La realtà è un continuo.

Aperto da iano, 22 Ottobre 2023, 07:46:04 AM

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iano

Sulla realtà credo si possano fare solo ipotesi indimostrabili, perchè in effetti un ipotesi è il punto di partenza di una dimostrazione e non il punto di arrivo.
Volendo dunque dimostrare non per via logica questa ipotesi, ma attraverso i fatti , ci troveremo ad esaminare fatti a favore e fatti contro, e in teoria è sufficiente un fatto contrario per dimostrare la falsità della ipotesi, se la nostra dimostrazione è volta alla verità.
In alternativa potremmo voler dimostrare, ponendo a confronto ipotesi alternative, quali siano quelle che aiutano a dimostrare il maggior numero di fatti e/o di maggior interesse, con lo scopo ad esempio di agevolare la nostra interazione con la realtà attraverso la spiegazione dei fatti, accettando che questa non sarà mai perfettamente efficace.

A sfavore dell'ipotesi di una realtà continua c'è la regina attuale della fisica, la teoria quantistica, la quale ci dice che tutto è quantizzato, quindi tutt'altro che continuo.
Se la teoria dicesse la verità avremmo dimostrato che la nostra ipotesi è falsa.
Le teorie fisiche però,  per loro statuto, non dicono mai la verità.

Ma se ciò che è quantizzato non può essere continuo, ciò che è continuo può essere quantizzato in tanti modi a piacere, quindi la nostra ipotesi di continuità, se la meccanica quantistica è uno di questi modi, non cozzerebbe con i fatti.

Teorie fisiche diverse possono cozzare fra loro, ma nessuna di queste contraddice l'ipotesi di continuità, e dentro questa ipotesi troverebbero quindi un punto di incontro, essendo modi diversi di quantizzare il continuo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

Errata corrige: ...cia aiutano a spiegare il maggior numero di fatti e/o di maggior interesse....
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
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Ipazia

La natura ha inventato infiniti modi per dare continuità al discreto: la corrente elettrica, di un fiume, la forza di gravità,  il moto, l'inerzia, il dna,...

Non mi strapperei i capelli per il modello quantistico.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#3
Citazione di: Ipazia il 22 Ottobre 2023, 09:15:18 AMLa natura ha inventato infiniti modi per dare continuità al discreto: la corrente elettrica, di un fiume, la forza di gravità,  il moto, l'inerzia, il dna,...

Non mi strapperei i capelli per il modello quantistico.
Un elegante, significativo e intelligente ribaltamento del  paradigma proposto.
Ho dovuto scriverlo, un mi piace non bastava.  :)
Il continuo come qualità emergente del discontinuo?
Mi piace.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
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Ipazia

Il continuo come parente fisico del divenire metafisico. Come tratto unificante di un essere finché esiste.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

Continuo e discontinuo coesistono. Il continuo è il mondo nel suo divenire. È il mondo nella sua fattualità totale (va bene anche parente fisico della metafisica). Ma per poter agire nel mondo occorrono anche strumenti interpretativi discontinui che ci permettono di giudicare, scegliere, classificare. Nel mondo del giudizio penale ad esempio, occorre scindere e classificare l'atto, indipendentemente dalla persona che l'ha commesso. Ma poi la persona viene comunque considerata come soggetto "come me", che convive con me, il classificatore, una realtà unica e continua, che mi rende potenzialmente attore dello stesso atto giudicato, pur se in questo caso sono causalmente il giudice. Questo nel mondo delle Geistwissenschaften ma penso che il discorso si possa replicare anche nel mondo delle Naturwissenschaften.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

Le scienze dello spirito sono maestre ci continuità e discontinuità antropologicamente determinate. Le scienze naturali sono tendenzialmente meno affette da bias, per cui costituiscono un metro di paragone più solido e affidabile. Per inciso: la discontinuità del reale ha padri antichissimi come l'atomismo di Democrito e Leucippo. Quantisti ante litteram. Poi siamo passati per secoli di "natura non facit saltus" ed ora siamo tornati a saltare.

