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Pensieri e parole.

Aperto da iano, 06 Novembre 2023, 23:05:16 PM

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iano

Grande Lucio Battisti, ma non è lui l'argomento.
L'occasione di questa discussione è che , seppur credo che non ci sarebbero pensieri in mancanza di un linguaggio, solo adesso rifletto in relazione a ciò il vantaggio che dia conoscere almeno due lingue, che non è solo il conoscere una lingua in più.
Io in effetti conosco solo l'italiano, ma mastico anche un pò di linguaggio matematico.
Chiedo a chi di voi conosce più lingue, greco, latino, italiano, inglese swahili, matematichese, etc... qual'è il di più che ha ricevuto da queste conoscenze, che vada oltre la conoscenza delle lingue in sè.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Jacopus

Penso che la prima conseguenza è quella di    poter considerare la relatività del nesso linguaggio e mondo rappresentato dal linguaggio. La presenza di più mappe linguistiche è la constatazione concreta di un mondo multiculturale, impossibile da definire da un unico punto di vista. Un grandissimo assist, quindi, contro ogni visione autoritaria e monistica del mondo. Il mondo acquista la sua ambivalenza pluriermeneutica a partire dalla diffusione della conoscenza dei linguaggi. Inoltre è un grande strumento di pace. Conoscere una lingua straniera ci rende meno incline a considerare nemici i parlanti originari di quella lingua. Su tutti poi, il linguaggio musicale, eccezionale passepartout della connessione e della pace fra gli umani.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

green demetr

Ma diciamo che il latino ti fa capire meglio le radici delle parole.
In italiano questa sapienza è stata dimenticata.
Pensa al tedesco con le sue parole costrutte.
Il greco con le sue infinite sfumature.
L'ebraico con gli infiniti significati di ogni singola parola, e persino lettera.

Diciamo che l'italiano è stato costruito da Dante per poter CANTARE..ed ecco che arriva mozart, rossini, donizetti, bellini, verdi....direi che l'italiano ha nella sua cultura il massimo che la vita possa chiedere dall'arte.*

Purtroppo si paga in termini filosofici. Chissà che stiamo capendo dei testi tradotti  :D :D me lo chiedo spesso!

* si volendo c'è anche battisti, la mia amata madame, o la mia amata elisa, o la mia amata michielin, bè forse la michielin la amo per altro, ma va bè. sempre italiano canta! :D :D
Vai avanti tu che mi vien da ridere

iano

#3
La diseguaglianza '' A  (minore o uguale) B'',
 ha infinite coppie di soluzioni.
Ad esempio: (2,4), (2,2),....
Se sostituisco alle variabili A e B una coppia di soluzioni, ad esempio (2,4),
ottengo , ''2  (minore o uguale)  4''.

Dal punto di vista del linguaggio matematico credo ciò sia corretto, ma dal punto di vista della lingua italiana si potrebbe dire che non è corretto dire che 2 è minore o uguale  4, in quanto ciò che è vero è che 2 è minore di 4.
Ciò che è vero  in un linguaggio può diventare falso tradotto in un altro?

Jacopus scrive: ''Penso che la prima conseguenza è quella di    poter considerare la relatività del nesso linguaggio e mondo rappresentato dal linguaggio.''
'' La presenza di più mappe linguistiche è la constatazione concreta di un mondo multiculturale, impossibile da definire da un unico punto di vista.''
Credo anch'io che sia così.
C'è la concreta possibilità di vedere  mondi diversi osservando la stessa realtà, e questa può essere considerata una ricchezza di punti di vista, se di ciò vi è consapevolezza.
Questa mancata consapevolezza d'altronde può generare conflittualità fra portatori di punti di vista diversi , cioè fra diversi osservatori della realtà, come in effetti avviene.
Ma nell'aprire questa discussione riflettevo su un altra eventualità, che è quella di non avere consapevolezza di possedere  punti di vista diversi, parlando più lingue, col pericolo di usarli insieme ottenendo una visione distorta, saltando in continuazione senza rendersene conto da una mappa all'altra della realtà, creando conflittualità all'interno dello stesso osservatore.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Phil

