Riflessioni sul concetto di femminicidio e sul rapporto tra i generi.

Aperto da Socrate78, 23 Novembre 2023, 18:15:40 PM

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niko

Citazione di: Phil il 28 Novembre 2023, 22:47:25 PMProbabilmente non ho ancora capito: per te è a priori giusta ed etica una democrazia solo se ha anche una proporzione fra uomini e donne al potere? Ossia: gli esiti delle votazioni, i programmi, il "volere del popolo", etc. vanno subordinati al fatto che alla fine deve, dovere etico e politico, esserci un equilibrio numerico fra uomini e donne al potere? Non conta dunque chi il popolo vuole a guidarlo, fra i candidati; anche se il "genere x" (scegli tu), non ha rappresentanti abbastanza voluti, apprezzati e votati, è importante, per la giustizia etica e politica della democrazia, che quei pochi che ha siano comunque (anche se non abbastanza votati) circa la metà del totale degli eletti. Praticamente si vota il programma e il candidato, ma alla fine, fondamentale per la giusta democrazia, conta anche il genere?
In generale, non credo che un "sessismo su base statistica" rispetti il concetto base di democrazia che, a dirla tutta, mi sembra una forma di governo essenzialmente incompatibile con la "sessificazione paritaria" della politica che proponi (sicuramente non sei il solo, ma ciò non cambia la mia perplessità, tanto concettuale quanto pragmatica; tuttavia ammetto che sono digiuno di politica, quindi è solo un'opinione da profano).



La questione e' che la societa' civile, fuori dal parlamento dovrebbe essere cosi' libera e psichicamente evoluta da farmi sinceramente, (e non ipocritamente, come e' oggi) RITENERE, in cuor mio, che se un bel giorno, per ipotesi, su un parlamento di 100 posti venissero eletti proprio 100 uomini e 0 donne, potrei imputare la cosa esclusivamente ai programmi presentati, alle personalita' politiche e a uno stranissimo gioco del destino/caso. Stessa identica cosa, dovrei poter dire e pensare se venissero elette 100 donne e 0 uomini.

Mediamente, che capitino circa 49 donne e 51 uomini in una societa' evoluta ideale, dovrebbe capitare spontaneamente, e con frequenza spontaneamente superiore a quella di altre combinazioni "estreme" piu' polarizzate e meno entropiche, senza che nessuno stia col fucile, o con la quota rosa, spianata per farlo, artificiosamente, capitare.

Finche' ci sono in gioco ALTRI motivi, rispetto a programmi e puro caso, c'e' un problema.

Grosso come una casa.

A meno naturalmente di non pensare che le donne si facciano in linea generale governare formalmente dagli uomini perche' a loro piace cosi' e preferiscono fare l'uncinetto e al limite, a livello di spartizione reale del potere, inciuciare dietro le quinte.

In questo caso, il problema grosso come una casa non c'e'.

Con tale premessa, l'unica conclusione possibile e' che giusto, e sacrosanto, e' lo stato di cose esistente, e folle, e "comunista" chi pensa o pretenderebbe di cambiarlo.

Che scopro con grande "gioia", per modo di dire, essere un pensiero che va per la maggiore pure qui.






Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Jacopus

Phil. Non è una mera questione di statistica  o di "posti riservati". La storia si iscrive nei nostri corpi e nelle nostre società ed è una struttura rigida. Per farle cambiare direzione occorre talvolta un aiuto artificiale, come quello che riservó nelle università americane un certo numero di posti agli afroamericani, indipendentemente dal merito (suscitando un vespaio non ancora finito). Non solo. Un bambino che ha respirato aria di potere in famiglia sarà predisposto al comando. Una bambina respira più difficilmente aria di potere, a causa di un gap culturale che tra l'altro ci fa utilizzare male le risorse di metà dell'umanità. Non è una questione politica o almeno non solo politica. È una questione più profonda, che incide sulla possibilità di procedere in una direzione, quella della reciprocità e del riconoscimento, quella della parità familiare che inevitabilmente si riflette nella parità sociale, almeno idealisticamente. Una bambina abituata ad essere trattata come suo fratello, diventerà un osso duro per tutti gli ayatollah di questo mondo e questo è un vantaggio anche per noi maschietti. Maschietti che però non ce la fanno a vedere le disparità, perché sono disparità sottili, sono commenti, abitudini, esclusioni arbitrarie, ruoli stereotipati. Cose da vita quotidiana che non riguardano tutti, per fortuna ma che incrociano trasversalmente la vita di tutte le donne. In ogni caso sono ottimista. Ancora qualche secolo e in Italia ci sarà un ottima parità uomo/donna. Sull'Iran non garantisco.

