Se i quadrati avessero un Dio, avrebbe quattro lati

Aperto da Eutidemo, 06 Febbraio 2024, 12:39:16 PM

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niko

#45
In realta', nel cristianesimo le caratteristiche antropopatetiche, e finanche antropomorfiche del vero Dio, non possono essere negate, quantomeno perche' tale vero Dio si incarna in un uomo, Gesu' Cristo.

Insomma Cristo e' Dio, (l'incarnazione non e' solo un evento storico, ma e' anche intemporale ed eterna) e Cristo ha innegabilmente un corpo, una mente, una possibilita' di soffrire e una volonta'.

Del resto, anche prescindendo un momento dal discorso su Cristo, gli elementi antropomorfici e antropopatetici sono recuperati al concetto e alla figura del Dio anche solo perche' Dio e' l'assoluto, e l'uomo, dell'assoluto, inestricabilmente fa parte.

Il discorso dell'Essere che permette l'esistenza degli enti, fa da sfondo immutabile e eterno, e che in qualche modo, negli enti si manifesta, quantomeno perche' alcuni enti, gli uomini, sono abbastanza intelligenti da interrogarsi sul loro fine e sulla loro causa.

Niente, e' cosa (assolutamente) a parte rispetto all'assoluto, nemmeno l'uomo come individuo e come specie, e, dunque, svalutare i tratti antropomorfici e antopopatetici di Dio in Dio, ovvero, dell'assoluto nell'assoluto, dello Spirito nello Spirito, insomma "svaltare noi in Dio e a causa di Dio" sarebbo come svalutare e gerarchizzare "una parte" di Dio rispetto "alle altre parti", negando il "monismo" e la "semplicita' " e l'indivisibilita', di fondo, in quanto attributi putativi  del Dio stesso, quindi inaccettabile.

Nell'assoluto, gli elementi antropomorfici e antropopatetici sono relativizzati, in contatto con altre infinite complessita' e altri infiniti elementi costitutivi del tutto che antropomorfici e antropopatetici non sono, ma non sono, pur con questo, svalutati eticamente o negati. L'assoluto non sarebbe assoluto, senza elementi antropomorfici o antropopatetici, cioe' senza di noi, cosi' come non sarebbe assoluto senza qualcuna (qualunque altra) delle altre cose piccole e grandi, reali e irreali, che lo compongono pur senza esaurirlo, compreso un granello di sabbia o un petalo di rosa, per dire.

Quindi Dio si incazza eccome, nella misura in cui noi, che abbiamo putativamente in noi lo Spirito di Dio "come minimo comun denominatore del nostro essere", ci incazziamo. E cosi' pure ride, gioisce eccetera. Il senso della questione e' sempre microcosmico, cioe' quel minimo comun denominatore che pure noi abbiamo in quanto parti, non rimanda solo a noi come parte, ma sempre anche a un mistico tutto, in quanto e' anche, il minimo comun denominatore di tutto il resto, di tale mistico tutto. Le parti non sono "sole'" nel tutto, ma hanno in loro l'essenza, del tutto.

Quindi, ovviamente (ok, scperta dell'acqua calda) anche le altre grandi religioni monoteiste che non credono nella divinita' del Cristo non sono immuni, da antropomorfismi e antropopatetismi.

Ma la "nostra" religione di massimo successo occidentale, il cristianesimo, che ha il Cristo come simbolo universale dell'inclusione dell'umano nell'assoluto (e quindi dell'inestricabilita' di legame risultante, dell'assoluto dall'umano) e' la piu' antropomorfica e la piu' antropopatetica di tutte.

