Se i quadrati avessero un Dio, avrebbe quattro lati

Aperto da Eutidemo, 06 Febbraio 2024, 12:39:16 PM

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Eutidemo

Questo TOPIC non intende affatto sostenere l'"inesistenza di Dio" (anzi), bensì l'inesistenza di un qualsiasi Dio di natura:
- "antropomorfica" (cioè dalle forme umane);
- "antropopatetica" (cioè dalle reazioni psicologiche umane).
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Il che, in fondo, è la stessa cosa, perchè le nostre "reazioni fisiologiche", soprattutto quelle "neuronali" e "ormonali", sono strettamente collegate alle nostre "reazioni psicologiche".
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Ad esempio:
- l'"ira" è collegata al "cortisolo", all'"adrenalina" e alla "noradrenalina";
- l'"amore" è collegato  all'"ossitocina", il cosiddetto "ormone dell'amore", che è costituito da una molecola prodotta nel cervello, la quale induce una profonda ed esaltante sensazione di benessere in presenza della persona amata.
ecc. ecc.
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Potranno essere constatazioni molto poco "poetiche", ma raramente la "realtà sperimentale" corrisponde a ciò che noi, dentro di noi, desideriamo "credere"; e che poi, comunque, continuiamo ostinatamente a "credere", buggerandocene altamente della "realtà sperimentale".
Ovviamente compreso il sottoscritto, al quale non è mai venuto in mente di dire ad una donna: "Cara, tu susciti in me una notevole secrezione di ossitocina!" :))
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Ora, poichè è "impossibile", o, comunque, almeno secondo me, è "altamente improbabile", che un qualsiasi Dio sia fornito di "neuroni" e di "ormoni" (come, ovviamente, è privo di "testa", di "mani" e di "piedi"), allo stesso modo, "consequenzialmente" è "impossibile", o, comunque, è "altamente improbabile", che un qualsiasi Dio possa "adirarsi", "offendersi" ecc.; almeno nel modo con cui lo intendiamo noi esseri umani (che è l'unico che ci può interessare).
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Mi si potrebbe obiettare che molte popolazioni primitive credevano in divinità "zoomorfe", e non "antropomorfe", o, addirittura, in oggetti inanimati come le "statue di pietra"; ma il discorso non cambia, perchè tali popolazioni  erano comunque convinte che tali (presunti) "dei" avessero delle "reazioni umane" nei loro confronti, come la "gratitudine" per i sacrifici loro offerti, o l'"ira" per quelli loro negati.
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Per cui, qualunque cosa Dio sia, è necessariamente molto diverso da come la maggior parte della persone è istintivamente e umanamente portato a concepirlo; compreso il sottoscritto!
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Ed infatti, a prescindere dalle considerazioni di cui sopra, per poter dire che "cosa Dio sia", sarebbe prima necessario poterlo "definire"; e, se mi consentite l'"ossimoro", Dio è "per definizione indefinibile".
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Ciò, in quanto per "definire" qualunque entità, è necessario indicarne:
- il "genere prossimo";
- la "differenza specifica".
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Ad esempio, l'uomo può essere definito come:
- una "scimmia";
- "bipede".
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Sul fatto dell'"intelligenza" come "differenza specifica", io avrei invece qualche dubbio, almeno per quanto mi riguarda; ed infatti è dalle scimmie che ho imparato da che lato si sbuccia una banana! :D
