Lo spettro del comunismo, i fantasmi del capitalismo. L'ombra dell'ecologia.

Aperto da PhyroSphera, 17 Aprile 2024, 16:46:39 PM

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PhyroSphera

"Uno spettro si aggira per l'Europa": con questa storica frase Marx ed Engels pensavano di aver aperto una nuova fase politica per l'umanità.
In verità la pretesa di Marx di aver scoperto la chiave di volta dell'intero processo storico non poteva consentire un autentico epocale cambiamento, semplicemente perché questa chiave non esisteva e non può esistere mai. Hegel se ne era parimenti illuso e Marx pensò che bastasse rovesciare il suo sistema per ottenerla. Così a molti sembrò tutto cosa fatta: si trattava di distruggere l'ordinamento economico che si addebitava alla azione della classe borghese, riconoscendo la forza superiore del proletariato, che liberato dalla sua condizione di alienazione avrebbe istituito una società senza classi, autosuperandosi.
Un estremo materialismo e una osservazione delle stesse disposizioni materiali decretavano che le condizioni del lavoro operaio, centrale nel mondo politico capitalista, erano inaccettabili in tutti i casi e che portavano allo sfruttamento completo dei lavoratori, ridotti per il resto solo alla funzione procreativa. Ma quelle osservazioni non erano neutrali e dipendevano da quella stessa pretesa, secondo cui il corso della storia era ormai noto nelle sue leggi. Le conclusioni erano date non da semplici constatazioni ma tramite un sistema filosofico che prescindeva dalla esistenza e funzione della libertà dello spirito. Avendone fatto Hegel un paradigma totalizzante a discapito dell'attenzione alle situazioni e condizioni concrete, era indubbiamente necessario opporsi; ma questo moto di giusta rivolta intellettuale si traduceva anche in un'opposta e corrispondente tendenza totalitaria. All'inganno di un mondo dove tutto funzionava secondo la disposizione interiore a un progresso puramente convenzionale, si affiancava la chimera che si potesse risolvere tutto in sapienti e controllati giri materiali.
Ma capitalismo e comunismo, così di fronte l'uno all'altro, erano (sono...) quelli veri? Se al vecchio riferimento del proletariato sostituiamo quello del sottoproletariato, sostituendo ai vecchi scambi finanziari le recenti crescite finanziarie, non si ottiene un risultato diverso. Per mezzo ci si trovano anche due brutti giochi: uno dal Far West americano, dove si tentava di precipitare indietro fino alla selvatichezza il mondo civile che dava importanza primaria ai capitali — soprattutto quelli fatti di idee e inventiva — una caduta che avrebbe fatto ripetere a tutti la stessa impresa economica perché altri ne profittassero; l'altro dalle perdute terre sovietiche, dove Stalin e i suoi fingevano che nulla era accaduto e nessun vantaggio ottenuto, ricorrendo anche allo sterminio coatto per continuare sempre la stessa distribuzione di ruoli e oggetti, trasformando la realtà comune in realtà omologante oltre che omologata...
Ma, appunto, dove è stata, dove è rimasta la vera competizione tra capitalismo e comunismo? Lo spettro agitato da Marx ed Engels era diverso da quello che essi credevano. In fondo l'apporto positivo dato dai comunisti all'assetto politico del mondo venne per tramite della Russia ma il vero e proprio sistema sovietico non era basato veramente sul Manifesto di Marx ed Engels; e lo zar Nicola II che non volle mai del tutto reprimere i moti rivoluzionari ne era conscio... Con la Guerra Fredda la vittoria del Blocco Ovest capitalista non fu un fenomeno diverso; in questo caso infatti dovremmo parlare di fantasmi, dato che finito in superiorità economica e abolendo così la dittatura in URSS, esso precipitava, già prima della conclusione dello stesso conflitto, in una condizione inautentica, sottoposto all'arbitrarietà estrema. Se ad Est spesso si dimenticavano della natura in cambio del mero progresso sociale, ad Ovest adesso ci si scontrano, trattando da merce inerte la vita stessa. Ma appunto, anche questo effetto postumo non racconta quale fosse la autentica opposizione e concorrenza tra i due differenti sistemi. Una volta, durante la Guerra Fredda, lo si diceva con le immagini della conquista dello spazio, scavalcando i terribili discorsi reciproci che indicavano l'esistenza degli ordigni atomici schierati da entrambe le parti e capaci di creare una catastrofe terminale. Le immagini degli astronauti e delle astronavi piacevano tanto ai bambini, e giustamente!
Adesso Stati Uniti d'America e la sola Russia sono tornati, dopo una pausa durante la quale gli americani hanno di fatto minacciato di radere al suolo l'intero Iraq — anche in questo caso come per Hiroshima e Nagasaki ufficialmente per risparmiare i loro soldati — a parlarsi assurdamente di uso militare di ordigni atomici; gli americani con una lunga minaccia implicita, venendo meno ai patti sulla limitazione delle armi, i russi paventando una possibilità e senza riguardo. A tanto durante lo scontro USA-URSS non mi risulta che ci si era arrivati; ed è anche logico notare che adesso è solo una delle due parti ad eccedere, anche perché essa continua ancora come se il nemico fosse ancora in piedi e soprattutto perché non è consapevole di come siano andati i fatti: un confronto tra uno spettro e dei fantasmi, in mezzo a una realtà che in gran parte ne era insoddisfatta o inadeguata. Ma l'interesse centrale nella politica mondiale non è più esattamente questo. È il dissidio tra Settentrione e Meridione del mondo, la difficile convivenza tra due mentalità radicalmente diverse, il fenomeno della immigrazione massiccia e di una conservazione insistita, a dominare la scena... Senza esimerne anche la stessa Ucraina, dove è stata la fobia per la vita del Nord, un odio anche immotivato e anche autorivolto, a far precipitare del tutto la situazione; e in ciò si scorgono intromissioni non europee, troppo genericamente occidentali, incapaci di comprendere il destino etnico e non solo etnico dell'Europa.
La filosofia può affrontare una questione così, offrendo ruolo primario alla ecologia e non più alla sociologia.