Per Niko: mi era venuta in mente la stessissima riflessione una ventina di post fa.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Phil

Come detto qualche post fa, credo sia una questione di categorie: una volta data la possibilità a tutti di partecipare attivamente alla vita politica, non vedo perché la "composizione di genere" del governo debba rispecchiare approssimativamente quella della popolazione (categoria del genere come categoria politica in senso elettivo). Non essendo automi né cloni, per me non è uno scandalo se quel "circa 50%" non si concretizza in ogni ruolo, in ogni ambito, in ogni mestiere, in ogni settore della socialità (anzi, mi sembrerebbe molto sospetto il contrario, ad essere onesto, come se ad un premio letterario con dieci categorie, venissero premiati ogni anno, per x anni, sempre cinque uomini e cinque donne, seppur in categorie differenti; può capitare, certo, ma non nego la troverei una bizzarra coincidenza, per nulla un'ovvietà). Una volta acclarato che, nel caso della politica, il motivo dell'asimmetria non è quello che viene impedito alle donne di candidarsi, né (suppongo) ci siano prove che sia consuetudine truccare le votazioni e lo spoglio a sfavore delle donne, allora voler forzare un 50%, come si trattasse di progettare doppi servizi igienici al ristorante, mi sembra, oltre che contro il buon senso, contro i concetti stessi di votazione politica, rappresentanza, volontà popolare, etc.
Se votassi, mi sentirei gabbato da elettore sapendo che a qualcuno sarebbe spettato un posto in parlamento, ma purtroppo "del suo sesso ce ne erano già abbastanza" (e non posso non sorridere mentre lo scrivo, per quanto mi pare tragicomico) e quindi il suo posto è stato preso da qualcun altro con meno preferenze, ma almeno del giusto "sesso carente". Davvero sarebbe, per me, ridurre il voto (e la democrazia) ad una farsa; come se si decidesse che almeno l'x% dei parlamentari deve essere di calvi, l'x% di trans, l'x% di immigrati, etc. altrimenti costoro sono discriminati dalla vita politica e quindi non è democrazia giusta ed etica. Stiamo forse giocando ad «Indovina chi»? Stiamo facendo casting di attori per un film sul politicamente corretto (aldilà dell'assonanza)?
Comunque, ripeto, probabilmente la mia posizione al riguardo è "viziata" dal disimpegno politico e dalla carenza di "ideali matematici" per un mondo migliore.

InVerno

Citazione di: Ipazia il 28 Novembre 2023, 21:51:23 PMNel villaggio globale non c'è differenza tra la violenza maschilista di un Turetta o di un indiano che uccide la moglie con una mazza da crickett nel belpaese. Tra loro sono sicuramente molto solidali. Per una donna  non cambia nulla se la vittima è italiana o indiana. La matrice femminicida è la medesima e così pure la solidarietà femminista.

Per i morti sul lavoro e in guerra rivolgetevi agli assassini, che non sono certo le donne, genericamente intese. Certi argomenti fanno schifo e denotano un long-patriarcato ideologico, duro da estarpare anche nell'occidente apparentemente emancipato. Mettiamoci pure l'infortunistica stradale a questo punto nella fiera dello scaricabarile.

Altrettanto disgustoso l'argomento statistico, negazionista sotto copertura. Assurdo criminalizzare tutti i maschi, ma indegno ridurre la querelle ad un fatto statistico. Anche una sola vittima dovrebbe fare orrore, di fronte a questo genere di motivazioni. E comunque anche la statistica parla chiaro in termini percentuali di violenza parafamiliare, sia coi numeri grandi che con quelli piccoli.


