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Grande Plotino

Aperto da Pensarbene, 28 Novembre 2023, 11:10:47 AM

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green demetr

Citazione di: iano il 04 Dicembre 2023, 04:42:14 AMUna velocità costante, quella della luce, collide con l'idea che abbiamo di velocità.
Può esistere una velocità costante, prima ancora di dimostrare che esista, solo se la velocità non corrisponde all'idea che ne abbiamo, e non parlo di idea errata, perchè la nuova idea che ce ne faremo non sarà meno sballata nella sostanza, ma più adeguata alle evidenze sperimentali.
Ciò perchè le idee non stanno in un mondo a parte, ma stanno dentro la scatola cranica, e si evolvono con essa.
Einstein quindi ci invita a fare un ''salto ideale'', che è una questione soggettiva, prima che scientifica, e non ci vogliono le equazioni differenziali, che io conosco solo quel tanto da capire quando vengono chiamate in causa a sproposito.
Quindi la mia conclusione soggettiva, che mi pare coincida con quella di Einstein, è che se esiste una velocità costante, essendo la velocità spazio diviso tempo, allora spazio e tempo sono intrinsecamente legati, cioè sono un unica entità, dalla quale si emanano spazio e tempo, per dirla alla Plotino.
In questo senso dico che la conoscenza è un processo di ritorno all'uno.
L'errore è credere che in questo modo ci siamo avvicinati di più alla verità.
E' come quando si cambia casa con una che corrisponda meglio alle nuove nostre necessità, lasciando vecchie emanazioni non più funzionali alle nostre nuove esigenze, per trovarne di nuove con cui arredare la casa nuova.
Ma che sia nuova o vecchia è sempre di casa NOSTRA che si tratta.
Noi non creiamo la realtà, ma interagiamo con la realtà attraverso strumenti ideali che, quelli si, creiamo, e che chiamiamo spazio, tempo, località, energia, massa, ma che possiamo cambiare strada facendo secondo come procede il cammino.
Materia e idee potrebbero essere a loro volta emanazioni di un unicum ancora da scoprire e mi pare che il nostro percorso ci stia portando in quella direzione. Il primo passo è capire che parteggiare per l'una o per le altre non ha senso. Sarebbe come parteggiare per lo spazio o per il tempo.
Ma guarda che ti sto dando ragione.
Lo spazio e il tempo sono dati, ma prima della loro datità vi è l'energia.
Poichè la materia e dunque l'ontologia o la cosa appaiono DOPO.
Sono tutte seghe mentali chi dice che la materia è frutto della lingua o della idea.
Sono tutte cose reali, laddove con realtà si chiama ciò che è indotto, ossia che esista una energia a monte. In questo senso l'uno andrebbe pensato, come forma di ricerca infinita verso questo uno, ricerca che però sa una cosa: che questo uno non esiste. Non è materia.
L'energia NON è materia.


Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Pensarbene il 04 Dicembre 2023, 05:35:34 AMVi posso dare una pulce nell'orecchio? Eccola:

Il Quark esiste come tale nello spazio e nel tempo in quelle che definiamo le tre dimensioni euclidee e il tempo MA, NEL CONTEMPO, appare esserne libero  nell'entanglement.
Il Quark dimostra, praticamente e concretamente, di avere due "nature":
a)una contemporanea/istantanea /non locale connessa all' informazione
b)una "stabile"(si fa per dire),durevole e perdurante  come unità basilare della materia energia!
Il Quark potrebbe essere definito il QUANTO ESISTENZIALE!





"



Non so del quark, ma so dell'elettrone.
Si infatti la fisica dell'entanglement, del salto quantico, si basa proprio su questa doppia natura.
E' qualcosa, ma il fatto che sia qualcosa non impedisce che sia anche qualcos'altro.
La teoria di Einstein è alla base di quella danese, fino ad arrivare alla fisica filosofica di schroedinger...di cui non so nulla, passo la palla ad altri, per ora  ;)
con un po di ragionamento cominciamo a capire che anche ragionando sul pensiero di qualcosa e il pensiero in sè, gli antichi arrivarono alle stesse conclusioni.
Non è fantasia religiosa è la RAGIONE, il faro dell'umanità.
Poi purtroppo arrivano quelli bravi...NO SIAMO SOLO SCIMMIONI CHE SANNO FARE SOLO LA GUERRA....ma va và.