Non si scappa. Il seguito annunciato di tale topic "sulla rivelazione" secondo me non potra' che parlare di questo.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Alberto Knox

Citazione di: Ipazia il 08 Febbraio 2024, 07:42:26 AMLa filosofia ha sempre posto x al posto delle certezze idolatriche. È il suo merito maggiore. Lode al dubbio, che rimane l'unico "sistema" filosoficamente valido. Al largo dalle malandate metafisiche "forti", come la Scienza.
Anche nella scienza Nitzche ha mostrato come essa sia fondata sul platonismo, gaia scienza , la scienza allegra, come quella di un bambino che nasconde qualcosa dietro un cespuglio e poi lo va a cercare e quando lo trova dice che questa è la verità. Infatti parte da un impotesi che poi verifica con la ricerca sperimentale e quando gli esperimenti confermano l'ipotesi , ecco che allora diventa vero. Ma si era partiti dall ipotesi !
 interpretazioni, teorie, modelli, tutti artefici della mente dei fisici. Quando si vuole creare un modello si fa una traduzione da un mondo all'altro. Da una parte c'è l'osservazione di fenomeni particolari incomprensibili , dall'altra l'interpretazione che noi diamo a tali fenomeni e quando troviamo un anologia ai fenomeni costruiamo un modello astratto della realtà che descriva il mondo.  Diciamo che per ogni volta che si pensa ad una analogia gia esiste nella nostra mente un modello astratto della realta che poi cerchiamo di rappresentare con un modello.  Quando cerchiamo di ideare un modello di una realtà fisica dobbiamo fare una attivita di astrazione. E quando vediamo una entità fisica come modello di una equazione facciamo ancora un lavoro di traduzione. Il lavoro di traduzione consiste nell'invenzione di qualcosa di nuovo che prima non c'era e che si chiama modello. E l'astrazione deriva dal platonismo.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Phil

Citazione di: baylham il 08 Febbraio 2024, 01:19:23 AMLa mia spiegazione giustificatrice è che il campo di gioco della religione è lo stesso della filosofia: al Dio della religione, la filosofia sostituisce x (per me il sistema).
Concordo che il campo da gioco delle due sia piuttosto simile, per quanto non identico; diciamo "secante", soprattutto considerando i differenti sviluppi storici che hanno avuto. Non credo comunque si tratti del medesimo gioco: le regole del gioco filosofico, per metodo, dialogo con altre discipline, etc. sono spesso differenti da quelle della religione.
Poi si può sostenere, come propone bobmax (ma non certo solo lui), che la "vera filosofia" sia solo quella metafisica, o che sia questo e non quello (dove «quello» è ciò che non condividiamo), ma si tratta solo di etichette personali (salvo voler bruciare enciclopedie e volumi di storia della filosofia nel rogo di un, più o meno inconsapevole, «secondo me»).
Secondo me, si può anche smettere di dibattere su cosa sia la filosofia; è un discorso "tassonomico" tendenzialmente sterile, spesso usato quando le argomentazioni su un tema sono piuttosto carenti e si cerca di coprire le proprie falle chiamandole "filosofia" (oppure citando il filosofo Tizio, ma non Caio).

Koba II

#48
Citazione di: Eutidemo il 08 Febbraio 2024, 07:02:30 AM
Rispetto pienamente la tua opinione, anche se non la condivido affatto; quanto alla mia opinione, ti faccio notare che (giusta o sbagliata che essa sia) non è affatto isolata, bensì condivisa da molti pensatori, filosofie e religioni.
Naturalmente si può dire "l'essere è lo sfondo da cui emergono gli enti", o "l'essere è il comune denominatore di tutte le cose", ma solo come premessa ad un discorso filosofico che si spera non sia completamente vuoto di significati.
Di solito si parla di essere, mondo, orizzonte, poi si inizia ad analizzare il rapporto tra l'ente speciale che è il soggetto umano e gli altri enti etc.
Tu invece ti fermi alla nozione di essere e decidi di chiamarlo Dio.
I filosofi antichi facevano come te ma poi –  è questo ciò che conta – cercavano di qualificarlo: per cui tutto scorre, oppure tutto è ingenerato ed eterno, oppure è eterno ma nello stesso molteplice e al riparo dalle trasformazioni materiali, etc.
Tu invece ti fermi a questa nozione astratta.
Cerchi di dare sostanza a questo vuota definizione riferendoti alla teologia negativa (che ha avuto la funzione storica di ridimensionare le fantasie antropomorfe della teologia biblica). Ma non c'è pensatore cristiano che si possa fermare alla sola teologia negativa. Nel senso che puoi dichiarare l'inconoscibilità di Dio, ma allora dovrai parlare del rapporto tra il devoto e questa "nube della non conoscenza", dei suoi effetti, di come possa avvenire concretamente la devozione stessa, etc. Altrimenti rischi di non dire assolutamente nulla.

