Dov'è il centro dell'universo

Aperto da bobmax, 08 Maggio 2024, 15:43:50 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

iano

#15
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 10 Maggio 2024, 10:33:32 AMCosa intendi per "dare il pass per entrare nell'accademia"?
''Non entri chi non conosce la geometria", queste parole erano scritte sull'ingresso dell'Accademia, la scuola di Platone.
Mi chiedo dunque quanti filosofi oggi vi sarebbero ammessi.
Molti pochi credo, perchè tutti abbiamo conoscenza della geometria euclidea, ma non della geometria nei suoi ulteriori sviluppi.
''Non entri chi non conosce la geometria euclidea e le geometrie non euclidee''
scriverebbe oggi Platone sul frontone della sua accademia.
Ai suoi tempi però la geometria era una sola, per cui Platone non ha dovuto specificare.
Noi filosofiamo sulla forma del mondo.
Ai tempi di Platone per discuterne era sufficiente conoscere tutta la geometria dei suoi tempi.
Similmente noi dovremmo conoscere quella dei giorni nostri per poterne continuare a parlare.
E' facile per noi restare sulla scia di Platone dato che la geometria dei suoi tempi coincide  con quella in cui ancora si esercita la nostra percezione.
Ma le forme che ci propone la nuova geometria , e che potrebbero essere quelle dell'universo, non sono visualizzabili, per cui non sempre basta  usare come scorciatoia l'intuizione.
Quando va bene riusciamo ancora a fare un analogia fra vecchia e nuova geometria, come ''l'universo superficie di sfera'', ma non sempre questo è possibile.
La scienza però oggi ci dece che per manipolare le forme dell'universo non è necessario visualizzarle.
Per questo motivo la scienza oggi ci appare sempre più astratta.
Ma la geometria euclidea, nel modo in cui oggi la considerano i matematici, non è meno astratta della geometria non euclidea.
Cioè il mondo che vediamo e che diciamo concreto, sottosta ad una astrazione, al pari del spazio tempo di Einstein che non vedremo mai, pur vivendoci dentro.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Aspirante Filosofo58

Citazione di: iano il 10 Maggio 2024, 10:49:11 AM''Non entri chi non conosce la geometria", queste parole erano scritte sull'ingresso dell'Accademia, la scuola di Platone.
Mi chiedo dunque quanti filosofi oggi vi sarebbero ammessi.
Molti pochi credo, perchè tutti abbiamo conoscenza della geometria euclidea, ma non della geometria nei suoi ulteriori sviluppi.
''Non entri chi non conosce la geometria euclidea e le geometrie non euclidee''
scriverebbe oggi Platone sul frontone della sua accademia.
Ai suoi tempi però la geometria era una sola, per cui Platone non ha dovuto specificare.
Noi filosofiamo sulla forma del mondo.
Ai tempi di Platone per discuterne era sufficiente conoscere tutta la geometria dei suoi tempi.
Similmente noi dovremmo conoscere quella dei giorni nostri per poterne continuare a parlare.
E' facile per noi restare sulla scia di Platone dato che la geometria dei suoi tempi coincide  con quella in cui ancora si esercita la nostra percezione.
Ma le forme che ci propone la nuova geometria , e che potrebbero essere quelle dell'universo, non sono visualizzatili, per cui è escluso il possibile uso dell'intuizione.
Quando va bene riusciamo ancora a fare un analogia fra vecchia e nuova geometria, come ''l'universo superficie di sfera'', ma non sempre è possibile.

Ai tempi della scuola, la geometria mi è sempre piaciuta, tanto che ho provato a risolvere dei problemi senza utilizzare le formule che mi avrebbero velocizzato il procedimento per arrivare al risultato. Però sono ragioniere e non geometra. ;)
Comunque credo che in un forum ci si possa confrontare sui vari temi, senza salire in cattedra, ma semplicemente condividendo il proprio sapere (o anche il proprio non sapere: questo "so di non sapere" di Socrate che tanto mi piace). Poi, come ho letto da qualche parte: tesi + antitesi = sintesi.