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Ma, riguardo a Dio, quali mai potrebbero essere:
- il "genere prossimo"?
- la "differenza specifica?
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Si potrebbe dire che Dio è un "essere" (genere) "superiore" (differenza specifica); ma si tratterebbe di una definizione applicabile a molti altri casi.
Ad esempio:
- all'"inquilino del piano di sopra";
- al "maggiore" rispetto al "capitano";
- ai "Watussi" rispetto ai "Pigmei".
ecc. ecc.
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Si potrebbe allora eccepire che Dio è un "essere" (genere) "superiore" (differenza specifica) all'uomo, in quanto possiede qualità umane (potenza, sapienza ecc.) infinitamente superiori a quelle umane; ma, come detto sopra, è molto "azzardato" (come minimo) voler sostenere che Dio abbia caratteristiche positive di tipo umano, anche se all'ennesima potenza.
Ciò in quanto Dio, almeno fino a prova contraria, è privo del "supporto fisico", delle "strutture fisiologiche" e delle "componenti ormonali e neurologiche" che consentono di possedere tali caratteristiche (tipiche di un primate gregario, come l'"homo sapiens"); e, ciò, in qualunque misura, finita o infinita, esse vogliano essere ipotizzate.
In parole povere, Dio di sicuro non è un "uomo", e, quindi, non può avere caratteristiche di tipo umano, nè positive nè negative, nè poche nè tante!
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E' vero nella Bibbia, scritta da "uomini" su "presunta" ispirazione divina, leggiamo che al sesto giorno Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, ed a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra» (Genesi 1,26).
Al riguardo sarei proprio curioso di sapere, essendo in grado di farlo, che cosa avrebbero scritto, al riguardo, i pesci,  gli uccelli, i rettili ecc. ecc. :D
In effetti, anche se nella Bibbia c'è scritto che Dio  ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza, a giudicare da come molti se lo immaginano, a me sembra che sia accaduto  esattamente il contrario! ;)
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In realtà, comunque, se Dio esiste, non è affatto "<<un>> essere", bensì è "<<l>>'Essere"; e,  come tale, non è definibile nè per "genere prossimo" nè per "differenza specifica", in quanto è il "minimo comun denominatore" di tutte le cose.
Cioè, "Omnia in omnibus", come scriveva San Paolo; e, come poi meglio specificò San Bonaventura  "l'Essere è scritto in tutte le cose".
In latino": «Hoc enim nomen scriptum est in omnibus rebus. Unde dixit Ille: "Prima rerum creaturarum omnium est <<Esse>>" (Hex., X (V, 379b).
Ovvero, altrove: "Intra omnia, non inclusum, extra omnia, non exclusum, supra omnia, non elatum, infra omnia non prostratum" (Itin., V, 8 V, 208).
***
Sono tutte espressioni riferite a Dio, (da illustri santi cristiani), come all'ESSERE ASSOLUTO, considerato come prima essenza di tutte le cose: a tutte "immanente" e, proprio per questo, "trascendente" rispetto a ogni cosa.
Figuriamoci se può avere reazioni umane; oppure avere quattro lati, così come se lo immaginano i quadrati! :D
***
                                    AVVERTENZA
Il presente TOPIC non tratta minimamente il tema della RIVELAZIONE; il quale, quindi, sempre a titolo di cortesia, vi prego vivamente di non introdurre in questo THREAD, in quanto esso merita una trattazione a parte, molto approfondita, che mi riservo di fare in un'altra occasione.
Grazie per la cortesia! :)
***