Per quanto riguarda invece la tua dimostrazione dell'improbabilità del Dio irato, che è una variante della critica dell'antropomorfismo in religione, una variante basata sulle neuroscienze, non fai che portarti dietro le possibili critiche delle neuroscienze, ovvero di confondere gli effetti per le cause (l'esperienza della giustizia prodotta da neurotrasmettitori o neurotrasmettitori che vengono rilasciati come effetto dell'ingiustizia?). A cui hai risposto riferendoti alla teoria dell'evoluzione.
Ma se prendi per vera la teoria dell'evoluzione, è ovvio che ne consegue l'ateismo (o l'agnosticismo). È questo il problema, è qui che sono nate tutte le obiezioni. Tu non vuoi concludere nell'ateismo, vuoi tenerti una nozione di Dio, e per fare questo ed evitare di rispondere alla mia critica su come conciliare Dio e una materia vivente che si evolve per puro caso, sei costretto a sottrarGli tutte le determinazioni possibili, a renderlo una pura astrazione del verbo essere. Un Dio inutile, vuoto, una specie di concetto logico...

Alberto Knox

Citazione di: bobmax il 08 Febbraio 2024, 05:07:57 AMIl Bene assoluto è una mera illusione...
È questo l'autentico ateismo
Non ho mai avuto l'illusione che il bene sia un assoluto. Quello che vedo è invece la confusione. L'essere preso da tanti discorsi ciascuno dei quali per se stesso  appare vero e convincente poi però quando arriva l'altro discorso, contrapposto, a sua volta appare vero e convincente e poi ne arriva un terzo , diverso, contrapposto a sua volta e che pure appare vero e convincente e il risultato è quello di cui parlava Eisemberg nel libro "fisica ed oltre" ovvero la confusione, quando un tipo di ordine si associa a un altro tipo di ordine il risultato è il disordine. Io penso che questa sia la condizione della nostra mente e del nostro cuore. Nomberto Bobbio che era un filosofo laico lasciò uno scritto da pubblicare dopo la sua morte , in questo scritto una parte recita così ; Non mi considero ne ateo ne agnostico, come uomo di ragione e non di fede so di essere immerso nel mistero, che le varie religioni interpretano in vari modi e che la ragione non riuscirà mai a penetrare fino in fondo" . è una frase che amo molto perchè il mistero non è come l'enigma che uno allora lo vuole risolvere , infatti abbiamo la settimana enigmistica. Il mistero no, non è qualcosa che vuoi risolvere. Sono andato a vedere l'etimologia della parola "mistero"  il termine viene dalla Grecia Mysterion , derivato da Mystes (iniziato) da collegare al verbo myein (chiudere, serrare) dove quel chiudere e serrare si intende di occhi e di bocca. Quindi, mentre l'enigma ti fa spalancare gli occhi e ti fa parlare perchè hai voglia di risolverlo , venirne a capo e di vincerlo! il mistero, al contrario, ti fa chiudere gli occhi , non vuoi capire , non vuoi parlare , mettere in campo le tue idee filosofiche no, chi fa l'esperienza del mistero non vuole capire , semmai vuole essere capito. Se la fede è sorta nel genere umano da quando homo sapiens esiste è per questa duplice esperienza, da un lato la confusione che il mondo da attraverso i diversi discorsi , il capire di non essere del tutto definiti, del tutto risolti dai discorsi degli esseri umani , non trovarsi a casa, c'è qualcosa di più dentro di me che le parole degli uomini non riescono a sciogliere e definire, ho bisogno di qualcosa di più ,ho bisogno d'altro e di che cosa? di questa dimensione di cui parlava Bobbio, uno dei padri della cultura laica, il mistero. Dove chiudere gli occhi e smetterla di parlare e non ho piu voglia nemmeno di ascoltare, voglio fare un altra esperienza, che non è quella di tipo intellettuale.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

