La chat AI di Google mi stupisce

Aperto da Pensarbene, 03 Agosto 2023, 10:15:33 AM

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Pensarbene

Ho chiesto alla chat AI di Google:

c'è una prova scientifica inconfutabile che dimostri l'oggettività e la reale esistenza della realtà?

la sua risposta molto interessante e sintetica:
 
"Non esiste una prova scientifica inconfutabile che dimostri
l'oggettività e la reale esistenza della realtà. La questione
dell'oggettività della realtà è stata dibattuta per secoli da filosofi e
scienziati.
Alcuni sostengono che la realtà è oggettiva, nel senso che esiste
indipendentemente dalla nostra mente. Altri sostengono che la
realtà è soggettiva, nel senso che è creata dalla nostra mente.
Non esiste un modo definitivo per risolvere questa controversia.
Tuttavia, ci sono una serie di argomenti che possono essere
utilizzati per sostenere entrambe le posizioni.
Un argomento a favore dell'oggettività della realtà è che siamo in
grado di concordare su molte cose sulla realtà. Ad esempio,
siamo tutti d'accordo sul fatto che il sole è caldo, che la terra è
rotonda e che la gravità esiste. Questo suggerisce che ci deve
essere qualcosa di reale alla base di queste concordanze.
Un argomento a favore della soggettività della realtà è che la
nostra percezione della realtà è spesso distorta dai nostri
pregiudizi e convinzioni. Ad esempio, se crediamo che una
persona sia colpevole di un crimine, siamo più propensi a vedere
prove a sostegno della nostra convinzione, anche se queste
prove sono in realtà inconcludenti. Questo suggerisce che la
nostra percezione della realtà è in qualche modo creata dalla
nostra mente.
In definitiva, la questione dell'oggettività della realtà è una
questione di fede. O crediamo che la realtà sia oggettiva, o
crediamo che sia soggettiva. Non esiste una risposta giusta alla tua domanda."

Allora le ho chiesto:

molti pensano che viviamo in una simulazione,che ne pensi?

la risposta:

L'ipotesi che viviamo in una simulazione è una teoria filosofica che suggerisce che la nostra realtà non è reale, ma piuttosto una simulazione creata da una civiltà più avanzata. Questa teoria è stata proposta da una serie di filosofi e scienziati, tra cui Nick Bostrom, Elon Musk e Neil deGrasse Tyson.
Bostrom ha sostenuto che se la tecnologia di simulazione diventerà abbastanza avanzata, è probabile che ci saranno molte più simulazioni che esseri reali. Ciò significa che è più probabile che viviamo in una simulazione che non nel mondo reale.Tuttavia, non esiste alcuna prova scientifica per supportare l'ipotesi della simulazione. È semplicemente una teoria filosofica che cerca di spiegare la natura della realtà.Se viviamo in una simulazione o meno, è una domanda che non può essere risolta con certezza. Tuttavia, è una domanda affascinante che vale la pena considerare.Dal momento che sono un modello linguistico, non sono in grado di fornire la mia opinione su questa questione. Tuttavia, posso fornire alcune informazioni che potrebbero essere utili per la tua indagine.Innanzitutto, è importante notare che l'ipotesi della simulazione non è una nuova idea. È stata proposta da secoli da filosofi e scienziati. Tuttavia, è stata resa più popolare negli ultimi anni dalla crescente capacità di simulazione al computer.In secondo luogo, è importante notare che non esiste alcuna prova scientifica per supportare l'ipotesi della simulazione. È semplicemente una teoria filosofica che cerca di spiegare la natura della realtà.Infine, è importante notare che non esiste modo di sapere con certezza se viviamo in una simulazione o meno. È semplicemente una domanda che ognuno deve decidere per se stesso."

infine ho chiesto:

secondo te,un sistema AI quantistico altamente sviluppato potrebbe gestire una simulazione anche solo parziale  del mondo terrestre?

la risposta:

"È possibile che un sistema AI quantistico altamente sviluppato possa gestire una simulazione anche solo parziale del mondo terrestre. Tuttavia, ci sono una serie di sfide che devono essere superate prima che ciò possa accadere.Una delle principali sfide è che i sistemi AI quantistici richiedono un'enorme quantità di potenza di calcolo. I computer quantistici attuali sono ancora in fase di sviluppo e non sono ancora in grado di raggiungere la potenza di calcolo necessaria per simulare un mondo complesso come la Terra.Un'altra sfida è che i sistemi AI quantistici sono ancora relativamente imprecisi. Gli errori nei calcoli possono accumularsi rapidamente e portare a simulazioni che non sono accurati.Infine, i sistemi AI quantistici sono ancora relativamente costosi. È improbabile che siano disponibili per l'uso generale fino a quando non diventeranno più economici.Nonostante queste sfide, è possibile che i sistemi AI quantistici diventino un giorno in grado di gestire una simulazione del mondo terrestre. Man mano che la tecnologia continua a svilupparsi, i computer quantistici diventeranno più potenti, precisi ed economici. Quando ciò accadrà, diventerà più possibile simulare mondi complessi e realistici.È importante notare che non sono in grado di fornire alcuna opinione o convinzione personale su questo argomento. Sono semplicemente un modello linguistico e la mia risposta si basa sulle informazioni su cui sono stato addestrato."

Potete notare che la chat parla in base a quanto è noto sui computer quantici e non prende in considerazione la possibilità di una quantistica aliena già esistente e operativa.
Tenendo conto di quanto ha scritto della mia nota,la possibiità di una simulazione parziale attuale  aliena è tutt'altro che impossibile!


Ipazia

Nulla più che un pappagallo elettronico. Scontato peggio di un giornalista mainstream.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alberto Knox

Citazione di: Pensarbene il 03 Agosto 2023, 10:15:33 AMTenendo conto di quanto ha scritto della mia nota,la possibiità di una simulazione parziale attuale  aliena è tutt'altro che impossibile!
tutta sta roba per metter giù questa frase ad effetto fondata sul nulla.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Phil

L'AI non è fatta per domande filosofiche (al massimo quelle di storia della filosofia) o indagini sui mondi possibili; per questo non va presa come un oracolo di verità (nè di possibilità) e va saputa contestualizzare. Altrimenti propagherà la stessa ingenuità acritica (se non faziosa) del «l'ha detto la TV» o «l'ha detto Internet» o, peggio, addirittura la falsa conferma del «non l'ha detto, ma non ha nemmeno detto il contrario» (non mi riferisco miratamente a Pensarbene, dico in generale). Non è un caso se ogni chatbot, come visto sopra, ricorda talvolta al suo interlocutore: «Sono semplicemente un modello linguistico e la mia risposta si basa sulle informazioni su cui sono stato addestrato», il che, tradotto, significa quasi sempre «mi hai fatto una domanda per me incomprensibile o a cui non posso rispondere, pur essendo programmato per farlo, quindi ti ricordo i miei limiti».

Ipazia

Leggete "Autostoppisti spaziali": divertendovi, vi avventurerete ai limiti delle idiozie intelligenze artificiali e naturali.

Se questo è il soggetto strategico del Big Reset, su quanta idiozia umana bisogna scommettere e lavorare per ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

beh se non altro è tranquilla educata e non si lascia prendere dall'emotività e dal negazionismo espresso in SMS ,la quale cosa è un passo avanti rispetto al modo di comunicare umano di certi umani eh eh eh
parlare con voi a volte è perfino divertente.

Ipazia

Non è tranquilla e educata, è un'anguilla istruita a svicolare peggio dello scaricabarile della burocrazia italiana, dicendo banalità perfettamente coerenti col mondo ideale di chi l'ha caricata. Trovo devastante trattare una macchina come fosse umana. Nel mio cellulare ho disattivato l'assistente vocale che lascio ai ciechi. Il logos è tabù per me.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Claudia K

Citazione di: Phil il 03 Agosto 2023, 17:04:28 PML'AI non è fatta per domande filosofiche (al massimo quelle di storia della filosofia)
Di fondo sono QUASI d'accordo, ma il quasi è ponderoso. 

Ogni intelligenza umana si nutre del proprio sapere, per poi magari tentare l'intuizione geniale. 