Koba II

A prescindere da rivelazioni e testi sacri, pensare Dio come Persona non solo è razionale, ma necessario.
La questione è in fondo semplice: o Dio esiste e allora si occupa in un modo o nell'altro della sofferenza del giusto, oppure, se tale cura non esiste, ne in questo ne in un altro mondo (extra-mondo necessariamente ipotizzato), vuol dire che Dio non esiste.
Mettere insieme la ricerca greca di un principio metafisico del mondo con le esigenze bibliche è stato un bell'esercizio per i pensatori cristiani. Ma un esercizio impossibile da risolvere. Del dio come Essere nessuno se ne fa niente. Sinonimi del concetto di cosmo.

Per il quadrato necessariamente Dio ha quattro lati, non perché Dio debba assomigliare al singolo quadrato ma perché ripugna alla natura della geometria un Dio che sia uno spazio geometrico in cui siano consentite mostruosità non euclidee (geometria non euclidea = ateismo moderno).

Ipazia

Anche i teomorfismi naturali diversi dall'antropomorfismo ricadono nell'antropologia, perche rappresentano fenomeni di potenza la cui benevolenza produce buoni auspici e benessere per gli umani: vulcani, fiumi, montagne, mari e animali totemici.

La religione nasce scaramantica e tale rimane (preghiere, riti, reliquie).
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Eutidemo

#3
Citazione di: Koba II il 06 Febbraio 2024, 15:18:13 PMA prescindere da rivelazioni e testi sacri, pensare Dio come Persona non solo è razionale, ma necessario.
La questione è in fondo semplice: o Dio esiste e allora si occupa in un modo o nell'altro della sofferenza del giusto, oppure, se tale cura non esiste, ne in questo ne in un altro mondo (extra-mondo necessariamente ipotizzato), vuol dire che Dio non esiste.
Mettere insieme la ricerca greca di un principio metafisico del mondo con le esigenze bibliche è stato un bell'esercizio per i pensatori cristiani. Ma un esercizio impossibile da risolvere. Del dio come Essere nessuno se ne fa niente. Sinonimi del concetto di cosmo.

Per il quadrato necessariamente Dio ha quattro lati, non perché Dio debba assomigliare al singolo quadrato ma perché ripugna alla natura della geometria un Dio che sia uno spazio geometrico in cui siano consentite mostruosità non euclidee (geometria non euclidea = ateismo moderno).
Sono perfettamente d'accordo con te che, per la nostra psiche (la mia compresa), pensare a Dio come una "persona" può essere emotivamente "necessario"; tuttavia, per le ragioni da me esposte, purtroppo, secondo me è un assunto del tutto "irrazionale"! :)
Anzi, direi che è assolutamente "insensato"!

Eutidemo

Citazione di: Ipazia il 06 Febbraio 2024, 15:19:36 PMAnche i teomorfismi naturali diversi dall'antropomorfismo ricadono nell'antropologia, perche rappresentano fenomeni di potenza la cui benevolenza produce buoni auspici e benessere per gli umani: vulcani, fiumi, montagne, mari e animali totemici.
La religione nasce scaramantica e tale rimane (preghiere, riti, reliquie).
Sono d'accordo con te che la "religione" nasce scaramantica e tale rimane: riti, reliquie ecc.
Ma la "spiritualità", a mio parere, non ha assolutamente niente di "scaramantico"; bensì mira a trascendere il nostro meschino "io" individuale, per ascendere al nostro "Sè" universale (cioè, Dio).
Ma, ovviamente, questa è solo la mia personale opinione; che è discutibile quanto ti pare in quanto è del tutto priva di conferme oggettive! :)

Koba II

Citazione di: Eutidemo il 06 Febbraio 2024, 12:39:16 PM
Ad esempio:
- l'"ira" è collegata al "cortisolo", all'"adrenalina" e alla "noradrenalina";
- l'"amore" è collegato  all'"ossitocina", il cosiddetto "ormone dell'amore", che è costituito da una molecola prodotta nel cervello, la quale induce una profonda ed esaltante sensazione di benessere in presenza della persona amata.
ecc. ecc.
***
Potranno essere constatazioni molto poco "poetiche", ma raramente la "realtà sperimentale" corrisponde a ciò che noi, dentro di noi, desideriamo "credere"; e che poi, comunque, continuiamo ostinatamente a "credere", buggerandocene altamente della "realtà sperimentale".
Ovviamente compreso il sottoscritto, al quale non è mai venuto in mente di dire ad una donna: "Cara, tu susciti in me una notevole secrezione di ossitocina!" :))
.
***
Ora, poichè è "impossibile", o, comunque, almeno secondo me, è "altamente improbabile", che un qualsiasi Dio sia fornito di "neuroni" e di "ormoni" (come, ovviamente, è privo di "testa", di "mani" e di "piedi"), allo stesso modo, "consequenzialmente" è "impossibile", o, comunque, è "altamente improbabile", che un qualsiasi Dio possa "adirarsi", "offendersi" ecc.; almeno nel modo con cui lo intendiamo noi esseri umani (che è l'unico che ci può interessare).

