Riflessioni sul concetto di femminicidio e sul rapporto tra i generi.

Aperto da Socrate78, 23 Novembre 2023, 18:15:40 PM

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Ipazia

Del resto anche il documento Onu conferma che ovunque il posto dove si uccidono più donne è tra le pareti domestiche e affini. Femminicidio che è la punta dell'iceberg della violenza di genere e che si coniuga con la questione del potere e delle caselle occupate. Significativo anche il femminicidio delle leader politiche e sindacali.

Che il problema riguardi soprattutto gli "arabi" mi pare una foglia di fico che copre sempre meno man mano che gli "arabi" migrano abbondantemente anche da "noi" e la voglia di farti "fare la fine di quella là" germina anche nella mente bollita di giovani virgulti di razza ariana.

El camino continua ad essere "largo" ovvero lungo, e non può che intrecciarsi con la lotta contro tutte le oppressioni dell'unica società umana che ha una storia di dominio: la società patriarcale che accomuna semanticamente padre e padrone.

Le stesse spinte che hanno fatto regredire i diritti dei lavoratori occidentali ci mettono meno che niente a fare la stessa cosa con l'emancipazione femminile, coniugando dipendenza economica e dipendenza sessuale in un regime di riaffermata minorità soccombente.

Il tutto redatto e diretto dal Mercato, deus ex machina di corpi, genitali ed uteri.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Citazione di: niko il 27 Novembre 2023, 22:28:59 PM* Ho scritto che ci sono piu' uomini che donne nelle posizioni di potere:

Mi si risponde che questo fatto, statisticamente incontestabile, e' frutto di un bias patriarcale presente, ma guarda un po', in me stesso, che mi porta a sopravvalutare eticamente e politicamente le posizioni "ufficialmente" di potere: il politico, il militare, il manager, il finanziere eccetera, rispetto a "tutte le altre", posizioni. La casalinga, l'infermiera, la Mamma (soprattutto quella dell'italiota madonnaro e mammone!) eccetera. E tutte le altre posizione di piu' o meno sfumato "potere", riproduttivo e sfornapargoli, immaginatoriamente declianate al femminile.
Non proprio.. ho sottilineato che le attività non hanno valore intrenseco perchè non volevo esser accusato di misurare il cervello delle donne con gli scacchi, la patina di "glamour" e di "attività per intelligenti" che è stata data agli scacchi è un prodotto del patriarcato, sono prontissimo ad accettare l'idea che sia un attività per deficienti, stessa cosa vale per la filosofia e la manutenzione delle fogne (altri ambiti dove il patriarcato va forte). Perchè alla fine della fiera, in assenza di dati sociologici migliori, il patriarcato si descrive da chi vuole farlo come "inequo accesso alle attività", teoria sarebbe che ci sono sbilanciamenti nella composizioni di genere delle attivitè umane perchè gli attuali partecipanti (uomini) metterebbero l'augello sulla porta e non farebbero entrare le donne, in una condizione di "tabula rasa" tra uomo e donna, dimostra una disparità di trattamento. Ma c'è una tabula rasa tra uomo e donna? E' questo che dice la psicologia comportamentale ed evolutiva? Le posizioni di potere che sono richieste avere valore "rappresentativo" come il parlamento, sono discutibili di quote rosa in via transizionale, le altre mi pongono altri problemi. Ma anche le posizioni di potere rappresentativo fanno decisioni per favorire il loro genere? Come e quando. Giorgia Meloni si interessa anche di me maschietto, o farà aumma aumma con altre donne per migliorare le condizioni del divorzio per le donne italiane a discapito di quegli sfigatoni degli uomini che quest'anno non hanno eletto il loro rappresentante di patrarcato? Per tutta ironia del patriarcato, se potesse toglierebbe il diritto all'aborto. Se il mio datore di lavoro è donna, che cosa devo aspettarmi? Perchè le insegnanti dei nostri figli sono tutte donne, è un educazione paritaria? Quando demoliamo il matriarcato di infermieristica etc etc. Ho tantissime domande, sfruttando il framework che mi viene gentilmente proposto.

Citazione di: niko il 27 Novembre 2023, 22:28:59 PM* ho scritto che la maggior tendenza degli uomini ad usare armi da guerra da guerra e da caccia denota una maggior tendenza a certe forme esplicite di violenza, che puo' dare un vantaggio relativo nel plasmare il mondo. Nella misura in cui "violenza" non e' solo negazione bellicista od omicidiaria, ma anche sopraffazione e oggettificazione, dell'altro. Le armi non servono solo a uccidere ma anche a costringere, minacciando di uccidere. Chi detiene le armi, ha oggettivo vantaggio anche nel costruire e istituire, e non solo nel distruggere.
Volevo solo farti notare che la "propensione alla violenza" ha tante sfacettature, alcune "positive" e alcune "negative", sostenere che il patriarcato è violenza è tautologico, ma se anzichè sforzarti di usare connotati negativi vai alla radice di "questa violenza" scoprirari che la violenza può essere anche autoinflitta. Nove su dieci suicidi continuano ad essere di uomini, è il cosidetto "maschicidio", prevalente nel maschio ha come oggetto prevalente il maschio, l'Onu deve aver pure pubblicato qualcosa a riguardo. Curiosamente il Turetta è stato descritto come un aspirante suicida, la cosa è stata subito derubricata come un "ricatto" e io non so valutare quale delle due sia vero, so però che i dati sociologici tenderebbero a confermare le sue aspirazioni proprio in quanto uomo (ragazzo, vah). Se invece di uccidere Giulia avesse ucciso sé stesso, quanti telegiornali avrebbero parlato di emergenza suicidi tra gli uomini? ZERO, eppure sempre un morto ci sarebbe stato, di una morte che colpisce quasi unicamente gli uomini. Perchè possiamo andare nella storia a vedere tutto quello che vogliamo, questa discussione (e quella nazionale) è stata scaturita da questo evento in questo contesto, e ciò che veramente spaventa è questo, se la cultura del sospetto è tale da vedere un patriarca anche in uno che dormiva con l'orsacchiotto, la caccia alle streghe è destinata a essere e lunga e sanguinosa. Ma non mi dispero, andrà come in america, faranno il partito dei misogini, sarà pure la volta buona che Adinolfi prende qualche voto, e uomini e donne competeranno per arrivare primi all'albero della cuccagna.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Phil