@iano

Nell'espressione «2 è minore o uguale a 4», quell'«o» può essere inteso come inclusivo (vel) o esclusivo (xor); il simbolo ⩽ lo intende in modo inclusivo, ossia è corretto usarlo qualora si verifichi una delle due condizioni, uguaglianza o "minorità". Se invece pensiamo a quell'«o» in modo esclusivo, possiamo anche formulare una domanda: «2 è minore o uguale a 4?», presupponendo che chi risponde debba scegliere solo una delle due opzioni.
Si tratta di una differenza logica che incontriamo anche nella vita quotidiana; ovviamente quando una cassiera del supermercato ci dice «può pagare con contanti o con carta», intende che vanno bene entrambi i metodi, sebbene non contemporaneamente (così come un numero non può essere allo stesso tempo minore e uguale ad un altro, ma può essere minore o uguale); mentre se la cassiera ci chiede «paga con contanti o con carta?», quell'«o» presuppone che noi scegliamo solo uno dei due metodi.
Dall'inclusività logica a quella sociologica, "esistenziale" o linguistica il passo è lungo, ma non impraticabile. Banalizzando: che una questione, non meramente empirica (tipo «la penna è sul tavolo»), possa essere interpretata in un modo o nell'altro non è una distorsione della realtà, così come la cartina dei percorsi per mountain bike e quella delle autostrade non sono distorsioni del territorio, ma modi differenti per interpretarlo (e usarlo a seconda del mezzo che si ha a disposizione). Chiaramente, se una qualunque delle due cartine prevede l'attraversamento di un lago "volando sulle acque" probabilmente va adattata meglio al territorio (che, alla fine, "vince sempre").
L'avere più cartine rende quindi necessario un maggior ordine e rigore nello scegliere quale usare a seconda delle esigenze, il che, se da un lato aumenta le possibilità di vivere il territorio nelle sue varie "significanze", dall'altro rende meno immediato e univoco il rapporto con il territorio (se si hanno solo cartine nautiche, alcuni posti risulteranno irraggiungibili...).

iano

#5
Citazione di: Phil il 07 Novembre 2023, 13:58:58 PM@iano
L'avere più cartine rende quindi necessario un maggior ordine e rigore nello scegliere quale usare a seconda delle esigenze, il che, se da un lato aumenta le possibilità di vivere il territorio nelle sue varie "significanze", dall'altro rende meno immediato e univoco il rapporto con il territorio (se si hanno solo cartine nautiche, alcuni posti risulteranno irraggiungibili...).
Ciao Phil. Credo che il ''vel'' possa tradursi meglio con una ''e'' come congiunzione.
Illuminanti i termini '' univoco e immediato'' nel brano postato.
Univoco, non perchè è possibile un unica mappa, ma quando possediamo una mappa sola, e immediato se non sappiamo di averla, per cui si può scambiare la mappa per il territorio, ed è facile ignorare di averla finché la mappa rimane mentale, e non viene esplicitata.
Io sospetto anche che vi sia una necessità profonda di credere di possedere una mappa unica, e tendiamo perciò a crederlo anche quando sarebbe facile dimostrare il contrario.
Abbiamo cioè bisogno di credere di avere un rapporto univoco e immediato, tanto che questa credenza sembra resistere ancora nonostante l'accumulo di prove contrarie prodotto dalla scienza.
Per quanto crescendo il linguaggio possa apparirci sempre più relativizzato resiste forse nel fondo di ognuno un nocciolo di  ingenuità.
Che sia una profonda necessità lo si capisce dalla nostra reazione scomposta quando provano a portarci via questo nocciolo irrinunciabile di ingenuità.
Nei casi più gravi reagiremo scrivendo un libro intitolandolo: ''Il mondo al contrario''.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

daniele22


@iano non ti dar troppa pena, che lingue diverse non possono esprimere distorsioni. Forse, quello di cui non ti dai conto è il fatto che i sostantivi della nostra lingua sono una mappa. Quindi, i nuovi concetti che dovranno apparire, seguendo l'onda di come ti firmi, sono lì da un'eternità, e c'è n'è molti di più di quelli che potrebbero già bastare, ¿ma che ci vuoi fare? Prima o dopo andranno in disuso. Un saluto

iano

Citazione di: daniele22 il 07 Novembre 2023, 14:39:07 PM

@iano non ti dar troppa pena, che lingue diverse non possono esprimere distorsioni. Forse, quello di cui non ti dai conto è il fatto che i sostantivi della nostra lingua sono una mappa. Quindi, i nuovi concetti che dovranno apparire, seguendo l'onda di come ti firmi, sono lì da un'eternità, e c'è n'è molti di più di quelli che potrebbero già bastare, ¿ma che ci vuoi fare? Prima o dopo andranno in disuso. Un saluto

I linguaggi sono funzionali a produrre mappe della realtà, ma prima devono adattarsi alla struttura del nostro cervello, per cui non tutti i possibili linguaggi sono ammessi.
Ma modificandosi la struttura del cervello per la sua elasticità a causa dall'esperienza accumulata, arriverà il momento in cui ci appariranno ovvi concetti oggi inpensabili.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

daniele22

Citazione di: iano il 07 Novembre 2023, 14:49:43 PMI linguaggi sono funzionali a produrre mappe della realtà, ma prima devono adattarsi alla struttura del nostro cervello, per cui non tutti i possibili linguaggi sono ammessi.
Ma modificandosi la struttura del cervello per la sua elasticità a causa dall'esperienza accumulata, arriverà il momento in cui ci appariranno ovvi concetti oggi inpensabili.
Tanti auguri 

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