :))
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Citazione di: bobmax il 04 Luglio 2024, 18:35:17 PML'entità geometrica dell'infinitesimo è... l'infinitesimo!
E non si può determinarlo, perché è proprio quella lunghezza che non può essere determinata, sebbene... non sia nulla.

E infatti il punto è definito da concetti che vengono prima, e che sono le dimensioni.
Il punto è la negazione delle dimensioni. E questa è la sua definizione.

Comunque basta, che non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire.
Condivido la tua conclusione ;)

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Non è affatto vero che una "definizione" non debba essere dimostrata; ed infatti, se io mi "definisco" un "avvocato", devo necessariamente dimostrarlo esibendo il mio "certificato di abilitazione professionale" ed il mio "tesserino di iscrizione all'ordine".
Non basta certo che io indossi una "toga da avvocato", per dimostrare di esserlo! ;D
***
Allo stesso modo definire un "segmento infinitesimale di retta" come qualcosa di diverso da un "punto", non equivale a dimostrarlo; anzi, a me sembra contraddittorio.
***
Ed infatti, almeno secondo me, visto che un "segmento di retta" è costituito da un "numero infinito di punti", accorciarlo all'infinito significa privarlo di "quasi" tutti i suoi punti: lasciandogliene, però, almeno "uno", il quale non può che corrispondere, in base alla premessa, ad un "infinitesimo" di quel "segmento di retta".
***
Ed infatti, la circostanza che il "punto", così come il (per me equivalente)  "segmento infinitesimale di retta" non esista "fisicamente" nel mondo fenomenico, così come in tale mondo non esiste alcuna "entità geometrica astratta", non significa che esse non possa essere concettualmente concepito.
Mi vorresti forse negare che sia possibile concepire tre punti, denominati A, C, e B?
***
Ora, poichè non penso che tu possa o voglia negarmi questo, perchè mai vorresti negarmi di concepire i tre punti, denominati A, C, e B in una "posizione contigua", invece che distanziata?
***
E se i punti A, C, e B si trovano in una "posizione contigua", sia che tu voglia definire C un "tratto infinitesimale di retta", sia che io, invece, persista nel considerarlo concettualmente un "punto" (dal significato, per me, equivalente), non mi puoi certo negare che C costituisca la "distanza minima tra A e B".
***
Continuare a discuterne, diventerebbe una diatriba puramente nominalistica tra di noi; ed infatti, sia che tu voglia chiamare C Claudio, ed io, invece, voglia chiamare C Carlo, sempre C rimane.
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Un cordiale saluto! :)
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iano

Citazione di: Eutidemo il 05 Luglio 2024, 06:56:34 AM
Ciao Iano. :)
Non è affatto vero che una "definizione" non debba essere dimostrata; ed infatti, se io mi "definisco" un "avvocato", devo necessariamente dimostrarlo esibendo il mio "certificato di abilitazione professionale" ed il mio "tesserino di iscrizione all'ordine".
Non basta certo che io indossi una "toga da avvocato", per dimostrare di esserlo! ;D

Se tu ti definisci avvocato, ma io non so cosa sia un avvocato, allora io possiedo un esempio di avvocato.
Ma come faccio da questo esempio a risalire alla generalità degli avvocati.
Allora tu mi dai una definizione di avvocato.
Avvocato è colui che possiede un  certificato di abilitazione professionale e possiede  un tesserino di iscrizione all'ordine, che può esibire su richiesta.
Bene, ho capito, ma adesso dammi  una dimostrazione di questa definizione.
Dimostrami che gli avvocati sono davvero quelli che possiedono etc...etc...