Io non faccio esperienza dell'ingiustizia perché ho neuroni e ormoni vari, ma faccio esperienza dell'ingiustizia a cui poi, per effetto di neurotrasmettitori etc., associo una serie di emozioni, tra cui ira, paura, disgusto.
La tua spiegazione è cioè meccanicistica, materialistica, tutto sommato sembra un circolo vizioso (provo amore perché dispongo di ossitocina, ma chiediamoci perché tale ossitocina si libera proprio in quelle circostanze e non in altre del tutto simili?).
La mia esperienza dell'ingiustizia è un'esperienza dell'intelligenza e dello spirito. Non è provocata da meccanismi fisiologici.
Quindi se questo vale per gli uomini, figuriamoci per Dio. Che evidentemente non ha bisogno di neuroni per provare sdegno nei confronti dei malvagi.
Il che dimostra che Dio può essere pensato come Persona.

bobmax

Eppure, Eutidemo, se Dio non avesse reazioni umane, allora non sarebbe presente nell'uomo.
Ma se non fosse presente nell'uomo, se non fosse "anche" quell'uomo, mancherebbe di qualcosa...
Ma se mancasse di qualcosa non sarebbe Dio.

Perciò Dio non può che essere anche Persona.

Piuttosto che chiederci se Dio esiste, dovremmo domandarci se noi esistiamo davvero...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

iano

#7
Citazione di: Koba II il 06 Febbraio 2024, 15:18:13 PMPer il quadrato necessariamente Dio ha quattro lati, non perché Dio debba assomigliare al singolo quadrato ma perché ripugna alla natura della geometria un Dio che sia uno spazio geometrico in cui siano consentite mostruosità non euclidee (geometria non euclidea = ateismo moderno).
Un quadrato euclideo non può immaginare nulla che non sia euclideo, ma Eutidemo è capace di immaginare benissimo un Dio non umano. e questa sua capacità potrebbe derivare dal cambiamento di paradigma dovuto all'affermarsi delle geometrie non euclidee.
Se Dio vivesse in un mondo non euclideo ciò basterebbe a rendercelo invisibile, ma se riusciamo ancora a immaginarlo è perchè abbiamo superato i limiti del ''non credo se non vedo'' strettamente legati alla geometria euclidea, nella quale utilmente continua ad esercitarsi   la nostra vista.
Non abbisogniamo più di apparizioni divine per credere, o di vedere la curvatura dello spazio tempo per affermarlo, e questo significa che sia la nostra fede sia la nostra vista hanno fatto un salto di qualità.
Per chi crede davvero, ciò dovrebbe essere motivo ulteriore per cantare le lodi di Dio.
Sarebbe triste invece se per continuare a credere si dovesse restare ancorati a un mondo che ha perso il suo carattere di assolutezza, comprensibilmente considerabile come unico  finché era l'unico che ci appariva.
Se  abbiamo immaginato un Dio antropomorfo ciò è comprensibile trovandoci fino a un certo punto della nostra storia nella stessa situazione di un quadrato euclideo la cui storia è scritta per sempre nei testi matematici, mentre la nostra prosegue.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

daniele22

Citazione di: Eutidemo il 06 Febbraio 2024, 16:42:19 PM
Sono d'accordo con te che la "religione" nasce scaramantica e tale rimane: riti, reliquie ecc.
Ma la "spiritualità", a mio parere, non ha assolutamente niente di "scaramantico"; bensì mira a trascendere il nostro meschino "io" individuale, per ascendere al nostro "Sè" universale (cioè, Dio).
Ma, ovviamente, questa è solo la mia personale opinione; che è discutibile quanto ti pare in quanto è del tutto priva di conferme oggettive! :)

Ciao Eutidemo, per quel che mi riguarda l'esistenza di Dio corrisponde a una risposta a una legittima domanda che però io e molti altri non riteniamo necessaria. Per quel che riguarda il "Sè" universale quindi sarei solo interessato alle direttive che egli impone o suggerisce ai suoi devoti. Un saluto

niko

#9
Dio e' la natura, e' la natura impone a tutti i suoi figli la felicita', o quantomeno la ricerca del piacere e l'evitamento del dolore, come legge. Ovvero come assoluto a cui e' impossibile sottrarsi, volonta' di voluto, volonta' di (autotrasformantesi e autosuperantesi) volonta'.

