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Il perfetto vivente.

Aperto da iano, 17 Ottobre 2023, 00:10:27 AM

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Alberto Knox

Citazione di: iano il 14 Novembre 2023, 13:33:40 PME' un campo di indagine relativamente recente, per cui poco noto, più che sfuggente
Ma no Iano, non ho detto nulla di nuovo. Quello di cui ho parlato non sono altro che alcuni fondamenti della teoria del caos elaborata a partire dagli anni 60 . Tramite un rapido ripasso potrai facilmente leggere fra le righe quanto detto.
https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_del_caos

Quello che ho cercato di portare alla luce (in tutte le salse)  è che l'opinione comune che si ha dei fenomeni fisici è che tutti, infine, possano ridursi a poche interazioni fondamentali descritte da leggi determinististiche . Il che significa che qualunque sistema fisico segue un unico corso evolutivo. Si assume anche che piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano piccole variazioni nel comportamento successivo (come dici tu, trascurabili) .  Tuttavia le nuove scoperte nella teoria del caos fa emergere una visione completamente nuova e riconosce che molti fenomeni cadono al di fuori degli schemi tradizionali . Il Determismo non implica necessariamente la predicibilità; alcuni sistemi molto semplici sono infinitamente sensibili alle condizioni inziali . La loro evoluzione nel tempo è così complessa e irregolare da essere essenzialmente inconoscibile. Il concetto di corso evolutivo unico è quindi irrilevante. è come se tali sistemi possedessero una "volontà propia". Non possiamo  determinare una traiettoria caotica a meno che non ci venga fornita prima la traiettoria medesima. La casualità del moto caotico è quindi fondamentale e non il risultato della nostra ignoranza (e quindi di natura soggettiva che poi la si voglia render oggettività epistemica) come sostiene Ipazia e i sotterfugi per bypassare il problema sono irrilevanti poichè la propietà fondamentale impredicibile del moto caotico rimane invariato malgrado una raccolta di un maggior numero di informazioni sul sistema e  progressi epistemici umani.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

Che esista una "teoria del caos" è la prova più evidente che si cerca di rendere deterministici, attraverso strumenti matematici, anche fenomeni complessi con fantamiliardi di variabili in gioco.

Alla fine si ottengono modelli matematici e algoritmi più o meno funzionanti, con abbondante uso di dati statistici, il cui accumulo perfeziona l'algoritmo.

Pur con tutta la sfiducia nell'uso postveritativo della statistica, va riconosciuto che tali strumenti hanno migliorato la sicurezza in ambito lavorativo, urbanistico, stradale, laddove il caos è di origine antropica.

In ambito meteorologico, l'incremento di strumenti "intelligenti" ha incrementato proporzionalmente pure la precisione previsionale,...

Ritengo pertanto che la postulazione di un caos ontologicamente indeterminabile abbia più un carattere metafisico che scientifico/epistemico.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

Citazione di: Jacopus il 09 Novembre 2023, 08:07:50 AMIn Theatrum philosophicum, un breve saggio di Foucault del 1970, è scritto: "per liberare la differenza occorre un pensiero senza contraddizione, senza dialettica, senza negazione: un pensiero che dica sì alla divergenza, un pensiero affermativo il cui strumento è la disgiunzione. Un pensiero del molteplice disperso e nomade". Questo è un approccio alla verità che lascia spazio a possibili derive nichiliste  , ma che chiude la porta in faccia ad ogni grande inquisitore, laico o sacro che sia.
La verità del sacro non esiste, non è mai esistita, esiste invece una verità che scaturisce dall'indagine.
E se l'indagine viene pervertita come è stato fatto dalla modernità è in particolar modo da Focault e strutturalismo in generale che lo è stato fatto.
E' poi ovvio che anche le loro indagini fossero facilmente dimenticate.
Oggi chi parla piu dello strutturalismo? è un pensiero invecchiato rapidissimamente.
Oggi si parla di neuroscienze e altre sciocchezze simili.
Proprio perchè le opionioni, o meglio l'opinione più importante, ovvero quella che indaga il VERO è stata dalla succitata filosofia francese messa alla berlina per sempre.
Oggi le vecchie cariatidi comuniste ancora che "rompono le balle" con quegli autori...e sapendo quanto sono corrotti si capisce anche perchè!
CHE NON SIA MAI che si torni a leggere PLATONE e si comincia a ragionare con la propria testa.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: iano il 09 Novembre 2023, 20:19:23 PMIo non temo nulla se non il danno che può fare  chi crede di sapere di cosa parla senza invece saperlo. Non è però un problema di ignoranza, ma una cosa più sottile come proverò a spiegare.