Mauro Pastore

Ipazia

L'ecologia è stata sussunta dal capitale sia sul piano economico che ideologico, per cui non mi farei troppe illusione su un suo ruolo antagonista o almeno correttivo.

Lo scontro Nato-Russia è sempre quello descritto da Lenin in "Imperialismo, fase suprema del capitalismo". Cambiano solo i protagonisti ed, in parte, pure il substrato economico, la "struttura", su cui si gioca la partita, essendo venuto a mancare lo strapotere delle potenze coloniali ottocentesche, ormai in difficoltà anche nel controllo delle ex colonie, entrate nell'area attrattiva di nuove super e medie potenze, sempre più capaci di proiettarsi, e vincere, nel "grande gioco". Economicamente e militarmente.

Anche il globalismo finanziario ha modificato il modus vivendi dello scontro, in parte ammortizzandolo, date le compartecipazioni globali, ma pure esacerbandolo, appena si mette in discussione la materia prima strategica che è la moneta di riferimento.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Oggi la parola "comunismo" ha solo contenuti nostalgici. Chi vuole vedere nei conflitti di oggi una riproposizione dell'ormai antico conflitto ideologico non può che suscitare un compassionevole sorriso.
Naturalmente i conflitti ci sono lo stesso, perché ci sono uomini che li vogliono, e quando li vogliono trovano sempre una scusa per farli, che sia il comunismo o altro. 

Pensarbene

il comunismo....malattia infantile del primo capitalismo che sperava di diventare capitalsocialismo su tutto il pianeta.
Invece l'uno e l'altro sono naufragati in un marasma matematizzato che cerca di reggersi con Ai & Co, misto a  illegalità e prepotenza, violenza e illusioni maniacali.
Il tutto "benedetto" da miliardi di ......(omissis)
in parte felici di  esserlo.
Un totale crash che si regge su capitali fantasma,capitali connessi a illegalità, capitali vaganti e transizionali, capitali "neutrali e neutralizzanti" e altro.
Mentre il tutto annaspa e sguazza,tra una pandemia e guerre locali e internazionali, convegni e blablabla, personaggi di spicco si esibiscono in recite cosmiche e miliardi sonanti,  "scoperte scientifiche eclatanti" e esopianeti.
Qualsiasi osservatore obiettivo  nel definire  la Terra userebbe eufemismi in parte pietosi in parte ironici.
Io no quindi evito di ...

PhyroSphera

Citazione di: Ipazia il 17 Aprile 2024, 18:04:27 PML'ecologia è stata sussunta dal capitale sia sul piano economico che ideologico, per cui non mi farei troppe illusione su un suo ruolo antagonista o almeno correttivo.

Lo scontro Nato-Russia è sempre quello descritto da Lenin in "Imperialismo, fase suprema del capitalismo". Cambiano solo i protagonisti ed, in parte, pure il substrato economico, la "struttura", su cui si gioca la partita, essendo venuto a mancare lo strapotere delle potenze coloniali ottocentesche, ormai in difficoltà anche nel controllo delle ex colonie, entrate nell'area attrattiva di nuove super e medie potenze, sempre più capaci di proiettarsi, e vincere, nel "grande gioco". Economicamente e militarmente.