In effetti: "continuo e discontinuo coesistono". Ma sempre tenendo fermo il piano della coerenza, senza salti razionalmente mortali su altri piani, incoerentemente discontinui.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

Citazione di: iano il 22 Ottobre 2023, 07:46:04 AMSulla realtà credo si possano fare solo ipotesi indimostrabili, perchè in effetti un ipotesi è il punto di partenza di una dimostrazione e non il punto di arrivo.
Volendo dunque dimostrare non per via logica questa ipotesi, ma attraverso i fatti , ci troveremo ad esaminare fatti a favore e fatti contro, e in teoria è sufficiente un fatto contrario per dimostrare la falsità della ipotesi, se la nostra dimostrazione è volta alla verità.
In alternativa potremmo voler dimostrare, ponendo a confronto ipotesi alternative, quali siano quelle che aiutano a dimostrare il maggior numero di fatti e/o di maggior interesse, con lo scopo ad esempio di agevolare la nostra interazione con la realtà attraverso la spiegazione dei fatti, accettando che questa non sarà mai perfettamente efficace.

A sfavore dell'ipotesi di una realtà continua c'è la regina attuale della fisica, la teoria quantistica, la quale ci dice che tutto è quantizzato, quindi tutt'altro che continuo.
Se la teoria dicesse la verità avremmo dimostrato che la nostra ipotesi è falsa.
Le teorie fisiche però,  per loro statuto, non dicono mai la verità.

Ma se ciò che è quantizzato non può essere continuo, ciò che è continuo può essere quantizzato in tanti modi a piacere, quindi la nostra ipotesi di continuità, se la meccanica quantistica è uno di questi modi, non cozzerebbe con i fatti.

Teorie fisiche diverse possono cozzare fra loro, ma nessuna di queste contraddice l'ipotesi di continuità, e dentro questa ipotesi troverebbero quindi un punto di incontro, essendo modi diversi di quantizzare il continuo.
Capisco l'imbarazzo, ma il discontinuo ha dimostrato che non esiste il continuo.
Infatti nel continuo esiste una sola dimensione temporale.
Nel discontinuo questa cosa è saltata.
E' vero l'esatto opposto che cioè dal discontinuo si possono capire molte cose del continuo. Tipo il Big Bang, che nasce non come credevo da una idea di continuo, ma dal suo esatto opposto, infatti la nascita dell'universo deve essere preceduta dalla nascita dello spazio-tempo. Per capire qualcosa che è fuori dallo spazio tempo le teorie infantili di Popper sono ridicole a dire poco.
Infatti non esiste niente di empirico, eppure razionalmente è così che le cose possono essere spiegate.
Il principio di causa effetto oggi richiede l'immediato abbandono delle categorie di spazio tempo.
Questo naturalmente richiede la nascita di scienziati un pò più svegli di quelli attuali cioè le cattedre dei teorici dovrebbero essere superiori visto l'infinito campo di ricerca apertosi, e invece il moderno ha messo le mani anche su quello, le cattedre piu pagate e ambite sono quelle dei maneggioni.
Gente col cervello appiattito, facilmente corrompibili, etc...etc... :D ;)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

iano

Citazione di: green demetr il 23 Ottobre 2023, 23:48:37 PMCapisco l'imbarazzo, ma il discontinuo ha dimostrato che non esiste il continuo.
Infatti nel continuo esiste una sola dimensione temporale.
Nel discontinuo questa cosa è saltata.