Legge naturale, non legge morale. Il cui comando, sinteticamente e':

"Davanti al dolore, oh figlio della terra, oh essere immanente, cambia quello che e' in tuo potere cambiare, e per il resto... resisti e accontentati".

La Necessita', cioe' la legge di natura, non e' un monito (o un ostacolo) contro la possibilita' logica, o esistenziale, di un Dio malvagio o indifferente, ma contro la possibilita', logica o esistenziale, di un uomo giusto e infelice.

Non e' Dio lassu' nel suo ipotetico cielo, che non puo' essere "Dio, e insieme malvagio" (o, che e' lo stesso, Dio e insieme montalianamente, o epicureanamente, indifferente), ma sei tu, piccolo uomo su questa terra, che, secondo la legge di questa terra stessa, che ti compone, non puoi essere giusto, e, insieme, sofferente. Il messaggio della natura non e' per Dio, e' per te, la contraddizione, e' per te, il lupo, ulula per te.

La sofferenza e' un delitto, e dunque una ingiustizia, contro la natura.

La contraddizione, dunque, non e' tra Dio e indifferenza, o tra dio e malvagita', ma molto piu' immanentemente tra giustizia e sofferenza, dato che il comando, velevole per gli immanenti, e' reale, e comanda la felicita'.
La redenzione, del giusto sofferente, non c'e', non esiste e non ci sara' mai, perche' gia' il giusto sofferente, in se', e' una contraddizione in termini.
Se soffre, non e' giusto, davanti a Tribunale, della natura. Che sia giusto, davanti al tribunale, degli uomini, nel loro non essere natura, me ne importa, il giusto. Tanto piu' che qui con "soffrire" non intendo, genericamente, il "provare dolore", ma l'essere, in maniera propriamente umana, nella differenza (vagamente ambigua e autocompiaciuta) tra desiderio e realta'. Abitare stabilmente, questa differenza.

Il tipo d'uomo, che puo' pensare un Dio indifferente/imperturbabile, e da imitare come esempio e fonte di ogni virtu', proprio per il suo essere, indifferente/imperturbabile, un Dio di indifferenza, e quindi un Dio che puo' al limite del parossismo e del paradosso essere oggetto, d'amore, ma non ne sara' mai, d'amore intendo, soggetto, e' migliore, con tutto il rispetto per tutti e secondo me, e' un tipo umano migliore intendo, tanto dell'ateo volgare moderno, che non pensa direttamente a nessun Dio, quanto del cristiano, che pensa a un Dio che lo ama, e che soffre, e muore, con lui. Il Dio persona, appunto.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

iano

#10
Citazione di: niko il 06 Febbraio 2024, 19:26:40 PM"Davanti al dolore, oh figlio della terra, oh essere immanente, cambia quello che e' in tuo potere cambiare, e per il resto... resisti e accontentati".