In effetti, se qui si dibatte su un argomento come questo, io credo che nessuno lo conosca perfettamente (altrimenti che senso avrebbe proporlo?) ma che ognuno possa e voglia mettere in comune le proprie conoscenze.

Ora, disquisire di universo significa considerare qualcosa di molto più grande di noi. L'universo è finito o infinito? Io non sono così sicuro che sia finito. Capisco che il nostro modo di pensare ci porti a considerare l'universo finito, seppur immensamente grande, ma che certezze ho al riguardo? Io non ne vedo.

Forse questo articolo: https://gategate.it/le-navi-della-nostra-generazione-affonderanno/  può essere uno spunto per la discussione. Se per uscire dal nostro sistema solare, nella migliore delle ipotesi servirebbero 2 secoli, allora l'universo potrebbe essere infinito?
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

Pensarbene

Cito:

"Per quel che riguarda Plutone, un eventuale suo abitante vedrebbe adesso ciò che è avvenuto qui poche ore fa"

e questo è il punto perché velocità della luce e radiazioni 
ci impediscono un qui ed ora che sia tale.
Forse e dico forse,l'entanglement quantistico potrebbe essere l'unico fenomeno a permetterci  contemporaneità e istantaneità.
Allora un abitante  di Plutone e un terrestre entangled potrebbero condividere un qui ed ora veramente tale!

Pensarbene

l'universo così come ce lo spiegano e lo descrivono sembra più che altro una bolla olografica che fornisce dati improvvisamente e sequenzialmente agli scienziati in modo tale che ne abbiano una certa  visione o weltangshaung come dicono i germanici.
In altre parole  come succede con la pittura,la scultura e la musica ma anche per il resto,religioni comprese,voi potete assistere su questo pianeta a un apparire subitaneo e su vasta scala di "funghi" culturali significativi,scienza compresa.
Come succede per l'evoluzione dove nuove specie appaiono accanto alle vecchie MA NON DALLE VECCHIE, succede lo stesso agli esseri umani  e non se ne rendono conto.
Cioè,non si rendono conto che sono come dei Pinocchi in una strana via dove la loro Pinocchità diventa una "X...ità" senza mai diventare una vera  umana umanità.
Ad esempio, questa è l'epoca dei buchi neri e dei grb.
Prima era stata l'epoca dei quasars,delle pulsar e delle supernovae 1A.
Prima ancora il Big bang come interesse centrale e ancora prima,l'universo stazionario e prima.....
Andate a studiarvi queste fasi e le vedrete apparire come funghi dopo una pioggerella di indizi.
È successo lo stesso con la formula E=MC2 e l'ipotesi dei quanti.
Ogni fase ha avuto un fungo principale e protagonista che ha seminato spore su un micelio preesistente e compatibile.
Io penso a volte che tra una coltivazione di champignons e la Terra non ci sia una grande differenza a parte la varietà di funghi e il loro apparire a fasi per "merito" di non si sa chi e perché. 








iano

#19
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 10 Maggio 2024, 11:30:01 AM
Ai tempi della scuola, la geometria mi è sempre piaciuta, tanto che ho provato a risolvere dei problemi senza utilizzare le formule che mi avrebbero velocizzato il procedimento per arrivare al risultato. Però sono ragioniere e non geometra. ;)
Comunque credo che in un forum ci si possa confrontare sui vari temi, senza salire in cattedra, ma semplicemente condividendo il proprio sapere (o anche il proprio non sapere: questo "so di non sapere" di Socrate che tanto mi piace). Poi, come ho letto da qualche parte: tesi + antitesi = sintesi.

In effetti, se qui si dibatte su un argomento come questo, io credo che nessuno lo conosca perfettamente (altrimenti che senso avrebbe proporlo?) ma che ognuno possa e voglia mettere in comune le proprie conoscenze.