Non ti sembra una richiesta di dimostrazione assurda?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano. :)
A te sembrerà pure una "richiesta di dimostrazione assurda", eppure, se ti presenti in aula per difendere un cliente, non c'è giudice che non ti richieda tale dimostrazione; e, se tu gliela dai, si ritiene senz'altro soddisfatto, altrimenti ti fa arrestare seduta stante per fragranza di reato. :'(
***
Ed invero, che gli avvocati siano davvero quelli che possiedono un  certificato di abilitazione professionale e un tesserino di iscrizione all'ordine, è palesemente dimostrato dal fatto che, colui che esercita tale professione senza essere in possesso di tali requisiti, ai sensi dell'art.348 C.P. commette il reato di "esercizio  abusivo  di  una  professione";  rischiando, quindi, la reclusione da  sei mesi a tre anni e la multa da euro 10.000 a euro 50.000 (Cassazione n. 12729/2023).
***
Se tale dimostrazione non ti convince, prova ad esercitare  abusivamente l'attività di avvocato senza esservi abilitato; poi, quando finirai in carcere ai sensi dell'art.348 C.P., vedrai che, alla fine,  risulterai persuaso anche tu di quanto sarebbe risultata efficace tale dimostrazione! :(
***
Per cui ti consiglio vivamente di non provarci! ;)
***
Un cordiale saluto! :)
***

iano

#25
Citazione di: Eutidemo il 05 Luglio 2024, 06:56:34 AM
Allo stesso modo definire un "segmento infinitesimale di retta" come qualcosa di diverso da un "punto", non equivale a dimostrarlo; anzi, a me sembra contraddittorio.
***

Contraddittorio rispetto a cosa?
Rispetto all'idea che tu ti sei fatto di qualcosa che però ufficialmente non esiste finché non viene definito.
Un ente matematico non esiste finché non viene definito, appunto.
Una volta che qualcuno da una definizione matematica un ente matematico inizia la sua esistenza.
Se mi chiedi di dimostrare che quell'ente esista davvero, cosa altro posso fare se non mostrati  il suo atto di nascita, cioè la sua definizione?
Tu al massimo mi puoi chiedere di dimostrati che quella definizione non sia autocntraddittoria, cioè che si tratti effettivamente di una definizione.
Una volta dimostrato che la definizione è corretta essa non può più essere messa in discussione.
Al massimo si può mostrare disinteresse per essa.
La vera contraddizione sta nel fatto che tu dici di non capire ciò che dimostri invece di aver capito, perchè quando ti ''definisci'' un avvocato ''fra virgolette'', sai di stare usando il termine definizione in modo volutamente ambiguo.
Quando ho detto che il tuo enigma era ingegnoso intendevo appunto che fosse basato su una voluta ambiguità lessicale.
Che si trattasse cioè di un istruttivo gioco verbale volto a mettere in luce le ambiguità in cui con facilità possiamo cadere.
Un avvocato non esiste finché non viene fatta la legge che istituisce l'albo degli avvocati.
Seppure qualcuno prima di quella legge parlasse di avvocati, adesso di quei tipi che avvocati venivano detti bisognerà dimenticarsene, per fare riferimento solo alla definizione di avvocato data dalla legge vigente.
Dal momento che la legge c'è, gli avvocati sono solo quelli che la legge dice.
Avvocato non è chi avvocato fa, ma chi la legge dice che ''è'', ed essendo è autorizzato ad esercitare la professione.

La tua risposta all'enigma non è ne giusta ne sbagliata, finché non è chiaro a cosa tu ti stia riferendo davvero, lasciando che noi ci si arrivi da soli, e mancando un accordo di fondo ognuno potrà dire quel che vuole.