Citazione di: InVerno il 28 Novembre 2023, 07:49:33 AMNove su dieci suicidi continuano ad essere di uomini, è il cosidetto "maschicidio", prevalente nel maschio ha come oggetto prevalente il maschio, l'Onu deve aver pure pubblicato qualcosa a riguardo
Prendo spunto da questo per dire che, secondo me, ogni tematica quantitativa va comunque contestualizzata in un quadro più ampio, non per sminuirla, ma affinché paroloni come «emergenza», «mattanza», etc. abbiano davvero senso (nota per i maliziosi: qui sto parlando in generale, non affrettatevi ad inalberarvi perché «per Phil il femminicidio non è un'emergenza... che gran figlio di patriarca!»; no, non sto dicendo questo, sto parlando di metodo).
Quando ho scritto che i dati dello studio citato potevano essere letti «in molte direzioni» mi riferivo esattamente a questa contestualizzazione. Se ci sono in pancia preconcetti ed ideali (ossia quasi sempre), è normale che l'attenzione selettiva degli occhi si esalti e magari non si legge che «la maggior parte degli omicidi nel mondo sono commessi contro uomini e ragazzi (80% nel 2022)» (p.3 del documento, p.5 del file), né che negli ultimi 10 anni in Europa c'è stata una riduzione del fenomeno femminicidio (fra familiari o partner) del 21%, mentre nelle Americhe è in aumento (ibidem), né altri dati che potrebbero far riflettere su aspetti sociali e dinamiche fra i generi (la morte fuori casa a cosa è dovuta e quanto pesa statisticamente? quanto le donne stanno in casa in alcune parti del mondo? Qual è la percentuale che fa scattare la soglia d'allarme?). Nell'articolo, che non ho saputo trovare in italiano, si parla anche dell'Italia.
Il benaltrismo è una cosa, la contestualizzazione statistica è un'altra, l'uso fazioso dei dati è un'altra ancora.

Ipazia

Citazione di: InVerno il 28 Novembre 2023, 07:49:33 AMLe posizioni di potere che sono richieste avere valore "rappresentativo" come il parlamento, sono discutibili di quote rosa in via transizionale, le altre mi pongono altri problemi.

A me pongono problemi anche le quote rosa: sanno tanto di riserva indiana, lasciando immutati tutti gli altri fattori.

CitazioneMa anche le posizioni di potere rappresentativo fanno decisioni per favorire il loro genere?
Come e quando. Giorgia Meloni si interessa anche di me maschietto, o farà aumma aumma con altre donne per migliorare le condizioni del divorzio per le donne italiane a discapito di quegli sfigatoni degli uomini che quest'anno non hanno eletto il loro rappresentante di patrarcato? Per tutta ironia del patriarcato, se potesse toglierebbe il diritto all'aborto.

Non particolarmente, in ambiti in cui a prevalere è la "donna con le palle" che spesso e volentieri si dimostra più maschilista del maschio: Thatcher, Albright, Clinton, Fornero,... E pure la baciapantofole USA e UE rispetterà la legge del Capitale prima di qualsiasi mossa politica. Legge a cui una riserva sottopagata di schiave fa assai comodo. Eliminerebbero anche l'IVG se non fosse un ottimo strumento per ridurre gli intralci alla macchina produttiva aziendale. E la destra bigotta si adegua.


CitazioneSe il mio datore di lavoro è donna, che cosa devo aspettarmi?

Una padrona. Buona o cattiva come ce ne sono anche nell'altra metà del cielo. Il Capitale non fa distinzioni, conta solo la fidelizzazione alla causa aziendale.

CitazionePerchè le insegnanti dei nostri figli sono tutte donne, è un educazione paritaria? Quando demoliamo il matriarcato di infermieristica etc etc.

Perchè si guadagna poco e ci si rompe assai. I primari sono per lo più maschi. 

CitazioneHo tantissime domande, sfruttando il framework che mi viene gentilmente proposto.
Volevo solo farti notare che la "propensione alla violenza" ha tante sfacettature, alcune "positive" e alcune "negative", sostenere che il patriarcato è violenza è tautologico, ma se anzichè sforzarti di usare connotati negativi vai alla radice di "questa violenza" scoprirari che la violenza può essere anche autoinflitta. Nove su dieci suicidi continuano ad essere di uomini, è il cosidetto "maschicidio", prevalente nel maschio ha come oggetto prevalente il maschio, l'Onu deve aver pure pubblicato qualcosa a riguardo.

Che il sesso "forte" sia psicologicamente debole è scoprire l'acqua calda. Laddove si è perso pure "il riposo del guerriero" la situazione è diventata effettivamente tragica. Il potere logora chi non ce l'ha più. Restando nel campo sentimentale. A noi le sfighe evidentemente ci hanno fortificato. E poi abbiamo un rapporto biologico con la vita che sanifica anche lo spirito.

CitazioneCuriosamente il Turetta è stato descritto come un aspirante suicida, la cosa è stata subito derubricata come un "ricatto" e io non so valutare quale delle due sia vero, so però che i dati sociologici tenderebbero a confermare le sue aspirazioni proprio in quanto uomo (ragazzo, vah). Se invece di uccidere Giulia avesse ucciso sé stesso, quanti telegiornali avrebbero parlato di emergenza suicidi tra gli uomini? ZERO, eppure sempre un morto ci sarebbe stato, di una morte che colpisce quasi unicamente gli uomini.