bobmax

#50
Citazione di: Alberto Knox il 08 Febbraio 2024, 12:43:56 PMNon ho mai avuto l'illusione che il bene sia un assoluto. Quello che vedo è invece la confusione. L'essere preso da tanti discorsi ciascuno dei quali per se stesso  appare vero e convincente poi però quando arriva l'altro discorso, contrapposto, a sua volta appare vero e convincente e poi ne arriva un terzo , diverso, contrapposto a sua volta e che pure appare vero e convincente e il risultato è quello di cui parlava Eisemberg nel libro "fisica ed oltre" ovvero la confusione, quando un tipo di ordine si associa a un altro tipo di ordine il risultato è il disordine. Io penso che questa sia la condizione della nostra mente e del nostro cuore.

Vedo qui la tua sincerità.
Ed è proprio questa tua passione sincera a commuovermi.

Sì, la confusione è la cifra costante nei tuoi interventi.
Questo stato è confermato proprio dal tuo incipit:
"Non ho mai avuto l'illusione che il bene sia un assoluto"
A cui segue:
"Quello che vedo è solo confusione"

Vi descrivi tutto il dramma che stai vivendo.

E così mi sento in colpa pure con te...
Per questo mio spazientirmi, mentre dovrei prestare più attenzione!
Perché non solo vedi confusione, ma sei in confusione.

E perché invece io non sono in confusione?
Io che sempre di tutto ho dubitato, perché non vivo in confusione?

Ho solo una risposta a questa mia domanda: l'inferno.
Non sono in confusione perché sto all'inferno.
Come difatti dice Margherita Porete, solo all'inferno o in paradiso l'uomo è al sicuro.

Sì, sono al sicuro.
Il Bene è!
Non vi è alcun dubbio possibile.
Sono al sicuro, perché sono all'inferno.

Cosa augurarti, caro Alberto?
Posso forse augurarti di andare pure tu all'inferno?
Lì ogni tua confusione svanirebbe...
Ma solo tu puoi decidere se andarci.

Ti auguro il meglio.

Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Pio

#51
Citazione di: Koba II il 08 Febbraio 2024, 11:45:46 AMNaturalmente si può dire "l'essere è lo sfondo da cui emergono gli enti", o "l'essere è il comune denominatore di tutte le cose", ma solo come premessa ad un discorso filosofico che si spera non sia completamente vuoto di significati.
Di solito si parla di essere, mondo, orizzonte, poi si inizia ad analizzare il rapporto tra l'ente speciale che è il soggetto umano e gli altri enti etc.
Tu invece ti fermi alla nozione di essere e decidi di chiamarlo Dio.
I filosofi antichi facevano come te ma poi –  è questo ciò che conta – cercavano di qualificarlo: per cui tutto scorre, oppure tutto è ingenerato ed eterno, oppure è eterno ma nello stesso molteplice e al riparo dalle trasformazioni materiali, etc.
Tu invece ti fermi a questa nozione astratta.
Cerchi di dare sostanza a questo vuota definizione riferendoti alla teologia negativa (che ha avuto la funzione storica di ridimensionare le fantasie antropomorfe della teologia biblica). Ma non c'è pensatore cristiano che si possa fermare alla sola teologia negativa. Nel senso che puoi dichiarare l'inconoscibilità di Dio, ma allora dovrai parlare del rapporto tra il devoto e questa "nube della non conoscenza", dei suoi effetti, di come possa avvenire concretamente la devozione stessa, etc. Altrimenti rischi di non dire assolutamente nulla.