Vai avanti tu che mi vien da ridere

iano

#32
Citazione di: green demetr il 05 Dicembre 2023, 23:05:25 PML'energia NON è materia.



Si, ed è una fortuna, perchè sennò avrebbero già inventato la bomba atomica. ;D Magari non lo fosse.....
Purtroppo non è facile capire perchè parole di cui crediamo di conoscere il significato acquistano significati diversi usati in diversi campi.
Più che leggere tizio o caio, bisognerebbe leggere la storia della fisica per capire l'evoluzione di questi significati.
Ci sono però per fortuna anche termini il cui significato non è cambiato nel tempo ed è condiviso dai diversi campi di indagine.
Come ad esempio i concetti di località e non località, di cui ti consiglierei un Adelphi se solo mi ricordassi titolo ed autore.
E' interessante ad esempio notare come ora uno, ora l'altro, abbiano monopolizzato le strutture teoriche delle teorie fisiche fino a giungere a un intrigante ibrido che è il ''campo'', come cercherò di spiegare.

Intuitivamente una forza si esercita localmente quando c'è contatto, come quando una palla da biliardo colpisce un'altra.
Newton però cambia paradigma quando ci dice che la forza di gravità agisce a  distanza (non localmente, cioè senza contatto).
Inutilmente si è cercato un ''etere'' che funzionando da intermediario nella trasmissione della forza salvasse la località.
Inaspettatamente però poi la località torna in auge con il campo elettromagnetico e il campo gravitazionale.
Il campo dunque prende il posto di quell'introvabile etere.
C'è però una differenza fra l'etere e il campo.
Infatti mentre l'etere  sarebbe dovuto esistere , per quanto impalpabile e sottile (etereo, appunto), il campo ha l'esistenza di un fantasma, cioè nasce già con l'essenza di un fantasma, per cui nessuno è  andato alla ricerca della prova della sua esistenza, come si è fatto per l'etere, non trovandola.
Il campo è in sostanza una pura astrazione matematica che viene però trattato a tutti gli effetti come cosa esistente, pur sapendo che non esiste.
Col tempo quindi la fisica ci ha proposto una realtà sempre più astratta, dove la matematica da sua ancella si è fatta matrigna, o madre, asseconda dei punti di vista.

Per quanto riguarda invece l'energia, in breve, il suo significato come si è venuto evolvendo nel campo della fisica fà più che altro rima con trasformazione, e il significato è talmente diverso da quello originario (quello che noi tutti intendiamo) che meriterebbe un nome a parte, tutto suo.
Ma mi pare che la filologia non venga applicata in campo scientifico, purtroppo.
Questo sarebbe in effetti il compito del filosofo.
Però finché ci si limita a rinvangare il campo filosofico, senza uscirne fuori, avremo bravi storici della filosofia, ma filosofi ben pochi.
Ciò che oggi mi pare somigli più ad un filosofo dei giorni nostri è il buon divulgatore scientifico.
Ciò perchè per legge si è separato il campo scientifico da quello umanistico.


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#33
Io credo che la realtà non sia ne locale ne non locale, e che perciò si può trattare a convenienza come fosse l'una o l'altra, o un suo ibrido.
In tal senso, e solo in tal senso, trovo lo schema filosofico di Plotino di stridente attualità, e do merito a Pensarbene di avercelo fatto notare.
Forse non è l'uno ad emanare, ma siamo noi che ne traiamo ogni possibile cosa, trattenendo fra tutte queste arbitrarietà prese a prestito ciò che non mostra di risultare del tutto gratuito.
La distinzione fra emanare e trarre in effetti non è da poco, e mi pare che la seconda opzione spiani meglio tanti presunti misteri.
Non c'è nulla di più impenetrabile di ciò che abbiamo conosciuto, dimenticandocene, e il fatto stesso che ne parliamo è prova della confidenza che con esso abbiamo a suo tempo avuto.
Come faremmo a parlarne sennò?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