Un uomo indiano ed un italiano violenti con le donne sono "sicuramente molto solidali tra di loro"? Come la ndrangheta e la mafia italoamericana o come...? Ho visto quante femministe occidentali erano in corteo a supporto delle donne Iraniane che per mesi si ribellavano ad un vero patriarcato, han dovuto far intervenire l'esercito per riportarle in casa, la prossima manifestazione è prevista per l'asterisco, in solidarietà alle donne Iraniane che non lo possono usare.

L'argomento statistico è sempre disgustoso per la sinistra "tolkeniana", quella che pensa di aver trovato un libro-anello dove ci sono tutte le risposte all'economia, e un motto-anello (perchè di più non è) "patriarcato" con cui spiegare la sociologia. Nel frattempo le persone seriamente interessate ai rapporti di genere usano le statistiche, non per minimizzare la gravità individuale delle morti, ma per fare quello che si fa con le statistiche normalmente. Per esempio dimostrare che l'idea che uomini indiani e italiani siano solidali nella violenza è una boiata misandrica.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Non ho detto gli "uomini", ma i nostalgici e bisognosi della violenza patriarcale, di ogni etnia essi siano.

Quanto alla cultura mafiosa, anche essa si sta evolvendo per la parità sessuale su base statistica: sta venendo meno il tabù dell'ammazzamento di donne nelle loro guerre. Era ora: almeno alziamo un po' le statistiche delle morte ammazzate e non lasciamo il privilegio, spendibile nelle statistiche machiste, solo ai maschi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

Citazione di: InVerno il 29 Novembre 2023, 08:24:20 AM....Ho visto quante femministe occidentali erano in corteo a supporto delle donne Iraniane che per mesi si ribellavano ad un vero patriarcato, han dovuto far intervenire l'esercito per riportarle in casa, la prossima manifestazione è prevista per l'asterisco, in solidarietà alle donne Iraniane che non lo possono usare.

Altro tormentone del maschilista occidentale: si fanno sconti al vero patriarcato ! Non è vero: nei centri antiviolenza si assistono, a rischio di chi li gestisce, oltre il 30% di vittime straniere tra cui molte islamiche.

Il femminicidio di Saman Abbas ha avuto riscontri anche di piazza confrontabili con quelli di Giulia.

Personalmente ritengo abbastanza inutili le manifestazioni di solidarietà (laddove non puoi incidere minimamente) e utili solo quelle di lotta contro il regime qui ed ora (armi all'Ucraina, a Israele, Nato, UE, OMS, tutele alle vittime, formazione e controdisinformazione in Italia,...) laddove si può cambiare qualcosa.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Mi sottrarrò definitivamente alla vis polemica con uno pò di spirito di servizio, un riassunto per chi non masticasse spesso questi argomenti riguardo a cosa io abbia capito il patriarcato è, pur non essendo in possesso dei Protocolli dei savi di Priapo. Il patriarcato è: un sistema sociale transculturale e transnazionale dove gli uomini dalla "psicologia debole" collaborano telepaticamente a mantenere i propri interessi di genere attraverso la storia e il globo. Gli uomini sono gli unici ad aver espresso questa coscienza di classe, le donne non perseguono interessi di genere, se appare che lo stiano facendo è perchè ancora non si sono liberate dal long-patriarcato. Difficilmente nei paesi "sviluppati" viene rilevato dalla statistiche, dall'econometria, dall' antropologia e altre dottrine umanistiche che in quanto elaborate all'interno di un sistema patriarcale non possono rilevare la loro propria essenza. Non è necessaria essere misogini per essere patriarcali, solo le donne possono capire gli interessi dell'eterno femminino e solo una loro adeguata rappresentanza in ogni categoria dello scibile permetterà l'equipollenza tra i generi a livello globale. Se appare che qualche meccanismo di questo sistema sociale svantaggi i suoi carnefici è solamente una foglia di fico con cui il padrone si è voluto coprire l'uccello.

