Menu principale

La falsità della fisica

Aperto da daniele22, 18 Dicembre 2023, 09:51:34 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

Ipazia

#45
Aldilà di tutte le velleità trascendenti, trascendentali e anarchiche, siamo costretti a trovare dei centri, delle relazioni certe, dalla natura stessa della natura, di physis, di cui la fisica,  intesa filosoficamente, è l'episteme.

Non ha alcun senso complicare i modelli astronomici con centri immaginari che costringerebbero gli astri a velocità impossibili e geometrie arzigogolate (simplex sigillum veri). La gravità, per quanto misteriosa sia nella sua essenza "noumenica", è fenomenologicamente chiara e distinta come il sasso che precipita a valle e non ascende al cielo. Come gli astri che seguono le migliori traiettorie e rotazioni possibili secondo la gravitazione classica, relativistamente corretta, non falsificata.

La chimica è quella che è giunta a maturazione con Mendeleev e da allora non ha aggiunto altro che conferme. Anche le discipline fisiche mature ripercorrono incessantemente le conferme dei loro postulati e la razionalità delle loro formulazioni. La biologia è il massimo della complessità che le scienze naturali si trovano di fronte ma, ripulito il tempio della ricerca dagli affaristi stregoni, anche qui è possibile illuminare la realtà.

Conviene concentrare gli sforzi filosofici sulle ontologie trascendentali laddove barbarie, ignoranza, superstizione e falsità regnano ancora sovrane.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

gravità è il nome di una serie di fenomeni comunemente raccolti in uno solo.
Curvatura dello spazio tempo , attrazione tra masse anche minime , repulsione tra masse anche minime, stranezza ignota "dentro " i buchi neri,caduta sassi :)) ecc ...
.
Non esiste una gravità, ne esistono molte e non è detto siano uguali per natura.
Per questo i cercatori di quanti cercano anche i gravitoni...per questo inscenano esperimenti.




Ipazia

Per gli usi consueti e i relativi calcoli quello che sappiamo sulla gravità basta e avanza,  e rispetta il "senso" dell'aumento di sapere. In attesa di ulteriori ascensioni che ci costringerebbero a rivedere la teoria.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

Tieni conto che Einstein è diventato più famoso e studiato per la relatività che per la sua formula più importante E=m.c2
La vera einsteiniana formulazione 
è questa perchè definisce l'equivalenza fondamentale che regge l'universo, euivalenza da tutti capita e accettata, quantisti  compresi.
 E=mc2 è una formula fondamentale che ha avuto un impatto enorme sulla nostra comprensione del mondo. È stata utilizzata per spiegare una serie di fenomeni fisici, tra cui l'energia nucleare, la fusione nucleare e la fissione nucleare.
Essa è un'idea fondamentale che è alla base sia della relatività che della meccanica quantistica. È un'idea che è stata testata e confermata in numerose occasioni.



niko

#49
In realta', io ho letto e sentito dire spesso da fisici veri, che la gravita' enisteiniana falsifica, non (solo) corregge, la gravita' newtoniana. 

Newton considera separatamente, inerzia a gravita': l'inerzia, in Newton, e' quello che succede a un corpo finche' non "interviene" la gravita', a modificarne la traiettoria. Einstein riunifica, in una teoria unica, inerzia e gravita'. L'inerzia non e' nient'altro che la gravitazione di un corpo in assenza di effetti della curvatura, quindi l'inerzia e' un caso limite, della gravita'.

Tutto ha un traiettoria e tutto puo' essere rappresentato da linee e non da punti, perche' il tempo e' una dimensione ulteriore dello spazio: la quiete e il moto rettilineo uniforme sono equivalenti, proprio perche' oggetti che ai nostri occhi sono fermi, e oggetti che ai nostri occhi "si muovono solo verso il futuro" senza fare progressi nelle altre dimensioni integrate dello spazio, sono equivalenti.

