La morte del corpo fisico

Aperto da Aspirante Filosofo58, 22 Aprile 2024, 11:53:21 AM

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Ipazia

@bobmax

Quella domanda ha senso, e ricadute etiche, solo in un contesto teista quale quello in cui era immerso Leibniz. Una visione a-teista non se la pone neppure, e risponde a chi la pone: "perché è così".
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Phil

@bobmax

La domanda sarebbe contraddittoria "a trabocchetto" se fosse «perché c'è qualcosa invece di esserci il nulla?», ma non è questa la domanda. Provo a semplificare: la domanda è affine a «perché c'è qualcosa invece di non esserci nulla?» che, volendo, puoi semplificare ulteriormente in «perché c'è qualcosa?».
Preciso che non sono affatto una amante di questa domanda, sebbene, in determinati contesti come quello sopra spiegato, non possa non riconoscerne la vertigine metafisica (soprattutto se vesto i panni del credente creazionista; stretti, ma comunque indossabili).
Resto quindi dell'avviso, almeno fino a prova contraria, che non siano le domande, soprattutto quelle oneste, ad essere "contraddittorie", ma semmai solo il modo in cui talvolta le si interpreta "affermativamente".

green demetr

Citazione di: Koba II il 01 Maggio 2024, 14:37:39 PMIl cristianesimo contiene una grande verità – che è anche la sua unica verità – che è l'esperienza spirituale vissuta da Gesù; la quale poi si ripete, immanente, realmente, materialmente, nella comunità dei suoi discepoli.
Ho scritto l'esperienza spirituale e non un'esperienza spirituale perché essa è universale, riguarda l'essenza umana, anche se ciò, me ne rendo conto, stride con la filosofia di oggi che prova orrore di fronte a termini come "essenza umana" – ma questi convincimenti antimetafisici potrebbero anche rivelarsi nei prossimi anni solo un errore di percorso, chissà.
E questa esperienza spirituale è presente anche in altre tradizioni religiose. È universale.
Tutto qua.
Il resto, i temi mitologici come la resurrezione del corpo, il peccato originale, etc., sono solo simboli in cui perdersi, in cui sciogliere le proprie difficoltà e ritrovare quel soffio.
Tutto serve a questo scioglimento: la preghiera, la devozione, il sacrificio, il rito.
La fede è tenacia nel provare ogni giorno a ricostruire le condizioni che rendono possibile quell'esperienza spirituale.
Chi ha fede ineluttabilmente assisterà al miracolo – unico miracolo dimostrato vero –: l'immanenza dello spirito. Nella sua vita, o in quella di una comunità.
Ogni volta che il cristianesimo sembra essere a un passo dall'estinzione ecco sorgere una nuova comunità monastica. Che poi si perderà, poi morirà. Per lasciare spazio ad altre forme.
Si ma l''esperienza spirituale di Cristo è il suo insegnamento morale: perchè fissarsi sull'immanentismo?
Il Cristo da che studivao teologia, afferma che non di questo mondo è il regno dei cieli.
Non conosco il dogma cristiano, ma se la meta, è una vita vissuta come ha vissutto cristo, allora dovrebbero incarnare quell'insegnamento.
E non rinchiudersi nelle cripte.
Ma io non scomoderei la filosofia che queste cose sono robe per bambini, i cristiani catacombati hanno il cervello mangiato dai vermi.
Invece Gesù discetta filosofia con la pu**ana.
Gesù cià il cervello funzionante pure sulla croce riesce a trovare la forza intellettuale per accettare che non di questo mondo il regno dei cieli.
Se non lo è quello degli ulivi gerosolomitani, lo dovrebbe essere quello della catacombe verminose?
Non capisco.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Duc in altum!

Citazione di: InVerno il 02 Maggio 2024, 19:33:26 PMPerchè i genitori di Hitler erano onnipotenti? Wao, quante cose non sapevo che imparo... molto interessante! ;)
Forse questo può aiutarti:
https://it.aleteia.org/2016/11/15/come-puo-dio-compiacere-creazione-uomo

In sintesi: nonostante l'onnipotenza, se Dio avesse dovuto crearci come dei robot che amano obbligatoriamente, senza la possibilità/eventualità di odiare l'Amore ...tanto valeva non crearci!
Idem i genitori umani.