Noi non possiamo innestare un intelligenza umana in una macchina, perchè non sappiamo cos'è davvero l'intelligenza umana, anche se ne parliamo.
Il poter confrontare l'intelligenza artificiale con quella umana ci aiuta a conoscere quest'ultima,  mettendo a confronto una cosa nota con una ignota.
Un primo dato che viene dal confronto credo sia che l'intelligenza artificiale non possiamo controllarla, al pari di quella umana, e credo che questa sia la fonte principale dei nostri timori. Di fatto non accettiamo di essere in parte già una macchina, da sempre, ma questo è il motivo per cui possiamo delegare quella parte alle macchine, esternalizzandoci, ma senza perdere l'unità funzionale, ridimensionando l'unità fisica.

Ci sono cose che percepiamo senza sapere bene cosa siano.
L'unico pericolo che intravedo al momento è che, siccome le percepiamo, come l'intelligenza, la verità, ci comportiamo come se le conoscessimo, traendone arbitrarie previsioni, di solito nefaste.
Immagino che la non conoscenza di cose che pur agiscono in noi sia essenziale al loro funzionamento.
Possiamo esplicitarle ma perchè ciò non comprometta il compito che svolgono dobbiamo delegare a macchine la loro funzione man mano che le esplicitiamo.

Il pettirosso, come si è dimostrato sperimentalmente, si orienta sfruttando il fenomeno dell'entenglement, ma ovviamente non sà cosa sia, anche se magari percepisce qualcosa che lo spinge in una direzione piuttosto che un altra, e a cui darebbe anche un nome perciò, se potesse farlo.
Noi lo facciamo. Per questo parliamo di intelligenza, verità, etc..., senza sapere bene di cosa parliamo.
Io con questa discussione sto promuovendo di esplicitare cosa sia la verità, non per abolirne la preziosa funzione, ma per poterne delegare la funzione.


Essia, ma dimentichi che l'intelligenza artificiale è prodotta da algoritmi.
Quindi ci deve essere una intelligenza umana che programma una intelligenza artificiale.
Mentre tu dici che io posso delegare la mia intelligenza da programmatore al programmato.
Questo è anche quello che spacciano questi miserabili transumanisti.
Peccato che il programmato che mi programma il fatto che io possa fare a meno di programmare, è stato programmato da qualcuno che ha deciso APRIORI quello che io voglio programmare.
Sostanzialmente tu, da bravo DROIDE quale sei, hai rinunciato alla tua LIBERTA' di scelta.
Ora o stolto, prova a pensare se il programmato diventa legge.
Sei di fronte ad una società TOTALITARIA, che ha in testa la requisizione del tuo corpo tout court.
Un totalitarismo la cui oscurità è tutta da esplorare...non oso immaginare quali sofferenze stiamo andando incontro.
Tutto perchè pensiamo che siamo DROIDI.
Prova a pensare questo.

nb
AMICO MIO io sono UMANO e non sono nemmeno un ANIMALE!
REPETITA JUVANT, lo metterei in calce, ma mi viene troppo da ridere  :))
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Koba II il 11 Novembre 2023, 08:36:49 AMCiao Jacopus.
La tua critica è corretta perché in effetti mi sono fatto prendere un po' la mano e da quello che ho scritto sembra che io soffra di nostalgia per il mondo tradizionale pre-moderno.
Non è così.
Non avrei dovuto utilizzare in quel passaggio il termine "tradizioni", ma prassi, abitudini, riti, perché il concetto di "tradizioni" rimanda ad un contesto di conflitto di visioni del mondo, cioè ad un contesto filosofico, mentre gli altri termini ad un più concreto contesto antropologico. In cui l'essenziale è rendere il mondo abitabile, resistente alla contingenza.