In Newton il campo gravitazionale si irradia nello spazio (a velocita' infinita) e vi si sovrappone, in Einstein spazio e campo gravitazionale sono la stessa cosa: le traiettorie dei corpi cambiano, perche' lo spazio/campo cambia. La perturbazione locale dello spazio/campo viaggia a velocita' finita, quindi la gravita' non e' istantanea, perche' l'azione e reazione dei corpi gravitanti stessi l'uno sull'altro, non e' istantanea.

Le previsioni della gravita' newtoniana sono smentite da un'infinita' di esperimenti: la correzione e' necessaria e' "piccola" perche' di solo perche' di solito noi prendiamo in considerazione basse velocita', e basse differenze di potenziale gravitazionale. Ma gia' un "semplice" navigatore satellitare, per dire un oggetto che usiamo tutti, e' un dispositivo impossibile da costruire senza integrare nei calcoli di un computer correzioni relativistiche. Con Newton, da Roma a Milano non ci arrivi, se non sai gia' la strada.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

daniele22

Pensavo che l'argomento fosse stato pressoché chiuso, ma visto che si insiste dirò allora che in contrasto col pensiero di Zenone di Elea io affermo l'illusorietá del tempo anziché quella dello spazio, naturalmente nel mondo della fisica, e con lo stesso metodo che usò lui. Nota curiosa sarebbe la stima che Bertrand Russel, già da me contestato senza un evidente successo, aveva dei paradossi di Zenone definendoli sottili e profondi. E Russel, fatalità, è uno tra i principali divulgatori della relatività. Siccome il mondo determinista fa comodo a molti, ribadisco pertanto almeno la mia ambizione a sostenere la radicale falsità della fisica ... in attesa di ascensori appunto 

Pensarbene

#51
Le ultime ipotesi astrofisiche propongono che lo spazio si espande non per la energia oscura ma per una sorta di autocreazione.
Secondo questa tesi, si creerebbe sempre nuovo spazio e questo espanderebbe le galassie. Inoltre  questa  creazione avverrebbe in progressione geometrica  quindi la metrica universale, secondo questa idea , dovrebbe essere riconsiderata da un minimo di 60 a un massimo di 100 miliardi di anni luce.Niente energia oscura dunque.
Questa ipotesi naturalmente mette in discussione l'idea di spaziotempo a meno che la creazione interessi tutte e due.
Una nota importante: creazione non significa comparsa dal nulla per volontà divina, significa semplicemente che lo spazio sembra capace di riprodursi e trasformarsi  per motivi ignoti.
D'altra parte l'energia oscura è un escamotage totalmente privo non solo  di prove ma di possibilità di misura, quindi, peggio che andar di notte con la materia oscura :))

Nel contempo, i fotoni sudano sette camicie per star dietro l'espansione accelerata dello spazio, quindi l' universo temporale diventa sempre più piccolo rispetto a quello metrico.Come dice un mio amico che lavora anche per l' INAF, alla fine resteremo solo noi in una solitudine galattica che farebbe deprimere anche Quasimodo:
"Ognuno starà  solo sul limite  della via Lattea,trafitto da un gamma ray burst...e sarà subito il Nulla!!!!"


Ipazia

C'era poco da falsificare nella gravità newtoniana perché egli, saggiamente, non finse ipotesi e si limitò a fare calcoli su relazioni che a velocità terrestri e precisione degli strumenti dell'epoca risultavano precisi.

Einstein ha corretto calcoli e funzioni, e teorizzato il tutto in una prospettiva radicalmente diversa da quella newtoniana, perché  fruiva di quasi due secoli di nuove scoperte, teorie, e perfezionamento degli strumenti di misura.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#53
Citazione di: niko il 23 Dicembre 2023, 10:27:10 AMIn realta', io ho letto e sentito dire spesso da fisici veri, che la gravita' enisteiniana falsifica, non (solo) corregge, la gravita' newtoniana. 