O magari è vero il contrario, che il continuo non contiene dimensioni spazio temporali, e che queste vengano  create, e in tal numero  quante sono le possibili divisioni del continuo.
Il mistero è che l'universo possa contenere le sue possibili spiegazioni, e fra queste quella che avrebbe meno senso di esistere è quella vera.
Se fossi Noè sull'arca mi limiterei a caricare il minollo.
Infatti mi sembrerebbe davvero strano che l'universo fosse continuo o discontinuo e in generale che coincidesse con una sua qualsiasi possibile descrizione, così mi limiterei a chiedermi cosa succede se assumo che l'universo sia un minollo.
L'universo non sarà mai nessun minollo, ma è l'assunzione del minollo in sè che noi vogliamo salvare, e non il minollo, per vedere l'effetto che fà, perchè la spiegazione dell'universo ha un senso se ha un effetto sull'universo, ciò che una spiegazione vera non potrebbe avere, mancando di alterità.
La spiegazione vera dell'universo passerebbe inosservata perchè non crea nulla di notevole che possa attirare la nostra attenzione.
Possiamo ricavare indizi solo dal far cozzare di due diversi mondi fra loro, uno falso, l'ipotesi, che cozza col vero, oggetto dell'ipotesi, senza che nessuno dei due muti la propria natura, ma entrambi arricchiti delle conseguenze del cozzare.
Conviene mettere per primo il continuo nella lista delle ipotesi, e questo è ciò che intendevo dire.
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Ipazia

Lasciate fuori continuo e discontinuo, ovvero discreto, dalla metafisica. Sono concettualizzazioni proprie della scienze naturali e coesistono in miriadi di fenomeni, reversibili e irreversibili. Ciò che trovo stridente nei veterometafisici è il loro essere rimasti al di qua non solo della scienza moderna, ma pure della filosofia dialettica.

Nel loro armamentario obsoleto è assente il concetto della sintesi, l'interazione, la delimitazione del campo di esistenza, e ci si accanisce su sillogismi manichei bianco/nero, scambiandoli per realtà.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

La realtà non è metafisica, e la realtà non è un minollo.
Ma ormai siamo capaci di dire tutto e il contrario di tutto.
Aspetto delle risposte un minimo ragionate e consequenziali scientificamente.
Qua non è neppure più questione se la scienza sia corrompibile o meno.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

iano

#11
Citazione di: green demetr il 25 Ottobre 2023, 02:10:17 AMLa realtà non è metafisica, e la realtà non è un minollo.
Ma ormai siamo capaci di dire tutto e il contrario di tutto.
Aspetto delle risposte un minimo ragionate e consequenziali scientificamente.
Qua non è neppure più questione se la scienza sia corrompibile o meno.
La spiegazione della realtà è metafisica, ed è potenzialmente tutto e il contrario di tutto, ma quella spiegazione crea il mondo in cui viviamo, distinto dalla realtà, per cui non diremo con leggerezza tutto e il contrario di tutto.
L'importante è che, al contrario, dire tutto e il contrario di tutto non sia un tabù, come finora è stato.
Dire ''cose scientificamente'' è al di fuori della mia e della tua portata, però ne sò abbastanza per demolire i castelli, che nel tentativo di dire qualcosa di scientifico vengono costruiti.
Più che dire cose scientifiche in qualità di similfilosofo vorrei limitarmi ad analizzare ciò che della scienza si dice, e il come lo si dice.
Ciò che si dice della scienza non è scienza, ma metascienza, o più propriamente filosofia, ed ciò di cui non si può fare a meno di dire nella misura in cui la scienza è cosa umana.
Non c'è bisogno di sforare il settimo cielo per fare metafisica.
La spiegazione della fisica non è fisica, e la spiegazione della realtà non è realtà, se non in quanto spiegazione.
La realtà non è continua né discontinua, continuità e discontinuità sono modi di spiegare la realtà.
Noi viviamo in una metarealtà, che è continua o discontinua, e ciò è possibile presumibilmente solo se una realtà esiste, e se esistono le parole per descriverla, e continuo e discontinuo sono due di quelle parole..
Nella storia della scienza si è passati da spiegazioni discontinue a spiegazioni continue per tornare poi a spiegazioni discontinue ''continuamente'', credendo ogni volta di essere giunti al dunque, però io credo che la lezione da imparare sia sentirsi liberi di fare questi passaggi.
la realtà non è continua o discontinua, ma la descriviamo come continua o discontinua, e ciò che conta non è che sia continua o discontinua, ma sentirsi liberi nelle nostre descrizioni, di modo che ogni descrizione, per quanto di successo, come oggi è la meccanica quantistica, non diventi un tabù mentale.
Essendo descrizioni continuità e discontinuità possono convivere, e in quanto descrizioni se ne può pesare l'utilità, come ho provato fare, privilegiando la continuità, in apparente controcorrente opinione.
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iano