"I riti sono nel tempo quello che la casa è nello spazio. Perché è bene che il tempo che passa non dia apparentemente l'impressione di logorarci e disperderci come una manciata di sabbia". (Antoine de Saint-Exupéry, "La cittadella").

Il capitalismo attuale, agendo sia sul versante "consumatore", che su quello di "produttore", tramite gli attuali mezzi digitali, sta portando avanti una riduzione quantitativa, statistica, per convertire ogni residuo di spazio economicamente inutile cosicché anche nel tempo libero il cittadino di questo mondo impegnandosi magari nella realizzazione delle sue storie di instagram lavorerà inconsapevolmente alla creazione di comunicazione produttiva, oltre che alla costruzione narcisistica della propria immagine digitale.
Ma peggio, molto peggio, è la situazione del lavoratore, la cui prestazione è ormai minuziosamente analizzata e valutata, istante dopo istante.
Quindi, venendo all'indicazione di Ipazia, ovvero quella di sforzarsi di non essere "pecore", beh, la cosa non è così semplice, non è per niente semplice...
Ognuno deve trovare quelle abitudini che riescono a sottrarlo a questo riduzionismo. Per fare un esempio, la scrittura quotidiana del proprio diario spirituale-intellettuale. Ma affinché ci sia continuità in questo rito giornaliero c'è bisogno di un impegno continuo, perseverante, che va a scontrarsi con quella che di fatto è la situazione della maggior parte dei lavoratori, ovvero uno stato di esaurimento psico-fisico.

(Su questi temi: il primo capitolo di "La scomparsa dei riti" di Byung-Chul Han).
Ma il tempo passa lo stesso.
E che differenza ci sarebbe con il creare storie su instagram?
Non capisco.
La questione è morale e dunque filosofica, mi pareva di aver capito che concordassimo. Ma pare di no.
Il rito inoltre rimanda sempre ad una morale sofista e  teista.
Dubito che uno scriva un romanzo che non rinvii al suo istagram personale.
E dove sta la ricerca?
La distruzione del sè, avviene domandando del male, non rimandandolo ad libitum.
Non è certo un rosario che ci salva.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: iano il 11 Novembre 2023, 09:03:01 AMaggiungendo ai complimenti di Jacopus la chiarezza espositiva, chiedo perdono se non riesco a trattenermi dall'isolare dal tuo scritto un esempio di umorismo credo involontario. ;D
Se invece è volontario aggiungo ai complimenti anche l'umorismo. ;D

Il vero pericolo è proprio nel credere di essere perfetti, di non essere condizionabili al di là della nostra volontà, quindi di non reagire in modo adeguato, mentre bisogna sforzarsi di esplicitare le nostre debolezze, tenendo un diario ad esempio.
Mi chiedo però se coloro che ci condizionano non mettano in campo pari debolezze, se in qualche modo cioè non diventino vittime dell'ingranaggio che mettono in atto, essendo essi stessi condizionabili con non completa consapevolezza di quel che fanno.
Non mi hai mai convinto infatti la suddivisione degli uomini in oppressi ed oppressori come fossero due specie diverse di uomini.
Mi chiedo cioè quanto i progetti oppressivi possano andare oltre le intenzioni degli oppressori.
Secondo me possono andare molto oltre se strada facendo si convincono che esistono davvero due specie diverse di uomini, cioè se fanno lo stesso errore che di solito gli oppressi.
 