green demetr

Citazione di: iano il 06 Dicembre 2023, 12:25:08 PMSi, ed è una fortuna, perchè sennò avrebbero già inventato la bomba atomica. ;D Magari non lo fosse.....
Purtroppo non è facile capire perchè parole di cui crediamo di conoscere il significato acquistano significati diversi usati in diversi campi.
Più che leggere tizio o caio, bisognerebbe leggere la storia della fisica per capire l'evoluzione di questi significati.
Ci sono però per fortuna anche termini il cui significato non è cambiato nel tempo ed è condiviso dai diversi campi di indagine.
Come ad esempio i concetti di località e non località, di cui ti consiglierei un Adelphi se solo mi ricordassi titolo ed autore.
E' interessante ad esempio notare come ora uno, ora l'altro, abbiano monopolizzato le strutture teoriche delle teorie fisiche fino a giungere a un intrigante ibrido che è il ''campo'', come cercherò di spiegare.

Intuitivamente una forza si esercita localmente quando c'è contatto, come quando una palla da biliardo colpisce un'altra.
Newton però cambia paradigma quando ci dice che la forza di gravità agisce a  distanza (non localmente, cioè senza contatto).
Inutilmente si è cercato un ''etere'' che funzionando da intermediario nella trasmissione della forza salvasse la località.
Inaspettatamente però poi la località torna in auge con il campo elettromagnetico e il campo gravitazionale.
Il campo dunque prende il posto di quell'introvabile etere.
C'è però una differenza fra l'etere e il campo.
Infatti mentre l'etere  sarebbe dovuto esistere , per quanto impalpabile e sottile (etereo, appunto), il campo ha l'esistenza di un fantasma, cioè nasce già con l'essenza di un fantasma, per cui nessuno è  andato alla ricerca della prova della sua esistenza, come si è fatto per l'etere, non trovandola.
Il campo è in sostanza una pura astrazione matematica che viene però trattato a tutti gli effetti come cosa esistente, pur sapendo che non esiste.
Col tempo quindi la fisica ci ha proposto una realtà sempre più astratta, dove la matematica da sua ancella si è fatta matrigna, o madre, asseconda dei punti di vista.

Per quanto riguarda invece l'energia, in breve, il suo significato come si è venuto evolvendo nel campo della fisica fà più che altro rima con trasformazione, e il significato è talmente diverso da quello originario (quello che noi tutti intendiamo) che meriterebbe un nome a parte, tutto suo.
Ma mi pare che la filologia non venga applicata in campo scientifico, purtroppo.
Questo sarebbe in effetti il compito del filosofo.
Però finché ci si limita a rinvangare il campo filosofico, senza uscirne fuori, avremo bravi storici della filosofia, ma filosofi ben pochi.
Ciò che oggi mi pare somigli più ad un filosofo dei giorni nostri è il buon divulgatore scientifico.
Ciò perchè per legge si è separato il campo scientifico da quello umanistico.



A mio modo di vedere il bravo filosofo epistemologo deve aver letto tutti i libri di fisica del nostro tempo da Bohr a Einstein, da Pauli a Schroedinger.
Il compito della filosofia è invece di tipo morale.
Come si esce dalla malvagità umana? è questa la domanda.
A cui l'antichità sapeva con certezza rispondere.
Oggi piu che il campo siamo noi gli ectoplasmi, persi a parlare di sofismi.
Nessun grande fisico antepone la pratica alla teoria.
La fisica, l'epistemologia è anzitutto frutto della matematica.
La prassi è solo trovare una unità di misura, un di più dalle dubbia morale.