Ma sopratutto valuta quanto il tuo dolore possa essere stato generato paradossalmente dai tuoi tentativi di fuggirlo.
Direi che il bene, o benessere, mancanza di dolore, è uno stato di equilibrio dinamico, che deriva da una trattativa con la natura che non può mai dirsi chiusa, come abbiamo creduto.
Il bene è nell'equilibrio, non negli elementi che facendo da contrappesi contingentemente lo determinano.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Koba. :)
Tu fai esperienza dell'"ingiustizia", in quanto, essendo l'"homo sapiens" un "animale gregario e sociale", da punto di vista evoluzionistico, il "senso della giustizia e dell'ingiustizia" giovano alla sopravvivenza della sua specie secondo le regole della "selezione naturale"; così come, in effetti, il "senso della giustizia e dell'ingiustizia" è tipico anche di molti altri "animali gregari e sociali", come, ad esempio, i "canidi" (ma non solo loro).
Ed infatti l'osservazione etologica di cani, lupi e coyote allo stato brado mostrano che i "canidi" hanno, almeno in certa misura, un "senso innato di giustizia", che emerge distintamente e chiaramente dal loro comportamento sociale.
Molti proprietari di cani mi hanno confermato unanimemente la cosa!
***
Una volta fatta esperienza dell'ingiustizia, noi e gli altri animali sociali e gregari, grazie all'"amigdala", per effetto di neurotrasmettitori ecc., proviamo una serie di emozioni, tra cui ira, paura, disgusto; ma mi sembra un po' azzardato assimilare Dio ad un animale soggetto alle leggi dell'evoluzione e della selezione naturale.
***
La mia non è affatto, come dici tu, una "spiegazione meccanicistica e materialistica", ma è soltanto una constatazione che deriva dall'"osservazione".
***
Non è vero che l'ossitocina si libera proprio in determinate circostanze e non in altre del tutto simili; ed infatti non siamo tutti uguali, nè noi, nè le circostanze.
***
La tua esperienza dell'ingiustizia è un'esperienza dovuta alla natura ed alle caratteristiche evolutive della nostra "specie" animale; il cui principale difetto è un presuntuoso '"antropocentrismo".
***
Il che, almeno secondo me, dimostra in modo inequivocabile che Dio non può essere pensato come "persona"; nè, tantomeno, come tre "persone" (il che mi puzza tanto di politeismo).
***
Comunque io, ben distinguendo la "realtà fenomenica" dalla "realtà noumenica", non sono affatto un "ateo", bensì un "monoteista", o, meglio ancora, un "monista"; ed infatti ho concluso il mio post iniziale citando dei santi cristiani (anzi, addirittura cattolici), i quali suffragano la mia concezione di Dio.
Soltanto che, come San Dionigi l'Aeropagita, io credo in un Dio "apofatico", e non "catafatico"!
Tutto qui!
***
Un cordiale saluto! :)
***

Koba II

Citazione di: Eutidemo il 07 Febbraio 2024, 07:07:02 AM
La mia non è affatto, come dici tu, una "spiegazione meccanicistica e materialistica", ma è soltanto una constatazione che deriva dall'"osservazione".

Come sa bene chi pratica la scienza con le sole osservazioni non si va da nessuna parte. Ad un certo punto è necessario costruire un'ipotesi, una congettura.
E il tuo discorso si basa sulle ipotesi dell'evoluzionismo.
Come dimostra la biologia molecolare il vero motore dell'evoluzione sono le mutazioni genetiche che determinano quella varietà su cui l'ambiente poi esercita i suoi effetti selezionando gli individui più adatti alla sopravvivenza.
Le mutazioni genetiche, utili nell'ottica evolutiva di popolazioni, ma quasi sempre dannose a livello del singolo individuo, sono di fatto interpretate come errori casuali del processo di replicazione del DNA. Errori casuali molto rari.

Ora, tenendo per buone, come fai tu, le linee generali di questa teoria (seppure gli aspetti da chiarire siano ancora numerosi e fondamentali), risulta evidente che sia soprattutto la tua visione di Dio ad andare in crisi. Dio pensato come Essere, come presente in tutte le cose. Ipotesi antica che presuppone una concezione della materia "attraversata" da un'intelligenza divina, la quale però è completamente inconciliabile con la concezione moderna della materia vivente che, come ho mostrato sopra, assegna un ruolo importante alla casualità.
Mentre Dio pensato come Persona trascendente, come Demiurgo esterno il mondo in nulla mischiato con la materia, rimane una visione certamente fantasiosa ma non contraddittoria rispetto alle attuali conoscenze scientifiche.