Non ha avuto il coraggio di uccidersi nemmeno dopo avere ucciso. Che fosse un bluf ricattotorio è da ciò assodato. Il suicidio è una scelta, non un'emergenza paragonabile all'omicidio.

CitazionePerchè possiamo andare nella storia a vedere tutto quello che vogliamo, questa discussione (e quella nazionale) è stata scaturita da questo evento in questo contesto, e ciò che veramente spaventa è questo, se la cultura del sospetto è tale da vedere un patriarca anche in uno che dormiva con l'orsacchiotto, la caccia alle streghe è destinata a essere e lunga e sanguinosa. Ma non mi dispero, andrà come in america, faranno il partito dei misogini, sarà pure la volta buona che Adinolfi prende qualche voto, e uomini e donne competeranno per arrivare primi all'albero della cuccagna.

Perchè, invece di questo piagnisteo, non si cerca di capire le radici del problema e risolverle senza chiassate inutili. Il maschio mammista con l'orsacchiotto deve imparare fin da piccolo che esiste anche il "no" e imparare a pulirsi il letame dell'anima da solo fin dalla più tenera età. Vale per maschi e femmine, ma sui maschi la vedo più difficile. Sarà il long-patriarcato, dove non è più conclamato, ma continua a fare danni.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Citazione di: Ipazia il 28 Novembre 2023, 11:58:58 AMNon particolarmente, in ambiti in cui a prevalere è la "donna con le palle" che spesso e volentieri si dimostra più maschilista del maschio: Thatcher, Albright, Clinton, Fornero,... E pure la baciapantofole USA e UE rispetterà la legge del Capitale prima di qualsiasi mossa politica. Legge a cui una riserva sottopagata di schiave fa assai comodo. Eliminerebbero anche l'IVG se non fosse un ottimo strumento per ridurre gli intralci alla macchina produttiva aziendale. E la destra bigotta si adegua.
Davvero pensi sia una feauture del capitale? Tomiri di Scizia bevve il sangue dal teschio di Ciro il grande (non figurativamente) ben prima che la macchina del carbone si mise in moto, le donne che sono "casualmente" finite nell'occhio del ciclone della storia anzichè liberare le altre consorelle, si sono date alle "passioni dei maschi", con o senza capitale.
Citazione di: Ipazia il 28 Novembre 2023, 11:58:58 AMPerchè si guadagna poco e ci si rompe assai. I primari sono per lo più maschi. 
E' il fatto che sono malpagati e rischiosi a renderli appannaggio delle donne? Strano, il 90% delle morti sul lavoro è affibbiato ai maschi, seimila ogni anno in Italia, che suggerirebbe che i lavori rischiosi nella società sono ancora "lusso maschile".La capacità di "rischio" è altamente connessa con la "propensione alla violenza", ma non vorrei portare troppi elementi utili alla discussione, sopratutto nominare ormoni porta al giusnaturalismo quindi sto ben largo, quindi pongo questi dati ad interrogativo delle chiavi di lettura proposte.
Citazione di: Ipazia il 28 Novembre 2023, 11:58:58 AMPerchè, invece di questo piagnisteo, non si cerca di capire le radici del problema e risolverle senza chiassate inutili.
Esatto, anzichè bollarlo come "psicologia debole" (o "cazzo piccolo" si direbbe tra patriarchi) bisorrebbe capire "il Turetta pensiero", perchè statisticamente sembra che i "Turetta" si stiano moltiplicando a vista d'occhio, la vendita di cuscini orsacchiotto è molto gettonata e questo aumenterà i problemi per le donne.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Peggio per i Turetta e per i loro supporter. A' la guerre comme à la guerre: ci siamo abituate da tempi immemori.

(L'argomento sui morti sul lavoro è penoso, offende l'intelligenza, e va ascritto agli assassini, non alle femministe)
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
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niko

Citazione di: InVerno il 28 Novembre 2023, 07:49:33 AMNon proprio.. ho sottilineato che le attività non hanno valore intrenseco perchè non volevo esser accusato di misurare il cervello delle donne con gli scacchi, la patina di "glamour" e di "attività per intelligenti" che è stata data agli scacchi è un prodotto del patriarcato, sono prontissimo ad accettare l'idea che sia un attività per deficienti, stessa cosa vale per la filosofia e la manutenzione delle fogne (altri ambiti dove il patriarcato va forte). Perchè alla fine della fiera, in assenza di dati sociologici migliori, il patriarcato si descrive da chi vuole farlo come "inequo accesso alle attività", teoria sarebbe che ci sono sbilanciamenti nella composizioni di genere delle attivitè umane perchè gli attuali partecipanti (uomini) metterebbero l'augello sulla porta e non farebbero entrare le donne, in una condizione di "tabula rasa" tra uomo e donna, dimostra una disparità di trattamento. Ma c'è una tabula rasa tra uomo e donna? E' questo che dice la psicologia comportamentale ed evolutiva? Le posizioni di potere che sono richieste avere valore "rappresentativo" come il parlamento, sono discutibili di quote rosa in via transizionale, le altre mi pongono altri problemi. Ma anche le posizioni di potere rappresentativo fanno decisioni per favorire il loro genere? Come e quando. Giorgia Meloni si interessa anche di me maschietto, o farà aumma aumma con altre donne per migliorare le condizioni del divorzio per le donne italiane a discapito di quegli sfigatoni degli uomini che quest'anno non hanno eletto il loro rappresentante di patrarcato? Per tutta ironia del patriarcato, se potesse toglierebbe il diritto all'aborto. Se il mio datore di lavoro è donna, che cosa devo aspettarmi? Perchè le insegnanti dei nostri figli sono tutte donne, è un educazione paritaria? Quando demoliamo il matriarcato di infermieristica etc etc. Ho tantissime domande, sfruttando il framework che mi viene gentilmente proposto.
Volevo solo farti notare che la "propensione alla violenza" ha tante sfacettature, alcune "positive" e alcune "negative", sostenere che il patriarcato è violenza è tautologico, ma se anzichè sforzarti di usare connotati negativi vai alla radice di "questa violenza" scoprirari che la violenza può essere anche autoinflitta. Nove su dieci suicidi continuano ad essere di uomini, è il cosidetto "maschicidio", prevalente nel maschio ha come oggetto prevalente il maschio, l'Onu deve aver pure pubblicato qualcosa a riguardo. Curiosamente il Turetta è stato descritto come un aspirante suicida, la cosa è stata subito derubricata come un "ricatto" e io non so valutare quale delle due sia vero, so però che i dati sociologici tenderebbero a confermare le sue aspirazioni proprio in quanto uomo (ragazzo, vah). Se invece di uccidere Giulia avesse ucciso sé stesso, quanti telegiornali avrebbero parlato di emergenza suicidi tra gli uomini? ZERO, eppure sempre un morto ci sarebbe stato, di una morte che colpisce quasi unicamente gli uomini. Perchè possiamo andare nella storia a vedere tutto quello che vogliamo, questa discussione (e quella nazionale) è stata scaturita da questo evento in questo contesto, e ciò che veramente spaventa è questo, se la cultura del sospetto è tale da vedere un patriarca anche in uno che dormiva con l'orsacchiotto, la caccia alle streghe è destinata a essere e lunga e sanguinosa. Ma non mi dispero, andrà come in america, faranno il partito dei misogini, sarà pure la volta buona che Adinolfi prende qualche voto, e uomini e donne competeranno per arrivare primi all'albero della cuccagna.