P. S. = non si finisce mai di apprendere! O:-)
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

Citazione di: Ipazia il 02 Maggio 2024, 22:36:21 PMCi sono scommesse ponderate (domani) e non ponderate (la vita eterna, credo quia absurdum est). Non tutte le fedi si equivalgono, eccetto nella notte in cui tutte le vacche sembrano nere.
Mi dispiace @Ipazia, ma sei in errore, anzi, mi correggo, stai mentendo a te stessa, dal momento che la tua profonda conoscenza logica, sa benissimo e con certezza che chiunque deve ponderare - volente o nolente - sul dopo della morte del proprio corpo fisico...
Ecco, lì, le fedi si equivalgono ...anche se la verità sarà solo una, unica e universale.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

Citazione di: baylham il 03 Maggio 2024, 09:57:24 AMQuello che trovo illogico è che ci possa essere un peccato originale come spiegazione o fondamento del male, un ovvio cortocircuito logico.
Immagina tu che ancor più illogico, direi il top della fantascienza - cortocircuito alla massima potenza - è che quel corpo fisico morto e putrefatto... risorga! ???
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 03 Maggio 2024, 11:17:21 AMQuindi, sì, parte delle colpe delle malefatte dei figli, è da attribuire ai genitori, da cui i figli ereditano il dna e da cui imparano a parlare, camminare e a interagire con i propri simili.
Benissimo, se così fosse, visto che non c'è neppure un essere umano "santo" (essendo tutti - chi più chi meno - dei "malfattori"), tutti i genitori sarebbero colpevoli...
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

Citazione di: niko il 03 Maggio 2024, 12:36:56 PMSe Dio avesse creato un mondo di automi idioti, ma felici, avrebbe creato coumunque un mondo migliore di questo.
Ti ringrazio @niko, per il sorridere che mi hai provocato, leggendo questa tua riflessione...

Forse non hai tutti i torti, resta il fatto - che è un fondamentale che a noi dà un po' fastidio - che è Dio a decidere.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

Citazione di: Phil il 03 Maggio 2024, 15:49:02 PMNon ci sono le basi per ragionare "fino in fondo", perché ogni ragionamento sarà inevitabilmente "tarlato" da  questa ignoranza (in senso letterale) di base; il resto è questione di fede nei testi e speranza nelle capacità, o almeno buona fede, dei suoi interpreti.
Già S. Kierkegaard aveva precisato questa tua puntualizzazione: "La fede comincia là dove la ragione finisce" -, ma permettimi di aggiungere che la fede - anche se in sé è già un'opera - genera un'esperienza vissuta che allontana il "ci può stare" e accoglie il "Ci sta" ...indipendentemente dagli interpreti.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

Citazione di: InVerno il 03 Maggio 2024, 16:39:29 PMEd invece niente, nonostante la loro più onesta propensione Dio non gli ha parlato, il che sicuramente ha causato in loro una forte sofferenza esistenziale, una sofferenza che rientra a pieno diritto nei problemi di teodicea: un Dio infinitamente buono non lascerebbe solo un peccatore che lo cerca attivamente e con tutta la buona volontà del caso.
Infatti, Dio non lo ha mai fatto...

Forse, quegli atei non resistenti, dovrebbero rivedere l'autenticità della loro propensione a Dio - alias conversione, cambio della propria quotidianità a 180°.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

niko

Citazione di: bobmax il 03 Maggio 2024, 18:46:07 PMLa domanda filosofica radicale non è "Perché la creazione del cosmo piuttosto che il nulla?"

Sia perché questa è una domanda che si auto contraddice.
Difatti chiede come mai non c'è il nulla.
Una contraddizione in termini, perché il nulla è, ed è soltanto, non esserci.



Dall'impossibilita' logica del nulla, e dalla necessita' assoluta di escluderlo, puo' derivare logicamente in maniera rigorosa solo l'affermazione anticreazionistica, e quindi anticristiana, che il cosmo e' ingenerato, eterno e imperituro.

Da sempre era, sempre e', sempre sara'.

Lo sfero di Parmenide.

Se il nulla e' da escludere... allora e' da escludere in tutte e tre le dimensioni, e umane ripartizioni, del tempo.
Escluderlo parzialmente, in solo alcune, di esse, e' la follia, religiosa, o bulimico consumistica, o decadente, o tecnoscientifica, o in altro modo alienante dell'uomo.