:D ti rendi conto che stai parlando di te stesso? vedi scambio con daniele, a cui ti ho già risposto.
Seconda topica freudiana.
Esiste un super-io che avanza l'io-soggetto.
Come già dicevo prima lo schiavo che vuole rimanere pezzente, rimanga pezzente, io ho chiuso con sta gente.
Naturalmente non esiste movimento filosofico che non sia già controllato e quindi corrotto, non mi faccio piu nemmeno illusioni.
Come già diceva ESOPO, in un campo di gramigne la rosa rimane sola.
La soluzione? che arrivi il tempo in cui tutti siamo rose.
Certo dirlo alle gramigne difficile che accada.
Ancora ESOPO.
E già terza elementare...naturalmente non che gli studenti capiscano qualcosa...men che meno gli insegnanti.
UN ENORME CAMPO DI GRAMIGNA è il MODERNO.
troppo facile per il wef.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Ipazia il 11 Novembre 2023, 09:46:05 AMC'è riuscito Galileo, ci può riuscire chiunque. Oltretutto gli argomenti degli autonominati pastori puzzano talmente di zolfo che non occorre nemmeno il genio di Galileo per smagarli. Vale nelle vicende della vita quotidiana, ma pure nelle questioni più complesse, praticando la buona tradizione della ginnastica mentale.

("L'umano può fare di tutto, ma ha un difetto: può pensare")

Non ci sono buoni contro cattivi, ma interessi contro interessi. Alcuni più nobili, altri triviali fino all'osceno, fino alla Medusa di Bobmax.

Ci si informa. È vero che diventa sempre più difficile. Un tempo c'era l'informazione e la controinformazione. Oggi l'ideologia dominante ha fatto un salto: c'è la disinformazione e la controdisinformazione.

Tenuto conto di ciò, si cerca di uscire dal gregge coi mezzi di cui si dispone. Senza pretese di bianco e nero. Come dialettica insegna.
Galileo ha abiurato giusto?

Per uscire dal gregge bisogna annaffiare la rosa che c'è dentro di noi.
La rosa è rossa, bianca, blu, ognuno con la sua colorazione arcobaleno che gli aggrada.
Non è questione di colori, ma di rose. (è allegorico per favore..)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: iano il 11 Novembre 2023, 14:36:31 PMil problema è che la verità è amica dell'azione, ma l'azione è nemica della verità e forse per questo  cerca rifugio nella pura contemplazione.
Il metodo scientifico in quanto rigore procedurale coadiuvato da onestà intellettuale, cerca di spezzare questo circolo vizioso.
Il metodo scientifico in qualche modo ci trasforma in un automa, ma un automa consapevole di esserlo.
Se io credo in una verità è automatico comportarmi in modo consequenziale e quindi di agire in modo coerente.
Se io devo agire in base ad una ipotesi per ottenere azioni parimenti efficaci devo automatizzare il mio comportamento conformandolo volontariamente ad un metodo rigoroso. mi comporto cioè consapevolmente da automa.
Il problema è che se io conoscessi davvero la verità ed ad essa quindi conformassi il mio comportamento sarei a tutti gli effetti un automa o in alternativa mi bloccherei in uno stato di contemplazione.
Il dogma è certamente autoreferenziale, ma solo finché un azione non spezzi l'autoreferenzialità, per garantire la quale occorre quindi promuovere l'inazione, essere conservativi promuovendo la conservazione.
Ma il tempo passa.
Una delle infinite problematicità della volontà di potenza è proprio la PRETESA di DOMINARE IL TEMPO.
Ho proprio ascoltato un altra terrificante lezione a UDINE, ormai il friuli è la culla del PEGGIO DEL PEGGIO. (asfaltiamola, metaforicamente...sto ascoltando la zanzara...siamo alla fine).
Dove il pessimo tagliagamba ha citato il pessimo cacciari....ovviamente questa feccia transumanista di pensiero, DICE che il TEMPO è DOMINABILE, e anzi noi LO DOMINIAMO e in quanto tali noi siamo TEMPO.