Tu non hai domande, fai provocazioni, comunque SI, chi governa fa leggi mediamente in favore del proprio genete, e comunque NO, e' IRRILEVANTE, che le faccia, perche' escludere una intera categoria di individui dal potere e' da considerarsi un'ingiustizia DI PER SE'; inquanto giustizia e' democrazia diretta, nessuno puo' governare nell'interesse di qualcun altro (sistematicamente escluso dal potere) in modo "giusto" o "equo", o "etico" neanche se avesse per assurdo l'intenzione esplicita di farlo (e poi tranquillo, poi di fatto tale intenzione non ce l'ha mai).

Perfino la imperfetta democrazia indiretta moderna, si basa teoricamente sulla conoscenza dei candidati e dei programmi che un elettore qualsiasi dovrebbe avere nel cervello prima di votare, qundi si basa su un presupposto a monte di "democrazia diretta", nel senso di partecipazione razionale e programmatico/predittiva tanto del cittadino votante quanto di quello eletto alla cosa pubblica, presupposto che ne determina almeno in linea teorica l'eticita' e la giustizia, e che viene completamente a mancare quando intere categorie di persone, come i neri o le donne, sono escluse, di diritto o di sostanza, dall'elettorato attivo o passivo. 

Che poi gli inclusi, tipo i maschi o i bianchi, si arroghino la nobilitazione ideologica di governare PER TUTTI, nel senso, nell'interesse di tutti, e quindi anche PER gli esclusi, e' una aggravante e non un attenuante, PRIMO perche' di fatto non lo fanno mai, e il governo di alcuni e' sempre nell'interesse degli stessi alcuni e mai di tutti, SECONDO perche' quando vi e' esclusione sistematica di intere categorie di cittadini dalla cosa pubblica vi e' tradimento della democrazia nei suoi principi, che sono principi di autonomia e di riconoscimento dell'esistenza di una dignita' anche irripetibile e personale del potenziale contributo di ognuno alla gestione del potere, per cui non e' in assoluto possibile che qualcuno possa a tempo indefinito governare per qualcun altro senza una  garanzia di alternanza, reciprocita' e solidarieta'.

Tradimento aggravato, da qualsiasi ideologia che sostenga che alcuni "superiori" hanno diritto a governare su degli "inferiori" nell'interesse e per il bene degli inferiori stessi, o in versione "soft" dello stesso pregiudizio, che (che ne abbiano diritto o no) fintanto che nei fatti essi dimostrano di farlo, cioe' fintanto che dimostrano in quanto elite di governare "bene" e di non farsi solo gli affaracci loro, allora l'ingiustizia alla base, che una certa esclusione di intere categorie di persone ha generato e' tollerabile. Non e' mai, tollerabile. L'antidemocrazia razzista o sessita, per esempio, non e' mai tollerabile.

Democrazia e aristocrazia/oligarchia, non vanno molto d'accordo. 

Ricordatelo, invece di stare a pontificare (da tre post) su quanti esempi di tipo storico giuridico o meramente giornalistico abbiamo e non abbiamo che dei maschi statisticamente piu' frequentemente al potere abbiano fatto delle leggi e delle norme specificamente e riconoscibilmente in favore di altri maschi, o non ne abbiano fatte. SI, le hanno fatte e gli esempi sono a decine. E NO, pure se non le avessero fatte, pure se ne avessero fatte zero, l'abberrazione della democrazia resta, di base e a monte laddove esiste una riconoscibile e ricorrente elite, quindi il tuo argomento e' capzioso.

Poi sul fatto che i maschi si suicidano di piu', ti ricordo che il mio argomento era che la maggior propensione violenza da' ai maschi un vantaggio nel poter plasmare il mondo.

Poi che in contropartita si suicidino non c'entra niente.

Io non volevo stabilire se la propensione alla violenza sia egosintonica/eudaimonistica o no per chi la attua e la ha.

Non volevo in questa sede  stabilire se il potente sia o no felice.

Vevo dire che e' un ingiusto vantaggio.

Se devo avere pieta' per chi ha l'orsacchiotto ed e' propenso a suicidarsi, preferisco averne per le zanzare e le zucchine.

E non c'e' nessuna caccia alle streghe in atto contro gli uomini con l'orsacchiotto.