Capito questo, uno si chiederà: ci sono alternative?
Parecchie, per esempio considerare la donna all'interno non di un rapporto biunivoco con il padre\marito, ma come parte (incredibile, lo so) di un nucleo familiare, che determina molto più chiaramente le "aspettative" di una donna nel mondo tradizionale, oggi nel mondo occidentale quasi tutti i sistemi familiari europei sono unificati ma tradizionalmente questi sistemi familiari possono determinare se ad esempio una donna potrà ereditare, il suo rapporto coi figli, con la famiglia originaria, con la famiglia di "destinazione", se potrà contare dell'aiuto di parenti di secondo grando per la maternità etc etc etc. Come dice Jacopus le strutture familiari entrano "nelle ossa" della storia e della società, infatti usando questo parametro si può vedere come le "regioni rosse" italiane siano sovrapposte alle regioni tradizionalmente comunitarie, e come la struttura familiare sia collegata con le attitudini ideologiche di persone distanti generazioni. Si può anche ricondurre la violenza contro le donne nelle regioni islamiche ad aspetti specifici di queste strutture familiari, la legalità o meno dei matrimoni tra cugini per esempio è un "insospettabile" casus belli tra generi.

C'è anche il patriarcato, che non vorrei aver sbagliato qualcosa ma dovrebbe essere graficamente così rappresentato.
Con l'augurio di aver offerto riflessioni, mi congedo dal topic.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

niko

Citazione di: InVerno il 29 Novembre 2023, 10:55:19 AMMi sottrarrò definitivamente alla vis polemica con uno pò di spirito di servizio, un riassunto per chi non masticasse spesso questi argomenti riguardo a cosa io abbia capito il patriarcato è, pur non essendo in possesso dei Protocolli dei savi di Priapo. Il patriarcato è: un sistema sociale transculturale e transnazionale dove gli uomini dalla "psicologia debole" collaborano telepaticamente a mantenere i propri interessi di genere attraverso la storia e il globo. Gli uomini sono gli unici ad aver espresso questa coscienza di classe, le donne non perseguono interessi di genere, se appare che lo stiano facendo è perchè ancora non si sono liberate dal long-patriarcato. Difficilmente nei paesi "sviluppati" viene rilevato dalla statistiche, dall'econometria, dall' antropologia e altre dottrine umanistiche che in quanto elaborate all'interno di un sistema patriarcale non possono rilevare la loro propria essenza. Non è necessaria essere misogini per essere patriarcali, solo le donne possono capire gli interessi dell'eterno femminino e solo una loro adeguata rappresentanza in ogni categoria dello scibile permetterà l'equipollenza tra i generi a livello globale. Se appare che qualche meccanismo di questo sistema sociale svantaggi i suoi carnefici è solamente una foglia di fico con cui il padrone si è voluto coprire l'uccello.

Capito questo, uno si chiederà: ci sono alternative?
Parecchie, per esempio considerare la donna all'interno non di un rapporto biunivoco con il padre\marito, ma come parte (incredibile, lo so) di un nucleo familiare, che determina molto più chiaramente le "aspettative" di una donna nel mondo tradizionale, oggi nel mondo occidentale quasi tutti i sistemi familiari europei sono unificati ma tradizionalmente questi sistemi familiari possono determinare se ad esempio una donna potrà ereditare, il suo rapporto coi figli, con la famiglia originaria, con la famiglia di "destinazione", se potrà contare dell'aiuto di parenti di secondo grando per la maternità etc etc etc. Come dice Jacopus le strutture familiari entrano "nelle ossa" della storia e della società, infatti usando questo parametro si può vedere come le "regioni rosse" italiane siano sovrapposte alle regioni tradizionalmente comunitarie, e come la struttura familiare sia collegata con le attitudini ideologiche di persone distanti generazioni. Si può anche ricondurre la violenza contro le donne nelle regioni islamiche ad aspetti specifici di queste strutture familiari, la legalità o meno dei matrimoni tra cugini per esempio è un "insospettabile" casus belli tra generi.

C'è anche il patriarcato, che non vorrei aver sbagliato qualcosa ma dovrebbe essere graficamente così rappresentato.
Con l'augurio di aver offerto riflessioni, mi congedo dal topic.


L'uomo non ha bisogno della telepatia, perche' ha la cultura e ha la parola, e queste due simpatiche "cose", anche tra genti lontanissime, possono essere diffuse ed essere tradotte, anche senza telepatia.


Il problema non e' che le donne non abbiano e non sostengano interessi di genere: li hanno e li sostengono, ma al momento essi a livello di un puro rapporto di forza non prevalgono: prevalgono quelli degli uomini. E ovviamente, l'interesse che prevale, diviene egemone, diviene "natura", e quindi, nella mente dei posapiano, diviene invisibile.