Eutidemo

Ciao Bobmax. :)
Apprezzo molto l'eleganza formale del tuo "sillogismo", e, cioè:
°
Se Dio non avesse reazioni umane, allora non sarebbe presente nell'uomo.
°
Ma se non fosse presente nell'uomo, se non fosse "anche" quell'uomo, mancherebbe di qualcosa.
°
Ma se mancasse di qualcosa non sarebbe Dio.
***
.
***
Peccato, però, che, almeno secondo me, si tratta di un "sillogismo fallace"; cioè di un cosiddetto "paralogismo".
***
.
***
Ed infatti Dio <<è">>, senza alcun "predicato specifico", bensì con "tutti gli infiniti predicati possibili", essendo il "minimo comun denominatore" di tutte le cose, e non solo degli uomini; per cui in quanto puro "essere", non ha, nè può avere le caratteristiche, di nessuna delle entità individuali a cui consente di "esistere", "uti singuli".
***
Per cui la tua premessa è erronea, in quanto, allo stesso modo, si potrebbe sostenere che "Se Dio non avesse le reazioni di un bacarozzo, allora non sarebbe presente nei bacarozzi; mentre invece è presente anche in loro (o meglio "<<è>> anche loro").
***
Pertanto, essendo erronea la tua premessa, ne consegue la fallacità di tutto il tuo conseguente ragionamento.
***
.
***
Il quale ragionamento, peraltro, presenta anche un altro vizio logico, in quanto, dando per scontato che Dio sia "qualcuno" che può avere o non avere delle "reazioni", ed al quale può "mancare" o "non mancare" qualcosa, dà già per scontato che Dio sia una "persona", o, comunque, una "entità individuale"; ed infatti soltanto una "persona", o una "entità individuale", può avere delle "reazioni" (se è biologica), e ad essa può "mancare" o "non mancare" qualcosa.
Per cui il tuo ragionamento si riduce ad una "petizione di principio" ("αἰτεῖσϑαι τὸ ἐν ἀρχῇ"), in cui s'incorre quando si presuppone implicitamente dimostrata la stessa cosa che s'intende di dimostrare.
***
.
***
In conclusione, se Dio esiste, non è affatto "<<un>> essere" che partecipa all'esistenza di altri "esseri", assumendone parte delle caratteristiche, bensì è "<<l>>'Essere" di tutte le cose; e,  come tale, "è" tutti/tutto e nessuno/niente in particolare!
Ovvero Dio, se è, è: "Intra omnia, non inclusum, extra omnia, non exclusum, supra omnia, non elatum, infra omnia non prostratum" (Itin., V, 8 V, 208).
***
 .
***
Quanto a domandarci se noi esistiamo davvero, a mio parere tutto dipende da cosa intendi per "davvero".
Ed infatti:
- se per "davvero" intendi l'"esistenza fenomenica" dei personaggi di un sogno, allora sì che esistiamo davvero, almeno finchè dura il sogno (ed infatti anche il sogno ha una sua realtà);
- se, invece, per "davvero" intendi l'"esistenza noumenica" di entità reali in se stesse, allora no che non esistiamo davvero, essendo tutti, prima o poi, destinati a risvegliarci nell'UNO senza distinzioni individuali.
***
.
***
Un cordiale saluto! :)
***
P.S.
Stanotte ho sognato due politici che litigavano accanitamente tra di loro; ma, quando mi sono svegliato, mi sono accorto che non erano due, ma uno solo (io).

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Ovviamente, quella del "Dio dei quadrati" era solo una mia personale "boutade", per denunciare la prospettiva "antropocentrica" con la quale ci immaginiamo le caratteristiche che, secondo noi, Dio dovrebbe avere (troppo simili alle nostre).
***
Quanto a cantare le lodi di Dio, io non ho niente in contrario; purchè si sia consapevoli che al "vero" Dio, se esiste sul serio, "nun je ne po' frega' de meno", ma gratifica soltanto  noi.
***
Ed infatti, almeno secondo me, Dio non può certo essere quel tiranno caratteropatico, isterico e paranoico che viene descritto nel Vecchio Testamento; il quale, se fosse veramente un soggetto del genere, non andrebbe adorato con canti di lode, bensì prontamente ricoverato in una clinica psichiatrica.
***
.
***
Un cordiale saluto! :)
***






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