Mentre ascoltavo il mio maestro, nei video suggeritimi c'era proprio Schroedinger.
https://www.youtube.com/watch?v=PYXzxhfjjVA
Non è un caso, infatti Meta sa che seguo il mio maestro e sa che scrivo su questo forum.
Vedete come funzionano gli algoritmi?
Vedete quale sarà il futuro?
Nel video che pretende di spiegare la fisica in 10 minuti (quelli BRAVI, come li chiama il mio maestro), DICE l'esatto contrario di quanto dice il mio maestro.
E dice quello che tutti devono dire, e cioè che l'energia è materia.
Che come dice Plotino NON E' VERO.

Forse ti riferisci a Capra, il tipo che unisce buddismo e fisica.
C'è stato un periodo in cui i buddisti parlavano qui nel forum, se ne sono andati.
E' sempre la solita storia.
Fin che si stai nel proprio brodo bene, appena arrivano le domande...viaaaa
lol Platone era un grande maestro.
L'etere esiste Iano, purtroppo per colpa di Einstein parlarne era tabù.
Ma oggi è stato risdoganato.
Poi ti posto in privato un video recente su youtube dove ne parlava.
Poi mi taccio, insomma mi piacerebbe leggerlo questo schroedinger.

Comunque la materia è energia, ma l'energia non è solo materia.
Non credo c'entrino qualcosa i campi locali.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: iano il 06 Dicembre 2023, 13:00:41 PMIo credo che la realtà non sia ne locale ne non locale, e che perciò si può trattare a convenienza come fosse l'una o l'altra, o un suo ibrido.
In tal senso, e solo in tal senso, trovo lo schema filosofico di Plotino di stridente attualità, e do merito a Pensarbene di avercelo fatto notare.
Forse non è l'uno ad emanare, ma siamo noi che ne traiamo ogni possibile cosa, trattenendo fra tutte queste arbitrarietà prese a prestito ciò che non mostra di risultare del tutto gratuito.
La distinzione fra emanare e trarre in effetti non è da poco, e mi pare che la seconda opzione spiani meglio tanti presunti misteri.
Non c'è nulla di più impenetrabile di ciò che abbiamo conosciuto, dimenticandocene, e il fatto stesso che ne parliamo è prova della confidenza che con esso abbiamo a suo tempo avuto.
Come faremmo a parlarne sennò?
Provo a interpretare il tuo pensiero, non l'ho capito molto bene.
Per come la vedo io: L'uno esiste in quanto UNICA verità che sottende le nostre PRE-SUNZIONI, una di queste è che esista solo il campo classico meccanico, dove ci relazionamo etc...
Poichè esiste solo UNA MORALE però deve esistere UNA SOLE FONTE di quella.

Mi pare tu invece proponi l'esatto opposto, ossia che noi possiamo trarne mille significati proprio perchè noi traiamo da quell'unità, le nostre varie particolarità.
Cioè l'opposto si viene a manifestare quando facciamo l'errore fondamentale di ritenere le opinioni tutte vere, dove la scienza è solo un fede etc....

In parte però sono d'accordo, certo che noi traiamo diversità, proprio perchè noi siamo una parte del tutto. In qualche maniera è quello che sottende Hegel.

Ma forse non ho capito niente di quello che hai detto.
Aspetto risposta o precisazione.
Grazie, ciao Iano.




Vai avanti tu che mi vien da ridere

Ipazia

Citazione di: iano il 06 Dicembre 2023, 13:00:41 PMIo credo che la realtà non sia ne locale ne non locale, e che perciò si può trattare a convenienza come fosse l'una o l'altra, o un suo ibrido.
In tal senso, e solo in tal senso, trovo lo schema filosofico di Plotino di stridente attualità, e do merito a Pensarbene di avercelo fatto notare.
Forse non è l'uno ad emanare, ma siamo noi che ne traiamo ogni possibile cosa, trattenendo fra tutte queste arbitrarietà prese a prestito ciò che non mostra di risultare del tutto gratuito.
La distinzione fra emanare e trarre in effetti non è da poco, e mi pare che la seconda opzione spiani meglio tanti presunti misteri.
Non c'è nulla di più impenetrabile di ciò che abbiamo conosciuto, dimenticandocene, e il fatto stesso che ne parliamo è prova della confidenza che con esso abbiamo a suo tempo avuto.
Come faremmo a parlarne sennò?