Per quanto riguarda invece la tua dimostrazione dell'improbabilità del Dio irato, che è una variante della critica dell'antropomorfismo in religione, una variante basata sulle neuroscienze, non fai che portarti dietro le possibili critiche delle neuroscienze, ovvero di confondere gli effetti per le cause (l'esperienza della giustizia prodotta da neurotrasmettitori o neurotrasmettitori che vengono rilasciati come effetto dell'ingiustizia?). A cui hai risposto riferendoti alla teoria dell'evoluzione.
Ma se prendi per vera la teoria dell'evoluzione, è ovvio che ne consegue l'ateismo (o l'agnosticismo). È questo il problema, è qui che sono nate tutte le obiezioni. Tu non vuoi concludere nell'ateismo, vuoi tenerti una nozione di Dio, e per fare questo ed evitare di rispondere alla mia critica su come conciliare Dio e una materia vivente che si evolve per puro caso, sei costretto a sottrarGli tutte le determinazioni possibili, a renderlo una pura astrazione del verbo essere. Un Dio inutile, vuoto, una specie di concetto logico...

Non voglio parlare al posto di Eutidemo, ma non sono sicuro che intenda questo: "una specie di concetto logico". Eutidemo ha citato il monismo che, nelle sua più alta espressione, è stato sistematizzato  nel Vedanta. L'Essere non è solo lo schermo si cui si proiettano i fenomeni, ma è cosciente di esserlo ed è pienezza di amore/beatitudine (non quella all'ossitocina  ;D). Si potrebbe dire che è cosciente di essere vero perché conosce VERAMENTE se stesso nella sua pienezza, pienezza di coscienza negata ai fenomeni.                                              Sul discorso che venga adorato o pregato in forme antropomorfe lo vedo come uno "strumento"  che serve per stabilire una forma imperfetta di relazione. I fenomeni infatti non possono entrate in relazione che con altri fenomeni e non con l'Essere . La preghiera o l'adorazione, la contemplazione, ecc. Servono, come nel discorso che si fa sul perdono, a chi li fa, per diminuire il proprio ego , e non certo all'Essere.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Koba II

Citazione di: Pio il 08 Febbraio 2024, 14:13:51 PMNon voglio parlare al posto di Eutidemo, ma non sono sicuro che intenda questo: "una specie di concetto logico". Eutidemo ha citato il monismo che, nelle sua più alta espressione, è stato sistematizzato  nel Vedanta. L'Essere non è solo lo schermo si cui si proiettano i fenomeni, ma è cosciente di esserlo ed è pienezza di amore/beatitudine (non quella all'ossitocina  ;D). Si potrebbe dire che è cosciente di essere vero perché conosce VERAMENTE se stesso nella sua pienezza, pienezza di coscienza negata ai fenomeni.
Nel post n.40 mi sembra che Eutidemo esprima esattamente quel tipo di concezione "vuota" che ho criticato.

Ipazia

Citazione di: Phil il 08 Febbraio 2024, 11:30:51 AMSecondo me, si può anche smettere di dibattere su cosa sia la filosofia; è un discorso "tassonomico" tendenzialmente sterile, spesso usato quando le argomentazioni su un tema sono piuttosto carenti e si cerca di coprire le proprie falle chiamandole "filosofia" (oppure citando il filosofo Tizio, ma non Caio).