ODDIO al male non c'è fine! TORNIAMO DI CORSA a PLATONE e AGOSTINO prestoooooo
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Alberto Knox il 11 Novembre 2023, 18:26:45 PMil problema direi che la verità è amica dell esperienza . Il dilemma che ha scosso la modernità è l'impossibilità di anelare a qualche certezza quanto concerne  all'umano, neppure accettando il dubbio metodologico impostato da Descartes e procedendo da esso, neppure ricercando le strutture elementari ed empiriche del nostro conoscere. Se la nuova scienza galileiana mostrava una via sperimentale e matematica di portata globale per la conoscenza della natura, la scienza dell'uomo resta oscura, contraddittoria (o antinomica)  lacerata dalla tentazione di rifugiarsi in una ragione tanto formale quanto sterile, o di prendere per dimostrazioni associazioni di idee dalla dubbia tenuta argomentativa. in Hume apprezzo la critica sferzante al razionalismo dogmatico che  si combina con il tentativo di salvare la ragione, scavandone la connessione profonda con l'esperienza. Nel vortice delle varie esperienze non si trovano solo le differenze dei sensi, della temporalità, delle strutture relazionali dei fenomeni. Ma anche le differenze di senso.
Mi piace molto l'esempio che hai fatto.
Di Hume ho letto l'introduzione.
La connessione profonda con le cose, si esperisce anzitutto nello stesso linguaggio che non è un meta-fenomeno, ma un fenomeno stesso.
L'indagine del senso è anche e sopratutto indagine del fenomeno.
La grandezza di Hume l'ho respirata subito, e insieme la sua insipienza in quanto essere umano troppo umano.
Non è un caso che manchi probabilmente tutta la parte morale.
Nell'introduzione almeno è cosi.
Infatti per lui è piu importante che la sua stessa tesi sia accettata dagli altri, non ha interesse per la verità che egli indubbiamente genialemente è andato ad indagare.
Purtroppo dopo Platone..il vuoto.
(salviamo giusto qualche figura psicologica)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Koba II il 12 Novembre 2023, 08:18:42 AMA me sembra però che la ricerca scientifica, almeno in ambito sociale, abbia rinunciato alla verità e si sia convertita alla statistica. Per cui non si costruiscono congetture che vanno poi verificate, ma ci si limita a individuare correlazioni tramite l'analisi di immense riserve di dati e potendo contare su straordinarie potenze di calcolo.
Il che significa che non si è in grado di dire: ecco, questa è la natura umana. Non interessa neppure più. Sembra che conti piuttosto sapere che gli umani, in certe situazioni, si comportano in una specifica maniera.
Una rinuncia che implicitamente è la dichiarazione di una impossibilità.
Il pericolo che l'umano si trasformi in automa per un suo adeguamento perfetto alla verità non si pone quindi, a meno che si confonda la media statistica dei comportamenti di tutti per l'essenza della natura umana. A quel punto la mia trasformazione in automa sarebbe indotta da un ambiente lavorativo e sociale totalmente pervasivo. Il che è esattamente ciò che sta accadendo...
(Forse la pratica filosofica serve proprio a questo, a salvare l'umano).
Una pratica che si scosti dallo scontro politico non salva proprio nessuno.
Naturalmente la questione scientifica è collegata alla questione statistica.
Il problema è che in quanto questione scientifica viene spacciata per verità assoluta.
Se non facciamo il lavoro platonico di dissolvere la sofistica, niente salverà l'uomo.
La scienza mi sembra un nemico, non tanto in quanto scienza, ma proprio in quanto scienza fatta da scienziati, con un cervello da scimmia (evoluta se no si offendono).
La scienza porta avanti la sua pretesa, nonostante la quantistica, nonostante la logica, gli abbiano detto che sono solo pretese.
La scienza è un enorme sofismo perchè pretende di non essere quello che è solo un pretesa, una volontà di potenza nel peggiore dei casi.
Ma il problema non è la scienza, non è la tecnica, ma il sofismo politico che soffia su queste mezze scimmie (evoluti e bravi sia chiaro).
Il disgusto che provo per i secondi è pari solo all'orrore che provo per i primi.
La filosofia si è fatta debole per via dei debosciati che hanno preferito heidegger a platone.
cioè un nazista al posto di repubblicano.
torniamo a ragionare con la costituzione americana va là.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: iano il 12 Novembre 2023, 18:59:14 PMIl problema non si pone più per coloro che hanno abbandonato la ricerca di verità, ma credo che uno dei motivi per cui non si abbandona la ricerca della verità è che non ci si chiede quali inconvenienti potrebbe generare la sua conoscenza.
La verità non può essere confutata.
Ciò che non riusciamo a confutare può apparire come vero, finché non arriva qualcuno che la confuta.
La frase precedente contiene un informazione che potrebbe sfuggire, e riguarda il fatto che essa ci dice che sia la verità, in quanto non confutabile, sia la creduta verità, in quanto non confutata, è CONDIVISA.
La verità, o presunta tale, è amica dell'azione, ma l'azione è significativa se comune.
Il miracolo della scienza è che anche abbandonando la verità non ha perso del tutto la condivisione, pena perdita di azione significativa, ma ha ristretto man mano che progrediva il numero di condividenti, e la statistica a cui infine la scienza si è votata non muta il segno di questo andazzo.
Si può rinunciare oggi alle congetture e alla loro verifica grazie alla potenza di calcolo, è vero, e la soluzione esce direttamente dal computer, e col tempo forse non ricorderemo più qual'era il problema.