Solo gli oppressi, perseguono strani ed ingiusti, e bizzarri, interessi. Gli oppressori, sono candidi, e vogliono solo che noitutti si viva, e soprattutto si continui a vivere, secondo "natura", cioe' secondo lo stato di cose esistenti.

Si potrebbe pensare che anche i capitalisti non abbiano dei veri "interessi", che li abbiano solo i lavoratori in lotta rompiscatole, e magari comunisti.

Questo perche' l'interesse del potente e' sempre "invisibile" e fa parte dello "sfondo", sociale, che tutti accettano come una giungla (metropolitana) eterna in cui vivere, raccigliere bacche e cacciare, come una seconda natura: solo l'interesse del debole, purtroppo si fa visibile, quasi sempre per essere ridicolizzato e criticato.

"Ma come, questi scemi di anarchici vogliono una giungla in cui gazzelle e leoni vadano d'accordo? Che illusi..."

"Ma come, questi deficienti di comunisti vogliono addirittura una giungla in cui la gazzella insegua, e si mangi il leone? Che illusi al quadrato..."

La normalita', cioe' la giungla, sui tempi lunghi l'hanno fatta, o meglio, l'hanno stabilita, i leoni. A loro va bene, che rimanga cosi'. E che la specificita' e, la settorialita', e la dicibilita' a parole di certi interessi proprio non emerga.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

daniele22

Non ho letto i dati statistici menzionati da Phil, ma ho sentito i commenti. Mi sembra che il femminicidio sia dunque una categoria fantomatica. E va ben. Dato però che l'omicidio, guerre a parte, non sarebbe un fenomeno così preponderante nella nostra società, resta da vedere se la violenza di genere possa rappresentarsi come meno fantomatica. E in questo caso i dati statistici varrebbero quel che possono valere ... nel senso che potrebbe esservi un sommerso che non emerge.
Detto questo anch'io vedo una crisi della famiglia come del resto ho già marcato in passato, e mi guardo bene dal fornire prescrizioni al riguardo. Una cosa mi sembra però di poter intuire: che i bambini siano coloro che più soffrono di questa crisi e che a fronte di tale sofferenza possano manifestare col crescere degli atteggiamenti socialmente poco sostenibili ... ovverosia altamente individualisti, implicitamente noncuranti del prossimo, ivi compreso un uso indiscriminato della legge del più forte

InVerno

Citazione di: niko il 29 Novembre 2023, 12:08:32 PM"Ma come, questi scemi di anarchici vogliono una giungla in cui gazzelle e leoni vadano d'accordo? Che illusi..."

"Ma come, questi deficienti di comunisti vogliono addirittura una giungla in cui la gazzella insegua, e si mangi il leone? Che illusi al quadrato..."
Non voglio fare quello che si congeda e poi rimane, tuttavia mi preme farti notare che hai sbagliato metafora, quello che vorrebbe le gazzelle mangiare i leoni è realmente un fesso, non è chi lo accusa di esserlo il problema. Peraltro argomentazioni giusnaturalistiche sono ancora assenti, come puoi vedere dall'assenza di neurologia e chimica in generale. Dovevi darmi del conservatore con qualche "risero di lui e poi andò sulla luna", perchè lo so che molti miei argomenti assomigliano a quelli dei conservatori, il problema è che loro sono fascisti, io no.

Annedoto personale: ho assistito per due anni una mia ex compagna affrontare la bulimia, mentre tutti additavano le riviste per uomini (lette cioè da uomini) riguardo a questo problema, ciò che realmente lo rafforzava in lei era il gineceo per antonomasia: la palestra di ginnastica artistica. Ci sono voluti due uomini per rompere la bolla tossica di "patriarcato" in quel harem di dolci donzelle, ma io ho imparato che generalmente le prime labbra che danno della troia ad una donna sono quelle di un altra donna.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

niko

Citazione di: InVerno il 29 Novembre 2023, 17:28:11 PMNon voglio fare quello che si congeda e poi rimane, tuttavia mi preme farti notare che hai sbagliato metafora, quello che vorrebbe le gazzelle mangiare i leoni è realmente un fesso, non è chi lo accusa di esserlo il problema. Peraltro argomentazioni giusnaturalistiche sono ancora assenti, come puoi vedere dall'assenza di neurologia e chimica in generale. Dovevi darmi del conservatore con qualche "risero di lui e poi andò sulla luna", perchè lo so che molti miei argomenti assomigliano a quelli dei conservatori, il problema è che loro sono fascisti, io no.