La metafisica forte denominata Scienza intende così la filosofia, la cui assenza di forza appare "sterile". Ma come comprese L.Wittgenstein, la filosofia interviene laddove la scienza ha dato tutte le risposte possibili. Ed è questa la sua forza: il gioco "sterile" di un bambino. La vita come opera d'arte (filosofia e arte pari sono, dice sempre L.W.).
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Phil

Citazione di: Ipazia il 08 Febbraio 2024, 14:42:22 PMla filosofia interviene laddove la scienza ha dato tutte le risposte possibili.
Se vogliamo restare a Wittgenstein (seguendo il suddetto scegliere «Tizio, ma non Caio»), ricordo che è lo stesso che, dopo il Tractatus, parla di «giochi linguistici», in cui una regola non vale l'altra. Per cui l'intervenire filosofico (se proprio si tiene a dare questa etichetta), cecando di lanciare la mente oltre il discorso scientifico (verificabile, induttivo, refertabile, etc. con buona pace di ogni metafisica) andrebbe secondo me doverosamente distinto da quello letterario, da quello poetico, etc. Non tutti fanno questa distinzione, per la gioia di chi dice che la filosofia è letteratura (Rorty e altri analitici), che la filosofia è morta (qui ce n'è un elenco), etc. in un meta-discorso incentrato su etichette, appunto, sterili, perché sono un meta-gioco che non gioca direttamente nella vita, ma solo sulla carta (un tabellone di gioco contenuto nel principale tabellone di gioco, la realtà).

Ipazia

Citazione di: Alberto Knox il 08 Febbraio 2024, 11:27:33 AMAnche nella scienza Nitzche ha mostrato come essa sia fondata sul platonismo, gaia scienza , la scienza allegra, come quella di un bambino che nasconde qualcosa dietro un cespuglio e poi lo va a cercare e quando lo trova dice che questa è la verità. Infatti parte da un impotesi che poi verifica con la ricerca sperimentale e quando gli esperimenti confermano l'ipotesi , ecco che allora diventa vero. Ma si era partiti dall ipotesi !
 interpretazioni, teorie, modelli, tutti artefici della mente dei fisici. Quando si vuole creare un modello si fa una traduzione da un mondo all'altro. Da una parte c'è l'osservazione di fenomeni particolari incomprensibili , dall'altra l'interpretazione che noi diamo a tali fenomeni e quando troviamo un anologia ai fenomeni costruiamo un modello astratto della realtà che descriva il mondo.  Diciamo che per ogni volta che si pensa ad una analogia gia esiste nella nostra mente un modello astratto della realta che poi cerchiamo di rappresentare con un modello.  Quando cerchiamo di ideare un modello di una realtà fisica dobbiamo fare una attivita di astrazione. E quando vediamo una entità fisica come modello di una equazione facciamo ancora un lavoro di traduzione. Il lavoro di traduzione consiste nell'invenzione di qualcosa di nuovo che prima non c'era e che si chiama modello. E l'astrazione deriva dal platonismo.

La gaia scienza è la proposta nicciana per uscire dalla bieca metafisica scientista che usurpa il posto lasciato vacante da Dio, dopo averlo fatto precipitare dalla fune del luna park teologico-acrobatico.

Essa non è platonica perche non ancora la fune all'iperuranico Bene, ma si limita all'uso utilitaristico della medesima per vivere meglio. Evitando al contempo di convertire lo strumento in feticcio. Prassi che contrassegna l'antimetafisico, laddove lo è realmente, Nietzsche.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

Citazione di: Phil il 08 Febbraio 2024, 15:08:40 PMSe vogliamo restare a Wittgenstein (seguendo il suddetto scegliere «Tizio, ma non Caio»), ricordo che è lo stesso che, dopo il Tractatus, parla di «giochi linguistici», in cui una regola non vale l'altra. Per cui l'intervenire filosofico (se proprio si tiene a dare questa etichetta), cecando di lanciare la mente oltre il discorso scientifico (verificabile, induttivo, refertabile, etc. con buona pace di ogni metafisica) andrebbe secondo me doverosamente distinto da quello letterario, da quello poetico, etc. Non tutti fanno questa distinzione, per la gioia di chi dice che la filosofia è letteratura (Rorty e altri analitici), che la filosofia è morta (qui ce n'è un elenco), etc. in un meta-discorso incentrato su etichette, appunto, sterili, perché sono un meta-gioco che non gioca direttamente nella vita, ma solo sulla carta (un tabellone di gioco contenuto nel principale tabellone di gioco, la realtà).