Sappiamo che mangiamo per tenerci in vita, ma non è per tenerci in vita per  che mangiamo.
Si arriva poi al punto che c'è chi non ha nessuna paura di morire, ma si pone il problema di come potrà mangiare una volta morto.
Parimenti la verità potrebbe essere un ''mangiare per vivere'' trasformatosi in un ''vivere per mangiare''.
si è cosi, e aggiungo che i tuoi amici del wef hanno deciso anche che devi mangiare solo quello che ti dicono loro.
Sei pronto a fare quello che l'AI ti dice di fare?
Ecco, bravo! :D
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Alberto Knox il 12 Novembre 2023, 19:27:11 PMpenso che le domande non cesseranno mai finchè esistiamo. perchè tutti noi siamo una domanda, le persone che vivono accanto a noi sono una domanda verso di noi , tua moglie è una domanda, i tuoi figli sono una domanda , nostro padre è una domanda , i nostri vicini, gli alberi, il mare ..non c'è niente che non sia una domanda verso di noi e noi  tanto più siamo veri e intelligenti tanto più noi capiamo le domande degli altri e diventiamo risposte cioè, responsabili .
risposte senzienti, di solito responsabili sono verso coloro che ti comandano cosa e come devi fare, il tuo assenso non serve, devi SOLO ESSERE RESPONSABILE. :D

comunque sono d'accordo con te, un giorno i senzienti saranno tutte rose.
per ora senzienti sono solo le gramigne.
(esopo).
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Alberto Knox il 12 Novembre 2023, 23:19:48 PMCi sono delle verità che sono fattuali e di cui non si può dire il contrario senza cadere in errore. Poi ci sono le verità interpretative che giungono dai fatti, dai dati che la scienza ci consegna . Avevo fatto l'esempio dell origine dell universo dal quale si possono avere teorie piu o meno rinforzate dai dati e dalle esattezze empiriche e matematiche in possesso.  Ma quando si tratta poi di pensare a queste esattezze, e di dare un significato complessivo a loro, Per giungere esattamente al significato complessivo della natura dell universo . Ecco che le esattezze che la ricerca scientifica consegna , vengono interpretate diversamente dagli stessi che la producono, dagli stessi scienziati. Quindi sì, abbiamo delle verità , ma queste verità vengono poi interpretate diversamente , in questo caso dagli stessi scienziati. Esempi in cosmologia non mancano ; Steven Weinberg : "tanto più l'universo ci appare comprensibile tanto più ci appare senza scopo" e un altro Freeman Dyson che dice " Quanto più lo esamino e studio i particolari della sua architettura , tanto più numerose sono le prove che l'universo doveva già sapere che saremmo arrivati" . Stessa cosa per l'origine della vita, anche qui ci sono esempi concreti, abbiamo Monod , premio nobel per la medicina che dice "siamo figli del caso" e abbiamo un altro premio nobel per la medicina , Cristhian de Duve che parla della materia come vital dust, polvere vitale.
Sono vedute opposte che provengono dagli stessi dati veri!
Tutto questo si è tentato di risolverlo dicendo che la scienza non si deve occupare dei significati e restare sulla base dello studio empirico dei fenomeni . Ma cosa succede se un informazione ricca di significato giunge propio dal fenomeno che stai studiando? come fai a non interpretare quel significato ? e poi, può forse esistere una verità priva di significato?
Gli esempi fatti da te sono di nuovo corretti, e testimoniano dell'insensatezza della scienza.
Che però guarda caso dice al contempo di ESSERE LA VERITA'.