Ora, disquisire di universo significa considerare qualcosa di molto più grande di noi. L'universo è finito o infinito? Io non sono così sicuro che sia finito. Capisco che il nostro modo di pensare ci porti a considerare l'universo finito, seppur immensamente grande, ma che certezze ho al riguardo? Io non ne vedo.

Forse questo articolo: https://gategate.it/le-navi-della-nostra-generazione-affonderanno/  può essere uno spunto per la discussione. Se per uscire dal nostro sistema solare, nella migliore delle ipotesi servirebbero 2 secoli, allora l'universo potrebbe essere infinito?

Per come la vedo io l'universo non è infinito, non perchè ne ho le prove, ma perchè la mia idea di infinito non si applica all'universo.
E' un idea puramente matematica, e seppure la matematica si presta a descrivere l'universo, non perciò tutta la matematica si presta a farlo.
La mia idea di infinito si applica alle nostre azioni ripetibili, descrivibili in modo finito,( perchè è sufficiente descrivere la singola azione), e che non hanno un limite definito.
In sostanza c'è il finito che ha un limite definito nello spazio, e c'è il finito che non ha un limite definito nel tempo, come un azione che si può sempre ripetere, che impropriamente, secondo me, chiamiamo infinito ,intendendo ciò che non ha limite nello spazio.
Per quanto riguarda i nostri limiti ciò che sembra impossibile oggi per noi, domani potrebbe non esserlo, essendo che i nostri limiti cambiano col tempo, per cui qualunque previsione assoluta si voglia fare poggia sulla negazione del nostro divenire, o in subordine su un invito a porre un limite volontario al nostro agire, decidendo ora di restare per sempre ciò che siamo, cioè ciò che nel tempo siamo divenuti.
Noi oggi non possiamo fare questo o quello, ma domani, quando non saremo più ciò che siamo, non possiamo dire cosa potremo fare.
Ciò che era impossibile per i nostri avi oggi è la nostra quotidianità.
Se i nostri avi potessero dare una sbirciata al mondo di oggi si pentirebbero di averci generati, e ciò  è prevedibile, in quanto divenire significa negare ciò che si è in continuazione.
Questa negazione però non arresta il processo del divenire, perchè è come il muoversi delle lanette di un orologio che non percepiamo.
Se però ci proiettiamo con le nostre previsioni nel futuro, ciò che vediamo ci sembra inaccettabile, perchè per poterlo accettare ci dovremmo talmente voler male da negarci.
Il vero problema è che inevitabilmente personalizziamo troppo, pensando che siamo noi a divenire, quando ciò che diviene è la vita, che va avanti con noi o senza di noi.
la vita a volte può sembrare una grande schifezza, e io sto attraversando uno di questi momenti.
E' in questi momenti che si apprezza la filosofia come pratica di un pensiero di cui non possiedi l'esclusiva.
A volersi sentire invece al centro del mondo si ottiene l'effetto opposto.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

bobmax

Citazione di: Pensarbene il 10 Maggio 2024, 12:33:56 PMCito:

"Per quel che riguarda Plutone, un eventuale suo abitante vedrebbe adesso ciò che è avvenuto qui poche ore fa"

e questo è il punto perché velocità della luce e radiazioni
ci impediscono un qui ed ora che sia tale.
Forse e dico forse,l'entanglement quantistico potrebbe essere l'unico fenomeno a permetterci  contemporaneità e istantaneità.
Allora un abitante  di Plutone e un terrestre entangled potrebbero condividere un qui ed ora veramente tale!


Ritengo che fenomeni, come l'entanglement quantistico o la non relatività della velocità della luce, siano possibili segni che alludono alla autentica realtà.

Cioè che la separazione, il molteplice, che caratterizza l'esistenza, sia fittizio.
Non sia davvero reale.
In quanto la realtà è l'Uno.

La luce, per esempio, cosa ci dice con la propria assolutezza, che rende relativi lo spazio e il tempo?
Cosa vive la luce?
Cosa sarebbe l'universo se potessimo muoverci alla velocità della luce?