L'abbiamo "conosciuto" fin dal logos di Eraclito, che per iperuranici e interrotti sentieri arriva all'Uno di Plotino, sfonda le religioni col "Deus sive Natura" di Spinoza e si posa, heghelianamente, nel "Natura sive Deus".

Da cui si riparte per dare senso alla propria acquisita e perigliosa maturità evolutiva.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#37
Citazione di: green demetr il 06 Dicembre 2023, 23:20:03 PMProvo a interpretare il tuo pensiero, non l'ho capito molto bene.
Per come la vedo io: L'uno esiste in quanto UNICA verità che sottende le nostre PRE-SUNZIONI, una di queste è che esista solo il campo classico meccanico, dove ci relazionamo etc...
Poichè esiste solo UNA MORALE però deve esistere UNA SOLE FONTE di quella.

Mi pare tu invece proponi l'esatto opposto, ossia che noi possiamo trarne mille significati proprio perchè noi traiamo da quell'unità, le nostre varie particolarità.
Cioè l'opposto si viene a manifestare quando facciamo l'errore fondamentale di ritenere le opinioni tutte vere, dove la scienza è solo un fede etc....

In parte però sono d'accordo, certo che noi traiamo diversità, proprio perchè noi siamo una parte del tutto. In qualche maniera è quello che sottende Hegel.

Ma forse non ho capito niente di quello che hai detto.
Aspetto risposta o precisazione.
Grazie, ciao Iano.





Secondo me quello che traiamo dalla realtà  è come un suo riassunto, e un riassunto si può fare in infiniti modi, ma non sarà mai la realtà.
Col riassunto hai una idea della realtà, quanto basta in base alle tue esigenze, che nel tempo mutano.
L'esigenza primaria è quella di agire e non serve caricarsi di conoscenza superflua, che appesantirebbe l'agire , a meno che non si deleghi il carico a una intelligenza artificiale.
Il riassunto è fatto in simboli, ma la realtà non è fatta di simboli, quindi non è certamente conoscibile come verità per questa via.
La realtà è così se ci pare, oppure è altrimenti se non ci pare.
Tuttavia noi abbiamo la netta sensazione di vivere direttamente nella realtà, ma questa è una capacità nostra, quella di vivere i sogni come fossero reali.
E' la capacità di credere.
Si può credere o non credere, ma  il motivo per cui possiamo fare questa scelta  è perchè siamo capaci di credere, cosa che diamo per scontata, ma scontata non è. E' una nostra fondamentale capacità.
la scienza può portare tutte le prove che vuole, ma l'ultima parola, se crederci o no, è del tutto soggettiva. Eè la nostra parola quello che conta davvero.
Noi siamo capaci, e abbiamo bisogno di credere di vivere direttamente dentro una realtà.
Però questa pseudorealtà è un vestito che col tempo ci verrà stretto, e non sarà facile cambiarlo se l'abbiamo scambiato per la nostra pelle.
Tuttavia finché questi cambi d'abito avevano tempi generazionali il problema si risolveva con l'alternarsi delle generazioni.
Il difficile rapporto che abbiamo oggi con la scienza non sarebbe una novità Se non per il fatto che essa ci chiede di cambiarci d'abito più volte nel corso della vita, e non è cosa facile ripudiare in continuazione la nostra pseudo realtà, avendola creduta realtà.
Si tratta di una sfida che pochi accettano con entusiasmo.
La storia della scienza descrive come nel tempo siano state affrontate e vinte queste sfide, che in parte sono ancora in corso, comprese quelle non proprio attuali.
Sarebbe interessante capire cosa hanno in comune tutte queste vittorie, perchè indirettamente esse ci dicono come siamo fatti, visto che il vero carattere dell'uomo si vede nelle difficoltà.
La scienza, senza l'umana capacità di credere, sarebbe nulla , e se l'intersoggettività non fà verità, però fà scienza.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Una realtà abduttiva è pur sempre migliore di nessuna o immaginaria.