#12
Se assumiamo di vivere letteralmente dentro a delle descrizioni della realtà, ne dedurremo che la speciazione naturale non potrà avvenire solo per isolamento geografico, ma anche culturale.
Ne dedurremo che più che esprimere culture diverse noi viviamo dentro culture diverse che insistono sullo stesso luogo, mondi diversi sovrapposti, e quando due specie vivono nella stessa nicchia ecologica e nello stesso luogo una elimina l'altra, a meno che non si faccia lo sforzo di relativizzare le culture, distinguendo le descrizioni della realtà dalla realtà.
Si potrà allora convivere pur vivendo in mondi diversi che insistono sulla stessa realtà.
Ogni mondo avrà allora diritto di esistere in modo incontestabile in quanto ognuno per definizione non reale, se non come descrizione della realtà, in piena diversità, e ricchezza di possibilità che non si escludono a vicenda, dove ogni esistenza non dovrà affermarsi come esclusione delle altre.
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green demetr

Iano per me figurati, la scienza, laddove è chiaramente corrotta, è una metafisica e delle peggiori.
Ma se dobbiamo dire che tutta la realtà è ciò che possiamo dire, allora converrai che lo statuto di una teoria terrapiattista è uguale a quella quantica, che capisco l'ignoranza generale, e mi ci metto pure io, è discontinua.
Era a questo che mi riferivo.
Poi naturalmente la capacità di pensare al di là di quanto pensano altri, che mi pare possa essere il senso sano di quanto dici tu, è evidente proprio dai risultati della fisica TEORICA, agli inizi del secolos scorso. Dopo di allora è scena una cappa di omertà (scientifica in questo caso, senza andare a vedere la componente di corruttela, che sicurmanete comunque c'è, ma di cui per ora non ho mai letto) che ha portato ad oggi.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

iano

#14
Citazione di: green demetr il 25 Ottobre 2023, 21:45:34 PMMa se dobbiamo dire che tutta la realtà è ciò che possiamo dire, allora converrai che lo statuto di una teoria terrapiattista è uguale a quella quantica,
Intendo dire che ciò che diciamo della realtà può diventare il mondo in cui viviamo, ed è così che abbiamo vissuto in un mondo piatto, nel senso che abbiamo vissuto a tutti gli effetti in un mondo piatto, mentre oggi viviamo in un altro mondo. Tuttavia il mondo piatto è una narrazione della realtà in cui è ancora possibile vivere e in parte tutti ancora ci viviamo, pur non credendo più che corrisponda alla realtà.
Apparentemente adesso ci siamo fatti più furbi.
Ma cosa abbiamo veramente imparato da questa esperienza di vita?
Secondo me nulla, nel senso che restiamo sempre a rischio ''terrapiattismo'' , dando un  senso più ampio al termine che l'esperienza ci suggerisce , perchè  continuiamo a credere che una descrizione della realtà, dentro cui riusciamo a vivere , e ciò intendo per mondo, corrisponda perciò alla realtà.
''Il mondo'' può essere continuo e/o discontinuo, ma non la realtà.
Possiamo inventarci tutti i mondi che vogliamo usando liberamente ipotesi come quella del continuo e del discontinuo, ma la differenza fra un mondo e l'altro non sta nel fatto che uno sia vero e l'altro sia falso, ma sta nel fatto che in un mondo riusciamo a vivere e in un altro no, che è cosa diversa dal dire che uno sia vero e l'altro sia falso.
C'era una volta un discontinuo... no anzi era un continuo...e così via a seguire.
Voglio dire che il motivo per cui per millenni abbiamo creduto che la realtà sia piatta, è lo stesso motivo per cui crediamo oggi che la realtà sia tonda.
Il motivo è di essere così capaci di immedesimarci nei nostri racconti che ci sembra a volte di viverci dentro.
Siamo come adulti che dicono di non credere più alle favole, ma ancora ci credono, e questo non per denigrare le favole, ma per lodarle.
 
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
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