Beh, l'universo semplicemente non sarebbe né sarebbe mai stato.
Alla velocità della luce non esiste spazio e non esiste tempo.

Siamo all'Origine.
Da cui, in realtà, non ci siamo mai allontanati.

Ed è proprio per questo che ci ritroviamo al centro dell'universo.
Siamo l'Uno.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

iano

#21
Citazione di: Pensarbene il 10 Maggio 2024, 12:33:56 PMForse e dico forse,l'entanglement quantistico potrebbe essere l'unico fenomeno a permetterci  contemporaneità e istantaneità.


In effetti un altro fenomeno c'è, ma ci appare talmente ovvio, che solo a indicarlo si rischia di fare la figura del demente.
Quindi per evitare questa figura proverò a prendere il discorso alla larga.
Manca secondo me una definizione esplicita delle molteplicità che comporrebbero l'universo.
Prima della scoperta dell'entenglement quantistico, se si fosse data una definizione di oggetto che concorre a comporre l'universo, come di ciò che è caratterizzato intrinsecamente da contemporaneità e istantaneità nessuno avrebbe avuto da criticare, se non per il fatto che si stesse affermando una banalità.
Quella definizione però oggi comporterebbe che le particelle che sono caratterizzate intrinsecamente dal fenomeno dell'entenglement siano nel loro insieme un oggetto solo.

Se provassimo a dare la definizione di cui sopra, oggi, non mancherebbero invece le critiche, la prima delle quali sarebbe che si tratta di una ipotesi ad hoc per spiegare l'entenglement.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Pensarbene

#22
bisogna anche dire che la funzione dell'entanglement non è chiara.
Potrebbe essere un aggiustamento funzionale della quantica e niente di più.
Però potrebbe essere un modo di informarsi della materia energia e allora il discorso  cambierebbe.
Quello che si sa è il suo essere contemporaneo e istantaneo su qualsiasi distanza,questo potrebbe suggerire l'idea di un universo istantaneo e contemporaneo, una metafora di eternità oltre il concetto di finito e infinito.
In fondo, il fatto di essere finito o infinito non è così importante come il fatto di poter essere,in qualche modo,simile all'eternità.
L' estensione,come pure la temporalità,in questo caso, non sarebbero significative.
Anche Dio potrebbe essere una singolarità eterna e il Big bang una sua  metafora contingente.
Credo che noi abbiamo delle idee di eterno,finito,infinito e Dio,tutto sommato abbastanza primitive e improntate dalla realtà terrena.
Pensiamo "in grande" e "alla grande" e questo è bello e buono, ma le parole usate tradiscono l'euclidea spazialità e una temporalità un tantino ingenua.
L' entanglement ci segnala che
ciò che si avvicina all'idea di eterno superando i concetti di finito e infinito,avviene a livelli minimi di realtà osservabile, prendendosi gioco dello spazio e del tempo e superandoli senza problemi!!!





iano

Citazione di: Pensarbene il 11 Maggio 2024, 23:49:07 PMbisogna anche dire che la funzione dell'entanglement non è chiara.
Potrebbe essere un aggiustamento funzionale della quantica e niente di più.
Però potrebbe essere un modo di informarsi della materia energia e allora il discorso  cambierebbe.







L'entenglement non deve avere una funzione, perchè è semplicemente un fatto., ed ogni fatto nuovo ci invita a riconsiderare la nostra visione del mondo.
Ma in cosa consiste in generale una visione del mondo? Consiste secondo me nell'entrare con l'uso in intimità coi fatti, intimità che genera ovvietà ed evidenza, come sinonimi di abitudine alle cose, e le abitudini sono dure a morire, anche quando nuovi fatti ci costringono a farlo.
Un modo per mitigare la sorpresa per certi nuovi fatti sarebbe andare indietro nel tempo per capire come abbiamo fatto a metabolizzare vecchi  fatti sorprendenti al loro tempo, ma divenuti ormai ovvietà, sempre che nel frattempo il piacere della sorpresa non sia divenuta una dipendenza.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

niko

Io credo che, al di la' di tutta questo mistica ricerca dell'Uno, la molteplicita', e quindi il Due, sia, scandalo per tutti gli amorevoli "unificatori", il vero bene.