Ho dei dubbi sul fatto che la falsifichi, perchè non mi pare che ci sia un caso in cui la gravità di Newton non funzioni, anche se in ''ogni caso'' occorrono correzioni, come ben dici. Oppure hai ragione invece tu, perchè è stata falsificata l'azione istantanea a distanza. Si potrebbe dire con una certa presunzione poetica, che lo spazio fra due corpi equivalga a tutti gli effetti a un ritardo temporale dell'azione reciproca, e questo secondo me induce a rinnovare una riflessione su cosa sia un corpo.

L'intento di Einstein era di dimostrare che non è possibile l'azione a distanza Newtoniana, e c'è riuscito in parte direi, in quanto Einstein ha riempito quella distanza col campo gravitazionale che intermedia l'azione fra  due masse, che non sono quindi più separate da uno spazio, ma unite da un campo.
L'horror vacui non ha più motivo di esser provato, per quanto ormai non terrorizzava più nessuno da un pezzo. :))
Ma in effetti mi sembra più un ibrido fra azione locale e non locale, in quanto il campo non ha le stessa natura delle masse, e quindi non c'è una azione locale per contatto fra simili. Come fanno infatti a toccarsi enti di natura diversa?
Il campo è un falso, per venire incontro a Daniele.
Per me non è un falso, volendo invece dispiacere Daniele, ma allo stesso tempo è qualcosa che, se esiste, rivoluziona il concetto di esistenza, per cui quelli che noi consideriamo dissimili, materia e campo, in effetti sono simili.
Allora, quello che viene messo in crisi, secondo me, è il concetto di ''pieno'', perchè se già sapevamo che lo spazio vuoto contiene la materia, non avremmo mai potuto immaginare quanto spazio vuoto contenga la materia.
Quello che allora mi sembra interessante da notare è che noi continuiamo, nonostante le nuove evidenze, ad usare il concetto di pieno come prima, come ancora usiamo quello di ''su' e giu''' anche se ormai sappiamo che ''non esistono'' in assoluto.

Solo delle figure geometriche possiamo dire con certezza che sono piene o vuote, e solo perchè siamo noi a decidere se sono piene o vuote.
Non è tanto quindi che le astrazioni geometriche hanno fatto oggi invasione di campo in fisica. E' che è sempre stato così, e solo adesso iniziamo a prenderne coscienza. Il mondo in cui viviamo è geometrico, però non è la realtà, ma ciò che si interfaccia fra noi e la realtà.
Si potrebbe dire allora che viviamo dentro una falsità,
e credo proprio che ciò sia vero.
Però, se le cose stanno così, l'accezione negativa che attribuiamo alla falsità, andrebbe rivista, caro Daniele, credo io.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#54
@Daniele 22
Quando descriviamo l'azione fra due corpi poniamo l'accento sui corpi, in quanto essi esistono indipendentemente dall'azione secondo noi, mentre l'azione non esiste indipendentemente dai corpi.
Senza azione ci sono i corpi, ma senza corpi non c'è azione.

Quando tocco un corpo come faccio a dire che non esiste, che è un illusione?
Ma allo stesso tempo come faccio a dire che esiste finché non lo tocco?
Che esistono corpi finché non si verifica un azione, perchè toccare significa provocare un azione fra due corpi, uno dei quali sono io?

Vengono prima i corpi o l'azione?
Inizio a sospettare che sia lo stesso problema dell'uovo e della gallina.
La soluzione è che vengono insieme. Non c'è uno senza l'altro.