Annedoto personale: ho assistito per due anni una mia ex compagna affrontare la bulimia, mentre tutti additavano le riviste per uomini (lette cioè da uomini) riguardo a questo problema, ciò che realmente lo rafforzava in lei era il gineceo per antonomasia: la palestra di ginnastica artistica. Ci sono voluti due uomini per rompere la bolla tossica di "patriarcato" in quel harem di dolci donzelle, ma io ho imparato che generalmente le prime labbra che danno della troia ad una donna sono quelle di un altra donna.

:D  La gazzella che mangia il leone era una metafora della donna oppressa che "mangia" l'uomo patriarcale o dell'operaio sfruttato che mangia lo sfruttatore capitalista e borghese: una metafora del debole che mangia il forte in generale!

La rivoluzione non e' solo un'utopia "paritaria" e parificante... e' anche quando il debole diventa forte, e mangia il forte!

Dire che anche le donne possono opprimere o insultare altre donne...e grazie al cavolo... l'ennesimo sofisma vago e conservatore, per non affrontare la realta' e il reale problema!



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Ipazia

Citazione di: daniele22 il 29 Novembre 2023, 14:17:20 PM
Non ho letto i dati statistici menzionati da Phil, ma ho sentito i commenti. Mi sembra che il femminicidio sia dunque una categoria fantomatica.
Accettabile che uno non abbia letto un documento in lingua inglese (le tabelle e i grafici erano comunque comprensibilissimi). Meno che uno abbia capito dalla discussione il contrario di quello che il documento contiene.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

daniele22

Citazione di: Ipazia il 29 Novembre 2023, 18:32:26 PMAccettabile che uno non abbia letto un documento in lingua inglese (le tabelle e i grafici erano comunque comprensibilissimi). Meno che uno abbia capito dalla discussione il contrario di quello che il documento contiene.

Perdona Ipazia, a volte dovrei tacere ... comunque il pensiero che ho postato ha una sua validità a prescindere dal fatto che i femminicidi siano o categoria fasulla o verace. Mi pareva infatti che qualcuno non la pensasse così. La violenza contro la donna esiste per quel che ne so io, anche senza il bisogno di ammazzarla

Jacopus

Piccoli grandi indizi per sottolineare quanto recenti siano certi cambiamenti, presupponendo che si radicano nella società quando vengono legificati. Solo nel 1996 il reato di violenza sessuale diventa un reato contro la persona, prima era un reato contro la morale e il buon costume. Si violava non tanto l'intimità della persona ma l'ordine sociale. Per non parlare delle pene. Originariamente, oltre alla scriminante del matrimonio riparatore (norma giuridica) e del delitto d'onore, una violenza sessuale contro un/a minorenne veniva punita con la reclusione da 3 a 10 anni. Oggi la pena è (giustamente) triplicata, da 9 a 18 anni. Ma negli anni 70 in concreto le pene potevano essere anche simboliche, come quella affibbiata ad Angelo Izzo (vedi Wikipedia), condannato a 2 anni con la condizionale per aver violentato due minorenni. È come se oggi si fosse creata una dissonanza cognitiva in parte della società. Una legge che corre più veloce di alcuni strati sociali, che cercano in modi disfunzionali di ricreare quel mondo che sta svanendo. Per fare un po' di reductio ad hitlerum, è in piccolo, la stessa dinamica del nazionalsocialismo.
P.s. In ogni caso è divertente questo dibattito. Mancano però le posizioni più teocratiche, che fornirebbero ulteriore carburante al topic.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Phil