Semmai ce ne e' una contro gli uomini che uccidono in contesti amorosi o di violenza domestica. Perche' non se ne puo' piu'.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

InVerno

Citazione di: Ipazia il 28 Novembre 2023, 14:23:06 PMPeggio per i Turetta e per i loro supporter. A' la guerre comme à la guerre: ci siamo abituate da tempi immemori.
(L'argomento sui morti sul lavoro è penoso, offende l'intelligenza, e va ascritto agli assassini, non alle femministe)
Pensa che "a la guerre", quella vera non quella che combatti da tempo immemore, ancora nel 2023 le morti sul "lavoro" sono al 99% maschili, un argomento penoso immagino, per chi ha il lusso della pace. In Europa negli ultimi tremila anni chi moriva di vecchiaia di guerre ne aveva visto un paio. E perdere la guerra non era una cosa che si risolveva solo tra maschietti, come i sovietici dimostrarono alle signore berlinesi, le donne avevano tutto l'interesse di vincerle le guerre, sicuro ci fossi stata tu le cose sarebbero andate diversamente.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Phil

A volte, quando si usa una categoria inadatta ad un discorso, tale inadeguatezza categoriale, alla lunga, viene svelata dalla realtà dei fatti, al netto di ogni forzatura interpretativa e può capitare (non a tutti, certo) di ritrovarsi a chiedere a se stessi «davvero sto usando la categorizzazione giusta?».
Il femminicidio è una categorizzazione di un tipo di omicidio che funziona benissimo nella sua autoreferenza: definiamo che cos'è un femminicidio, contiamo quanti ne avvengono e lo giudichiamo fenomeno deprecabile. Se tuttavia proviamo poi ad utilizzare tale categoria fuori dal discorso autoreferenziale, spendendola in contesti sociologici come la parità fra i sessi, i diritti delle donne, etc. tale categoria mostra tutta la sua inadeguatezza, svelando di fatto la scarsezza della sua pertinenza. Proviamo a collegare il femminicidio al "patriarcato" (dando per buono che ognuno lo intende un po' a modo suo, quindi il discorso è già traballante dall'inizio); se tale collegamento causale fosse vero, ci sarebbe quasi da rallegrarsi: in Italia i suddetti "figli sani del patriarcato" si stanno lentamente estinguendo (v. dati) e hanno le leggi dello Stato a sfavore già da tempo; inoltre il patriarcato non è mai stato politicamente così debole (mi risulta che da noi le donne non solo possano votare ed essere elette, ma votino e vengano elette) e mai così poco "praticato" (scommetto che nemmeno nei peggiori bar di periferia lo stupro e l'omicidio di una donna siano oggi, comunemente, "vanto patriarcale" o "normale amministrazione"). Inoltre, sempre per vagliare tale rapporto causale, basterebbe indagare se solitamente un femminicida o uno stupratore ha fatto ciò che ha fatto perché "il patriarcato glielo suggerisce/consente" o per altri motivi. Temo che i prossimi che faranno notizia dal lato sbagliato, nemmeno sanno cosa sia il patriarcato, e non perché l'hanno ormai interiorizzato e introiettato o ne sono inconsapevoli pedine, ma perché, in quei momenti, magari sbaglio, non si fa politica o egemonia culturale, ma si fa violenza, cieca e irrazionale. E quando invece tale violenza è pianificata? Direi che un omicidio premeditato non è questione di "patriarcato", essendo l'omicidio appunto ritenuto reato anche nel "patriarcato vigente" e (se non sbaglio) senza sconti di pena se si è uccisa una donna piuttosto che un "pari".
Il patriarcato, se è forma culturale egemonica, non è fatto di lampi e di furore, né va contro le sue stesse leggi, è fatto (eventualmente) di status quo. Dunque affrontare le problematiche di una cultura egemone che penalizza una certa categoria di persone, non comporta far convogliare pedissequamente nel discorso qualunque problematica coinvolga tale categoria di persone, cercando una correlazione "rafforzativa" ad ogni costo, perché così si rischia invece di ottenere l'effetto contrario: indebolire la legittimità delle argomentazioni che analizzano un problema, perché non essendo queste pertinenti anche per l'altro problema tangente, risultano alla fine inadeguate al "superproblema posticcio", formato unendo "per assonanza" i due.
Provo ad esemplificare ciò che intendo usando bullismo e multiculturalismo. Entrambi esistono nelle scuole, ma spiegare il primo facendo leva sul secondo non porta a molto, perché il bullismo esisteva anche prima che andasse di moda parlarne, nelle scuole e per le scuole e, soprattutto, anche quando le classi erano al 100% di autoctoni. Versione ping-pong: il bullismo è figlio del multiculturalismo? No. Il bullismo è una forma di esterofobia? No, non intrinsecamente. C'è chi è bullo nei confronti di chi è di un altro paese? Sì. Lo bullizza per quel motivo? Sì. Allora, il bullismo è figlio del multiculturalismo? Di nuovo, no. Il multiculturalismo può dar adito a bullismo? Sì.
Se sostituiamo «bullismo» con «violenza» e «multiculturalismo» con «patriarcato» (per quanto definito ad libitum), «l'esser straniero» con «l'esser donna», possiamo capire parimenti come il problema della violenza delle donne non vada troppo causalmente a braccetto con l'esser-donna in una società "patriarcale" (qualunque cosa ciò significhi esattamente, se ci riferiamo all'Italia), proprio come il bullismo non va causalmente troppo a braccetto con il multiculturalismo, pur avendo evidenti ed innegabili aree di intersezione (se non ci fossero più soggetti violenti, di certo non ci sarebbero nemmeno violenze contro le donne, ma è osservazione che non mi risulta particolarmente "illuminante").
Ovviamente si è liberi di auspicare una società che segua la regola aurea del "circa 50%" fra uomo e donna in tutto, credendo che altrimenti la disparità sia sempre e automaticamente indice di sopraffazione e fallocrazia (o il suo contrario), anche quando le donne stesse, libere di scegliere, palesemente non intendono nemmeno ambire al 30% di certi ambiti (oppure qualche volta vorrebbero e non ci riescono, come la volpe con l'uva? Sarebbe prova che forse in quei contesti non conta la categorizzazione sessuale, ma altro e si sta leggendo la faccenda con gli occhiali sbagliati). Tuttavia questa è, appunto, un'altra storia seppur, piaccia o meno, anch'essa deve alla fine fare i conti con il mondo reale. Amen e scusate la prolissità della predica.