Oltre il discorso scientifico ci sta l'ethos, che comprende il bene nella dimensione antropologica, così come la creazione ludico-artistica. Tutta roba sperimentabile e refertabile. Col senno di poi, la buona intuizione e il talento.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alberto Knox

Citazione di: bobmax il 08 Febbraio 2024, 13:26:51 PMSì, la confusione è la cifra costante nei tuoi interventi.
Questo stato è confermato proprio dal tuo incipit:
"Non ho mai avuto l'illusione che il bene sia un assoluto"
A cui segue:
"Quello che vedo è solo confusione"
non ho detto "quello che vedo è solo confusione" ,ma ho scritto :
Citazione di: Alberto Knox il 08 Febbraio 2024, 12:43:56 PMNon ho mai avuto l'illusione che il bene sia un assoluto. Quello che vedo è invece la confusione.
dire di vedere la confusione non contraddice il non illudersi negli assuolutismi (che sia il bene , il male ecc) che è un altra cosa. Perchè vi sia confusione sarei dovuto essere contradditorio. E affinchè un affermazione sia contradditoria bisogna che il predicato contraddica il precedente riguardo il medesimo oggetto/soggetto.
Citazione di: bobmax il 08 Febbraio 2024, 13:26:51 PMVi descrivi tutto il dramma che stai vivendo.
No, descrivo il dramma umano in realtà
Citazione di: bobmax il 08 Febbraio 2024, 13:26:51 PME così mi sento in colpa pure con te...
Per questo mio spazientirmi, mentre dovrei prestare più attenzione!
Perché non solo vedi confusione, ma sei in confusione.
No per carità non sentirti in colpa, leggi i pensieri di Pascal o di Marco Aurelio piuttosto, fanno bene, nutrono la mente e il cuore. ;)
Citazione di: bobmax il 08 Febbraio 2024, 13:26:51 PME perché invece io non sono in confusione?
Io che sempre di tutto ho dubitato, perché non vivo in confusione?
bhè, chi pensa di stare in piedi guardi di non cadere  :)
Citazione di: bobmax il 08 Febbraio 2024, 13:26:51 PMNon sono in confusione perché sto all'inferno.
comodo il tuo inferno, accesso a internet, pancia sempre piena , diritti costituzionali , smart tv . Vai in Cisgiordania o in Ucraina a portare medicine, viveri, coperte, assitenza. Poi torna e dimmi com'era l'inferno ;)
Citazione di: bobmax il 08 Febbraio 2024, 13:26:51 PMCosa augurarti, caro Alberto?
Posso forse augurarti di andare pure tu all'inferno?
Lì ogni tua confusione svanirebbe...
Ma solo tu puoi decidere se andarci.
Non mi serve l'inferno  per guardare in faccia il dolore. mi basta leggerti , ma son certo che tu mi dirai che non soffri, che hai le risposte, che hai risolto il mistero. La differenza fra me e te è che io vedo il mistero mentre per te il mistero non c'è, è tutto risolto nelle tue formule. Perchè dobbiamo sempre capire tutto? ma capire nel senso etimologico  dal verbo "capiere" che significa afferrare, contenere , assimiliare prendere! . Il mistero di cui parlo non lo puoi contenere ,non lo puoi assimimilare , non lo puoi risolovere è lui che ti  contiene e che forse ti può risolvere. Se non lo senti va bene, vai avanti per la tua strada fatta di formulette chiare solo a te stesso e va bene così.
Citazione di: bobmax il 08 Febbraio 2024, 13:26:51 PMTi auguro il meglio.
grazie e altrettanto :)
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: Ipazia il 08 Febbraio 2024, 15:10:53 PMEssa non è platonica perche non ancora la fune all'iperuranico Bene, ma si limita all'uso utilitaristico della medesima per vivere meglio. Evitando al contempo di convertire lo strumento in feticcio. Prassi che contrassegna l'antimetafisico, laddove lo è realmente, Nietzsche.
il platonismo non è solo il mondo iperuranico delle idee. è anche ricerca di assoluti , guarda bobmax ad esempio, parla di assoluti. io penso che non dovremmo chiederci se e come attribuire una logica fondante agli assoluti oppure no. Ma dovremmo chiederci perchè è venuto al mondo il concetto stesso di "assoluto e immutabile" che motivo c'era , a quale necessita fa fronte  , assoluto, che è piu di un universale. PEnso che dovremmo soffermarci anche su questo.

