L'enigma della formichina

Aperto da Eutidemo, 17 Febbraio 2024, 17:19:01 PM

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iano

#15
@ Eutidemo.
Come ho già detto diverso volte il tuo essere  matematico a modo tuo ci permette di ripercorrere la storia della matematica nella sua essenza umana, e non iperuranica. Cioè di una mirabile costruzione umana tanto faticosa da lasciarci increduli col senno di poi.
Infatti chi oggi quelle soluzioni se le trova belle e fatte, apparendogli ovvie, non si capacità della difficolta occorsa per giungervi.
Ma propriamente tu, e in parte ancora anch'io ( ciò che mi permette di condividere e comprendere pienamente i tuoi affanni), sei immerso in queste difficoltà fino al collo, in modo meravigliosamente per me, paradigmatico.
In pratica è come tornare indietro nel tempo e rivivere la storia.
Alla fine di questa storia, di questo lungo percorso umano della matematica, ti anticipo chi è l'assassino :), in attesa che ci arrivi da solo, perchè non ho dubbi che ci arriverai, l'assassino, o  la parola d'ordine che ha ucciso la matematica intuitiva, è la generalità, per cui se le possibili soluzioni a naso sono due, non basta confrontare queste due, ma bisogna prendere in considerazione tutti le infinite possibili soluzioni e. confrontarle fra loro.
Questo potrebbe sembrare una complicazione eccessiva del problema, fino a renderlo irresolubile di fatto, sopratutto se ci si lascia impressionare dall'infinito.
Ma almeno nel caso del nostro enigma l''infinito non sembra essere un problema.
Fra gli infiniti percorsi possibili fra due punti su un piano Euclide ci dice infatti qual'è il più breve, il segmento di retta che li congiunge, per cui non dovremo confrontare gli infiniti percorsi, a coppie, una per una, una volta che ''spianato il cubo'' potremo risolvere il problema sul piano.


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Citazione di: iano il 19 Febbraio 2024, 13:14:05 PM@ Eutidemo.
Come ho già detto diverso volte il tuo essere  matematico a modo tuo ci permette di ripercorrere la storia della matematica nella sua essenza umana, e non iperuranica. Cioè di una mirabile costruzione umana tanto faticosa da lasciarci increduli col senno di poi.
Infatti chi oggi quelle soluzioni se le trova belle e fatte, apparendogli ovvie, non si capacità della difficolta occorsa per giungervi.
Ma propriamente tu, e in parte ancora anch'io ( ciò che mi permette di condividere e comprendere pienamente i tuoi affanni), sei immerso in queste difficoltà fino al collo, in modo meravigliosamente per me, paradigmatico.
In pratica è come tornare indietro nel tempo e rivivere la storia.
Alla fine di questa storia, di questo lungo percorso umano della matematica, ti anticipo chi è l'assassino :), in attesa che ci arrivi da solo, perchè non ho dubbi che ci arriverai, l'assassino, o  la parola d'ordine che ha ucciso la matematica intuitiva, è la generalità, per cui se le possibili soluzioni a naso sono due, non basta confrontare queste due, ma bisogna prendere in considerazione tutti le infinite possibili soluzioni e. confrontarle fra loro.
Questo potrebbe sembrare una complicazione eccessiva del problema, fino a renderlo irresolubile di fatto, sopratutto se ci si lascia impressionare dall'infinito.
Ma almeno nel caso del nostro enigma l''infinito non sembra essere un problema.
Fra gli infiniti percorsi possibili fra due punti su un piano Euclide ci dice infatti qual'è il più breve, il segmento di retta che li congiunge, per cui non dovremo confrontare gli infiniti percorsi, a coppie, una per una, una volta che ''spianato il cubo'' potremo risolvere il problema sul piano.



A parte la conclusione, condivido tutto il resto del tuo discorso; che trovo molto bello sia sul piano formale che sul piano sostanziale (ma non condivisibile su quello geometrico) :)

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