Se il mondo e' creato, allora, il nulla era!

Perche' da cosa, e' creato?

Dal nulla!

E dire che il nulla era, e' la stessa assurdita' abissale, e bestiale, di dire che il nulla e', oppure sara'.

Infatti, ogni creazionismo e' un nichilismo del passato, perche' prevede un punto zero del tempo.

Pensare che il nulla era, e che quindi il cosmo in qualche modo necessita di una creazione e di un inizio, di un fiat, e' innegabilmente nichilismo, e' specificamente un nichilismo del passato, e' specificamente il nostro, tardo occidentale ed attuale, nichilismo.
Ne puo' derivare solo un sistema di pensiero in cui il passato e' irrilevante di fronte al futuro allo stesso modo in cui il finito, qualsiasi e sia pure immenso finito, e' irrilevante di fronte all'infinito: infatti, in un sistema creazionista, in qualsiasi punto della linea del tempo, il passato e' finito, mentre il futuro e' infinito.

L'ottimismo dell'utopia cristiana, e socialista, e tecnoscientifica, tutto l'ottimismo della fase tarda dell'occidente insomma, questo e': l'idea schiacciante e folle della predominanza di un futuro infinito su un passato finito.
Che impone in qualche modo di scommettere, su questo presunto futuro infinito, di assumersene la responsabilita'.

Il platonismo, e' archetipico; il cristianesimo, e tutto quello che ne segue, e' prototipico. Si rivolge a tipi nuovi di uomo, capaci di vivere per sempre.

E il passato, per l'uomo, e' il tempo di ogni teoresi mnemonica e condizionante vincente sulla libera volonta', e quindi il luogo dell'intellettualismo etico socratico, in cui la "pura" conoscenza, senza nessuno spazio e nessuna concessione alla libera volonta' e scelta, determina, (o meglio, determinava) da sola  il destino e l'eticita' dell'uomo.

La contemplazione disicarnata delle idee, la scelta infera delle sorti.

Viceversa il futuro, in quanto tempo del non teoretico per definizione (i vati sono ciechi...) e' il tempo che si apre a un'indeterminazione e ad una sostenibilita' dei contraddittori tale da permettere la centralita' paradigmatica della libera scelta, e la sua vittoria su ogni precedente teoresi condizionante.

Si sceglie per il futuro, non mai per il passato.

Per passare, come noi si e' passati, da un sistema che guarda(va) alla conoscenza come determinativa in assoluto dell'umano destino, a un sistema che guarda ai bizzarri volontarismi del libero arbitrio, a livello del sentimento del tempo, si deve essere passati da un sistema preferente il passato, a un sistema opposto, preferente il futuro.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

bobmax

Citazione di: Phil il 03 Maggio 2024, 22:42:47 PM@bobmax

La domanda sarebbe contraddittoria "a trabocchetto" se fosse «perché c'è qualcosa invece di esserci il nulla?», ma non è questa la domanda. Provo a semplificare: la domanda è affine a «perché c'è qualcosa invece di non esserci nulla?» che, volendo, puoi semplificare ulteriormente in «perché c'è qualcosa?».
Preciso che non sono affatto una amante di questa domanda, sebbene, in determinati contesti come quello sopra spiegato, non possa non riconoscerne la vertigine metafisica (soprattutto se vesto i panni del credente creazionista; stretti, ma comunque indossabili).
Resto quindi dell'avviso, almeno fino a prova contraria, che non siano le domande, soprattutto quelle oneste, ad essere "contraddittorie", ma semmai solo il modo in cui talvolta le si interpreta "affermativamente".

La domanda: "Perché c'è qualcosa?" è auto contraddittoria.
E della peggior specie.
In quanto l'esserci è il qualcosa.
Equivale a chiedersi perché l'esserci non è non esserci?
Ossia: Perché A non è non A?

La contraddizione è massima in quanto non rispetta addirittura il principio di identità!
Davvero non lo vedi?

Il nulla è negazione dell'esserci.
Per cui è un non senso chiedersi perché non c'è il nulla.
E lo si vede ancor più chiaramente sostituendo "nulla" con "non esserci", come tu fai:
Perché l'esserci non è nulla?
Perché l'esserci non è non esserci?

Corto circuito logico.