Non c'è credo nessun buon motivo di credere che la realtà sia duale.
La realtà è una, ma duale è il modo in cui ci si presenta ogni volta che la sollecitiamo, come fosse fatta di opposti inseparabili.
Forse è inevitabile assumere uno dei due opposti come punto di vista, perchè non è possibile assumerne due in contemporanea, ma poi, se abbiamo trascurato di farlo, l'analisi logica dei fatti col tempo inevitabilmente ci solleciterà ad assumere anche l'altro.
E qui la fisica non c'entra nulla. E' pura filosofia.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Citazione di: iano il 24 Dicembre 2023, 05:16:32 AM...
Solo delle figure geometriche possiamo dire con certezza che sono piene o vuote, e solo perchè siamo noi a decidere se sono piene o vuote.
Non è tanto quindi che le astrazioni geometriche hanno fatto oggi invasione di campo in fisica. E' che è sempre stato così, e solo adesso iniziamo a prenderne coscienza. Il mondo in cui viviamo è geometrico, però non è la realtà, ma ciò che si interfaccia fra noi e la realtà.
Si potrebbe dire allora che viviamo dentro una falsità,
e credo proprio che ciò sia vero.
Però, se le cose stanno così, l'accezione negativa che attribuiamo alla falsità, andrebbe rivista, caro Daniele, credo io.

Concordo e penso che tale revisione riguardi il superamento della superstizione kantiana della cosa in sé, il cui imprinting continua ad operare nell'immagine che abbiamo della realtà.

Il superamento sta nell'inversione epistemologica della modalità del sapere il cui verso corretto va dal fenomeno alla causa, e non viceversa come pretende l'idealismo filosofico creazionista. Più che ascensori servono trivelle.

Russell avrà apprezzato il paradosso analitico di Zenone, ma non certo la sua errata conclusione teoretica.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

Citazione di: iano il 24 Dicembre 2023, 05:16:32 AMHo dei dubbi sul fatto che la falsifichi, perchè non mi pare che ci sia un caso in cui la gravità di Newton non funzioni, anche se in ''ogni caso'' occorrono correzioni, come ben dici. Oppure hai ragione invece tu, perchè è stata falsificata l'azione istantanea a distanza. Si potrebbe dire con una certa presunzione poetica, che lo spazio fra due corpi equivalga a tutti gli effetti a un ritardo temporale dell'azione reciproca, e questo secondo me induce a rinnovare una riflessione su cosa sia un corpo.

L'intento di Einstein era di dimostrare che non è possibile l'azione a distanza Newtoniana, e c'è riuscito in parte direi, in quanto Einstein ha riempito quella distanza col campo gravitazionale che intermedia l'azione fra  due masse, che non sono quindi più separate da uno spazio, ma unite da un campo.
L'horror vacui non ha più motivo di esser provato, per quanto ormai non terrorizzava più nessuno da un pezzo. :))
Ma in effetti mi sembra più un ibrido fra azione locale e non locale, in quanto il campo non ha le stessa natura delle masse, e quindi non c'è una azione locale per contatto fra simili. Come fanno infatti a toccarsi enti di natura diversa?
Il campo è un falso, per venire incontro a Daniele.
Per me non è un falso, volendo invece dispiacere Daniele, ma allo stesso tempo è qualcosa che, se esiste, rivoluziona il concetto di esistenza, per cui quelli che noi consideriamo dissimili, materia e campo, in effetti sono simili.
Allora, quello che viene messo in crisi, secondo me, è il concetto di ''pieno'', perchè se già sapevamo che lo spazio vuoto contiene la materia, non avremmo mai potuto immaginare quanto spazio vuoto contenga la materia.
Quello che allora mi sembra interessante da notare è che noi continuiamo, nonostante le nuove evidenze, ad usare il concetto di pieno come prima, come ancora usiamo quello di ''su' e giu''' anche se ormai sappiamo che ''non esistono'' in assoluto.

Solo delle figure geometriche possiamo dire con certezza che sono piene o vuote, e solo perchè siamo noi a decidere se sono piene o vuote.
Non è tanto quindi che le astrazioni geometriche hanno fatto oggi invasione di campo in fisica. E' che è sempre stato così, e solo adesso iniziamo a prenderne coscienza. Il mondo in cui viviamo è geometrico, però non è la realtà, ma ciò che si interfaccia fra noi e la realtà.
Si potrebbe dire allora che viviamo dentro una falsità,
e credo proprio che ciò sia vero.
Però, se le cose stanno così, l'accezione negativa che attribuiamo alla falsità, andrebbe rivista, caro Daniele, credo io.