Il realismo è l'antidoto al nichilismo (vero).
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pio

Io non vedo tutto questo gran cambiamento nell'umanità. O meglio, trattasi di cambiamento di forma, ma non di sostanza. Morte, sopraffazione, violenza, ingiustizia, guerre, malattie, alienazioni, sono ancora lì, anzi, sembrano riprendere gran vigore ultimamente. E così la polarizzazione e il radicalismo delle idee, fomentato dai social media. Se intendiamo cambiamento l'usare i droni al posto dei biplani, beh...penso ci sia ancora tanta, ma tanta strada da fare per l'umanità (per andare dove poi? Nel paradiso perduto mai esistito?)
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

iano

#40
Citazione di: Pio il 07 Dicembre 2023, 09:48:22 AMIo non vedo tutto questo gran cambiamento nell'umanità. O meglio, trattasi di cambiamento di forma, ma non di sostanza. Morte, sopraffazione, violenza, ingiustizia, guerre, malattie, alienazioni, sono ancora lì, anzi, sembrano riprendere gran vigore ultimamente. E così la polarizzazione e il radicalismo delle idee, fomentato dai social media. Se intendiamo cambiamento l'usare i droni al posto dei biplani, beh...penso ci sia ancora tanta, ma tanta strada da fare per l'umanità (per andare dove poi? Nel paradiso perduto mai esistito?)
Si, ma questa non è una novità.
per chi crede nell'evoluzione ci comportiamo così da quando eravamo microrganismi, e da quando lo eravamo difficile dire che non siamo cambiati.
Anzi la novità è che ora ci poniamo il problema che tu illustri, e non mi sembra poco tuttosommato.
Io resto comunque fiducioso. L'importante è restare sul pezzo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#41
Citazione di: Ipazia il 07 Dicembre 2023, 09:45:17 AMUna realtà abduttiva è pur sempre migliore di nessuna o immaginaria.

Il realismo è l'antidoto al nichilismo (vero).
Sono d'accordo, ma tendo a porre minor accento negativo sull'immaginario, perchè ignote sono le vie che segue l'immaginazione, e non credo  esistano immaginazioni pure e  limpide, non inquinate dalla realtà.
Per quanto ci si possa impegnare a non fare riferimento ai fatti non credo ci si possa riuscire del tutto, perchè comunque siamo anche ciò che  senza volere sperimentiamo.
Poter porre attenzione ai fatti è un lusso relativamente recente, credo.
Una volta si aveva appena il tempo di etichettare miracoli.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Pensarbene

Il bambino è il "padre" dell'uomo adulto.
Il bambino soddisfa sé stesso e facendolo prova piacere.
Cerca la soddisfazione e il piacere annesso è connesso, sempre.
Con l'andare del tempo, modifica in parte questa caratteristica e la rende meno coatta e coattiva , la diluisce e ne fa uno stile di vita compatibile con gli altri e l'ambiente.
L'uomo adulto fa lo stesso cambiando in parte i contenuti che gli piacciono.
A volte quando va bene  ,usa valori e comunque cerca di rispettare la legge.
Questo è l'uomo adulto: un umano e basta.
La filosofia dell'uno e/o del tutto specula su questa realtà ma non può negarla, reprimerla o superarla.
Il filosofo è un adulto che soddisfa il suo piacere di pensare qualunque sia il contenuto del suo pensiero.
L'artista anche, lo scienziato pure...
Se l'uomo non seguisse questa linea non esisterebbe nemmeno.
Quindi, onestamente, dovremmo riconoscere che RICERCA DELLA SODDISFAZIONE, SODDISFAZIONE E PIACERE  sono la triade umana per eccellenza.
Il filosofo dovrebbe tenerne conto e sviluppare una idea conseguente sul COME E I PERCHÉ  di questo.
L'artista dovrebbe creare conseguentemente per sé stesso e  se vuole per altri .
Lo scienziato pure.
Il piacere è al centro della vita di ogni uomo  come risultato, effetto e attraente della ricerca della soddisfazione , del come e del perché della soddisfazione stessa e della sua coazione.
Siccome la cosa sembra banale e scontata, io mi e vi  chiedo come mai i "massimi e medi sistemi" in primo piano e i piccoli sullo sfondo?
Se io voglio definire l'essere umano, lo posso fare in linea con questo discorso e vi posso comprendere anche gli animali e i vegetali.
In altre parole posso spiegare il come e il perché della natura con parole semplici, facili, verificabili e condivisibili da tutti.