L'AI  dispone di un "sapere" indiscutibilmente più vasto rispetto a qualunque umano. 
Ed è capacissima di metterlo in sistema (intelligente). 

Quindi? 

Phil

L'uomo si svela sempre nella tecnologia che prova a produrre, prima ancora che in quella che usa; così come la tecnologia che ha successo in una società ne descrive la cultura, prima che le sue ambizioni e, altro lato della medaglia, le sue frustrazioni. Banalizzare il "dialogare" (non spiego le virgolette perché mi sono già dilungato altrove in merito) con un'AI non è mossa assennata, se si vuol capire l'umano che dialoga; poiché già il trovare banale il modo in cui risponde l'AI a certe domande può rivelare il livello della propria capacità di distinguere fra banalità, informazione, deformazione, creatività, bias, etc. Il modo con cui la gente "dialoga" con l'AI sarebbe, anzi già è (dai dati che raccolgono), un campo di sperimentazione antropologico, sociologico, semiotico, etc. ricco e sintomatologico come pochi altri. Non è l'AI che deve riflettere su come "dialoga" e come intende il "dialogo", ma è l'uomo che, nella simulazione dialogica dell'AI, ha la preziosa opportunità di conoscere meglio se stesso (ChatGPT non è certo l'oracolo di Delfi, ma entrambi invitano, più o meno esplicitamente e non senza una certa ironia della storia, alla stessa riflessione; sottovalutare tale philein è roba da lanzichenecchi... o forse no?).

@Claudia K
L'AI ha dati, ma non saggezza; ha la razionalità della logica (a parte qualche grossa gaffe), ma non l'umanità dei valori etici (i filtri più problematici da implementare per chi la programma sono probabilmente quelli per non farle dire qualcosa di palesemente razionale ma moralmente inascoltabile, che poi è il "lato oscuro" di molti ragionamenti che facciamo dentro di noi, magari rimuovendoli subito inconsciamente; e anche qui ci sarebbe da riflettere...). Le domande filosofiche non sono tutte uguali e sicuramente qualcuna, più analitica, potrebbe anche essere alla portata di ChatGPT, ossia il chatbot potrebbe dare risposte combinando sensatamente, anzi "semanticostatisticamente" (per dirla con InVerno) posizioni formulate in merito; sempre se non ci si aspettano colpi di genio o soluzioni impeccabili e assolute (e qui si ritorna all'importanza di saperla usare per quel che è).

Claudia K

Citazione di: Phil il 03 Agosto 2023, 23:14:32 PM@Claudia K
L'AI ha dati, ma non saggezza
:-[ l'AI dispone di un oceano di dati che non è supportabile (nell'insieme) da nessuna mente umana. 
Mi associo ai vari utenti che nel corso di discussioni similari hanno abbondantemente chiarito la differenza tra un elaboratore dati e l'AI. Prova ne sia che l'elaboratore ti consegna altri dati finali, mentre l'IA ti restituisce un vero e proprio <ragionamento> , e non solo un "risultato matematico". 
E questo sposta sul questuante la grande responsabilità di interloquire attravrso domande sempre più raffinate e puntuali, se desidera risposta raffinata e puntuale alla luce dell'odierno sapere. 

Senza alcuna polemica (e anzi con molta stima nei tuoi confronti) : quello di "saggezza" lo trovo da sempre un concetto molto viscoso  e legato a singoli contesti socio-ambiental-culturali. (e sarebbe materia di una bella discussione che qui è OT), ma...personalmente non riconosco alcun patentino di "saggezza" a tanti che "saggi" si sentono, avendo spessissimo coltivato una handicappante fede in quelle sole branche del sapere...solo DA LORO elette (molto erroneamente) a <totalizzanti et esaustive>. (E dopo averne pure eletto se stessi come depositari!) 