Io direi che il tempo ha un suo ritmo e lo spazio ha un suo metro.

Siamo oltre, la banale affermazione che ogni istante e' divisibile in istanti piu' piccoli e ogni distanza e' divisibile in distanze piu' piccole.

Bisigno proprio capire che, a certe condizioni l'entita' minima di spazio e tempo esiste, e quello che c'e' nell'intevallo, nell'entita' subminima, e' indeterminato.

Anzi, in ogni condizione, anche se spesso non ce ne accorgiamo.

Ci vuole tempo perche' passi il tempo, e ci vuole una certa lunghezza e cadenza di passo perche' "passi" lo spazio.

Il tempo non e' altro, che la variazione della velocita' di scorrimento del tempo nel tempo, il ritmo, e lo spazio non e' altro che la variazione di spazio nello spazio, il contrarsi e l'estendersi di qualcosa, che non e' un mezzo, ma non e' neanche un nulla.

L'assenza di un intermedio intelligibile in un mondo fatto di unita' minime cangianti ma sempre presenti indica non un atomismo e un mondo dei discreti, ma una necessita' della sovrapposizione e un mondo di dualita', e di molteplicita', sovrapposte.

Non esistono interazioni istantanee, non perche' c'e' sempre un medio tra due estremi (Zenone), o perche' un contatto, tra contigui, e' necessario a mediare ogni interazione (atomisti antichi), ma perche' i due estremi, privi di medio, sono sempre definiti dall'andare e il tornare di un qualcosa, quindi ogni spazio deve essere, almeno, doppiamente attraversato.







Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

iano

#57
Citazione di: niko il 24 Dicembre 2023, 12:06:02 PMIo direi che il tempo ha un suo ritmo e lo spazio ha un suo metro.

Siamo oltre, la banale affermazione che ogni istante e' divisibile in istanti piu' piccoli e ogni distanza e' divisibile in distanze piu' piccole.

Bisigno proprio capire che, a certe condizioni l'entita' minima di spazio e tempo esiste, e quello che c'e' nell'intevallo, nell'entita' subminima, e' indeterminato.

Anzi, in ogni condizione, anche se spesso non ce ne accorgiamo.

Ci vuole tempo perche' passi il tempo, e ci vuole una certa lunghezza e cadenza di passo perche' "passi" lo spazio.

Il tempo non e' altro, che la variazione della velocita' di scorrimento del tempo nel tempo, il ritmo, e lo spazio non e' altro che la variazione di spazio nello spazio, il contrarsi e l'estendersi di qualcosa, che non e' un mezzo, ma non e' neanche un nulla.

L'assenza di un intermedio intelligibile in un mondo fatto di unita' minime cangianti ma sempre presenti indica non un atomismo e un mondo dei discreti, ma una necessita' della sovrapposizione e un mondo di dualita', e di molteplicita', sovrapposte.

Non esistono interazioni istantanee, non perche' c'e' sempre un medio tra due estremi (Zenone), o perche' un contatto, tra contigui, e' necessario a mediare ogni interazione (atomisti antichi), ma perche' i due estremi, privi di medio, sono sempre definiti dall'andare e il tornare di un qualcosa, quindi ogni spazio deve essere, almeno, doppiamente attraversato.
In sostanza credo che se vogliamo salvare il concetto di esistenza, dovremo però rinunciare all'esistenza individuale.

Se vogliamo salvare il concetto di ''esistenza'' credo che dovremmo riattualizzarlo, rinunciando a una esistenza individuale.
Non c'è esistenza senza dualità allora.