MA PER FAVORE! :D 
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: iano il 13 Novembre 2023, 01:28:18 AML'unica ragione può essere l'ignoranza.
La verità è ignoranza dell'esistenza di un punto di osservazione.
Temo però che l'unico modo per scoprire il nostro punto di osservazione è cambiarlo occupandone inconsapevolmente un altro, perchè non puoi osservare il tuo punto di osservazione finché lo occupi.

Crediamo di cercare la verità, ma di fatto cerchiamo solo il  punto di osservazione che ignoriamo di occupare. Quando scopriamo il punto di osservazione nascosto quella che era verità viene degradata a conoscenza .
Se la fisica disvela i punti di osservazione la filosofia dovrebbe indicare dove andare a cercare e non è poi tanto difficile indicarli, perchè dietro ogni assoluto c'è un punto di osservazione da svelare.

Per assurdo potresti stare pensando alla dialettica hegeliana. O a Bruno e alla sua verità dis-centrata.

Invece stai parlando del GRANDE FRATELLO, chi pensa e agisce per te.

SUBDOLO è il sofismo contemporaneo, e smaccatamente gioviale.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Ipazia il 13 Novembre 2023, 07:38:13 AMIl punto di osservazione determina la forza veritativa di un'affermazione. Il testimone oculare di un fatto vale di più di chi ne ha sentito parlare.

La (cono)scienza ha dovuto spostare il punto di osservazione oltre la linea dell'orizzonte per poter affermare, con cognizione di causa, che cosa vi era oltre quella linea comunemente percepita.

Anche prima era possibile indurre l'esistenza di altre terre ed altri mari, ma solo la loro esplorazione ha potuto dare un contenuto di verità compiuta a tale legittima induzione.

Progredendo l'arsenale indagativo, teorico e tecnologico, della scienza, si è allargato anche l'ambito induttivo, e le dispute al suo interno, che però non potranno mai avere forza veridica in assenza di dimostrazione sperimentale.

Avendo cura pure di non indurre in tentazione l'episteme con eccessivi magheggi probabilistici, votati a nuovi dogmatismi algoritmici, in una fiera indecente della falsità.

Sulla natura teleologica o meno  dell'universo restiamo nel campo della doxa, dell'intuizione, ed è bene essere consapevoli di ciò anche di fronte alle esternazioni di Nobel e filosofi.
Già meglio eh, concordo.

Direi anche che la forza veritativa più che sulla dimostrazione, è legata alla forza del suo indagatore.

Più forte è l'indagatore, più potente è la verità.

Il mio maestro ci tiene MOLTO SPESSO a ricordare che dalla verità nasce la bellezza, non la dimostrazione.

E' la bellezza che testimonia della verità.

Cosi un giorno saremo tutte rose.

Basta gramigne post-statistiche spacciate per verità DIMOSTRATE.

E' pazzesco che nonostante la questione pandemenza sia ormai solo questione dell'oms, ma già non piu del wef e del bildberg.
C'è gente che va tronfia a dire vecchie bufale. Quando al popolo demente non frega piu niente che lo fossero o meno.
Caro vecchio popolo pezzente.



Vai avanti tu che mi vien da ridere