Tieni conto che il concetto di infinitesimo, introdotto da Leibnitz , è cambiato per i matematici nel tempo, e io non ti saprei neanche dire quale sia ''l'attuale'' definizione di infinitesimo.
Se tu lo usi in modo improprio, consolati, perchè anche Leibnitz lo usava in modo improprio.
Però il bello della matematica è che nessuno può impedirti di esplicitare la tua idea di infinitesimo dandone una tua personale definizione, e in particolare che sia una definizione che renda ''esatta'' la tua soluzione.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Per quanto mi riguarda, il "punto" esiste, sia pure solo astrattamente,  perchè "io" riesco a concepirlo come tale; non mi interessa affatto che, ufficialmente, esso non esista finché non viene definito, in un certo modo, dai matematici (fosse pure Euclide).
***
Un ente matematico esiste, sia pure astrattamente, anche se non viene definito; fermo restando che può essere definito in modo diverso, a seconda dell'idea che ciascuno se ne fa (a prescindere da come viene definito dai matematici "ufficiali").
***
Quanto a pretendere che una definizione non sia "autocontraddittoria", cioè che si tratti effettivamente di una definizione, questo, comunque,  non dimostra che, a quella definizione, corrisponda qualcosa di realmente esistente.
***
Ed infatti la definizione che noi  possiamo dare di un "unicorno", di per sè, non è affatto "autocontraddittoria"; ma questo non significa affatto che gli unicorni esistano sul serio.
Anche se possiamo non solo "definirli", ma anche "disegnarli" in tutti i loro dettagli!
***
Un cordiale saluto! :)
***