Jacopus

Il femminicidio è legato alla disparità di potere fra i generi a sua volta determinata da una tradizione millenaria, che solo negli ultimi 50 anni (dal 68)è stata messa in discussione in una parte del mondo, chiamato Primo mondo o Occidente. Quindi direi che non c'è nulla di cui rallegrarsi e non c'è nessuna progenie paternalistica a rischio di estinzione. Basta frequentare i quartieri popolari di una città per accorgersene ma anche un forum di filosofia va bene. Una vera uguaglianza di opportunità è ancora lontana e paradossalmente l'aumento delle morti per femminicidio indicano che vi è un movimento verso una parificazione ed è proprio quel movimento a poter essere una molla possibile di violenza. Gli argomenti finora ascoltati sono o tradizionalisti o incongruenti. Mi è piaciuta molto la riflessione di Alex Zanotelli, prete anarchico di quella specie di cui andiamo ghiotti noi cattocomunisti. Violenza di genere e guerre nascono dalle stessa radice della disparità e dello sfruttamento.
Quello che è interessante notare è come persone sensibili alla democrazia o perfino alla redistribuzione della ricchezza, si blocchino di fronte a questo tema fondamentale per il radicamento della democrazia, perché vissuto in quello che Husserl chiamava Lebenswelt, molto più in grado di guidare le nostre azioni piuttosto che un codice penale.



https://unipd-centrodirittiumani.it/it/schede/I-concetti-di-femmicidio-e-femminicidio/368
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Citazione di: niko il 28 Novembre 2023, 17:18:51 PMSI, chi governa fa leggi mediamente in favore del proprio genere
Ah si? E dove posso documentarmi a riguardo? Il tuo uso del maiuscolo è accattivante, ma vorrei imparare partendo dai fatti.

Citazione di: niko il 28 Novembre 2023, 17:18:51 PMT. SI, le hanno fatte e gli esempi sono a decine. E NO, pure se non le avessero fatte, pure se ne avessero fatte zero, l'abberrazione della democrazia resta, di base e a monte laddove esiste una riconoscibile e ricorrente elite, quindi il tuo argomento e' capzioso.
Questo è molto comodo, quindi anche se non lo avessero mai fatto sarebbero colpevoli lo stesso, bene. E non credo che non l'abbiano mai fatto, credo che ti risulterà facile trovare esempi, è il movente per cui sostieni agiscano sistemicamente che mi lascia perplesso. La rappresentanza politica è secondo me insidicabile, non è affar mio chi si sente rappresentato da chi, ed è un rapporto di subordinazione indiretto (ci si subordina alle leggi, non ai parlamentari). L'idea che la rappresentazione avvenga
per "immedesimazione" è assurda, le persone votano Berlusconi e Cicciolina e Soumhahoro. In islanda c'è un governo unicamente composto di donne, e metà dei voti che le hanno elette gli sono stati dati da uomini, i più coglioni tra gli uomini, secondo la teoria del patriarcato. La subordinazione vera e propria avviene in campo "non rappresentativo", privato, ed in quel campo si è provato avvalorare la tesi che il patriarcato produca una disparità reddituale..e anche lì niente cospirazione di genere.

Tu che cosa saresti poi? Sei un uomo, ma per qualche motivo sembri diverso da gli altri, non sembri voler difendere i tuoi interessi di genere, se ti eleggessimo penseresti anche alle donne, che hai fatto? hai trasceso la mascolinità? Sei giunto infine al Nirvana?
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