Anche il globalismo finanziario ha modificato il modus vivendi dello scontro, in parte ammortizzandolo, date le compartecipazioni globali, ma pure esacerbandolo, appena si mette in discussione la materia prima strategica che è la moneta di riferimento.
Io attribuisco un senso a un certo comunismo, ma pure un senso a un certo capitalismo. Il nonsenso che vige in tanta politica attuale non può essere cancellato né da comunismo né da capitalismo. L'ecologia deve agire su tutti i piani... Sia per quel che rimane del comunismo in Cina ed altri paesi, sia per la restante parte capitalista. Si riconosca che la dittatura comunista e il capitalismo selvaggio sono stati e sono antiecologici, ma senza buttare via il resto. Il confronto tra capitalismo e comunismo può continuare in altro senso ma non è più protagonista. Pensare al comunismo come chiave di accesso all'ecologia è di nuovo la riproposizione della ideologia dittatoriale e totalitaria che tanti disastri ha già creato e che può creare ancora, anche solo con l'illusione.

Mauro Pastore 

Ipazia

Citazione di: PhyroSphera il 20 Aprile 2024, 13:24:18 PMIo attribuisco un senso a un certo comunismo, ma pure un senso a un certo capitalismo. Il nonsenso che vige in tanta politica attuale non può essere cancellato né da comunismo né da capitalismo. L'ecologia deve agire su tutti i piani... Sia per quel che rimane del comunismo in Cina ed altri paesi, sia per la restante parte capitalista. Si riconosca che la dittatura comunista e il capitalismo selvaggio sono stati e sono antiecologici, ma senza buttare via il resto. Il confronto tra capitalismo e comunismo può continuare in altro senso ma non è più protagonista. Pensare al comunismo come chiave di accesso all'ecologia è di nuovo la riproposizione della ideologia dittatoriale e totalitaria che tanti disastri ha già creato e che può creare ancora, anche solo con l'illusione.

Mauro Pastore

Infatti siamo tornati agli scontri interimperialistici di leniniana memoria, le classi subalterne contano meno di zero per le rivoluzioni sociali, e l'ecologia non va oltre l'arma di distrazione di massa e lucrosi affari green.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

Citazione di: anthonyi il 17 Aprile 2024, 19:19:13 PMOggi la parola "comunismo" ha solo contenuti nostalgici. Chi vuole vedere nei conflitti di oggi una riproposizione dell'ormai antico conflitto ideologico non può che suscitare un compassionevole sorriso.
Naturalmente i conflitti ci sono lo stesso, perché ci sono uomini che li vogliono, e quando li vogliono trovano sempre una scusa per farli, che sia il comunismo o altro.
Si fa in modo diverso quello che si è sempre fatto.
Ma mi chiedo allora , le ideologie esistevano già prima che si diffondesse la scrittura?
O sono esse  una conseguenza della diffusione di questa tecnologia?
Sono cioè idee che una volta morivano con la stessa facilità con cui nascevano, suscettibili diversamente di diffondersi e di durare per un tempo tale da entrare inevitabilmente in conflitto fra loro.
La scrittura, come succede a  tutte le tecnologie, al suo nascere ha avuto   i suoi oppositori, nei quali oggi forse fcciamo fatica  a immedesimarci, essendo ormai divenuta parte integrante di noi.
Oggi, col senno di poi, non mi pare si siano tratte tutte le conseguenze di questa vecchia tecnologia.
Succede sempre così in effetti.
Quando una tecnologia è nuova ha un effetto alienante ed è una cosa cattiva in assoluto, viceversa quando diventa parte di noi, in quanto tale, diventa in assoluto buona.
Però ogni tecnologia presenta sempre i suoi pro e i suoi contro, anche se su di essi col tempo muta la nostra percezione, sostituendosi l'affezione alla ragione.
Certo si può fare anche peggio che costruire durature ideologie che si basano su testi scritti, come costruire monoteismi basati su un testo solo,
abolendo gli idoli in nome del dio unico, ma dove l' idolo nascosto è proprio una tecnologia, la scrittura.
La forma degli idoli è talmente cambiata da non riuscire ariconoscerli più come tali?
Sono  le vecchie e nuove tecnologie, come la scrittura, il denaro, la TV, lo smartphone , etc ?
Se è così allora è dimostrato che non riusciamo a fare niente di diverso da quello che abbiamo sempre fatto, ma in forma diversa da sembrare che altro facciamo.
Diversamente, per sapere quello che ancora facciamo basta rileggersi l'Iliade e l'Odissea.
Lo spettro degli idoli, comunismo compreso, è ancora fra noi?
Però è vero che ogni idolo, per quanto possa durare, prima o poi si consuma.
Quello che però manca sempre è la domanda che sembrerebbe naturale invece farsi alla sua morte  : come ho potuto crederci, come ho fatto a farne un idolo?

 
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Per attualizzare la risposta, bisognerebbe chiederlo ai cultori del dio Baal trionfante: il Capitale.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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