iano

#27
Citazione di: Eutidemo il 05 Luglio 2024, 11:27:50 AM
Ciao Iano. :)
Per quanto mi riguarda, il "punto" esiste, sia pure solo astrattamente,  perchè "io" riesco a concepirlo come tale; non mi interessa affatto che, ufficialmente, esso non esista finché non viene definito, in un certo modo, dai matematici (fosse pure Euclide).
In effetti, se tutti possediamo l'idea di qualcosa, perchè dovremmo definirla, correndo il rischio che ciò che definiamo non corrisponda alla idea che ne abbiamo?
Nel farlo ci sono dei pro e contro.
I contro sono che una volta data la definizione del qualcosa dovremo dimenticarci dell'idea che ne avevamo, per evitare di cadere in contraddizione.
I pro sono che saremo adesso certi di star parlando della stessa cosa, quello che appunto manca nella formulazione dei tuoi enigmi, per cui ogni soluzione diversa è potenzialmente giusta, riferendosi ognuna in effetti a una diversa interpretazione dell'enigma, cioè di fatto a un diverso enigma.
Detto in altre parole, i tuoi enigmi sono a volte ambigui, e ciò sarebbe accettabile solo se fossero volutamente ambigui, cioè se fossero basati sull'ambiguità del linguaggio, volendola porre cosi' in evidenza a scopo didattico.
Diversamente l'unico valore dei tuoi enigmi è che ci aiutano a capire cosa passa per la testa di Eutidemo, cosa che a me comunque interessa.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano :) .
Circa le tue interessantissime (e per niente "peregrine") considerazioni, osservo quanto segue:
.
1)
Quando mi ''definisco'' un avvocato ''fra virgolette'', non sto affatto usando il termine "definizione" in modo volutamente ambiguo, ma, al contrario, ne  sto semplicemente evidenziando la specifica "valenza tecnica" nel contesto della mia argomentazione; ed infatti, se è vero che, talvolta, si mette ''fra virgolette'' una parola per far capire che la si sta usando in modo ambiguo, è anche vero che, invece, altre volte si mette ''fra virgolette'' una parola solo per evidenziarne la specifica "valenza tecnica" nel discorso.
***
Ed infatti, si può parlare di un avvocato:
- sia in "senso tecnico" di professionista iscritto all'Albo;
- sia in "senso generico" (come, ad esempio, "non farmi sempre l'avvocato del diavolo", oppure "sei il solito avvocato delle cause perse" ecc. ecc.).
***
Per cui, tutto il tuo discorso sul passato e sul presente della pratica forense, mi sembra un po' un "arrampicarsi sugli specchi"; anche considerando che, ad esempio, nell'antica Roma gli "avvocati", così come concepiti oggi, non esistevano!
Ed infatti, al suo posto, in genere esistevano due figure ben distinte tra di loro:
- il "giurisperito", che studiava la causa al tavolino;
- l'"oratore", che andava a dibatterla in aula.
***
Semmai il mio difetto è di usare troppe "virgolette", anche a sproposito; un vizio di cui mi vergogno e di cui mi scuso! :-[
***
.
2)
Quanto al mio quesito iniziale, non saprei immaginare NIENTE:
- di più chiaro;
- di meno ambiguo.
Ed infatti io avevo semplicemente chiesto: "Qual'è l'entità geometrica che costituisce la distanza minima tra il punto A ed il punto B?"
Più chiaro di così si muore!
***
Ora, tu hai risposto che l'entità geometrica che costituisce la distanza minima tra il punto A ed il punto B, nello spazio euclideo si chiama "segmento di retta"; risposta, che, in effetti, non era affatto del tutto "sbagliata", però era decisamente "incompleta".
***
Ed infatti, se tu mi avessi risposto che l'entità geometrica che costituisce la distanza minima tra il punto A ed il punto B, nello spazio euclideo era un "segmento infinitesimale di retta", io te l'avrei passata sicuramente per "buona".
***
Ed infatti la "DISTANZA MINIMA" tra il punto A ed il punto B, non è  un qualsiasi "segmento di retta" (che può essere lungo un metro, un centimetro un millimetro ecc.), bensì soltanto il "segmento di retta più corto possibile"; e, cioè, almeno secondo la tua concezione geometrica, un  "segmento infinitesimale di retta".
***
Io avrei senz'altro accettato una simile risposta, in quanto per me (ma non certo per i "matematici ufficiali", almeno da colonnello in su), un  "segmento infinitesimale di retta" non è altro che un "punto".
Ed infatti, poichè un "segmento di retta" è costituito da "infiniti punti", se dividiamo tale segmento all'infinito, otterremo inevitabilmente un "1 punto"; ovvero anche, se tu preferisci la definizione,  un  "segmento infinitesimale di retta".
***
La risposta al mio chiarissimo quesito, per me sarebbe andata bene in entrambi i casi.
***
.
3)
Ed invero, la diatriba circa il fatto che:
- un "punto" non ha dimensioni;
- mentre "segmento infinitesimale di retta", invece, ha dimensioni;
costituiva una questione diversa, da quella posta con la mia domanda, la quale richiederebbe un TOPIC a parte.
***
Qui dirò solo, molto sinteticamente (e con orrore dei matematici), che, almeno per me il "punto" è quel "segmento infinitesimale di retta" del quale non se ne può concepire uno più corto.
Il che, però, con buona pace di Euclide, secondo me non vuole affatto dire che il "punto" sia "privo di dimensioni", poichè ciò che è privo di dimensioni non può esistere neanche nel mondo astratto della geometria.
Ed infatti se noi sommiamo una entità geometrica priva di dimensioni ad un'altra entità geometrica priva di dimensioni, secondo la (mia) logica, otterremo una terza  entità geometrica priva di dimensioni; 0 + 0 = 0.
E così sarebbe se sommassimo all'infinito entità geometriche prive di dimensioni; così come se sommassimo all'infinito degli zeri.
Ma poichè, invece, sommando un numero infinito di "punti" otteniamo un "segmento di retta", il quale costituisce sicuramente una "figura geometrica" dotata della dimensione della "lunghezza", ne deduco, "a contrario", che anche gli elementi che compongono tale "segmento di retta" debbono necessariamente avere anche una loro una sia pur "infinitesimale dimensione".
Ed invero, almeno secondo me, avere una dimensione "incommensurabile", non vuol dire non avere alcuna "dimensione".
***
Un cordiale saluto! :)
***

iano

Citazione di: Eutidemo il 05 Luglio 2024, 14:36:49 PM
Ed infatti io avevo semplicemente chiesto: "Qual'è l'entità geometrica che costituisce la distanza minima tra il punto A ed il punto B?"
Più chiaro di così si muore!
***

Per cercare di sopravvivere proviamo a riscriverla allora.  ;D

Qual'è quell'entità geometrica , fra tutte le possibili che possiedano un estensione, quella che possieda l'estensione minima fra loro, e che rispettino tutte la condizione di ''stare fra A e B'', laddove mi riservo  in separata sede di definire il significato di ''stare fra A e B''.
Segue definizione....

Penso che si possa fare anche meglio, ma direi che siamo sulla buona strada.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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