niko

Citazione di: Phil il 28 Novembre 2023, 19:35:17 PMA volte, quando si usa una categoria inadatta ad un discorso, tale inadeguatezza categoriale, alla lunga, viene svelata dalla realtà dei fatti, al netto di ogni forzatura interpretativa e può capitare (non a tutti, certo) di ritrovarsi a chiedere a se stessi «davvero sto usando la categorizzazione giusta?».
Il femminicidio è una categorizzazione di un tipo di omicidio che funziona benissimo nella sua autoreferenza: definiamo che cos'è un femminicidio, contiamo quanti ne avvengono e lo giudichiamo fenomeno deprecabile. Se tuttavia proviamo poi ad utilizzare tale categoria fuori dal discorso autoreferenziale, spendendola in contesti sociologici come la parità fra i sessi, i diritti delle donne, etc. tale categoria mostra tutta la sua inadeguatezza, svelando di fatto la scarsezza della sua pertinenza. Proviamo a collegare il femminicidio al "patriarcato" (dando per buono che ognuno lo intende un po' a modo suo, quindi il discorso è già traballante dall'inizio); se tale collegamento causale fosse vero, ci sarebbe quasi da rallegrarsi: in Italia i suddetti "figli sani del patriarcato" si stanno lentamente estinguendo (v. dati) e hanno le leggi dello Stato a sfavore già da tempo; inoltre il patriarcato non è mai stato politicamente così debole (mi risulta che da noi le donne non solo possano votare ed essere elette, ma votino e vengano elette) e mai così poco "praticato" (scommetto che nemmeno nei peggiori bar di periferia lo stupro e l'omicidio di una donna siano oggi, comunemente, "vanto patriarcale" o "normale amministrazione"). Inoltre, sempre per vagliare tale rapporto causale, basterebbe indagare se solitamente un femminicida o uno stupratore ha fatto ciò che ha fatto perché "il patriarcato glielo suggerisce/consente" o per altri motivi. Temo che i prossimi che faranno notizia dal lato sbagliato, nemmeno sanno cosa sia il patriarcato, e non perché l'hanno ormai interiorizzato e introiettato o ne sono inconsapevoli pedine, ma perché, in quei momenti, magari sbaglio, non si fa politica o egemonia culturale, ma si fa violenza, cieca e irrazionale. E quando invece tale violenza è pianificata? Direi che un omicidio premeditato non è questione di "patriarcato", essendo l'omicidio appunto ritenuto reato anche nel "patriarcato vigente" e (se non sbaglio) senza sconti di pena se si è uccisa una donna piuttosto che un "pari".
Il patriarcato, se è forma culturale egemonica, non è fatto di lampi e di furore, né va contro le sue stesse leggi, è fatto (eventualmente) di status quo. Dunque affrontare le problematiche di una cultura egemone che penalizza una certa categoria di persone, non comporta far convogliare pedissequamente nel discorso qualunque problematica coinvolga tale categoria di persone, cercando una correlazione "rafforzativa" ad ogni costo, perché così si rischia invece di ottenere l'effetto contrario: indebolire la legittimità delle argomentazioni che analizzano un problema, perché non essendo queste pertinenti anche per l'altro problema tangente, risultano alla fine inadeguate al "superproblema posticcio", formato unendo "per assonanza" i due.
Provo ad esemplificare ciò che intendo usando bullismo e multiculturalismo. Entrambi esistono nelle scuole, ma spiegare il primo facendo leva sul secondo non porta a molto, perché il bullismo esisteva anche prima che andasse di moda parlarne, nelle scuole e per le scuole e, soprattutto, anche quando le classi erano al 100% di autoctoni. Versione ping-pong: il bullismo è figlio del multiculturalismo? No. Il bullismo è una forma di esterofobia? No, non intrinsecamente. C'è chi è bullo nei confronti di chi è di un altro paese? Sì. Lo bullizza per quel motivo? Sì. Allora, il bullismo è figlio del multiculturalismo? Di nuovo, no. Il multiculturalismo può dar adito a bullismo? Sì.
Se sostituiamo «bullismo» con «violenza» e «multiculturalismo» con «patriarcato» (per quanto definito ad libitum), «l'esser straniero» con «l'esser donna», possiamo capire parimenti come il problema della violenza delle donne non vada troppo causalmente a braccetto con l'esser-donna in una società "patriarcale" (qualunque cosa ciò significhi esattamente, se ci riferiamo all'Italia), proprio come il bullismo non va causalmente troppo a braccetto con il multiculturalismo, pur avendo evidenti ed innegabili aree di intersezione (se non ci fossero più soggetti violenti, di certo non ci sarebbero nemmeno violenze contro le donne, ma è osservazione che non mi risulta particolarmente "illuminante").
Ovviamente si è liberi di auspicare una società che segua la regola aurea del "circa 50%" fra uomo e donna in tutto, credendo che altrimenti la disparità sia sempre e automaticamente indice di sopraffazione e fallocrazia (o il suo contrario), anche quando le donne stesse, libere di scegliere, palesemente non intendono nemmeno ambire al 30% di certi ambiti (oppure qualche volta vorrebbero e non ci riescono, come la volpe con l'uva? Sarebbe prova che forse in quei contesti non conta la categorizzazione sessuale, ma altro e si sta leggendo la faccenda con gli occhiali sbagliati). Tuttavia questa è, appunto, un'altra storia seppur, piaccia o meno, anch'essa deve alla fine fare i conti con il mondo reale. Amen e scusate la prolissità della predica.


Non importa, che le donne in Italia possono eleggere ed essere elette e lo sono, vi e' di una sproporsione di uomini al potere rispetto a donne al potere.

Con tutta una serie di conseguenze, fondamentalmente di due tipi:

* ETICHE: perche' sta cosa non e' giusta di per se', ed e' un problema per la democrazia come valore.

* POLITICHE: perche' dei maschi al potete fanno anche concretamente delle leggi a favore dei maschi al potere, anche a prescindere dal problema "etico" o "astratto" che il fatto in se' potrebbe rappresentare.

_____________

Io non scrivo per ottenere ragione, pero' a volte mi stupisco che non si faccia uno sforzo per capire letteralmente quello che voglio dire.

Nel mio intervento precedente avevo fatto un BREVE disclaimer, tipo istruzioni per l'uso per il consumatore/lettore.

Avevo scritto che le donne possono essere escluse dal potere, e in particolare dal sistema democratico parlamentare, perche' di quello stavo parlando, in due modi: DI SOSTANZA o DI DIRITTO.

Con DI SOSTANZA, intendevo di FATTO.

Adesso, visto che il problema non e' che non ottengo ragione, ma che le mie parole vengono fraintese, faccio il disclaimer esteso:

Con DI SOSTANZA, intendevo situazioni come l'italia di oggi, in cui le donne votano e possono essere elette ma c'e' una sproporzione di maschi al potere rispetto alle donne. Da cui anche le quote rosa, le doppie preferenze elettorali valude se miste eccetera eccetera, sulle quali non mi sono pronunciato.

Con DI DIRITTO intendevo situazioni come l'Italia dell'anteguerra in cui proprio non esisteva il voto alle donne.

Se si continua a scrivere che no, il patriarcato e' una categoria fraintesa o esagerata perche' in italia le donne votano, ci tengo a precisare che questa non e' una risposta al mio pensiero (pensiero in cui, obbiettivamente, il fatto che le donne votino io lo avevo gia' incluso nel mio disclaimer), ma alla parodia o al fraintendimento del mio pensiero.