Per tornare al punto che volevo dire  la scienza non fa forse uso di assolutismi quando parla di leggi fisiche? o regole? o metodo? hanno sicuramente descritto accuratamente  le leggi , hanno sicuramente fondato un metodo, sicuramente hanno fondato le regole. Ma non venitemi a dire che questo è terreno di verità!. Questo è terreno di utilità, non di verità. Nessuno scienziato , dopo aver effettuato una scoperta, parlerebbe di verità scientifica, parlerebbe di calcolo, di esettezze, di evidenze sperimentali, ma si guarda bene dal dire "Questa è una verità" . La scienza lo sa benissimo di non essere scopritori di verità , siamo noi che non lo sappiamo. Cosa che Nitzche invece aveva visto e che cosa dice Nitzche della verità , dice una cosa che dovresti avere ben presente ; " che cos'è dunque la verità? un mobile esercito di metafore , metonimie e antropomorfismi , in breve , una somma di relazioni umane che sono state potenziate poeticamente e retoricamente che sono trasferite e abbellite e che dopo un lungo uso sembrino a un popolo cosa solida , canoniche, vincolanti . Le verità sono illusioni di cui si è dimenticata la natura illusoria"
e poi la scienza... " se qualcuno nasconde qualcosa dietro un cespuglio e poi o ricerca nuovamente là e ve lo ritrova , in questa ricerca e in questa scoperta non vi è molto da lodare. Eppure le cose stanno in questo modo riguardo la ricerca delle scienze e nella scopertà della verità entro il territorio della ragione e della scienza".
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Qaulcuno potrebbe dire che non è vero che la scienza fa delle leggi fisiche degli assoluti. Aquesto proposito ripropongo il quesito che avevo formulato in un altro topic riguardo a Severino;

"Che attributo dare alle leggi della fisica? curiosamente , alle leggi sono state attribuite molte delle qualità che erano formalmente attribuite al Dio dal quale , un tempo, si supponeva che esse provenissero. Anzitutto le leggi sono considerate universali. Sono anche considerate infallibilie in questo senso sono dunque anche perfette. Inoltre le leggi sono assolute , non dipendono da nient'altro, in particolare non dipendono dall osservatore ne dallo stato corrente del mondo. Gli stati fisici sono condizionati dalle leggi e non viceversa. Sono considerate anche eterne, le leggi che forniscono correlazioni fra stati in istanti successivi , non cambiano col tempo. In ultimo le leggi sono onnipotenti, nel senso che niente può sfuggire loro, hanno un potere assoluto. Sono anche , in un certo senso onniscienti se accettiamo la metafora delle leggi che "goveranano" i sistemi fisici."

per quanto riguarda il metodo e le regole penso che non ci siano dubbi riguardo al fatto che vengano trattati al pari di assoluti.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

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