Il mondo di per se non e' ne' unico ne' molteplice, e' la vita che di esso decide: amare il mondo per un vivente significa renderlo, diciamo cosi', almeno nel proprio intimo desiderio, se non anche nei fatti, molteplice (volerne l'eterno ritirno); odiare il mondo, significa renderlo unico (non volerne l'eterno ritorno).

Bene e male, detti di questo nostro mondo che e' un mondo temporale, un
essere-e-tempo, sono, o meglio diventano, in quanto giudizi concreti di un vivente su una vita, sulla sua, vita, un Ancora (un "bene", cosi' trasfigurato), o un Mai piu' (un "male", cosi' trasfigurato).

L'essere come dato di fatto certamente e' l'uno, ma io qui voglio dire che l'essere come valore, l'essere di questo attimo  che fuggevole passa ma che vuole invitto tornare ad essere, e' il due. 

Fare-il-due, fare un altro giro, cioe' essere disposti, nella morte, a rivivere identicamente e senza cambiare nulla la propria vita. 

Chi ama la vita, della vita dice "ancora!", quindi ha un intimo desiderio rivolto al due, e non all'uno. 
Non e' "al centro", della sua stessa vita,  ma in un'eterna e luminosa periferia, in cui un'infinito piu' piccolo, e discontinuo, si disperde, in un'infinito piu' grande, e continuo, senza mai annullarsi.

L'omogeneita', in tutte le direzioni, del mondo ci interroga e ci riguarda. Non l'equidistanza di ogni punto dal big bang.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Pensarbene

io penso che niente e nessuno sappia veramente quello che vorrebbe,potrebbe, ritiene o afferma di sapere.
Questa Terra preclude a tutti un accesso che non sia  funzionale 
e parziale,molto relativo e controllato.
Scienza e scienziati compresi.
Forse esiste un Passy e un permesso di accesso per qualcuno e sicuramente per chi ha le cose in mano.
Il resto se lo scordi.

Pensarbene

?Noi siamo a bordo di un' astronave naturale in una delle aree più agitate e problematiche gravitazionalmente della galassia!
Il Gruppo Locale vede galassie che si muovono in ogni direzione allontanandosi e avvicinandosi l'un l'altra. Il Gruppo Locale stesso sta letteralmente precipitando a una folle velocità in accelerazione verso uno dei Superammassi noti più massicci,Laniakea.
Come si può studiare il resto della galassia e dell'universo in un simile mare in burrasca accelerata??
Come si può parlare di redhift cosmico,di distanze e di misure quando noi stessi LE DEFINIAMO CON IL NOSTRO MOVIMENTO??
Mi spiego:immaginate di stare su una monorotaia trasparente posta in un paesaggio variato e interessante.La monorotaia viaggia aumentando la sua velocità e accelerazione. Siccome percorre una rotta irregolare ma diretta verso un punto,  voi  vedete il paesaggio scorrere intorno a voi. Siete voi che vi muovete e non il paesaggio ma se voi non foste consapevoli di stare sulla monorotaia pensereste che sia il paesaggio a muoversi e per giunta in un modo che vi sembra coerente comunque con il vostro punto di vista! 
Se poteste misurare la luce degli oggetti che vedete con lo spettro,vedreste molti essi allontanarsi da voi(redshift rosso),altri avvicinarsi(redshift blu),
Inoltre, siccome il vostro percorso segue comunque una logica coerente con il paesaggio che sembra muoversi,POTRESTE DEDURNE UN MODELLO SISTEMICO.
Cosa che l' astronomia fa "normalmente" prendendo lucciole per lanterne. 
Quindi l'universo reale è un mare agitato e inquieto,mobile e cangiante.
L' unico riferimento che ne definisce  l'esistenza, non è altro che il suo orizzonte di espansione.

Discussioni simili (5)