No, non sono impazzito e non penso che viviamo nell'Italia dell'anteguerra, e non lo pensavo neanche mentre scrivevo il mio post di prima, se questa e' la cosa da precisare.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

niko

Citazione di: InVerno il 28 Novembre 2023, 20:37:33 PMAh si? E dove posso documentarmi a riguardo? Il tuo uso del maiuscolo è accattivante, ma vorrei imparare partendo dai fatti.
Questo è molto comodo, quindi anche se non lo avessero mai fatto sarebbero colpevoli lo stesso, bene. E non credo che non l'abbiano mai fatto, credo che ti risulterà facile trovare esempi, è il movente per cui sostieni agiscano sistemicamente che mi lascia perplesso. La rappresentanza politica è secondo me insidicabile, non è affar mio chi si sente rappresentato da chi, ed è un rapporto di subordinazione indiretto (ci si subordina alle leggi, non ai parlamentari). L'idea che la rappresentazione avvenga
per "immedesimazione" è assurda, le persone votano Berlusconi e Cicciolina e Soumhahoro. In islanda c'è un governo unicamente composto di donne, e metà dei voti che le hanno elette gli sono stati dati da uomini, i più coglioni tra gli uomini, secondo la teoria del patriarcato. La subordinazione vera e propria avviene in campo "non rappresentativo", privato, ed in quel campo si è provato avvalorare la tesi che il patriarcato produca una disparità reddituale..e anche lì niente cospirazione di genere.

Tu che cosa saresti poi? Sei un uomo, ma per qualche motivo sembri diverso da gli altri, non sembri voler difendere i tuoi interessi di genere, se ti eleggessimo penseresti anche alle donne, che hai fatto? hai trasceso la mascolinità? Sei giunto infine al Nirvana?


Certo, che la rappresentazione avviene per immedesimazione.

La persone votano Cicciolina e Beusconi perche' vogliono essere come loro.

Ma per capirlo bisogna avere il coraggio di porre la democrazia indiretta a problema, e preferirgli quella diretta (tutto il potere ai soviet, che a Berlino 45 hanno vinto, anche se ad alcuni questo non piace, e colgono ogni piu' pretestuosa e fuori luogo occasione per ribadirlo, che non gli piace).

Chi pensa che la democrazia indiretta sia un "funzionamento", e per di piu' "eterno", o comunque atemporale, la realta' dell'immedesimazione non la vedra' mai. Per vederla, ci vorrebbe Hobbes. L'immedesimazione nel sovrano Leviatano oltre la gelida realta' del contratto. La potenza qualunque che emerge oltre l'ostacolo di una potenza nulla perche' perfettamente contrastata.

Quanto a cosa faccia e non faccia "sistema", o cosa sia sistematico o no davanti a quello che oggettivamente e' un'iniquita', anche se non a giudizio di tutti un'ingiustizia,  ho capito, per te il patriarcato e' una questione di gusti e il migliore dei mondi possibili autoproducentesi per meravigliosa eterogenesi dei fini. Una via di mezzo tra l'astuzia della ragione Hegeliana e la mano invisibile di Smith. Una cosa che sceglierebbero anche le donne. Anzi, di piu': l'hanno gia' scelta.

La storia e' finita.

Quanto meno nella testa si quelli che la pensano come te.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Ipazia

Nel villaggio globale non c'è differenza tra la violenza maschilista di un Turetta o di un indiano che uccide la moglie con una mazza da crickett nel belpaese. Tra loro sono sicuramente molto solidali. Per una donna  non cambia nulla se la vittima è italiana o indiana. La matrice femminicida è la medesima e così pure la solidarietà femminista.

Per i morti sul lavoro e in guerra rivolgetevi agli assassini, che non sono certo le donne, genericamente intese. Certi argomenti fanno schifo e denotano un long-patriarcato ideologico, duro da estarpare anche nell'occidente apparentemente emancipato. Mettiamoci pure l'infortunistica stradale a questo punto nella fiera dello scaricabarile.

Altrettanto disgustoso l'argomento statistico, negazionista sotto copertura. Assurdo criminalizzare tutti i maschi, ma indegno ridurre la querelle ad un fatto statistico. Anche una sola vittima dovrebbe fare orrore, di fronte a questo genere di motivazioni. E comunque anche la statistica parla chiaro in termini percentuali di violenza parafamiliare, sia coi numeri grandi che con quelli piccoli.

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Phil

Citazione di: niko il 28 Novembre 2023, 21:16:55 PMNon importa, che le donne in Italia possono eleggere ed essere elette e lo sono, vi e' di una sproporsione di uomini al potere rispetto a donne al potere.

Con tutta una serie di conseguenze, fondamentalmente di due tipi:

* ETICHE: perche' sta cosa non e' giusta di per se', ed e' un problema per la democrazia come valore.

* POLITICHE: perche' dei maschi al potete fanno anche concretamente delle leggi a favore dei maschi al potere, anche a prescindere dal problema "etico" o "astratto" che il fatto in se' potrebbe rappresentare.
Probabilmente non ho ancora capito: per te è a priori giusta ed etica una democrazia solo se ha anche una proporzione fra uomini e donne al potere? Ossia: gli esiti delle votazioni, i programmi, il "volere del popolo", etc. vanno subordinati al fatto che alla fine deve, dovere etico e politico, esserci un equilibrio numerico fra uomini e donne al potere? Non conta dunque chi il popolo vuole a guidarlo, fra i candidati; anche se il "genere x" (scegli tu), non ha rappresentanti abbastanza voluti, apprezzati e votati, è importante, per la giustizia etica e politica della democrazia, che quei pochi che ha siano comunque (anche se non abbastanza votati) circa la metà del totale degli eletti. Praticamente si vota il programma e il candidato, ma alla fine, fondamentale per la giusta democrazia, conta anche il genere?
In generale, non credo che un "sessismo su base statistica" rispetti il concetto base di democrazia che, a dirla tutta, mi sembra una forma di governo essenzialmente incompatibile con la "sessificazione paritaria" della politica che proponi (sicuramente non sei il solo, ma ciò non cambia la mia perplessità, tanto concettuale quanto pragmatica; tuttavia ammetto che sono digiuno di politica, quindi è solo un'opinione da profano).

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