Dove si confonde l'Essere con l'esserci.
Ed essendo Essere = Nulla, la mente va in pappa...

E così pretende che l'etica debba necessariamente avere "qualcosa" come fondamento... Perché senza il qualcosa, come si fa? Visto che il qualcosa è Essere?
Perduti nella nebbia nichilistica.

L'etica può scaturire solo da te!
Ma non perché è qualcosa. E in quanto tale prescinderebbe da te.
Scaturisce da te, perché ha bisogno di te, in quanto Essere.

Perché tu sei Essere!
Oseresti forse negarlo?
Ed Essere = Nulla
Ma pure Essere = Verità
Puoi forse dire il contrario?

Perciò, tu sei Verità.

È per me di tutta evidenza che lo scopo dell'esistenza sia tornare a Essere.
Ma per averne contezza, mi sa che è indispensabile andare all'inferno.

Solo lì Dio, il Bene, è certo.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

InVerno

Citazione di: Duc in altum! il 04 Maggio 2024, 00:50:36 AMForse questo può aiutarti:
https://it.aleteia.org/2016/11/15/come-puo-dio-compiacere-creazione-uomo

In sintesi: nonostante l'onnipotenza, se Dio avesse dovuto crearci come dei robot che amano obbligatoriamente, senza la possibilità/eventualità di odiare l'Amore ...tanto valeva non crearci!
Idem i genitori umani.

P. S. = non si finisce mai di apprendere! O:-)
"I genitori che mettono al mondo un figlio sanno benissimo che costui avrà dolori, malattie, avversità e alla fine la morte. [...]
Perché allora gli uomini si ostinano a fare figli? Che cosa ritengono che sia un figlio, al punto di essere più importante di tutte le disgrazie che gli possano accadere nella vita?"

Come puoi notare attualmente, le persone costantemente scelgono di non avere figli o di smettere di farli se credono di non essere in grado di garantire condizioni di un certo tipo ad essi, le popolazioni decrescono grazie a ciò, grazie alla tecnologia moderna possono e sovente lo fanno decidere di abortire per evitare malattie genetiche e altri condizioni severamente invalidanti. L'idea che il genitore scelga di generare sempre e comunque irrispettosamente delle condizioni previste per a prole è assurda, la vita viene continuamente negata prima ancora del concepimento per evitare sofferenza, altrimenti avremmo tutti una trentina di figli. Tra gli uomini, la crescita demografica compulsiva ed incontrollata, irrispettosa delle condizioni in cui verserà la prole, è collegata più che alla onniscenza alla crassa ignoranza. Non so davvero quanto lontano possano portare questi paragoni antropomorfizzanti.. Tralaltro, gli apologeti dimenticano sempre che la sofferenza non è una prerogativa umana, padre Turchi si preoccupa della teodicea degli angeli beato lui; ma anche gli animali soffrono, e loro non hanno compensazione ultraterrena, non hanno arbitrio, non hanno anima, non mi risulta risorgeranno in massa, non hanno crescita spirituale, eppure riempono di sofferenza questo pianeta ancor di più, ed in maniera ancora più gratuita ed inconsequenziale, di quanto capiti per gli uomini.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Aspirante Filosofo58

Eravamo partiti con la morte del corpo fisico e siamo finiti, come sempre a disquisire di Dio, di religioni. Io sto approfondendo gli altri aspetti dell'essere umano, o almeno di me stesso: mente, anima e spirito, perché non sono un corpo ma ho un corpo. 
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

Ipazia

Citazione di: Duc in altum! il 04 Maggio 2024, 01:03:26 AMMi dispiace @Ipazia, ma sei in errore, anzi, mi correggo, stai mentendo a te stessa, dal momento che la tua profonda conoscenza logica, sa benissimo e con certezza che chiunque deve ponderare - volente o nolente - sul dopo della morte del proprio corpo fisico...
Ecco, lì, le fedi si equivalgono ...anche se la verità sarà solo una, unica e universale.
Nel mio piccolo ho avuto ottimi rapporti con genitori, parenti e amici cristiani, degni di rispetto e amore. Alcuni delle generazioni precedenti sono già morti, in grazia di Dio. Nessuno di loro che, malgrado le mie sincere invocazioni e il reciproco affetto, mi venga a dare qualche input su come si sta dopo morti. Come vedi, l'equivalenza non c'è.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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