Citazione di: daniele22 il 29 Novembre 2023, 14:17:20 PMNon ho letto i dati statistici menzionati da Phil, ma ho sentito i commenti. Mi sembra che il femminicidio sia dunque una categoria fantomatica
Se può servirti la mia opinione in merito, per me, non è fantomatico il femminicidio come categoria; anzi, di per sé funziona egregiamente, come accennavo:
Citazione di: Phil il 28 Novembre 2023, 19:35:17 PMIl femminicidio è una categorizzazione di un tipo di omicidio che funziona benissimo nella sua autoreferenza: definiamo che cos'è un femminicidio, contiamo quanti ne avvengono e lo giudichiamo fenomeno deprecabile. Se tuttavia proviamo poi ad utilizzare tale categoria fuori dal discorso autoreferenziale, spendendola in contesti sociologici come la parità fra i sessi, i diritti delle donne, etc. tale categoria mostra tutta la sua inadeguatezza, svelando di fatto la scarsezza della sua pertinenza.
Semmai è dunque fantomatico il suo rapporto con il "patriarcato", che a sua volta diventa fantomatico, se ognuno lo connota a modo suo (e il modo in cui si usa e/o strumentalizza il linguaggio, non è mai innocuo o innocente).
Il pensare che la violenza di genere, semplicemente in quanto tale, sia inevitabilmente imputabile al "patriarcato" (comunque esso venga inteso) è ipotesi infatti falsificata dalla biologia, dalla psicologia e anche dalle statistiche sulla violenza più ad ampio spettro. Notoriamente (o quasi) il maschio umano tende ad essere più violento per natura biologica, non per storia culturale (che si basa, inevitabilmente, anzitutto sulla natura umana). Se così non fosse, non ci sarebbero alcuni accertati denominatori comuni fra le varie culture di tutte le epoche, tipo che le faccende violente (caccia, guerra, altri lavori con il sangue, etc.) erano sono svolte solitamente dai maschi (e citare la popolazione sperduta che aveva amazzoni armate mentre gli uomini intrecciavano vimini è solo la classica eccezione che conferma la regola, se guardiamo i famosi dati). Sostenere il contrario, ossia che sia il patriarcato a rendere il maschio violento, significa rovesciare la causa con l'effetto (un po' come sostenere che le donne hanno il ciclo perché sono stati inventati gli assorbenti, e non viceversa, quasi non ci fosse una natura pulsante come fondamento inevitabile, per quanto manipolabile). Chiaramente l'uomo nei secoli ha imbrigliato tale natura "sanguinaria", sebbene, come dimostra proprio il permanere di comportamenti violenti, omicidi, etc. c'è ancora quella parte naturale che a volte emerge prepotentemente in alcuni soggetti (il che inibisce qualunque velleità giusnaturalista, sempre fermo restando che la descrizione antropologica non va confusa con un giudizio etico). Dal punto di vista psicologico (o psichiatrico), è altrettanto chiaro che un violento, anche se in precedenza non conclamato, che ha problemi ad elaborare civilmente un rifiuto, reagirà in modo spiacevolmente violento, non perché "così si usa nel patriarcato" o perché il patriarcato lo ha "allevato" come violento (ci sono forse corsi serali per stupratori e assassini? E cosa dicono le leggi del patriarcato riguardo stupri e omicidi?), ma perché quella è la sua "natura" individuale; non uccide in quanto "figlio sano del patriarcato", ma in quanto persona che reagisce violentemente a rifiuti emotivi e che resterebbe tale anche se la portassimo in un contesto matriarcale, a Paperopoli o sulla Luna (spero non ci sia bisogno di ricordare che nel dire questo non lo sto né assolvendo né tantomeno giustificando, ma solo cercando di descrivere la non-pertinenza dall'"alibi patriarcale"). I soggetti femminicidi sanno benissimo che, cultura patriarcale o meno, verranno inevitabilmente braccati, processati e puniti; peccato per loro, e soprattutto per le vittime, che in quei momenti di violenza non ci pensino troppo (il che dimostra ulteriormente quanto conti il patriarcato in certe situazioni di pura "animalità").
Fare un sottoinsieme di tutti gli omicidi e chiamarlo «femminicidio» è più che legittimo; la differenza di "senso" la fanno le categorie (e i dati contestualizzati) con i quali si prova poi ad interpretare tale fenomeno. Così come in altri contesti può anche aver senso analizzare il fenomeno del patriarcato... una volta concordato chiaramente su cosa si intende con tale termine.

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