Discorso un pò troppo ridondante il tuo, a mio parere.
In un certo senso, usando mentalità matematica, l'azione a distanza esiste, ma solo in un caso, quando la distanza è zero.
In questo modo non abbiamo risolto il problema, ma lo abbiamo traslato a ''come si fà a misurare una distanza con tale precisione da poter determinare con certezza quando la sua estensione sia nulla?'' . Quando cioè due corpi si toccano?
E la risposta potrebbe essere che lo si può stabilire in maniera indiretta.
La distanza sarà zero quando fra i due corpi non sarà possibile rilevare alcuna azione.
O, il che è lo stesso, quando i due corpi sono da considerarsi uno.
Il paradosso dell'azione immediata a distanza di Newton fra due corpi, è che è possible solo se i due corpi non ci sono, o sono uno.
Forse l'ho detto a mia volta in modo ridondante, ma quello che intuisco è che le descrizioni delle azioni fra corpi conterranno necessariamente sempre un pò di vaghezza che è figlia di una definizione vaga di corpo.
Perciò dovremmo spostare la nostra riflessione su ''cosa è un corpo''.
Proporrei che intanto un corpo da solo non è tale. Ce ne vogliono almeno due.
Poi continuerei con l'ipotizzare che fra due corpi cè sempre un azione.
Quindi, viceversa, ci sono almeno due corpi quando c'è un azione.
In sostanza credo che ammettere che possano esserci corpi in mancanza di un azione non ci aiuta a capire le cose, producendo paradossi logici.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

green demetr

Citazione di: daniele22 il 20 Dicembre 2023, 22:48:01 PMPs: Non mi hai più risposto; hai chiesto ai tuoi amici se possa essere vero che avete preso fischi per fiaschi mettendo Dio al posto della donna?

Eh? Che amici mi vai affidando?
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: iano il 21 Dicembre 2023, 00:58:10 AMSe di più teorie ne facciamo una abbiamo tutti da guadagnarci, fisici o meno, per cui le motivazioni per farlo non mancheranno mai, e fino a un certo punto le cose sono pure andate così.
Newton ha unificato la fisica terrestre con quella celeste,  fondendo due mondi in uno.
La fisica quantistica ora ce ne ripropone due, e io prenderei in considerazione la possibilità che questa volta non sia possibile ricomporli, o quantomeno, assumendo ciò come pura ipotesi di lavoro per filosofi, cercherei di trarne le conseguenze.
Noterei intanto che mondo terrestre e mondo celeste erano dello stesso ordine di grandezza, sfera più, sfera meno, e che magnetismo ed elettricità insistono sugli stessi circuiti,  condividendo ancora lo stesso ordine di grandezza.
Ma fra macro e micro fisica è proprio l'ordine di grandezza che cambia, come fossero due mondi che convivono separati in casa.
Penso che se tu in una discussione con un batterio difendessi la fisica classica e lo spazio euclideo contro la sua fisica quantistica e uno spazio ben strampalato, chi non si sarebbe aspettato questa divergenza di opinioni?
E' quindi una colpa essere riusciti ad assumere il punto di vista del batterio?
Secondo me non c'è un solo mondo, ma una sola realtà, e i mondi in cui crediamo di vivere sono tutte interfacce possibili fra noi e la realtà.
La nuova ''terra al centro'' che Daniele ci chiede di trovare potrebbe essere  una  ben vetusta centralità, che sta nel credere di avere un rapporto diretto con la realtà.
Basta aprire gli occhi e la realtà si presenta per quel che è, come se dietro a questa rappresentazione non ci fossero miliardi di anni di tocchi e ritocchi del quadro che ci appare, arrivati noi , da alga e batterio che eravamo, saltando da un mondo a un altro, fin qui.
Diversi mondi oggi si uniscono in noi, arricchendoci, a voler vedere il bicchiere mezzo pieno.
E a volerla dire tutta non è neanche una novità...
E' solo che non ci appare più separato ciò che l'abitudine col tempo ha cementato.





Si da filosofi dovremmo essere in grado di distinguere tra epistemologia e soggettività.
Ma sembra si faccia fatica a capirlo anche ai "piani alti".
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Discussioni simili (5)