 
 




green demetr

Citazione di: Pensarbene il 07 Dicembre 2023, 10:59:11 AMIl bambino è il "padre" dell'uomo adulto.
Il bambino soddisfa sé stesso e facendolo prova piacere.
Cerca la soddisfazione e il piacere annesso è connesso, sempre.
Con l'andare del tempo, modifica in parte questa caratteristica e la rende meno coatta e coattiva , la diluisce e ne fa uno stile di vita compatibile con gli altri e l'ambiente.
L'uomo adulto fa lo stesso cambiando in parte i contenuti che gli piacciono.
A volte quando va bene  ,usa valori e comunque cerca di rispettare la legge.
Questo è l'uomo adulto: un umano e basta.
La filosofia dell'uno e/o del tutto specula su questa realtà ma non può negarla, reprimerla o superarla.
Il filosofo è un adulto che soddisfa il suo piacere di pensare qualunque sia il contenuto del suo pensiero.
L'artista anche, lo scienziato pure...
Se l'uomo non seguisse questa linea non esisterebbe nemmeno.
Quindi, onestamente, dovremmo riconoscere che RICERCA DELLA SODDISFAZIONE, SODDISFAZIONE E PIACERE  sono la triade umana per eccellenza.
Il filosofo dovrebbe tenerne conto e sviluppare una idea conseguente sul COME E I PERCHÉ  di questo.
L'artista dovrebbe creare conseguentemente per sé stesso e  se vuole per altri .
Lo scienziato pure.
Il piacere è al centro della vita di ogni uomo  come risultato, effetto e attraente della ricerca della soddisfazione , del come e del perché della soddisfazione stessa e della sua coazione.
Siccome la cosa sembra banale e scontata, io mi e vi  chiedo come mai i "massimi e medi sistemi" in primo piano e i piccoli sullo sfondo?
Se io voglio definire l'essere umano, lo posso fare in linea con questo discorso e vi posso comprendere anche gli animali e i vegetali.
In altre parole posso spiegare il come e il perché della natura con parole semplici, facili, verificabili e condivisibili da tutti.

 
 




Ma è proprio su questa condivisibilità che ho molti dubbi.
Infatti l'industria culturale ci insegna che ogni opinione vale.
Ma la morale è una.
La leggo così la tua intuizione che il singolo viene sempre abbandonato ai discorsi medi e ampi.
L'abbandono è tipico del Prolet, ma l'eroe del pensiero, non abdica mai la sua irriducibile fede nella ragione.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Pensarbene

Mettiamola così, non importa quello che pensi ma.. .che pensi.
Vedi il bambino se ne frega del che cosa ma vuole un buon "come" senza tanti perché.
Una volta che hai capito questo hai capito tutto.
La scienza mente perché spaccia metafore per oggetti reali.
Parlavo ieri con chat IA sulle 4 forze naturali arrivando tutte e due all'idea che esse sono state desunte in secoli di ricerche, studi ed esperimenti.
In teoria, potrebbero essere un distillato teorico pratico formalizzato e matematizzato in parte autoconfermatosi nell'arco dei secoli.
Può sembrare strano che una chat IA ammetta certe cose ma lo fa con ragione come lo faccio io.
Per esempio,la forza "forte" vale solo su corta distanza, dopodiché  può essere vinta e annullata da qualsiasi campo elettromagnetico gravitazionale e così  via.
Quindi, in teoria,essa potrebbe essere facilitata, mantenuta e in parte creata ,da altre variabili.

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