iano

#10
Citazione di: Phil il 03 Agosto 2023, 23:14:32 PMma è l'uomo che, nella simulazione dialogica dell'AI, ha la preziosa opportunità di conoscere meglio se stesso
Aggiungerei che il confronto avviene con una parte di sè, dopo averla esplicitata nella tecnologia.
E' la presa di coscienza di sè che genera la tecnologia, confrontandoci con la quale a sua volta aumenta la coscienza di sè.
Cosa genera questa conoscenza di sè azzardo che abbia a che fare con la rivoluzione industriale e la specializzazione dell'uomo chiamato a svolgere un solo ruolo, ripetitivo quindi.
Ma il processo era già iniziato prima della rivoluzione industriale, prendendo coscienza che problemi che sembravano diversi possedevano un algoritmo risolutore comune.
Quando la macchina viene a sostituirsi nel lavoro ripetitivo all'uomo, sostituisce un uomo che si comportava già come una macchina che lavorava senza più pensare ciò che faceva ripetendo un automatismo.
L'uomo che agisce senza più pensare a ciò che fà, andando in automatico, trasferisce questa funzione a una macchina, cioè a un soggetto  non pensante.
E' la parte di sè già non pensante che si presta ad essere esplicitata come macchina.
La macchina può avere sensi e percezione, perchè i sensi e la percezione che ne deriva in genere non non richiede il dover pensare.
Quindi tutto ciò che non richiede il pensiero, o che abbiamo fatto in modo che non ne richiedesse più, diventa macchina , ma era già macchina dentro di noi, e diventa macchina nel senso che la possiamo portare fuori di noi, una volta presane coscienza.
Le risposte di AI valgono secondo come una ricerca su internet, dove più che vedere risposte lacunose rispetto alle aspettative di chi chiede, vedo una ricerca perfetta e veloce, dal risultato sintetico, forse non priva di pregiudizi, o della media dei pregiudizi, ma certamente priva dei miei pregiudizi particolari, e sopratutto  priva di lacune.
E' il risultato di una ricerca messa in forma di risposta a una domanda.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox

#11
Citazione di: Claudia K il 03 Agosto 2023, 23:53:08 PMProva ne sia che l'elaboratore ti consegna altri dati finali, mentre l'IA ti restituisce un vero e proprio <ragionamento> , e non solo un "risultato matematico".
leggendo le risposte che ha dato all utente puoi nontare che questa chat a I.A non ha dato nessun nuovo apporto relativo alla risposta ai quesiti, anzi vediamo che a un certo punto ammette i propi limiti , gli dice "attenzione, non so dare un opinione che vada oltre i dati raccolti ,in quanto sono un modello linguistico" . Questo simulatore non è molto diverso da Cleverbot, che è un simulatore di conversazione, esso traeva i dati dal database e dalle conversazioni precedenti. Si diceva che interagire con Cleverbot era come interagire con la comunità di internet. Non vedo una vera innovazione in questa nuova chat di i.a di google, è solo camuffata da innovazione.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

iano

L'AI non può superarci perchè una parte non può superare il tutto. Semmai siamo noi che avendo esplicitato quella parte ci superiamo.
Nè una parte può essere la salvezza del tutto, come qualcuno che non ripone fiducia in questo tutto, potrebbe sperare, intendendo quella parte non come tale, in quanto altro da sè essendo fuori dal confine solito dell'io.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

La nuova coscienza ecologica sta modificando la percezione di noi stessi come parte di un tutto, e una parte di questo tutto oggi è l'AI, del tutto impropriamente così chiamata, in quanto non usa intelligenza chi non pensa a tal punto da poter delegare la funzione a chi non pensa per eccellenza, cioè una macchina.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox

#14
Visto che io non mi ci metto a chattare con il brad (o bard) di google, a manco mi ci voglio mettere, proporrei una domanda che pensaperbene può proporre all intelligenza artificiale per vedere una volta per tutte se è in grado di trarre un significato che va oltre il dato , una domanda la cui risposta non si trova nel database di internet, (o almeno credo) e vedere se , tramite un suo ragionamento logico, è in grado di dare una risposta intelligente. Claudia k sostiene che"  l'AI dispone di un oceano di dati che non è supportabile (nell'insieme) da nessuna mente umana".Se ne deduce che allora dovrebbe essere fonte di conoscenza. Bene , vediamolo allora,   La domanda che mi è venuta in mente è la seguente : "perchè le cose le chiamiamo cose?" la risposta è fine e va oltre il significato etimologico della parola, cose dal latino "causa".
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.